Crema di parmigiano e tartufo nero


praticamente questa è la pasta che ha dato origine a questa
finalmente ho trovato il tartufo e quindi ecco l’originale…
vi confido un segreto, sapete che preferisco la prima?
🙂

ingredienti per 2
per la crema di parmigiano:
150 ml di latte
25 g di burro
15 g di farina
50 g di parmigiano grattugiato

zenzero
un piccolo tartufo nero
scaglie di parmigiano
1 manciata di foglie di rucola selvatica
sale e pepe

Preparate la crema di parmigiano sciogliendo in una casseruola il burro, la farina, il latte ed in ultimo il parmigiano grattugiato. Mescolate sempre su fuoco moderato fino a ebollizione.
Toglietela dal fuoco e fatela raffreddare. Nel frattempo lessate la pasta in abbondante acqua salata e poi scolatela con una schiumarola nella padella con la crema di parmigiano, diluite con un po d’acqua bollente della pasta; saltate, pepate e servite sul piatto con una scaglie di zenzero a piacere e tartufo nero grattugiato…sarebbe meglio a fettine ma non avevo l’attrezzo adatto, decorate con foglie di rucola e scaglie di parmigiano.

Involtini di spada con dadolata di verdure




Un secondo leggero che potrebbe trasformarsi in un contorno, anche molto più calorico 🙂
ingredienti per 2
400 g di pesce spada tagliato sottile ma non troppo
10 g di funghi secchi
170 ml di brodo vegetale
30 g di burro
vino bianco
mezza zucchina genovese
mezza melenzana
mezza cipolla rossa
sale e pepe
affettate sottilmente la cipolla e mettetela in una padella con le verdure tagliate a dadini fate sciogliere il burro senza friggere, unite il brodo poco alla volta, stufando le verdure; a metà cottura aggiungete i funghi precedentemente ammollati in acqua calda, e tagliati grossolanamente. Su un tagliere allargate i filetti di spada e recuperate le fettine migliori per realizzare una decina di involtini, tagliate a dadini le parti scartate e unitele alle verdure, sfumate con il vino e finite la cottura. Aggiustate di sale e pepate. Riempite le fette di spada e fermatele con uno spiedino, poneteli in una teglia leggermente oleata, irrorate con qualche goccia di brodo e un filo d’olio, salate leggermente ed infornate a 180°C per 6 minuti.
Servite su un letto di verdure stufate.

Fettuccine vongole e pistacchi

per quelli che non hanno seguito la prova numero 1 possono, se ne hanno voglia, andare a vedere qui.
Il top da raggiungere è la pasta realizzata da un ristorante (il mio preferito) di Capaci “Torre Alta”. Il piatto si chiama Fettuccine alla Montecristo, ovviamente non ho ancora raggiunto l’obiettivo ma mi sto avvicinando 🙂
per 4 persone
2 kg di vongole già spurgate
350 g di fettuccine
100 ml di vino bianco
30 g di mandorle
30 g di pistacchi di Bronte
30 g di pangrattato
uno spicchio d’aglio
2 cucchiai di panna fresca
olio
pepe
In una larga padella soffriggete l’aglio tagliato in due, mettete le vongole sfumate con il vino, coprite con un coperchio. Quando si saranno schiuse unite la panna e spegnete. Eliminate parte delle valve. A parte tostate le mandorle, il pistacchio e il pangrattato tritati, aggiungete un filo d’olio e mescolate fino a dorare il composto di frutta secca. Portate a bollore abbondante acqua salata, versate la pasta e cuocetela a metà cottura, scolatela, versatela nella padella con le vongole e portate a cottura mescolando sempre. Servite con il trito di frutta secca e una spolverata di pepe nero macinato al momento.

Fior di cavolo in crosta

ma che spettacolo, sono questi cavoli, stupendi, hanno un “disegno” perfetto!
ah la natura che prodigi sa realizzare! Di fronte a cotanta meraviglia non ho resistito eli ho comprati
🙂
per 4 fiori
mezzo cavolo romano
2 broccoletti
1 confezione di pasta sfoglia rustica del signor Giovanni Rana
1 uovo
un cucchiaio di panna fresca
4 cucchiaini di pesto alla genovese
olio
cuocete a vapore metà del cavolo romano e i 2 broccoletti, dopo averli lavati e ridotti in piccole cimette. Spennellato con l’olio 4 cocotte, ritagliate in 4 la pasta e rivestite i contenitori.
Sbattete l’uovo con la panna e un pizzico di sale, spennellate la pasta con l’uovo e disponete le cipette leggermente salate, distribuite il pesto e l’uovo rimanente richiudte parzialmente la pasta sfoglia e infornate in forno caldo a 200°C per circa 15 minuti o finchè non la sfoglia non sia dorata. Servite direttamente nelle cocotte come contorno mono porzione.

Torta 7 veli

Questa per me è una grande conquista, avevo provato a realizzarla un anno fa, con una ricetta a dir poco inaffidabile, una tragedia, come si dice da queste parti “c’avevo levato mano”; non aveva la giusta consistenza le dosi erano a totalmente sballate. La scorsa settimana, nel mio solito curiosare nelle cucine delle mie cuoche preferite, sono passata da Angie che aveva postato il praliné… mi ha riacceso la lampadina della meravigliosa 7 veli. Poi quello splendore di Giovanna, svela l’arcano, aveva fatto la sette veli indicando il forum di cookaround e io di Giovanna mi posso fidare ciecamente. Fici bonu!
La mia torta non si può paragonare a quella della fantastica pasticceria Cappello, ma sono soddisfatta del risultato.
Per realizzarla armatevi di tempo e di un termometro da cucina, il resto è puro divertimento!
Cominciate il giorno prima, io ho iniziato alle 14,00 di venerdi ed ho finito di montare la torta alle 19,00.
ingredienti per il pan di spagna al cioccolato:
6 uova
150 g di zucchero
140 g di farina
60 g di fecola
40 g di cacao amaro
una bustina di lievito
una presa di sale
Sbattete le uova con lo zucchero, fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso, unite il sale, la farina, il cacao e la fecola setacciati con il lievito, versate l’impasto in una tortiera apribile di 28 cm di diametro (io l’avevo di 22 cm infatti mi sono avanzate un po’ di creme) imburrata e infarinata, cuocete in forno caldo a 170°C per 25-30 minuti. Fatelo raffreddare su una gratella per dolci. Quando sarà completatmente freddo, tagliatelo in 4 parti, conservate i dischi interni mettendo da parte quello inferiore e quello superiore. Preparate una bagna con 200 ml di acqua e 200 g di zucchero, scaldando sul fuoco e, quando si sarà raffreddata, irrorate con un pennello ambedue le facce dei dischi di pan di spagna.
Ingredienti per circa 300 g di praliné

100 g di mandorle tostate

100 g di nocciole tostate
200 g di zucchero
50 g di acqua
disponete lo zucchero e l’acqua in una pentola, mettetela sul fuoco e senza mescolare, lasciate
che lo zucchero diventi un caramello biondo. Aggiungete la frutta secca e mescolate: inizialmente la massa tenderà a cristallizzarsi e lo zucchero assumerà la tipica consistenza sabbiosa, lasciate il composto sul fuoco e continuare a mescolare affinchè lo zucchero torni a sciogliersi. Ottenuto questo, versate il composto di frutta e caramello su un foglio di carta forno, stendetelo con una spatola e lasciatelo raffreddare. Spezzettate il caramello coperto con un secondo foglio di carta forno colpendolo ripetutamente col batticarne…è liberatorio 😀
A questo punto accade una magia, mettete i pezzi ottenuti nel mixer alla massima velocità: il composto verrà ridotto in polvere per poi trasformarsi in pasta densa ed infine più morbida. A questo punto è pronto! metttetelo in un vasetto di vetro e conservate in frigo.
Ingredienti per la base pralinata:
200 g di cioccolata gianduia
150 g di parinato
125 g di feuillantine gavottes…sottilissimo biscotto bretone, che giusto questa volta ne ero sprovvista 😉
quindi ho usato le cialde montecatinesi che mi ha regalato la zia Mike questo Natale;
sciogliete la cioccolata a bagnomaria, aggiungete il pralinato, e poi il biscotto rotto con le mani, amalgamate bene e poi disponete sul fondo della tortiera foderato con carta forno; distendetelo in maniera uniforma e mettete in frigo.


Ingredienti per la bavarese alla nocciola:
3 tuorli
60 g di zucchero
1,5 fogli di gelatina
100 ml di panna fresca
1 cucchiaione di pralinato
un cucchiaino da caffè di maizena
250 ml di latte intero
Portate a bollore il latte con 30 g di zucchero e togliete dal fuoco. Montate i tuorli con lo zucchero rimanente fino a renderli bianchi, aggiungete a freddo la maizena setacciata, sciogliendola ben bene con un cucchiaio di legno e amalgamatela al composto, a questo punto aggiungete il latte caldo e amalgamate, riponete sul fuoco cuocendo fino a raggiungere la temperatura di 85°C. Togliete dal fuoco, aggiungete il pralinato, la gelatina precedentemente ammollata in acqua fredda e filtrate il tutto con un colino. Fate raffreddare e poi incorporate la panna semimontata. Ponete in frigo.
Ingredienti per la mousse al ciocccolato:
300 g di cioccolato fondente
9 uova
Sciogliete il cioccolato a bagnomaria. Versatelo in un recipiente capiente e fate raffreddare per 5 minuti. Aggiungete 2 tuorli alla volta amalgamandoli bene. Montate gli albumi a neve fermissima e uniteli al composto poco alla volta mescolando dal basso verso l’alto.
ingredienti per la glassa a specchio:
170 g di acqua
150 g di panna liquida fresca
230 g di zucchero
75 g di cacao
7 g di gelatina
portate a ebollizione l’acqua, la panna, lo zucchero e il cacao, portate il miscuglio ad una temperatura di 103/104 °C. Fate raffreddare fino ad una temperatura di 50°. Aggiungete la gelatina precentemente ammorbidita in acqua fredda. Fate riposare tutta la notte a temperatura ambiente. Prima di utilizzarla scaldatela fino a 40°C .
Montate la torta: prendete dal frigo la teglia con il pralinato versateci sopra metà della mousse al cioccolato, poi mettete un disco di pan di spagna, versate la bavarese alla nocciola, e poi mettete l’altro disco di pan di spagna, quindi la rimanente mousse al cioccolato. Mettete in frigo per tutta la notte. Il giorno dopo togliete il cerchio e riscaldate la glassa portandola a 40°C. Ponete la torta su una gratella per dolci e distribuite la glassa sulla torta. Recuperate la glassa che cola ed effettuate una seconda glassatura. Spostate la torta su un piatto da portata e ponete in frigo per almeno 8 ore.

Ingredienti per la decorazione:
100 g di cioccolato amaro all’85%
sciogliete a bagnomaria il cioccolato, versatelo su un foglio di carta forno e distribuitelo con una spatola ottenendo uno strato sottile, fate raffreddare qualche minuto, poi provate la consistendza con il dito, se toccando il cioccolato rimane un filo attaccato al vostro dito è pronto per essere “tagliato”. Eeffettuate quindi dei segni verticali e orizzontali realizzando dei rettangoli dello spessore della torta, poi delicatamente mettete in frigo per mezz’ora. Trascorso questo tempo, staccate i rettangoli di cioccolato e metteteli alternati sul bordo e poi sbizzarritevi mettendoli sul piano della stessa.


6 delle innumerevoli cose che amo

eccomi anch’io innamorata delle mie cose tra le tante, ne ho scelto 6, ma perchè proprio 6 e non 10 o 20 o 100? va beh mi limito, dai! e faccio la brava. Ringrazio Giulia, Excalibur
Vivi e Sere che mi hanno pensata con amore:
amo la mia casa, l’ho riempita con tante minchi…ehm cose, inutili e udite udite anche utili
amo spadellare e ricevere, quando venite a casa mia non ditemi “compriamo una pizza” perchè divento una bestia. “2 fili di pasta si preparano sempre”
amo il mare e il sole, l’estate e le vacanze
amo dipingere
amo sporcarmi le mani con la terra, piantando bulbi oppure un’aromatica
amo andare in giro per i negozi e dal parrucchiere
insomma una cosa futile ci voleva proprio, cose da femmine!

p.s. amo la mia famiglia…tutta siamo troppi per fare un elenco; non ditemi che è la settima perchè non è una cosa che mi piace fare ma una cosa naturale che uno si porta nel cuore.
Amo pensare che le persone che non ci sono più fisicamente, ci sono sempre e aleggiano intorno. Amo ricordare la voce di mio papà, che mi racconta una barzelletta.
:*
non lo volevo fare questo meme perchè sapevo che m’avrebbe intristito.

la cucina regionale

UAU!, è arrivato il momento del meme Mariluna ed Elga m’invitarono e dopo numerosi giorni mi accingo a rispondere, spero mi vorranno perdonare per la mia svogliatezza di quest’ultima settimana. Ecco la mia lista di dei piatti regionali che m’attizzano di più.
Anch’io non farò una graduatoria, ma preferisco redigere una lista di piatti regionali che ho avuto il piacere di assaggiare.
Ho vissuto ben 5 anni in Toscana, ahhh! che meraviglia la fiorentina con l’osso, la tagliata, la panzanella i cantucci pucciati nel vin santo, il chianti, il sugo alla lepre, le cialde di montecatini…che dire se non CHE MERAVIGLIA.
In Sicilia ci sono nata e ci vivo, a parte il mare e il sole che ADORO insieme con il clima, il cibo della mia tradizione mi piace tutto, dalla mezza con panna e una briocia allo sfincione, dalle stigghiole alla pasta con le sarde, dalla 7 veli agli anelletti al forno. La nostra è una cucina bella grassa, lontana anni luce dalla mia dieta, piena di sughi e intingoli.
Della Calabria mi piace da matti il piccante, il peperoncino, la ‘nduja e le salsine al pomodoro
In Campania si è trasferito mio fratello, quindi ho avuto la fortuna di assaggiare gli scialatielli, le sfogliatelle, le polacche e il casatiello
E dell’Alto Adige? ah che bontà tutte le cose da mangiare quando fa freddo, e li fa freddo! I cnederli che buoni, la cioccolata calda e la torta di grano saraceno. Che bontà!
Poco ci sono stata nel Lazio sempre di passaggio, ma mi è bastato per aver conservato nella mia mente i piaceri del palato con i saltinbocca alla romana pasta cacio e pepe, e quella meraviglia della pasta alla amatriciana.
Purtroppo ho girato molto poco quindi per ignoranza mi fermo qui.
Passo la palla chi non ha ancora fatto questo meme.

Pollo alle erbette




Ultimamente in casa mia non viene più gradito il petto di pollo; ma un po di carne bianca non la dobbiamo mangiare? Eccerto che la dobbiamo mangiare, allora questa sera io e la mia bimba abbiamo cenato sole solette in copagnia di un paio di coscette di pollo stufate in tegame, insaporite dalle erbette più classiche del mondo, nulla di esotico (Carlotta non le mangerebbe manco a dirlo): basilico, prezzemolo e origano.
La ricetta è tratta da un Sale&Pepe di novembre 2001, dalla quale ho omesso del concentrato di pomodoro e utilizzato del brodo vegetale al posto del brodo di pollo.
Quando Carlotta assaggia una pietanza, io tremo ma senza dare nell’occhio, la spio per capire all’istante se le piace o meno. Questa sera mi ha detto che la fettina di pollo non la vuole più ma la coscetta la adora e cucinata così era buonissima. FIUUUUH e per stasera la prova del cuoco è superata.
Ingerdienti per 2 ( di cui una a dieta e una bambina, quindi per un pasto normale direi di raddoppiare le dosi)
2 fusi di pollo spellati
1 cipolla piccola
500 ml circa di brodo vegetale
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di farina
1 ciuffo di prezzemolo
1 ciuffo di basilico
1 ciuffo di origano
vino bianco per sfumare
olio extravergine d’oliva
sale e pepe

Pelate la cipolla e affettatela, pulite l’aglio e tagliatelo in 2; ponete le verdure in un tegame con un paio di cucchiai d’olio e i fusi di pollo, fate rosolare le verdure e il pollo insieme, mescolando spesso per dorare il pollo da tutti i lati. Aggiungete la farina e mescolate bene sciogliendo eventuali grumi. Bagnate con il vino, fate evaporare e poi aggiungete il brodo poco alla volta, unite metà delle erbette tritate, salate poco e pepate, fate cuocere per circa un’ora a fuoco lento con il coperchio, mescolando ogni tanto e aggiungendo brodo se necessario. Quando la carne si è staccata dall’osso il pollo è pronto per ricevere l’ultimo parte della cottura, togliete il coperchio e a fuoco vivo fate addensare il fondo di cottura. Eliminate l’aglio e servite con le erbette rimaste.
p.s. se siete a dieta non pucciate il pane nella salsina vi sarebbe fatale, ma se non lo siete godetevi quello sballo:D

Minestra in nero…



Minestra in nero, con un po’ di verde su sfondo bianco. La mia mania dei colori imperversa in ogni dove, quindi quando ho visto i fagioli neri sono impazzita, io adoro il nero, sfila, dimagrisce ahahahah, un po’ meno dimagriscono i fagioli, ma comunque…continuando nella mia spesa di cose sfiziosette, ho trovato i funghi champignon neri disidratati. Con tutto questo nero bisognava spezzare con un po’ di bianco, bianco e nero elegante fa! Quindi va bene per una serata 🙂 , un scaffale più in là trovo l’orzo perlato che fa al caso mio e tutta contenta me ne vo’ pensando alla mia serata di gala…in compagnia di una minestra 🙂
Durante la fase di preparazione rimuginavo…ok con la serata di gala, ma tutto ‘sto secco non sarà troppo? ravviviamo con qualcosa di fresco, verde e verduroso e splash arrivano gli asparagi.
Ingredienti per 4 persone:
100 g di fagioli neri secchi
100 g di orzo perlato
20 g di funghi champignon neri disidratati
un mazzo di asparagi freschi
100 g di anelletti siciliani
2 pomodori pelati
4 rametti di rosmarino
1/2 cipolla rossa
1 spicchio d’aglio
un mazzetto di prezzemolo
1 cucchiaio di farina
2 l di brodo vegetale
sale
pepe
4 cucchiai di olio extravergine d’oliva+ quello per condire

Mettete a bagno i fagioli 12 ore prima della preparazione. In una pentola di coccio soffriggete in 4 cucchiai d’olio i rametti di rosmarino lavati e asciugati, quando saranno dorati eliminateli e soffriggete il prezzemolo, la cipolla e l’aglio tritati; appena saranno rosolati sciogliete la farina badando a non fare grumi. Unite i pomodori pelati, privati dei semi e tagliati a cubetti, fate insaporire ed aggiungete i fagioli, copriteli con il brodo e fateli cuocere trequarti d’ora. Lavate l’orzo e aggiungetelo ai fagioli, aggiungete brodo e mescolate per amalgamare gli ingredienti. a metà cotura aggiungete i funghi e dopo ancora una decina di minuti gli asparagi tagliati a rondelle, lasciate le punte intere. Quando i fagioli saranno quasi cotti, aggiungete la pasta e fate cucinare ancora aggiungendo brodo bollente. La pasta si potrebbe omettere, ma noi siamo pastari e quindi… A fine cottura aggiungete una macinata di pepe, aggiustate di sale se è necessario e condite con olio extravergine d’oliva.
Questo piatto è fortemente sconsigliato a quelle persone che non gradiscono le cose callose sotto i denti e quelle che vanno di fretta
😉

Fagottini di pasta phillo al profumo di basilico


Una cosina stuzzichevole, veloce sia da preparare che da mangiare 🙂
8 fogli di pasta phillo
16 fettine di melenzane fritte
16 cubetti di parmigiano reggiano
16 cucchiaini di pesto alla genovese
buro fuso
stendete i fogli a due a due sovrapposti, tagliate ogni doppiofoglio in 4 strisce e procedete mettendo all’inizio di ogni striscia una fettina melenzana, un cubetto di parmigiano e un cucchiaino di pesto alla genovese, infagottate come qui che si capisce ben bene, spennellando con del burro fuso ad ogni piegatura. Infornate a 200°C per circa 15 minuti o fino a quando la pasta non si sia dorata.