Ecco, non si offenda Lina Wertmüller, ché le ho parafrasato il titolo di un suo grandissimo film, ma quando realizzo un dolcetto simile mi sento trascinata con una forza travolgente attraverso qualcosa di bello, di piacevole, di confortante e di rilassante.
Se ho un problema, un pensiero che mi affligge o uno stramaledetto scassamento di cabasisi, me ne vado in cucina, m’allaccio il grembiule bello stretto sui fianchi, raccolgo i capelli in una coda, usando movimenti lenti anzi lentissimi e faccio correre lo sguardo sul piano di lavoro pulito, ancora per poco. Peso gli ingredienti, setaccio la farina, trito il cioccolato e mi perdo, letteralmente, nei suoi effluvi. Il suo ciavuru ha un potere irresistibile, quando è fondente, soprattutto. Mi scordo tutto il resto, se avessi una porta in cucina la chiuderei, ma con il potere della mente, in effetti, la chiudo a doppia mandata e minnifuttu, almeno per ‘na para d’uri. Poi, quannu finisce si cunta.
la ricetta di queste meraviglie l’ho presa su questo affascinante blog. L’incanto delle fotografie mi ha fatto innamorare, a me piace il bello, se poi è anche buono, megghiu accussì.
Manco a dirlo, ma meglio se te lo dico, ho modificato leggermente la ricetta, tu leggi la sua e poi fai tu.
per l’impasto brioche:
10 g di lievito di birra fresco
250 ml di panna
2 uova
100 g di zucchero di canna
600 g di farina
1/2 cucchiaino di sale
100 g di burro a temperatura ambiente.
Per il ripieno al cioccolato:
130 g di cioccolato fondente
130 g di zucchero di canna
60 g di cacao
2 albumi
150 ml di panna
un pizzico di sale
50 g di burro
questa volta non ho usato macchine, ho lavorato usando tanto olio di gomito perché avevo bisogno di silenzio, non c’era neanche la musica.
Silenzio. Ogni tanto mi serve per riordinare le idee, mettere a posto pensieri, piegare paure e metterle in fondo a un cassetto, chiuderlo e via, non pensarci più.
Ho cominciato scaldando la panna dentro una casseruola d’acciaio, a fuoco leggero, l’ho scaldata pochissimo per sciogliere il lievito con le mani. Quindi ho preso una bella ciotola grande, in Pyrex, versato il miscuglio di panna e lievito e su quello ho aggiunto le uova. Con una spatola a lama lunga flessibile ho mescolato unendo gli ingredienti, poco per volta ho immesso lo zucchero. Ho mescolato ancora fino a sciogliere lo zucchero che con il lieve calore della panna si libera in essa; che bello.
Poco alla volta ho cominciato a inserire la farina e a quel punto l’impasto è diventato sempre più consistente, quindi ho alloggiato la ciotola nell’incavo del braccio e, continuando a mescolare, ho addizionando il sale e il burro morbidissimo, a pezzetti. Ho ottenuto un impasto morbido, facilmente lavorabile sulla spianatoia per realizzare una palla che ho fatto riposare dentro una ciotola coperta con della pellicola, in frigo per tutta la notte.
Chiuso lo sportello del frigo mi sono spicciata a tritare il cioccolato, si stava avvicinando l’ora di cena e non avevo più tanto tempo da regalarmi, avevo però la necessità di finire le preparazioni per il giorno successivo. Quindi, facendo tesoro di quell’ora disponibile, ho mescolato la farina con lo zucchero, il cacao e gli albumi per realizzare il ripieno; ho messo sul fuoco un tegame con la panna, quando è arrivata a ebollizione l’ho versata, poco alla volta, dentro la ciotola con il mix di albumi, mescolando fino ad amalgamare bene il tutto. Poi, mi è bastato rimettere tutto dentro il tegame e cuocere, a fuoco basso mescolando, fino a quando ha preso una consistenza densa. Ero oramai alla fine della formazione del ripieno, mancava da aggiungere il sale, il burro e il cioccolato tritato; con un cucchiaio di legno ho mescolato e il calore ha fatto il resto del lavoro: tutto il composto sciolto e amalgamato. Ben fatto! Ho fatto raffreddare completamente e poi suddiviso in due parti uguali su due fogli di pellicola alimentare, con una spatola ho realizzato due rettangoli di circa 20*15 cm che ho ricoperto con altra pellicola e riposti nel congelatore.
Il giorno dopo avevo un bel po’ di cose da fare, camurrie più che altro, quindi ho tirato fuori dal frigo l’impasto per farlo ritornare a temperatura ambiente, ripromettendomi di lavorarlo dopo pranzo: la merenda era assicurata.
L’impasto morbido, l’ho diviso a metà, era umido ma non troppo, non mi è servita farina d’appoggio. Con un mattarello ho steso una metà realizzando un rettangolo di circa 30*21 cm, ho liberato dalla pellicola uno dei due rettangoli di ripieno ghiacciato, l’ho adagiato al centro e poi ho ripiegato l’impasto sul ripieno, sigillato i laterali e spianato con il matterello per chiudere bene. Stessa procedura con l’altra metà. A questo punto ho coperto con la pellicola e ho fatto riposare per una mezz’ora, per dare il tempo al ripieno di recuperare un po’ di morbidezza. Trascorso questo tempo di attesa ho recuperato un pacchetto, l’ho steso con il mattarello formano un rettangolo grande 20*30, poi ho ripiegato ancora verso il centro riformando un pacchetto, e poi l’ho risteso alle stesse dimensioni del rettangolo precedente. C’ero quasi, ancora un po’ di lavoro e avrei ottenuto quelle brioches, felice ero. Il passo successivo prevedeva di arrotolare il rettangolo, procedendo dal lato lungo, ho affettato il rotolo ottenuto a pezzi di 5 cm di spessore, li ho adagiati in uno stampo per muffin precedentemente imburrato, ho coperto con la pellicola e messo dentro il forno spento con la luce accesa per un’ora circa, Stesso identico procedimento per l’altra metà. Sbirciavo di tanto in tanto la lievitazione, durante l’ora di riposo finale e già avevo l’acquolina in bocca. Era giunto il momento d’infornare; ho portato il forno a 175°C, eliminato la pellicola e ho infornato per circa 20 minuti, dal piano di sopra Carlotta, con un tono ineterrogativo nella voce, urla:
-Mamma? Che stai cucinando?
Sarà avviluppata nel vortice al cioccolato, anche lei. Cose bellissime!
Patriziamiceli
Cummari il silenzio fa di un bene certe volte che capita anche a me di cercarlo per mettere ordine nei pensieri e, nonostante la mente va altrove, le mani riescono a trovare pace manipolando delizie, perfetta osmosi di creativita. Ed ora diamo sfogo a queste brioches a dir poco favolosamente golose. Belle, Cumma’ belle belle ! Baciuzzi
Claudia Magistro
Cummari mia, troppe cose in testa ma le mani operose liberano la mente.
grazie duciazza
Cla