questa è la mia stascione :)

c’è picca ‘i fari! Sole che riscalda fino al cuore, temperature estive, abbronzatura di quella tiski toski, mi sento il ritratto della salute nonostante gli anni che avanzano (aspè che tocco ferro per tutti gli invidiosi che mi buttano la malanova) ahahahahah
e finalmente è arrivata, qui arriva prima si sa, nonostante il tempo mallitto che si è protratto lungamente il sole s’accende cauddu cauddu, ed io caminu cu iddu ahahahahah
rido anche senza motivo perchè ‘u suliceddu ‘st’effettu mi fa 😀

questo piatticeddu di pasta è un inno alla bella stagione, vi consiglio di tastare almeno una forchettata, merita!

per 8 persone
preparate in casa un pesto alla genovese utilizzando un bel mazzo di basilico, 2o g di pinoli, 4 -5 cucchiaiate di parmigiano, olio extravergine d’oliva e sale quanto basta. Se vi piace usate anche il pecorino, contribuisce ad un sapore più deciso, a quel punto occhio con il sale, non ne metterei 😉
per essere sincera non ne ho messo nemmeno usando solo il parmigiano De gustibus non disputandum est
3 zucchine genovesi circa 500 g
2 filetti d’acciuga
1 spicchio d’aglio grosso
800 g di pesce spada tagliato a cubetti
vino bianco quanto basta per una sfumatina leggera
sale e pepe
Affettate finemente l’aglio, ponetelo in una larga padella con 4 cucchiai d’olio , soffriggetelo con i filetti d’acciuga e fatelo dorare, Aggiungete le zucchine affettate con una mandolina a rondelle sottili, mescolate sempre cuocendo per 10 minuti. Togliete dal fuoco e ponete la verdura stufata in una terrina. Nella medesima padella “sporca” d’olio ponete il pesce spada a fuoco vivo, sfumate con il vino e fate colorare i cubetti da tutti i lati, non cuocete troppo per evitare che s’indurisca, quando il vino sarà evaporato aggiungete le zucchine, mescolate per fare insaporire, unite 3 cucchiai colmi di pesto, mescolate ancora e spegnete. Cuocete in abbondante acqua salata 700 g di fettuccine, scolate al dente e ripassate in padella con il condimento. Prima di servire macinate del pepe bianco.

ci sto sguazzando nel revival

Questa ricetta è legata alla mia mamma, quant’è bella vero? adoro questa foto siamo così contente…io avevo solo 3 mesi 😉 appena qualche tempo fa…
dicevo della mia mamma che da brava micologa conosce i funghi, li ha studiati per bene, li raccoglie nei boschi, li cucina ad arte, li essicca facendoci morire di puzzo micidiale, li mette sott’olio, li trifola, li gira e li rigira ma…non li mangia, che vorrà dire? ahahahahahahah


per 8 persone:
500 g di tagliatelle all’uovo
500 ml di panna fresca
500 g di funghi freschi
30 g di funghi porcini secchi
2 uova
vino
parmigiano grattugiato
un mazzetto di prezzemolo tritato
50 g di burro
1 spicchio d’aglio
pepe nero macinato al momento
olio extravergine d’oliva
pangrattato

Mettete a mollo in acqua calda i funghi secchi. Affettate quelli freschi e tritateli grossolanamente e aggiungeteli all’aglio precedentemente tritato e rosolote insieme con quelli secchi in 4 cucchiai d’olio extravergine d’oliva, mescolate di tanto in tanto, sfumateli con un bicchierino di vino e stufateli nella loro acqua di vegetazione. Appena saranno cotti aggiungete il prezzemolo tritato, una spolverata di pepe, spegnete e mettete da parte. In una terrina sbattete le uova, unite il parmigiano a piacere, la panna e i funghi trifolati, ormai freddi, mescolate ancora. Accendete il forno a 180°C e oleate una teglia, spolveratela con il pangrattato eliminando quello in eccesso.
Cuocete in abbondante acqua salata le tagliatelle, scolatele molto al dente conditele con il miscuglio di panna e uova e ponetele nella teglia, finite con una spolverata di parmigiano e il burro a fiocchetti infornate per circa 15-20 minuti.
buonissima è!
grazie mamà ***

“la differenza tra un buon architetto e un cattivo architetto…

…è questione di centimetri”
questo è ciò che asseriva il grande Maestro dell’Architettura Moderna Charles-Edouard Jeanneret-Gris al secolo Le Corbusier…mi sa che che aveva ragione 🙂
e che c’azzecca ‘sto titolo con l’immagine dei tortellini direte voi…perchè lo state dicendo vero?
ahahahahahah

beh, “tirare” la sfoglia di pasta fresca, si sa non è per niente facile, e qua bisogna assolutamente fare una standing ovation alle signore che ne sono capaci. Per quelle signore che, come me, non sanno farlo, viene in aiuto la tecnologia, la macchina tira pasta…l’Imperia per dirla in una sola parola.


Un discorso a parte devo farlo sui tortellini…se prima c’era la standing ovation adesso partono i giochi di fuoco perchè è veramente difficile realizzarli, ci vuole una pacienza di santi, realizzare tanti quadratini 4×4 cm UGUALI uno all’altro, poi con maestria piegarli una volta, poi piegarli ancora una seconda volta e poi girarli attorno al dito per chiuderli…
una follia per una come me che non è emiliana ahahahahahah.



io sono un povero architetto che non è nemmeno riusciuto a ritagliare perfettamente gli ormai famosi 4×4…che dite saranno 2 braccia tolte alla terra?
mah! ai posteri l’ardua sentenza…
aggiungo un’ultima cosa per tutti quelli che si cimenteranno a realizzare i tortellini, fateli mangiare ai vostri ospite m-o-l-t-o-l-e-n-t-a-m-e-n-t-e perchè ci vuole una vita per realizzarli e un istante per mangiarli 😉
ahahahahah
spero che gli emiliani mi vorranno sempre bene perchè non m’intendo di tortellini ed ho peccato di presunzione realizzandoli così…

ho realizzato circa 530 tortellini
per la pasta:
800 g di farina 00
8 uova
per il ripieno:
50 g di carne di maiale macinata
50 g di carne di vitello macinata
100 g di mortadella
15o0 g di prosciutto crudo
150 g di parmigiano grattugiato
1 uovo
20 g di burro
in un tegame fate sciogliere il burro, aggiungete la carne tritata e cuocete per 10 minuti circa. Passate nel tritacarne il prosciutto e la mortadella, unite il parmigiano, la carne cotta e l’uovo; amalgamate bene tutti gli ingredienti. Stendete la pasta, a 6 mm di spessore e realizzate i quadratini 4 cm di lato, adagiate un poco di ripieno, piegate a triangolo (se la pasta non s’attacca passate su due lati un dito bagnato d’acqua) premete per fare attaccare i lati, adesso piegate ancora una volta la base del triangolo verso l’alto. A questo punto girate attorno all’indice la pasta ottenuta con la punta del triangolo rivolta verso l’alto, unite le due estremità con una lieve pressione.

Aggiornamento sul brodo:
Ho dimenticato di dire che sono a conoscenza che il brodo in cui dovrebbero nuotare i tortellini di regola dovrebbe essere di carne MA, ho preferito farlo di verdure…perchè mi piace di più 😉
perdonata anche qui? ahahahahah

Il brodo l’ho realizzato di verdure fresche utilizzando circa 800 g di verdure miste ( cipolla zucca zucchina, carota e un mazzetto di odori, rosmarino e alloro) in 4 litri d’acqua. Ho ottenuto circa 3 litri di brodo, dopo un’ora di cottura.

ode al broccolo…


AmiKetta mia, tu che mi sostieni dall’ unica provincia sicula senza il mare, tu che, con menZa paLora, arrivi al mio cuore, è colpa tua se mi venne in mente di unciri il broccolo al crumble di frutta secca del Sale&Pepe di questo mese :D…non fusti tu ca mi dicisti -“rendi poetica la cucina d’ospedale”-
impara ‘sta poesia ora 😉

…ma poi crumble come cacchio si pronuncia? Mah! va beh niente ci fa! è la sostanza quella che conta, e questa pasticedda di sostanza n’avi tanta ahahahahahah

eravamo otto l’altra sera
650 g di spaghetti grossi tipo vermicelli
500 g di cimette di broccolo
40 g di pistacchi
40 g di pinoli
40 g di mandorle
6 fette di pancarrè
40 g di parmigiano grattugiato
2 cucchiaini di zucchero
2 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
5-6 foglie di basilico
sale e pepe
lessate al dente, in acqua salata, le cimette del broccolo e mettetele da parte. Private il pancarrè della crosta e tritatelo nel mixer, dopo tritate grossolanamente anche la frutta secca, se usate il mixer state attenti a non sminuzzare troppo. In una padella mettete l’olio e fate scaldare leggermente, unite il trito di frutta secca lo zucchero e il pancarrè, mescolate tostando a fuoco dolce. Unite il parmigiano e continuate a mescolare per evitare che si attacchino le briciole. Togliete dal fuoco e mettete da parte. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, nel frattempo nella padella, utilizzata per le briciole, unta d’olio fate saltare i broccoli, scolate la pasta e unitela alla verdura, unite anche le briciole, il basilico tritato e insieme anche un paio di mestoli di acqua di cottura della pasta. Pepate, mescolate e servite subito.

quando ti sforzi per una chiccheria e non ci può manco ‘u rasuolo


a gentile richiesta traduco qualcosa:
nel titolo un modo di dire siculo, non ci può manco il rasuolo, Il rasuolo è il rasoio, per dire che nemmeno con le cattive maniere ci riesci ad ottenere qualcosa …

quando ti fissi su una cosa, bella, la vedi e dici. -” ah questa cosa, prima o poi, la voglio fare pure io” ma la convinzione iniziale non prevede necessariamente la riuscita 😀 di che cosa sto farneticando vi starete chiedendo (ma anche no)
il delirio verte su quei piatti favolosi che vedi piroettare tra le mani dei camerieri appena usciti dalle cucine dei ristoranti, quelle cose artistiche che non ti frega un accidente che cosa c’è nel piatto ma com’è…bello! 🙂

…e finalmente arriva quel famoso prima o poi e hai l’occasione

Risotto al nivuru di siccia su letto di favette (surgelate)
nivuruu di siccia=nero di seppia

per 9 persone ho usato:
3 seppie 2 medie e una nicaredda (piccolina) circa 750g
570 g di riso per risotti
2 cipolle di tropea
2 spicchi d’aglio
un mazzetto di prezzemolo
3 cm di zenzero fresco
un bicchiere circa di vino bianco
fumetto di pesce o in alternativa brodo vegetale, circa un litro e mezzo
450 g di favette surgelate
olio
sale e pepe

Cuocete le favette seguendo le indicazione della produzione, scolatele e mettetele da parte. Se volete un letto liscio frullatele, se lo volete bitorzoluto lasciatele intere più figura ci fanno, sentite a mia 😉
Pulite le seppie, privandole dell’osso, degli occhi ( che occhi grandi che hai uhhhhh), delle interiora facendo attenzione ai sacchetti con il “nero” che preleverete e metterete da parte, infine togliete le bocche e lavatele sotto l’acqua corrente, eliminate la pellaccia e tagliatele a listarelle sottili. In un tegame, fate soffriggere l’aglio e la cipolla tritati con un fondo d’olio e un pezzetto piccolo però, di burro. Unite le seppie e cuocetele per pochi minuti, bagnate con il vino e fate evaporare, unite il “nero” . Aggiungete il riso e fatelo tostare,unite anche lo zenzero sbucciato e affettato finemente, cominciate la cottura aggiungendo poco alla volta il brodo. A fine cottura regolate di sale, spolverate di pepe e unite il prezzemolo tritato, una noce di burro e coprite con un coperchio per qualche minuto.
Impiattate preparando il letto con le favette e sopra distribuite una “palettata” ( una cucchiaiata) di risotto.
Concludendo, so esattamente che dal punto di vista formale potrei fare di più il tentativo è fallito miseramente, il piatto venne lariuliddu ( bruttarello)
accontentatevi di sapere che il punto di vista essenziale era strepitoso



non ce la posso fare!

a lasciare l’estate dico…come si fa? ogni anno è sempre la solita solfa, ed ogni anno è peggio di quello passato, sapete che faccio per non cadere in depressione? mi godo questi giorni di caldo e preparo ancora qualcosa con i sapori del sole. Che ne pensate?
Se siete estate-dipendenti provate questa pasticedda, e accattate…

per 2 persone
una zucchina genovese soda
6 olive taggiasche
3 grosse olive verdi condite
3 cocunci
200 g di spaccatelle
olio extravergine d’oliva
un mazzolino di prezzemolo
uno scalogno
ricotta salata al forno
sale e pepe

Affettate finemente lo scalogno ponetelo in un tegame e rosolatelo con l’olio. Unite le zucchine tagliate a rondelle con una mandolina, subito dopo i cocunci, le olive snocciolate e tagliate a pezzetti. Fate insaporire e spegnete la fiamma. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, quando è al dente scolatela e versatela nel tegame con le zucchine, mescolate, unite il prezzemolo tritato, una macinata di pepe e servite con una grattugiata di ricotta al forno.


Cara Paoletta,



sei tu che dovresti ricevere un premio! Un premio alla miglior idea, originale e simpatica che questo mondo dei foodblogger abbia avuto 🙂
Il giochino dell’estate ha invogliato moltissimi di noi e credo con questa mia affermazione, di accumunare un alto numero di pareri positivi. 😀
Paolè ancora una cosa prima della mia ricettina, per molti, ma non per tutti, è noto che non riesco a scegliere LA foto…fa lo stesso se te ne scarico qualcuna in più? ahahahahah


Ecco la variante sicula
per 2 persone
200 g di fettucce Poiatti formato speciale trafilate al bronzo
1 cipolla rossa di tropea piccola
1 spicchio d’aglio piccolo
1 pomodoro rosso di quelli a grappolo
2 mezzi pomodorini pachino secchi (quindi uno intero)
10 mandorle pelate
10 foglie di basilico
timo arancio
1 cucchiaio di Parmigiano grattugiato
1 zucchina genovese
sale
pepe
scaglie di Ragusano DOP

Affettate la cipolla sottilmente e friggetela, insieme all’aglio tagliato a lamelle, in un fondo d’olio caldo. Unite 3/4 di zucchina tagliata a cubetti e 1/2 pomodoro anch’esso tagliato a dadini, privato della buccia e dei semi. Salate e cuocete per 5 minuti a fuoco dolce mescolando. Ponete nel bicchiere del frullatore insieme con le mandorle, il Parmigiano, il basilico e i pomodorini secchi sciacquati dal sale di conservazione. Salate se necessario, pepate e mettete da parte. Tagliate a julienne il pomodoro e la zucchina rimasti e saltateli nella padella precedentemente utilizzata, con un filo d’olio. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata e scolatela dopo 9 minuti esatti nella padella con le verdure. Saltate un minuto e spegnete il fuoco; Aggiungete la crema e un paio di cucchiai di acqua di cottura della pasta per fluidificare il condimento, mescolate, impiattate e velocemente, cospargete di scaglie di Ragusano DOP, foglioline di timo arancio e una macinata di pepe.

quando il piatto non serve

capita no? di non avere dei piatti…certo a casa mia difficilissimo è perchè di piatti ne ho assai, di ceramica, di porcellana…, no di plastica no non ne trovate mancoammazzati, però a volte, li potete scovare naturali come queste scodelline qui 🙂

per noi due:
2 melenzane medie tonde viola
150 g di fusillotti Rummo
25 g di capperi sottosale
60 g di pangrattato
30 g di pecorino pepato grattugiato
1 ciuffo di basilico
olio extra vergine d’oliva
1 spicchio d’aglio
1 grosso pomodoro a grappolo
4 sarduzze
vino bianco secco per sfumare

lavate le melenzane, asciugatele, tagliate le calotte e mettetele da parte, svuotate le melenzane con uno scavino, ma non troppo, salate la polpa ottenuta e mettetela a scolare per mezz’ora. I gusci di melenzana, dopo averli salati leggermente e oleati con le mani dentro e fuori, metteteli in una teglia foderata di carta forno e infornateli a 170°C per mezz’ora. Affettate l’aglio e soffriggetelo con in paio di cucchiai d’olio, fate saltare il ripieno delle melenzane, precedentemente sciacquato e strizzato, fino a quando prende colore. In una ciotola mescolate il pangrattato con il pecorino, i capperi dissalati e tagliuzzati, il basilico a pezzetti e il pomodoro tagliato a dadini, amalgamate con qualche cucchiaio d’olio, unite le melenzane tiepide e e mettete da parte.

Nella padella dove avete cotto le melenzane, con un filo d’olio mettetete a rosolare le sarde , fatele sfumare con un po’ di vino, sminuzzatele e appena il vino sarà evaporato aggiungete il condimento per insaporire.
in una pentola con abbondante acqua salata e due cucchiai d’olio, cuocete la pasta 2 minuti in meno riepetto al tempo di cottura indicato, scolatela nella padella con il condimento avendo cura di aggiungere qualche cucchiaio di acqua della cottura della pasta, amalgamando il tutto. riempite le scodelle, irroratele con un filo d’olio e passate in forno a 220°C per 10 minuti


…un filo d’erba cipollina?

ahahahahah giusto un filo per aromatizzare il primo piatto previsto per la cena della Santuzza,

…e formaggio moBBido pure io come lei , e pasta pure io come lei ma oggi che cos’è? il giorno delle analogie e della telepatia? non era mai capitato con lei 0_O ahahahahah
ah! aggiungo che come lei, ho usato la ricotta ma non moBBida, dura da grattuggiare 😉

per 2 cristiani:
200 g di fusillotti Rummo
200 g di robiola
60 g di pomodori secchisott’olio+ 2 tagliuzzati per la decorazione
un mazzetto di rucola+ qualche foglia per la decorazione
qualche stelo di erba cipollina fresca
qualche stelo di timo fresco
un cucchiaino di capperi sotto sale
uno spicchio d’aglio
ricotta al forno grattugiata
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe

In una terrina lavorate la robiola con l’erba cipollina sforbiciata, le foglioline di timo e una macinata di pepe. Nel bicchiere del mixer frullate la rucola e i capperi dissalati bene sotto l’acqua corrente e i pomodori secchi con un po’ del loro olio, se il trito dovesse essere troppo denso unite altro olio extre vergine d’oliva. Unite questo composto a quello di robiola, amalgamando bene.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela ma non troppo perchè serve dell’acqua di cottura della pasta per fluidificare il condimento, poi mescolatela nella terrina con il il composto al formaggio, decorate con i pezzetti di pomodoro secco e la rucola messi da parte. Servite con un’abbondante grattuggiata di ricotta al forno.

cous cous tra il mare e la campagna

mi fici pigghiari da malatia, mi fissai! che va’ diri? ‘un ma fidu chiù! c’è picca ‘i fari!!!
ahahahahahah in altre parole mi sono fissata con il cous cous precotto, ma in questi giorni andrò a trovare la mia amica panzonella a Trapani e magari con lei, se il panzonello non si fici troppu pisanti, andiamo a cercare una couscoussiera per cuocere la semola sul serio e preparare il suddetto piatto veramente cioè incocciandolo 🙂

Nel frattempo però segnatevi questa ricettuzza perchè buonissima è!
le dosi sono con l’occhiometro ma per un piatto così vanno benissimo fidatevi 😉
per 4 persone:
250 g di cous cous precotto
un pugno di gamberetti da pulire
un piccolo moscardino
tre cucchiai di piselli cotti
una manciata di fagiolini cotti tagliati a tocchetti
una piccola melenzana fritta
15 pomodori Piccadilly
un ciuffo di basilico
un’idea di vodka
un pugno di pinoli
un pugno di uva passa
uno spicchio d’aglio
olio extravergine d’oliva
sale e pepe

Preparate un’insalata con i pomodorini, conditeli con olio, sale, pepe e il basilico. Pulite i gamberetti eliminando anche il filo nero sul dorso e metteteli da parte; pulite anche il moscardino ed eliminate la pelle del pescespada, tagliate questi due ultimi ingredienti a pezzetti. In una padella fate inbiondire lo spicchio d’aglio affettato finemente, versatevi il pescespada, dopo un minuto il moscardino e infine il gamberetto fate sfumare con un’ideuzza di vodka, aggiungete l’uva passa spegnete e fate raffreddare. Preparate il cous cous come indicato nella scatola, aggiungete la melenzana fritta e tamponata dall’olio in eccesso, i piselli, i fagiolini, i pinoli e infine i pomodori conditi. Per rendere più, come dire, all’onda il cous cous, utilizzate uno o due cucchiai di sughetto del pesce rimasto dopo la cottura.