volevano diventare delle ciambelline

certo l’aspirazione principe quella era, ma s’assittaru e si trasformarono in schiacciatelle col buco ma buone sono 🙂
Lo dico sempre io bisogna studiareeeee, sempre e comunque.
Ma vogliamo parlare di quei tipi che hanno la presunzione di “inventare” qualcosa e poi la scafazzano senza ritegno? bene parliamo di me allora ahahahah volevo realizzare delle ciambelline all’olio dicevo, ma non sapendo quale sia la consistenza corretta dell’impasto, troppo morbido lo feci e quelle niente fecero? s’allargarono adagiandosi mollemente…diciamo pure che sunnu lariulidde (trad. bruttine)

pseudociambelline assettate alle mandorle e vaniglia
400 g di farina oo
70 g di farina di mandorle
120 g di olio extra vergine d’oliva
4 uova PICCOLEEEEEEEEEEE
un tuorlo
200 g di zucchero semolato
un limone
2-3 cucchiai di latte
una bustina di lievito
un pizzico di sale
una bacca di vaniglia
una fialetta aroma vaniglia

nella planetaria unite tutti gli ingredienti secchi quindi le due farine, il lievito, il sale, la scorza grattugiata del limone, lo zucchero, e i semi della vaniglia. Azionate la macchina al minimo per amalgamare tutti gli ingredienti. Aggiungete l’aroma vaniglia, le uova uno alla volta, il tuorlo, e l’olio. in ultimo aggiungete il latte. A questo punto entra in scena la conoscenza, o la sai o non la sai 😀
quindi se l’impasto è troppo morbido aggiungi un paio di cucchiai di farina, io quello feci ma sempre troppo morbido risultò alla fin fine…
comunque, foderate una placca con carta forno, riempite con parte dell’impasto, una sacca da pasticcere con bocchetta liscia da 0,8 o da 1 cm di diametro, formate tante ciambelline di circa 4-5 cm di diametro distanziandole tra di loro, infornate a 180°C per 10 minuti circa o fino a quando si dorano alla base. Sfornatele e lasciatele intiepidire su una gratella per dolci. Se volete spolverate con zuchero a velo.

mi hanno detto che è già arrivato…

…SETTEMBRE 0_o

ma dico…ma come si permette ho faticato tanto per raggiungere quella fantastica stagione che è la MIA e che mi contraddistingue e lui è già arrivato? al posto suo mi vergognerei, come una ladra mi vergognerei, non sono cose che si fanno ad una signora 😀
ho pensato di avvolgerlo dentro un rotolino di carne rossa mischiato a un po’ d’estate che dite se ne accorgerà?

rotoli di scaloppine speziate
per 2 persone
230 g di scaloppine di vitello
60 g di pangrattato
10 fettine di speck tagliate sottili
20 g di pistacchi non salati
olio extra vergine d’oliva
20 g di parmigiano grattugiato
1 punta di cucchiaino di cannella in polvere
1 spicchio d’aglio
1/2 filetto d’acciuga sott’olio
2 cucchiai d’olio
250 g di pomodori piccadilly
50 g di olive verdi snocciolate
pepe bianco
sale
Tagliate le scaloppine a misura di involtino (10×6 cm circa), battetele con un batticarne fra due fogli di carta forno, fatele marinare per circa mezz’ora a bagno con olio e sale. Preparate il ripieno con il pangrattato, i pistacchi tagliati a coltello, il parmigiano, la cannella, un pizzico di sale e una generosa macinata di pepe bianco, amalgamate con un paio di cucchiai d’olio. Stendete le fettine di carne su un tagliere. Adagiate le fettine di speck a misura riempite con il mix di pangrattato, arrotolate, infilzate con uno spiedino e ripassateli sul pangrattato.
In un tegame, soffriggete l’aglio affettato finemente in un paio di cucchiai di olio, sciogliete l’alice, agggiungete i pomodori tagliati a metà, le olive tagliate grossolanamente. Cuocete per 10 minuti, unite il pangrattato avanzato, unite i rotoli di carne e fate cuocere a fuoco leggero con il coperchio, girando spesso. Servite gli spiedini con la salsina di pomodoro.

non ce la posso fare!

a lasciare l’estate dico…come si fa? ogni anno è sempre la solita solfa, ed ogni anno è peggio di quello passato, sapete che faccio per non cadere in depressione? mi godo questi giorni di caldo e preparo ancora qualcosa con i sapori del sole. Che ne pensate?
Se siete estate-dipendenti provate questa pasticedda, e accattate…

per 2 persone
una zucchina genovese soda
6 olive taggiasche
3 grosse olive verdi condite
3 cocunci
200 g di spaccatelle
olio extravergine d’oliva
un mazzolino di prezzemolo
uno scalogno
ricotta salata al forno
sale e pepe

Affettate finemente lo scalogno ponetelo in un tegame e rosolatelo con l’olio. Unite le zucchine tagliate a rondelle con una mandolina, subito dopo i cocunci, le olive snocciolate e tagliate a pezzetti. Fate insaporire e spegnete la fiamma. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, quando è al dente scolatela e versatela nel tegame con le zucchine, mescolate, unite il prezzemolo tritato, una macinata di pepe e servite con una grattugiata di ricotta al forno.


una creatura di due anni

…il mio blog 😀
Scorza d’arancia ha compiuto 2 anni di ricettuzze lo scorso 4 settembre, il fantomatico B&B ha chiuso i battenti proprio ieri l’altro, e rimettere ordine qua e là mi ha permesso solo oggi di assettarmi per contarvelo!
come festeggiare? manco a dirlo…ahahahahah
ovis mollis con marmellata di mirtilli e cardamomo di Alex…sempre chidda! lo dicevo io che non era nemmeno il caso di dirlo
la ricetta dell’impasto è di Ricettemania ho solo aumentato la dose di zucchero a velo
220 g di farina 00
60 g di fecola
70 g di zucchero a velo vanigliato
160 g di burro a pezzetti
3 tuorli sodi
setacciate i tuorli, aggiungeteli a tutti gli ingredienti nel bicchiere della planetaria e azionatela. Realizzate una palla con l’impasto, avvolgetela in un foglio di pellicola e poi trasferitela in frigo per almeno un’ora. Ammorbidite l’impasto e formate delle palline di circa 20 g, poggiatele su una teglia foderata con la carta forno e praticate su ognuna di esse un foro con il pollice. Riempite con della marmellata a vostro piacere e infornate a 150-160°C per 10-15 minuti. Fate raffreddare su una gratella.

crostata di mirtilli e farina di mais

mi rendo conto! mi rendo conto che sono noiosa e pressocchè monotematica…credo si sia capito vagamente, che mi piacciono i mirtilli 😀
quando sfoglio una rivista, una a caso per esempio…sale&pepe, mi si appizzano gli occhi sul solito ingrediente. Il numero in questione è quello di luglio 2002, dalla ricetta ho rubato i mirtilli e la farina di mais, quindi non è più quella, ma voi sempre vi fidate vero? 🙂

ingredienti per una teglia da 26 cm di diametro
240 g di mirtilli
120 g d farina di mais tipo fioretto
25 g di maizena
170 g di farina bianca 00
135 g di zucchero
120 g di burro
1 uovo
un cucchiaino di lievito in polvere
5-6 cucchiai di marmellata ai mirtilli e cardamomo di Alex
20 g zucchero a velo


mescolare nella planetaria il burro a pezzetti con l’uovo e lo zucchero, aggiungere le farine e il lievito. Formare una palla di impasto e mettete in frigo a riposare per un’ora, ma con questo caldo se riposa 2 ore è meglio 🙂
Sciacquate i mirtilli e fateli asciugare su un canovaccio, dopo in una ciotola, mescolateli con lo zucchero a velo; stendete 2/3 della frolla e rivestite uno stampo precedentemente imburrato e infarinato. Bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta, cospargete la marmellata e distribuite i mirtilli. Stendete la pasta rimanente e ricavate delle strisce larghe che adagerete a grata sui mirtilli. infornate a 160°C per circa 20-25 minuti. Fate raffreddare prima di sformare. Se volete spolverate con zucchero a velo.

Cara Paoletta,



sei tu che dovresti ricevere un premio! Un premio alla miglior idea, originale e simpatica che questo mondo dei foodblogger abbia avuto 🙂
Il giochino dell’estate ha invogliato moltissimi di noi e credo con questa mia affermazione, di accumunare un alto numero di pareri positivi. 😀
Paolè ancora una cosa prima della mia ricettina, per molti, ma non per tutti, è noto che non riesco a scegliere LA foto…fa lo stesso se te ne scarico qualcuna in più? ahahahahah


Ecco la variante sicula
per 2 persone
200 g di fettucce Poiatti formato speciale trafilate al bronzo
1 cipolla rossa di tropea piccola
1 spicchio d’aglio piccolo
1 pomodoro rosso di quelli a grappolo
2 mezzi pomodorini pachino secchi (quindi uno intero)
10 mandorle pelate
10 foglie di basilico
timo arancio
1 cucchiaio di Parmigiano grattugiato
1 zucchina genovese
sale
pepe
scaglie di Ragusano DOP

Affettate la cipolla sottilmente e friggetela, insieme all’aglio tagliato a lamelle, in un fondo d’olio caldo. Unite 3/4 di zucchina tagliata a cubetti e 1/2 pomodoro anch’esso tagliato a dadini, privato della buccia e dei semi. Salate e cuocete per 5 minuti a fuoco dolce mescolando. Ponete nel bicchiere del frullatore insieme con le mandorle, il Parmigiano, il basilico e i pomodorini secchi sciacquati dal sale di conservazione. Salate se necessario, pepate e mettete da parte. Tagliate a julienne il pomodoro e la zucchina rimasti e saltateli nella padella precedentemente utilizzata, con un filo d’olio. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata e scolatela dopo 9 minuti esatti nella padella con le verdure. Saltate un minuto e spegnete il fuoco; Aggiungete la crema e un paio di cucchiai di acqua di cottura della pasta per fluidificare il condimento, mescolate, impiattate e velocemente, cospargete di scaglie di Ragusano DOP, foglioline di timo arancio e una macinata di pepe.

bionda naturale?

lo dico sempre, non siamo mai contenti chi è bruna vuol diventare bionda, chi invece è bionda…
ma non parlo di donne no! parlo della birra che abbiamo provato a fare, o meglio loro, Ettore e Giovanni producevano, io fotografavo l’evento 🙂
I nostri amici Ida e Ettore, ci hanno regalato il kit per la produzione della birra bionda…quella bionda doveva essere…invece dopo il periodo di riposo sembra si sia fatta rossa
mah! e chi ci capisce niente?
il procedimento è semplicissimo, basta seguire alla lettera le indicazioni riportate sul kit di fermentazione, avere a disposizione una sessantina di bottiglie pulitissime, un tappabottiglie e tanta pazienza, sono necessari una decina di giorni per la fermentazione dentro il contenitore ed una decina per il riposo in bottiglia. Brindiamo? 🙂
Appena stappata la prima bottiglia, eravamo un po’ perplessi perchè intanto ci sembrava troppo rossa per essere una bionda e poi all’assaggio il suo gusto era più simile ad una birra scura… doppio mah! non ci sono più le bionde di una volte no, no! 😀

Il kit di fermentazione contiene il malto, e il lievito, ed è completo di tutti gli accessori necessari . La trasformazione avviene in un contenitore di plastica, mescolando il malto contenuto nella lattina, un kg di zucchero ed acqua. Aggiungendo il lievito al mosto di malto si avvia il processo di fermentazione che , nel nostro caso, si è completata nel giro di una decina di giorni. La fase finale prevede l’aggiunta di un misurino (contenuto nel kit) di zucchero in ogni bottiglia e poi il travaso.



sospinte dal soffio caldo dello scirocco…ultimo giro

Sono partite! Per concludere il minigiro, ieri siamo state a Monreale, piccolo comune che domina Palermo e quelli che una volta erano gli splendidi agrumeti della Conca d’Oro.
Sospinte da un caldo vento di scirocco ci siamo insinuate tra i vicoli della cittadina e poi n’ammucciammu tra le fresche mura della cattedrale. Subito dopo una puntatina a Bagheria nella città delle prestigiose ville barocche, ma tradissimo era e le trovammo tutte chiuse 🙁





Bagheria: Villa Palagonia e villa Trabia

Il mondo dei foodblogger ni fici ‘ncuntrari! Le gemelle,che quel mondo lo conoscono a menadito, mi hanno dato l’opportunità di conoscere Elena, foodblogger de La montagna incantata
che, con moltissima disponibilità e simpatia è venuta con la sua famiglia, nella mia casa per conoscerci.

In ultimo ma non per importanza, i doni che le gemelle ci hanno portato dalla loro terra, per Carlotta un bracciale con i cuori multicolor, invece per me, rigorosamente con i toni del viola 😉 un bracciale generato dalla loro creatività con i cristalli Swarovskii ed una splendida maschera di Venezia.

una gita a Palermo

Ma come sono le gemelle? Beh le gemelle sono GEMELLE, nel senso che sono uguali, medesime, pressochè identiche, stessi gesti, stessi vestiti ma colori diversi…alcune volte. Dicono che se le guardi bene non sono proprio uguali…le devi guardare bene bene però, ahahahah così a tavola le ho piazzate di fronte, tra un boccone e l’altro le guardo. Per mia fortuna Manu ha i capelli cortissimi, Silvia lunghi, sono instancabili, al mattino prestissimo, corrono oppure vanno in bici, poi doccia veloce e in giro a far le turiste. Ieri mattina secondo giorno, seconda tappa del minitour siculo, siamo state per vicoli e piazze della città, a pranzo io sono rientrata tra le mura domestiche, loro hanno continuato a girovagare col naso all’insù 🙂
instancabili gemelle…ahahahahah
vi lascio qualche immagine della gita, il mercato è quello della Vucciria





sono arrivate le gemelle

Evviva sono arrivate finalmente. Sono arrivate all’aeroporto alle 9,30 in anticipo di un quarto d’ora…azz dico io, ma allora qualcosa comincia a funzionare, ma aimè sono arrivate con un bagaglio in meno…ma si può perdere un bagaglio in un volo di linea diretto? a quanto pare si… 🙁
Il suddetto bagaglio è arrivato con il volo delle 19,00 ma dico si può? Tra un andirivieni dall’aeroporto siamo riusciti a toccare la prima tappa del minitour siculo guidato; Carini, il suo castello e la storia, che rasenta la leggenda, che vede l’ormai famosa baronessa di Carini uccisa dal sua adorabile papà…non è una storia di mafia, ma sapete come sono le questioni d’onore no? o_O
MAH!
brevemente vi cuntu chi succidiu; intorno alla metà del cinquecento una piccola donna di appena quattordici anni viene “data” in sposa al barone di Carini, quella niente fa? la nicaredda si stuffò di stare ad aspettare il suo sposo possidente e in preda alla noia si innamorò di un giovanotto galante, un certo Vernagallo. Un parrino che non si fici i cabasisi so’, spiò al padre della picciridda il tradimento. Dopo, l’adorabile genitore, in preda alla follia, uccide con un colpo di pugnale la sua creatura e quella agonizzante, appoggiò la mano insanguinata sul muro vicino…ancora quell’impronta esiste, mi assicurano che esiste…io non l’ho mai vista e se non vedo non credo 😉