masculu e fimmina

Maschile o femminile, dubbi? No, solo banalissime diatribe che si disputano in Sicilia ma, sono certa, un po’ in tutta Italia. E’ il caso degli arancini e delle arancine siciliane. Così, tantu ppì parrari, nella zona orientale dell’isola s’acchiamunu arancini picchì hanno la forma allungata e quindi sono masculi, nella zona occidentale sunnu rotondi e ricordano una piccola arancia quindi sunnu fimmineHaivoglia a dire ai palermitani che da quell’altra latata s‘acchiamanu a n’autro modo…s’inalberano manco avissiru la patria potestà, manco se l’avissiro inventato iddi. E poi lasciatemi dire che in siciliano molte parole al femminile le trasformiamo al maschile senza tanti convenevoli come nel caso dei busiati o busiate che dir si voglia; a Trapani, che io sappia, potete chiamarle come volete non s’inalbera nessuno.
Dunque di busiate vi cuntu pasta frisca condita con il tipico pesto alla trapanese realizzato seguendo i consigli appresi a Marsala, durante il Marsala Wine 2013, nella cucina dello chef Emanuele Russo del ristorante “Le Lumie” che non finirò mai di ringraziare. Ci tengo a sottolineare che non sono trapanese, quindi  la tradizione non la conosco bene bene, se avete consigli e commenti in proposito ccà sugnu e vi ringrazio
Attenti a mia:
eravamo 9 l’autra siraimpastai 750 g di farina di rimacinato con 375 g di acqua tiepida, ho fatto una palla, l’ho infarinata e messa a riposare in frigo per mezz’ora.

sappiate che non rende molto ho realizzato 1kg e 100 g di busiate e picca erano, se ne avessi fatte ancora le avremmo mangiate.

per il condimento pigghiai:
170 g di mandorle con la buccia
un generoso mazzo di basilico
1,200 g di pomodoro a grappolo
sale
pepe
olio extra vergine d’oliva
ricotta salata
4 spicchi d’aglio rosso di Nubia

pestate nel mortaio, con movimenti rotatori,  l’aglio con mezzo cucchiaino raso di sale e il basilico. Tostate le mandorle nel forno, sotto il grill per pochi minuti, tiratele fuori e versatele nel mortaio continuando a pestare con gli stessi movimenti di polso.

Se avete un mortaio di misura media realizzate il pesto in due volte. Pelate i pomodori, eliminate i semi e tagliateli a dadini, aggiungeteli al pesto e macinate anche questi. Versate il condimento dentro una ciotola capiente, amalgamate con sei cucchiai d’olio, pepate e aggiustate di sale. e fate riposare.

Per confezionare questa pasta ci vorrebbe il buso, ferro per arrotolare l’impasto, potete usare un ferro da calza ma vi confesso che, nella mia totale inesperienza, e secondo il mio parere, ci vuole n’anticchia di attrito che il ferro non dà e che invece ricevo dallo stecchino di legno.

 Preparate la pasta prelevando un pezzo di impasto grosso quanto un’albicocca, arrotolatelo sulla spianatoia e formate un cilindro grosso quanto una sigaretta tagliatelo a 5-6 cm di lunghezza, appoggiate nel centro il buso infarinato poi arrotolatelo sulla spianatoia o tra le mani se vi viene meglio. 

Un’altra versione delle busiate è quella arrotolata in forma elicoidale. Ecco come realizzarle con delle foto esplicative. Ponete il buso, leggermente infarinato, parallelo al vostro piano di lavoro e a 45° il pezzo di impasto lungo circa 8 cm e largo mezzo cm. Arrotolatelo facendo una leggerissima pressione, infine sfilatelo e ponetelo ad asciugare su una spianatoia infarinata

Portate a bollore tanta acqua salata, versate la pasta e, dopo pochi minuti, quando sale a galla scolatela dentro la ciotola con il condimento, mescolate e servite con della ricotta salata.

Quante cose ancora da imparare…

Edit: ci tengo a sottolineare che questa torta favolosa qui sopra l’ha fatta Ivana 😀 mica io eh? Io ho realizzato quello sgorbietto alla fine del post :DD
Non mi perdo d’animo, anzi! Sono convinta che sono un pozzo senza fondo, ma da riempire però. Ho talmente tante cose da imparare che mi mittissi li mani ai capiddi. Troppe cose, una marea. Ma io nenti fazzu? Mi do una calmata, Picchì currennu currennu  non si arriva a nente di bonu. Le cose s’annu ‘a fari con pacienza e con il tempo che ci vole. Quannu arrivo metto un punto…o no? Intanto cuminciai dall’inizio che, secunnu mia, la cosa migliore è!
Ho frequentato un corso, il primo di una lunga serie, di cake designer, vi devo confessare un segreto:  i ferri fanno il mastro ma non sono sufficienti, devi avere una manualità da scultore, una passione tenace e una tecnica da paura.
Il mio primo corso è stato gestito da Hobby Dolce di Palermo, un piccolo grande negozio chi avi di tutto; un candy store pieno zeppo di dolci e tutto per realizzare dolci di pasta di mandorla, totte semplici e toTTe complicate, ‘nsumma, i ferri del mastro li trovate lì!  La maestra di tutto rispetto fu Ivana Guddo  “Torte di Ivana” per intenderci. Alla fine della full immesion ero stremata ma felice del risultato, una grande soddisfazione che ricarica di energia. 

 Corsiste al lavoro

 Ivana intenta a modellare la sua creazione
Le mani di Ivana al lavoro
Le amiche corsiste 

La mia tortina