e brava Adelina

Montalbano sono!
Silenzio eh? Quannu il commissario di Vigata mancia, s’avi a stari muti, zitti. S’avi a scutari il palato e sèntiri chiddu chi dici assaggiannu un piatticeddu di triglie di scoglio all’agrodolce della cammarera. Adelina, per chi non la conoscesse, è la signora che si occupa di tenere pulita la casa del commissario Montalbano, ma non solo; fa la spesa e gli prepara manicaretti che puntualmente, Salvuccio, trova incoppulati nel frigo o nel forno, quando torna a casa la sera con una fame lupigna. Un bel bicchiere di vino bianco ghiazzatu accompagna una cena a base di pesce e un silenzio tombale, se è in compagnia, iddu lu dici subitaneamente, avverte con gentilezza che, quannu mancia, non deve volare una mosca. E’ in atto il rituale sacro del cibo. Il commissario non cucina, assapora le buone ricette della cammarera nella sua adorabile verandina o va a manciari fora macari da Enzo, a ripa di mari. Anche solo liggennu, veni ‘na fami impressionanti. Arancini a parte, nei romanzi di Camilleri dedicati alle indagine del commissario Montalbano, non sono trascritte le ricette dei piatti; a questa assenza ci ha pensato Trenta Editore con 
Nivuru di sìccia , da cui ho tratto questo piatto, tra le pagine troverete una gradevole interpretazione delle ricette mai scritte, dei piatti amati dall’inimitabile commissario Salvo Montalbano. 

Per correttezza vi confesso che ho usato della semola di rimacinato per panare le triglie al posto della farina 00 e ho aggiunto la maggiorana. Voi fate chiddu chi vuliti, io vu dissi.
per 2 cristiani
8 triglie piccole circa mezzo chilo di pesce
una cipolla
un’arancia
olio extra vergine d’oliva
1/2 bicchiere di vino bianco
il succo di 1/2 limone
un cucchiaio raso di zucchero
semola di rimacinato
sale
pepe
foglioline di maggiorana

Accendete il forno a 180°C. Pulite le triglie, evisceratele e squamatele, sciacquatele sotto l’acqua corrente e poi asciugatele con carta da cucina. Infarinatele e friggetele in un’idea di olio extra vergine d’oliva, salate e ponete in una teglia da forno, coperte con un foglio d’alluminio. Sbucciate l’arancia, pelatela a vivo, frullatela nel mixer. Nella padella dove avete cotto le triglie cuocete la cipolla tritata finemente, aggiungete lo zucchero, mescolate e sfumate con il vino.

 Unite il succo del limone e l’arancia, cuocete fino a ridurre di circa la metà. Irrorate le triglie con quest’intingolo, pepate e distribuite le foglioline di maggiorana. Infornate per 5-10 minuti e servite caldissime. 
Assaggiate ‘stu sfizio e dicitimi doppo, se non siete andati e tornati dal paradiso. E brava Adelina…

pesce verza

Non si può manciari in santa paci, anzi manco le foto pozzu fari senza che almeno un micetto s’arricampa appena sente ‘u ciavuru di pisci. La micia della foto è “la fidanzata di Camillo”, di lui mi rimase sulu idda che tanto deperita non mi pari, mi sa che mancia bonu tra tutti i vicini; la vedo gironzolare con il musitto all’insù, ciavura l’aria e poi, appena punta l’obiettivo si rende conto che esiste veramente, che non è un miraggio di fantasia o di pititto.

Spigola al vapore in foglie di verza e riso integrale con la borragine
per due cristiani a dieta

una spigola (630 g)
6 foglie di cavolo verza
pepe rosa
2-3 foglie di alloro
foglioline di maggiorana
foglioline di prezzemolo
2 cm di zenzero fresco
2 fette di limone non trattato
noce moscata
sale
un filo d’olio

per il riso:
un mazzetto di borragine pulito
70 g di riso integrale (cottura 10 minuti)
mezza carota
un rametto di maggiorana
sale
per la cottura al vapore
500 ml di acqua
un limone, il succo e la scorza
2 foglie d’alloro
cottura a 90°C per 15 minuti
eviscerate la spigola, lavatela e squamatela per quanto possibile. lavatela e mettetela su un piatto inclinato. Sbollentate le foglie di cavolo per circa un minuto, scolatele e ponetele su un tagliere sovrapposte a due a due. Ponete il pesce sul letto di cavolo, salate l’interno e mettete due fette di limone la maggiorana e una foglia di alloro; salate il corpo esternamente, grattugiate lo zenzero e la noce moscata, distribuite qualche grano di pepe rosa, le foglioline di prezzemolo e quelle di maggiorana rimaste.

 Chiudete il cartoccio e fermatelo con lo spago da cucina, decorate con un rametto di alloro e ponete nel cestello della vaporiera con gli ingredienti descritti sopra, portate a 90°C e cuocete per 15 minuti. Nel frattempo tritate la borragine, ponetela in una pentola con acqua bollente salata insieme con la carota tagliata a dadini e la maggiorana; quando la carota sarà tenera versate il riso e cuocete per dieci minuti. Scolate e fate raffreddare con un cucchiaino di olio extra vergine d’oliva. Servite il pesce su un piatto da portata insieme con il riso.

pochi e semplici ingredienti

legati a pochi pochi e semplici passaggi per un piatto appetitoso e leggero. Per chi fugge dalla solita noiosa dieta alimentare che intristisce pure i più grintosi, io, che voglio rientrare nei miei jeans, consiglio di variare i vostri piatti con la tavolozza di colori che la stagione ci offre; lassati peddiri tutti i pomodori, le zucchine e le melanzane, la stascione cangiò, abbiamo voltato pagina, anche se i mercati scoppiano di verdura estiva lassatela peddiri, concetratevi sulla una vasta gamma di colori e consistenze che potrete usare per comporre i vostri piatti. Infatti questa non è una ricetta è un consiglio.

 

difficoltà: facile
preparazione: 10 minuti
cottura: 15 miuti
per due cristiani
350 g di filetto di pesce persico
un porro
un radicchio trevisano
due cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
foglioline di lattughino
sale
pepe
coriandolo in polvere

 affettate il porro e il radicchio, poneteli dentro un wok antiaderente, con un cucchiaio d’olio e mezzo bicchiere d’acqua; coprite con il coperchio e lasciate appassire le verdure per una decina di minuti. salate e mettete dentro una ciotola al caldo. Nella stessa pentola dove avete stufato la verdura, arrostite il pesce tagliato a tranci, cuocete per pochi istanti da un lato e poi dall’altro. Impiattate il pesce su un letto di insalatina, salate, pepate e condite con il coriandolo e un cucchiaio d’olio, finite con le verdure stufate.

sarduzze

E lo so, il pesce fa bene, il pesce azzurro poi, manco a dirlo; adesso che scuprivi gli omega 3, mangio pesce azzurro e soprattutto sarde a tinchitè, ma si può mangiare sempre allo stesso modo? Giammai le sarde a beccafico li fici, le sarde con la cipudda puru, quelle con i mirtilli idem, con le zucchine, con la pasta, con il prezzemolo,  con le patate, con i peperoni…e con la senape

per 4 cristiani
600 g di sarde pulite
due spicchi d’aglio
un ciuffo di prezzemolo
due cm di zenzero fresco
mezzo cucchiaino di harissa
un cucchiaino di senape delicata
4 cucchiai d’olio
un cucchiaio di aceto di mele
sale

aprite le sarde a libro e mettetele da parte. Pestate nel mortaio l’aglio con un pizzico di sale, l’harissa e un cucchiaio d’olio. Cospargete i pesci con questo preparato e disponeteli su più placche foderate con cartaforno. 

Preparate un’emulsione sbattendo la senape con l’olio rimasto e l’aceto, distribuite sulle sarde e infornate a 200°C per 5 minuti. Servite caldissime.

ancora qualche giorno l’hai, eh?

 Ricettuzza leggera  picchì, tanto ppì canciari, sugnu a stecchetto!
ppì 4 cristiani:
4 cefali di circa 400 g da pulire
2 lime
8 bacche di pepe garofanato
foglioline di salvia
timo
120 ml di vino bianco secco
sale grosso
40 g di olio extra vergine d’oliva
Eviscerate i pesci e squamateli, lavateli sotto l’acqua corrente e asciugateli con carta da cucina. Pestate nel mortaio il sale con il pepe e il timo. Con il composto preparato, insaporite l’interno del pesce e leggermente anche l’esterno. Ponete ogni cefalo su un foglio di allumino, affettate i lime e inseriteli dentro la pancia, distribuite anche qualche fogliolina di salvia; irrorate ogni pesce con 10 g di olio, fatelo cadere anche all’interno della carne. Chiudete i cartocci lasciando un angolo ancora aperto dal quale farete scivolare 30 ml di vino in ognuno; poneteli su una placca da forno e infornate a 200°C per circa 20 minuti o fino a quando sarà cotto.

qualcosa di rosso

il titolo cita uno splendido blog per raccontare un piatto (quasi) tutto rosso

per due cristiani
200 g di pomodorino datterino
370 g di filetto di tonno rosso
uno spicchio d’aglio rosso di Nubia
4 rametti di timo
un rametto di maggiorana
un mazzetto di prezzemolo tritato
2 peperoni rossi di uguale dimensione
2 peperoncini
la punta di un cucchiaino di harissa
sale
due cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva

Lavate i peperoni, asciugateli con un spelucchino affilato praticate un’incisione sulla calotta, eliminate i semi interni e i filamenti bianchi. Lavate i pomodorini e tagliateli a rondelle, conditeli, dentro una ciotola, con le erbette tritate, l’aglio tagliato a fette, il tonno a cubetti, il peperoncino a fettine, il sale, l’harissa e un cucchiaio d’olio.

 Mescolate e riempite i peperoni. Metteteli dentro una teglia foderata con carta forno, irrorate con un cucchiaio d’olio e infornateli in forno caldo a 200°C per 50 minuti. Gustateli tiepidi

 

che dicevamo?

ah, si; che l’estate sta finendo. Prova ne sono i temporali estivi che annunciano l’imminenza della conclusione e il calendario che oggi ‘recita’: 30 agosto. Il caldo certo continuerà, sono sicura, non solo qui in Sicilia un po’ ovunque ma già da settembre si ritorna, forse solo mentalmente, al solito tran tran della vita quotidiana lontano dalle vacanze e dal mare, per chi ci va. Il solito ciclo che finisce, il solito cerchio che si chiude per dare sfogo alla latata di quelli che amano la frescura di una bella scaricata d’acqua e dell’andante morbido settembrino. Mi appare giusto e inviolabile. 
Per quanto mi riguarda continuo la mia vita cucinando piatti che l’estate, e ‘na poco di sicilianitudine, ce l’hanno dentro.
involtini di calamari a ghiotta
Per due cristiani
tempo di preparazione: un’ora
difficoltà: facile
tempo di cottura 15 minuti
800 g di calamari piccoli
50 g di pangrattato
15 g di parmigiano grattugiato
un mazzetto di prezzemolo
100 g di olive verdi snocciolate
15 g di capperi sotto sale
300 ml di salsa di pomodoro
una cipolla di Tropea
una costa di sedano
uno spicchio d’aglio rosso di Nubia
un peperoncino rosso
un cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva
sale
pepe

 pulite i calamari, eliminate la pelle, gli occhi, la bocca e le interiora. Sciacquateli sotto l’acqua corrente e tamponateli con carta da cucina;

 tritate finemente i tentacoli e metteteli in una terrina con il pangrattato, il parmigiano, ‘n’anticchia di sale, pepe e il prezzemolo tritato. Tagliate le sacche dei calamaretti con le forbici realizzando una braciola. Mescolate il ripieno con un cucchiaino d’olio, stendete i filetti di calamaro, riempiteli con una parte del ripieno e richiudeteli per formare un involtino che infilzerete con uno spiedino. In un tegame di terracotta con i bordi bassi soffriggete un battuto di cipolla, aglio e sedano, aggiungete le olive tagliate a metà, i capperi, il peperoncino e la salsa; aggiustate di sale, mescolate per amalgamare e ponete gli spiedini nel tegame, irrorateli con la salsa, coprite con un coperchio e cuocete per circa 10 minuti. Servite gli involtini su un letto di ghiotta.

Grassi buoni

no, dico… ve ne siate addunati? Vi siete accorti che siamo entrati nel mese di agosto? Siamo all’apice della ricchezza, i prodotti dell’orto sono favolosi, adoro l’esagerata varietà di frutta e verdura; i colori sono strepitosi non sembra anche a voi? E’ l’estate, la stagione che mi rappresenta, la stagione che mi piace di più; il caldo appiccicaticcio, le passate di scirocco, il mare, il sole e relax a tinchitè. Questo è un periodo che rallegra l’anima e l’alleggerisce in modo quasi naturale, cucinare adesso permette alla fantasia di cavalcare onde colorate. Ho mangiato tonnellate di sarde quest’anno, mi hanno detto che contengono Omega 3, i grassi “buoni” che fanno bene, mi sono lanciata e le ho realizzate in “mille” modi che trovate sul libro Omega Me, ricettario realizzato in collaborazione con Valle’, edito da Trenta Editore  e sul sito www.omegame.it . Se vi capita di sfogliare il libro resterete alluccuti per l’abbondanza di ricette e di foto realizzate da quattro, anzi da cinque food blogger accomunati dall’insostituibile e infaticabile lavoro di quattro dietisti e nutrizionisti.
Ultima, in ordine di sfornata, questa teglia di verdure e sardelle ripiene, assettatevi, “a favorire”!
Sardelle ripiene con peperoni e cuori di bue
per 2 cristiani
preparazione: 30 minuti
cottura: 45 minuti
100 g di pangrattato
30 g di parmigiano grattugiato
30 g di pistacchi tritati
mezzo spicchio d’aglio tritato
qualche foglia di prezzemolo
una costa di sedano
un peperone rosso
un peperone giallo
2 pomodori “cuore di bue”
20 sarde pulite e aperte a libro
2 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
sale e pepe

Lavate i peperoni, asciugateli tagliateli a metà, eliminate i semi e il picciolo; tagliateli in quarti e poi a listarelle.
lavate un pomodoro, eliminate la calotta, tagliateli a metà e poi a fettine.

foderate una teglia rotonda con della carta forno, distribuite sul bordo le fettine di pomodoro e al centro i peperoni. Salate, pepate, distribuite una presa di origano e un cucchiaio di olio. Infornate per 15 minuti a 180°C 
 
Preparate il ripieno, mescolando il pangrattato, i pistacchi, l’aglio e il sedano tritato. Adagiate su un tagliare 10 sarde con la pelle rivolta verso il basso, salatele leggermente, distribuite il pangrattato condito e copritele con l’altra sarda; posizionatele a raggiera sui peperoni.
 Lavate l’ultimo pomodoro, eliminate la calotta e svuotatelo utilizzando uno scavino, salate poco l’interno, riempitelo con il pangrattato condito rimasto e collocatelo al centro della teglia, irrorate con un cucchiaio di olio e infornate per mezz’ora. 
 
Distribuite nei piatti mezzo pomodoro, cinque sardelle ripiene e le verdure di contorno.

sarde e cipudda

Maria_Maria_Maria, è una invocazione tipicamente sicul_fimminesca. ‘I fimmini si lastimianu, si lamentano e invocano Maria, sunnu filici, ridunu di cuntintizza e chiamano sempre a idda, sunnu prioccupate assà e mummuriano sempre Maria. ‘Nsomma, è un continuo chiamare, si capisce sono dall’intonazione della vuci se si tratta si cosa bedda o di cosa tinta.
In questo caso non potete sentire la mia voce ma di cosa bedda trattasi, ci potete calare il carrico da undici cu ‘ste sarde leggere al forno. “Sempre a dieta sei? sempre a dieta sono!”
per due cristiani
350 g di sarde già pulite
un limone, succo e scorza grattugiata
30 g di finocchietto di montagna già mondato
4 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
mezza cipolla rossa
sale
pepe
sciacquate le srade sotto l’acqua corrente asciugatele con della carta assorbente. Preparate un’emulsione mescolando il succo del limone, la scorza, il sale, il pepe e il finocchietto tritato finemente. Disponete metà delle sarde dentro una teglia da forno, distribuite metà dell’emulsione e parte della cipolla affettata finemente; finite con le sarde, l’intingolo rimasto la cipolla. Infonate a 180°C per 15 minuti, servite caldo.

non si vedono ma siamo a meno quattro kg

 

sulla scia della mia dieta vi lascio questa ricettuzza picchi troppo buona era. Niente di che eh? Avìa accattatu un filetto di pisci persicuc’era puru  ‘u tonnu ma fa veleno per ora. Ho aperto il frigo e affacciaru,  una zucchina napoletana e una decina di peperoncini verdi…scigghìa la zucchina picchì a conti fatti era di più; la dispensa s’illuminò con ‘sti cucunci sotto sale e dall’orticello pigghiai qualche rametto di maggiorana. Ah, dimenticavo che per ciavurari ‘n’anticchia ci grattugiai dello zenzero friscu, friscu, mancu fussi pisci.
per due cristiani pigghiati:
un filetto di pesce persico da 350 g
una manciata di cucunci
una zucchina napoletana
tre apici di maggiorana
due cm di zenzero
olio extra vergine d’oliva
un piccolo spicchio d’aglio
sale
pepe


 in una larga padella antiaderente  versate un dito e mezzo d’acqua e un cucchiaio d’olio; adagiate il pesce e, sopra, la zucchine tagliate a rondelle sottili con una mandolina. La zucchina che avanza tritatela grossolanamente e disponetela ai lati del pesce, salate leggermente.Tagliate a rondelle i cucunci dopo averli sciacquati ben bene e disponeteli sopra le zucchine, tritate l’aglio e fatelo piccolo piccolo, grattugiate lo zenzero e distribuite anche una macinata di pepe. Cuocete su fiamma moderata coperto per circa 15 minuti, distribuite le foglioline di maggiorana e servite.