più autunnale di così?

vino

Mizzica, mettendo ‘i lancette du rogiteddu indietro di un’ura viene lo scoramento già alle cinque del dopopranzo, evè? Per me l’autunnu trasi l’ultimo fine settimana di ottobre, quando torna l’ora solare,  mica il 21 settembre. Prometto solennemente di non lamentarmi di questa stagione a me poco cara né di quella che verrà appresso, cercherò di fare tesoro di ogni istante con un monito: non può piovere per sempre.

Zuppa di legumi

150 g di fagioli neri
150 g di fagioli bianchi
150 g di fagioli borlotti o di lenticchie
una cipolla
una patata
uno spicchio d’aglio
q.b. peperoncino
mezzo bicchiere di vino rosso corposo
un rametto di rosmarino
una foglia d’alloro
olio extra vergine d’oliva
sale
una spolverata di origano secco
q.b. acqua

vino
lavate i legumi sotto l’acqua corrente e metteteli a bagno la sera prima. Se avete la pentola a pressione potete evitare questo passaggio. Il giorno dopo versate nella pentola scelta per la cottura, un cucchiaio d’olio, la cipolla e l’aglio tritati finemente, i legumi, il peperoncino, la patata sbucciata, lavata e tagliata a cubetti e le erbe aromatiche. Accendete il fuoco e fate insaporire mescolando, versate il vino e fate evaporare, coprite con l’acqua, chiudete la pentola con il coperchio e portate a cottura.
A fine cottura eliminate le erbe aromatiche, salate e mescolate. Prelevate un paio di mestoli di zuppa con l’acqua di cottura e frullateli con un frullatore a immersione. Versate uno specchio di crema dentro ogni ciotola e finite con una porzione di legumi. Servite calda con un giro d’olio crudo e una spolverata di origano secco.

zuppa di fagioli al vino

piccole tortine o cupcake, chiamateli come volete

cupcake 2

Dicevo, da qualche parte, che le americanate mi affascinano ma cerco sempre di smorzarle, potrebbe essere un ossimoro certo ma le esagerazioni, in quanto tali, mi confondono.

Da che pulpito viene la predica eh? Noi siciliani in quanto a sovrabbondanza siamo maestri ma iddi sunnu esagerati molto molto più dei siciliani. In verità non comprendo la quantità spropositata di zucchero presente in alcune loro ricette ma ne adoro le forme e le consistenze. Quindi, io che faccio? Ne colgo l’essenza, smorzo dove (secondo me) c’è da smorzare e me ne approprio, c’è niente di male?

La ricetta che segue è frutto di un’affettuosa razzia realizzata, spulciando in rete, tra una ‘tonnellata’ di american recipes. me assumo la totale responsabilità se, realizzandoli, non vi dovessero piacere.

Cupcake al ciccolato al latte e caramello salato

  • 60 ml di sciroppo d’acero
  • 90 g di zucchero di canna scuro
  • 160 ml di panna
  • 80 g di cioccolato al latte (+75)
  • 150 g di burro a pezzi
  • 200 g di farina setacciata
  • 8 g di lievito
  • 1 uovo
  • 1/4 di cucchiaino di sale
  • i semi di una bacca di vaniglia

cupcake3

per la glassa al caramello salato

  • 70 g di zucchero di canna
  • 1/4 di cucchiaino di sale
  • 85 g di burro
  • 50 ml di panna
  • 50 g di zucchero a velo setacciato
  1. Scalda il forno a 170°C, riempi una teglia per muffin con i pirottini di carta e metti da parte.
  2. Porta a bollore la panna e poi versala sul cioccolato precedentemente tagliato a piccoli pezzetti, mescola per sciogliere e amalgamare tutti gli ingredienti. Fai raffreddare.
  3. In una ciotola mescola gli ingredienti secchi: la farina setacciata con il lievito e il sale. In un’altra ciotola sbatti il burro morbido con lo zucchero fino a quando otterrai un composto morbido e gonfio. Aggiungi l’uovo, lo sciroppo d’acero e la vaniglia sbattendo fino ad amalgamare bene gli ingredienti.
  4. Versa il cioccolato con la panna dentro il composto di zucchero e mescola con una spatola per amalgamare.
  5. Unisci, poco per volta, il composto secco amalgamando con una spatola senza mescolare troppo.
  6. Riempi i pirottini  aiutandoti, con un cucchiaio o con un piccolo mestolo, fino a 2/3 del contenitore. Inforna per circa 25 minuti o fino a quando, inserendo uno stecchino dentro il dolcetto, questo ne uscirà asciutto e pulito.
  7. Fai raffreddare completamente prima di glassare, almeno un’ora.
  8. Mentre il cupcakes si raffreddano sciogli il burro in una piccola casseruola con lo zucchero di canna e la panna. Mescola costantemente a fuoco medio fino a quando lo zucchero si scioglie. Aggiungi il sale e lascia bollire per 3 minuti pieni. Spegni il fuoco e lascia raffreddare la casseruola su un piano di marmo, mescola ogni tanto per un quarto d’ora. Trasferisci il caramello dentro un contenitore dai bordi alti e con le fruste elettriche, montalo con lo zucchero a velo. Fai raffreddare per circa 15 minuti e poi, con l’aiuto di una spatola di metallo, decora la superficie dei dolcetti. Conservali in contenitori a chiusura ermetica.cupcake

pilaf, questo è certo

cavolo

almeno il metodo di cottura è sicuramente quello, riso basmati cotto in forno con un certo quantitativo d’acqua o di brodo. Il condimento lo potete scegliere secondo il vostro gusto, io mi faccio acchiappare sempre dai colori perché mangio prima con gli occhi.

per tre cristiani
difficoltà: facile:
tempo di preparazione: 30 mimuti
tempo di cottura: 20 minuti
un cavolo viola
250 g di riso basmati
una cipolla rossa
un peperoncino habanero orange
due piccole patate
olio extra vergine d’oliva
un mazzetto di prezzemolo
sale
acqua q.b.

tagliate il cavolo a listarelle e poi a dadini dopo avere eliminato le foglie esterne dure. Ponetelo in padella con un giro d’olio, la cipolla tritata, l’habanero a pezzetti piccoli (usate dei guanti per evitare di toccare il peperoncino) e le patate pelate e tagliate a cubetti. Salate, coprite con acqua e stufate fino a quando le patate e il cavolo saranno morbidi. versate il riso e mezzo litro di acqua salata oppure brodo vegetale. Portate a bollore, versate dentro una teglia, coprite con un foglio di alluminio e cuocete per circa 10 minuti o fino a quando l’acqua sarà assorbita dal riso. Tirate fuori la teglia dal forno, cospargete con il prezzemolo tritato e servite tiepido. Manco a dirlo, è un pilaf piccante!

cavolo e riso pilaf

 

 

busiate

busiate 2

Il desiderio era quello di riprodurre, quasi fedelmente, una pasticedda buonissima che manciai, un sabato sira a casa della mia amica Margherita. Dico quasi fedelmente picchì idda avi un agriturismo, in quel di Fulgatore in provincia di Trapani e i prodotti se li coltiva idda stissa nel suo orto di Valle Benuara. E’ logico che cambiando le materie prime il risultato finale deve fagliare per forza. Gli ingredienti che Margherità mi cuntò erano:

  1. zucchina longa, quella dei tenerumi per intenderci
  2. patate
  3. cipolle
  4. salsiccia, lei adoperò una salsiccia buona, grossa e gustosa
  5. busiate

busiate

Per non di meno a ciò andai a cercare la zucchina longa, ma niente, non ne trovai, e chista è una. Allora cangiai completamente mi accaparrai l’idea e me ne sono andata per la tangente realizzando una cosa completamente diversa ma il pensiero che nasce da ‘sta pasta è ppì idda.   busiate 3

Non vi impressionate per il quantitativo di pasta che vi indico negli ingredienti, ‘sta pasta non cresce e appena vi si presenta il piatto di davanzi ve la mangiate tutta d’un colpo e vi rimane ‘u pitittu.

difficoltà: facile
tempo di preparazione: un’ora
tempo di cottura: 30 minuti

500 g di busiate fresche
450 g di zucchine genovesi
80 g di cipolla
100 g di patate sbucciate e tagliate a dadini
100 g di speck tagliato a dadini
60 ml di vino bianco secco
20 g di olio extra vergine d’oliva
2 cm di zenzero grattugiato
timo
sale
pepe nero macinato al momento
acqua q.b.

Tritate la cipolla a coltello, ponetela dentro una casseruola con 10 g d’olio, le patate, le zucchine lavate, spuntate e tagliate a dadini. Coprite con acqua potabile e fate cuocere per circa mezz’ora; l’acqua evaporerà di circa la metà, salate, pepate e aggiungete lo zenzero. Frullate a crema con un frullatore a immersione e mettete da parte.
In un wok versate l’olio rimasto con lo speck, sfumate con il vino, fate evaporare e spegnete.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente dentro il wok con lo speck, aggiungete la crema di zucchine e patate e mescolate per amalgamare, distribuite il timo e servite subito

 

sgombro o maccarello sempre pisci azzurro è

Ancora pesce?
Embè? Il pesce fa bene ed è pure buono!
Questo è ancora più facile da fare, penso a tutte le persone che conosco che mi chiedono consigli su come cucinare il pesce: e tu come lo fai? Niente di complicato, il pesce è cosa preziosa, va cotto poco e in modo semplice, almeno io la penso accussì. Io lo faccio facile facile come m’inzignò me matri.
Chistu è un modo esageratamente semplice per cuocerlo; in 10 minuti netti è pronto, anche meno se il pesce non è grosso. Io ci metto due o più rotelle di limone anche se qualcuno ne sconsiglia l’uso perché l’agrume trasferisce un non so ché di amaro al pesce… mi chiedo, ma che limoni tastate? E va beh! Faciti come vuliti, io ve lo dissi.
Oh! tornando a noi, in questo modo faccio tutto il pesce intero che trovo, in effetti non è una ricetta vera e propria, prendetelo come un consiglio, un suggerimento per chi, come me, si vuole togliere lo sfizio di manciarisi un pesciolino buono buono.
‘Sta vota accattai lo sgombro. Pesce azzurro favoloso, beddu puru da vedere, striato di blu e nero, praticamente senza squame, ricco di omega 3 etc etc, è buonissimo ma per carità, non fatelo lesso diventa stopposo e si trasforma in un piatto tristissimo e noi siamo gente allegra, giusto?
Ordunque, accattati un pisciceddu a testa, macari ve lo fate eviscerare dal pescivendolo, se siete deboli di stomaco, lavatelo  velocemente sotto l’acqua corrente e, se volete, tagliate le pinne. Asciugatelo con della carta assorbente, ponetelo in un tegame ovale, munito di coperchio, e cuocetelo con quello che avete dintra. Io, per un pesce, ci misi 100 g di zucca tagliata a dadini (è autunno, quindi ci sta come il cacio sui maccheroni), 4 pomodorini tipo Piccadilly (residui dell’estate), tagliati a rondelle, due cucchiai di ceci cotti in precedenza, un cucchiaio d’olio, due rondelle di limone, sale, pepe, prezzemolo intero e un paio di cucchiai d’acqua. Ho chiuso il coperchio e ho fatto cuocere dieci minuti, ci vitti l’occhio che era a pampinedda, ho spento e ho verificato la cottura interna, perfetta! Morbido e di una bontà disarmante e un suchetto per bagnarisi ‘u panuzzu.
E’ più dirlo che farlo.