il grano antico che fa la differenza

pizza-verticale-resize

Piccamora, quando vai in alcune pizzerie attente al cliente, alle intolleranze, alle mode, trovi anche la pizza senza glutine e quella realizzata con farine diverse, farine di grano duro di grani antichi. Questa è una gran bella moda evè? Quella del revival mi piace assai, ma tanto tanto.
La farina di grano tenero, quella bianca per intenderci, è ricavata da un grano prodotto in maniera massiva e modificato per renderlo immune alle avversità naturali. E’ poverissimo dal punto di vista nutrizionale mentre invece il grano duro contiene pure più proteine e il fatto che in Sicilia ci sono ben 52 varietà di grani antichi autoctoni mi rende orgogliosa, una volta di più.
per due pizze
100 g di farina di grano duro antico, siciliano Russello semi integrale
200 g di semola di rimacinato
200 ml circa di acqua
4 g di lievito di birra
un cucchiaino di zucchero
un cucchiaio d’olio
6 g di sale

per farcire
quello che vuoi tu, io ho usato:
qualche cucchiaio di salsa di pomodoro
100 g di scamorza
rucola
scaglie di parmigiano
pesto di pistacchio
100 g di formaggio svizzero originale
mortadella o prosciutto cotto
Impasta la sera prima se puoi e metti l’impasto ottenuto, con il procedimento  che ti racconterò, nella parte bassa del frigo.
Nell’impastatrice metti le farine, il lievito sbriciolato, lo zucchero e l’olio. Fai partire la macchina oppure mescola a mano e poi cominci ad aggiungere l’acqua, poca alla volta impastando. Verso la fine aggiungi il sale e completa l’impasto. Verifica l’assorbimento dell’acqua da parte della farina, te ne potrebbe servire di più o di meno, comunque l’impasto deve essere molto idratato, appiccicoso al tatto. Fai lievitare tutta la notte in frigo; tira fuori dal frigo la ciotola un paio d’ore prima di stendere l’impasto, mettilo sulla spianatoia, manipolalo su una spolverata di farina d’appoggio e poi dividilo in due.
Nel frattempo accendi il forno a 230-250°C se hai il Pizza Stone mettilo nella parte bassa del forno leggermente infarinato. In caso contrario usa una teglia comune leggermente oleata sulla quale adagerai la pizza e la cuocerai nel modo classico.
Fai riposare mezz’ora l’impasto diviso in due e poi stendi un panetto per ricavare una pizza rotonda, allargala bene e condiscila con quello che hai scelto. Io ho messo la salsa di pomodoro, ho infarinato una pala di alluminio, con un movimento deciso l’ho inserita sotto la pizza per trasferirla nel pizza stone posto dentro il forno caldo. In pochi minuti l’impasto comincia a gonfiare sui bordi come in pizzeria, uguale uguale. Merito della botta di calore che riceve la pasta a contatto con la pietra bollente nel forno. Una magia meravigliosa!
Quando il fondo della pizza è dorato, distribuisci la scamorza tagliata a pezzetti e falla sciogliere per qualche minuto. Tira fuori la pizza distribuisci la rucola, un giro d’olio crudo e le scaglie di parmigiano.
Nell’altra pizza ho messo il pesto di pistacchio, infornato e poi aggiunto lo svizzero e il prosciutto. Se hai la mortadella mettila dopo la cottura, è più buona e non si sciupa.
pizza-oriz-pesto-di-pistacchio-resize

l’ipnosi della sfogliatura

croissant-miele-resize

Per realizzare certe prelibatezze ci vuole farina, burro, zucchero e olio di gomito, ho detto a Carlotta ieri l’altro. Lei, distrattamente, tira su gli occhi dal libro sul quale stava studiando la lezione per il giorno dopo, mi guarda e mi chiede con assoluta naturalezza: “dove lo trovi l’olio di gomito, mamma?”
Non ti nascondo che un po’ mi veniva da ridere, sembra quasi un nuovo olio, tipo quello di palma, da bandire o esaltare a seconda della moda del momento.

Realizzare i croissant sfogliati al burro è sempre stato un mio desiderio, sono stata a Parigi una volta e non ti nascondo che ci lassai ‘u cori. Una siciliana a Parigi s’innamora c’è picca i fari.

parigi
La magia è veramente palpabile, si tocca, si ciavura nell’aria, si calpesta con gentilezza sul ciglio della strada, nella metropolitana, nelle pozzanghere che riflettono la bellezza pure ‘nterra. Per non parlare dei tetti. Acchiani su una qualunque terrazza e vedi uno spettacolo inenarrabile, come lo racconti? Quell’aria rarefatta di gennaio, mese freddissimo d’aggigghiari, un colore del cielo misto, dal giallo cangiante all’azzurro passando dalle sfumature intermedie, l’imponenza della torre Eiffel in lontananza e  i tetti romantici, mansarde bombate, finestrate o spioventi con piccole aperture tonde, e camini, tanti camini fumanti che si stagliano sul cielo della Ville Lumiere.
Parigi è Parigi, ci devi andare per comprendere pienamente.

Va beh provo a tornare con i piedi per terra per raccontarti questa esperienza della sfogliatura, la ricetta che ho scelto è di Gabila Gerardi, desunta dal suo bel blog “Pane dolce al cioccolato” una sicurezza assoluta, anzi vai da lei per la ricetta completa, io ho apportato qualche modifica.
Ti dicevo dell’ipnosi nel titolo, olio di gomito a parte, che trovi nel cassetto della forza di volontà per lavorare l’impasto, si innesca una sorta di trance nella quale i movimenti ripetitivi, lenti e precisi convogliano la totale concentrazione in quei tre giri di pieghe favorendo la coscienza di te stesso e una suggestione, intesa come fascino e seduzione, che ti spinge a uno stato che rasenta la maieutica. Funziona di sicuro se sei un tipo ricettivo e possiedi un pensiero creativo ben disposto all’incanto e alla bellezza, provaci.

Croissant sfogliati con farina integrale e miele.

Per l’impasto
prima fase
725 g di farina di forza 300/350 W
400 g di farina integrale
25 g di lievito di birra fresco
155 g di zucchero di canna zefiro
5 g di malto diastassico
10 g di sale
225 g di latte
seconda fase
10 g di sale
325 g di acqua
75 g di burro
Per le pieghe
500 g di burro
Per la finitura
miele o zucchero a velo
1 uovo
comincia 12 ore prima, io ho cominciato la mattina. Mescola gli ingredienti della prima fase. Se usi il Cook Expert ti consiglio di fare metà dose per evitare di sforzare il motore. Aziona la macchina modalità esperto velocità 6, per mescolare e poi aggiungi poco alla volta l’acqua. A questo punto unisci il burro morbido e fai assorbire completamente. Infine aggiungi il sale. Fare lavorare ancora, fino a quando l’impasto lucido si è amalgamato. Se usi una planetaria lavora l’impasto nella stessa modalità aspettando che si incordi attorno al gancio a uncino. Trasferisci su una spianatoia, amalgama l’impasto e ponilo a lievitare dentro una ciotola pulita, copri con la pellicola e metti nella parte bassa del frigorifero a 4°C per almeno 12 ore.prepara il burro per la sfogliatura, tiralo fuori dal frigo e, munisciti di un termometro per alimenti. E’ fondamentale che la temperatura del burro sia, indicativamente, di 15°C, è importante che non scenda mai al di sotto di questa. Prendi un foglio di carta forno, poggia il panetto di burro e copri con un altro foglio di carta forno, con l’aiuto di un matterello stendi il burro formando un rettangolo abbastanza regolare; lo spessore del burro dovrà essere abbastanza simile a quello dell’impasto circa un cm. Piega i bordi della carta da forno per realizzare un pacchetto e rimetti in frigo  quel tanto che ti servirà per stendere l’impasto e ripristinare la temperatura interna di 15°C. Trascorse le 12 ore recupera l’impasto, infarina leggermente la spianatoia e e stendilo formando un rettangolo alto e spesso quanto il pacchetto di burro che hai già steso in precedenza con una larghezza pari al doppio del panetto. Elimina la carta forno, adagia il panetto al centro dell’impasto lasciando 1/3 di impasto libero a destra e 1/3 a sinistra. Sigilla il panetto di burro chiudendolo all’interno dello scrigno di impasto. Fai attenzione che la pasta si congiunga a filo e non si accavalli. A questo punto il pastello sarà pronto per essere sfogliato.Adesso è il momento delle girate, tre serie di pieghe che hanno lo scopo di uniformare l’impasto, di fonderlo insieme sovrapponendo impasto e burro in vari strati.

  • Prima piega: infarina di nuovo la spianatoia  e stendi l’impasto  nel senso della lunghezza fino a raggiungere lo spessore  di circa 2 cm. A questo punto Gabila fa una notazione dicendo che ” se la temperatura del burro sarà di 15°C e quella dell’impasto di 4°C la sfogliatura sarà perfetta, diversamente il burro si spezzerà  e in fase di cottura verrà fuori dal cornetto”, quindi occhio alle temperature dei due prodotti.
    Piega un lembo dell’impasto verso la mezzeria del rettangolo. prendi l’altro lembo e ripiegalo sugli altri due. Ruota la pasta di un 90° in modo da avere il lato corto verso di te e con il dorso delle pieghe verso sinistra.
  • Seconda piega: procedi come per la prima piega copri con la pellicola il panetto e metti in frigo per mezz’ora.
  • Terza piega: tira fuori il panetto dal frigo procedi come sopra, copri con la pellicola e rimetti l’impasto in frigo per un’ora ancora.A questo punto il panetto è pronto per essere steso, per formare le pezzature e la lievitazione finale. Ti servirà una spianatoia grande, spolvera con un po’ di farina e stendi l’impasto nel senso della lunghezza  fino a ottenere un rettangolo di circa 55×25 cm dello spessore di 3 mm circa. Incidi la pasta formando dei triangoli isosceli con una base che misuri 8 cm che taglierai al centro per un cm. Arrotola i cornetti dalla base verso la punta allungando l’impasto. La punta dovrà rimanere sotto il cornetto per mantenere la forma sia durante la lievitazione che nella fase di cottura. Otterrai 16 cornetti.A questo punto puoi decidere di surgelare i cornetti mettendoli su un vassoio rivestito di carta forno, coperti da una pellicola, al momento dell’ultilizzo li tiri fuori e li fai scongelare in frigo e poi li fai lievitare a temperatura ambiente. Nel caso tu voglia cuocerli subito, poni i cornetti formati su una placca foderata con carta forno ben distanziati tra loro, copri con un foglio di pellicola e fai lievitare per un paio d’ore in un luogo al riparo da correnti di aria fredda. Dovranno raddoppiare il loro volume iniziale. Prima della cottura sbatti l’uovo con qualche goccia di latte e spennella sulla superficie dei croissant, inforna a 220°C per 5-6 minuti poi abbassa la temperatura a 190°C e prosegui la cottura per 10 minuti ancora. Per la cottura, come sempre ti ricordo che dovrai basarti sulla conoscenza del tuo elettrodomestico.  Comunque i cornetti saranno cotti quando avranno assunto una colorazione dorata. Servi il croissant tiepido con una velatura di miele oppure spolverato con lo zucchero a velo.
    zucchero-congelato-resize

quando un ingrediente fa la differenza

pane-di-segale_2

– Ciao mamma, che si mangia oggi?
– Ciao curò, insalata e mozzarella
– AH!

Un monosillabo che non lascia fraintendimenti, che include una profonda delusione. Non ci crede ancora, mi talìa e ciavurìa l’aria…
– e… questo profumo che c’è nell’aria che è?
Non si può nascondere niente, il profumo del fritto che aleggia in tutta la casa scopre gli altarini e lei, senza alcun indugio, si precipita in cucina e mi talìa con un sorriso sardonico che la dice lunga sull’appagamento delle sue aspettative.
In effetti basta poco, una panatura particolare realizzata con il pane di segale Huber e la classica insalata di veste a festa

Insalata di bufala e panatura di pane di segale Huber e salsa alle acciughe

Per 4 cristiani
Per la salsa alle acciughe
35 g di acciughe sott’olio
10 g di pinoli
un cucchiaio di succo di limone
uno spicchio d’aglio
2 cucchiai di olio di oliva
pepe garofanato

pane-di-segale_1

per l’insalata
una pera
due carote
200 g di songino
400 g di bocconcini di mozarella di bufala
240 g di pane integrale di segale Huber
2 pomodori rossi grossi
timo
2 cm di zenzero grattugiato
un uovo leggermente sbattuto
farina di semola rimacinato
sale
pepe garofanato
olio extra vergine d’oliva
prepara la salsa frullando le acciughe con il limone, l’aglio e i pinoli; aggiungi l’olio poco alla volta e amalgama. Macina il pepe garofanato e mescola.

Nel mixer metti il pane di segale a pezzetti con il timo lo zenzero grattugiato, il sale e il pepe. Frulla tutto e metti in una ciotola con il pomodoro privato della pelle e dei semi e ridotto a piccolissimi pezzetti a coltello.

Passa i bocconcini di mozzarella nella farina, poi nell’uovo e poi nel mix di pangrattato di segale Huber, ponili in una teglia e poi in frigo. Ti consiglio di lavarti spesso le mani perché durante quest’operazione rischi di rovinare il lavoro di panatura che è fondamentale. Prepara l’insalata mettendo in una ciotola la carota pelata e affettata sottilmente, la pera affetta anch’essa sottile ma con la buccia e il songino, condisci con olio sale e pepe, mescola e metti nei piatti. Tira fuori le mozzarelline dal frigo e friggile in olio bollente, dentro un pentolino piccolo dai bordi alti. È preferibile friggere i bocconcini pochi per volta. Poni su carta assorbente per eliminare l’unto in eccesso e servi sul piatto con l’insalata e la salsa alle acciughe.

ciavuru e leggerezza

huber-alzata-tras-resize
Il ciavuru che si sprigiona in casa quando solo solo pensi di realizzare ‘sta tortina è inenarrabile. Dopo l’abbraccio della cioccolata calda mi faccio inebriare  da tutti gli altri ingredienti che preparo sul piano di lavoro. Tu lo fai? Preparare gli elementi prima, dico.
Prendo la ricetta e i contenitori dentro i quali metterò tutti gli ingredienti pesati. Seguo la ricetta e aggiungo secondo istruzioni. Troppo metodica? forse. Ma questa cosa è efficace per non dimenticare nulla, utile sia per i neofiti sia per chi ha dimestichezza in cucina, secondo me.

Questa ricetta l’ho sperimentata ispirandomi a quella della Mercante di spezie (ciao Lory), usando le fette biscottate Olandesi multicereali Huber di giusta consistenza e sapore rustico, tipico dei multicereali e inserendo, per fluidificare, della cioccolata calda che ho fatto raffreddare prima di unirla al composto.

Torta alla cioccolata e fette biscottate olandesi Huber
Per la cioccolata
280 g di latte tiepido
20 g di zucchero
30 g di cacao amaro

per la torta
125 g di fette biscottate olandesi multicereali Huber
165 g di farina di riso
60 g di mandorle tritate grossolanamente
70 g di nocciole tritate grossolanamente
3 uova
120 g di zucchero
150 g di burro a temperatura ambiente
una bustina di lievito (16 g)
Zucchero a velo e cacao amaro per la finitura

prepara la cioccolata amalgamando lo zucchero con il cacao. Aggiungi il latte sempre mescolando per evitare la formazione di grumi. Poni sul fuoco e porta a ebollizione a fuoco leggero. Spegni e fai raffreddare.
In un robot da cucina riduci in farina le fette biscottate e mettila in un contenitore con la farina e il lievito setacciato. Prepara l’impasto montando il burro con lo zucchero per 5 minuti con le fruste elettriche. Aggiungi un uovo alla volta e aspetta che il primo sia amalgamato perfettamente all’impasto prima di aggiungere il secondo e poi il terzo. Unisci il mix di farina alternando alla cioccolata per fluidificare. A fine lavorazione ingloba la frutta secca e versa in una teglia imburrata e cosparsa di cacao. Io ho usato una teglia scanalata per brioche da 20 cm di diametro in  ceramica.
Inforna in forno caldo a 170 °C per circa 40 minuti. Inserendo uno stecchino deve fuoriuscire leggermente umido per ottenere un cuore morbido. Sforna il dolce e fai raffreddare dentro lo stampo, sformalo, poni su un piatto da portata e cospargi con cacao amaro e zucchero a velo

 

pere, rosmarino e zibibbo

C’è poco da discuriri quando decido che devo far fruttare il mio tempo non ci sono “se” e non ci sono “ma”. Produco e assaggio in una giornata in cui complice era un sole strepitoso, che mi induce a partire da me, dal mio senso di appartenenza a me stessa, dal mio copione, dal mio personaggio: architetto paesaggista, foodblogger, siciliana, tacco 12, appassionata di cafè, fissata con la fotografia, innamorata del sole e amenità varie.
Per una volta (non mi fiderei) parto da me. Dalla lagnusia che mi assuglia con il tempo uggioso e friddu; dallo scuro che s’appresenta a metà pomeriggio dalle scarpe chiuse, le calze e il giubbotto pesante.

Oggi, fa’ cuntu che già passò, sono le 17,03 mentre scrivo e già scurò, le tende sono spalancate picchì ci fu una passatedda di scirocco e un suli che rincuorava l’anima quindi nenti fici? Ho aperto le tende per fare entrare la luce che mi serve per campare, mentre sono al pc butto un occhio fuori e sto ‘n’anticchia megghiu. Ora chiudo perone, picchì c’è uno scuro che ammanta.
Mariamariamaria, com’ha fari? Con la stagione fredda mi cangia l’umore, dormo poco e m’acchiana lo stress, recupero il solito metodo che d’inverno mi fa ingrassare: vado in cucina e cerco di regalarmi un connubio di sapori con qualche accento siculo.
pluncake-inclinato-resize

Plumcake  pere, rosmarino e zibibbo

2 pere abate
100 g di zibibbo liquore dolce
270 g di farina
8 g di lievito
un pizzico di sale
un rametto di rosmarino
130 g di burro
120 g di zucchero di canna Zefiro
2 uova
zucchero a velo
Accendi il forno a 180°C e prepara gli ingredienti: trita gli aghi di rosmarino, molto finemente e mescolali alla farina con il lievito e il sale.
Taglia le pere a quarti dopo averle lavate e asciugate, elimina i semi con uno spilucchino e affettale nel senso della lunghezza a 4 mm di spessore. Io ho usato il robot Magimix, taglio di precisione. Metti le pere affettate dentro una ciotola con il liquore e mescola ogni tanto.
Sbatti il burro con lo zucchero. Se usi il Cook Expert Magimix seleziona il programma impasti dolci velocità 12 per 2 minuti. Riduci la velocità a 5 imposta 3 minuti e aggiungi un uovo alla volta, la farina mixata con il lievito intervallando con il liquore delle pere. Versa in uno stampo per plumcake imburrato e infarinato; livella con la spatola e inserisci le fette di pera in diagonale rispetto allo stampo. Inforna per circa 40 minuti o fino a quando inserendo uno stecchino dentro la torta questo ne verrà fuori asciutto e pulito. Sforna il dolce e fai raffreddare prima di sformarlo e spolverarlo con lo zucchero a velo.

pluncake-fettaresize

mandorle di Sicilia per una torta antica superlativa

Quante versioni per la Linzertorte. UH! A bizzeffe.
E’ considerata una tra le torte più antiche di tutto lo munnu, citata per la prima volta in un libro del diciassettesimo secolo, dal titolo impronunciabile (copio e incollo) Buech von allerley Eingemachten Sachen, also Zuggerwerckh, Gewürtz, Khütten und sonsten allerhandt Obst wie auch andere guett und nützlich Ding etc. della contessa Anna Margarita Sagramosa, veronese di nascita (così, per dire). Il titolo dovrebbe, correggetemi se sbaglio, dire pressapoco così: “libro su ogni sorta di cibo in conserva, su dolci di zucchero, spezie, cotogne e tutti i tipi di frutta e pure su altre cose buone e utili ecc.”. In questo testo è citata la torta di Linz con 4 diverse ricette; dell’autore della ricetta però non si legge nemmeno un’idea. Va beh, se già più di 350 anni fa c’erano già tutte ‘ste versioni pensa, cammin facendo fino ai giorni nostri, quante ancora ne sono state sperimentate.
Mi sono documentata e ho letto che, nelle prime versioni, nell’impasto ci sono le nocciole o le noci e che la confettura posta dentro era di ribes. Ero convintissima, prima di oggi, che la confettura fosse sempre stata quella di lamponi, e che le mandorle fossero sempre state dentro oltre che fuori: alle volte l’ignoranza…
linzertorte_1-resize
Per uno stampo da crostata di 20 cm di lato o di diametro.
150 g di farina 0
130 g di farina di mandorle
125 g di burro morbido
125 g di zucchero fino di canna Zefiro
1 uovo
la scorza grattugiata di un limone
un cucchiaino raso di cannella
un cucchiaino di cacao amaro
150 g di confettura di lamponi
20 ml di latte
un pizzico di sale
zucchero a velo se vuoi

Mescola la farina con la farina di mandorle, il sale, la scorza del limone, la cannella e il cacao, fai un buco al centro e metti il burro a dadini, e l’uovo; impasta con la punta delle dita oppure usa un’impastatrice per amalgamare gli ingredienti. Il composto risulterà molto morbido in relazione all’umidità dell’aria, alla grossezza dell’uovo che usi. Non è un problema, versa su una spianatoia e lavoralo con una spatola rigida, per evitare di scaldarlo, e un po’ di farina di appoggio. Realizza una palla, avvolgila dentro la pellicola e ponila in frigo a rassodare per almeno un’ora. Imburra lo stampo e infarinalo, io ne ho usato uno con il fondo amovibile, molto comodo per sformare la torta. Riprendi l’impasto lavoralo pochissimo e stendi i 2/3 su una spianatoia infarinata con il matterello, arrotolalo sul matterello e adagialo dentro lo stampo. Fai scorrere il matterello sullo stampo per tagliare la pasta in eccesso. Distribuisci la confettura di lamponi e stendi la pasta rimasta, realizza delle strisce di circa un cm di larghezze e incrociale sulla confettura. Spennella con il latte e inforna in forno caldo a 170-180°C per circa mezz’ora. Per la cottura basati sulla tua esperienza e sulla conoscenza del tuo forno.

 

 

Magimix e il Cook Expert

Te l’ho detto che da qualche anno lavoro con il team di cuochi di Magimix? Si te l’ho detto un monte di volte, vero è; ‘nsumma, siamo un gruppo di persone, direi una rete capillare, che lavora su tutta Italia nei negozi ambasciatori Magimix dimostrando l’uso degli apparecchi di questa azienda francisi che s’inventò il robot da cucina più di quarant’anni fa.
Niente facciamo? Seeee, niente…
Dimostriamo la facilità d’uso delle nostre macchine divertendoci insieme con i clienti e proponendo idee facili, veloci e creative. Da qualche mese consigliamo un’alternativa ai numerosi robot da cottura in commercio con una macchina che cuoce a induzione, con una precisione della regolazione della temperatura prossima al grado. Ma anche ‘sta cosa la sai. Ma sai tutto!
Una cosa che ti consiglio è quella di verificare quali sono i negozi ambasciatori Magimix nella tua regione e andare a vedere di persona cosa siamo in grado di preparare con il Cook Expert. Nel frattempo segnati sta ricetta che ho preparato nell’ultima demo.
Una ricetta rifatta enne volte nella maniera tradizionale, mutuata dalla celebre risi e bisi della cucina regionale veneta e scovata su una raccolta di Sale&Pepe. Te la consiglio è speziata, delicata, semplice e vera come poche.

risotto-con-i-piselli-new
Risotto speziato con i piselli e il Cook Expert

per 4 cristiani
320 g di riso Carnaroli
una cipolla rossa
100 ml di vino
200 g di piselli surgelati
150 ml di panna fresca
una bustina di zafferano
un pezzetto di zenzero circa 2 cm
4 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
una stecca di cannella di 4 cm
4 chiodi di garofano
due bacche di anice stellato
700 ml di brodo vegetale
metti in infusione le spezie secche nella panna tiepida dopo averle pestate grossolanamente in un mortaio di marmo. Sbuccia la cipolla, tagliala in quattro e mettila dentro il contenitore di metallo con l’olio, chiudi il coperchio, seleziona il programma esperto e trita la cipolla a velocità 13 per 20 secondi. Apri il coperchio, spingi con la spatola l’emulsione di olio e cipolla, chiudi il coperchio e seleziona la temperatura portandola a 120°C per due minuti a velocità 2/A.
Aggiungi il riso e i piselli, tosta a velocità 2/A per 3 minuti, quando manca un minuto aggiungi il vino e togli il tappo dal coperchio per fare evaporare l’alcool.
Aggiungi il brodo e lo zenzero grattugiato e cuoci per circa 20 minuti a velocità 2/A a 110°C. A fine cottura manteca con la panna speziata filtrata e, se vuoi, una spolverata di Parmigiano grattugiato