schiacciata alla maniera fiorentina

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Le domeniche quelle belle, ricche di ricette casalinghe che mi consentono di correre indietro negli anni  di quann’ero picciuttedda e me ne andavo a scaminiare, cantieri cantieri, cu me zia Micheluzza, studentessa ero, ma un poco di provulazzo  l’ho tastato grazie a idda! Prima di raggiungere Firenze, da Montecatini, passavamo dal baretto di Serravalle Pistoiese per fare la colazione che potesse darci il giusto vigore e affrontare accussì la iurnata. Tra le tante cusuzze che arricriavanu sceglievamo sempre la colazione salata. Una bella fetta di schiacciata fiorentina farcita e spuma bionda! Mizzica, che meravigghia.
Ora, per potere riprodurre ‘sta ricetta, bisogna che ti chieda ‘na cosann’hai tempu? Picchì ti giovano almeno cinque ore prima di poter addentare questo spettacolo, quindi mettiti l’animo in pace e fatti ‘u signu da cruci, ci vole un mari ‘i tempu; almeno però, non ti serve un’attrezzatura da paura ma solo una ciotola capiente, un cucchiaio e buona lena.
Addivertiti!
Preimpasto
10 g di lievito di birra
320 ml di acqua
320 g di farina Manitoba
Impasto
330 ml di acqua
480 g di farina Manitoba
un cucchiaino di zucchero
20 g d’olio extra vergine d’oliva
5 g di sale
sciogli il lievito nell’acqua dentro una ciotola capiente, aggiungi la farina e mescola con un cucchiaio fino ad ottenere un impasto coeso. Copri con la pellicola e fai riposare due ore.
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Aggiungi l’acqua e mescola per farla assorbire al preimpasto; unisci lo zucchero e la farina, sempre mescolando con il cucchiaio. Aggiungi l’olio e infine il sale. A questo punto ungi le dita con dell’olio e fai le pieghe: solleva l’impasto e ripiegalo  su se stesso quattro cinque volte, copri con la pellicola e fai riposare 30 minuti. Riprendi l’impasto fai ancora delle pieghe e poi fai lievitare un’ora e mezza coperto dalla pellicola.
Ungi una placca da forno e stendi l’impasto allargandolo con le dita sporche d’olio, fai lievitare ancora un’ora. Poco prima di infornare spennella la superficie con olio extra vergine d’oliva e affonda i polpastrelli lasciando delle impronte.

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Accendi il forno a 230°C, inforna la teglia nella parte bassa per i primi cinque/dieci minuti poi passala al centro fino a doratura, circa quindici minuti.
Tira fuori la placca dal forno, poni la schiacciata su un tagliere, tagliala in grossi pezzi che poi farcirai come più ti piace. Io l’ho farcita con mortadella, burrata e pesto di pistacchio.

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torta con mandorle, caco mela e frutti di bosco

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Accattai, subito dopo il famigerato locdaun, un libro beddissimo pubblicato dalla Giunti: Simple di Ottolenghi. Impreziosito da due segna pagina in raso, è pieno zeppo di ricette meravigliose,  alcune molto semplici come recita il titolo, altre un po’ più complicate ma solo per la reperibilità degli ingredienti.
A proposito di questo ti cuntu ‘sta cosa: da ‘st’estate che penso di fare la torta di pagina 283, semplice con nocciole, pesche e lamponi…
Ncà certut’innaccurgistisbagghiai stagiuni, sugnu totalmente fuori stagione; pesche e lamponi, peccato non avere nemmeno le nocciole ma mandorle in quantità. Dunque anche ‘sta vota rimandai l’esecuzione pedissequa mi lanciai sull’improvvisazione.
Taliai che c’era nella dispensa per sopperire e truvai due favolosi caco mela, mandorle e frutti di bosco in quantità bastevole, nel freezer. Mizzica Cucìtill’ha dire, favolosa venne, buona e morbidissima. Dacci un mozzicuni e poi mi cunti.

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260 g di frutti di bosco misti, surgelati
2 caco mela
180 g di zucchero di canna
190 g di farina di tipo 0
120 g di mandorle tritate
200 g di burro
100 g di latte
3 uova
13 g di lievito chimico
un pizzico di sale
zucchero a velo

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Riscalda il forno a 180°C, imburra una tortiera da 28 cm di diametro e cospargila di farina eliminando quella in eccesso.
Poni in una ciotola 200 g di frutti di bosco, i caco mela sbucciati e affettati e 20 g di zucchero; mescola e metti da parte.
Trita le mandorle dentro il mixer senza polverizzarle ma lasciandole grossolane. Monta lo zucchero con il burro a cubetti e a temperatura ambiente; aggiungi un uovo alla volta e aggiungi il successivo solo dopo che il precedente sia stato totalmente assorbito dall’impasto. Unisci le mandorle e mescola sempre a media velocità.

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Setaccia la farina con il lievito e aggiungi all’impasto a cucchiaiate, fluidifica aggiungendo il latte alterando alla farina.
Versa, dentro l’impasto, la frutta precedentemente macerata con lo zucchero e il sale; mescola con un leccapentola per avvolgere la frutta completamente. Distribuisci dentro la teglia, livella la superficie e inforna per circa 20-25 minuti, copri con un foglio di alluminio e prosegui la cottura per circa 40 minuti. Il tempo di cottura varia dal tipo di tortiera che userai. Io ho usato una teglia di ceramica Emile Henry per cui la cottura è più lenta e graduale. Ti consiglio di inserire uno stecchino per verificare la cottura della torta.
Sforna la teglia e fai intiepidire prima di guarnire con i frutti di bosco rimasti e una spolverata di zucchero a velo.

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Hokkaido pure io!

Claudia Magistro_00001Hocca cheeee?
Ma che ne so io, è giapponese! Managgia a me, non so manco l’italiano, vuoi che sappia il giapponese?
Per una mano mi faccio consigliare dalle amichette foodbogger che l’hanno fatto e rifatto un monte di volte e che ne sanno sempre una in più di me e, considerando che non scrivo da molto tempo su queste pagine, ho deciso di realizzare questo panuzzo duci al latte e burro. Buono e morbido da fare venire uno sdilliniu.
la ricetta l’ho vista da Angela De Santis, prima su Ig e poi di cussa mi nni scappai sul suo blog. Lei usa il Li.Co.Li, io no, quindi ho trascritto la sua ricetta adattandola, seguendo i suoi consigli, al mio lievito di birra fresco (anzi congelato).
Poi, manco a farlo a posta, ieri Sarah Fel pubblica il suo, niè mi scialai a seguire i consigli di ambedue!
In entrambi i casi devi avere un po’ di tempo a disposizione perché con i lievitati è d’obbligo, manco a dirlo!

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Ieri pomeriggio mi venne un disperato bisogno di ziccarimi ‘nta cucina con l’intento di fare sto panuzzo; la ricetta prevede un certo numero spassionato di ore tra lavoro e riposo, guardo l’orologio e mi dico: le cinque di pomeriggio… che faccio? Comincio e come finisce si cunta!
Devi cominciare col preparare una specie di besciamella senza burro (tranquillo, ce lo metti dopo, nell’impasto) e farla raffreddare completamente, fozza, pigghia un pizzino.


Ingredienti per il milk roux (o Tangz Hong) attipo besciamella
125 g di latte
125 g di acqua
50 g di farina forte
setaccia la farina e mescola con una frusta a fili aggiungendo il latte, poco per volta, amalgamando fino ad assorbimento e poi aggiungi anche l’acqua sempre mescolando. Poni sul fuoco e, sempre mescolando, fai addensare. Se hai un termometro misura la temperatura della salsa, appena raggiunge i 65°C è pronta, la temperatura coincide con il momento in cui addensa, spegni, metti in una ciotola copri con la pellicola e fai raffreddare completamente.
A ‘sto punto taliai ‘u roggiteddu, erano le sette di sera, amunì!
Ingredienti per l’impasto:

560 g di farina forte (280-350 W)
Milk roux
60 g di acqua
6 g di lievito di birra
120 g di latte
80 g di zucchero
80 g di burro morbido
1 uovo
10 g di sale

burro e farina per lo stampo
1 uovo per spennellare

togli la pellicola dal milk roux, ormai a temperatura ambiente e asciuga la condensa che si è formata sulla superficie. Con la frusta a fili mescola amalgamando 100 g di latte, il lievito sciolto nell’acqua e l’uovo.  Metti la farina nella planetaria e fai partire la macchina al minimo con il gancio; aggiungi lil miscuglio di latte poco alla volta e lavora per 10 minuti.  Mescola lo zucchero nei 20 g di latte rimasti e uniscilo all’impasto in più riprese, fino a completo assorbimento e incordatura, Aggiungi il sale e continua a lavorare per 5 minuti, quindi unisci a poco a poco il burro morbido a pezzetti. Impasta fino a quando l’impasto avrà amalgamato tutto il burro. Otterrai un impasto molto morbido, lucido, liscio e incordato.
Con le mani unte di burro, realizza 5-6 pieghe su una spianatoia imburrata, pirla l’impasto e poi mettilo dentro una ciotola unta. Copri con la pellicola e fai lievitare nel forno spento con la luce accesa fino al raddoppio…
ma nel frattempo nella mia cucina si ficiru l’unnici di sira, allora nenti fici? Ho coperto la ciotola con la pellicola e l’ho messa in frigo, anzichè nel forno, troppo tardi si fici ah!
Se facisti come ammia, il giorno dopo togli la pellicola e porta l’impasto a temperatura ambiente poi pesa l’impasto e dividilo in tre parti uguali (circa 400g ogni pezzo), spolvera la spianatoia con “un’idea” di farina e fai qualche giro di pieghe al primo pezzo, stendilo con un matterello fino a formare un rettangolo di circa 40×15 cm poi ripiega il rettangolo in tre, portando il lati lunghi verso l’interno, attipo portafoglio, ruota di 90° e poi stendi ancora con il matterello riportando il “portafogli” alle dimensioni iniziali, 40×15 cm; arrotola il rettangolo dal lato corto realizzando un salsicciotto che porrai dentro uno stampo da pane in cassetta o plumcake lungo circa 20-25 cm, largo e alto 10 cm, precedentemente imburrato e infarinato. Fai la stessa cosa per gli altri due pezzi rimasti. Copri con un telo e fai lievitare a riparo da correnti; l’impasto dovrà superare di circa 2 cm il bordo dello stampo.
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Preriscalda il forno a 170°C nel frattempo con una forchetta sbatti un uovo dentro una ciotola e, con l’ausilio di un pennello, spennella la superficie dell’hokkaido.

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Inforna per circa un’ora (dipende molto dalla potenza del tuo forno, controlla la cottura) dopo circa mezz’ora, se la superficie si è scurita troppo copri con un foglio di alluminio. Il pane sarà cotto quando, inserendo un termometro a sonda, questo raggiungerà la temperatura di 94°C.

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E poi mi cunti.