il nocino di San Giovanni

 
 …e la ricetta della nonna di mia zia Michela
La zia Michela di Bolzano è! Idda è me zia picchi si maritò cu me ziu, siculo. Al matrimoniu l’autru ziu, neo cognato, disse “Ecco fatta  l’Unità d’Italia!” Veru è! 😀
Ora si sa che al nodd, nodd, d’inverno freddo fa, e le donne s’industriano a fare i liquori e quant’altro serva a riscaldare l’animi dei travagghiatori. ‘Nsomma noi al sud facciamo le conserve con la frutta del sole, e iddi s’industrano a conservare il buono di altra frutta. Ma l’intento sempre quello è! Catturare l’estate e godersela d’inverno.
chi sugnu monotonaaaaaaa ahahahahahah!

Nocino della nonna Giulia.
La tradizione vuole che le noci si debbano raccogliere il 24 giugno, giorno di San Giovanni, meglio sarebbe la notte, perchè considerata magica. Magia a parte, cu tuttu ddu scuru non si vede anima criata quindi, sentite a mia, raccoglierle durante il giorno non cambia di molto il grado di maturazione delle noci e la magia quannu l’assaggiate, credemi c’è sempre!
30  noci verdi raccolte il 24 giugno
1 litro e mezzo di grappa o alcool puro
750 g di zucchero
1 bastoncino di cannella di 8-10 cm
10 chiodi di garofano leggermente pestati
400 ml d’acqua
la buccia di un limone
Tagliate le noci a quarti, mettetele in infusione con tutti gli ingredienti, apportunamente mescolati, in un contenitore a chiusura ermetica della capacità di 4/5 litri. Lasciate in infusione per 40 giorni in un luogo caldo, agitando spesso. Trascorso il tempo necessario, strizzate le noci e filtrate il liquore con una tela tela di lino, portate pacienza, tempo ci vuole. Travasate nelle bottiglie e tenetele al buio fino a Natale, quando finalmente potrete gustarlo.
Le noci quest’anno me le ha regalate Salvo il mio vivaista, Mimmo le ha raccolte per me…che dite, avranno una vaga idea di cosa gli regalerò quest’anno per Natale? ahahahahahah

sapete cosa faccio sabato 25 giugno?

Il-com-ple-an-no!

lo dicevo io che questa è la mia stagione, ci sono nata, io, in questa stagione! E’ favolosa, non sto più nella mia pelle, che oramà è diventata marrò (leggasi marrone, per i nordisti). Ma non siete contenti? Eddai almeno n’anticchia. Bello, troppo bello… arrusicarisi suttu lu suli, quel caldo che ti entra nelle ossa, ma che cos’è? una cosa favolosa, anche perchè, considerate che dopo una certa età il sole fa bene alle ossa… ed io la “certa età” l’ho raggiunta! PEPEPEPEPEPEPEPEPEPE! EVVAI COL TRENINOOOOOOOOO AHAHAHAHAHAH! ZAZUELA, ZAZUELA 
avete perso il conto? quarantaDDue ne faccio, ma che sono di fronte all’eternità? Nulla assolutamente una bazzecola. Sappiate che, da grande, voglio fare la modella quindi fatevi  ‘stu cuntu! 
segnatevi sta ricetta prima che finisce la ricotta e ditemi dopo la prima forchettata, se non c’è una magia favolosa nell’aria 😀 

Gigli con zucchine, crema di parmigiano e ricotta allo zafferano
per 4 cristiani
400 g di gigli o in alternativa una pasta corta rigata e attorcigliata
4 zucchine genovesi circa 300 g
1 spicchio d’aglio
400 g di ricotta di pecora
1 bustina di zafferano
olio extra vergine d’oliva
80 g di prosciutto cotto
50 ml di vino bianco secco
per la crema di parmigiano
300 ml di latte
50 g di burro
30 g di farina
100 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
Tagliate a pezzi la ricotta,delicatamente senza romperla, adagiatela su una placca foderata con carta forno, cospargete con lo zafferano, un filo d’olio e infornate a 180°C per circa mezz’ora; controllate la cottura. Affettate le zucchine con una mandolina, dopo averle lavate e spuntate. Affettate l’aglio e doratelo in 3 cucchiai d’olio, aggiungete le zucchine e cuocete fino a doratura. Unite il prosciutto tagliato molto finemente, sfumate con il vino, fate evaporare e spegnete.
preparate la crema di parmigiano sciogliendo in una casseruola il burro con la farina, aggiungete il parmigiano. Versate a filo il latte e mescolate continuamente per non formare grumi su fuoco moderato. Portate a bollore e poi spegnete il fuoco. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolate al dente, conservando l’acqua di cottura; versate la pasta nella padella, maneggiatela con il condimento di zucchine e la crema di parmigiano. Se volete, spezzetatte una parte della ricotta  e mescolatela alla pasta, oppure servite il formaggio come base del piatto su cui metterete la pasta.

ma che ciavuru di mare

 Vi rendete conto?  il counterino segna meno 1. Meno un giorno all’estateeeeeeee!!! Chi sugnu cuntentaaaaaaa!!! Per l’occasione Valentina ha proposto un post che abbia il profumo del mare ed io l’ho presa alla lettera. Picchì questi vol-au-vant hanno sulu lu ciavuru  del mare. Mi sono imposta di non accattari nenti e di fare na cosicedda bona e in tema, solo con quello che il frigo conteneva… 🙂 e secunnu mia fici bonu! ahahahahah
con questo piatticeddu, in mezzo tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, partecipo, finalmente e quasi in chiusura, al concorso di Marilì gustoshop in fiore

Vol-au-vent al ciuavuru di mare
per 8 cristiani
3 confezioni di pasta sfoglia rettangolari da 230 g
1 uovo
500 g di pomodori piccadilly oppure ciliegia
30 g di cucunci (frutto del cappero)
1 mazzetto di prezzemolo
1/2 spicchio d’aglio
4 rametti di timo
60 g di pangrattato
30 g di parmigiano grattugiato
olio extra vergine d’oliva
pepe
zucchero
9 acciughe sotto sale
rametti di timo per decorare
Lavate i pomodori, asciugateli e tagliateli a metà, metteteli su una teglia foderata con carta forno con la parte tagliata rivolta verso l’alto. Preparate un mix a base di cucunci sciacquati e asciugati, timo, aglio e prezzemolo; frullate e unite al pangrattato con il parmigiano. Aggiungete 30 g di olio e amalgamate. Distribuite il mix sui pomodori, distribuite un pizzico di zucchero, pepate e irrorate con un filo d’olio; infornate in forno caldo a 150 °C per mezz’ora.

Ricavate da una confezione di pasta sfoglia, con un coppapasta da 8 cm di diametro, 12 dischi.  Con uno stampino più piccolo da 6 cm di diametro ritagliate all’interno metà dei dischi ottenendo 6 anelli e 6 coperchi. Metteteli i dischi grandi su una teglia foderata con carta forno, spennellateli i bordi con l’uovo sbattuto, fate aderire gli anelli sulle basi e spennellate anche questi. Adagiate sulla teglia anche i dischi avanzati dagli anelli e passate l’uovo anche su questi, infornate a 200°C per circa 15 minuti. Fate lo stesso con la sfoglia rimasta otterrete 18  vol-au-vent; con i ritagli realizzate  delle sfogline da servire con l’aperitivo. Sfornate e fate raffreddare completamente. Sciacquate le acciughe, eliminate il sale e la lisca e dividetele a metà. Riempite ogni vol-au-vent con tre pomodori, decorate con mezza acciuga e un rametto di timo, chiudete con il coperchio e servite a temperatura ambiente.

prova costume a parte…

 

vi state nutrendo anche di carote? Fanno un gran bene ad un mucchio di cose leggete qui, anche alla pelle, previene l’invecchiamento…anche a 42 anni? ahahahah va beh niente ci fa, il tempo passa, c’è picca ‘ì fari! Considerando che l’orologio biologico gira e sinni futti di mia, ho deciso che voglio invecchiare bene, o almeno ci provo; pratico attività fisica, salgo e scendo a tempo di musica da uno step e mi scasso dalle risate con le mie amiche in palestra. E voi ne fate attività fisica? come vi alimentate? tutto ‘sto panegirico per dirvi che al gruppo di Cucinando, al quale ci gira ‘u ciriveddu a 6000, ci vinni n’autra bedda idea; Perchè non realizzare un piatticeddu estivo a base di carote? E perchè no? Ci dissi iu. In estate cu mia sfunnanu ‘na porta aperta ahahahahah.
Il piatto che vi propongo è un antipasto di rinforzo, ha un non so chè di mediorientale, sapori speziati e bilanciati. (così vi ho detto “di che sa”)
assittativi che vi conto ‘sta ricetta:

Piccoli sfomati di carote e hummus (mi suggeriscono dalla regia), gluten free
STEFANIAAAAAA cu tutto sto gluten free ci pigghiai gusto ***
per 6 cristiani
600 g di carote
1 cipolla rossa
1 spicchio d’aglio
2 cucchiaini di curry
1 cucchiaino di zenzero macinato
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
12 g di gelatina in fogli
200 g di ceci cotti
1 cucchiaino raso di semi di cumino
2 cucchiai di succo di limone
1 spicchio d’aglio
250 ml di panna semi montata
Mettete a mollo in acqua fredda per una decina di minuti 8 g di gelatina. Stufate in 2 cucchiai d’olio, la cipolla e l’aglio tritati finemente, aggiungete le carote lavate, spuntate, pelate e tagliate a rondelle, aggiungete 150 ml di acqua, insaporite con il curry, lo zenzero e una macinata di pepe; fate asciugare l’acqua di cottura e infine salate. Frullate il composto e mettete da parte. Montate la panna e aggiungetene 110 g alle carote. Sciogliete su fuoco leggio la gelatina con un goccio d’acqua, aggiungetela al composto di carote e suddivitete il composto livellandolo, in 6 stampini monoporzione da 100 ml di capacità, preventivamente bagnati oppure, se non vi volete sciarriari con l’operazione di sformatura, foderate gli stampini con della pellicola. Ammollate in acqua fredda la gelatina rimasta per 10 minuti. Frullate i ceci con il succo del limone, l’aglio, i semi di cumuni, due cucchiai di olio e un goccio d’acqua se il composto dovesse risultare troppo denso. Unite la panna rimasta e la gelatina sciolta come la precedente. Versate negli stampini, livellate, sbattete sul piano di lavoro per compattare e mettete in frigo a rassodare per 4-5 ore.
per accompagnare
150 g di  grano saraceno
1 cucchiaino abbondante di semi di coriandolo pestati
30 g di passolina
30 g di pinoli
10 g di nocciole tostate e tritate grossolanamente
un mazzetto di prezzemolo

Cuocete il grano in acqua salata per dieci minuti a metà cottura aggiungete la passolina, i pinoli e il coriandolo pestato. Scolate e fate raffreddare. Componete il piatto sformando gli stampini e distribuendo attorno 1/6 del grano cotto e freddo. Cospargete la superficie degli stampini con 1/6 delle nocciole e con il prezzemolo tritato.

Vi sembro schiffarata?

se vi sembro schiffarata, cioè senza nulla da fare, ve lo dico subito, è una vostra impressione, in verità ho già fatto tutto…
Effettivamente, non proprio tutto tutto, mi manca quaCCheCCosa qua e là, ma posso affermare che il grosso è fatto!

Come cosa?  Non lo sapete ancora? Beh! Ve lo dico, se no che ci sto a fare qua? Non sto mica qui a pettinar le bambole! ahahahah
Veramente non so come dirvelo, non so da che parte cominciare, dunque ci giro intorno…Forse è meglio se comincio dall’inizio; oppure vi ‘sparo’ la notizia così all’improvviso…sono indecisa! Nemmeno fossi in un negozio di scarpe ahahahah non so quale scegliere.
Basta! Ve lo dico!
Scorza d’arancia uscirà in libreria! Ecco l’ho detto! ghghghghgh che sugnu cuntentaaaaa! ahahahah sono emozionata, inbabbasonita, ma si, diciamolo pure, rinco_nita. Sono in un brodo di giuggiole!
Ah! non lo sapete, ho una casa editrice, anche ovvio direi no? Ve la presento Officina Trinacria si chiama,

 

nella persona del mio editore…Ho un editore, mah!
Non andate nelle librerie, non cercatelo adesso, no no, non avete idea di quanto tempo passi dal momento in cui scrivi la bozza di un libro a quando verrà pubblicato, dietro c’è un gran lavorio di persone che leggono, aggiustano, impaginano, studiano la veste grafica…un lavoro impressionante, e ci vuole ‘u so’ tempu
Non v’impressionate se tra qualche giorno vi capiterà di sfogliare un fascicolo, intitolato ”ciavuru di scorza d’arancia” non è iddu, il libro, ma è un assaggino di ciò che sarà a tempo debito. Allora aspettate con me?

vi sembra che le rassomigli?


Alla foto che campeggia sul Sale& Pepe di giugno 2011? Forse n’anticchia! Ma anche no! Guardando questa foto vi potreste dire: “talia ‘dda copiò paro paro la ricetta“. No, ho copiato paro paro l’idea adesso vi cunto che fici, amunì assettatevi perchè cosa lunga è…ma tanto c’aviti a ffari? è lunedì e c’è ‘na simana fino al prossimo we.
La smania è scaturita da quella bellissima foto, ma l’associazione ciliegie cacao, non mi sperciava. Allora ho detto faccio un bel pan di spagna e lo spacco a metà. Però attenti a mia ho eliminato parte dllo zucchero che secondo me era in eccesso, ed aggiunto nella cottura delle ciliegie del burro se volete la ricetta originale accattativi ‘u giurnali e non mi scassate i cabasisi 😉

AH! Dovete avere la “fortuna” che il pan di spagna vi venga assittato cumu vinni a mmia, per l’alloggiamento della decorazione panno/ciliegiosa ahahahahahah
per una tortiera da 22 cm di diametro
60 g di farina 00
60 g di fecola di patate
4 uova
125 g di zucchero semolato
30 g di burro fuso tiepido
scaldate il (mio) forno a 150°C
Imburrate e infarinate una tortiera da 22 cm di diametro. Nella planetaria sbattete le uova con lo zucchero per 15-20 minuti, o fino a quando sollevando le fruste l’impasto scivola a nastro. Versate le farine a pioggia da un setaccio e amalgamete con un cucchiaio di legno. In utimo unite il burro, amalgamete e versate al centro della tortiera. Livellate e battete la teglia sul piano da lavoro per assenstare il composto. Cuocete 25 minuti controllando la cottura con lo stecchino.
Fate raffreddare su una gratella.
per la farcitura:
650 g di ciliegie
500 ml di panna fresca da montare
3 cucchiai colmi di zucchero a velo
3 cucchiai di zucchero semolato
Lavate 220 g di ciliegie, tagliate la parte bassa di ognuna di esse, mantenendo i picciuoli. Mettetele in un padellino con 10 g di burro e un cucchiaio raso di zucchero semolato, fate cuocere per 5 minuti. Scolatele con un cinese e conservate il sughetto. Snocciolate le ciliegie rimaste, cuocetele in padella per 6-7 minuti con 20 g di burro e due cucchiai rasi di zucchero. scolatele e conservate lo sciroppo. Dividete la torta a metà. Imbibite le due metà con lo sciroppo conservato, magari utilizzando l’apposita e indispensabile bottiglia per bagne che trovate facilmente qui. Montate la panna con lo zucchero a velo, distribuite un terzo sul pan di spagna, mettete le ciliegie snocciolate, coprite con un altro terzo di panna. Sovrapponete il coperchio di pan di spagna, distribuite l’ultima parte di panna e guarnite con le ciliegie con il picciuolo. Fate riposare in frigo se ci riuscite…io non ce l’ho fatta e una fetta l’ho magiata subito ahahahahah.

Acca come Hamburger

 di tonno però!
Nell’abbecedario culinario ho perso il giro della Gi di gallina, ma troppo presa fui da questo maggio vorticoso e prolifico e magico e pieno zeppo d’amore. Dunque mi chiedo e vi chiedo: riuscirà la mitica Aiuolik a perdonarmi?…mah! speriamo!
intanto vi propongo un hamburger di tonno fresco, facile, velocissimo e leggero 😉 potete servirlo con una dadolata di pomodori marinati con un certo anticipo in olio, sale, pepe e aceto balsamico,  profumando con delle foglie di dragoncello tritate a coltello.
per tre hamburger
180 g di filetto di tonno
un cucchiaino colmo di senape delicata
3 rametti di timo
1 rametto di dragoncello
2 fette di pancarrè privati del bordo
sale e pepe
1 albume leggermente sbattuto

tritate a coltello il tonno e riducetelo a piccoli cubetti
mettetelo in una terrina con la senape, le foglie di dragoncello tritate a coltello e quelle di timo, il pancarrè tritato nel mixer e l’abume. Salate, pepate e mescolate con le mani. aiutandovi con un coppapasta da 8 cm di diametro realizzate gli hamburger e cuoceteli pochissimo su una piastra rovente da ambedue i lati.

chi la vuole cotta e chi la vuole cruda

…ma la crema, bruciata deve essere! dunque più fuoco al cannello madame…belline le cocottine della Emile Henry vero?
segnatevi ‘sta ricettuzza della crema bruciata o crème brulée che dir si voglia, allo zafferano 😉
facile, facile è!
per 6 cocottine
250 ml di latte intero
250 ml di panna fresca
70 g di zucchero semolato
6 tuorli
50 g di zucchero di canna
una bustina di zafferano in polvere
zafferano in stimmi
In un pentolino su fuoco basso mettete la panna, il latte e 40 g di zucchero, quando il composto è caldo aggiungete lo zafferano e portate a bollore; spegnente subito dopo e fate intiepidire.  Sbattete i tuorli con lo zucchero rimanente; aggiungete il composto di latte filtrato e mescolate per amalgamare bene.
Adagiate le cocotte su una teglia con il fondo d’acqua e cucoete a bagnomaria a 170°C per 20 25 minuti o fino a quando la crema si sarà rappresa; fate raffreddare, suddividete lo zucchero di canna e con un cannello fiammeggiate lo zucchero per caramellarlo. Se non avete il bruciatore passate la teglia sotto il grill fino a quando la superficie sarà caramellata. Fate raffreddare prima di servire cospargendo con gli stimmi di zafferano.

certo che ‘u Signuruzzo fici ‘na cosa bella creando la bella stascione!

 

le zucchine, il basilico, le mulinciane, i pomodori…cose fresche che hanno il sapore della bella stagione! E giusta giusta arriva ‘sta pasticedda che profuma di cose buone amunì, pigghiate un pizzinu!
per 8 cristiani
720 g di pasta corta ruvida
400 g di zucchine
10 fiori di zucca
15 foglie di basilico
2-3 spicchi d’aglio nuovo
farina
olio extra vergine d’oliva
100 g di pancetta dolce tagliata sottilissima
sale e pepe
parmigiano grattugiato o ricotta salata a piacere

Sbucciate l’aglio, pestatelo nel mortaio con le foglie di basilico e poco di sale. Coprite con 4 cucchiai d’olio e fate riposare almeno un paio d’ore. Fate rosolare, in una padella antiaderente e senza grassi, la pancetta a pezzetti grossolani, finchè sarà dorata e croccante, mettetela da parte. Nella stessa padella versate 2-3 cucchiai d’olio, mettete le zucchine lavate e tagliate a rondelle con una mandolina; fate soffriggere e quando saranno quasi cotte spolverate con un  paio di manciate scarse di farina; mescolate e levate dal fuoco. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e mettetela nella padella dove avete cotto le zucchine. A fuoco spento aggiungete il pesto di basilico, i fiori di zucca e la pancetta, mescolate e irrorate con tanta acqua di pasta quanta ne serve per amalgamare. Servite con una spolverata di parmigiano o ricotta salata, a voi la scelta.

Elga ed io

un’amicizia nata come tante attraverso il blog; un affetto legato da sentimenti e affinità; un legame che se pur sottile è robusto, vivo. I casi della vita annodano le vite di persone anche lontane, le gioie e i dolori vengono condivisi nonostante le distanze. Alla fin fine la distanza è un concetto relativo no?
Ti voglio un gran bene Elguzza mia, ti dedico il tuo gratin di biete e nocciole, a Pasqua eravamo ‘nsemmola :), per fortuna che ho copiato la ricettuzza sul mio quadernetto, prima dell’innominabile gesto … maaaaaaa, dove la recupero la ricetta dello sciroppo di mandarini e vaniglia che mi hai regalato a Natale? 😀

Gratin di biete e nocciole di Elga Cappellari
per la besciamella:
50 g di burro
50 g di farina di grano saraceno,
500 ml di latte
sale
noce moscata
80 g di nocciole intere
500 g di biete lessate e strizzate
100 g di toma


1 cucchiaio di parmigiano reggiano
sale
Preparate la besciamella sciogliendo il burro. Aggiungete la farina mescolando velocemente con una frusta e lasciate tostaresul fuoco qualche attimo. Aggiungetepoco alla voltail latte versando a filo, mescolate velocementecon la frusta per evitare la formazione di grumi. Salate e condite con noce moscata.
Mescolate la besciamella con le biete ben strizzate e tagliate a coltello. Aggiungete il parmigiano e la toma tagliata a cubetti. Trasferite il composto nella cocotte, sistemando sulla superficie piccoli riccioli di burro e infornate a 180°C per 8′, spolverate con le nocciole tagliate grossolanamente e proseguite la cottura per altri 2-3′ fino a doratura utilizzando anche il grill