simil tapas

🙂
sempre sulla scia della Spagna un paio di antipasti scopiazzati da uno dei soliti libriccini di Sale&Pepe collection “piccoli antipasti” occhio che sono stati manomessi però eh?!

bocconcini di zucchine con polpa di granchio e prosciutto crudo
per 18 pezzi
3 zucchine genovesi
un cucchiaio di olio d’oliva
1 pomodoro pelato privato dei semi
un cuore di brodo o mezzo dado per brodo alle verdure sciolto in 2oo ml d’acqua bollente
una cipolla rossa di tropea
una presa di peperoncino
una scatoletta di polpa di granchio sgocciolata
pangrattato abbrustolito aromatizzato con pecorino, pepe, olio e zafferano

Lavate le zucchine, spuntatele e tagliatele in due nel senso della lunghezza. Con un levatorsoli asportate la polpa delle zucchine e mettetela da parte; affettate ogni mezza zucchina in tre pezzi, dopo saltate in padella con l’olio per un paio di minuti, poi aggiungete il pomodoro tagliato a cubetti e il brodo, coprite e cuocete per circa 15 minuti. Togliete il coperchio e fate stringere il sugo per un paio di minuti. Con delicatezza estraete i pezzi di zucchina e poneteli in un piatto da portata dal lato della buccia. Scaldate la salsa e unite la cipolla tritata finemente, il cuore delle zucchine sminuzzato e il peperoncino cuocete per pochi minuti, spegnete unite la polpa di granchio mescolate e togliete dal fuoco, pepate e solo se necessario salate, unite un po’ di pangrattato e distribuite il composto dentro le zucchine, servite caldo

Champignon arrostiti al prosciutto crudo e pistacchi
18 champignon
125 g di burro morbido
una cipolla rossa di tropea
50 g di prosciutto crudo
50 g di pistacchi più altri 20 g per decorare
pangrattato aromatizzato con pecorino, pepe, olio e zafferano

pulite i funghi togliete il gambo. Frullate il burro la cipolla e 50 g pistacchi; riempite le cappelle mettetete il prosciutto crudo a filetti il pangrattato e i pistacchi tritati grossolanamente. Ponete i funghi in una teglia con un filo d’olio sul fondo e uno su ogni cappella. Infornate a 200°C per circa 15 minuti. Servite anche tiepido.

vi ho mai detto…

quanto mi piace Parigi? no forse no! come dite? quante volte ci sono stata? uuhhhhh! un mare di volte, attraverso le pagine dei libri di architettura, storia dell’arte e urbanistica…fisicamente dite? no fisicamente mai ma è uno dei viaggi che farò…prima o poi! nella mia classifica dei posti favolosi da vedere c’è anche la Spagna, Barcellona in particolare, anche lì ci sono stata parecchie volte come sopra ahahahahah, ho molta fantasia, quella fa volare 😀
ed è grazie ai voli pindarici che porto la Spagna a casa mia…va beh comprendetemi e pigliate un bicchiere che vi verso un po’ di questa sangria, è bella fresca 🙂

per 8 persone:
in genere scegliete frutta di stagione
a luglio ho scelto
3 pesche di Bivona
4 albicocche
4 susine
1 melone
2 limoni grossi
4 pezzi di cannella di circa 7 cm di lunghezza
6 cucchiai di brandy
1 litro di vino rosso robusto, io ho usato il Barbera ho letto che ci vorrebbe il Priorato spagnolo ma non lo trovai qui in Sicilia 🙂
10 chiodi di garofano
3 cucchiai di zucchero
3 cucchiai di acqua bollente
20 cubetti di ghiaccio

se l’avete, prendete una ciotola capiente trasparente è più d’effetto :D, mettete dentro la frutta denocciolata a fettine, la polpa del melone asportata con uno scavino. Con un pelapatate prelevate la scorza dei limoni e spremetene il succo direttamente sulla frutta avendo cura di trattenete i semi con un colino. Mettete dentro una garza la scorza del limone e i chiodi di garofano, chiudete con dello spago da cucina abbastanza lungo da essere poi recuperato. Legate anche la cannella e riunite i diversi capi in unico nodo. Aggiungete il Brandy, il vino rosso e lo zucchero sciolto nell’acqua bollente. Unite i cubetti di ghiaccio, mescolate e mettete a macerare in frigo per almeno tre ore.

tatin_taten_tatin_taten_tatin_taten

e_lo_so! il caldo da alla testa anche a chi non lo soffre ahahahahahah!!!

ma per non di meno a ciò IO accendo il forno, e c’infilo delle piccole tegliette da 10 cm di diametro sporcate da un filino d’olio, poi ci metto dentro delle verdurine, chessò le solite melenzane, cipolla rossa di tropea (tagliata sottile sottile), carote e zucchine a rondelle e financo un ciuriddo di zucca, precedentemente saltate in padella con olio sale e pepe e una bella manciata di basilico a foglie niche, poi ci metto una copertura di pasta sfoglia, pennello con un uovo sbattuto e inforno a 180°C per pochi minuti, fino a quando la sfoglia acquista un bel colorino dorato. Tiro fuori dal forno e faccio raffreddare qualche minuto prima di girarle in un piatto da portata 😉

una minchiata! una buona minchiata che sa di verure miste ahahahahahah

arrotolate con funghi e zafferano

alcune volte ci fissiamo che alcuni ingredienti possano essere prevalentemente invernali o viceversa, estivi…vero è perchè da che mondo e mondo ci sono i frutti di stagione, anche se non ce ne accorgiamo più con tutti i prodotti di serra che circolano oggigiorno, ma pernondimeno a ciò! più che gli ingredienti io direi che ci fissiamo sui sapori; ad esempio un sugo a base di funghi amalgamato con la panna lo lego ad un clima più freddo, non mi sa di piatto fresco estivo, anche voi avete quest’impressione?

MA

se al piatto elimini la panna, non ci fai un figurone d’estate con i funghi champignon?
ahahahahah
si! anzi

SIIIIIIIII!!!!!!

per due persone
4 funghi champignon
un mazzetto di prezzemolo
uno spicchio d’aglio
un’idea di vino bianco per sfumare
una bustina di zafferano
zafferano in pistilli
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe

affettate sottili i funghi, dopo averli sciacquati sotto l’acqua corrente ed asciugati. Fate soffriggere l’aglio affettato finemente con due cucchiai d’olio, ponetei funghi affettati e trifolateli mescolando, irrorareteli con il vino e fate evaporare l’alcol, aggiungete metà del prezzemolo tritato, salatee pepate. Sciogliete lo zafferano in polvere in un mestolino d’acqua calda della pasta, aggiungetelo al composto di funghi e spegnete il fuoco. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e versatela nella padella con il condimento, saltatela, unite il restante prezzemolo, pepate, impiattate e decorate con i pistilli di zafferano. Servite a piacere con del parmigiano grattugiato

FUOCO ALLE GRIGLIEEEEEEE!

aggiornamento: credevo di aver inventato qualcosa ma oggi come oggi troppo difficile è! avevo pensato a questi spiedini da un’associazione favolosa della Lory quando venne a trovarmi gamberoni e speck, associando le zucchinette già assaggiate arrotolate a pezzetti di carne, condite da un’idea di pangrattato aromatizzato…ho visto ‘sti spiedini su un numero speciale di Cucina Italiana, con le sole varianti la pancetta al posto dello speck e pancarrè al posto del pangrattato aromatizzato insieme con prezzemolo, rosmarino e basilico….buhhhhhh sono praticamente identici! “schifiu”

E ALLORA FACCIAMOLOOOOOOO! Mi piace questo contest della GG (ma và?)
sulla brace ci sbatto degli spiedini semplice MA! sfiziosissimi!

per 4 persone
come si evince dalla diapositiva, acchiappate 5 gamberoni a persona, li pulite eliminando il carapace, il budello intestinale e poi metteteli da parte,
prendete 2 zucchinette genovesi lavatele, spuntatele e tagliatele a strisce sottili con una mandolina.
fatevi affettare sottile sottile (che non potete dire di no “carne simmental” insegna) dal vostro saluniere di fiducia 150 g di speck
preparate un po’ di pangrattato, un paio di pugni belli pieni, condito con prezzemolo e basilico tritati finemente, sale e pepe, olio extra vergine d’oliva per amalgamare e il gioco è fatto!
assemblate tutti i pezzi: stendete una fetta di zucchina poi una di speck e poi avvolgete il gamberone, infilzateli nello spiedino, spennellate da tutti i lati con olio extre vergine di oliva e poi passate nel pangrattato.Cuocete sulla griglia calda per pochissimi minuti


500

e con questo sono al cinquecentesimo post…contenta sono!
al numero 500 voglio associare una cosa dolce 😉 e un pensiero molto gentile

Ricorderete senz’altro il contest, indetto da Genny ” la torta della bontà”, l’iniziativa promossa da Genny e da Albertone, che ha avuto lo scopo di raccogliere fondi per l’associazione La vita è un dono, per la ricerca contro l’acidemia propionica; La pasticceria Loison ha avuto un pensiero molto gentile, nonostante io non abbia vinto con questa tortazza qui mi ha fatto recapitare a casa un pacco pieno di delizie…è rimasto solo qualche briciola di panettone che mangiato in piena estate da un brivido di un certo non so che

la qualità è eccellente e non posso che ringrazie pubblicamente la famiglia Loison per questo gesto affettuoso e assolutamente molto più che gradito

grazie dunque!


i busiati per il mio compleanno

Credetemi, questa pasta spinge a chiedere un posto a tavola, la prossima volta ci stringiamo e aggiungiamo una (?) sedia ahahahahah
merita anche il bis ma anche il ter 😉
facilissima e soprattutto veloce considerando che di questi tempi le favette fresche non le trovate 😉 poi considerate anche che alla tasca una pasticedda del genere non pesa molto perchè è “al ciavuru di pisci” ahahahaha e di questi tempi di magrissima (c’è la crisi e la sentiamo ancora), anche questo non guasta, farete un figurone 😀

…vi fidate?

per 12 persone
1kg di pasta tipo busiati trapanesi
700 g di fave congelate
60 g di pistacchi tritati grossolanamente
28 gamberoni
1 rana pescatrice da 500 g
pepe rosa in grani
2 spicchi d’aglio
vodka qb
basilico e menta
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe

lessate le favette in acqua bollente per circa 15 minuti dalla ripresa del bollore, comunque accertatevi che siano cotte prima di scolarle. Poi passatele con un minipimer ad immersione, aggiungendo dell’acqua di cottura per rendere la salsa liscia e omogenea. Sgusciate i gamberi lasciandone uno intero (almeno uno ahahahahah) a testa per guarnire il piatto, eliminate il budello nero dalla schiena. Pulite la rana pescatrice e recuperate la carne dividendola a tocchetti. Saltate il pesce con i gamberoni, compresi quelli interi, in una larga padella con l’aglio schiacciato e un fondo d’olio, circa 4 cucchiai. Sfumate con un velo di vodka e fate evaporare l’alcool. Slate leggermente, togliete il pesce dalla padella e mettetelo da parte. Lessate la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e ponetela nella padella che “sa di pesce” con la crema di favette salata, che diluirete con dell’acqua di pasta per fluidificarla ove fosse necessario, infine unite il pesce tenuto da parte, il trito di menta e basilico, i pistacchi e il pepe rosa in grani precedentemente pestato nel mortaio mescolate e servite.

io voglio ancora un dolce al cioccolato

…quindi se volete accollatevelo e se no come sempre, liberissimi di cambiare canale 😀
questa è una ricetta scopiazzata da un libro davvero interessante “il mio corso di cucina. Le basi del cioccolato” di Orathay Souksisavanh e Vania Nikolcic, Guido Tommasi Editore

250 g di farina manitoba
100 ml di latte
20 g di lievito fresco
1 uovo più uno per spennellare
50 g di zucchero
60 g di burro morbido a pezzetti
8 quadretti di cioccolato al latte
un pizzico di sale

sciogliete il lievito nel latte tiepido. Nella planetaria con il gancio mescolate la farina con lo zucchero e il sale, aggiungete un uovo e il composto di latte. Impastate per 10 minuti fino a quando l’impasto si staccherà dalle pareti, unite il burro e lavorate fino ad amalgamare fino a quando l’impasto sarà moBBido e liscio.

Fate lievitare per 40 minuti circa in forno spento luce accesa. Spianate l’impasto ( sollevatelo e fatelo ricadere), copritelo e fatelo riposare in frigo per 15 minuti. Trascorso questo tempo preparate i panetti di 60 g l’uno; farciteli con il cioccolato, mettete i panini in una teglia foderata con carta forno, coprite e fare riposare ancora in forno spento luce accesa fino al raddoppio. Spennellate con l’uovo sbattuto e cuocete in forno caldo a 180°C per una ventina di minuti. Mangiateli tiepidi 😀

per amanti del cioccolato

si! in effetti è una crostata al cioccolato da urlo, è cosa da aprire le finestre e gridarlo al mondo…o almeno a tutti quelli del vicinato ahahahah

per la frolla:
300 g di farina 00
1 tuorlo
1 uovo intero
150 g tra burro a temperatura ambiente e strutto (metà e metà)
150 g di zucchero fine tipo Zefiro
la scorza grattugiata di un limone
un pizzico di sale

impastate tutti gli ingredienti e fate riposare almeno 1 ora in frigo.

per il substrato:
20 g di cacao amaro
85 ml di acqua bollente
65 g di farina autolievitante
40 g di burro morbido
60 g di zucchero semolato
1 uovo piccolo
i semi di mezzo baccello di vaniglia
la punta di un cucchiaino di bicarbonato di sodio

riscaldate il forno a 160°C imburrate leggermente una teglia di 16 cm e foderatela con carta forno. In una terrina mescolate, il cacao setacciato con l’acqua bollente, sbattete delicatamente con una frusta a fili fino ad ottenere una crema liscia, fate raffreddare. Nella planetaria sbattete il burro morbido, unite lo zucchero, l’uovo e i semi di vaniglia, aggiungete il composto al cacao e poco per volta, la farina con il bicarbonato, amalgamate senza lavorare troppo. Versate l’impasto nella teglia, infornate per 15 minuti, fate la prova spiedino per verificare la cottura. Sfornate la tortina e fate raffreddare su una gratella per dolci.

per la crema al cioccolato: (desunta dal libro cioccolato de “la Cucina” del CORRIERE DELLA SERA)
150 g di cioccolato fondente
120 g di zucchero
1 uovo
50 ml di panna fresca ( la ricetta prevede l’uso di panna a lunga conservazione, consiglio quella fresca)
1 baccello di vaniglia

fate sciogliere a bagnomaria il cioccolato, facendo attenzione che il fondo della bastardella non tocchi l’acqua in ebollizione; nel frattempo sbattete l’uovo con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso, unite la pannae i semi della vaniglia. Quando il cioccolato è sciolto e tiepido unitelo al composto di panna, mescolate fino ad amalgamare.

montaggio e cottura:
stendete con un mattarello su un piano infarinato, un po’ più di metà dell’impasto di pasta frolla, adagiatelo in una teglia per crostate da 28 cm di diametro, precedentemente imburrato e infarinato, bucherellate il fondo e sbriciolate su esso la tortina al cioccolato oramai fredda. distribuite la crema al ciccolato e realizzate una grata con l’impasto di frolla rimasto. Infornate a 160 °C per circa 25-30 minuti o fino a quando il biscotto non si sia dorato, secondo la conoscenza del vostro forno

in fondo sono buona, voglio regalare dieci minuti di notorietà

ad un utenteanonimo, che già il fatto di essere anonimo è una cosa triste di per sé, se poi non si firma…
il simpatico utenteanonimo, ha lasciato questo commento al post del 29 maggio 2010
” ‘na cosa duci e zuccherata” che pubblico perchè, voglio che non passi inosservato, merita un certo rilievo

Anonimo ha detto

… “dimmi qualcosa che non sia il solito “che buonoooooooo, che bellooooooo, di che sa?” e minchiate simili…te lo chiedo per piacere; in caso contrario non scrivere niente grazie te ne sarò grata”

e fin qua nulla di nuovo sul fronte occidentale ha copiato le stesse parole precise intifiche dal messaggio che precede i commenti di questo blog…adesso viene il bello assettatevi perchè questo è teatro puro;
scena prima

Ok, ti dirò qual’cosa di nuovo:

e qua già c’è un piccolo errorino di grammatica che se l’avesse visto la maestra Giusy c’avissiro arrizzati i capiddi ( le sarebbero drizzati i capelli in testa)

Minchiate simili? Bella faccia tosta!
Bisogna avere voglia di dire e di ascoltare… avere un Blog vuol dire condividere anche quelle che tu ritieni molto volgarmente e maleducatamente “minchiate”

che c’è di maleducato nella parola “minchiate” oramà è una parola di uso comune e poi lasciatemi dire che di minchiate in 3 anni di blog ne ho lette a sufficienza, la faccia tosta la mantengo perchè questa è casa mia e non sono obbligata da nessuno e dico nessuno a rispondere a minchiate colossali come questa. Chi ha un blog, parlo soprattutto dei veterani, sa esattamente a cosa mi riferisco quando dico che non voglio leggere commenti del tipo di che sa o che bello, che buono, quelli sono commenti che tendono a fare zavorrare il blog lasciando una scia per agganciare il loro commento al mio, un obbligo morale a “passare” per ricambiare la visita ditemi voi se non sono minchiate, cosa c’è di costruttivo? Niente!
Se poi vogliamo parlare di educazione, possiamo aggiungere che una firma al commento sarebbe gradita.
scena seconda.

Modesto parere di una che se avesse un Blog sarebbe contenta anche solo di ricevere questo ^_^ ovvero un sorriso!

magari mi lasciassero solo un sorriso al posto delle solite minch…amenità? lo gradirei ancor di più 🙂
scena terza

Un minimo di autostima serve, ma l’arroganza spocchiosa e dall’Italiano poco ortodosso mi dà il voltastomaco.

La…signora? dice che sono presuntuosa e le viene, con rispetto parlando, il voltastomaco; suggerisco una bacinella quando si trova a passare dal MIO blog, oppure considerando che non è un obbligo, suggerisco di vistare altri lidi dove può trovare qualcuno che non sia arrogante come la scorzetta 😉
in ultimo, ma non per importanza, consiglio una ripassatina all’italiano ortodosso o eterodosso
mi chiedo perchè blog lo scrive maiuscolo..sarà nome comune di persona? mah!
e italiano? maiuscolo anche quello?
😀

ma la gente in genere, non ha nulla da fare nella vita, che venire a scassare i cabasisi a casa mia?
piagghiati un pizzino, copiati la ricetta e se non hai niente da dirmi, questa è l’unica cosa che possiamo condividere!