vellutata di zucca e nocciole

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dell’autunno mi piace il colore; essenzialmente caldo. Mi piace pensare che prepara al freddo che arriva, prima o poi.
Tra le cose positive di quest’Isola c’è, sicuramente, il clima. Anche se visibilmente impazzito, mantiene qualche vecchia promessa, nei momenti di lucidità. Anche qui arriva il freddo, certo non è il freddo di Pordenone e poi dura poco; affaccia qua e là intervallando tiepide giornate di sole.  Non basta, dici? No, sicuramente, ma aiuta.

vellutata di zucca  e nocciole

500 g di zucca decorticata e tagliata a cubetti
300 g di patate pelate e tagliate a cubetti
una fetta di zucca con la scorza pulita
foglioline di maggiorana
50 g di nocciole tritate
olio extra vergine d’oliva
500 ml di brodo vegetale
sale e pepe
in un tegame metti un filo d’olio, aggiungi la zucca a cubetti e le patate, mescola e porta a cottura con il brodo, ti servirà circa mezz’ora.
Affetta sottilmente la fetta di zucca rimasta, distribuisci le fette su una teglia foderata con carta forno, distribuisci un velo di sale e qualche goccia di olio, spennella per uniformare. Inforna a 180°C per circa mezz’ora.
Frulla  il composto di zucca e patate, aggiusta di sale e regala una macinata di pepe. Distribuisci nei piatti decora con qualche ciphs di zucca, foglioline di maggiorana e una spolverata di nocciole tritate.

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crema di cavoletti piccante e capesante gratinate

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Un marzo in piena regola, anche troppo, direi, ma ci sta tutto.
Dice che in Sicilia c’erano gli invasi vuoti, si rischiava il razionamento dell’acqua picchì nei mesi invernali ci fu sempre tempo buono, sole e pochissima pioggia. Appena qualcuno disse la parola magica “razionamento dell’acqua” si è scatenata la pioggia perenne a lassa e pigghia o ad assuppa viddano, che per le colture è una vera manna dal cielo, è il caso di dire.
Praticamente ‘U Signuri, su scuiddò, cu tutta ‘st’acqua. Mi chiedo se si possano chiudere i rubinetti, gli invasi s’incheru?
Va beh, cu tutta la pacienza che ci voli, recupero un po’ di verdura invernale (ancora) e, nell’attesa che arrivi il tanto (da me) agognato cambio di stagione, mi manciu ‘stu piatticeddu.

Crema di cavoletti di bruxelles piccante, capesante gratinate e ciavuru di finocchietto di montagna
per due cristiani:

500 g di cavoletti di bruxelles
un cipollotto
due pomodori pelati
un mazzetto di finocchietto di montagna
un peperoncino
sei capesante
pan grattato
olio extra vergine d’oliva
sale

In un tegame soffriggi, con due cucchiai d’olio, il cipollotto tritato; aggiungi i cavoletti mondati e tagliati a metà, i pomodori privati dei semi, dalla buccia e tagliati grossolanamente, il peperoncino tritato. Mescola per fare insaporire e poi copri con acqua. Aggiungi parte del finocchietto tritato e cuoci per circa mezz’ora o fino a quando i cavoletti saranno teneri. Sala e frulla con un frullatore a immersione, fai riposare al caldo. Prepara la panatura per le capesante mescolando un paio di manciate di pangrattato con un po’ di finocchietto di montagna tritato finemente, un pizzico di sale e un cucchiaio d’olio; tosta su fuoco leggero mescolando. Fai intiepidire e poi passa le capesante nella panatura, ponile su una piccola teglia e inforna a 180°C per circa 1o minuti.
Distribuisci la crema nelle fondine, adagia tre capesante gratinate e servi con un giro d’olio crudo.

 

e che cavolo!

 ecco, cavolo verza infilato in una vellutata di patate, una ricetta semplicissima acchiappata su questo sito, l’idea di mettere il cavolo affettato bello fa!
per due cristiani
una carota
un cuore di sedano
due spicchi d’aglio
una grossa cipolla rossa
500 g di patate rosse pelate
brodo vegetale
una manciata di pistacchi
due fette di bacon
un cavolo verza
foglioline di finocchietto di montagna
peperoncino di cayenna
olio extra vergine d’oliva

tritate finemente la cipolla, la carota, l’aglio, il sedano, ponete in un tegame e soffriggete con un paio di cucchiai d’olio, unite le patate pelate e tagliate a quadrucci, coprite con il brodo e portate a cottura. Frullate il composto di patate, rimettete sul fuoco e allungatelo con dell’altro brodo, unite il cavolo affettato precedentemente pulito dalle foglie dure esterne e dalla parte coriacea interna, aggiungete dell’altro brodo durante la cottura per evitare che la vellutata si asciughi troppo.
 Scottate il bacon su una piastra rovente, tagliatela a pezzetti e mettetela da parte. Quando il cavolo diventerà morbido distribuite la vellutata in due scodelle, decorate con metà del bacon, metà dei pistacchi e qualche fogliolina di finocchietto. Servite con un giro d’olio e una macinata di peperoncino.
 

Ma all’urtimata, picchì?

Me lo chiedo eh? si mi chiedo: ma all’urtimata, picchì? Picchì devo morire sana dopo una vita da malata. Mah, una vita di sacrifici; e togli questo, e non mangiare quello, e la farina 00 fa malissimo, e lo zucchero raffinato fa veleno, e i grassi uccidono, e il colesterolo peramordidio, e il “per carità l’olio  d’oliva fa ingrassaredamorire e tu ti ci fai il bagno”. Non me la fido più, come si dice qua in Paliemmu, che tradotto equivale a dire non ce la faccio più. Poi mi metto in cucina e mi sfirniciupicchì di mangiare la fettina sbattuta sulla piastra non me l’accollo, almeno questo!

per due cristiani
160 g di pasta integrale corta
300 g di funghi misti già puliti
400 g di zucca decorticata
50 ml di vino bianco secco
due piccoli cipollotti
uno spicchio d’aglio
un rametto di rosmarino
400 ml di brodo vegetale
olio extra vergine d’oliva
10 g di semi di zucca decorticati e tostati
affettate i cipollotti e l’aglio, metteteli in un tegame con un cucchiaio d’olio e gli aghi di rosmarino, fate scaldare un paio di minuti, aggiungete i funghi e la zucca tagliata a dadini, sfumate con il vino a fiamma vivace e mescolate per insaporire. Coprite con il brodo, portate a bollore e cuocete a fiamma bassa per circa 20 minuti, spegnete e fate intiepidire leggermente e frullate con un frullatore a immersione. Suddividete la vellutata in due scodelle; cuocete la in abbondate acqua salata, scolatela bene e ponetela al centro del piatto, mescolate e servite subito con i semi di zucca e una macinata di peperoncino, 

variazioni sul tema: vellutata di zucca

Alex Fef, sempre lei.
Molto spesso associo cose a persone, come tutti credo. Ecco, Agapanthus a parte (solo perché non si mangia), la zucca è una di quelle cose mangerecce che mi fa pensare a lei e alla sua favolosa vellutata, fatta e rifatta infinite volte. Questa di oggi era sulu ppì mia, quindi ci ho dato dentro con il gusto forte, voi regolatevi di conseguenza, seguendo i vostri gusti e la vostra attitudine con il cibo piccante.

 sulu ppì mia

330 g di zucca rossa decorticata
una costa di sedano con le foglie
una cipolla
una piccola patata 50 g già mondata
400 ml di brodo vegetale
un cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva
50 g di robiola
un mazzetto di prezzemolo
mezzo peperoncino piccante habanero chocolate o uno a piacere
una manciata di semi di lino
una manciata di mandorle a lamelle
una grattugiata di noce moscata

Tritate la cipolla e il sedano, poneteli dentro una casseruola con l’olio e fate insaporire, aggiungete la patata e la zucca tagliati a dadini, mescolate per insaporire e coprite con il brodo.
Tritate l’habanero eliminando i semi e aggiungetelo al brodo, cuocete a fuoco leggero per circa 30 minuti.
Mescolate la robiola con il prezzemolo tritato finemente. Frullate la zuppa e versatela in una scodella, distribuite le quenelle di robiola, i semi di lino, le mandorle e la noce moscata, servite subito.

lustro e leggerezza

Io proseguo eh? Tanto lu sapiti che, ogni pizzuddicchiu, trasunu e nesciunu piatticeddi dietetici. Mi dispiace tanto per i più golosi che si aspettano sughi abbondanti, torte vastase con “scioglievolezze” di creme e cioccolata colante (bedda matri santissima). I periodi di magro ci vogliono per me, sono assolutamente obbligatori per non allargarmi come un pallone gonfiato e non passare più per i corridoi dei supermercati, il fine ultimo di un foodblog…ma che sto dicendo? Chi nnì sacciu qual’è il fine ultimo di un foodblogger, non devo e non voglio generalizzare, parlo ppì mmia che è megghiu: desidero assaggiare tutto, tanto e anche di più, voglio assaporare cibi mai assaggiati provare tutte, o quasi, le declinazioni delle cotture e non mi basterà una vita per questo, lo so, ma è assolutamente legittimo e ci provo non v’aviti ‘a siddiari. Allora, senza nesciri troppo ‘o largu e usando ingredienti semplici, provo a variare sul tema vellutata.

vellutata di fave spezzate zucca e aglio speziato arrosto
per due cristiani:
preparazione 1 ora e 30 minuti
cottura:30 minuti
per l’aglio arrosto:
una o più teste d’aglio (potete conservarlo in frigo e usarlo per altre preparazioni, oppure mettetelo sott’olio)
qualche chiodo di garofano
peperoncino secco sminuzzato
olio extra vergine d’oliva
per la vellutata
100 g di fave spezzate
400 g di zucca decorticata
una testa d’aglio arrosto
un porro
una carota
una costa di sedano
peperoncino secco q.b.
un rametto di rosmarino
una manciata di semi di zucca tostati e decorticati
olio extra vergine d’oliva
sale
preparate l’aglio arrosto tranciando di netto le cime di una testa d’aglio, sfogliatelo leggermente, mettetelo in una cocottina, infilzate con uno o più chiodi di garofano (a sentimento), cospargete con il peperoncino e un filo d’olio. Coprite le cocottine con un foglio di alluminio e infornate a 180°C per circa 30 minuti, togliete la copertura e cuocete ancora per altri 30-40 minuti dovrà scurirsi in superficie. E chista è una, annamu caminannu: tagliate a metà il porro e a spicchi la zucca, poneteli su una teglia, coprite con un foglio di alluminio e cuocete a 180°C per 15 minuti il porro e per circa mezz’ora la zucca. Tritate la carota e il sedano, ponetelo dentro una casseruola con due spicchi d’aglio arrosto e mezzo porro arrosto tritato, irrorate con un filo d’olio e 100 ml di acqua cuocete a fiamma dolce fino a quando le verdure crude saranno semicotte ma sempre croccanti, aggiungete le fave spezzate lavate e sgrondate, mescolate per fare insaporire e poi coprite con mezzo litro di brodo vegetale; cuocete per circa 30 minuti o fino a quando le fave saranno cotte. A metà cottura aggiungete la zucca tagliata a cubetti. Se l’acqua dovesse asciugarsi troppo aggiungete tanta acqua bollente, quanto basta per continuare la cottura. Prelevate poco più della metà delle fave, mettetele dentro un contenitore dai bordi alti e frullate. Impiattate con metà della parte frullata e metà di quella intera, decorate con fili di porro arrostito, metà dei semi di zucca e qualche foglia di salvia.

I colori caldi dell’autunno e le sfumature dell’arancio

L’autunno ha dei colori splendidi, sostituiscono il bianco del sole che stiddìa l’occhi d’estate. Anche se mi piace assai quel bianco. L’arancione la fa da padrone eh? Poi scorrono tutte le sfumature dal beige e il marrone passando per il rosso. Colori che richiamano i boschi e la loro parte ammucciata.
Questo mese Salutiamoci chiama a gran voce le castagne, ed io qua sono per ricordare l’iniziativa che mira a volersi bene.
Questo mese il gioco è ospitato nel blog di Azabel, Kitchen bloody kitchen e queste sono le regole scopiazzate proprio da lei 😉

  • La sfida è quella di cucinare qualcosa di buono, sano e magari anche bello con l’ingrediente del mese (le castagne, ma anche le castagne secche e la farina di castagne), approfondendo il rapporto cibo/salute ed evitando scorciatoie industriali.
  • L’unica vera regola è quella di utilizzare questa tabella degli ingredienti: ci sono ingredienti non permessi, ingredienti permessi ma non consigliati e ingredienti consigliati.
    Cercate di usare il più possibile gli alimenti consigliati, ma anche quelli permessi ma non consigliati ovviamente vanno bene.
     La tabella è stata stilata prendendo spunto dal lavoro del prof. Franco Berrino dell’Istituto dei Tumori di Milano e dalle linee guida sue e dello chef Giovanni Allegro, insegnante alla scuola di cucina di Cascina Rosa che si occupa di prevenzione tramite l’alimentazione.
  • Potete partecipare con una, due, dieci, mille ricette, l’importante è farlo entro il 31 ottobre a mezzanotte.
  • Possono partecipare tutti, blogger e non: se avete un blog pubblicate la vostra ricetta inserendo il logo di Salutiamoci e un link a questo post.
    Le ricette possono anche essere vecchie, ma è necessario fare un nuovo post. Una volta pubblicato ricordatevi di lasciarmi il link nei commenti!
    Se non avete un blog potete inviarmi le ricette tramite mail a questo indirizzo info@alicemartini.com, questo è necessario perché a fine mese verrà fatta una raccolta con tutte le ricette pervenute.
  • Se avete qualche dubbio potete andare sul blog di Salutiamoci: potete ritrovare il regolamento, approfondire meglio l’argomento e trovare i fondamenti su cui si basa Salutiamoci, inoltre troverete le raccolte delle ricette dei mesi precedenti.
Vellutata di zucca e castagne
per due cristiani:
500 g di zucca pulita
10 castagne
50 g di nocciole tostate
1 cucchiaino raso di curry
pistilli di zafferano 
sale
pepe
olio extravergine d’oliva

Togliete il guscio alle castagne e  lessatele in acqua leggermente salata. Nel frattempo tritate finemente la cipolla, mettetela in un tegame di coccio e dorate a fuoco dolce. Aggiungete la zucca tagliata a dadi, mescolate e diluite con 250 ml di acqua calda, cuocete per circa 15 minuti. Eliminate la pellicina dalle castagne, mettetele nel tegame insieme alle nocciole e al curry . Portate a cottura, aggiustate di sale e riducete in purea con un frullatore a immersione. Pepate, aggiugeete un giro d’olio crudo e impiattate decorando con lo zafferano.

vi state preparando

gastronomicamente? Vi state ancora abbuffando o state facendo una pausa prima del gran finale? Io ho ancora degli avanzi, i ceci della pasticedda di pagina 35; vi comunico che sto per papparmi questa crema di ceci e nocciole, l’ho fatta sulo ppì mia ma se volete favorire non ci metto niente a prepararne un altro piatticeddu, dicitimmillu prima dell’una e menza però…vabè, dai, fino alle due vi aspetto 🙂

sulu ppì mia
500 g di ceci lessati 
una manciata di nocciole 
3 chiodi di garofano
pepe
olio extra vergine d’oliva
frullate 400 g di ceci con qualche cucchiaio di brodo di cottura, metteteli in un tegamino per scaldarli insieme con i ceci interi e qualche altro cucchiaio di brodo, la quantità dipende da quanto densa desiderate la crema.
Mettete la pietanza in una ciotola e cospargete con i chiodi di garofano precedentemente pestati in un mortaio con le nocciole, irrorate con un filo d’olio e distribuite una macinata di pepe. Vado a mangiare, ciao

tutti in forma…per la prova costume ahahahahah

Qualche giorno fa, Valentina & Riccardo di Cucinando mi hanno chiesto la ricetta di un piatticeddu, uno sano, non che gli altri non lo siano, ma uno di quelli che ti aiutano a stare in forma, niente cose tristi però; uno che segua i canoni dello stare leggeri seguendo una dieta equilibrata. Perché? Come perché…il due d’ottobre a Massa si è svolta una manifestazione “Massa in forma, tutto ciò che fa bene al corpo e alla mente” è stata una domenica all’insegna dello sport e del vivere meglio la città.  Proprio una bella idea!

Allora io, che sempre a dieta sono, nonostante le toTTe che affacciano su queste pagine, propongo uno dei miei pranzi leggeri e anche glutenfree. Con questa ricetta mi adagio sugli allori di Alex, le sue Foto e i suoi Fornelli, perché la base è sempre quella della sua favolosa vellutata (della quale facevamo menzione stamattina eh Alex? ‘A facisti? ahahahah) 

per 4 cristiani:
500 g di zucca decorticata e senza semi
500 ml di brodo vegetale
un bel cucchiaio di curry
una spolverata di paprika 
un peperoncino 
una cipolla rossa 
uno spicchio d’aglio
2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
4 quenelline di philadelphia 
una manciata di nocciole tritate al coltello
200 g di grano saraceno bio
tagliate a dadini la zucca, affettate la cipolla e l’aglio, mettete tutto in una casseruola, senza fare il soffritto; aggiungetela paprika, il curry il peperoncino a pezzetti, l’olio e il brodo vegetale. Fate cuocere fino a quando la zucca si ammorbidisce, circa mezz’ora o poco meno. Frullate il composto e mettete da parte. Cuocete il grano saraceno in acqua salata bollente, scolatelo e preparate i piatti. Mettete uno specchio di vellutata, un quarto di grano saraceno, una piccola quenelle di formaggio e una spolverata di nocciole. Servite subito.  

…e verde pisello

in verità, il verde accompagna l’ingrediente principale che è il sedano rapa 😀
che dite, si vede che sono ancora a stecchetto? 😀
e che non dimagrisco manco ammazzata? ahahahahah
provate questa crema, è fatta apposta per chi adora i sapori forti, è dunque fatta apposta per me  😉

1 sedano rapa
100 g di piselli surgelati
1 mela Granny Smith
300 ml di acqua circa
1 cipolla rossa
1 cucchiaino raso di berberè
un giro di olio extra vergine d’oliva
sale

 

Sbucciate il sedano rapa, tagliatelo a tocchetti e mettetelo in una casseruola con la mela sbucciata e  tagliata a pezzi grossolani, la cipolla affettata a rondelle, i piselli e il berberè. Coprite con l’acqua e cuocete per circa 20 minuti o fino a quando il sedano si sarà ammorbidito e i piselli saranno cotti. Unite dell’altra acqua bollente se è necessario. A fine cottura, frullate tutto, salate, versate un giro d’olio e impiattate; decorate, se volete con fettine sottili di mela e un ciuffo di mentuccia. Per chi segue una dieta meno drastica potrebbe aggiungere un paio di cucchiai di panna fresca.
Il berberè, per chi non lo sapesse, è una miscela piccante di spezie che si può comprare già pronto nei negozi ben forniti o in quelli etnici, o se volete leggete qui e preparatevelo da soli. Il mio è stato un regalo, ed è stato acquistato da Castroni a Roma. Approfitto dunque, per ringraziare la mia amica Tiziana, che mi ha letteralmente sommersa di spezie castroniane ahahahahah

promemoria pi mia: oggi (25 novembre), in una caseruolina nica ho cotto con qualche mestolino d’acqua, una manciata di piselli, una carota, mezzo peperoncino, un quarto di cipolla rossa affettata e mezza scatola di funghi champignon avanzati e scolati dal liquido di conservazione, aggiungendo se necessario dell’acqua bollente ho portato a cottura; non ho salato perchè l’acqua in ebollizione era salata. Questo contorno l’ho poi mescolato con la poca crema rimasta…buono!