attenti a quelle due…

perchè sono amiche mie! quindi occhio calate i manu, mutiiii, e portate rispetto! ahahahah
ma cose, cose, cose dell’autru munnu, ma come si può fare? pareva che ci conoscessimo da sempre! tanto che ci dissi a Stefania:”da quanto tempooooooooo!” e appena la vitti, n’abbrazzammu, ahahahahah e con Patrì? direte voi (perchè lo state dicendo vero?) puru cu idda n’abbrazzammu ahahahah
e poi giù a chiacchierare ma quanto abbiamo parlato? piddia ‘u cuntu! è stato un bla bla bla incessante tanto che dopo un po’ il locale si è svuotato ahahahahah troppe chiacchiere!
comunicazione di servizio…la marmellata di limoni prodotta da Stefania



è finitaaaaaaaaaaaaaa!
così per comunicarlo a tutto il mondo e provincia 😀

io non so scrivere sulle foto, QUINDI..
vi presento Patrizia che scrive sul blog “dolcemente gustoso”

e Stefania che scrive sul blog “cardamomo & Co”
😀

ni vittimu ‘npaliemmu
ahahahah non sacciu parrari palermitano chiedo pirdonanza 😉


quanto mi sono divertita, oh quanto mi sono divertita!

anche perchè spuntò ‘u suli 😀
il busillis era: apparecchio dentro o fuori? brace o forno? Azz le previsoni erano funeste, avvalorate dalla pioggia battente già dalle 6 del mattino…va beh niente ci fa, 25 aprile tra le mura di casa l’importante è stare insieme no?
e invece ‘u Signuruzzu nenti fa? Fa nesciri un suli che spaccava le pietre 😉

se per il primo maggio andrete fuori porta (ma anche dentro la porta ahahahah) portatevi appresso sta focaccetta prima che finiscano le favuzze 😉
la ricetta è desunta dal Sale& Pepe di maggio 2005

Focaccia con le fave
500 g di farina manitoba
25 g di lievito di birra
1,700 g di fave da sbucciare 300 pulite
2 scalogni
1 cucchiaino di zucchero
olio extra vergine d’oliva
10 g di sale
pepe

sgranate le fave, scottatele e privatele della pellicina e tritatele grossolanamente. Stufate gli scalogni affetttati finemente con due cucchiai d’olio e due di acqua , unite le fave e fate cuocere per circa 15 minuti con il coperchio, aggiungete acqua bollente quando si asciugano, salate, pepate e fate intiepidire. Impastate la farina con il lievito sciolto in 250 ml di acqua tiepida con lo zucchero, unite 3 cucchiai d’olio, le fave tiepide e lavorate. Fate lievitare in forno spento luce accesa per circa un’ora. Stendete l’impasto in una placca da forno unta d’olio e fate lievitare ancora mezz’ora. Emulsionate 3 cucchiai d’olio con 4 d’acqua e una presa di sale, spennellate la superficie della focaccia. Infornate a 230°C per circa 20 minuti, servite tiepida con salumi e formaggi.

una mousse che rapisce i sensi

dovete assaggiarla!
…dopo vi innamorerete, il mondo vi sembrerà più bello, vedrete tutto con occhi diversi e se, appena finito il primo bicchierino, vi sembrerà che il mondo perda il colore, afferratene un altro,
FUNZIONA! ahahahah
occhio però, perchè può dare dipendenza 😀

La ricetta è tratta da “I grandi libri degli ingredienti” “Cioccolato” de La Cucina del Corriere della sera
per una decina di bicchierini:
1/2 litro di panna fresca
170 g di cioccolato bianco
70 g di zucchero
1 limone
3 uova
10 g di gelatina in fogli
30 ml di limoncello (io ne ho messi 50 ml)
200 g di mirtilli freschi

mettete la gelatina a bagno in acqua fredda. Sciogliete a bagno maria il cioccolato bianco con un paio di cucchiai di panna, poi toglietelo dal fuoco e fate raffreddare. Con delle fruste lavorate i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso, aggiungete il cioccolato e mescolate con una spatola. Montate gli albumi a neve ferma e aggiungeteli delicatamente facendo attenzione a non smontarli. Scaldate il limoncello e aggiugete la gelatina, mescolate per farla sciogliere, dopo aggiungetela al composto di uova e cioccolato. Unite anche la scorza del limone grattugiata. Semimontate la panna ed incorporatela al TUTTO.
Distribuite una manciata di mirtilli sul fondo dei bicchieri, versate la mousse e ponete in frigorifero per almeno 5 ore, poco prima di servire cospargete con altri mirtilli freschi.
P.S.: presto vi farò sapere come viene se si utilizza il cioccolato al latte e le fragoline di bosco…vero Aida?
ahahahah

un dolcetto con i limoni del papà di Alessandra

…che poi è anche la figlia di Ot

detto così sembra un po’ ingarbugliato ahahahahah provo a semplificare?

C’è ‘na picciridda bedda, duci e zuccherata, precisa ‘intifica a mia, che sugnu la zia acquisitissima…chi avi pì patri e pì matri dù amici mei…’ni capemmu?
…in un misto tra palermitano, messinese e camillerese quasi non ho capito niente manco io
ahahahah

insomma lui, il papà di Alessandra, mi ha regalato un sacco bello grande di limoni appena raccolti…maria chi ciavuruuuuuu, quasi mi ero dimenticata il profumo che sprigionano i limoni appena raccolti, ho vissuto un ricordo 😀 grazie Fabrizio 😉
la ricetta è desunta dall’ennesimo libro di Sale&Pepe “dolci fatti in casa”

120 g di farina di mais
200 g di farina di mandorle
200 g di zucchero a velo
200 g di burro salato (non ne avevo) a temperatura ambiente
3 uova
il succo e la scorza di un limone
1/2 bustina di lievito
1 presa di sale

Scaldate il forno a 160°C (il mio, il vostro non so).
Lavorate con le fruste il burro e lo zucchero, aggiungete la farina di mandorlee poi le uova uno alla volta; aggiungete il succo del limone e la scorza grattugiata. Setacciate la farina con il lievito, aggiungete il sale e poi unite il tutto al composto di uova. Imburrate e infarinate uno stampo da plumcake, riempitelo con il composto e infornate per circa 30-40 minuti.
Se volete, spolverate con dello zucchero a velo.
Quando il dolce era ormai freddo, ho spennellato un velo di marmellata di arance prodotta dalla mia amica Ot 😉 e poi l’ho cosparso con delle mandorle a lamelle.

un cake da portarsi in giro campagne campagne…

un altro scopiazzamento in piena regola, senza alcuna (piccolissima, leggerissima, lievissima etc etc…) presuontuosa manomissione ahahahah
insomma avete presente copiata para para? ecco ‘dda cosa! il libriccino in questione è PICNIC i libri di Sale &Pepe
3 uova
150 g di farina
1 bustina di lievito per torte salate
100 ml di latte
100 ml di olio
100 g di gruyère grattugiato (che spande un olezzo pazzesco nell’istante in cui infornate ahahahah)
150 g di pancetta
1 mazzetto di erba cipollina
burro
sale e pepe
preriscaldate il forno a 180°C. Sbattete le uova, aggiungete la farina, l’olio, il latte e il lievito. Unite il formaggio grattugiato, la pancetta a dadini* ripassata in un po’ di farina per evitare che sciddichi in funnu alla toTTa e l’erba cipollina tagliuzzata. Assaggiate, salate e pepate a piacere vostro. Foderate uno stampo per plumcake, versate il composto, spolverate con del parmigiano grattugiato se volete, oppure con un po’ di gruyère e infornate per circa 40-45 minuti. Fate raffreddare nello stampo prima di affettare.
Se avete figli o mariti dall’odorato “fino” occhio alle parole che vi arriveranno come per esempio…”che puzza!” ( a picciridda) oppure “ma cos’è st’odore?” (lo sposo) e così via e così via…lassateli parrari, il sapore è eccellente e lode 😀

*nella ricetta non è specificato o forse iu un lu capivi come deve essere aggiunta ‘sta pancetta, se a dadini, intera, grattugiata, sminzata, a strisce, a pois…io a dadini c’ha misi

è primaveraaaaaaaaa…

svegliatevi bambineeeeee, alle ‘Ascine messer aprile fa il rubacuooooorrrrrrr
ahahahah, evviva finalmente! da un po’ di giorni mi canto e mi ricanto la “mattinata fiorentina “
è, secondo me, la canzone più azzeccata per cominciare ogni santissima giornata di sole ahhhhhh non ne potevo più di pioggia freddo e ventazzo mallitto!
approfitto di queste mie pagine per augurare a tutti voi lettori adorabili (ma anche a quelli stolti) Buona Pasqua!
😀

questa ricetta è tratta dal numero di aprile de “la Cucina” del CORRIERE DELLA SERA
ho manipolato l’esecuzione avvicinandola ai miei gusti

per 4 persone:
4 medaglioni di filetto di manzo da 150 g ciascuno
90 g di burro a temperatura ambiente
una noce di burro
10 g di prezzemolo
10 g di basilico
10 g di timo
4 patate medie
4 spicchi d’aglio fresco
1 piccola cipolla rossa di tropea
2 fette pancarrè senza il bordo
1 cucchiaio di succo di limone sale e pepe
lavate le patate, mettetele in una casseruola con l’acqua fredda portate ad ebolizione, salate e fate cuocere per una ventina di minuti. Io le ho pelate dopo la cottura anche se la ricetta non lo prevede, mi ni futtivi ;), mettetele in una teglia irroratele con un filo d’olio e gli spicchi d’aglio con la buccia, infornate a 180°C per 30 minuti. Tritate le erbe aromatiche (tenete da parte un bel cucchiaio abbondante), mischiatele con il burro, il pepe e il succo del limone lavorando con una forchetta in una terrina; mettete il burro in un foglio di alluminio lavorandolo formando un salsicciotto. Chiudete e mettete in freezer a rassodare. Tritate la cipolla, mischiatela alle erbe aromatiche messe da parte, il pancarrè passato nel mixer, ponete le briciole ottenute in un padellino, sprcato da una goccia d’olio extra vergine d’oliva, fate tostare con pochissimo zucchero, la punta di un cucchiaino e mettete da parte. Legate i medaglioni con del filo da cucina.

In una padella fate fondere una noce di burro e cuocete pochi minuti per parte, dai 5 ai 7 minuti, dipende moltissimo dall’altezza dei medaglioni se esagerate con la cottura sarà compromessa la morbidezza del risultato finale. Salate a fine cottura, mentre la carne è ancora sul fuoco ponete sulle fette le rotelline di burro aromatizzato cospargete con il miscuglio di pane ed erbe, spegnete il fuoco, eliminate il filo (io mu scurdai!)che tiene in forma la carne e servite subito con le patate tagliate a pezzetti grossolani.
Nelle foto noterete che ci sono anche dei carciofi…li ho aggiunti come contorno insieme con le patate. Prendete 2 carciofi puliteli e affettateli, immergeteli in acqua acidualata con il limone, scolateli e saltateli in padella con un paio di cucchiai d’olio, dell’aglio fresco intero e delle erbette aromatiche, quando sono cotti salate e pepate.

…a favorire!

che in Sicilia vuol dire “prego, vogliate accettare e condividere con me questo cibo” con due parole “a favorire” invece risolviamo alla grande un gran giro di parole ahahahahah!
Ad una torta così come si fa a dire di no? Certo se sei a dieta gira al largo ahahahah, ma nulla osta di pigghiari un pizzinu e segnarisi la ricetta…no? quando decidi di ripigliare qualche etto fattilla!
è un consiglio spassionato, quando l’ho assaggiata mi sono sbaciucchiata tutta, è molto molto molto buona 😀
la ricetta è desunta quasi para para dal libro di Sale&Pepe collection “Cioccolato/Torte classiche”
molto molto molto facile da realizzare, sono due mousse una cotta e l’altra “cruda”, cos’altro aggiungere?…

FAVOLOSA

Accendete il forno a 170-180°C, imburrate uno stampo apribile di 23 cm di diametro e foderatelo con la carta forno, così s’impiccica ben bene 😀
preparate la prima mousse:
mettete in una ciotola a bagnomaria 150 g di burro a pezzetti e 150 g di cioccolato fondente ridotto anch’esso a piccoli pezzi, ponete sul fuoco appena comincia a bollire l’acqua del pentolino, spegnete e fate sciogliere gradatamente, poi mescolate e amalgamate. In una ciotola mescolate 5 tuorli a temperatura ambiente con un cucchiaio di cacao amaro (circa 13 g), poi aggiungete il composto di cioccolato e burro fusi, mescolate. Montate i 5 albumi a neve ferma azionando il mixer ad alta velocità, unite a poco a poco 175 g di zucchero semolato, montate fino a quando il composto diventa bello lucido e chiummusetto cioè sodo 😉
Aggiungete adesso gli albumi in due volte, al composto di cioccolato; versate nello stampo e infornate, cuocete per circa 20-25 minuti. In questo frattempo vedrete il composto gonfiare, gonfiare, gonfiare (una meraviglia) quando con la prova stecchino, il dolce sarà cotto, sformate la toTTa e quella niente farà? s’assetta! non preoccupatevi è tipico delle mousse, tra l’altro è un bene perchè farà l’incavo per ospitare la mousse “cruda”, si vede bene nella foto della fetta ;). Fate raffreddare la torta nello stampo.
Preparate la seconda mousse esattamente come la prima ma con diverse dosi
100 g di burro
100 g di cioccolato fondente spezzettato
3 uova grandi separate
2 cucchiai di cacao amaro
115 g di zucchero semolato
quando è il momento di incorporare gli albumi al composto di cioccolato aggiungete 1 cucchiaio di liquore al caffè io ho usato una crema di whisky e 2 cucchiaini di gelatina in polvere sciolta in 80 ml di acqua tiepida…io non l’ho sciolta in nessun liquido, l’ho messa direttamente nell’impasto. Versate dolcemente la mosse sul dolce oramà freddo; decorate se volete, con dei riccioli di cioccolato al latte. Mettete in frigo per almeno 3 ore o meglio ancora tutta la notte.

uno tira l’altro

miiiiii da quanto tempo non facevo ‘sti bicotticeddi, un secolo direi, li ho rubati a Sigrid, ne ho fatto una scorpacciata infinita, buonissimi sono 😉
a mia cu tutta sta farina mi nni vinniru ‘na trentina a idda, invece dudici…
…avìa ospiti ahahahahah
200 g di farina 00
130 g parmigiano grattugiato,
120 g di burro moBBido
130 g di farina di mais tipo fioretto
100 ml di latte
3 uova
1 cucchiaino di lievito per dolci non zuccherano ne vanigliato
1 cucchiaio di zucchero abbondante
1/2 cucchiaino di sale
1 presa di peperoncino in polvere

Setacciate la farina con il lievito, nella planetaria con la frusta K mettete le farine, il sale, lo zucchero, il peperoncino e il burro a pezzetti, azionate al minimo aggiungendo gradatamente il formaggio grattugiato. In una terrina sbattete 2 uova con il latte, versate sull’impasto fino ad ottenere un prodotto omogeneo. Stendete la pasta con un matterello a 2 cm di spssore con un coppapasta di 6 cm di diametroritagliate gli scones, poneteli distanziati, su una placca foderata con carta forno, spennellate con il terzo uovo sbattuto, infornate in forno caldo a 200°C per 20-25 minuti oppure se avete il forno potente come il mio controllate la cottura, quando sono dorati, sunnu cotti.
Avvertenza fateli raffreddare n’anticchia prima di assaggiarli ahahahahah

Cla, mi fai le polpettine in bianco…

…come le fa mia madre?
quando lo sposo ti dice di fare un piatto come lo faceva sua madre è la fine, mai e poi mai ti verrà uguale ma nemmeno simile ahahahahahah ma per far si che, almeno in apparenza, ci somigliasse, ho chiamato la mia suocerina e lei felice, mi ha raccontato la sua ricettuzza
“prendi la cipollina, la carotina…” :*
lìimpasto delle polpette è mio perchè lei nel racconto mi disse “fai le polpette come al solito …”
🙂
era contenta che l’avessi chiamata per una consulenza culinaria 🙂
Mia suocera aveva e ha tutt’ora, una montagna di cose che negli anni, ha distribuito ai sui figli, tra le tante cose che ho ricevuto, ce n’è stata una che le ho chiesto sfacciatamente…un vasetto anni 50 regalato al suo matrimonio lo vedete nella foto non ho saputo resistere 😀

per 4 persone
per le polpette
350 g di tritato di vitello
5 fette di prosciutto crudo tritato
1 uovo
qualche manciata di pangrattato
latte per ammorbidire l’impasto qualche cucchiaio, verificate la morbidezza con le mani
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
un mazzetto di prezzemolo tritato
sale
pepe

4 o 5 patate
2 scalogni
una carota
un mazzetto di prezzemolo
2 pomodori rossi
olio extra verdgine d’oliva
tritate la cipollina, il prezzemolo e la carota, riducete a cubetti piccoli il pomodoro, cuocete il tutto in un tegame capiente con 3 cucchiai d’olio e il coperchio per pochi minuti, unite le patate sbucciate e tagliate a cubetti, fate insaporire e poi versate dell’acqua fino quasi a coprire le patate. Friggete le polpette e poi quasi a fine cottura delle patate aggiungete le polpette cotte, facendole insaporire. Con il sughetto potete condire gli spaghetti 😉

…alla domanda “come sono venute? “
“…non mi ricordo più il sapore di quelle di mia madre…”
che dire?
ahahahahahah

…non fare orecchi da Mercante eh?

Questa donna favolosa qui, il giorno in cui ha messo piede nell’isola, ci ha letteralmente, ricoperto di regali, non è una figura retorica no, ci ha letteralmente ricoperto, aveva una valigia enorme e pesantissima. Mi ha rassicurato che sarebbe ripartita dopo i tre giorni stabiliti ahahahahah…arrivate a casa, ha spalancato la valigia e dentro c’erano due o tre cose contate per i tre giorni di soggiorno il resto erano doni, questo è uno di quelli e per il quale non trovavo una golosa collocazione; adesso l’ho trovata! questi biscotti sono un esperimento riuscitissimo e me ne vanto alla grande yuppi yeah yuppy yeah
splendida biondazza mia, bedda come poche, ritorno al titolo del post: non fare orecchie da Mercante…perchè se vuoi assaggiare questi biscottini…menza palora eh? chissà magari ti ritrovi un piccolo posticino nella tua magica valigia per un vasetto di perle rosse, ma t’impongo di portare un valigino nico la prossima volta occheiiii?
alloraaaaaaa, aprileeeeee ma quando arrivi che mi porti la Mercanteeeeeeeeeeee?


250 g di farina 00
125 g di burro morbido
140 g di zucchero
100 g di cranberry secchi
1 uovo
100 ml di brandy
una fialetta aroma vaniglia
8 g di lievito in polvere
un pizzico di sale

Mettete i cranberry a bagno nel brandy per circa un quarto d’ora. Nel frattempo con le fruste, lavorate il burro con lo zucchero fino a ottenere una crema, aggiungete l’uovo e l’aroma sbattete fino ad amalgamere bene i l composto; con una spatola o se avete la planetaria, montate il gancio K e continuate a lavorare l’impasto aggiungendo i cranberry sgocciolati, la farina e il lievito setacciati. Realizzate una palla, avvolgetela nella pellicola e ponte in frigo per almeno un’ora. Stendete l’impasto mantenendo uno spessore di 3-4 mm, con un tagliapasta realizzazte i biscotti poneteli in una teglia foderata con carta forno e infornate per 10 minuti in forno caldo a 160°C (regolatevi con il vostro forno)