Carciofi ripieni di nonna Elsa


Questa è una ricetta che mi proietta indietro (assai) nel tempo e mi riporta al periodo della mia infanzia, come Ego nel film Ratatuille per intenderci 😀
ho il ricordo vivissimo di mia nonna che preparava con tanta pacenza questa ricetta, ricordo un tegame sul fuoco coperto con la carta di pane che a quei tempi non era come quella di oggi

eh si! non c’è più la carta di pane di una volta ahahahah
insomma un ricordo di quelli che non si dimenticano, ma che è un ossimoro?…mi sto perdendo nella figura retorica facendo una figura di BIPPPPP!
tornando al mio ricordo devo confessarvi che si fermava a queste poche immagini, e non ricordavo, per ovvi motivi di scarso interesse culinario, la ricetta, ma niente ho fatto? mi sono appizzata al telefono ed ho chiamato la mia mamma, lei si che si ricorda per filo e per segno la ricetta della sua mamma a meno delle dosi che vanno con l’occhiometro, proverò comunque a dare delle dritte

per 20 carciofi:
circa 600-700 g di mollica di pane secco grattugiato
circa 150 g di parmigiano grattugiato
un bel mazzetto di prezzemolo tritato
pepe nero
sale
olio qb
In una padella abbrustolite il pangrattato su fuoco dolce mescolando con un cucchiaio di legno; quando avrà assunto un bel colore ambrato, togliete dal fuoco aggiungete un cucchiaino abbondante di zucchero e un bel po’ d’olio per rendere morbida la mollica di pane. Condite con sale, una generosa macinata di pepe nero e il prezzemolo tritato, mescolate per amalgamare gli ingredienti e fate riposare. Munitevi di guanti se non volete avere le mani macchiate alla fine della preparazione 🙂 e mondate i carciofi, eliminate le punte con un taglio netto e le foglie esterne. Privateli del gambo e prelevate circa 3 cm di questo mondato fino alla parte bianca tenera che triterete e aggiungerete all’impasto. Aggiungete dell’altro olio se necessario. Allargate i carciofi e farciteli con il condimento facendo attenzione a farlo penetrare in tutte le foglie. Munitevi di un largo tegame e disponete “in piedi” i carciofi ripieni, riempite fin oltre la metà di acqua con qualche goccia d’olio e un po di sale. Coprite con la carta di pane e fate cuocere a fuoco basso fino a quando l’acqua non si asciuga del tutto, i carciofi saranno pronti quando, tirando una foglia questa viene via, in caso contrario aggiungete dell’altra acqua tiepida.


26 Comments

  1. Gu,
    si direi che ci sono mooolto affezionata 😉
    baci
    Cla

    Silviotta,
    ti dico solo una cosa…quella foto io l’ho sul mio comodino accanto al mio letto, e tu sai cosa vuol dire no?
    potremmo chianciri insemmola
    🙂
    :*

    Antonellì,
    miiii chi si bedda!
    :*

    Lory,
    concordo con te :*

    Marcella, buondì
    si si viva le nonne
    bacetti cla

  2. Nicarè chiancemu insemmola allura:…

    senti na cosa t’a diri ma mentri li pulizii un li cafuddri ndra na bacinella cu l’acqua e u limuni pi evitari ca si annivirulianu??
    🙂
    Traduci tu ora ahahahahhaha

  3. ma daiii li ho visti fare nella stessa identica maniera alla mamma del mio amore…e volevo chiederle la sua riccetta…
    un bacioneeeeeeeeeee lalla

  4. Valeria,
    direi di si, i ricordi condiscono al meglio una ricetta radicata nel tuo cuore
    :*

    Silviotta traduco:
    Piccolina piangiamo insieme allora…
    ascoltami,ma mentre mondi i carciofi non li metti in una bacinella con l’acqua e il limone affinchè non diventino neri?
    ahahahah
    Ti dirò…dovrei ma mi siddia
    e tanto non diventano neri
    :*
    :*
    :*

    Lalla,
    visto? e invece arrivo io e te la regalo prima
    :*
    Cla

    Moscerino,
    ma come tu fai delle foto stupende!!!
    dai su su postali
    *
    cla

  5. Ciao bellissima!! Eccomi sono stata a litigare tutta la mattina con blogger…ci credi…? mo’ devo pure correre in banca….. argggg.I carciofi sono molto gustosi, e po ricettine cosi’ legate ai nonni…sono sempre sublimi!!Mi permetto di fare la figura dell’ignorante e ti chiedo che significa ossimoro? Ultimamente lo vedo scritto in tutti i blog…credo che sia una parola che si sta usando in Italia negli ultimi tempi…perche’ io ragazzi sto ossimoro non l’ho mai visto prima….voglio dire se tutti lo usano adesso a qualcosa sara’ legato no….? Adesso vado e torno eh…
    Baciooone
    dani

  6. Claudia,
    eccoli!!!
    sono fantastici, ne hai preparati per un esercito!!! Sai che a casa di mia mamma la carta di pane bagnata la usiamo per abbrustolire le castagne senza farle seccare?

    C’ho tutta la pelle d’oca, e stavolta non e’ colpa dell’aria condizionata!!!!!!!!!!!!!! Un bacio grande grande!!!!

  7. Li faceva anche mia nonna, ma sopra il carciofo c’erano fette di patate, e si cuoceva tutto a fuoco lento; cerco di recuperare la ricetta e di provare a farli. Ma so già che non saprò raggiungere quei livelli di bontà!
    ciao
    simona

  8. però i carciofi della nonna non erano palermitani, ma messinesi, e quindi non era necessario tagliare le punte, ad ogni modo sono bellissimi e sicuramente buonissimi
    Tomà

  9. Meravigliosa ricetta, dal sapore di buono e di famiglia, un vero tesoro dell’anima e bellissime foto Cla! Elga

  10. Dani,
    ma sai che non ti chiamavo dani perchè non sapevo se ti piaceva o meno il nomignolo? adesso lo uso 😉
    e poi tu sei bellissima
    :*
    la ricetta ha un non so che di amorevolevole, e poi i ricordi sono sacri soprattutto quando le persone non ci sono più. In queste foto sono rappresentate 2 persone che hanno lasciato un vuoto mega, oltre alla mia nonnina, lo zio Villi, di lui, grande chef, conservo quel meraviglioso tegame di rame, dove lui faceva il pesce stocco ‘a ghiotta…mi sto facendo prendere dal magone e non va bene quindi mi fermo e ti dico invece dell’ossimoro.
    è una figura retorica che presenta nella stessa frase l’accostamento di una cosa e il contrario esatto della stessa per esempio…dolceamaro, silenzo assordante e cose simili ciao duciazza
    Cla

    Ciboulette
    grazie non lo sapevo che la carta di pane ha anche quest’uso
    un bacetto :*
    cla

    Grazia,
    certe cose hanno un altro “sapore”
    :*
    Cla

    Simona,
    ciao e benvenuta, vedo che la ricetta ha diverse ramificazioni…sarebbe assurdo il contrario no?
    verrò a curiosare da te
    ciao
    Cla

    Mamà,
    si erano buonissimi
    grazie
    ***
    avete visto il tegame di zio Villi?

    Saretta,
    grazie sei adorabile, ancora un po e mi metto a piangere sto tenendo che non ne posso più!
    🙂

    Elga
    grazie mille, grazie di cuore, ti voglio conoscere
    :*

    Pippi,
    ma ci credi che finalmente ti ho inserita tra i preferiti?!
    mah sono imperdonabile ogni volta dovevo venire a cercarti adesso ci sei sempre
    :*

  11. Claudia ti adoro! Per la tua dolcezza e sensibilita’ infinita!! Questo tuo ricordo a persone a te care, queste foto, il tegame…. che dire? Che mi piaci molto!!

    Grazie per la spiegazione adesso ho capito…meno male che hai messo gli esempi senno’….
    Un bacione Cla!
    Dani 😉

  12. Dani,
    ma lo sai che ti adoro pur’io no?
    :*
    :*
    :*
    scusami invece per gli esempi, li uso in automatico ma mi rendo conto che invece potrei essere offensiva :$ con Carlotta associo sempre un esempio perchè il concetto alle volte non basta è un continuo chiedere perchè per ogni cosa
    ahahaha
    tanti bacetti
    Cla

  13. ah ah ahah ah
    lo stesso faccio ioooo
    m’appizzo al telefon ocon mami per farmelo ricordare 😀
    ma che son oq2uesti cacoccioli?? 😀
    smack smack smack.. bacetti bacetti!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *