torta con crema alla vaniglia e amarene per il compleanno del mio sposo

😉

però non li dimostra…ahahahah
prima della pubblicazione, vuole che gli faccia firmare una liberatoria. Per la privacy dice, non puoi dire in giro la mia età…
in giro? ma se siamo, si e no, un pugno di amici? ahahah
oopppsssss! ho pubblicato! …
😉
va beh va, vi racconto questa tortina com’è fatta

Ho realizzato una torta margherita per la base, quella si Anna per intenderci
ho utilizzato però una teglia da 20 cm e con il resto dell’impasto ho ottenuto delle mini tortine da mangiare a colazione.

Dal Ricettario di Anna
Torta margherita

per una tortiera da 24 cm
6 tuorli
6 albumi montati a neve
200 g di zucchero a velo
100 g di farina
100 g di fecola di patate
100 g di burro fuso
un limone del mio alberello 😉
un pizzico di sale
Setacciate insieme la farina e la fecola. Montate a neve fermissima gli albumi con il sale. in un’altra ciotola montate i tuorli con lo zucchero finchè diventano spumosi. Aggiungete gli albumi con un cucchiaio di legno molto delicatamente. Unite poco alla volta la farina e la fecola e amalgamate al composto, unite poi il burro fuso e la scorza del limone grattugiata. Versate in una tortiera ben unta con burro fuso e infornate per 30 minuti circa a 150°C almeno questa è la temperatura per il mio forno.
Ho ottenuto una torta bassa circa 6 cm che ho tagliato orizzontalmente in 3 parti
Ho preparato una bagna con 100 ml di acqua e 100 ml di limoncello, ho emulsionato e poi con un pennello da cucina ho imbibito le superfici della torta.


Poi ho preparato una crema alla vaniglia, tratta dal secondo numero dei libri di sale e pepe “Tutto al forno”
l’ho manomessa solo un’idea
1 l di latte
200 g di zucchero a velo
70 g di farina
6 tuorli
un baccello di vaniglia
fate bollire il latte con la vaniglia tagliata nel senso della lunghezza, liberate i semi. Sbattete i tuorli con lo zucchero e appena saranno spumosi aggiungete la farina setacciata. Unite molto gradatamente al composto di uova metà del latte caldo, fate sobollire a fuoco lento per qualche minuto e poi aggiungete, il latte rimanente, eliminate la vaniglia e fate addensare qualche altro minuto sul fuoco.

Un barattolo da 230 g di amarena fabbri
500 ml di panna fresca
60 g di zucchero a velo
farina di cocco
guarnizione all’amarena Paneangeli

Montate la panna con lo zucchero a velo e componete la torta.
Su un piatto adagiate il primo strato di torta margherita ben bagnato, distribuite uno strato di crema alla vaniglia circa 3 cm, uno di panna montata e la metà del contenuto del vasetto delle amarene. Ponete il secondo strato di torta margherita e ripetete l’operazione precedente. Finite con l’ultimo strato di torta e finite con la panna, ricoprendo ben bene tutto il dolce con una spatola. Con la guarnizione all’amarena realizzate un cerchio distanziato dal bordo circa 3 cm; decorate con la farina di cocco e in ultimo con una sac a poche piena di panna montata realizzate le scritte e le guarnizioni

ancora chicchi…ma sono gli ultimi

dopo di che ho finito le melagrane, aggiungo che non ne posso vedere più perchè mi viene la nausea ahahahah
🙂
Però come tenervi ammucciata una sì gran bella crostata di effetto, che trovate copleta di pasta phillo a pagina 22 nel S&P di gennaio 2002? Io la stramaledetta pasta phillo non l’ho trovata in questo periodo, perchè a quanto pare i palermitani ne hanno fatto man bassa, ed io sono rimasta sprovvista, ma a costo di star male perchè rivedrò una melagrana, la rifarò appena ‘ncoccio la pasta phillo GIURO!

ingredienti per una teglia di 22 cm
250 g di farina
100 g di zucchero
100 g di burro
2 tuorli
un cucchiaino di cannella in polvere
un pizzico di sale
la scorza grattugiata di un limone
200 g di fragole 1 melagrana
250 ml di latte
60 g di zucchero
3 tuorli
60 g di farina
6 capsule di cardamomo verde
Impastate la farina con il sale e lo zucchero, aggiungete i tuorli, la scorza di limone, la cannella e il burro morbido. Impastate velocemente e fate una palla che avvolgerete in un foglio di alluminio. Fate riposare in frigo per un’ora. Scaldate il latte con i semi del cardamomo pestati nel mortaio. Sbattette i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungete la farina setacciata. Filtrate il latte e incorporatelo poco alla volta al composto di uova, trasferite la crema in una casseruola e fate addensare a fuoco basso, facendo attenzione che non raggiunga il bollore. Fate raffreddare mescolando spesso. Stendete la pasta con un matterello e foderate la teglia imburrata e infarinata bucate il fondo con i rebbi di una forchetta e copritela con un foglio di carta forno; cuocete in bianco con dei fagioli secchi in forno caldo a 180°C per 10-15 minuti. Togliete i fagioli e distribuite sul guscio di frolla la frutta pulita meno una manciata abbondante di chicchi di melagrana. coprite con la crema e poi distribuite il resto della melagrana rimasta.

Panna cotta alla melagrana

Parlo sempre bene della mia rivista preferita vero? Vero! Oggi però, devo fare un appunto! In questo dessert di gennaio 09 della spettacolare “Sale &Pepe” la ricetta trae in inganno oppure, se volete, mi sono confusa, ho letto male…
Gli ingredienti liquidi sono trascritti in ml e in dl, quindi ho fatto male, anzi direi malissimo i conti, mi sono ritrovata con pochissimo succo di melagrana e il mio adorabile sposo è uscito di corsa per andare dal fruttivendolo a fare il carico di melagrane :). La panna, per 8 bicchieri era 500 ml, il succo di melagrana 5 dl…insomma, a prescindere dal fatto che sono un’idiota, non sarebbe una cosa carina utilizzare le medisime unità di misura? ai posteri l’ardua sentenza e stendiamo un velo pietoso perchè questa volta, possiamo dirlo! Non ho saputo copiare!!! AHAHAHAHAH!!!

per 8 bicchieri
-500 ml di panna fresca
-300 ml di latte
-200 g di zucchero a velo
-un baccello di vaniglia
-2 bicchierini di rum
-20 g di gelatina in fogli
-500 ml di succo di melagrana leggasi mezzolitrocheètantissimodisuccodimelagrana!!!(più o meno 6 melagrane belle grosse)
-una melagrana
-zucchero a velo per il succo perchè è un po’ aspro, fate voi a seconda del vostro gusto

Scaldate il latte con lo zucchero e il baccello di vaniglia inciso. Ammorbidite 15 g di gelatina in acqua fredda, strizzatela e unitela al latte, mescolando finchè si è sciolta, fate raffreddare. Eliminate la vaniglia, aggiungete il rum e la panna, mescolate e versate in 8 bicchieri. Copriteli con la pellicola e fateli riposare in frigo per 6 ore. Scaldate il succo della melagrana, unite la gelatina rimasta precedentemente ammorbidita in acqua fredda, mescolate e fate raffreddare senza farlo consolidare. Disponete su ogni pannacotta un cucchiaio di chicchi di melagrana, completate con il succo, tenete in frigo fino al momento di servire e in ultimo decorate con i chicchi rimasti

Piesse: il commento di Laura mi suggerisce che probabilmente farei bene ad aggiungere che, per ottenere mezzo litro di succo ho utilizzato 6 melagrane piuttosto grosse. Delle prime 3 ho raccolto tutti i chicchi li ho frullati e poi ho filtrato il succo, ma vedendo che il mio colore rosso non somigliava nemmeno lontanamente al rosso della rivista, ho pensato che “forse” bisognava spremere i frutti, ma se ne perde la metà ed il rosso continua ad essere lo stesso cioè non rosso brillante rivista, quindi suggerisco la “prima che ho detto”, raccogliete tutti i chicchi, frullateli e poi filtrate il succo 😉

Piesse n°2: Il commento di Paola invece, mi suggerisce di fare vedere con qualche scatto il metodo che utilizzo per sbucciare la melagrana velocemente, in questo modo la si sgrana in un battibaleno; con la punta di un coltello, incidete la superficie superiore del frutto dall’alto verso il basso fino a metà della calotta, sollevate la parte della buccia che tra l’altro è sottile, dopo di che si sgrana a piccole porzioni direttamente in una ciotola.
scusate, le foto sono un po’ buie perchè oggi piove, ma spero che siano esaustive






piccole dolcezze al cioccolato


un dolcino da realizzare in 10 minuti senza bisogno di pensarci su due volte, un’idea per tutti quelli che si accingono a fare regali sostenibili per Natale o per quelli che invece vogliono ragalarsi un momento di dolcezza personale, da condividere “ma anche no!”
…e per quelli come me che odiano l’inverno e fanno il conto alla rovescia per l’arrivo dell’estate
🙂

150 g di mandorle pelate
200 g di cioccolato bianco o al latte

tritate grossolanamente le mandorle a coltello, fatele tostare in un padellino antiaderente, senza farle scurire troppo, mettetele da parte a farle raffreddare.
Tritate il cioccolato e scioglietelo a bagnomaria. Aggiungete le mandorle e amalgamate i due ingredienti; con due cucchiaini formate dei mucchietti e disponeteli su un foglio di carta forno.
Fateli rapprendere in frigo per un paio d’ore e poi sbafateveli.
🙂

un tè con me

Stella nel Giardino dei ciliegi ha pensato di unirci tutti in un unico abbraccio, caldo e fumante, è la prima volta che bevo un tè con tante persone 🙂

Stella, adesso tocca a me mettere sul fuoco il bollitore
😉

“Le regole per il Afternoon tea Award sono semplici:
1) indicare la miscela preferita di tè o caffè;
2) proporre uno o più tramezzini a piacere;
3) variazioni sul tema scones ovvero paneo focaccine dolci e confetture preferite
4) dolcetti: pasticcini, torte, biscotti, ecc…
5) proporre un libro, una poesia,un film di cui vi piacerebbe chiacchierare o una musica per l’atmosfera.”

il mio tè del pomeriggio scorre sulle note di You Make Feel So Young magari cantata da Michael Winkle, il tè che preferisco è il Jasmine Dragon Pearls, perle di tè verde profumate al gelsomino con una fettina di limone, un ciavuru! Dopo l’infusione ho lasciato diffondere nell’aria il suo delicato profumo liberando le perle.
Al mio ospite propongo un ottimo tè caramello e sambuco oppure se preferisce un infuso alla frutta…agrumi di sicilia e scorza d’arancia…manco a dirlo no?
Il servizio da tè corredato da piattini da dolce sono realizzati in finissima porcellana inglese, erano della mia nonna materna, mia madre le regalate a me, è stato un regalo stupendo grazie mamà *

Un dolcetto mobbido mobbido dovrebbe saziare anche gli appetiti più arditi, offro una torta già pubblicata nella versione al limone, questo pomeriggio l’ho realizzata con aromi d’arancia e qualche piccolissima variante, ma nella sostanza è la stessa.
per la frolla:
200 g di farina
70 g di zucchero
70 g di burro
1 uovo
1 pizzico di sale
per la crema:
100 g di zucchero
2 tuorli
50 g di burro
la buccia grattugiata di un’arancia media
il succo dell’arancia
35 g di farina
200 g di latte
per la pasta margherita:
200 g di farina
100 g di zucchero
2 uova
8 g di lievito in bustina
100 ml di latte
100 ml di olio di semi
la scorza grattugiata di un’arancia media
il succo dell’arancia
preparate la frolla lavorando la farina, il burro a pezzetti a temperatura ambiente, lo zucchero, l’uovo e il sale, stendetela con un matterello su un piano ben infarinato e poi rivestite una tortiera apribile da 22 cm foderata da carta forno, imburrata e infarinata. Ponetela in frigo a riposare. Preparate la crema ponendo in un tegame i tuorli con lo zucchero, amalgamate e poi aggiungete la farina setacciata, diluite piano con il latte e il succo d’arancia. unite la buccia precedentemente grattugiata. Passate su fuoco moderato, aggiungete il burro quando sobolle, scioglietelo mescolando e fate raffreddare. Per la pasta magherita sbattete le uova con lo zucchero e fate diventare l’impasto bello chiaro e spumoso, aggiungete l’olio, il succo dell’arancia e la scorza grattugiata. Unite la farina con il lievito setacciati e infine il latte. Tirate fuori dal frigo la teglia con la frolla, distribuite e livellate la crema all’arancia e poi coprite con l’impasto di pasta margherita. Infornate a 160°C per circa 50 minuti. Al momento di servire spolverate zucchero a velo


Un’alternativa gradevole, una via di mezzo tra il dolce e il salato è la focaccina all’uva proposta nel post qui sotto

Infine, mi piacerebbe chiacchierare di poesia e perchè no leggerne una d’amore del mio autore preferito Pablo Neruda, con todo el amor per la mia anima di inguaribile romantica.

i nostri morti

Altro che halloween, qua non si ha paura dei i morti ma dei i vivi ahahahah!
Qua si commemorano si, ma con delle tradizioni speciali. Quand’eravamo piccoli, i nostri genitori la sera dell’uno novembre, coinvolgevano me e mio fratello nella preparazione della tavola. Predisponevamo un piatto per uno, con i nostri nomi e la letterina con ciò che desideravamo, indirizzata ai morticini, un vezzeggiativo amorevole per ricordare chi non c’è più fisicamente tra noi. Si chiudevano le porte di accesso al salone e si andava a dormire. La mattina dopo, secondo antica tradizione del nonno Peppino (mio bisnonno), la mamma bussava alla porta chiedendo permesso alle anime che fossero in ritardo…noi eravamo elettrizzati ma non volevamo disturbare le povere anime 😉
poi era una festa! I piatti erano puntualmente pieni zeppi di frutta martorana, morticini (altri dolci tipici della festa) e regali per noi. Era bello davvero, la domanda di rito era:”che ti hanno portato i morti?”
🙂

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La frutta martorana o pasta reale è un dolce dolcissimo, tipico della tradizione siciliana, si narra che […]la frutta di Martorana sia nata perché le suore del convento della Martorana a Palermo, per sostituire i frutti raccolti dal loro giardino ne crearono di nuovi con mandorla e zucchero, per abbellire il convento per la visita del papa dell’epoca.[…]da Wikipedia
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A Palermo si prepara in casa anche per coinvolgere i bambini, è davvero divertente!

questa è la ricetta a freddo, più facile e più veloce:
ingredienti
500 g di mandorle
500 g di zucchero a velo
1 cucchiaio di glucosio
1 fialetta di aroma alla mandorla
1 fialetta di aroma alla vaniglia
1 tazzina e mezza di acqua
formine di gesso per i fruttini
coloranti alimentari in polvere
acqua o alcool per diluire i colori
Macinate le mandorle pelate e poi amalgamate la farina ottenuta con lo zucchero a velo, fate un foro al centro, aggiungete il glucosio e poco alla volta l’acqua. Impastate con un cucchiaio di legno per amalgamare ben bene e poi finite sulla spianatoia con una spolverata di farina di mandorle. Realizzate una palla velocemente perchè il calore delle mani scioglie l’olio contenuto nelle mandorle, fatela riposare mezz’ora in frigo. Foderate le formine con della pellicola, prelevate una porzione di impasto e fatela aderire nella formina con una spatola, estraetela e diponetela su una gratella per dolci, realizzate la frutta fino ad esaurimento dell’impasto e fate indurire per un giorno o due. Con dei pennelli per alimenti, sciogliete i colori che vi servono in base ai frutti scelti e rifinite la vostra pasta reale. I maestri pasticceri lucidano la frutta con la gomma arabica, sembra vera!

Ricetta a caldo:

Macinate le mandorle pelate fino a ridurle a farina. Sciogliete lo zucchero, in un tegame abbastanza grande da contenere la farina, insieme con l’acqua fredda e portate a bollore. Fuori dal fuoco aggiunte l’essenza di vaniglia e la farina di mandorle. Amalgamate bene fino a che il composto non avrà assunto una consistenza compatta, liscia e morbida che si staccherà dalle pareti del tegame.
Bagnate un piano di marmo con dell’acqua e adagiate la massa di mandorle ottenuta. Fate raffreddare leggermente e poi lavorate ancora un po’  per renderla ancora più liscia. Recuperate gli stampini in gesso; porzionate un salsicciotto sporcandovi le mani con dello zucchero a velo, realizzate una palla con la porzione dell’impasto e adagiatela dentro lo stampino, premendo bene, poi , delicatamente estraete la forma ottenuta ponetela a riposare per 24 ore prima di dipingerla, lucidarla e adornarla con piccioli e foglie decorative.

Cuor di mela


Non ho preparato questo per sabato, ma LEI doveva essere presente alla mia cena! Ed è venuta con un dolcino, un dolcino che sembrava buono… invece non era buono

era fantastico, sublime, da segnare nel proprio quadernetto di ricette sotto una voce…ricette del cuore *

Lory ha utilizzato le mele del suo albero in montagna, in effetti mi veniva un po’ fuori mano andare a rubarle da lì dove ha anche i fichi ahahahah quindi ho seguito il suo consiglio ed ho cercato delle mele a pasta soda, croccanti e poco dolci. Per la varietà delle mele andate qui credo che quella che ho scelto sia la Braeburn ma sicura sicura non sono 😉

Ingredienti
per la sablèe alle mandorle:

300 gr di farina 00
50 gr di farina di mandorle
200 gr di burro
100 gr di zucchero a velo
50 gr di zucchero semolato
2 uova piccole
un pizzico di sale
Impastate gli ingredienti come al solito, velocemente; le mie uova erano medie, quindi ho aggiunto un paio di cucchiai di farina per ottenere un impasto liscio e non appiccicoso. Avvolgete la sablèe in un foglio di carta stagnola e fate riposare in frigo per 40 minuti.

Per farcire ho usato;
3 fette biscottate
marmellata di mirtilli
zucchero di canna
zenzero fresco
5 mele medio/piccole

zucchero a velo per spolverare

Tagliate in 2 le mele, sbucciatele e toglietene il torsolo,

io ho usato uno scavino. In una padella fonda sciogliete una noce di burro, aggiungete le mele, cospargete con 4 cucchiai di zucchero di canna, una grattata di zenzero e mezzo bicchiere d’acqua. Coprite e lasciate cuocere 12-15 minuti, togliete il coperchio e fate asciugare lo sciroppo che si è formato. “Attenzione che le mele nn passino di cottura dovranno restare al dente.” Parola di Mercante 😉

Fate raffreddare
Tagliate in 2 l’impasto preso dal frigo, stendete una parte e foderate uno stampo da crostata di 24 cm di diametro precedentemente imburrata e infarinata, bucherellate il fondo e cospargetelo di marmellata, sbriciolate le fette biscottate e sopra, distribuite lungo la circonferenza della torta, le mezze mele con la parte convessa verso l’alto, ne utilizzerete 9, l’ultima mezza mela la ponete al centro della torta formando un fiore. Stendete l’altra parte d’impasto e chiudete la crostata sigillando i bordi con la pasta sottostante. Cuocete in forno caldo a 160°C per 25′ almeno nel mio forno 😉
Spolverate con zucchero a velo

brioches di marmellata rubacchiate a Grazia per una buona causa

…e di queste fantastiche girelle ne vogliamo parlare?
Grazia le ha pubblicate qualche giorno fa e come ogni buona girella mi ha ipnotizzato e mi son detta “…e perchè no? è un’idea stupenda” vero era!!!!
parliamone perchè sono strepitose, semplici e gustose, le ho preparate per la festa di Carlotta, mentre le ragazze facevano le prove per lo spettacolino organizzato per l’occasione, io scattavo e loro ballavano ahahahahah
la ricetta dell’impasto è delle sorelle Simili

125 g di farina manitoba
125 g di farina “00”
100 g (circa) di acqua tiepida

20 g di lievito

50 g di olio

3,5 g di sale

50g di zucchero

scorza di limone grattugiata
gocce di cioccolato
marmellata, ho usato una marmellata di fichi preparata dalle manine d’oro di nonna Claudia
latte per spennellare

Ho sciolto il lievito nell’acqua tiepida, ho impastato nella planetaria…manco a dirlo 😉 e poi ho fatto lievitare per 2 ore in una ciotola, nel forno spento. Trascorso questo tempo ho steso la pasta con il matterello in una sfoglia abbastanza sottile (un paio di mm) poi ho distribuito la marmellata e le gocce di cioccolato, ho arrotolato la sfoglia su se stessa ed ho affettato il rotolo in fette da 1 cm di spessore, ho disposto le girelle su una teglia foderata con carta forno ed ho fatto lievitare ancora 2 ore. Prima di infornare a 170°C per circa 15 minuti, ho spennellato le brioches con del latte.

La torta della cuccagna

Vuoi fare felice un bambino? dagli una caramella!
lo vuoi fare ancora più felice? dagli pane e nutella!…
ahahahah no, no non faccio la pubblicità a nessuna delle case produttrici di dolciumi, però mi do da fare per l’incentivazione delle visite dal dentista 😉

La volete la ricetta?
🙂
tutte bimbe a cui piacciono le caramelle, lo immaginavo eheheheh!
eccola allora…
La ricetta è desunta dal sale e pepe del giugno 2003
con l’aggiunta di un paio di accorgimenti “interni” che non avrebbero reso la torta quella che poi è diventata. L’originale non prevede la farcitura, ma l’esperienza insegna che, il pan di spagna tra l’altro pieno di nocciole tritate, dieventa un chiummu se non lo bagni e non lo farcisci.
Ingredienti
370 g di nocciole tritate fini
180 g di zucchero
300 g di farina
8 uova
una fialetta aroma vaniglia
la scorza e il succo di un limone non trattato
una bustina di lievito vanigliato
un pizzico di sale
burro e farina per le tortiere
Per farcire:
latte e nutella q.b.
Per guarnire:
500 ml di panna fresca
30 g di zucchero a velo
300 g tra caramelle cioccolattini, marschmallows
…tutto quello che volete

Montate i tuorli insieme con lo zucchero, l’essenza di vaniglia, il succo e la scorza di limone, fino ad ottenere un composto chiaro e schiumoso. Montate a neve soda gli albumi con un pizzico di sale e amalgamateli al composto di tuorli poco alla volta con una spatola, mescolando dal basso verso l’alto. Quindi sempre poco alla volta, incorporate al composto la farina e il lievito setacciati, aggiungete le nocciole e continuate a mescolare finchè tutti gli ingredienti non saranno ben amalgamati. Imburrate e infarinate 2 stampi, uno da 24 e l’altro da 18 cm di diametro, suddividete il composto, livellatelo e cuocete in forno caldo a 170°C per circa 30-35 minuti prova cottura spiedino e sfornatele. Lasciatele raffreddare completamente su una gratella, dopo tagliatele in due e irrorate la base con del latte, cospargetelo con un cucchiaio, facendo in modo da inzuppare il pan di spagna alle nocciole. Con una spatola distibuite un generoso strato di nutella, coprite il disco di base grande con il suo coperchio e posizionatelo sul piatto da portata. Montate la panna con 30 g di zucchero a velo. Coprite la base interamente con la panna e livellate con una spatola sia i lati che la parte superiore. Un buon trucchetto per realizzare questa operazione è quello di posizionare il piatto su un disco rotante, tipo quello della Meliconi per la tv, tenere la spatola ferma e far girare il piatto con la torta 😉
Sistemate la torta piccola, farcita come la precedente, su quella grande al centro. Finite di spalmare di panna montata anche la seconda torta e poi, qui viene il bello, sbizzarritevi decorando la torta come più vi piace con caramelle, marschmallows, cioccolato e quant’altro. Fate riposare in frigo per un’ora.
vi assicuro il puro divertimento
p.s.: un consiglio: non preparate il giorno prima questa torta, il pds si indurisce molto presto

Il suo dolce preferito :)


No… perchè… ho pensato che quando torna…si ma quando torna? ahahahaha ma è tornata!!!! Evviva!iuppiyea!!! ehm dicevo, quando torna vorrei farle trovare una cosa gradita e visto che questo è il suo dolce preferito perchè non farle trovare proprio questo?
e poi zompettando qua e la cosa trovo che anche la Preci ha fatto il dolcino del NODD, uau che sballo allora vorrà dire qualcosa no? ahahahaha
ah la ricetta la copio e incollo (tanto per cambiare ahahahaha)

Bentornata Alex *

Ingredienti per una placca da forno, io ho usato le tartellette ne ho realizzate 13 calcolando delle porzioni di impasto lievitato da circa 70 g a teglietta

Per l’impasto:
375 gr di farina
1/2 cubetto di lievito di birra (20 gr)
125 ml di latte
75 gr di zucchero
1 uovo
60 gr di burro fuso
1 presa di sale

+ 2 kg di prugne /zucchero alla lavanda (o zucchero e cannella) qb
io ho usato 1 kg di prugne e zucchero aromatizzato alla cannella
3 cucchiaini di zucchero e uno di cannella

Sciogliere il lievito nel latte tiepido e sciogliere il burro in un pentolino. Versare la farina in una scodella, aggiungere tutti gli altri ingredienti e formare un impasto consistente. Lavorarlo bene e lasciar poi lievitare l’impasto in un luogo caldo finché sarà cresciuto al doppio della sua dimensione iniziale.
Una volta lievitato, stendere l’impasto e rivestire la placca da forno precedentemente imburrata.
Coprire l’impasto con le prugne snocciolate e tagliate a metà (o a quarti se preferite). Io le ho tagliate piccole piccole perchè le tartellette sono di dimensioni ridotte circa 8-10 cm
Infornare a 180° (forno ventilato) per circa 30 min. Appena sfornato, cospargere il dolce di zucchero aromatizzato.

In corsivo le mie piccolissime varianti




…no dico…avete notato? lei con una foto una, ha detto tutto! a me ne son servite 10.000 per dire qualcosa ahahahah
però ho il cuoricino 😉
*