Le esse di Monreale

biscotti di monreale

Appena arrivarono sull’isola, non ci parsi vero ai normanni, di chiddu che trovarono. Si ficiru i bagni, come si dice qua, e nnì regalarono tesori inestimabili che lasciano alluccuti. Per una mano anche noi abbiamo preso da loro e nni vantamu di fari impazzire tutti chiddi che, ancora oggi, passano da qua picchì ci mittemu il carrico da unnici, sempre. Attipo ciliegina sulla torta, va.
Non ci arrendiamo agli eventi, anche se questa è l’impressione che diamo. Sotto sotto troviamo il nostro tornaconto, per la sopravvivenza. E’ inevitabile.
Certezze non ne abbiamo da offrire se non quella della bellezza che ci circonda.  Di quella, credimi, ne abbiamo da vendere ma siamo fatalisti e dicemucca semu!”  Quello che viene ci pigliamo.
L’incantesimo che s’appresenta a Monreale, abbarbicata sul monte Caputo, non si ferma ( anche se basterebbe) al suo Duomo ricchissimo talmente tanto da sbalordire. ma s’insinua tra le viuzze medievali, affacciandosi su Palermo e la Conca d’Oro di una volta. Il panorama è mozzafiato, starei ore affacciata a taliare come cambia l’effetto dei raggi del sole su tutta quella bellezza. Quando cala la notte s’accendono le luci ed è tutto un luccichio che stiddia l’occhi.
Tra le mille cose che affatano a Monreale ci attrovi pure dei biscotticeddi particolari a forma di “S”, profumati, leggeri, deliziosi, sembrano biscotti di casa, genuini, acchiappano per il ciavuru, per la forma e per i pizzi di glassa bianca che li decorano. Si racconta che ‘sti biscotticeddi, che ai tempi erano durissimi perchè tricottati, li prepararono la prima volta le monache benedettine del monastero di San Castrenze. Io ci provai l’altro giorno a farli; amunì pigghiati un pizzinu segnati sta ricetta e li fai puru tu.

un kg di farina
un tuorlo
200 ml di latte
200 g di zucchero
200 g di strutto
un baccello di vaniglia
10 g di ammoniaca per dolci

per la glassa
un albume
100 g di zucchero a velo
qualche goccia di succo di limone
Metti dentro il robot da cucina (o impasti a mano), la farina, il tuorlo, i semi della vaniglia, l’ammoniaca, lo zucchero e lo strutto. Aggiungi a filo il latte. impasta fino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Avvolgi l’impasto dentro la pellicola e poni in frigo a riposare per almeno un’ora, con questo caldo. Recupera l’impasto e stacca delle pezzature da circa 50 g, lavora ogni tocchetto facendo un salsicciotto di circa 12 cm, dagli una forma a “S” lascia le anse larghe perché in cottura potrebbero unirsi, perdendo la forma caratteristica. Poni i biscotti su una leccarda e inforna a 200°C per circa 15 minuti. Appena saranno cotti, sfornali e falli raffreddare completamente.
Prepara la glassa sbattendo l’albume con le gocce di limone e lo zucchero a velo, metti dentro un cono di carta e decora la superficie dei biscotti con i pizzi di ghiaccia. Niè, uno sdillinio.

biscotti_2

dolce al punto giusto

tartellette

D’estate siti tutti lagnusi? Amunì accendete il forno per 20 minuti e faciti ‘ste crostatine, non ve ne pentirete, le riempite di panna cotta e le zziccate nel frigo per tutta la notte…poi però mi cuntate quanto sunnu bone?
pigghiate un pizzinu:
Per 8 piccoli dessert
Pasta sablée

125 g di burro a dadini
90 g di zucchero a velo
50 g di mandorle tritate
1 uovo
270 g di farina
15 g di burro fuso per spennellare le teglie
farina per spolverare
mescola il burro con lo zucchero, le mandorle, l’uovo e la farina fai una palla avvolgila in un foglio di pellicola e poni in frigo a raffreddare per almeno un’ora. Recupera l’impasto dividi in otto parti, recupera un ottavo (il resto lo metti in frigo), mettilo sulla spianatoia e stendilo con un matterello, adagialo su una teglietta da 10 cm di diametro precedentemente spennellata con il burro fuso e infarinata (elimina la farina in eccesso) elimina la pasta in eccedenza, bucherella con i rebbi di una forchetta e rimetti in frigo ancora per un’ora. Procedi così con l’impasto rimasto. Accendi il forno a 170°C inforna le piccole teglie e cuoci per circa 20 minuti, come al solito ti consiglio, per la cottura, di basarti sulla conoscenza del tuo forno. Quando l’impasto sarà dorato tira fuori le tartellette, fai intiepidire cinque minuti e poi sformale su una gratella per dolci facendole raffreddare completamente.
Nota. So che, mentre leggi il procedimento ti starai chiedendo: ma per la cottura in bianco non devo mettere i fagioli per non fare gonfiare la pasta?
Ecco io non lo faccio mi siddìa da morire, buco la pasta prima e se in cottura dovesse gonfiare la buco di nuovo, Non mi preoccupo per il risultato finale perché darò una velatura di cioccolato che sigillerà la base. Tu fai come credi più opportuno e come ti insegna l’esperienza.

tartellette panna cotta

Prepara la panna cotta, ti servirà:

250 ml di latte
un cucchiaino di tisana alla frutta o ai fiori
la scorza di un limone prelevata con un pelapatate
350 ml di panna
50 g di cioccolato bianco sciolto a bagnomaria
50 g di zucchero a velo
un cucchiaino e 1/2 di agar agar oppure di gelatina in polvere

filtro
scalda il latte con la tisana e la scorza del limone, posti dentro un filtro; porta quasi a bollore e lascia in infusione un’ora. Mescola, dentro un pentolino lo zucchero con il gelificante, aggiungi la panna, poco alla volta e sciogli a freddo, unisci il latte dal quale avrai tolto il filtro. Poni sul fuoco e porta quasi a bollore, spegni il fuoco e metti a raffreddare dentro una caraffa mescolando ogni tanto per circa mezz’ora.
Versa il cioccolato bianco dentro le tartellettte, spandilo e fai raffreddare. Versa la panna dentro le tartellette e poni in frigo a rassodare tutta la notte.

Al momento di servire decora come ti piace di più, tono su tono con delle mandorle a lamelle oppure con qualcosa di colorato come frutta fresca, a piacere. Io ho macinato anche un po’ di pepe garofanato. Buone!

caraffina

 

Estate in Sicilia


cupole

certo che la vita della modella deve essere stancante, tutte quelle diete dove non si mangia niente sono da sfinimento. Poi, per restare in piedi in passerella, buttano giù “un cubetto di formaggio”. Ma che c’è piaciri ? Mah, ci sto pensando da un po’ ma se invece di fare la modella, da grande, cambiassi obiettivo? In effetti, preferisco coltivare bellezza.
Cupole di quinoa e tonno fresco
ingredienti per 4 cupolette, direi per due persone considerandolo come piatto unico.
difficoltà? Facilissimo
tempo di preparazione? ma che ti devo dire…15 minuti, toh!
tempo di cottura? 15-20 minuti e sei a tavola, garantito!
200 g di tonno fresco in una sola fetta
100 g di quinoa
150 g di acqua
4 bacche di ginepro
4 foglie di alloro
pomodoro datterino
la scorza grattugiata di un limone non trattato
olio extra vergine d’oliva
crema di aceto balsamico
sale
pepe
foglie di basilico
semi misti; girasole, lino, papavero, sesamo
Cuoci il tonno al vapore, per 10 minuti, aromatizzando l’acqua di cottura con l’alloro e le bacche di ginepro. Non cuocerlo di più, deve rimanere di un colore rosa dentro e sfaldarsi teneramente. Appena cotto, mettilo in una ciotola, sminuzzalo e condisci con sale e pepe.
Sciacqua la quinoa e  mettila dentro una padella con l’acqua, porta a bollore e cuoci a fuoco leggio per 10 minuti con il coperchio, aggiungi un pizzico di sale. Fai raffreddare e poi mescola con il tonno, nella stessa ciotola. Aggiungi la scorza del limone, e un giro d’olio. mescola e prepara le 4 cupolette con un coppa pasta adatto oppure realizza dei medaglioni con un ring classico. A ‘sto punto puoi decidere di dargli una arrostita su una piastra rovente per conferire una crosticina niente male oppure lasciare tutto il mondo com’è. Distribuisci i semi misti per dare croccantezza al piatto, e guarnisci con una insalata di pomodoro daterino tagliato a rondelle e condito con sale, pepe, olio e aceto balsamico. Poi cuntami che tinni pari

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