varie
m’aviti a crìdiri, troppo buona è!
si si, lo so che il fritto è più buono, che la caponata di melanzane, fritta av’agghiessiri e che non dovrei chiamarla caponata picchì mancu l’agrodolce ci fici ma, figghioli miei io ho una dieta da mantenere e idda, la dieta, voli esseri pigghiata per i fondelli, lassatemi fari.
caponata di melanzane e capone al forno
per 4 cristiani
difficoltà: facile
preparazione: 30 minuti più un’ora di riposo delle melanzane
cottura: un’ora e 15 minuti
2 grosse melanzane circa 1,200 g
un cuore di sedano
un pesce capone
30 g di mandorle
40 g di pinoli
300 g di salsa di pomodoro
100 g di olive verdi snocciolate
50 ml di vino bianco
40 g di cucunci
olio extra vergine d’oliva
sale grosso
basilico
una cipolla
lavate, asciugate le melanzane e tagliatele a cubetti, mettetele in un colapasta, distribuite del sale grosso e fate riposare per un’ora. Nel frattempo affettate la cipolla, le olive e il sedano, ponete dentro un tegame con due cucchiai d’olio, fate cuocere con un dito d’acqua, appena questa si è asciugata aggiungete i cucunci sciacquati, sfumate con il vino alzando la fiamma. Unite la salsa, il basilico e cuocete per cinque minuti. Sciacquate le melanzane, strizzatele e mettetele dentro una teglia da forno con 4 cucchiai d’olio e il condimento preparato, mescolate e infornate a 180°C per un’ora circa. Pulite il capone, tagliatelo a tranci togliete la pelle, la lisca interna e tagliatelo cubetti, unitelo alla caponata, distribuite la frutta secca tritata grossolanamente e cuocete in forno ancora 5 minuti. Fate raffreddare prima di servire decorando con foglie di basilico.
sarde e cipudda
Maria_Maria_Maria, è una invocazione tipicamente sicul_fimminesca. ‘I fimmini si lastimianu, si lamentano e invocano Maria, sunnu filici, ridunu di cuntintizza e chiamano sempre a idda, sunnu prioccupate assà e mummuriano sempre Maria. ‘Nsomma, è un continuo chiamare, si capisce sono dall’intonazione della vuci se si tratta si cosa bedda o di cosa tinta.
In questo caso non potete sentire la mia voce ma di cosa bedda trattasi, ci potete calare il carrico da undici cu ‘ste sarde leggere al forno. “Sempre a dieta sei? sempre a dieta sono!”
per due cristiani
350 g di sarde già pulite
un limone, succo e scorza grattugiata
30 g di finocchietto di montagna già mondato
4 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
mezza cipolla rossa
sale
pepe
sciacquate le srade sotto l’acqua corrente asciugatele con della carta assorbente. Preparate un’emulsione mescolando il succo del limone, la scorza, il sale, il pepe e il finocchietto tritato finemente. Disponete metà delle sarde dentro una teglia da forno, distribuite metà dell’emulsione e parte della cipolla affettata finemente; finite con le sarde, l’intingolo rimasto la cipolla. Infonate a 180°C per 15 minuti, servite caldo.
maddalene nicaredde
ingredienti:
un’amica che vi vuole molto, molto, molto bene (e anche di più )
una telefonata dell’amica suddetta da Roma verso Palermo e precisamente dal negozio Peroni
procedimento:
durante la telefonata lei mi chiede: ” sono qui, in un negozio fantastico e ti voglio fare un regalo… ma ce l’hai lo stampo delle madeleine?”
le rispondo: “quelle grandi si”
lei, piccata: “che rottura che sei, hai tutto…e quelle piccole?”
“quelle piccole no!”
ecco sfornate le maddalene nicaredde
la ricetta originale è di Donna Hay, io mi sono permessa di cambiare lo zucchero, l’ho utilizzato di canna e l’ho aumentato di 10 g… e ho un’amica come Tiziana 🙂
difficoltà: facilissima
preparazione: 10 minuti
cottura: 10 minuti
2 uova
85 g di zucchero di canna
50 g di farina
15 g di cacao
un cucchiaino di lievito
60 g di burro fuso freddo
Accendete il forno a 160°C. Con uno sbattitore elettrico sbattete le uova con lo zucchero fino a farle diventare belle gonfie e spumose, vi occorreranno circa 6-7 minuti, aggiungete gli ingredienti secchi setacciati, mescolando con una spatola. Versate negli stampini precedentemente imburrati e spolverati con un velo di farina. Il consiglio che vi do è di usare un sac-a-poche usa e getta, con un piccolo beccuccio, in modo da dosare l’impasto che non deve arrivare al bordo, perché in cottura gonfiano. Infornate per poco meno di 10 minuti, per la cottura basatevi sulla conoscenza del vostro forno, comunque essendo piccole non devono cuocere troppo se no si seccano ( e se ne vanno ghghghgh).
Campania e Sicilia avvicinate da un dolcetto
non chiedetemi perché, nella cittadina di Aversa, ci sono dei dolcetti chiamati polacche… non saprei rispondere. So che in quella cittadina abitano mio fratello, mia cognata e i miei nipotini. Una mattina di un bel po’ di anni fa, eravamo lì da loro, appena sveglio, mio fratello si fionda al bar e torna con un pacchetto ciavurusu che conteneva dei fagottini caldi e buoni da svenire. A quel punto parte la ricerca della ricetta, a tanti chilometri di distanza uno ‘sfizietto’ non ce lo dobbiamo togliere? Aversani, non vi offendete se la ricetta o il procedimento non è perfetto, sono andata a sentimento, accetto ben volentieri consigli e suggerimenti, ci mancassi.
per 10 cristiani
preparazione: un’ora più la lievitazione dell’impasto
cottura: 20 minuti
per l’impasto
500 g di farina 00
90 g di zucchero
150 g di burro
10 g di lievito di birra fresco
100 ml di latte
2 uova codice 0 o 1
un pizzico di sale
un cucchiaino di estratto di vaniglia puro
per il ripieno
4 tuorli
90 g di zucchero
25 g di farina 00
350 g di latte
un baccello di vaniglia
20 amarene sciroppate
per la finitura
un uovo
un cucchiaio di latte
granella di zucchero
non si vedono ma siamo a meno quattro kg
sulla scia della mia dieta vi lascio questa ricettuzza picchi troppo buona era. Niente di che eh? Avìa accattatu un filetto di pisci persicu, c’era puru ‘u tonnu ma fa veleno per ora. Ho aperto il frigo e affacciaru, una zucchina napoletana e una decina di peperoncini verdi…scigghìa la zucchina picchì a conti fatti era di più; la dispensa s’illuminò con ‘sti cucunci sotto sale e dall’orticello pigghiai qualche rametto di maggiorana. Ah, dimenticavo che per ciavurari ‘n’anticchia ci grattugiai dello zenzero friscu, friscu, mancu fussi pisci.
per due cristiani pigghiati:
un filetto di pesce persico da 350 g
una manciata di cucunci
una zucchina napoletana
tre apici di maggiorana
due cm di zenzero
olio extra vergine d’oliva
un piccolo spicchio d’aglio
sale
pepe
in una larga padella antiaderente versate un dito e mezzo d’acqua e un cucchiaio d’olio; adagiate il pesce e, sopra, la zucchine tagliate a rondelle sottili con una mandolina. La zucchina che avanza tritatela grossolanamente e disponetela ai lati del pesce, salate leggermente.Tagliate a rondelle i cucunci dopo averli sciacquati ben bene e disponeteli sopra le zucchine, tritate l’aglio e fatelo piccolo piccolo, grattugiate lo zenzero e distribuite anche una macinata di pepe. Cuocete su fiamma moderata coperto per circa 15 minuti, distribuite le foglioline di maggiorana e servite.
Frutta a tinchitè
Torta speziata alla frutta
per 10 cristiani
tempo di preparazione 15 minuti
tempo di cottura 40 minuti
ingredienti:
250 g di zucchero di canna
4 uova grosse
125 g di yogurt bianco senza zucchero
240 g di burro morbido
200 g di farina di grano duro
150 g di farina di grano saraceno
150 g di fragole tagliate a pezzetti
una decina di fragole intere
1 mela grossa
200 g di mirtilli
2 cm di zenzero grattugiato
un pizzico di sale
10 g di lievito chimico
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
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Verde
Sbollentate le favette, in acqua bollente per pochi istanti, scolatele e, con santa pacienza, eliminate la cuticola e il germoglio. Tritate finemente lo scalogno, doratelo in padella con due cucchiai d’olio extra vergine d’oliva, aggiungete le favette, 100 ml di acqua e fate stufare; quando l’acqua sarà quasi evaporata sfumate con metà del vino. Salate, pepate, spegnente e mettete le favette dentro il bicchiere del frullatore, tranne qualche cucchiaiate, insieme con la menta pulita, i pistacchi, il prosecco rimasto e 3 cucchiai d’olio, frullate tutto. Otterrete un composto piuttosto compatto, niente ci fa, mettetelo dentro una padella capiente, aggiungete un mestolo d’acqua di cottura della pasta e fluidificate per bene, mettete da parte.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente senza buttare l’acqua di cottura e, attenti a mìa, ponetela dentro la padella con il pesto, sopra il fornello caldo spento, mescolate e amalgamate pasta e condimento; impiattate decorando con qualche favetta intera, qualche fogliolina di menta e una grattugiata di ricotta al forno. Poi mi diciìti chi manciati!
svolazzi in rosa
Chi conosce Renato Ardovino sa, che il pasticcere di Real Time, da un nome a tutte le sue creazioni; considerando che ho scopiazzato più di una tecnica spiegata da lui in tv, non potevo che darmi un tono e battezzare anch’io, almeno una torta.
Quando Rossella mi ha chiesto una torta a sorpresa per Giulia, sua figlia ballerina di danza classica, ho pensato che potevo mettere in pratica l’effetto delle balze dei costumi di scena. Se siete curiosi di sapere come si fa guardate il video.
Ho realizzato un pan di spagna classico con 8 uova, cotto dentro una teglia da 30 cm, l’ho poi adagiato su un supporto in polistirolo alto 6 cm che mi è servito da base, più largo e sul quale ho collocato un foglio di acetato per isolare il pan di spagna.
per il pan di spagna:
teglia 30 cm di diametro
8 uova
240 g di farina
240 g di zucchero
un pizzico di sale
due giorni prima della consegna della torta preparate il pan di spagna: accendete il forno a 160°C (per la cottura basatevi sulla conoscenza del vostro forno), imburrate la teglia, infarinatela e eliminate quella in eccesso. Sbattete le uova con lo zucchero e il sale per almeno 20 minuti, aggiungete la farina, poco per volta, mescolando con un cucchiaio di legno, dal basso verso l’alto per non smontare il composto. Versate nella teglia e cuocete per circa 15-20 minuti fate la prova dello stecchino per verificare la cottura. Tirate fuori dal forno il dolce e fate raffreddare qualche minuto prima di sformarlo su una griglia per dolci. Fate raffreddare completamente e avvolgetelo dentro la pellicola per il riposo prima del taglio. Il giorno dopo tagliate in due il pan di spagna bagnatelo con un miscuglio di acqua, zucchero e latte: scaldate 200 ml acqua con 70 ml di latte e 20 g di zucchero; sciogliete bene lo zucchero, versate la mistura nella bottiglia per bagne e bagnate uniformemente il pan di spagna di base.
Realizzate la crema al burro, seguendo la ricetta di Renato ho usato 250 g di burro a temperatura ambiente 350 g di zucchero a velo setacciato e 10 ml di latte caldo (una goccia). Mettete gli ingredienti nella planetaria e sbattete energicamente fino a ottenere una crema. Mettete dentro un sac-a-poche usa e getta, poca crema e realizzate un cordolo sulla circonferenza della torta e preparate la farcitura. Sbattete con le fruste elettriche, 400 g di mascarpone e 300 g di crema di pistacchio. Mettete la crema ottenuta dentro un sac-a-poche usa e getta e farcite la torta con movimenti circolari dall’esterno verso l’interno. Bagnate anche il coperchio della torta, con delicatezza ponetelo a copertura e passate in frigo per almeno un’ora, trascorso questo tempo, con una spatola rivestite la torta con la crema al burro e ponetela in frigo ancora per un paio d’ore. Stendete la pasta di zucchero rosa chiaro rivestite la torta e la base del polistirolo, applicate le decorazioni e finite con un nastro in tinta. Fate riposare la torta in frigo ancora una notte prima della consegna.
sempre a dieta sono
sgranate le fave, eliminate la cuticola che le ricopre e stufatele in padella con un cucchiaino d’olio e un bicchiere e mezzo d’acqua. Appena saranno tenere spegnete e lasciate raffreddare. Pulite i gambi degli asparagi, lavateli e eliminate la parte più dura; cuoceteli in acqua bollente salata per dieci minuti, dentro la pentola alta. Scolateli e tagliateli a pezzi dopo averli fatti raffreddare. In una ciotola mescolate gli ingredienti cotti, il radicchio affettato finemente, lo scalogno tagliato a rondelle e il basilico. Preparate l’emulsione mescolando gli ingredienti sbattendoli con una forchetta, versate sull’insalata, mescolate e servite.
Ciotole di Andrea Branciforti, Caltagirone