Caponata di melanzane

La caponatina, anche questo piatto potrebbe stare benissimo tra quelli “della consolazione”, uno sfiziceddu di gola in agrodolce che piace a molti. La caponata di melanzane è un piatto fritto, ah! ma che meraviglia… c’è tanto di quel fritto che il suchetto oleoso che si forma è impossibile non ‘nzupparlo col pane e poi è uno dei piatti preferiti del commissario Montalbano.
Ingredienti per 6 cristiani:
6 melanzane medie
1 cuore di sedano con le foglie
100 g di olive verdi snocciolate
20 g di capperi dissalati
350 g di passata di pomodoro
90 g di aceto di vino bianco
10 g di zucchero
una manciata di foglie di basilico
4 cipolle di Tropea
olio extra vergine d’oliva

Lavate le melanzane, eliminate il picciolo e parte della buccia, tagliatele a dadini e lasciatele per un’ora in un colapasta, cosparse di sale a perdere l’acqua di vegetazione.
Sciacquatele, asciugatele e friggetele in abbondante olio caldo. Quando saranno dorate, sgocciolatele e ponetele su carta da cucina.
In una larga padella soffriggete in un fondo d’olio, il sedano a pezzetti e la cipolla affettata a rondelle per circa 15 minuti, le verdure dovranno essere appassite; aggiungete la salsa, le foglie di basilico, le olive affettate e i capperi dissalati, aggiustate di sale se necessario, pepate e cuocete per una decina di minuti su fiamma moderata. Versate quindi l’aceto e lo zucchero; mescolate e fate parzialmente evaporare . Unite le melanzane al sugo, mescolate, fate insaporire qualche minuto e spegnete il fuoco. Mangiatela a temperatura ambiente, potete anche conservarla in barattoli, una volta in frigo si mantiene per qualche giorno. Io l’adoro tirata fuori dal frico e mangiata con una bella scanata di pane

Nelle diverse preparazioni alcuni usano passolina (uva passa) e pinoli, oppure dei pistacchi. Mi è capitato di aggiungere un cucchiaio di uva passa ammollata preventivamente in acqua tiepida e strizzata e 30 g di pinoli, aggiunti insieme con la passata di pomodoro, peccato però che al mio sposo la variante non è piaciuta. Lui un tipo all’antica è! La ricetta originale voleva, nessun upgrade. Ma non è una critica no, no, dice che lo fa per migliorare il piatto.

Ciambelline alla Elga

Ah! ogni 25 aprile che si rispetti, per festeggiare la liberazione dai tirischi, non può mancare la classica grigliata e nonostante il tempo ancora non ne vuole sapere di stabilizzarsi…grigliata fu!
“e per dolce?” frase finale di mio marito dopo aver definito il menù della giornata, tra pranzo e cena. Per dolce facciamo le ciambelline di panna e fragoline di Elga, che da quando è tornata da Paris è messa che sforna dolcetti niente male. Questo è uno di quelli…e merita un attimo di riflessione masticando ad occhi chiusi.

Ingredienti
250 g di farina
250 g di zucchero a velo
300 g di panna fresca
350 g di fragole
una manciata di farina per le fragole
3 uova
1 bustina di lievito

Montate con le fruste le uova con lo zucchero, aggiungete la panna continuando a sbattere, unite la farina setacciata e il lievito. Lavate e tagliate le fragole, infarinatele leggermente e unitele al composto mescolando con una spatola delicatamente. Imburrate e infarinate gli stampi delle ciambelline, riempiteli a metà ed infornate per circa 15 minuti a forno caldo ad una temperatura di 150 °C




Il piatto della consolazione ovvero mozzarella in carrozza


La dolce Lalla, simpatica e premurosa (non per niente è messinese *_*) mi ha invitato ad un meme, appena 7 giorni fa, ed eccomi qua a rispondere al “piatto della consolazione” con una cosa sfiziosetta proprio da consolazione. Una di quelle cose belle unte gustose e veloci che quando ne senti il bisogno t’arricriano 🙂
Ingredienti per 4 mozzarelle
200 g circa di mozzarella
8 fette di pane in cassetta o pancarrè
1 uovo
25 ml di latte
una manciata di farina
un poca d’acqua fredda
qb pangrattato
olio per friggere

Tagliate a fette la mozzarella e fatela gocciolare in uno scolapasta. Trascorsa una mezz’ora, distribuite la mozzarella su 4 fette di pane e coprite con le altre 4, fate in modo che il formaggio non sbordi, premete con le mani. Passate nella farina i bordi dei tramezzini, poi di costa nell’acqua fredda bagnando circa mezzo cm; passateli nell’uovo sbattuto con il latte, il sale e il pepe e poi ancora nel pangrattato. Friggete in abbondate olio caldo (a mollo) pochi pezzi alla volta io ne ho fritte una alla volta e le ho messe poi in un piatto coperto con carta stagnola.
dovrei invitare qualcuno al meme….già ma chi?
c’è qualcuno che si offre volontario?
😉

“uno [pensiero] alla volta per carità”

ero pervasa dalle migliori intenzioni 🙂 ma quando la testa non t’aiuta c’è picca i fari ahahah niente di preoccupante però tranquilli, stavo pensando ai casi miei…come? volete sapere a cosa pensavo? ma che curiosi che siete echechè…vabè pensavo alla cena da preparare questa sera 😀
e mi dicevo:-“preparo una torretta di verdurine leggere leggere oppure una mousse di verdure?” insomma ero nel bel mezzo dell’organizzazione della mia cena a base di zucchine e melenzane cercando un’idea per prendere per i fondelli i miei sensi quando me ne sono andata per la tangente e mentre preparavo questa bellissima crostata da portare domani in ufficio che faccio? anzichè mettere al forno il guscio da cuocere in bianco…metto sulla pasta frolla cruda, la crema pasticcera e le fragole e, udite e udite ho infornato così […] senza nemmeno rendermi conto…in automatico

ma che cretina vero?ahahaha


Sembra perfetta ma l’apparenza inganna…la pasta è cruda, un motivo ci sarà perchè si cuoce il guscio prima no?
ihihih in galeraaaaaa
la cena di questa sera sapete come è andata? che mi siddiò e non ho cucinato niente di niente, ho mangiato una tristissima mozzarella sig sig…
ah ma contateci che la rifarò e mi concentrerò…qualcosa mi dice che le crostate con le fragole hanno un non so’ che di avverso in questo periodo ahahaha

1+1=2


1+1=una cena per 2…mica per niente all’esame di analisi matematica ho preso 28…mica bau bau micio micio
😀
Però devo confessarvi che non sono brava in statistica…in effetti non era una materia del mio corso di laurea, solo che la legge non ammette ignoranza e che c’azzecca direte voi, in effetti non c’azzecca ma suona bene la frase ahahahah! Sto divagando quindi torno alla statistica se no ci perdiamo…ho fatto due conti considerando che ieri e ieri l’altro il mio sposo aveva mangiato la pasta a cena (e ci sono le prove) ho pensato:”stasera mangerà un secondo, magari dietetico con me” […]
invece avrei dovuto fare un altro conto:”non c’è due senza tre” ahahahah infatti alla mia proposta ha fatto una controproposta e questo è un 1

Spaghetti con filetti di cernia
ingredienti per 1
100 g di spaghetti
1 filetto di cernia
2 pomodori rossi a grappolo
mezzo spicchio d’aglio degerminato
15 g di capperi sotto sale
un mazzetto di prezzemolo
pepe
olio extravergine d’oliva
Sbollentate i pomodori in acqua bollente, pelateli, eliminate i semi, l’acqua di vegetazione e poneteli in una padella insieme all’olio, all’aglio tagliato a metà, al pesce a pezzetti e i capperi dissalati. cuocete per una decina di minuti a fuoco leggero. Lessate gli spaghetti in abbondante acqua salata e fateli saltera in padella con il condimento. Prima di servire spolverate con il prezzemolo tritato e una spolverata di pepe. In 20 minuti avrete fatto felice qualcuno 🙂

Andiamo al piatto della serata…l’altro 1
Cocotte di cernia in fiori di patate


azz che titolone c’ho dato…si potrebbe chiamare anche
Filetti di cernia alle spezie
e anche così ci farebbe la sua figura


E importante per una persona che sta a dieta il coinvolgimento dei sensi, in poche parole bisogna prendere in giro il proprio cervello così sei felicemente a dieta… Arietta, ti ricorda qualcosa? questa cocotte la dedico a te :*
Ingredienti per l’altro 1
1 filetto di cernia
1 patata grossa o due piccoline
1 chiodo di garofano
un pezzetto da 2 cm circa di cannella
una grattata di noce moscata
olio extra vergine d’oliva

Scaldate il forno a 180°C. Pestate in un mortaio di marmo il chiodo di garofano e il pezzetto di cannella, aggiungete la noce moscata grattugiata . Tagliate in 2 la patata o meglio se usate 2 patate piccole, ponete a bollire in acqua fredda una delle due e fatela lessare con la buccia per una ventina di minuti. Sbucciatela e schiacciatela con una forchetta in una ciotola, amalgamate al purè le spezie pestate salate leggermente e mettete da parte. Pelate l’altra patata e affettatela sottilmente, sbollentatetela per 5 minuti in acqua bollente salata, scolatela e ponete nella cocotte leggermente unta d’olio, una fetta sul fondo. Allargate il filetto su un tagliere e distribuite il purè speziato, arrotolate su se stesso e mettetelo dentro la cocotte, completate aggiungendo le ultime fettine di patata a corona sovrapponendole solo un po’. Irrorate con un filo d’olio e infornate per circa 20-25 minuti.

Un incontro speciale


Ho aspettato un pò prima di scrivere, perchè oggi lei è in viaggio per tornare a casa, e potrà finalmente collegarsi e scrivere alle sue amiche che l’aspettano. Ebbene, io ho avuto la fortuna d’incontrarla e, dopo 10 anni d’inghilterra tornerà a Palermo quest’estate per sempre.
😀
ci siamo date un appuntamento in un negozio in città, lei sembrava una cliente come tante ma io lei ho guardato! E lei me fissava…sorriso e si!!!! era leiiiiiiii
ci siamo riconosciute ed abbracciate stritolandoci come se fossimo amiche da sempre, che emozione, è stato bello! Siamo state a chiacchiera tutto il pomeriggio, e sono felice che ritorni in Sicilia. Avremo più tempo per scoprire i nostri mondi.
A presto Antonella rana adorabile
:*

Perciatelli con il pomodoro fresco e n’anticchia di basilico

Esiste la semplicità di un piatto di pasta all’antica, che ti risveglia il piacere dei sapori “di una volta”…sarà che sto invecchiando, sarà quel che sarà ma ogni tanto mi faccio prendere dalle cose semplici…il mio sposo al ritorno dalla sua trasferta milanese a base di risotto alla milanese, e cotoletta alla milanese e quant’altro alla milanese, cu ‘sta pasticella s’arricriò
ed io a dirgli sempre, (caso mai lo dimenticasse) -“ma chi hai sposato?”
ahahahah
Si chiama sempre autostima 😀

io la faccio così come me l’ha insegnata memà

Ingredienti per uno, lo sposo
500 g di pomoro rosso a grappolo
un mazzetto di basilico
una cipolla rossa media
1 dito d’acqua
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
una puntina di zucchero

affettate sottilmente con una mandolina la cipolla, ponetela a stufare in una padella con l’acqua, quando è morbida e l’acqua si è asciugata, aggiungete un poco d’olio per soffriggere. Spellate i pomodori ponendoli per pochi minuti in acqua bollente, eliminate i semi e poneteli nella padella con la cipolla; sminuzzateli con un cucchiaio di legno e coprite con un coperchio. Quando il pomodoro si è ristretto condite con un filo d’olio crudo, sale, pepe e il basilico sminuzzato grossolanamente. Fate riposare almeno un’ora prima di condire la pasta lessata in abbondante acqua salata.
a fine du munnu!

Forma e funzione

Signore e signori…

Louis Kahn


Un’opera d’arte non è un essere vivente che cammina o corre, è la creazione di una vita che fa scaturire una reazione.
Per alcuni è un miracolo della mano dell’uomo.
Per alcuni è un miracolo della mente.
Per alcuni è un miracolo della tecnica.
Per qualcuno conta quanto sia reale.
Per qualcuno conta quanto sia trascendentale.
È come la Quinta Sinfonia: suggerisce un sentimento che riconosce solo chi l’ha provato almeno una volta e lo sta ricercando. Lo conosci, ma vuoi risentirlo. Lo conosci, ma vuoi rivederlo.
Un’opera d’arte rivela che la Natura non può fare ciò che fa l’uomo

Desunto da Wikipedia – “Kahn configura, secondo una consuetudine comunemente accettata, il primo superamento delle teorie del Movimento Moderno; ciò, sia chiaro, sebbene egli sia un architetto che opera nel solco del movimento stesso, quindi lontano dall’approccio storicista, antimoderno. Il principio fondamentale del Movimento Moderno, espresso dal noto slogan la forma segue la funzione, viene rovesciato: in Kahn è la funzione che prende corpo all’interno di una forma, che è in primo luogo lo specchio dell’ordine. In altre parole Kahn sembra postulare una forma generale, che si concretizza con un schema planimetrico razionale, e utilizzarla per soddisfare una necessità d’uso.”

Beh direte voi ma che ce frega di tutta ‘sta dissertazione sui concetti di forma e di funzione, che palle!!!!
no c’è un motivo, c’è!
assittatevi che ve lo conto…
questa sera la mia dieta prevedeva un uovo al tegamino rigorosamente antiaderente, con contorno di broccoletti lessati,una cosina semplice semplice, leggera e buona (per me)
seguendo il concetto di forma, di bellezza, di “anche l’occhio vuole la sua parte”, ho cotto l’uovo dentro la formina a fiore…ah! mia figlia che praticamente mangia 4 cose 4, impazzì vedendo il mio ovetto mi ha detto “…ehm mamma, che bello, me lo fai anche a me?”

😀

😉

obbiettivo raggiunto!!!!


A questo punto il Grande Maestro Louis Kahn si sta girando nella tomba, dopo che ho paragonato la sua teoria ad un uovo al tegamino.

ahahahah


Sono una foca

come si può non squagliare di fronte a tanta tenerezza?
ma guardate un po’ che occhietti dolci che ho da quando mi hanno dato delle foca, potrebbe sembrare un insulto… giammai!!!!
E’ uno splendido premio che mi hanno donato il fior fiore delle mie amiche bloggers, Arietta, Pippi, Giulia e Silviotta. Come non accettare (anche se profondamente in ritardo) questo tenero premio?
Arietta ha scritto:
“la foca più generosa e “Carini-issima” che io conosca”

Pippi ha scritto:
“perche mi sorprende piacevolmente ogni volta che passo da lei!”

Giulia ha scritto:

“mi piace un sacco! E’ spiritosa, divertente, solare e dolcissima. Mi fa impazzire la sua inventiva nel cucinare qualsiasi cosa, il riuscire a rendere tutto davvero speciale, e poi sa fare la torta 7 veli devo dire altro?”

Silviotta ha scritto:
“perchè senza lei non sarei qui, non avrei creato un blog e perchè con lei abbiamo vissuto un periodo intenso di studi e stress non indifferente, e perchè ritengo che lei sia un vulcano, una donna dalle mille risorse, materna, colta, piena di fantasia, amante delle piante, delle arti in genere, e del cibo.”

Adesso tocca a me donare il premio della foca dagli occhi funnuti
traduco funnuti per chi non è siciliano e per tutti quelli che non leggono Camilleri
FUNNUTI: profondissimi, come il mare al largo

Il mio pensiero lo regalo a Gunter foca uomo 😛
perchè è una foca semplice, gentile e riservata, sempre precisa e puntuale con le sue ricette particolari.

Un’altra foca a me molto cara è Eleonora
perchè dalla Francia lascia in Italia un’immagine stupenda, il suo blog è meraviglioso, denso di ricette delicate ed eleganti

la dolcezza di Campodifragolebellabella non la vogliamo menzionare? Manco a dirlo un’altra foca è sicuramente lei :*

In ultimo ma non per importanza la foca dagli occhi funnuti più funnuti che c’è è lei la Sere, perchè dai primi post mi ha acchiappato l’anima, anche il suo periodo di stasi mi ha commosso.

Filetti di trota in forma con broccoletti all’arancia

Ma lo sapete che la mia dieta procede no? piano piano ho scaricato 4 kiletti, ah! che grande soddisfazione!
Questa sera, ho realizzato un piatticello dietetico solo per me, anche perchè il mio sposo è in trasferta.


ingredienti per una personcina a dieta
😀
un mazzetto di broccoletti
1 arancia
2 filetti di trota
un mazzetto di erbe aromatiche; timo, maggiorana, basilico e prezzemolo
1 piccola cipolla
sale e pepe
olio extra vergine d’oliva
Affettate sottilmente la cipolla, e cuocetela pochi minuti nel succo dell’arancia, aggiungete le cime dei broccoletti lavati, aggiungete un decilitro d’acqua e coprite con un coperchio. Fate cuocere per una decina di minuti o fino a quando la verdura arriva alla cottura senza disfarsi. Salate, pepate e unite un filo d’olio. Tritate le erbe aromatiche con i filetti di trota, In una ciotola condite con sale, pepe un filo d’olio e la scorza grattugiata di mezza arancia. Oleate una teglia per tartellette e disponete il composto di pesce, infornate a 180°C per circa 15 minuti. Apparecchiate il piatto con i broccoletti e la tartelletta di pesce rovesciata e decorata con filetti di scorza d’arancia, servite caldo.