W la mamma!

Per te mamma :*
Viva le mamme, tutte le mamme del mondo! Evviva! Certo viva anche i papà ovvio, ma delle mamme se ne parla di più no? vuoi perchè tipicamente sono più presenti, vuoi perchè ti trascinano per nove mesi nella panza, vuoi perchè ti hanno dato la vita… Non è certo una bazzecola no? ahahahah
Mammina mia ti regalo questo dolcino mono porzione, gustalo virtualmente e guarda il lato positivo della cosa almeno non ingrasserai 😀
ti amo
Cla

Mini charlotte alla vaniglia
per 4 mamme

per il ripieno:
3 mele “Pink Lady”
30 g di burro
30 g di zucchero di canna
100 g di amarena Fabbri non sgocciolate
20 g di mandorle a lamelle
1 bacca di vaniglia
per il rivestimento:
330 g di colomba senza canditi
70 g di burro
zucchero a velo vanigliato

 

Tagliate le mele a dadini, dopo averle sbucciate e private del torsolo. In un wok, sciogliete 30 g di burro, mettete le mele e fate insaporire; aggiungete le amarene tagliate grossolanamente con lo sciroppo, i semi della bacca di vaniglia e le mandorle a lamelle. Mescolate e unite lo zucchero; cuocete a fiamma vivace per circa 10-15 minuti o fino a quando vedrete una leggera formazione di caramello, spegnete e fate raffreddare.
Tagliate 4 rettangoli di carta forno, bagnateli e strizzateli, infine foderate altrettanti stampini in alluminio tronco conici, da 250 ml di capacità o se preferite le misure: diametro maggiore 8,5 cm, diametro minore 6 cm, altezza 7 cm. Tagliate la colomba a fette da circa 1 cm di spessore, sciogliete il burro e con un pennellino, spennellate la superficie di ogni fetta. Con un coppa pasta da 6 cm di diametro, tagliate 4 dischi e poneteli alla base di ogni stampo con il lato imburrato rivolto verso l’esterno; ricavate strisce da 2 cm circa di larghezza e disponetele in verticale con la parte imburrata verso l’esterno. Riempite gli stampi con il ripieno di frutta, al quale avrete amalgamato tutti i rimasugli di colomba tagliati a pezzetti, che vi erano avanzati, realizzando i dischi di base. Pressate con le mani e richiudete con i pezzi di colomba che sborda. Spennellate ancora con il buro fuso e infornate a 180°C per 15 minuti circa o fino a quando vedete la superficie dorata. Fate raffreddare nello stampo poi sformate le charlotte su un piattino da portata, decorate con lo zucchero a velo e amarene a piacere.

una giornata da sogno

  
Hai presente il concetto di “sogno”?
Si, quando vorresti che una cosa si avveri e la desideri talmente tanto che te la sogni la notte.
Ecco così è capitato a me, solo che non era un sogno era pura e margarinosa sacrosanta realtà. Adesso ti cuntu, assettati.
Claudio Iannetta responsabile digital marketing di Vallè Italia e promotore dei format “C’è torta per te” di Vallè, ha avuto un’idea geniale; ha regalato una giornata di “puro delirio” ad una quindicina di blogger, me compresa; ci ha  invitate all’evento “C’è torta per te” al Teatro 7 di Milano, chiedendoci di riprodurre una ricetta di una torta legata alla nostra memoria e di raccontare una storia legata alla ricetta, condividendola con tutti i presenti. Abbiamo prodotto una quantità industriale di torte, abbiamo condiviso esperienze di vita lacrime e abbracci, sorrisi e competenze. Tutto questo lavorìo ha un fine parecchio sfaccettato: Claudio ci ha rivelato che desidera creare un importante link tra mondo virtuale e quello reale, due realtà complementari che si intrecceranno per divenire sinergiche. Per realizzare ciò ha, intanto, capitanato il gruppo di foodblogger, dalla Pippi, una persona splendida che ha favorito a rendere atmosfera e affiatamento ai massimi livelli. Eravamo un unico impasto di emozioni. Siamo state coccolate, viziate all’ennesima potenza, fino all’ultimo istante in cui ci hanno ospitate. Grazie Claudio e grazie Vallè perché mi avete donato un giorno da favola, un giorno in cui emozioni forti hanno contribuito ad unire indissolubilmente cuori ad altri cuori.
 

vive la France!

quante volte l’avrò detto? uh! una marea di volte! Mi piace assai la Francia e prima o poi ci andrò! 🙂 intanto la Francia viene da me però, almeno sotto forma di Tajine della Emile Henry. Avete avuto il piacere di tenere in mano una ceramica Henry? Andate in un negozio autorizzato Emile Henry e trascorrete un po’ del vostro tempo per toccare con mano questa terracotta e poi ne riparliamo. Io l’ho anche provata, vi assicuro che favolosa è! La pentola tajine poi, ha la particolarità di cuocere al vapore proprio per la particolare forma conica del coperchio.
Vi confesso che è talmente bella da vedere che non l’ho riposta in una madia, ma è in bella mostra sul tavolo da pranzo.

Tajine di cinghiale al curry e frutta secca
per 4 persone 
500 g di spezzatino di cinghiale già marinato
2 cipolle rosse
2 spicchi d’aglio
1 cucciaino raso di curry
20 g di zenzero fresco
300 g di patate rosse
1 cucchiaioo e mezzo di brandy invecchiato
500 ml di brodo di carne
8-10 pistilli di zafferano
15 prugne secche snocciolate
10 g di semi di sesamo
15 g di mandorle a lamelle tostate
20 g di pistacchi tritati grossolanamente
olio extra vergine d’oliva
affettate sottilmente con una mandolina, le cipolle e l’aglio a rondelle. Metteteli in una tajine con 4 cucchiai d’olio e fate stufare a fiamma leggera; aggiungete la carne e mescolate; unite lo zenzero sbucciato e grattugiato, il curry e sfumate con il brandy, fate evaporare, mettete le patate sbucciate e tagliate a tocchetti, bagnate con il brodo caldo e distribuite i pistilli di zafferano. Fate cuocere con il coperchio per circa un’ora, mescolando ogni tanto. Aggiungete le prugne tagliate a pezzetti e cuocete per altri 15-20 minuti. Fate attenzione che il sugo della cottura non si sia asciugato del tutto e che la carne sia cotta; in caso contrario aggiungete poca acqua calda. aggiustate di sale se necessario. Prima di portare in tavola cospargete con il mix di frutta secca.
con questa ricetta partecipo al contest Two gust is megl che one di Vickyart 

Cucinando con il vapore

 

è impressionante, come un piatto cotto al vapore possa diventare elegante, veloce, saporito e leggero in un “colpo” solo. Gli amici di Cucinando, ci hanno proposto di realizzare una ricettuzza cotta al vapore per promuovere il sistema Viatlis WMF. Io una prova fici aieri sira, ma non potevo immaginare che mia figlia potesse gradire tanto il pesce cotto così.
_”mamma…è senza spine?”
l’importante per lei, che il pesce sia senza spine, la scelta è limitata lo so, però sono fiduciosa, allargherà i suoi orizzonti…lo spero per lei perchè si perde un mondo di sapori.
Dal banco del pesce ho scelto il salmone, pesce bello grasso, opulento, che si presta a regalare sapore alle verdure da accompagnamento. Vi conto cosi fici!

 per 2 cristiani:
350 g di filetto di salmone
60 g di olio extra vergine d’oliva
la scorza di un limone
il succo di mezzo limone
qualche foglia di prezzemolo sminuzzata con le mani
una foglia di alloro
un rametto di rosmarino
70 g di pangrattato
la punta di un cucchiaino di zucchero
20 g di parmigiano grattugiato
olio
sale e pepe
1 piccolo cavolfiore romanesco da circa 1 kg da mondare

preparate la marinata: mettete in una ciotola l’olio, il succo del limone e la sua scorza, aggiungete gli aromi, salte e pepate. Emulsionate con una frusta a fili. Private il salmone della pelle, tagliatelo a dadini di circa 3-4 cm di lato e mettetelo a marinare in frigo per un paio d’ore. Abbrustolite il pangrattato in padella con un giro d’olio, lo zucchero e mescolate fino a quando diventa di un bel colore bruno, spegnete il fuoco e aggiungete il parmigiano mescolando bene affinchè le briciole non s’attaccano l’una all’altra. Lavate le cimette del cavolfiore dopo averlo mondato, ponetele nella vaporiera e salate leggermente. Passate nel pangrattato condito i cubetti di pesce, e poneteli anch’essi nella vaporiera. Prima di accendere la vaporiera mettete nell’acqua del fondo gli aromi che avete usato per la marinata. Fate cuocere per circa 15-20 minuti provate la cottura della verdura con una forchetta. Condite il cavolfiore con la marinata e se volete, distribuite le molliche di pane.

da Aversa a Messina fino a Palermo: il casatiello napoletano

…e le sue contaminazioni.

 Tutto ebbe inizio almeno 16 o 17 anni fa non ricordo di preciso, dovrei chiedere ai diretti interessati, me frati e so’ mugghieri. Lui siculo, lei campana …ecco come si fa l’Unità d’Italia. Insomma arriva a casa da me matri, la ricettuzza del casatiello, come la fa la mamà di mia cognata. Poi cammina cammina arrivò fino a ‘ca. Insomma tutto ‘sto panegirico per pararmi il colpo che sicuramente arriverà da parte di tutti i campani, i quali avranno sicuramente da ridire riguardo la ricetta originale; c’è chi mette le uova dentro, chi fuori, chi lo chiama tortano, chi lo fa così e chi lo fa colà. Saremo comunque tutti d’accordo sul fatto che è una ricetta tipica campana e soprattutto pasquale. A casa unni mia non manca mai.

ingredienti per uno stampo a ciambella da 26 cm di diametro:
550 g di farina manitoba
10 g di lievito di birra
10 g di sale
4 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
un cucchiaino di zucchero
circa 200 g di formaggi vari essendo un piatto povero, nasce per la necessità di recuperare tutti i rimasugli di formaggio io li ho chiesti al salumiere, in genere li confezionano sottovuoto
Auricchio piccante
Auricchio dolce oppure provola
Svizzero
Parigiano
circa 200 g di salumi.
Medesimo concetto dei rimasugli, io ho messo salami vari e prosciutto crudo

La sera prima sciogliete il lievito in 300 g di acqua tiepida con un cucchiaino di zucchero. Mettete la farina nell’impastatrice, aggiungete l’acqua con il lievito, l’olio e infine il sale. Fate lavorare la macchina a velocità minima fino a quando l’impasto risulta liscio e morbido. Mettetelo in una terrina e fatelo lievitare in forno spento per 8 ore. La mattina tagliate a dadini i formaggi e i salumi, rimettete l’impasto nella planetaria, aggiungete i condimenti e fate lavorare la macchina al minimo, fino a completa aggregazione. Ponete l’impasto su un piano leggermente infarinato realizzate un salsicciotto e ponetelo dentro uno stampo per ciambella da 26 cm di diametro, imburrato e infarinato. Fate lievitare ancora fino al raddoppio. Occorreranno almeno tre ore, dipende sempre dalla temperatura esterna, riparatelo dalle correnti, mettendolo dentro il forno spento con la luce accesa. Accendete il forno a 200°C e cuocete il casatiello per circa 30 minuti fate la prova stecchino.

esercizio numero 1…dare ascolto ai lettori

eh già! dice Vascuzzo, perchè se io sono ancora qua è perchè qualcuno legge il blog, s’interessa, prova le ricettuzze e lascia suggerimenti. Quando pubblicai questi biscotticeddi, Salvatore mi disse che l’omissione del cioccolato amaro in pezzi me l’avrebbe perdonata, ma una pulce in testa mi mise e dopo averli rifatti una marea di volte m’addicisi e ci misi 100 g di cioccolato a pezzetti…ma al latte Salvatore che dici potrebbe andare? Ti dico la verità che quei pezzetti gli danno quel certo nonsochè 😀

cosa abbiamo detto fino ad ora?

che impastati con i ceci siamo, insieme con la trattoria Muvara questa volta ahahahahah. Alla F di farinata semu, e devo dire che siamo perfettamente in linea con la tabella di marcia, vero Aiuolik? 😉 annamu comu ‘u vientu! 😀

la ricetta base di questa farinata  l’ho presa dal Sale&Pepe di novembre dello scorso anno, l’ho fatta e rifatta, mangiata e stra_mangiata adesso fatela voi ma nella versione della scorza 😉
per una teglia di 29×25 cm
100 g di farina di ceci
5 g di funghi secchi
un generoso rametto di maggiorana
5-6 grani di pepe rosa
la scorza di mezza arancia
un cipollotto fresco o in alternativa mezza cipolla rossa
olio extravergine d’oliva
sale

setacciate la farina di ceci, versate a filo 400 ml di acqua e contemporaneamente sbattete con una frusta a fili manuale, in modo da evitare la formazione di grumi. Lavate la maggiorana e asciugatela, mettetela nel mixer con i funghi secchi, la scorza d’arancia intera e il pepe in grani, salate leggermente e frullate. Unite il miscuglio secco alla farinata, aggiungete un cucchiaio d’olio, aggiustate di sale e fate riposare per un paio d’ore, mescolando ogni tanto. Ungete con 2 cucchiai d’olio la teglia, versate la farinata e distribuite la cipolla tagliata sottile con una mandolina. Accendete il forno alla massima potenza e infornate per 10-15 minuti o fino a quando si forma una crosticina superficiale. Io dopo la cottura, aziono per qualche istante il grill.

a Palermo, impastati con i ceci siamo!

 

io siciliana sono, ma tutti i ceci che sto mangiando nel palermitano, a Messina, dove “io lo nacqui”, nun ne manciai. Avete mai mangiato le panelle? chi arriva a Palermo, la prima tappa a Munneddu (Mondello) la fa, sulu sulu,  per manciarisi un panino con le panelle che fa arrisuscitare puru i morti; sono frittelle di farina di ceci che messe dentro ad un panino, condite con il limone e il sale sono un pranzo da strada favoloso! Ma non voglio parlarvi di panelle oggi…oggi no! Oggi vi parlo di dominazioni…ahahahah vi siete scantati? Nessuna lezione, solo una parola sui millenni di storia che si sono sovrapposti alla nostra cultura; un palinsesto di tracce che ci legano mani e piedi. Torniamo ai ceci va! Oggi ho realizzato i falafel, un cibo da strada anche questo, di matrice araba…e noi con gli arabi incocciati siamo. Spero però di non fare girare i cabasisi all’arabi picchì nell’impasto, ci misi puru un uovo. Ma se di dominazioni stiamo parrannu, allura lassatimi stari! Chisti sunnu i miei falafel, sono la mia personale interpretazione 😀

per 2 cristiani:
100 g di ceci
un cucchiaino scarso di bicarbonato
un cipollotto
uno spicchio d’aglio degerminato
4-5 foglie di basilico
un cucchiaino di mix di spezie
un mazzetto di prezzemolo
1 uovo 
la scorza grattugiata di mezzo limone
poche gocce di limone
qb pepe bianco in grani
qb pepe rosa in grani pepe
qb nero in grani
sale
olio per friggere

la sera prima mettete a bagno i ceci, il giorno dopo, lavateli e asciugateli. Frullateli con il bicarbonato e metteteli in una ciotola con il prezzemolo e il cipollotto tritati. A parte pestate in un mortaio il basilico con l’aglio e un po’ di sale, poi pestate i tre tipi di pepe e aggiungete via, via, le cose pestate al miscuglio di ceci. Unite anche la scorza del limone, la sua scorza grattugiata, il mix di spezie e l’uovo. Aggiustate di sale e impastate bene con le mani; formate delle piccole polpette e friggetele in olio caldo pochissimi minuti, scolatele su carta assorbente e mangiatele tiepide come antipasto o accompagnate con delle verdure…troppo buone

cominciare pensando alla fine

un concetto molto profondo da seguire nella vita, sempre! Voglio ripercorrerlo anche in cose comuni della giornata.
dedicato a chi piace il pollo
cosce di pollo aromatiche
per 4 persone:
4 cosce di pollo
3 patate medie
4 pomodori
maggiorana
timo
1 cucchiaio di curry
1 limone
3 cm di zenzero
1 cipolla rossa grossa
2 spicchi d’aglio
4 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
100 ml di vino bianco secco
un cuore di brodo delicato
500 ml di acqua

tritate al coltello, l’aglio e la cipolla molto finemente, metteteli in un tegame di ghisa e soffriggeteli nell’olio; unite il pollo a pezzi, dopo averlo strofinato con il limone e leggermente salato. Rosolate da tutti i lati, unite le erbette, il curry e lo zenzero grattugiato, mescolate e fate insaporire; sfumate con il vino alzate la fiamma e fate evaporare. Unite i pomodori a cubetti e le patate a dadini, mescolate, unite il cuore di brodo, l’acqua e abbassate la fiamma. Fate cuocere senza coperchio circa 30 minuti o fino a quando la carne del pollo tende a staccarsi dall’osso. Pepate e servite tiepido. Con l’intingolo potrete condire un gustoso piatticeddu di spaccatelle.