Perciatelli con il pomodoro fresco e n’anticchia di basilico

Esiste la semplicità di un piatto di pasta all’antica, che ti risveglia il piacere dei sapori “di una volta”…sarà che sto invecchiando, sarà quel che sarà ma ogni tanto mi faccio prendere dalle cose semplici…il mio sposo al ritorno dalla sua trasferta milanese a base di risotto alla milanese, e cotoletta alla milanese e quant’altro alla milanese, cu ‘sta pasticella s’arricriò
ed io a dirgli sempre, (caso mai lo dimenticasse) -“ma chi hai sposato?”
ahahahah
Si chiama sempre autostima 😀

io la faccio così come me l’ha insegnata memà

Ingredienti per uno, lo sposo
500 g di pomoro rosso a grappolo
un mazzetto di basilico
una cipolla rossa media
1 dito d’acqua
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
una puntina di zucchero

affettate sottilmente con una mandolina la cipolla, ponetela a stufare in una padella con l’acqua, quando è morbida e l’acqua si è asciugata, aggiungete un poco d’olio per soffriggere. Spellate i pomodori ponendoli per pochi minuti in acqua bollente, eliminate i semi e poneteli nella padella con la cipolla; sminuzzateli con un cucchiaio di legno e coprite con un coperchio. Quando il pomodoro si è ristretto condite con un filo d’olio crudo, sale, pepe e il basilico sminuzzato grossolanamente. Fate riposare almeno un’ora prima di condire la pasta lessata in abbondante acqua salata.
a fine du munnu!

Forma e funzione

Signore e signori…

Louis Kahn


Un’opera d’arte non è un essere vivente che cammina o corre, è la creazione di una vita che fa scaturire una reazione.
Per alcuni è un miracolo della mano dell’uomo.
Per alcuni è un miracolo della mente.
Per alcuni è un miracolo della tecnica.
Per qualcuno conta quanto sia reale.
Per qualcuno conta quanto sia trascendentale.
È come la Quinta Sinfonia: suggerisce un sentimento che riconosce solo chi l’ha provato almeno una volta e lo sta ricercando. Lo conosci, ma vuoi risentirlo. Lo conosci, ma vuoi rivederlo.
Un’opera d’arte rivela che la Natura non può fare ciò che fa l’uomo

Desunto da Wikipedia – “Kahn configura, secondo una consuetudine comunemente accettata, il primo superamento delle teorie del Movimento Moderno; ciò, sia chiaro, sebbene egli sia un architetto che opera nel solco del movimento stesso, quindi lontano dall’approccio storicista, antimoderno. Il principio fondamentale del Movimento Moderno, espresso dal noto slogan la forma segue la funzione, viene rovesciato: in Kahn è la funzione che prende corpo all’interno di una forma, che è in primo luogo lo specchio dell’ordine. In altre parole Kahn sembra postulare una forma generale, che si concretizza con un schema planimetrico razionale, e utilizzarla per soddisfare una necessità d’uso.”

Beh direte voi ma che ce frega di tutta ‘sta dissertazione sui concetti di forma e di funzione, che palle!!!!
no c’è un motivo, c’è!
assittatevi che ve lo conto…
questa sera la mia dieta prevedeva un uovo al tegamino rigorosamente antiaderente, con contorno di broccoletti lessati,una cosina semplice semplice, leggera e buona (per me)
seguendo il concetto di forma, di bellezza, di “anche l’occhio vuole la sua parte”, ho cotto l’uovo dentro la formina a fiore…ah! mia figlia che praticamente mangia 4 cose 4, impazzì vedendo il mio ovetto mi ha detto “…ehm mamma, che bello, me lo fai anche a me?”

😀

😉

obbiettivo raggiunto!!!!


A questo punto il Grande Maestro Louis Kahn si sta girando nella tomba, dopo che ho paragonato la sua teoria ad un uovo al tegamino.

ahahahah


La torta di mele di Loredana


(questa foto qui sopra l’ha composta Carlotta, ha un animo gentile non trovate anche voi?)

Anche questa torta è tratta dal mio quadernetto di ricettine.
Loredana, una mia coinquilina ai tempi dell’università a Palermo la preparò per un suo compleanno…vi ho mai raccontato di quando eravamo in 4 in via Franz Lehar?
Loredana, Sina, Lidia ed io 4 pazze scatenate che dividevano lo stesso tetto e la stessa cucina, Loredana studiava economia e commercio, Lidia si era già laureata ma stava studiando per l’abilitazione all’esercizio della professione di commercialista, io studiavo architettura e Sina lavorava presso un commercialista. Ebbene, Sina arrivava a casa alle 13,15 circa e si metteva ai fornelli per preparare una pasta veloce per quelle 3 che studiavano…A noi sembrava tutto buonissimo, in effetti lo era, ma lei invece diceva: – “non è buono è pronto!!!!”
ahahahah
torno alla tortina va…
tanto per cambiare vi svelo un segreto a me la torta di mele non piace, ma questa si! direte voi ma se sei a dieta, infatti è ininfluente! 😀
la tortina è per la colazione di domani dei colleghi.

Ingredienti:
250 g di farina 00
250 g di zucchero
250 g burro
4 uova
una presa di sale
un cucchiaino raso di cannella
2 cucchiai di cognac o brandy
2 limoni
1 bustina di lievito
5 mele
qb zucchero e burro
Accendete il forno a 150°C . Grattugiate la scorza dei 2 limoni e mettetela da parte. Sbucciate e tagliate 3 mele a dadini e irroratele con il succo di un limone. Sbucciate le altre 2 mele e affettatele sottilmente con una mandolina, irroratele con il succo dell’altro limone. In una ciotola sbattete i 4 tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto bianco e cremoso. Sciogliete il burro a bagnomaria ed aggiungetelo al composto di uova e zucchero. Unite la farina setacciata e per rendere l’impasto più fluido, il liquore. Aggiungete il sale, la cannella, la scorza grattugiata dei limoni e il lievito setacciato. Sbattete a neve ferma gli albumi e uniteli all’impasto; versate le mele tagliate a dadini scolate dal succo. Mescolate con un cucchiaio di legno per amalgamare e coprire le mele. Versate in una teglia da 28/30 cm di diametro imburrata e infarinata oppure foderata con cartaforno bagnata e strizzata, disponete a ragiera le mele affettate sottili, distribuite sulla superficie dello zucchero semolato e dei fiocchetti di burro. Infornate a 150°C per 35 minuti circa nella parte alta del forno.

Sono una foca

come si può non squagliare di fronte a tanta tenerezza?
ma guardate un po’ che occhietti dolci che ho da quando mi hanno dato delle foca, potrebbe sembrare un insulto… giammai!!!!
E’ uno splendido premio che mi hanno donato il fior fiore delle mie amiche bloggers, Arietta, Pippi, Giulia e Silviotta. Come non accettare (anche se profondamente in ritardo) questo tenero premio?
Arietta ha scritto:
“la foca più generosa e “Carini-issima” che io conosca”

Pippi ha scritto:
“perche mi sorprende piacevolmente ogni volta che passo da lei!”

Giulia ha scritto:

“mi piace un sacco! E’ spiritosa, divertente, solare e dolcissima. Mi fa impazzire la sua inventiva nel cucinare qualsiasi cosa, il riuscire a rendere tutto davvero speciale, e poi sa fare la torta 7 veli devo dire altro?”

Silviotta ha scritto:
“perchè senza lei non sarei qui, non avrei creato un blog e perchè con lei abbiamo vissuto un periodo intenso di studi e stress non indifferente, e perchè ritengo che lei sia un vulcano, una donna dalle mille risorse, materna, colta, piena di fantasia, amante delle piante, delle arti in genere, e del cibo.”

Adesso tocca a me donare il premio della foca dagli occhi funnuti
traduco funnuti per chi non è siciliano e per tutti quelli che non leggono Camilleri
FUNNUTI: profondissimi, come il mare al largo

Il mio pensiero lo regalo a Gunter foca uomo 😛
perchè è una foca semplice, gentile e riservata, sempre precisa e puntuale con le sue ricette particolari.

Un’altra foca a me molto cara è Eleonora
perchè dalla Francia lascia in Italia un’immagine stupenda, il suo blog è meraviglioso, denso di ricette delicate ed eleganti

la dolcezza di Campodifragolebellabella non la vogliamo menzionare? Manco a dirlo un’altra foca è sicuramente lei :*

In ultimo ma non per importanza la foca dagli occhi funnuti più funnuti che c’è è lei la Sere, perchè dai primi post mi ha acchiappato l’anima, anche il suo periodo di stasi mi ha commosso.

Filetti di trota in forma con broccoletti all’arancia

Ma lo sapete che la mia dieta procede no? piano piano ho scaricato 4 kiletti, ah! che grande soddisfazione!
Questa sera, ho realizzato un piatticello dietetico solo per me, anche perchè il mio sposo è in trasferta.


ingredienti per una personcina a dieta
😀
un mazzetto di broccoletti
1 arancia
2 filetti di trota
un mazzetto di erbe aromatiche; timo, maggiorana, basilico e prezzemolo
1 piccola cipolla
sale e pepe
olio extra vergine d’oliva
Affettate sottilmente la cipolla, e cuocetela pochi minuti nel succo dell’arancia, aggiungete le cime dei broccoletti lavati, aggiungete un decilitro d’acqua e coprite con un coperchio. Fate cuocere per una decina di minuti o fino a quando la verdura arriva alla cottura senza disfarsi. Salate, pepate e unite un filo d’olio. Tritate le erbe aromatiche con i filetti di trota, In una ciotola condite con sale, pepe un filo d’olio e la scorza grattugiata di mezza arancia. Oleate una teglia per tartellette e disponete il composto di pesce, infornate a 180°C per circa 15 minuti. Apparecchiate il piatto con i broccoletti e la tartelletta di pesce rovesciata e decorata con filetti di scorza d’arancia, servite caldo.


…dalla finestra della mia cucina

Quest’adorabile donna ha pensato…”ma perchè non m’invento un meme visto questa calma piatta?”
e si è inventato una cosina davvero carina, devo ammetterlo…ha chiesto a tutti noi, suoi amici blogger, di inviare la foto di ciò che vediamo dalla finestra della nostra cucina, ed ecco la mia
😀

la finestra…

ciò che vedo in attesa di ristrutturazione…


e l’orticello che ancora deve ospitare le piantine della nuova stagione…ma cosa è cresciuto? una palma delle canarie…nell’orto mah dove andremo a finire di questo passo!!!
ahahah

Ritorno alle origini

…che dire amiche mie?

grazie!!!

è incredibile, mi sembrava di essere da sola con i miei pensieri…e invece sono circondata da persone speciali. Certo lo sapevo che le mie amiche blogger fossero speciali 😉 ma quando hai un momentino di defaiance e ti vedi accarezzata l’anima è emozionante, e dici CAPPERI! che meraviglia!!!
:*
quindi eccomi qua a rincuorare tutte le adorabili donne che si sono preoccupate per me, con una ricetta che risale al mio primo quadernetto pagina 2. Nel 1991 andavo alla ricerca di ricettine che potessero acchiappare il palato del mio futuro sposo e lo Zio Nato mi regalò questa :*


pasta con con crema di peperoni di zio Nato
Ingredienti per 2 cristiani:

250 g di farfalle o mezze maniche
2 peperoni piccoli o uno grande
1 piccolacipolla rossa di tropea
25 g di burro
mezzo bicchiere di cognac
1 dl di panna
2 cucchiai abbondanti di parmigiano grattugiato
sale e pepe
arrostite i peperoni, eliminate la pelle e i semini interni, affettateli a strisce e poneteli in un tegame dove avrete rosolato la cipolla tritata con metà del burro. Salate e continuate la cottura, sfumate con il liquore e fate evaporare. A fuoco spento mantecate con il burro rimasto. Passate tutto con il frullatore, riducendo in crema; mettete la crema nel tegame, aggiungete la panna e il parmigiano, aggiustate di sale e regalate una spolverata di pepe nero. Scolate la pasta e ripassatela nel tegame saltando con il condimento. Servite immediatamente se volete aggiungete qualche fogliolina di maggiorana fresca.

farfalle crema di peperoni
.

Campanelle con taccole e crema di brandy

Scusate la lunga assenza, ma quando non gira c’è picca’i fari…

ingredienti per 1 persona:
100 g di pasta formato campanelle all’uovo Barilla
100 g di taccole
1 dl di panna
1 pizzico di zafferano
uno scalogno
1 cucchiaio di brandy
un mazzetto di finocchietto selvatico
1 noce di burro
la scorza grattugiata di 1 limone
sale e pepe
Mondate le taccole e cuocetele in abbondante acqua salata per circa 15 minuti; scolatele e tagliatele a tocchetti. In un tegame sciogliete il burro con lo scalogno tritato finemente, fate appassire e poi aggiungete le taccole per farle insaporire. Aggiungete la panna e il brandy, fate sfumare e poi unite lo zafferano, salate e pepate; amalgamate il sugo mescolando. A parte sbollentate il finocchietto per pochi minuti, tagliatelo finemente e aggiungetelo al condimento. Aggiungete anche la scorza del limone. Cuocete la pasta nell’acqua di cottura delle taccole e poi ripassatela in padella con la crema.

Rubacchiando da Loste…ma lui non lo sa!

oramà faccio tutto “di nascosto” ahahah, non capisco come mai poi in un modo o nell’altro vengo scoperta…mah!!!
per non di meno a ciò.



Ho rubacchiato questa ricettina dal blog di Loste
la mia metà non apprezza la carne di agnello, quindi per il pranzo di Pasqua ho dirottato sul filetto e questo è quello che è venuto fuori.
ingredienti per 8 persone
1400 g di filetto tagliato a tocchetti
350 ml di vino bianco
150 ml di acqua
olio extravergine d’oliva
burro
rosmarino
salvia
timo
6 carciofi
10 patate medie
sale e pepe

Rosolate la carne in un largo tegame con l’olio e 2 noci di burro, aggiungete un trito di rosmarino, salvia e timo. Quando la carne è ben rosolata,salte, pepate e sfumate con il vino e poi aggiungete l’acqua. chiudete con un coperchio e fate cuocere a fuoco basso per circa 3/4 d’ora. Pulite i carciofi, tagliateli a spicchi e teneteli in acqua acidulata con il limone. Pelate le patate, tagliatele a rondelle spesse circa 1,5 cm e tuffatele in acqua bollente per 6-7 minuti. Raffreddate e asciugartele. Quando mancano 10 minuti alla fine della cottura della carne aggiungete i carciofi, salate e terminate la cottura. In una padella, scaldate un fondino d’olio e circa 60 g di burro, rosolate le patate finchè si formerà una bella crosticina dorata. Togliete la carne dal tegame e mettete da parte il sughetto di vino.: nel medesimo tegame sciogliete 2 cucchiai di farina con il sughetto di vino , aggiungetelo poco alla volta fino ad inglobarlo tutto. Servite la carne calda con l’intingolo preparato e i contorni a decorazione del piatto.