nel giardino che vorrei

…metterei a dimora almeno due o tre piante di Lycium barbarum; il clima sarebbe anche favorevole, godrei della loro chioma dal portamento ricadente, dei loro fiori, già  dall’inizio dell’estate, bianchi, viola e lilla e dei loro frutti le famose bacche di Goji. Ci vulissi quel bel punto di rosso carico, il colore del loro frutto, per ravvivare un angolo del terreno. Studiando questa pianta ho scoperto che il nome Goji è stato dato, nel 1973, dall’etnobotanico del nord america, il dottor Bradley Dobos. Questo esimio studioso turnau dal Nepal, dopo anni di studio, con, in sacchetta, un riconoscimento straordinario; fu il primo occidentale a diventare medico di medicina tibetana, lavorando e studiando, vicino vicino con Sua Santità Dalai Lama e uno stuolo di personaggi, portatori sani di saggezza e gentilezza.

 Considerando che il mio giardino è nicareddu, e difficilmente potrò inserire quest’essenza strepitosa, ho approfittato dello shop on line di Gaia Superfood Le bacche di Goji sono un multivitaminico naturale al 100% fatevi un giro nello shop e leggerete “tutto il buono che fa bene” ma non solo, leggendo leggendo, scoprirete la filosofia di Gaia Superfood, i valori che contraddistinguono questo brand, il
concetto di “dono” e “riconoscenza” verso quei luoghi e
quella gente del lontano Tibet, che hanno donato un frutto così strepitoso; per
questo, parte del ricavato delle vendite delle bacche di Goji Tibetano saranno
devoluti a favore dell’associazione Dawa.

 

Energia
vitale, mangiare sano, benessere del corpo, dello spirito e lunga vita; un
insegnamento da seguire con un consumo sistematico a colazione, aggiungendo i
Superfood ai frullati, allo yogurt o nel muesli, darà una marcia in più alla nostra
giornata grazie alla ricchezza di vitamine, minerali e proteine contenute
naturalmente. Amunì, accogliamo
questo dono.

Biscotti Superfood al burro salato e bacche di Goji Tibetano

250 g di farina di grano duro di Sicilia

50 g di semola integrale di grano duro di Sicilia rimacinata
200 g di burro salato
50 g di vino Passito di Pantelleria
100 g di zucchero di canna
un uovo 
10 g di semi di lino
8 g di lievito chimico

Mettete le bacche Goji a bagno nel vino; mescolate insieme le due farine, unite il burro tagliato a pezzetti leggermente ammorbidito, i semi di lino, lo zucchero, l’uovo, le bacche di goji leggermente strizzate e il lievito setacciato, impastate per rendere omogeneo il composto, realizzate tre salsicciotti di uguale diametro e poneteli in frigo a rassodare per almeno due ore
Prelevate i cilindri di impasto dal frigo e tagliateli a sezioni di circa un cm di spessore, disponeteli su due placche foderate con carta forno e infornate per circa 10 minuti a 170°C, come sempre ricordo che la cottura va commisurata alla conoscenza del vostro elettrodomestico.

TASTE FIRENZE

Fiorentini! Toscani tutti AMME’!
dal 9 all’11 marzo andate alla Stazione Leopolda a Firenze e immergetevi nel favoloso Taste
Ci sarò anch’io, beh, non fisicamente picchì devo badare ‘a picciridda, ma con una ricetta sarò lì. Vi cuntu che fici.
 Sono stata coinvolta da Simone Sabaini, il produttore di Cioccolato di Modica Sabadì, in un progetto che rende complici il mondo del design con quello del cibo. Mizzica, mi sono detta, che cosa interessante da proporre a un architetto che si occupa di cibo, tanto interessante che mi chiesi in che veste mi si richiedeva il contributo […].  In definitiva il mio progetto prevedeva l’elaborazione di una ricetta inedita che coinvolgesse il Cioccolato di Modica Sabadì con il Siccagno, un nero d’Avola della produzione di Arianna Occhipinti. Dopo di ciò il giovane designer Andren avrebbe dovuto illustrarla. Ebbene, tutto ciò è avvenuto, che cosa aspettate? Andate a vedere di persona pirsonalmente, ben otto foodblogger e 16 designer in mostra a Firenze!
La ricetta la trovate QUI insieme all’illustrazione di Andren. Io, nel mio piccolo vi lascio qualche scatto della ricetta. Oh, raccontatemi qualcosa quando ci andrete, siate gli occhi miei.
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