insalata o tabulè, fai tu

tabulè 2

Alla fin fine di chistu si tratta, una bella ‘nsalata di verdure, tutto crudo, per gli amanti delle cose fresche, per i vegani,  per quelli che “no, per carità, d’estate non accendo i fornelli” e per i lagnusi. Lo prepari in poco e lo sbatti in frigo a sposarsi con i sapori. Insomma il solito discorso: minimo sforzo, massima resa. Se poi hai chi te lo prepara fai BINGO!, ha un sapore diverso, più buono! anzi no, non è buono, è pronto.

Il tabulè (tabbouleh o tabbule chiamalo come vuoi) è un’insalata di verdure tipicamente realizzata con il bulgur, ma tu lo sai che, rispetto al couscous che è una semola di grano duro, quindi una farina grossolana, il bulgur ha una lavorazione diversa; in primis il grano duro non è sfarinato e in secundisi, dopo essere fatto germogliare, viene essiccato e poi spezzettato. ‘Nsumma, n’autra cosa.
In Sicilia non siamo abituati. Nel senso che utilizziamo il couscous, per qualunque cosa, anche per fare il tabulè.
Per fare ‘sta ricetta accattalu precotto e integrale, accussì accurzi. Picchì se ti devi mettere a incocciare il couscous ti perdi di casa, senti ammia.

per quattro cristiani pigghia:

200 g di couscous integrale precotto
200 ml di liquido (100 ml di acqua e 100 ml di succo di limone)
un cipollotto di Tropea
un mazzetto di menta
un mazzetto di prezzemolo
due zucchine
un cetriolo
un peperone
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe

Se ti piace decora il piatto a servire con mezze fette di limone

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Metti il couscous in un piatto largo dai bordi bassi, aggiungi l’acqua con il succo di limone. Sgrana con una forchetta, allarga bene. Copri con la pellicola e poni in frigo per un’ora almeno, mescolando ogni tanto. Aggiungi il sale e il pepe.
Grattugia la zucchina dopo averla lavata e spuntata, mettila dentro uno scolapasta, aggiungi un po’ di sale e fai perdere il liquido di vegetazione. Fai lo stesso con il cetriolo dopo averlo pelato. Lava il peperone, elimina i semi interni e i filamenti bianchi e taglialo a pezzetti. Trita la cipolla. Strizza le verdure grattugiate e mettile insieme alle altre dentro una ciotola, condiscile a tuo piacimento con sale e pepe.
Riprendi il couscous dal frigo, aggiungi le verdure, aggiungi menta e prezzemolo tritati finemente, condisci con l’olio, copri e fai riposare in frigo per un paio d’ore.
E vidi chi manci...poi mi cunti.

tabulè 3

il tempo delle ciliegie dura troppu picca

ciliegie_

E si, secunnu mia, dura troppo poco. Starei sempre a mangiar ciliegie, dice che una tira l’altra. Vero è! Tra me e me dico: l’ultima e basta! Poi quelle, macari, sunnu legate a tre a tre e che fa, le sconzo? Mai Maria! S’affennunu.
Ma chi siamo noi per dire quanto deve durare il tempo delle cirase? Nuddu miscatu cu nenti! Quindi, pacienza.
Oh, considerando che stanno finendo e le ultime sono vendute a peso d’oro, spicciati a fare ‘sta ricetta. Sempre ca ti piace l’accoppiata con il cioccolato.
Questa ricetta è desunta da un numero di Sale & Pepe del giugno 2014 con qualche digressione della scoza jocu, che sarei io.

500 g di ciliegie
200 g di cioccolato fondente
140 g di burro
200 g di farina
50 g di cacao amaro
90 g di zucchero di canna scuro
40 g di zucchero a velo
2 uova
2 tuorli
30 ml di cherry
50 ml di latte freddo
fior di sale alla vaniglia
in un robot da cucina metti la farina con il cacao, lo zucchero, un pizzico abbondante di fior di sale e 80 g di burro freddo a dadini. Frulla tutto per ottenere un impasto granuloso, aggiungi due tuorli e riavvia la macchina, aggiungi lo cherry e il latte, ferma la macchina quando l’impasto sarà diventato una palla compatta. Avvolgila dentro la pellicola e poni in frigo almeno due ore.
Stendi l’impasto a uno spessore di 3 mm circa e fodera una teglia di 22 cm di diametro. Io ho usato una teglia in silicone, non ho imburrato e nemmeno infarinato. Nel caso dovessi usare una teglia comune, ricorda di imburrare e infarinare e stai attento al momento in cui dovrai sformarla. L’ideale sarebbe avere uno stampo con il fondo amovibile. Realizza dei buchi, sul fondo dell’impasto, con i rebbi di una forchetta e poni in frigo. Snocciola quasi tutte le ciliegie lasciandone qualcuna per la decorazione, le più belle.

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Trita il cioccolato e scioglilo a bagnomaria con il burro rimasto. Separa i tuorli dagli albumi, monta i tuorli con lo zucchero a velo fino a farli diventare bianchi, aggiungi il cioccolato fuso, tiepido e mescola. Monta gli albumi a neve, aggiungili al composto di cioccolato e con una spatola amalgamali con dei movimenti circolari, dal basso verso l’alto. Recupera la teglia, distribuisci le ciliegie snocciolate e il composto appena preparato. Pareggia l’impasto di frolla in eccesso, sul bordo della teglia, distribuisci un pizzico di fior di sale e inforna in forno caldo a circa 180°C per circa 40 minuti. Fai raffreddare prima di sformare, distribuisci, se ti piace, un po’ di cacao amaro e decora con le ciliegie rimaste. Servi fredda, macari passata una mezz’ora in frigo.
E poi mi cunti.

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tapas

vongole allo scherry

Qualcuno ha detto che un siciliano “pensa e sente come un arabo, agisce come un greco, concepisce la vita come uno spagnuolo”.
Ha un malo carattere aggiungo io, appassionato e mutevole, entusiasta e pessimista, generoso e rassegnato, complesso fino allo sfinimento. Il siciliano è stato agghiuttutu dalla stratificazione storica, s’ammucciau in un retroterra intriso di momentanei caput mundi, sotto la cappa dello scirocco che da sempre si impossessa di cielo e terra. Ma iddu isa ‘a testa, con la tipica fierezza, vorace di sentimenti di orgoglio e sofferenza in uno stato di non-tempo in questa bedda terra, degli dei e degli eroi.

Ma come mangia un siciliano? Esattamente come vive, a colori. Te lo dico io e se non mi credi passa di qua puru tu, ‘nsemmola all’autri ppì tastari ‘ste cosuzze. Io non sacciu qual è l’origine delle tapas; al di là di tutte  le storie e le leggende che si cuntano, per quanto ne so, potrebbero essere state concepite ccà, nei due secoli in cui la Sicilia fu dominata proprio dagli spagnoli in uno spettacolare trionfo del Rinascimento prima e del Barocco poi. Una cosa la so perone, la tapa è un tappo, una sorta di copertura per il bicchiere del vino, realizzato con dei salumi prima e con tante altre squisitezze poi.
Avrei voluto realizzare questo piatto seguendo la ricetta pedissequamente ma non potti essiri picchì non trovai il serrano. Considerando che non conosco il sapore del serrano sono andata a sentimento e accattai un buon crudo. La ricetta è desunta da una raccolta di Sale&Pepe “Piccoli antipasti” di Valérie Berry, Guido Tommasi Editore del 2009.
Per 4 cristiani:
600 g di vongole già spurgate
2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
2 spicchi d’aglio schiacciati
un peperoncino piccante
100 g di sherry secco (vino liquoroso dell’Andalusia)
2 cucchiaini di concentrato di pomodoro
35 g di jamon serrano se lo trovi o un buon prosciutto crudo tritato finemente
prezzemolo tritato

poni le vongole già spurgate in una padella, copri con un coperchio e cuci cinque minuti circa muovendo la padella spesso. Trasferisci le vongole in un colapasta recuperando il liquido di cottura. Asciuga la padella con un foglio di carta assorbente, versa l’olio, rosola l’aglio schiacciato e il peperoncino. Versa lo sherry e sciogli il concentrato di pomodoro, mescola e fai sobollire per un paio di minuti facendo evaporare l’alcool. Aggiungi le vongole, due cucchiai del liquido di cottura, il prosciutto e il prezzemolo. Mescola per un minuto e servi caldissimo in piccole scodelle o bicchierini.

 

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