Scipione o Caronte in estate portano solo buoni frutti

come le melanzane…
pure sbattute al muro me le mangerei, e perché no? Magari condite con un filo d’olio buono e un trito d’agghia e basilicò! Questo condimento per la pasta me lo cuntò ‘na volta me cugnata Antonella, ero da picca maritata. Ora io vi cuntu comu aviti a fari:

Pesto di melanzane
per 4 cristiani:
uno spicchio d’aglio
80 g di olio extra vergine d’oliva
due melanzane nere circa 700 g
10 foglie di basilico

ricotta salata
sale
pepe

 La sera prima mettete l’aglio dentro un vasetto con l’olio, chiudete con un tappo e fate riposare tutta la notte. Il giorno dopo pelate parzialmente le melanzane dopo aver tolto il picciolo e averle lavate ed asciugate. Tagliatele a cubetti non troppo piccoli e ponetele dentro un colapasta con il  sale, per fare perdere l’acqua di vegetazione. Dopo circa un’ora sciacquate i cubetti, strizzateli e tamponateli per asciugarli. Friggete in abbondate olio extra vergine d’oliva, scolateli e metteteli da parte. In un mortaio pestate l’aglio con un po’ di sale e il basilico, aggiungete parte delle melanzane e continuate a pestare con delicatezza riducendole in poltiglia. unite il resto delle melanzane e l’olio preparato, sploverate con una macinata di pepe, mescolate, coprite e fate riposare. Cuocete circa 320 g di pasta, spaghetti o fettuccine grezze, scolatela al dente e conditela con il condimento preparato e una grattugiata di ricotta salata.

Con la prima di queste foto partecipo al contest di Cucina & Cantina su Pinterest

si può pritinniri autru dalla vita?

Uh! un monte di cose, ma con il ciavuru che si sprigiona dalla pentola che vugghie, mi cunvincivi, anche solo per un momento estatico, che nient’altro posso pretendere. Che vi devo cuntari? Mi emoziono. Il mare delle mie emozioni non è periglioso, non c’è pericolo ca si mori;  certe volte arranco dando brazzate a vacante e, se mi vedo persa, per restare a galla, al limite, faccio il morto.
Risotto con totani, pomodorini al ciavuru di finocchietto. 
per 4 cristiani
400 g di totani da pulire, sono circa 3 piccoli
270 g già puliti (togliete la bocca, gli occhi, le interiora e la pelle, passateli sotto l’acqua corrente) 
320 g di riso carnaroli

una carota,
una costa di sedano
una cipolla rossa
uno spicchio d’aglio
100 ml di vino bianco secco
10 g di finocchietto, solo le foglioline
2 cucchiai di passata di pomodoro
750 ml di brodo vegetale
olio extra vergine d’oliva
pepe nero macinato al momento
tritate finemente l’aglio, la cipolla, il sedano e la carota, mettete il battuto in un tegame di terracotta insieme con il finocchietto e soffriggete con tre cucchiai d’olio; quando le verdure saranno appassite aggiungete i pomodorini tagliati a quarti, mescolate e dopo qualche minuto aggiungete i totani tagliati a pezzetti. Sfumate con il vino alzando la fiamma. Aggiungete il riso e portate a cottura unendo il brodo caldo. A fine cottura, togliete dal fuoco, date un giro di olio crudo e una macinata di pepe, mescolate, chiudete il coperchio e fate riposare qualche minuto prima di portare in tavola.

a ripa di mare

oggi il ciavuru, di mare arrivava fino a casa mia, non abito distante ma stamatina si sentiva preciso come se fossi a ripa di mare. Unu s’arricria magari dopo una nottata mallitta, quest’aria mi riempie i polmoni di sale benefico. Pare di sentirmi meglio, le cose mi parunu cosicedde, cose di vento, fissarie .
pasta con ragù di triglie su macco di piselli
per 4 cristiani
scegliete una pasta callosa, io ho usato i Pici di Toscana trafilati al bronzo presi da Tastexp
340 g di pasta lunga
mezzo chilo di triglie
500 g di piselli freschi
200 g di pomodori datterino
200 g di finocchietto di montagna
mezza cipolla rossa
2 spicchi d’aglio
2 cucchiaini raso di zucchero
olio extra vergine d’oliva
50 ml di vino bianco secco

sgusciate i piselli e metteteli a stufare in una casseruola con un soffritto di cipolla tritata finemente e un cucchiaino raso di zucchero; coprite con dell’acqua e fate cuocere per almeno un’ora,  se durante la cottura l’acqua si asciuga aggiungetene dell’altra bollente. Quando, rimestando di continuo, i piselli si disfano, avrete ottenuto il macco, una sorta di purea che vi servirà da fondo per la pasta; salate e mettete da parte.
Lessate il finocchietto, lavato e mondato, in abbondante acqua bollente per una quarantina di minuti o fino a quando sarà tenero, tritatelo e mettetelo da parte. Pulite le triglie, eliminate le interiora, le pinne dorsali, le squame, le teste, le lische e quante più spine potete. Apritele a libro e tagliatele in 4 pezzi. Tritate uno spicchio d’aglio, rosolatelo con 2 cucchiai d’olio aggiungete il pesce e fatelo saltare per fare insaporire. Quando prendono colore sfumate con il vino e fate evaporare ma non completamente; aggiungete il finocchietto mescolate per insaporire e spegnete. In un tegame soffriggete uno spicchio d’aglio tritato finemente, aggiungete i pomodorini tagliati a metà, cospargete con lo zucchero e fate stufare per una decina di minuti, fino a quando appassiranno. Unite le triglie al pomodoro fate sobollire il condimento per pochi minuti, aggiustate di sale e poi spegnete. Cuocete la pasta nell’acqua di cottura del finocchietto,  scolatela al dente dentro il tegame con il condimento e fate mantecare su fuoco vivo per pochi istanti. Impiattate distribuendo sul fondo del piatto il macco di piselli e sopra la pasta.

dalla Sicilia con Amore

Dalla Sicilia sono passati molti popoli, probabilmente grazie a questa nostra multi etnicità, l’evoluzione della cucina ha preservato il rispetto per le
tradizioni, valorizzando gli ingredienti che costituiscono, in modo
inconfondibile, i nostri piatti…probabilmente. Ma di che cosa sto parlando? Mah! certe volte mi travesto da cattedratica e devo dire, talìandomi, che ‘stu vistitu mi sta strittu, strittu assai. Picchi si vulissimu considerare un’evoluzione la mia cucina, sempre e comunque troverete, ingredienti che ne caratterizzano la sicula provenienza. Viditi chistu piattu? Ci sunnu muddica atturrata e mandorle tostate, chistu, senza ombra di dubbio, un piatto della mia terra è!

 Spaghetti integrali con pesto di spinaci e mandorle ciavurusi d’ arancia
per il pesto di spinaci da conservare in frigo:
250 g di spinaci freschi mondati, sciacquati e asciugati
15 foglie di basilico
60 g di mandorle pelate e tostate
1 spicchio d’aglio degerminato
60 g di parmigiano grattugiato
100 ml di vino vianco secco
150 ml di olio extra vergine d’oliva
1 acciuga sott’olio
una macinata di pepe
sale se serve
Mettete nel bicchiere del frullatore gli spinaci, insieme con tutti gli ingredienti sopra elencati, frullate fino a ridurre tutto ad una crema omogenea. Versate dentro uno o più contenitori in vetro puliti, coprite con dell’olio e ponete in frigo.
ora preparate la pasta…
per due cristiani:
200 g di spaghetti integrali (potete usare la pasta che preferite, ovviamente)
50-60 g spinaci freschi, le foglioline tenere interne
60 g di mandorle con la pellicola tostate e tagliate a filetti
40 g di pan grattato tostato
la scorza e il succo di un’arancia

 portate a bollore abbondante acqua salata, cuocete la pasta al dente e poi conditela dentro una ciotola capiente con 4 o più cucchiai colmi di pesto; mescolate insieme con le foglie tenere di spinaci e qualche mandorla preparata, irrorate con il succo d’arancia e verificate la fluidità della preparazione, in caso contrario aggiungete poca acqua di cottura della pasta e impiattate. Cospargete con la scorza grattugiata, il pan grattato e le mandorle rimaste, se volete decorate i piatti con una fetta di arancia.

rosso e verde al punto giusto

Credo di potere affermare che, infine, è arrivata, arrancando certo, ma qua è! La primavera, ‘st’annu, si sta facennu addisiari. Ho fatto una fatica che memoria non ricorda, perché anch’io arranco con gli strascichi dell’inverno, ma oggi finalmente, ho tolto il piumone e il pigiama pesante; è partita la macchina dei lavaggi a mano (sempre io sono) dei maglioni e di tutti gli indumenti che andranno riposti puliti per il prossimo inverno. Rinfreschi a parte, nei giorni della rinascita, mi sento di consigliarvi un contest, uno dove il premio in palio è la nostra salute, l’amore per noi stessi e il desiderio di approfondire il rapporto tra cibo e salute. Se volete, partecipare è semplice. Seguite le indicazioni pubblicate da Stella di sale, la quale fornisce anche una tabella con l’indicazione degli ingredienti vietati, quelli permessi ma non consigliati e infine quelli consigliati, legati a stretto giro alla prevenzione contro i tumori. Ogni mese è dedicato ad un ingrediente di stagione.

  Io partecipo con un piatto di pasta fatta in casa; maccheroni al ferretto (o busiati dalle nostre parti), realizzati con farina di rimacinato di grano duro e acqua, condite con piselli e fave fresche, erbe aromatiche e olio extra vergine d’oliva.
e voi con quale piatto partecipate?

Simil busiati  con fave e pesto di erbe aromatiche

Simil busiati  con fave e pesto di erbe aromatiche
per 8 cristiani
per la pasta:
500 g di farina di grano duro rimacinato
250 ml di acqua tiepida
per il pesto:
75 g di pomodori secchi sott’olio
35 g di uva sultanina
50 g di pinoli
un mazzetto di prezzemolo
un mazzetto di basilico
peperoncino a piacere
150 ml di vino bianco secco
3 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
per il condimento:
2 scalogni
300 g di fave già sgusciate
160 g di piselli già sgusciati
50 ml di vino bianco
40 g di mandorle a lamelle tostate
olio extra vergine d’oliva

Se non avete la planetaria formate la fontana con la farina su una spianatoia, aggiungete poca acqua alla volta e realizzate una palla che porrete dentro un sacchetto per alimenti e poi in frigo per mezz’ora. Recuperate l’impasto e staccatene un pezzo che rullerete con le mani fino a realizzare un cilindro del diametro di 1 cm, da questo ricavate altri piccoli cilindri dello spessore di 4 mm. Ponete il piccolo cilindro di pasta sulla spianatoia con la farina, appoggiate un ferro da calza o uno stecchino nel senso della lunghezza e, con il palmo della mano strisciate la pasta sulla spianatoia con un movimento avanti e indietro finché la pasta si sarà allungata attorcigliandosi al ferro. Sfilate la pasta delicatamente e ponetela su un vassoio coperto da un canovaccio pulito e infarinato. Fate riposare in un luogo fresco e asciutto per un’ora.
Preparate il pesto frullando gli ingredienti, riducendoli in crema e mettete da parte. Scottate le fave e togliete la buccia che le ricopre; tritate gli scalogni, poneteli in un wok di ceramica con 3 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva, stufate leggermente e aggiungete fave e piselli, sfumate con il vino e poi coprite con circa 250 ml di acqua, portate a cottura mescolando.  Togliete le verdure dal wok e mettetele da parte. Lessate la pasta in acqua bollente salata, ci vorranno pochi minuti, scolatela al dente dentro il wok unite il pesto e fluidificate con l’acqua di cottura della pasta, aggiungete le verdure, mescolate e impiattate decorando con le mandorle a lamelle.

l’orto di Giuda

dal titolo sembra che voglia parlavi di un posto e invece sempre di cosi ‘i manciari vi parlo. Questa pasticedda facilissima e super veloce, la preparavo molto tempo fa, quannnu ero sposina; facendo un rapido conto appena 15 anni or sono…e che saranno mai 15 anni di fronte all’eternità? Bazzecole, quisquilie, fissarie.
 Ai tempi con lo sposo, andavamo al supermercato a pancia vuota, noi, che siamo pastari, ci fiondavamo al reparto e per ogni formato leggevamo la ricetta posta dietro le confezioni della Barilla. Sceglievamo la ricetta e dunque il formato. Così funzionava ai tempi. Oggi però quella ricetta trascritta sul primo quadernetto è tornata in auge sotto forma di rievocazione “ma ti ricordi quelle fettuccine all’orto di Giuda?”
me le ricordo, un po’ rimaneggiate ma me le ricordo  🙂
per 4 cristiani
370 g di fettuccine
50 g di pinoli
1 spicchio d’aglio
un ciuffo di prezzemolo
due piccole acciughine sott’olio
3 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
100 ml di vino bianco, ho usato un prosecco
una manciata di pinoli
una manciata di pan gratttato
un pizzico di zucchero
parmigiano grattugiato
sale e pepe

mettete nel bicchiere del frullatore l’aglio, 50 g di pinoli, l’acciuga e il prezzemolo, fluidificate con 3 cucchiai d’olio e frullate; aggiungete poco alla volta il vino e amalgamate; otterrete una crema che metterete in una ciotola. In un padellino tostate una manciata di pinoli, aggiungete il pan grattato e un pizzico di sale. Dovrete ottenere un composto leggermente brunito. Portate a bollore abbondante acqua salata e cuocete la pasta al dente. Scolatela con una pinza e ponetela nella ciotola, mescolate e aggiungete, se serve, dell’acqua di cottura della pasta per fluidificare il condimento, pepate e impiattate con i pinoli tostati con la mollica e una grattata di Parmigiano

è triste!

fare la dieta dico,  ma di una tristezza infinita, oltre che una rottura certo! Io faccio la dieta di solito il lunedì poi la sdirrupo con qualche assaggio di troppo. In verità confesso che più divento grande e più difficile diventa seguirne una. Però un trucco c’è, se vogliamo una sorta di ingrediente segreto che sai solo tu e del quale ti fidi a occhi chiusi. La tua mente, la tua coscienza, la tua volontà. Vuoi tu Claudia dimagrire? SI lo voglio! Allora attrezzati per rendere emozionale la tristezza…
Mizzica che compitone per casa!
zuppa di cicerchia
per 6 cristiani
un ciuffo di salvia fresca
un rametto di rosmarino
4 rametti di timo
un porro e mezzo
2 litri di brodo vegetale
500 g di cicerchia secca dopo almeno 12 ore di ammollo
50 ml di vino bianco secco
20 g di burro
20 g di speck
4 funghi champignon circa 270 g
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva

pepe

tritate a coltello le erbe aromatiche, mettetele in un tegame per cotture lente di coccio per esempio, Tritate mezzo porro e aggiungetelo alle erbette, unite il burro e l’olio; cuocete a fuoco lento fino a far imbiondire il porro, aggiungete lo speck tagliato a pezzetti e sfumate con il vino. Aggiungete la cicerchia lavata, coprite con il brodo che avanzerà per utilizzarlo via via durante la cottura. Cuocete per circa quaranta minuti, aggiungete i funghi affettati e continuate la cottura ancor aper 20 minuti. Spegnete il fuoco, aggiustate di sale se necessario, frullate tutto e aggiungete un filo d’olio crudo. Se non siete a dieta stretta, tagliate a filetti il porro rimasto e friggetelo in olio extravergine d’oliva e fatelo sgocciolare su carta assorbente. Servite la zuppa con il porro fritto come decorazione e una macinata di pepe.

La Bella Estate

lo so cosa state pensando; che abbia scambiato il food blog con un blog letterario citando un’opera di Cesare Pavese; oppure, più prosaicamente, il “mio disco rotto” sul tedioso inverno ha ricominciato a girare all’infinito…
E invece no, giusto giusto esiste un vino Moscato Passito che ha questo fantastico nome, fatto apposta ppì mia. Vi cuntu chi staiu facennu: partecipo ad un concorso che ha per protagonista “La Bella Estate”, il Piemonte Moscato Passito di Terre da Vino  prodotto da vigneti situati in Piemonte, nel cuore della zona tipica del Moscato.
Il regolamento recita: “partecipare è semplice: si tratta di realizzare una ricetta salata in abbinamento a “La Bella Estate”, che si accordi alle note gustative di questo Passito”
SEMPLICE?  Per me non è stato affatto semplice orientare i neuroni verso canoni trasgressivi e lontani dal tradizionale abbinamento al dolce di fine pasto. Ma ci provai!
Il contest di Terre da Vino è legato al libro ‘Fornelli in rete’, di Francesca Martinengo, edizioni Malvarosa, in uscita a maggio 2012.

Cous cous di carciofi, primo sale e frutta secca di Sicilia 
per due persone:
3 carciofi
mezzo limone
1 spicchio d’aglio
200 ml di acqua
50 ml di Moscato Passito La Bella Estate
10 g di passolina (uva passa)
30 g di pistacchi di Bronte non salati
20 g di mandorle a lamelle
100 g di cous cous precotto
una noce di burro
60 g di Primo Sale al pepe nero
olio extra vergine d’oliva

sale e pepe

pulite i carciofi eliminando le punte e le foglie esterne, tagliateli a metà e metteteli in una ciotola piena d’acqua acidulata con il succo di mezzo limone. Tritate l’aglio e imbionditelo in un wok, con un paio di cucchiai d’olio; nel frattempo sgocciolate i carciofi e affettateli finemente per unirli poi, all’aglio. Aggiungete la passolina, 100 ml d’acqua e fate stufare a fuoco dolce; quando sarà evaporata salate e sfumate con il moscato alzando la fiamma mescolando. Tritate i pistacchi a coltello grossolanamente e metteteli da parte insieme con le mandorle a lamelle.
Preparate il cous cous facendo bollire 100 ml di acqua salata in una padella; spegnete il fuoco e aggiungete il cous cous mescolando con una forchetta per separare i grani. Coprite e fate riposare qualche minuto. Unite il burro e, su fuoco dolce, mescolate ancora, spegnete e unitelo ai carciofi. Affettate finemente il primo sale, mescolatelo al composto di cous cous e carciofi insieme a metà della frutta secca preparata, coprite con un coperchio fuori dal fuoco per fare sciogliere il formaggio con il calore della preparazione ma solo leggermente. Servite tiepido con un giro di olio crudo, la restante frutta secca e una macinata di pepe, accompagnate la pietanza con il Moscato Passito fresco a 12°C

si capisce che sono concentrata?

concentratissima sono, sulla variazione degli alimenti e l’introduzione di altri come la pasta integrale…buonaaaaaa! L’avete mai assaggiata? Provatela, merita un bel mozzicone.
In genere la preparo con una dadolata di pomodoro fresco, basilico e un filo d’olio nuovo. Oggi invece l’ho preparata così: per due christiani pigghiate 300 g di funghi chiodini 300 g di cavolo rosso affettato finemente, 100 g di zucca decorticata e a fatta a dadi, uno spicchio d’aglio, un cipollotto, mezzo bicchierino di mirto, 20 g di mandorle a lamelle, 3 bacche di cardamomo, 140 g di pasta integrale, olio extra vergine d’oliva, sale e se vi piace peperoncino.

in una padella soffriggere l’aglio a fettine con un filo d’olio, aggiungete i funghi e trifolateli per pochi minuti, sfumate con il liquore e alzate la fiamma per fare evaporare l’alcool. In un tegame mettete un filo d’olio, il cipollotto affettato, la zucca e il cavolo affettato sottilmente con una mandolina, aggiungete 300 ml di acqua e stufate a fiamma bassa. Salate e se volete aggiungete il peperoncino. Frullate con un paio di cucchiai d’olio e poi mettete la crema ottenuta in una terrina. In un padellino tostate le mandorle a lamelle con i semi delle bacche di cardamomo pestati, mescolate e mettete da parte. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolate al dente e condite con la crema di verdure aggiungendo dell’acqua di pasta per fluidificare, impiattate decorando con i funghi e le mandorle tostate al cardamomo.

per una volta lui ha comprato una cosa mia

O, per meglio dire, so mugghiere ci accattò ‘u me libro e ci fici un regalo.
Come lui chi…Il mio spacciatore di frutta e verdura 😀
Oggi, quando ho varcato la soglia del suo negozio, mi ha accolto con il solito sorriso sulle labbra e il mio libro in mano ahahahahah
Dunque questo post è dedicato  a lui e alla sua adorabile mogliettina 🙂

 Ma non è finita qui, in questo post c’è un ingrediente magico, la melagrana rosso rubino, è una ricettuzza dedicata alla mia amica Flo e al suo contest sulle ricette della salute, partecipate perchè io sarò nella giuria ghghghgh!
Amunììììì, pigghiate un pizzino prima che mi scordo come lu fici
per due cristiani:
una carota una zucchina
40 g di topinambur sbucciato
mezza melagrana da sgranare circa 130 g
120 g di riso jasmine
una manciata di nocciole tostate
3 rametti di timo
2 cm di zenzero grattugiato
70 g di funghi chiodini
acqua bollente salata
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
un’idea di liquore al mirto circa mezzo bicchierino.
Tagliate a bastoncini tutte le verdure, mettetele in un wok con un filo d’olio, i grani di melagrana e lo zenzero, fate insaporire a fiamma leggera e poi coprite con 150 ml di acqua, fate stufare per 10 minuti con il coperchio. Togliete il coperchio aggiungete le cappelle dei funghetti e i gambi tagliati a pezzetti, sfumate con il mirto e alzate la fiamma per fare evaporare l’alcool. Mettete il riso e portatelo a cottura con l’acqua bollente salata, se volete potete usare del brodo vegetale. Aggiungete le foglioline di timo e finite la cottura potete, se volete, mantecate con una noce di burro, io ho evitato altri grassi 🙂 Impiattate utilizzando un anello di acciaio inox e decorate la parte superiore con le nocciole tritate a coltello, qualche chicco di melagrana fresco e foglioline di timo