com’è e come non è …sempre in ritardo sono!

che dite? sono ancora in tempo per darvi qualche ricettuzza per decorare la vostra casa? Boh! io ve la lascio, magari ci sta qualcuno che è più in ritardo di me 😉
procuratevi delle strutture circolari o a cuore, in midollino o in spugna o di rametti intrecciati per realizzare le vostre ghirlande; avrete bisogno anche di nastri, cordoncini colorati, 2 o 3 arance 2 o tre mele a seconda di quante ghirlande vorrete ralizzare ;), pigne, rametti contorti, fiori secchi, anice stellato, stecche di cannella, borchiette per tappezziere, un bel ramo di abete, colla a caldo, palline dorate, filo dorato, una sfera di polistirolo di 10 cm di diametro circa un kg di noci.

 

prima di cominciare seccate la frutta; affettate le arance e le mele, mettele su una griglia in forno a 150°C per circa 30-40 minuti, abbiate cura di porre sotto la griglia una leccarda forderata con carta forno per evitare che il succo della frutta macchi la base del forno. Continuate il processo di essiccamento in un luogo ventilato coperto, per esempio sul terrazzo oppure sui radiatori del riscaldamento. Poi lasciate libero sfogo alla vostra fantasia, intrecciando ghirlande, applicando la frutta secca con armonia fermando tutti i componenti con la colla a caldo. Per realizzare la sfera di noci, applicate il nastro che la sorreggerà (occhio che sarà pesante) io ho utilizzato una graffetta di metallo, l’ho  modellata a mo’ di gancio e l’ho applicata dentro la sfera con la colla a caldo, su questa ho annodato il nastro;      
applicate, sempre con la colla a caldo, le noci dalla parte piatta, e finite riempiendo gli interstizi con rametti di abete. Per l’alberello quasi ikebana ho utilizzato dei rametti contorti, quelli di nocciolo vanno benisimo, ho riempito un vaso di vetro con palline dorate e addobbato i rametti con altre palline più piccole fermandole con del filo sottile anch’esso dorato.

in fondo sono buona, voglio regalare dieci minuti di notorietà

ad un utenteanonimo, che già il fatto di essere anonimo è una cosa triste di per sé, se poi non si firma…
il simpatico utenteanonimo, ha lasciato questo commento al post del 29 maggio 2010
” ‘na cosa duci e zuccherata” che pubblico perchè, voglio che non passi inosservato, merita un certo rilievo

Anonimo ha detto

… “dimmi qualcosa che non sia il solito “che buonoooooooo, che bellooooooo, di che sa?” e minchiate simili…te lo chiedo per piacere; in caso contrario non scrivere niente grazie te ne sarò grata”

e fin qua nulla di nuovo sul fronte occidentale ha copiato le stesse parole precise intifiche dal messaggio che precede i commenti di questo blog…adesso viene il bello assettatevi perchè questo è teatro puro;
scena prima

Ok, ti dirò qual’cosa di nuovo:

e qua già c’è un piccolo errorino di grammatica che se l’avesse visto la maestra Giusy c’avissiro arrizzati i capiddi ( le sarebbero drizzati i capelli in testa)

Minchiate simili? Bella faccia tosta!
Bisogna avere voglia di dire e di ascoltare… avere un Blog vuol dire condividere anche quelle che tu ritieni molto volgarmente e maleducatamente “minchiate”

che c’è di maleducato nella parola “minchiate” oramà è una parola di uso comune e poi lasciatemi dire che di minchiate in 3 anni di blog ne ho lette a sufficienza, la faccia tosta la mantengo perchè questa è casa mia e non sono obbligata da nessuno e dico nessuno a rispondere a minchiate colossali come questa. Chi ha un blog, parlo soprattutto dei veterani, sa esattamente a cosa mi riferisco quando dico che non voglio leggere commenti del tipo di che sa o che bello, che buono, quelli sono commenti che tendono a fare zavorrare il blog lasciando una scia per agganciare il loro commento al mio, un obbligo morale a “passare” per ricambiare la visita ditemi voi se non sono minchiate, cosa c’è di costruttivo? Niente!
Se poi vogliamo parlare di educazione, possiamo aggiungere che una firma al commento sarebbe gradita.
scena seconda.

Modesto parere di una che se avesse un Blog sarebbe contenta anche solo di ricevere questo ^_^ ovvero un sorriso!

magari mi lasciassero solo un sorriso al posto delle solite minch…amenità? lo gradirei ancor di più 🙂
scena terza

Un minimo di autostima serve, ma l’arroganza spocchiosa e dall’Italiano poco ortodosso mi dà il voltastomaco.

La…signora? dice che sono presuntuosa e le viene, con rispetto parlando, il voltastomaco; suggerisco una bacinella quando si trova a passare dal MIO blog, oppure considerando che non è un obbligo, suggerisco di vistare altri lidi dove può trovare qualcuno che non sia arrogante come la scorzetta 😉
in ultimo, ma non per importanza, consiglio una ripassatina all’italiano ortodosso o eterodosso
mi chiedo perchè blog lo scrive maiuscolo..sarà nome comune di persona? mah!
e italiano? maiuscolo anche quello?
😀

ma la gente in genere, non ha nulla da fare nella vita, che venire a scassare i cabasisi a casa mia?
piagghiati un pizzino, copiati la ricetta e se non hai niente da dirmi, questa è l’unica cosa che possiamo condividere!

quando si dice: “sono due braccia tolte alla terra…”

nel lontano 1987 (…azz quant’è lontano però!!!) dopo il diploma conseguito all’Istituto d’arte, decisi di iscrivermi all’Università, facoltà di Architettura. Mi innamorai perdutamente del lavoro che i miei zii Villi e Michela, svolgevano sia all’università di Firenze come assistenti alla cattedra di “Igiene Edilizia” sia nel loro studio di architettura. Lui, lo zio Villi mi disse subito: -“ma sei sicura? …sono due braccia tolte alla terra!”
Ragione aveva ahahahahahah
infatti, dopo l’università ho preso la specializazione in Architettura del paesaggio e arte dei giardini, adesso coltivo l’orticello 😀
vorrà dire qualcosa?
si! Appena i “frutti” saranno maturi mi apro la casa&putia e vendo i prodotti dell’orto 😉 fuori dal cancello
venghino siori venghino

lattuga,

tre varietà di pomodori, Pachino, Cuore di bue e Datterino


e mulinciane viola e nivure

non dimenticate gli odori eh?
menta, basilico, prezzemolo, salvia, rosmarino, alloro, erba cipollina, maggiorana e timo

con ‘sta carenza di travagghio…almeno manciamu!

piesse: ringrazio il mio spacciatore di piante e verdure, nonchè mio amico vivaista Salvo D’Alia andate a trovarlo al vivaio Benfratelli su viale della Regione Siciliana Nord Ovest, 7080
a Palermo, dite che vi mando io e vi caccerà a pedate ahahahahah
ciao Salvuccio!

adesso vi spiego tutto

quanti di voi sono stati al cinema a vedere Jiule&Jiulia?
io no, ma ho letto il libro e leggere quelle pagine mi ha stancata, fisicamente intendo, mi sembra una follia l’operazione che ha coinvolto la protagonista, una segretaria del Queens, nel riprodurre tutte le ricette, 524, del libro l’Arte della cucina francese di Julia Child il tutto in 365 giorni…
Apre un blog e descrive (senza foto) le ricette che riproduce, la signora rischia la salute mentale ma anche il matrimonio, ma poi tutto ciò le cambia la vita, perchè scrive il libro e di questo realizzano il film…mi sono chiesta perchè?
perchè ho un blog?
perchè mi ammazzo la vita esattamente come Julie Powell per realizzare una ricetta, ma anche la foto perfettina, con i colori e le stoviglie e le tovaglie aggualate?
PERCHE’?
perchè sono megalomane,
perchè sono egocentrica,
perchè mi metto in mostra,
perchè, diciamolo non sono brava come Julia Child o chi per lei, perchè alla fine copio moltissimo, esattamente come la protagonista del libro, solo che lei è diventata ricca 😉
io però in due anni di blog ho conosciuto molte persone, che la vita me l’hanno riempita e colorata anche, foodblogger e non.
Molto spesso incontri persone che ti scrivono cose tipo ” che buonoooo!!!” oppure “di che sa?” insomma commenti che non fanno crescere dal punto di vista creativo e formativo ma fanno crescere solo il counterino; molto spesso, i suddetti personaggi nemmeno leggono quello che c’è scritto nel post, quindi la cosa diventa molto sterile…
considerando che in genere scrivo poco, questo post lo leggeranno in pochi, ma va bene perchè per fortuna il mondo è vario e ci sono quelli che ti lasciano un commento costruttivo, affettuoso, vero, sincero. E’ per queste persone che ti scrivono ” ma dove sei finita?” che ritrovi la forza per scrivere due righe…senza foto, perchè nella immensa sfiga nera di questo periodo di merda si è rotto il motorino che aziona l’obiettivo della macchina fotografica 😀
E’ per le persone che incontri nella vita reale che capisci che questo ragnatela ti lega veramente.
Una la incontrerò questo fine settimana, questa donna qui si farà un viaggione per incontrare me
non è fantastico?

…mi sto preparando

per il compleanno di Carlotta…domani compie 10 anni azz lei cresce ed io? io noooo io ringiovanisco ahahahahah, e giù con diete e pennellature di biondo 😀
doman l’altro si festeggia chi vuol venire? Siete tutti invitati 😉

Ringrazio di cuore la mia amica Alex per le sue indicazioni, sempre precise e puntuali su come migliorare noi stessi e i nostri blog… ALEXXXXXXXXXX, hai visto il mio collage?
grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie all’infinito dolcezza mia *

…piove

Mi acqua…’u Siguri su scurdò, cu tutta st’acqua
e per non soccombere, la volete sapere la mia ricetta quando piove?
mettete della musica di sottofondo io ho messo del jazz, procuratevi delle candele, accendetele, se siete soli in casa vi faranno compagnia e se va via la corrente, siete avvantaggiati 😉 andate in cucina, indossate un bel grembiule pulito, recuperate un vecchio tegame, ma deve essere vecchissimo, preparate un battuto con aglio cipolla e sedano e realizzate una minestrina, (maestra, ‘u vidisti? mi-ne-stri-na ahahahahah) io l’ho fatta di lenticchie. Nel frattempo fuori piove…schifiu!



se vi sembro schiffarata…è perchè ho già fatto tutto 🙂

sospinte dal soffio caldo dello scirocco…ultimo giro

Sono partite! Per concludere il minigiro, ieri siamo state a Monreale, piccolo comune che domina Palermo e quelli che una volta erano gli splendidi agrumeti della Conca d’Oro.
Sospinte da un caldo vento di scirocco ci siamo insinuate tra i vicoli della cittadina e poi n’ammucciammu tra le fresche mura della cattedrale. Subito dopo una puntatina a Bagheria nella città delle prestigiose ville barocche, ma tradissimo era e le trovammo tutte chiuse 🙁





Bagheria: Villa Palagonia e villa Trabia

Il mondo dei foodblogger ni fici ‘ncuntrari! Le gemelle,che quel mondo lo conoscono a menadito, mi hanno dato l’opportunità di conoscere Elena, foodblogger de La montagna incantata
che, con moltissima disponibilità e simpatia è venuta con la sua famiglia, nella mia casa per conoscerci.

In ultimo ma non per importanza, i doni che le gemelle ci hanno portato dalla loro terra, per Carlotta un bracciale con i cuori multicolor, invece per me, rigorosamente con i toni del viola 😉 un bracciale generato dalla loro creatività con i cristalli Swarovskii ed una splendida maschera di Venezia.

una gita a Palermo

Ma come sono le gemelle? Beh le gemelle sono GEMELLE, nel senso che sono uguali, medesime, pressochè identiche, stessi gesti, stessi vestiti ma colori diversi…alcune volte. Dicono che se le guardi bene non sono proprio uguali…le devi guardare bene bene però, ahahahah così a tavola le ho piazzate di fronte, tra un boccone e l’altro le guardo. Per mia fortuna Manu ha i capelli cortissimi, Silvia lunghi, sono instancabili, al mattino prestissimo, corrono oppure vanno in bici, poi doccia veloce e in giro a far le turiste. Ieri mattina secondo giorno, seconda tappa del minitour siculo, siamo state per vicoli e piazze della città, a pranzo io sono rientrata tra le mura domestiche, loro hanno continuato a girovagare col naso all’insù 🙂
instancabili gemelle…ahahahahah
vi lascio qualche immagine della gita, il mercato è quello della Vucciria





Scorza d’arancia oggi è su Repubblica…accattativillo


ma ve lo immaginate? La scorza con tanto di foto ma mica del piatticeddu no, a me’ foto ahahahah ma non ci posso credere…io su Repubblica
la giornalista e scrittrice Monja Caiolo, mi ha contattata tramite un’amica in comune, TIZIANAAAAAAAA! 🙂 che non finirò mai di ringraziare AHAHAHAH!
Monja dicevo, tra le altre cose, cura una rubrica sul quotidiano dedicata all’arte culinaria. In particolare, racconta le ricette estive, di tradizione familiare, inventate o classiche ma con rivisitazioni personali. Un bel giorno di luglio mi chiede se le do una ricettuzza delle mie…felice sono!
Ringrazio Monja per la pubblicazione e per la grande pazienza che l’ha contraddistinta :*
Ecco la ricetta della mia caponata di melanzane in forma:

per 10 sformatini
2 melanzane grosse tonde circa 1,600 g
1 cuore di sedano
100 g di olive verdi snocciolate, grosse e carnose e condite
1 cucchiaio di capperi dissalati circa 25 g
500 g di pomodori rossi a grappolo
200 ml di aceto di vino bianco
10 g di zucchero
4 cipolle rosse medie
30 g di pinoli
30 g di pistacchi
20 foglie di basilico
olio extra vergine d’oliva
sale
2 melanzane di tipo lungo
200 g di
caciocavallo DOP
10 contenitori in alluminio usa e getta per creme caramel
tempo di preparazione e cottura un’ora e mezza

Lavate, sbucciate, e tagliate le melanzane grosse, a cubetti di circa 2 cm di lato, ponetele in uno scolapasta spolverate di sale e fate perdere la loro acqua di vegetazione per circa un’ora. Nel frattempo affettate le cipolle con una mandolina, ponetele in un largo tegame con 6 cucchiai d’olio ed altettanti di acqua fate stufare senza friggere troppo, in questo caso aggiungete qualche cucchiaio d’acqua fino a completa cottura. Lavate i pomodori e tuffateli per 5 minuti in acqua bollente, spellateli, eliminate i semi, tagliateli a cubetti e poneteli nel tegame con la cipolla, aggiungete le foglie di basilico tagliuzzate al coltello e fate cuocere a fuoco lento. Sciacquate le melanzane dal sale, strizzatele e friggetele in olio abbondante, caldo, poi fate scolare l’olio in eccesso su di un foglio di carta assorbente. Snocciolate le olive, dissalate i capperi sotto l’acqua corrente, poneteli su un tagliere e tritate gli ingredienti con una mezzaluna, affettate sottilmente il sedano e mettete da parte. Portate a bollore un litro e mezzo di acqua con 100 ml di aceto, versate le verdure precedentemente tagliate e fate bollire per circa 5 minuti, quindi scolatele. Aggiungete, alla salsa di cipolle e pomodoro, lo zucchero e l’aceto rimanete, facendo attenzione che lo zucchero si sciolga completamente; unite le olive i capperi e il sedano proseguendo la cottura per altri 5 minuti, aggiungete le melanzane fritte , mescolate e spegnete il fuoco. Mentre la caponata si raffredda, lavate le melanzane lunghe, asciugatele e affettatele con una mandolina, nel senso della lunghezza, friggetele in olio caldo per pochi minuti non devono colorirsi perché poi diventano croccanti e non si possono modellare. Prendete i contenitori di alluminio, foderateli con le melanzane lunghe fritte, fate in modo che sporgano fuori dai contenitori, riempiteli con la caponata, richiudete i lembi e fateli riposare. Tostate in un padellino i pinoli e poi tritateli al coltello, tritate anche i pistacchi grossolanamente. Al momento di servire, sformate le piccole caponate sul piatto, distribuite il trito di pistacchi e pinoli, disponete delle fettine di Ragusano e servite a temperatura ambiente. Se volete guarnite con foglie di basilico fresco.