colazione fatta in casa

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La mia nutrizionista mi ha prescritto un nuovo piano alimentare da seguire. Bello, è bello; talmente bello che mi venne il priu di manciari ‘a matina a colazione .
Lei dice, che posso mangiare 2/3 fette biscottate integrali con un velo di marmellata o confettura e una porzione di frutta secca…
E io niente faccio? Le fette biscottate me le preparo a casa e la conza pure!
La cosa bella di questo impasto sono le farine… e lo so, ho detto un’ovvietà ma lasciamela passare. Farina integrale di tipo 0, la manitoba, un po’ di grano duro rimacinato e, in ultimo ma non per importanza la Tumminia biologica, farina  prodotta da un grano duro antico siciliano, rivalutata assai, oggi. La cosa bella è che mi fu donata. Valore aggiunto non da poco!

Roberta, qualcosa mi dice che basta una fetta biscottata delle mie; credo che sostituisca le due/tre canoniche che mi hai consigliato… Che dici?
Ahahahahahahah

Fette biscottate di Tumminia e burro di nocciole

150 g di semola di rimacinato
200 g di farina di tumminia
200 g di manitoba integrale
60 g di zucchero di canna più un cucchiaino
10 g di lievito di birra fresco
60 g di olio di semi
300 ml di acqua tiepida
5 g di sale
Prepara il lievitino sbriciolando il lievito in 100 g di Manitoba; sciogli con 100 ml di acqua tiepida e un cucchiaino di zucchero, copri e fai lievitare fino al raddoppio. Trascorso il tempo necessario metti nella planetaria le farine con lo zucchero, il lievitino e l’olio . Impasta per circa 10 minuti, aggiungendo l’acqua poco alla volta, verso la fine dall’assorbimento dell’acqua aggiungi il sale e aspetta che l’impasto s’incorda attorno al gancio. Poni la pasta dentro una ciotola, copri, metti dentro il forno spento con la luce accesa e fai lievitare fino al raddoppio. Stendi l’impasto con un matterello, arrotolalo e ponilo dentro uno stampo da plumcake imburrato e infarinato e fai lievitare ancora una volta. Inforna, in forno caldo, a 180°C per circa 30 minuti, verifica la cottura con uno spiedino. Sforna e fai raffreddare 12 ore, almeno. Affetta il pane a fette di circa mezzo cm di spessore, distribuisci le fette su una placca foderata con carta forno e ricuoci  a 140°C per una decina di minuti per lato. Conserva in una scatola di latta e tostale qualche minuto prima di consumarle.

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Per il burro di nocciole:
200 g di nocciole tostate
metti le nocciole in un robot da cucina, tritale fino a quando dallo stato solido diventano una crema grazie agli olii in esse contenuti. Metti dentro un vasetto sterilizzato e conserva in frigo.

riso rosso, che più rosso non si può

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Hai presente quando, per usare una metafora, si dice cavalcare l’onda?
Ecco, io chiddu fici, m’ittai  su una tavola –attipo– da surf e poi quando arrivò l’onda mi feci trascinare.
Ma, d’altronde, come farne a meno? come evitare una energia simile?. Lei, Adrenalina si chiama, una bella scaRRica te la dà; vuoi o non vuoi.
Quindi, considerando che il suo risotto mi rimase nel cuore, io nni fici uno t’anticchia diverso ma che si sprigiona da quello lì.
per due cristiani:
140 g di riso rosso
1/2 cipolla rossa di Tropea
20 g di olio extra vergine d’oliva
1 grossa melagrana
qualche fogliolina di menta
una grattugiata (abbondante) di noce moscata
1/2 bicchiere di vino bianco mosso
brodo vegetale, quanto basta
20g di parmigiano grattugiato con qualche pezzetto a cubetti
1 cm di zenzero grattugiato
20 g di pinoli tostati
Sale

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Sgrana la melagrana,  3/4 passala nell’estrattore e ottieni il succo, metti da parte quello che resta. Trita la cipolla, ponila in una casseruola con l’olio e rosolala a fuoco leggio. Aggiungi il riso e fai tostare, sfuma con il vino e fai evaporare. Versa un mestolo di succo di melagrana bollente e continua così fino ad assorbimento di tutto il succo. Continua poi con il brodo vegetale, portando a cottura il riso. Sappi che ci vorrà tanto tempo per la cottura di questo tipo di riso. Quando il riso è cotto, spegnete il fuoco, aggiusta di sale aggiungi lo zenzero grattugiato, la menta spezzettata, il parmigiano, i pinoli e i chicchi di melagrana messi da parte.  Chiudi con il coperchio e fai riposare qualche minuto. Servi subito.

Il pan coll’uva di Giulietta

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Ti cuntai che stesi in Toscana cinc’anni?
Eh, lo so, un mare di volte te lo cuntai. Va beh, porta ‘n’anticchiedda di pacienza, stolita sono!

Comunque avi ca sugnu in Sicilia da un pezzo oramà e me ne stavo tranquilla tranquilla fino a quando lei, Giulietta, s’arricampò qui. Una ventata pratese di praO, con la sua risatedda trascinante e la sua voglia di fare “cose” che viaggia a tremila giri.
– Eh, nini, se tu vo fare il pan colluva, bisogna che te tu compri l’uva canaiola! Ma ‘ndo la trovi l’uva canaiola in Sicilia?”
– Eh, non la trovo. ci dissi – Va beh, proverò lo stesso, cercherò una uva nicaredda e speriamo bene, ovvìa!
– Bada, nini, che a metà cottura, la mistura di uva e zucchero, ti farà il “richiccolo”. Te raccoglilo con il cucchiaio e ributtalo sul pane in cottura”.
– […]
A me il “richiccolo” non lo fece mai. Due nni fici di pan coll’uva, bono l’è bono ma senza il “richiccolo” non mi può paciri.

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per una teglia di 28 cm

500 g di farina
260 ml di acqua
12 g di lievito
50 g di zucchero
2 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva

un kg di uva canaiola, lavata e asciugata
zucchero per spolverare e olio extra vergine d’oliva, quanto basta

mescola la farina con il lievito sbriciolato e lo zucchero, impasta con l’acqua, aggiungi l’olio. Realizza una palla e poni a lievitare in una ciotola, leggermente sporca di farina; copri con un canovaccio pulito e riponi la ciotola dentro il forno spento con la luce accesa, fai lievitare fino al raddoppio, circa un paio d’ore.
Dopo la lievitazione, rimpasta e aggiungi 50 g di zucchero e due cucchiai d’olio. Dividi in due l’impasto, ungi la teglia e adagia il primo impasto ben steso, distribuisci circa 700 g di uva canaiola, una manciata di zucchero e un filo d’olio, copri con l’altra metà di pasta distribuisci l’uva rimasta, ancora una manciata di zucchero e un filo d’olio.  porta il forno a 180/200°C ,inforna per circa mezz’ora, a metà cottura si formerà il “richiccolo”, il sughetto generato dallo zucchero e l’uva caldi, raccoglilo con un cucchiaio e distribuiscilo sulla focaccia.

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