scorzadarancia.homi17.milano

eh

Non ti conosco bene, potrei dire di non conoscerti affatto. Ma sappiamo che non è così. Ho affondato gli occhi nelle pieghe del tuo sorriso; letto dei tuoi trascorsi, storie memorabili, belle, bellissime ma anche terribili e struggenti. Mi hai fatto piangere e ridere. Mi hai fatto innamorare, esattamente come potrebbe innamorarsi una ragazza, senza meccanismi reconditi, senza secondi fini. Così, semplicemente.

Sei bellissima Milano. Sei un fiore all’occhiello di questo strano Bel Paese; un’eccellenza. Precisa, puntuale, elegante, autentica e moderna. Storia e progresso si compenetrano in un via vai spasmodico sopra e sotto di te come in un amplesso amoroso. Una rete fitta, fatta di colori che sfrecciano in ogni direzione. Non ti perdi a Milano, non puoi, anche se non hai il benché minimo senso dell’orientamento. Scegli la direzione e vai.

Milano ti muovi veloce, e con te corrono tutti.
Anche io che sono isolana, più vicino all’equatore e quindi lenta, a Milano corro; così anche senza motivo, passo veloce immersa nei pensieri cappidduzzu calato sugli occhi raggiungo la metro; lì mi fermo apparentemente, leggo sguardi e facce, ascolto i discorsi tra gente che parla lingue incomprensibili o un italiano impregnato di inflessioni dialettali. Sorrido e mi perdo negli scenari multietnici, vesti coloratissime e bindi tra gli occhi. Che bellezza!

bicchieri
Poi, al capolinea di Rho, un fiume di gente straripa e risale le scale, manco fussiru salmoni che acchianano controcorrente; mi trascina su un tapis roulant camminando, spingendo vicendevolmente per raggiungere la meta. HOMI 2017.
Dieci padiglioni e 1500 espositori. Una messa in scena spettacolare, luci, colori, profumi e oggetti per tutti i gusti, per tutti gli stili di vita. Scenografie straordinarie, una ricchezza di allestimenti da lasciare alluccuti, la bocca aperta e un certo sbigottimento per me che era la prima volta.

padelle

casaCon lo stesso passo veloce della massa che via via si distribuiva nei padiglioni, ho raggiunto il numero due, quello che mi interessava di più.
Allo stand K02- L09, la mia Isola in Lombardia, c’erano tutti i componenti della Maino Carlo , la ditta che rappresenta in Italia aziende di home living, articoli per la tavola e per la cucina. Tecnologia e competenza, innovazione e preparazione nel settore in un nome e cognome.
Ho indossato un grembiule e mi sono amalgamata come una crema, come un impasto incordato con loro, che già lavoravano per dimostrare la validità dei prodotti, cucinando per i clienti, sfornando prelibatezze dolci e salate. Grande squadra!
Un’esperienza stupenda con Maino Carlo, Emile Henry e Magimix, i brand francesi cui sei abituato a vedere con me su queste pagine e in giro per la Sicilia. Strumenti di cottura per tutti gli stili di vita, moderni, pratici, veloci ma anche lenti, per tutti i gusti, per tutti i momenti da dedicare a chi si vuol bene, cominciando da sé.
Ho ancora negli occhi la vera bellezza, che mi porterò dietro come bagaglio leggero nella memoria, adesso che le luci a Homi17 si sono spente e io sono tornata nell’Isola.

noi
Con gli chef Giuseppe Amaro, Daniela Menclossi e Romana Spagnoli

focaccia

pane
magimix

senza troppi “giri”, senza parole

cellentani e giri

L’autra sira eravamo a cena da Ida e Ettore. Lei nnì ficina pasticedda buona, buona, buona. Talmente buona che abbiamo fatto il bis e io anche il ter, ammucciuni; ho dato una mano per portare i piatti in cucina e ho ripulito il tegame dove era rimasta un’idea di pasta. Mi hanno scoperto con la forchetta appizzata, inutile dirlo evè?
Oddio, se proprio devo essere sincera chista che ti propongo non è proprio uguale a quella che ha fatto lei, ma l’idea chidda è. Giri si chiamano qua in Sicilia, le bietoline o le erbette che Ida ha usato per condire la pasta.
Semplice, di stagione e con tante buone intenzioni, quelle che mi prefisso a ogni giro di boa. Quelle che sembrano buone ma che certe volte si rivelano tinte. Quelle che mi entrano nella vita scivolando senza nessun attrito, liberamente a piccoli passi, insinuandosi ora dopo ora.
Buoni propositi dunque, per un nuovo anno, una nuova idea, un lavoro, un incontro. E tremo quando ci penso solamente, mi appassiono quando li attraverso e mi perdo nella loro bellezza. Perché belli sono belli e mi scatta l’emozione, mi si accavallano i pensieri e mi rendo conto di avere le tasche piene di cose incantevoli.

per 2 cristiani
4-6 mazzetti di bietoline
20 g di pomodorini secchi
200 g di cellentani
20 g di pistacchi
2 cm di zenzero grattugiato
due cucchiai di pan grattato
un pizzico di zucchero
un’acciuga sott’olio
uno spicchio d’aglio
20 g di parmigiano grattugiato
un pezzetto di peperoncino piccante
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
Lessa le bietoline in acqua salata dopo averle mondate e lavate, conserva l’acqua perché dopo ci cuocerai la pasta.
Ammolla i pomodorini secchi in una tazza con dell’acqua calda, asciugali, tritali e metti da parte. Quando la verdura è cotta, scolala e tritala a coltello. In una padella metti un giro d’olio, lo spicchio d’aglio pelato, tagliato a metà e degerminato, l’acciuga sgocciolata dall’olio di conservazione. Soffriggi poco sciogliendo l’acciuga con un cucchiaio di legno, fai dorare l’aglio. Aggiungi le bietoline tritate, i pomodorini e cuoci ancora con mezzo bicchiere d’acqua di cottura delle verdura e lo zenzero grattugiato. Preleva parte del condimento, frullalo con un frullatore a immersione e poi rimettilo in padella.
Prepara la muddica atturrata: dentro un padellino antiaderente metti un cucchiaino d’olio, il pangrattato, lo zucchero, accendi un fuoco dolce e mescola fino a rendere bionda la muddica, spegni il fuoco, aggiungi il parmigiano e i pistacchi tritati a coltello, mescola velocemente e metti da parte in una ciotola. Cuoci la pasta, scolala al dente dentro la padella con il condimento, mescola e aggiungi acqua di cottura della pasta per fluidificare. Impiatta la pasta con una spolverata di muddica atturrata miscelata ai pistacchi.
Poi mi cunti.

 

giri

il colore delle cose

biscotti_resize

Latte caldo e biscotti mentre fuori piove, soffia lo scirocco e il “grigio Armani” ammanta l’Isola.
Cose da pazzi. Il nord illuminato dal sole da più di un mese e qui viviamo di monocolore.
Ti dico cosa mi ci vorrebbe adesso; un fondale celeste “manto della Madonna” e commuovermi con buoni sentimenti, cose semplici e cuori grandi così. Abbracci in esclusiva e sguardi luminosi. Perdermi in qualcosa di prezioso, farmi travolgere dal ciavuru di zagara, quello delle erbe aromatiche e dal bianco accecante del sole. Alzarmi la mattina con gli occhi ancora sognanti e le labbra profumate di caffè, aggiustare il tiro e puntare al cambiamento.
Ecco, mentre provo a raggiungere i miei buoni propositi pigghia un pizzino e segnati ‘sta ricetta.

700 g di farina di tipo 2 e germe di grano
250 g di zucchero di canna
un cucchiaino di estratto di vaniglia
16 g lievito chimico
la scorza grattugiata di un’arancia
250 g di strutto
3 uova piccole o due grandi
80 ml di panna fresca
6 g di ammoniaca per dolci

Accendi il forno impostando la temperatura a 180°C. Mescola insieme la farina con il lievito, lo zucchero e l’ammoniaca. Aggiungi lo strutto a pezzetti insieme con la scorza d’arancia, l’estratto di vaniglia e le uova. Impasta e ammorbidisci il composto con la panna, aggiungendola poco alla volta. Se l’impasto dovesse risultare troppo morbido aggiungi ancora un po’ di farina fino a raggiungere la consistenza desiderata.
Stendi l’impasto sulla spianatoia infarinata con un matterello, raggiungendo lo spessore di circa 3-4 mm. Ritaglia i biscotti e ponili su una placca foderata con carta forno. Inforna per circa 13-15 minuti, verifica la cottura in base alla conoscenza del tuo elettrodomestico.
Poi mi cunti.

biscotti_02 resize

 

bocconcini duci e zuccherati

pasticcini_3-resize

Un sol boccone e via, sparito nel nulla. Ma mi devi credere sulla mia parola d’onore, un sogno che metti in bocca, chiudi gli occhi e ti ritrovi dove vuoi tu.
Mi piacciono le cose niche, piccole che le tieni tra le mani, facili da gestire, puoi sistemarle dove vuoi, tra le pieghe di una tovaglia o dentro un cassetto. O, nel tal caso mangereccio in bocca, senza soluzione di continuità.
Il cioccolato! AH! Una passione smodata, senza limiti. Solido, liquido, fondente o al latte lo adoro e mi rasserena anche solo lavorarlo, odorarlo. Ci accumincio tritandolo, ed è un delirio.
Anche scartare la tavoletta è un bel momento. Un misto di carta patinata che fa “ssstack” quando scolli la parte superiore da quella inferiore, scoprendo quel luccichio d’argento che accarezza la cioccolata fondente, scura.

Non so tu, io appena talìo la carta argentata mi viene la voglia di strazzalla. Ho provato tante volte a scartare con delicatezza ma, niente. La tiro via senza gentilezza così, se avanza cioccolato dalla preparazione, mi devo sacrificare mangiandolo!

Questa ricetta l’ho trovata su Pinterest, o meglio ho trovato la foto che mi ha acchiappato sul catalogo mondiale e il link.
Ho, come spesso accade, fatto un po’ come la testa mi fa dire, quando incoccio ricette che non mi convincono totalmente. Comunque se vuoi l’originale hai il link!

mousse_2-resize

Piccoli brownies con mousse alla nutella

per 24 piccoli pasticcini
115 g di burro
120 g di zucchero
2 uova
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
70 g di cacao
un pizzico di sale
1/2 cucchiaino di lievito chimico
70 g di farina
riscalda il forno a 170°C e comincia col preparare i pasticcini brownies: mescola gli ingredienti secchi e sciogli il burro con lo zucchero su fuoco dolce. Spegni quando comincia a sobbollire. Aggiungi le uova, la vaniglia al composto di burro e sbatti per amalgamare. Ingloba gli ingredienti secchi e mescola bene. Suddividi in uno stampo da minimuffin senza imburrare e infarinare e inforna per 15 minuti o quando noti che siano arrivati a cottura, dipende molto dal tuo forno. Fai raffreddare un po e poi, usando un elemento cilindrico, fai una leggera pressione sul lato alto del pasticcino per realizzare un incavo.

pasticcini-resize

prepara la mousse alla nutella, occhio che te ne resterà una carrettata ma non sarà un problema, è buonissima.
100 g di mascarpone
320 g di nutella
50 g di cioccolato fondente
130 g di panna

sciogli il cioccolato a bagnomaria e sbatti il formaggio con la nutella. Aggiungi il cioccolato fuso e leggermente raffreddato, mescola per amalgamare. Monta la panna e aggiungine una metà per ammorbidire il composto di nutella e poi aggiungi il resto.  Passa in frigo per un paio d’ore. Recupera la mousse, sbatti per farla rinvenire e riempi un sac a poche con bocchetta a stella. Farcisci i brownies e decora come ti piace, io ho usato degli zuccherini colorati e un po’ di cacao

mousse-resiz

 

pasticcini-_2-resize

gallinelle ne abbiamo?

gallinella-in-crosta-di-panettone

Continuo col filone delle citazioni e ti lego a questo sito . Lui, il maestro  Sergio Maria Teutonico, è come dire? Vero!
Non rimane su uno schermo della tv o sulle onde radio delle frequenze di radio Capital o, ancora, sulle pagine di una rivista. No, iddu esiste veramente, per nulla legato alle luci della ribalta; sul suo forum di cucina e sui canali social regala consigli,  sorrisi, abbracci e suggerimenti di ogni sorta, augurando buonissime giornate con caffè virtuali per tutti i suoi simpatizzanti. Ma il vero simpaticunazzu iddu è! Nella sua ricca biografia lui dice di sorridere quando lo chiamano maestro perché sostiene che, “I titoli, i premi e le chiacchiere sono spesso spazzati via dal  vento, io resto qui nel concreto: ancorato alla mia cultura e sorretto dalla mia infinita voglia di fare!”
Bravo, sempre disponibile e attento.

Ora attent’ammia, iddu, il maestro, accompagna ‘sta gallinella con delle verdure miste, io ci misi dei carciofi stufati e leggermente panati.

per 4 cristiani:
4 filetti di gallinella
200g di panettone
erba cipollina
8 carciofi
un mazzetto di finocchietto di montagna
un mazzetto di prezzemolo
un cucchiaio di pangrattato
200 g di succo d’arancia
20g di maizena
20g di burro
olio extravergine d’oliva
sale e pepe

Intanto dimmi: hai un pescivendolo che ti sfiletti  le gallinelle? Beh io no. Per sfilettare 6 pesci ci ho messo una vita quindi meglio farselo fare.
Prepara i carciofi eliminando le foglie dure esterne, taglia le punte e un pezzo del gambo lasciane 4-5 cm che pulirai della parte dura. Immergili dentro una ciotola piena d’acqua acidulata con il succo di un limone.
Trita a coltello le erbe aromatiche, mettile in una ciotola con il pangrattato, un po’ di sale e un filo d’olio, mescola. Sgocciola i carciofi, tamponali con un foglio di carta assorbente. Allarga leggermente il fiore, battendo con delicatezza sul piano di lavoro, farcisci con la panatura e metti a testa in giù dentro un tegame che li contenga a misura, aggiungi acqua fino a raggiungere la metà del carciofo, versa un giro d’olio, sala leggermente, chiudi con il coperchio e cuoci, dopo il bollore, circa 20 minuti. Verso la fine della cottura togli il coperchio e fai evaporare l’acqua in eccesso.
Spezza il panettone, mettilo dentro il bicchiere del mixer, pochi pezzi per volta insieme a qualche stelo di erba cipollina e frulla tutto. l’operazione va fatta poco a poco, in caso contrario rischi di ottenere una mappazza  umida ingestibile, invece deve essere una farcia soffice soffice.
Ungi leggermente i filetti di pesce dal lato della carne e impanali con il trito di panettone.
Adagiali su una placca foderata con un foglio di carta forno, cospargili con un filo d’olio e inforna a 200° per 6-8 minuti circa.

Sciogli il burro in una padella aggiungi l’amido di mais setacciato e amalgama; unisci il succo d’arancia caldo e filtrato un pizzico di sale e mescolando porta la salsa alla densità che preferisci.
Adagia su ogni piatto un filetto di gallinella, due carciofi e la salsa all’arancia.

gallinella-mani

riso, zucca e mandorle. Sembra il titolo di una canzone

risotto-alla-zucca-resize

Il titolo di una canzone d’amore. E ” non c’è amore più sincero di quello per il cibo”

dimmi ‘na cosa: cosa c’è di più stagionale di un risotto con la zucca? GNIENTE!
Questa è una ricetta semplice almeno in apparenza…
M’ha fari ‘na cottesia, analizza la parola “semplice”.

Una cosa è semplice da realizzare se hai dimestichezza, se conosci qualche trucco che ti viene in automatico senza bisogno di rammentarlo. Se la cosa non desta ansia, apprensione o inquietudine. Se qualcuno, un’anima pia in genere, ti da le dritte giuste.

Ecco, semplice come potrebbe essere questo risotto letto su Sale & Pepe, se non fosse che in Sicilia non siamo abituati a fare il risotto, almeno come lo fanno al nord. Non abbiamo la cultura, anche se le risaie le avevamo anche qua. Ma questa è un’altra storia, non voglio divagare, sannunca mi perdo.
Ah! Ovviamente, manco a dirlo, non troverai questo risotto identico, “una stampa e una figura” a quello di Sale & Pepe ma questo lo sapevi già, evè?
Del risotto però ti devo cuntari ‘na cosa che mi disse un’anima pia di lassopra che di risotti se ne intende.

-Se vuoi fare un risotto classico come l’ho fatto io devi usare un Carnaroli, se invece vuoi fare un risotto molto all’onda devi usare il vialone nano…

e questa è una! Che ne so io di un riso all’onda? Zero meno!

-il vino bianco devi farlo sempre sobbollire, per fare evaporare la parte alcolica che dà un sapore amarognolo, prima di usarlo

e questa è un’altra, tu lo sapevi che il vino si mette già caldo? UH! Io no.

-il riso va lavato…

forse è megghiu se ci levo mano.

Amuni trovati una seggia e assettati picchì la cosa lunga è.

per 4 cristiani:
280 g di riso carnaroli o vialone nano
300 g di polpa di zucca tagliata a dadini
50 g di mandorle tagliate a lamelle
30 g di parmigiano grattugiato
uno scalogno
olio extra vergine d’oliva o burro chiarificato
8 dl di brodo vegetale
1/2 bicchiere di vino bianco
un cucchiaino di aceto balsamico
pepe garofanato
50 g di stracchino
qualche fogliolina di timo
sale quanto basta

risotto-zucca-e-mandorle

fai rosolare lo scalogno tritato al coltello, dentro una casseruola con una girata d’olio o 20 g di burro e la zucca, per cinque minuti. Unisci l’aceto e fai assorbire. Bagna la zucca con un mestolo di brodo caldo, copri la casseruola e lascia stufare a fiamma bassa per circa 10 minuti, aggiusta di sale. Tosta le mandorle in un padellino antiaderente facendole saltare su fuoco vivace e mettile da parte.
Preleva una parte di stufato di zucca e frullalo dentro un bicchiere con un frullatore a immersione. riponilo dentro una ciotola insieme con il resto della zucca e tieni al caldo. Nella casseruola dove hai stufato la zucca metti un giro d’olio, soffriggi e poi versa il riso, fallo cantare, poi sfuma con il vino e lascia evaporare, unisci la zucca precotta, bagna con un mestolo di brodo caldo e porta a cottura aggiungendo un mestolo di brodo alla volta, man mano che si sarà asciugato; cuoci per circa 16 minuti o fino a quando lo reputi cotto.
Quassotto lo mangiamo più cotto di come lo mangiano lassopra, te lo dicevo io che non abbiamo la cultura…
A fine cottura, aggiungi lo stracchino, il parmigiano e una macinata di pepe garofanato, il timo e le mandorle, mantecando bene il tutto. Impiatta e dai qualche colpetto sotto il piatto e poi mi cunti.

l’ultima e tiriamo

creme-caramel-montersino

Si, ‘u sacciu, ancora cose duci e zuccherate?
Si, L’ultima e tiriamo avanti, l’ultima cosa duci chi fici ppì l’Epifania m’interessava cuntaritilla picchì potrebbe tornarti utile in qualche occasione, chissacciu, macari si, non è detto che sei tra quelli che “appena finite le feste a dieta”. Quindi eccomi qua.
Anche questa volta sto a cuntarti una ricetta di un maestro pasticcere. Faccio ‘na citazione come diciamo noi architetti quando scopiazziamo lo stile di un grande e famoso professionista. Attribuiamo al concetto di copia un valore alto chiamandolo citazione azzerando in automatico il plagio. Geni!
E va beh bisogna sapere copiare, l’ho detto sempre e non è detto che io lo sappia fare ma di sicuro m’ddivittia e il dolcino è buono veramente se ti piacciono le cose tremolanti.
cioccolato

La ricetta di cui ti vogghiu parrari è quella del creme caramel del maestro Montersino.
Una cosa non capisco dalla descrizione del maestro e ci chiederei: Luca, maestro mio, ma ‘sta glassa al caramello venne dura puru a ttia? Una pietra, scomoda da mangiare, secunnu mia eh?

Amunì, assittati e segnati ‘st’ingredienti.

per la pasta frolla:
92 g di farina 180 W
55 g di burro
37 g di zucchero a velo
15 g di tuorli (uno)
una bacca di vaniglia
la scorza di un limone, grattugiata
un pizzico di sale

per il creme caramel:
450 g di latte intero fresco
180 g di uova intere, circa 3 piccole
50 g di panna fresca
130 g di zucchero semolato
15 g di agar agar, oppure 4 fogli di colla di pesce
una bacca di vaniglia
una bacca di anice stellato
5 g di liquore all’anice, ho messi 2 gocce di zammù, anice unico, questione di gusti

per la glassa al caramello:
200 g di salsa al caramello
12 g di agar agar

per la salsa al caramello
100 g di zucchero semolato
100 g di acqua

per la finitura
200 g di pasta frolla
100 g di cioccolato fondente al 55% di cacao

pigghiati un pizzino per i passaggi, sunnu n’anticchia ‘ntipatici ma se segui passo passo t’arrinesciunu tutti cosi.

prepara la pasta frolla lavorando la farina con il burro tagliato a dadini. Aggiungi lo zucchero a velo, i tuorli e i semi della vaniglia, in ultimo il sale e la scorza del limone. Realizza una palla, avvolgila nella pellicola e mettina in frigo per almeno un’ora ma anche di più.

prepara il crème caramel mettendo 50 g di zucchero in un pentolino dal fondo spesso e fallo caramellare sul fuoco, non ti allontanare, rischi di bruciarlo e di buttare via tutto. Distribuiscilo sul fondo di uno stampo da plumcake, in maniera uniforme.
in una ciotola slega le uova sbattendole leggermente insieme ai semi di vaniglia, al liquore e alla bacca di anice stellato.  Fai bollire il latte con la panna per un minuto e aggiungi lo zucchero a pioggia miscelato con l’agar agar, dice il maestro. Se usi la colla di pesce mettila a mollo in acqua fredda per qualche minuto e poi aggiungila al composto di latte dopo aver sciolto lo zucchero. Versa il composto di latte e panna sulle uova, mescola bene tutto e versalo nello stampo da plumcake. Cuoci a bagnomaria a 140°C per 20 minuti. Tira fuori dal forno la crema e falla raffreddare, poi metti tutto nel bicchiere del frullatore e frulla tutto. Riempi degli stampi in silicone  di babà nichi, mignon e poi passali in freezer.

Nel frattempo prepara i biscotti: stendi l’impasto, ritaglialo con un coppapasta leggermente più grande della base degli stampi che hai scelto per i tuoi crème caramel e cuoci in forno caldo a 180°C per circa 15 minuti.
Trita al coltello il cioccolato e scioglilo a bagnomaria. quando è ancora tiepido immergi la parte superiore del biscotti e fai raffreddare.

Prepara la salsa al caramello facendo cuocere 70 g di acqua con lo zucchero fino a ottenere un caramello biondo poi ferma la cottura con 30 g di acqua calda. Occhio eh? fai attenzione picchì quando aggiungi quest’acqua il caramello comincia a schizzare. Prepara la glassa al caramello facendo bollire una parte della salsa precedentemente preparata con l’agar agar, aggiungi la parte rimasta di salsa al caramello e continua a mescolare.

Tira fuori dal freezer i crème caramel e realizza i canapè ponendo sul piatto a servire il biscotto con la glassatura al cioccolato, sforma un crème caramel e adagialo sul biscotto e poi versa un po’ di glassa al caramello calda. Poni in frigo e porta a temperatura.

 

 

creme-caramel-2_verticale

una crostata da sdillinio

Ora nnì finisce ‘u babbìu. Ammia ppì prima.
Arrivò ‘u friddu, quello vero dico, quello d’aggigghiari.
Che ti devo dire, qua le temperature scendono a gennaio e a febbraio e ora ora arrivò la prima sciabolata. Arrivò attipo tumpulata. Si me l’avevano detto ma io spero sempre che si sbaglino. Per una mano la maglietta di cotone con le maniche corte sempre me la metto, hai visto mai che acchiana la temperatura…
I miei sensori sono fortemente in allarme, suona tutto come quando scatta la sirena dell’antitaccheggio allora lo sai che faccio? l’unica cosa sensata; mi concentro su una cosa duci e non ci penso più.
Ora però ho n’autru poblema, come tu cuntu? Probabilmente mi sto impoverendo di parole, opere e omissioni. Ma mi pare sempre chiù difficile trovare le parole giuste ppì countariti megghiù ‘na cosa. Certo la foto purrìa essere bastevole, ma forse no. Amunì ci provo.
E’ una crostata che va bene su tutto, come il nero per i vestiti; si adatta a qualunque ricorrenza, festa o evento.
Io la fici per festeggiare il 26 dicembre, Santo Stefano tutti da me, una biddizza. Eramo 19 tra granni e picciriddi, tutti assittati. N’addivittemmu, ognuno portò ‘na cosa. Il porta party è condivisione allo stato solido cu le fimmine di casa che s’organizzano per dare a tutti un boccone di bellezza e bontà. Ah! ‘Ste fimmine, un brazzu di mari sunnu! Ma chista è n’autra storia che forse poi ti cuntu.
La torta Giulio  di Ernst Knam è un delirio di bontà, in primisi picchì è al cioccolato, in secundisi picchì i tre strati: frolla, mou salato e ganache di copertura sono commoventi al primo mozzicone.
Pigghiati un pizzino e signa ‘sta ricetta.

crostata-cioccolato-e-biscotti

Per la frolla al cacao
250 g d burro morbido
250 g di zucchero semolato
100 g di uova (circa 2)
4 g di sale
1 bacca di vaniglia
10 g di lievito in polvere
400 g di farina 00
80 g di cacao

Per la ganache al cioccolato 
300 g di cioccolato fondente al 60%
220 ml di panna fresca liquida

Per il mou salato

100 g di zucchero semolato
100 g di panna fresca liquida
90 g di burro morbido
2 g di fior di sale (sale di Maldon)

prepara la pasta frolla al cacao impastando il burro a temperatura ambiente con lo zucchero e i semi della bacca di vaniglia. Aggiungi le uova, il cacao, la farina, il lievito e il sale. Realizza un panetto, avvolgilo nella pellicola e metti in frigo per almeno tre ore
Prepara il mou salato versando lo zucchero in un pentolino dal fondo spesso e dai bordi alti, lascialo caramellare. quando diventa biondo aggiungi la panna bollente e cuoci per 5 minuti mescolando con una frusta. Togli il pentolino dal fuoco e aggiungi il burro morbido e il fior di sale. Imburra e infarina una teglia per crostata da 28 cm con il fondo amovibile e accendi il forno portandolo a una temperatura di 175°C. Manipola leggermente la frolla e stendila con un matterello, arrotolala e adagiala sulla teglia, modellala e rifila i bordi. Passa in frigo per mezz’ora e poi cuoci “in bianco” per 15- 20 minuti. Quando il guscio è cotto sfornalo e rifila i bordi con un coltello quando la torta è calda. Fai raffreddare e poi versa il caramello mou e metti in frigo per due o tre ore.
Prepara la ganache tritando a coltello il cioccolato e portando la panna a bollore. Versa la panna sul cioccolato posto dentro una boulle, mescola costantemente con una frusta a fili fino ad amalgamare gli ingredienti. Fai raggiungere la temperatura ambiente e poi versa sul caramello mou. Rimetti in frigo per un’ora ancora. Rimpasta la frolla avanzata e realizza dei biscotti che cuocerai per circa 10- 15 minuti. fai raffreddare e poi, come fici Rossella Neiadin di Dissapore  da cui ho desunto la ricetta, pennella con del colorante oro sciolto con un po’ di rum o alcool, poggiali sulla torta e servi.
Poi mi cunti.