l’estate conservata dalla mamà

Matri mia! Mangiare una pietanza che non assaggiavo da almeno 35 anni mi ha riportato indietro nel tempo, come Ego nel ristorante di Linguini. Matri mia che “flesciata”, incredibile, mi sono rivista nica nica con un panino ripieno di melanzane sott’olio fatte, all’epica, dalla mia mamà. Quest’estate ci rissi: mammina cara, ma non le facisti cchiù le mulinciane sott’olio? Idda nenti fici? S’accatto kilate di mulinciane, li priparò, acchianò sopra all’autobbuss e mi mi purtò posto casa, miiiii che bella sorpresa. Come ritornare bambina.
Mi disse ‘na cosicedda: per realizzare le melanzane sott’olio ci vogliono le ultime melanzane, quelle di settembre.

Le ricette che seguono, realizzate da me matri, hanno dosi indicative, come le buone ricette di una volta; andateci alla femminina, a occhio, per intenderci, che non sbagliate di sicuro.
quanti vasetti? boh, glielo chiedo e poi vi dico.
Ecco, mu dissi, circa 4 vasetti alti
Melanzane sott’olio
ingredienti
7 kg di melanzane tipo seta (di fine estate, settembrine)
mezzo litro di aceto di vino bianco
sale qb
olio extra vergine d’oliva qb
peperoncino
origano
aglio
per un sapore molto delicato, macerate con il succo di 5 o 6 limoni in sostituzione dell’aceto. Per il condimento procedete come per la ricetta seguente.

pelate le melanzane e tagliatele a striscioline. Mettetele in una ciotola capiente, a strati con il sale, alla fine distribuire l’aceto o il limone. Mettete un peso sopra e lasciarle per 24 ore a macerare nella loro acqua. Trascorso questo tempo strizzatele il più possibile. Mia madre ha usato un torchietto.
Metterle in un’altra ciotola e conditele tutte insieme in modo che l’olio le avvolga tutte, unite l’origano e l’aglio a pezzetti e il peperoncino. Sistematele nei vasi ben sterilizzati, premendo bene per fare uscire tutta l’aria. Lasciate i vasi scoperti per qualche giorno, controllando eventuali bolle d’aria. Le melanzane devono essere sommerse dall’olio. Aggiungere se necessario.

secondo condimento:
200 g di olive verdi denocciolate
un vasetto di acciughe sott’olio
un bel mazzo di prezzemolo
peperoncino
aglio
tritare il prezzemolo, sminuzzare le acciughe, tagliare le olive e l’aglio.
Condire le melanzane come sopra. distribuirle nei vasetti

metti due amiche che mi vogliono bene

metti che, raccogliendo le amarene con le loro manine sante, pensano ammia; metti che mi telefonano subitanemente e io sugnu a 230 km di distanza…idde chi fannu? Mi conservano le amarene picchì pensano che qualche cosa l’haiu a fari! Pare una ricetta vero? Infatti lo è; è la ricetta dell’amore vero. Una ricetta che contiene ingredienti ammucciati di dintra. Dintra lu cori!
Confettura di amarene e cardamomo
1700 g di amarene private di piccioli e noccioli
1 kg di zucchero
11 bacche di cardamomo.

Mettete le amarene dentro un contenitore capiente, cospargete  con lo zucchero; pestate i semini contenuti dentro le bacche di cardamomo e aggiungetele al composto di frutta. Mescolate, coprite con la pellicola e ponete in frigo per una notte intera. La mattina dopo cuocete il composto in un tegame antiaderente, non essendoci addensante ci vorrà parecchio tempo affinché si ottenga la consistenza voluta, circa 3 ore. Avrete sempre l’impressione che il sugo resti liquido, non disperate, dopo l’apertura del barattolo avrete la densità giusta. Versate nei barattoli sterilizzati, chiudeteli, capovolgeteli e copriteli con un canovaccio facendo raffreddare completamente.

i fichi caramellati che uniscono l’Italia

Capita, alle volte capita.
Capita che la rete virtuale alla fin fine è reale al 100%. Ci sono in gioco affezioni, emozioni e sentimenti che corrono sui fili della rete. Capita che una lettrice del blog riesca a comunicare tutto questo e anche di più; a quel punto scatta la scintilla 😉
Paola, con la sua famiglia, gestisce un ristorante e un B&B in Abruzzo, nel Parco Nazionale del Gran Sasso. Il ristorante Gran Sasso per l’appunto. La cucina è semplice e di qualità, gestita dall’amore di tutta la famiglia, unitissima.
Paola, dicevo, dopo aver letto la ricetta del miele di fichi,  ha condiviso con me quella dei fichi caramellati della signora Adriana di Mantova. Per una volta, ma spero non sarà l’ultima, ho realizzato una ricetta che, in genere, lei prepara nella cucina del suo ristorante. Paola, all’unisono siamo!

Fichi caramellati
1 kg di fichi sia verdi che neri, l’importante è che siano belli
300 g di zucchero
200 ml di aceto 
300 ml di acqua
io, per la solita fissazione patologia dei food bloggers, di variare la ricetta originale per segnare col proprio nome, ho usato aceto di mele ed ho aggiunto 30 g di mandorle a lamelle.
Disponete i fichi un un tegame ampio e antiaderente. Versare tutti gli ingredienti e fate cuocere per 3-4 ore a fuoco leggio fino a quando il liquido si riduce e arriva alla consistenza e alla colorazione del caramello. Invasate i fichi insieme al sugo, capovolgete i barattoli e fate riposare coperti per tutta la notte.  Consumateli tra un mese o due accompagnandoli con del formaggio. 

con questa ricetta partecipo al CONTEST (ST)RENNE GLUTEN FREE

conservare le tradizioni

L’ho mai detto che non sono palermitana? 🙂 
Lo so, l’ho già detto ma magari non tutti lo sanno. Abito in questa provincia da diciotto anni, cucino assiduamente e per nicissità picchì mi maritai, da quattordici. Le tradizioni qui sono diverse da chiddi missinisi quindi studio sempre, per impararne di nuove, conservarle e tramandarle a me figghia che invece palermitana è.
La signora Claudia, nonna dei gemellini, compagni di scuola di Carlotta, è per me una fonte inesauribile di tradizioni tipiche della provincia; è anche per questo che non finirò mai di ringraziarla. Mi ha insegnato moltissime ricette, questa è indispensabile per la preparazione dei buccellati e di altri dolci natalizi. Bisogna pensarci per tempo dunque!
Settembre è proprio  il mese in cui c’è sempre un gran lavorìo. Ci prepariamo un po’ tutti all’inverno conservando nei barattoli un po’ d’estate! Io ne ho bisogno 😀
I lavori settembrini presentano, in genere, processi lenti, alle volte durano giorni e hanno bisogno di continue cure durante le varie fasi della preparazione, questo è uno di quelli.

Il miele di fichi di nonna Claudia.
6 kg di fichi maturi
acqua
Lavate i fichi, metteteli in una pentola capace, versate dell’acqua buona senza coprire i fichi, ma quasi. Ponete sul fuoco leggio, leggero e cuocete fino a fare evaporare quasi tutta l’acqua, circa 6 ore, mescolando spesso. Completata la prima fase, distribuite i fichi cotti, in dei colapasta; schiacciateli da un peso e fateli percolare dentro un contenitore, tutta la notte o fino a quando hanno rilasciato tutto il loro nettare. Con questa quantità di fichi ne ho raccolto circa un litro.

 Eliminate i fichi, rimettete sul fuoco basso e cuocete, mescolando fino a quando il preparato raggiunge la giusta densità, circa un’ora e mezza.Otterrete circa la metà del prodotto liquido, il colore raggiungerà la gradazione di un bruno scuro, come il caramello. 
Invasate e conservate nella vostra dispensa. 

Rosso rubino!

come si fa a non invaghirsi di questo colore? Infatti, non si può ahahahahah!
Da sempre simbolo di fertilità ed abbondanza, la melagrana è un frutto che ha ispirato moltissime leggende tra le quali quella sull’avvicendarsi delle stagioni. Ma questa è un’altra storia 🙂
andiamo al sodo, vi svelo l’arcano raccontandovi cosa ho sperimentato con questi epici chicchi;
siete pronti? 
Pronti, pronti?
Sicuro?
Sicuro, sicuro?
ahahahahahaha occhei! Allora…
tah dah! 
ecco a voi la confettura di melagrana speziata della zia Cla
ve l’aspettavate? 
( dovete dire “nooooo, macchè e chi se l’aspettava!” AHAHAHAHAHAH)

 

 

su, su correte a prendere un pizzino, che vi cuntu sta ricettuzza
500 g di chicchi di melagrana sono circa 3 frutti
250 g di zucchero semolato
1 cucchiaino raso di curry
1 cucchiaino di chiodi di garofano
15 bacche di cardamomo
40 g di zenzero fresco pelato
1 cucchiaino di bacche di ginepro
2 v(b)acche di vaniglia
1 stecca di cannella lunga circa 15 cm
1 cucchiaino di pimento in grani
1 mela sbucciata ma con i semi
1 arancia

  

pulite le melagrane recuperando i chicchi. In un mortaio, pestate grossolanamente il pimento, il ginepro e il cardamomo. Mettete in una casseruola con il fondo spesso, i chicchi di melagrana, lo zucchero, il curry, i chiodi di garofano interi, le spezie pestate precedentemente, la mela a pezzi grossi con tutti i semi, la scorza darancia prelevata con il rigalimoni e il suo succo, i semi della vaniglia e le sue bacche; cuocete a fuoco lento per circa 40 minuti. Passate tutta la mistura con il passapomodoro e rimettete, il nettare ottenuto, di nuovo sul fuoco leggero per altri 15-20 minuti.

 

Fate sempre la prova del piattino, facendo cadere qualche goccia di confettura e inclinandolo, se scivola è necessario che la mistura cuocia ancora. Con queste dosi riempirete 2 vasetti da 230 ml di capacità.

oggi vieni tu da me…


così ti faccio vedere il mio plagio 😀
parlare ancora dei siciliani mi sembra superfluo, perchè hai detto e sintetizzato tutto tu
poche parole ma buone (secondo me eh? ovvio!), in definitiva è un classico no?
Leggendo il post ho sentito un richiamo, mi sembrava pressocchè scontato riprodurre questa composta, dal nome ancora indefinito che tanto mi ha affascinato. M’acchiappò per il fatto ca’ facisti tu, m’acchiappò picchì c’erano li ficurinia, m’acchiappò picchì sicula sugnu…e mi riliggià nelle parole tò :), m’acchiappò perchè di passione si parra.
Ti racconto cosa ho combinato dopo essermi spinata ben bene:
accattai circa 700 g di ficurinia, li ho sbucciati e ne ho ricavato i 500 g che dicivi tu
li ho messi a pezzi in un tegame con
200 g di zucchero di canna
1 cucchiaino scarso di chiodi di garofano
1 cucchiaino scarso di curry
un cucchiaino scarso di peperoncino piccante sfuso
3 ma anche 4 cm di cannella
2 ma anche 3 cm di zenzero sbucciato e grattugiato

100 g di cipolle rosse di tropea
1 spicchio d’aglio sbucciato
1 mela a pezzi senza buccia ma con torsole e semi, come vossia comanda!
50 ml di aceto bianco…avevo finito quello di mele puttroppo
ma ho aggiunto 50 ml di calvados
1 pizzico di sale

bedda, non t’incazzare ora, perchè dopo aver fatto sobollire come dicisti per 30 minuti, ho passato la composta nel passapomodoro e poi per mettermi la coscienza a posto a lassai dà per tutta la notte ahahahahahah
l’indomani l’ho rimessa sul fuoco per circa un’ora a fuoco leggìo, ho sterilizzato per menz’ora a 120°C il vasetto nico e poi l’ho riempito 😀
il suo sapore? appassionante!
il suo colore? no giallo ma russu perchè i miei ficurinia erano russi dintra
🙂
amica mia bedda che t’ha diri?
proprio vastasa!
ahahahahah
bravaissima!



pomodori secchi sott’olio

da che mondo e mondo, l’estate si conclude con le conserve, vero è?
Vero è!
sono brava! faccio le domande e so pure le risposte ahahahahah
La tradizione vuole che nel periodo di agosto inoltrato si comprano cassette intere di pomodori perini, si tagliano nel senso della lunghezza si dispongono su un supporto di canne e si comincia la tiritera metti fuori al mattino, metti dentro alla sera, tutto questo lavorìo per una sacrosanta ragione! Bisogna farli secchi ahahahah
🙂
dopo questa operazione si ottiene il gioiellino da conservare in un scrigno trasparente 🙂
Una lezioncina niente male sui pomodori la trovate qui da quel “vagabondo” di Gu

per 5 vasetti
600 g di pomodori secchi
500 ml di aceto di vino bianco
500 ml di aceto di mele
1 litro d’acqua
4 foglie d’alloro
3-4 peperoncini piccanti
5 spicchi d’aglio
un bel mazzetto di basilico
2 bacche di anice stellato
olio extra vergine d’oliva

Immergete i pomodori secchi nel miscuglio bollente di acqua e aceto aromatizzato con le foglie d’alloro, dalla ripresa del bollore cuoceteli per 5 minuti; scolateli e rimetteteli ad asciugare con la parte interna rivolta verso l’alto per un giorno intero al sole. Affettate l’aglio e il peperoncino, lavate e asciugate bene le foglie di basilico. Riempite i vasetti a strati alternando i pomodori, le fettine d’aglio, quelle di peperoncino e le foglie di basilico intere. Un vasetto aromatizzatelo con le 2 bacche di anice stellato. Ricoprite con olio extra vergine d’oliva e fate riposare almeno dico ALMENO, una settimana 😉
ho ancora 400 g di pomodori secchi da aromatizzare alla cannella aspetto una bella giornata di sole per prepararli e poi vi cuntu
😉

p.s.
che io sappia in calabria (e la mia cummari potrebbe smentirmi) fanno un trito di basilico e aglio e imbottiscono i pomodori anzichè farli a strati, poi sempre vengono sommersi nell’olio