Frittata

Mah, che vi devo cuntari… nun sacciu aunni accuminciari. Accumincio dal principio che fossi è megghiu.
Nella mia famigghia, da sempre, la frittata è con le patate, al forno o fritta in padella; non si discute. Quando mia mamma alla domanda: che si mangia oggi? Rispondeva frittata era condicio sine qua non, ovvio, scontato e assodato che fosse con le patate. Come si dice qua, “mezza parola”.
Crescendo e niscennu fora di casa, mi accorsi che la frittata, in genere, nel mondo intero, non è con le patate ma va specificato sempre. Una fatica inutile ppi mmia.
 Una frittatona o la fai con le patate oppure si cangia in una frittatina; qualunque cosa ci metti dentro, una cosuzza ppì fimmine ca mancianu picca e nenti.
E questo è l’antefatto che risale agli anni miei, di quann’era nicaredda. Ora s’appresentò una situazione che ha dell’incredibile. Quando si riunisce il gruppo di studio di me figghia a me casa, i figghioli vogliono sempre mangiare per pranzo la frittata al forno. Ora dico io, ma è mai possibile che ogni volta che venunu ccà vonnu manciari sulu ‘sta frittata?
 Sunnu talmente affatati che il gruppo su uozzapp lo chiamarono FRITTATA…

allora ecco qua la ricetta, una delle tante picchì la frittata cangia sempre a secunna di chiddu che c’è nel frigo eccetto uova e patate!
ora viene il bello, per quanti cristiani? Beh erano tre i figghioli, sono avanzati quei due pezzettini nell’ultima foto.
2 kg di patate a pasta gialla
6 uova
100 ml di panna fresca
90 g di pancetta dolce tagliata a cubetti
3 cucchiai di parmigiano grattugiato + uno per la finitura
olio extra vergine d’oliva
mollica di pane fresco o secco
sale
pepe

lavate le patate, pelatele e ponetele dentro una ciotola piena d’acqua. Scolatele asciugatele e tagliatele a pezzi non troppo grossi. Mettete i tocchetti dentro una ciotola capiente, salate, pepate e irrorate con un paio di cucchiai d’olio, mescolate per fare insaporire. Foderate la placca del vostro elettrodomestico con carta da forno, distribuite le patate in un solo strato e cuocete in forno caldo a 180°C per circa 40 minuti.
Separate i tuorli dagli albumi, montate a neve quest’ultimi e metteteli da parte. In una ciotola capiente montate i tuorli con il parmigiano grattugiato, unite la panna e continuate a montare per qualche minuto; aggiungete la pancetta, le patate sgocciolate dall’olio in eccesso e, infine, con una spatola inglobate gli albumi montati a neve. Mescolate per amalgamare bene tutti gli ingredienti. Foderate con carta forno una teglia di 24×30 cm, versate il composto, livellatelo, cospargete con il parmigiano e la mollica di pane. Infornate per circa 25 minuti.

e uova alla Benedict furono

non si può raccontare, ancora non inventarono le parole giuste, quelle adatte a chiarire, rappresentare la biddizza di questo piatto. Biddizza leggi bellezza, leggi anche bontà. Non per fari tiatru ma appena ci desi un muzzicuni a ‘ste uova minn’inchianai in paradiso e scinnìa n’autra vota ‘nterra, svolazzando. M’aviti a cridiri sulla parola. L’avìti assaggiari. Il piatto è uno zinzino complicato, non tanto eh? solo uno zinzino, ma se l’ho fatto io, che m’impazzì pure la salsa olandese, possono farlo tutti seguendo qualche indicazione utile all’effetto finale. Le uova alla Benedict acchiappano il nome dal suo fautore, un cristianeddo facoltoso, una mattina del 1884, ospite del Waldorf Hotel di New York tale Lemuel Benedict, ordina una colazione particolare; chiese del pane tostato, due uova in camicia, del bacon canadese e un bricco di salsa olandese. Appena arrivata la sua ordinazione provvide egli stesso a comporre il piatto. Il maitre di sala incuriosito, provò quel piatto inusuale e sostituì il pane tostato con l’english muffin e il bacon con il prosciutto al forno, ma la storia completa e ben raccontata la trovate qui, leggetela perché è davvero divertente e molto interessante.
Questa ricetta non si può di certo annoverare tra le ricette leggere e a basso contenuto di colesterolo, no no, ma  credo che una volta ogni tanto si possa mangiare no? Questa era la mia prima volta e vi cuntu chi fici:
intanto preparate gli english muffin, poi armatevi di santa pacienza e preparate la salsa olandese seguendo pochi ma utili consigli

per 4 cristiani:
2 english muffin
4 uova in camicia
8 fette di pancetta
una manciata di spinaci
250 ml di salsa olandese

per 250 ml di salsa olandese
3 tuorli
3 cucchiai d’acqua fredda
un cucchiaio di succo di limone
175 g burro chiarificato (*)
30 g di burro chiarificato freddo
sale
pepe
dopo aver cannato la prima esecuzione vi posso dire che bisogna lavorarla a con moltissima delicatezza, seguitemi passo passo e non avrete problemi, fidatevi, io mi sono fidata di loro. Sciogliete 175 g burro chiarificato su fuoco dolce e fatelo intiepidire. Sgusciate le uova, mettete i tuorli in una ciotola di alluminio, sbattetele con una frusta a fili fino ad amalgamarle per bene, basteranno un paio di minuti; aggiungete l’acqua e sbattete, il limone e il sale e continuate a sbattere per uno o due minuti. Aggiungete 15 g di burro freddo senza mescolare. Portate a bollore dell’acqua in un tegame dai bordi alti, ponete la ciotola sul tegame e sbattete le uova per farle addensare e fare sciogliere il burro. La crema sarà addensata quando, sbattendo, si formerà un velo di crema sulla frusta e la crema sarà liscia, togliete dal fuoco e aggiungete gli ultimi 15 g di burro freddo, sbattete per fermare la cottura delle uova. A questo punto aggiungete il burro fuso, goccia a goccia con un cucchiaio, Questa operazione è importante farla poco a poco per evitare che la salsa possa impazzire. Mescolando con la frusta la salsa prenderà consistenza e lucidità. Mettete da parte.
Uova in camicia
riempite d’acqua (circa 10 cm) un tegame dai bordi alti,  aggiungete tre cucchiai di aceto di vino bianco e portate a bollore, sgusciate un uovo in una ciotola e poi versatelo dentro il tegame in ebollizione, aspettate due minuti circa, poi raccoglietelo con un mestolo forato e ponetelo al caldo. Cuocete allo stesso modo le altre uova.
Scaldate una padella antiaderente, tagliate a metà gli english muffin, scaldateli da ambo i lati e poneteli sui piatti da portata, nella stessa padella abbrustolite la pancetta e ponetela sulle fette di pane; sempre nella stessa padella, sporca di burro, fate appassire una manciata di spinaci per un paio di minuti, salate e pepate. Composizione del piatto
Mettete qualche foglia di spinacio sopra la pancetta croccante, adagiate con delicatezza, l’uovo e ancora qualche foglia di spinacio, scaldate leggermente la salsa olandese a bagnomaria  perché, nel frattempo, si sarà indurita e poi versatela sull’uovo servite subito.
(*) il burro chiarificato si ottiene schiumando il burro fuso, separando cioè le proteine solide del latte, potete farlo in casa oppure comprarlo già pronto.

cose da fimmine

cu ‘u sapi picchì quannu ridemu, noi fimmine, nnì diciuno: “pari na jaddrina” opuru,  “ridi come un’oca”
Mah! Da quando le galline ridono, magari ‘nsemmola alle oche? Cose, cose da pazzi. Certo è che tra fimmine nnì capemu con una taliata, non serve mancu parrari e non dico solo qua nell’Isola eh! Tutte le fimmine del mondo si capisciunu con una taliata, non ci sono barriere linguistiche di sorta; il bello delle donne.
E tra fimmine nnì facimu regali d’amore come queste due uova di oca che la mia amicuzza Lia mi regalò, con la curiosità di vedere come le avrei cucinate. Una ppì mia e una ppì idda.
 
per due cristiani
2 uova di oca
160 g di patata rossa sbucciate
80 g di zucchina
2 cucchiaini d’olio extra vergine d’oliva
3 cucchiai di aceto di mele
due cucchiai di yogurt dressing
sale
pepe
tre rametti di timo
prima di cominciare con il procedimento avrei qualcosa da comunicare alla mia adorata nutrizionista Annarita, nu lo putemu fare cu l’occhi picchì idda è a Milano e io sugnu ccà.
-Bedda mia, fici il calcolo delle calorie, secunnu tia può essere che lu fici a mestiere o sbagghiavu? Aspè che tu cuntu.
un uovo di oca 160 calorie
80 g di patata 66,4 calorie
40 g di zucchina 5,2 calorie
un cucchiaino di olio extra vergine d’oliva 45,05 calorie
un cucchiaio di yogurt dressing 11 calorie
per un totale di circa 288 calorie a porzione… che dici t’appatta
pelate la patata, lavatela, asciugatela e grattugiatela dentro una ciotola, con una grattugia a fori grossi. Grattugiate anche la zucchina, salate leggermente e mescolate insieme con la patata, fate riposare qualche minuto. Su una placca, foderata con carta forno, ponete due coppapasta unti leggermente e suddividete le verdure equamente schiacciandole con delicatezza; pepate e irrorate con un cucchiaino d’olio ogni forma. Infornate in forno caldo a 200°C per mezz’ora, sformate e ponete sul piatto da portata. Riempite di acqua un tegame, profondo almeno una decina di cm, salate, unite l’aceto e portate a bollore. Lavate le uova, sgusciatele singolarmente, dentro una ciotola. Quando l’acqua bolle, versate con delicatezza un uovo per volta e cuocete  per circa 2 minuti. Prelevate con una schiumarola un uovo alla volta  e ponetelo su carta assorbente per asciugare l’acqua in eccesso, adagiatelo sui rosti di patate e zucchine, completate il piatto con lo yogurt, una macinata di pepe e qualche fogliolina di timo. Manco a dirlo potete usare le uova che preferite ma vi sballano le calorie ahahahahah.

l’amore non ha una ricetta

quando si tratta d’amore io vado a sentimento. In verità anche quando cucino senza pensare al blog vado a sentimento senza una ricetta da trascrivere. Quando ieri quando mi chiamò Ot, la mia maestra di tango, per propormi un pomeriggio ‘nsemmola mi sono riempita d’amore per lei e la sua nicaredda, tutta smorfie e paroline duci.
Quannu si fici l’ora di manciari e idda sinni stava iennu, ci dissi di rimanere a cena che qualche cosa avrei addubbatu, di fame non saremmo morti. Dopo un piatticeddu di pasta, fici ‘sta frittata con i tenerumi avanzati dal giorno prima.
buona, buona, buona, aiutatemi a dire buona!
niè…mi era avanzato un coppino di tenerumi cunzati per la pasta, ho sbattuto tre uova, con una manciata di parmigiano grattugiato, una macinata di pepe, un paio di cucchiai di latte e i tenerumi sgocciolati. Ho scaldato  ‘n’anticchia di olio in una padella e ho versato il composto di uova. Ho fatto cociri con il coperchio e, quando il fondo era cotto, ho girato la frittata [maestra sono], finendo di cociri anche dall’altro lato.

Pio pio

avrei potuto partecipare al meme/concorso del cavolo…emh volevo dire del cavoletto ahahahaha
invece no troppo tardi! va beh pazienza! però una cosa ve la voglio raccontare, e sono pressochè sicura che moltissimi di voi hanno un ricordo simile. L’occasione me l’ha data una mia amica (ciao Stefaniaaaaaa) che legge, legge, legge le pagine di questo blog ma non scrive mai, Sabato è venuta a cena da noi e mi ha detto “so tutto di teeeeeee” ahahahaha e poi mi ha regalato quest’oggetto troppo sfizioso, un portauovo che si chiama PIO PIO ahahahaha, ma non è meraviglioso?

Beh a questo punto un ovetto, che mi riporta indietro nel tempo e che mi ricorda la mia infanzia, non me lo dovevo fare?
e mu fici !
ricordo il mio portauovo rosa, che dovrei avere tra l’altro da qualche parte…MAMMAAAAAAA, CHE FINE HA FATTO IL MIO PORTAUOVOROSAAAAAAAA…
ma mi sa che me l’ha dato…va cerca e va trova aunnè… 🙂
Comunque il mio ricordo è legato al nonno, quello materno, non chiedetemi perchè, considerando che anche altri facevano quest’operazione, ma io di mio nonno mi ricordo! Per
la pazienza e la precisione con cui mi tagliava il pane a bastoncini sottili sottili per poterli intingere nell’uovo alla coque, mi ricordo che ci perdeva un mare di tempo perchè lui era un tipo preciso, non sgarrava nemmeno di un millimetro…capostazione era se non era uno preciso lui ahahahah! E poi il gran finale, mangiavo tutto l’uovo, lo ripulivo ben bene dentro con il cucchiaino e facevo lo scherzo al parente di turno, dai è un classico, l’avrete fatto tutti almeno una volta su su ditemelo 😀
fase 1) girare il guscio ottenendo un uovo apparentemente integro
fase 2) lagnarsi e dire …”non lo voglio l’uovooooo!”
fase 3) obbligatoria) il parente di turno doveva simulare un teatro dicendo “ma come dai Claudia mangia l’uovo su!”
fase 4) rompere il guscio con il cucchiaino svelando lo scherzo…mi faceva sballare questo gioco 🙂

posso dire che mi diverto con poco ahahahahah

grazie Stefania mi hai fatto un bellissimo regalo :*

Omelette con i peperoni

questo piatto è meglio preparalo quando si è in pochi 😀 perchè si rischia di mangiarlo freddo.
ahahahah
un modo francese, niente male, per mangiare l’ovetto 🙂
per 4 persone
2 uova a testa
2 cucchiai di panna a testa
2 peperoni rossi medi
un mazzetto di prezzemolo
350 g di formaggio a pasta filante
sale e pepe

ungete i peperoni e metteteli in forno a 180° per 40 minuti poi metteli in un sacchetto di carta, chiudeteli e fateli raffreddare. Tagliateli a listarelle dopo averli privati dei semi. Metteli in una ciotola con il formaggio tagliato a dadini, unite metà del prezzemolo tritato, salate e pepate.
Mescolate 2 uova alla volta in una ciotola con una forchetta, unite la panna, un quarto del prezzemolo rimasto, salate e pepate. Scaldate 15 g di burro in una padella antiaderente, versate le uova e fate rapprendere con un coperchio a fuoco basso. Farcite l’omelette con un quarto del composto di peperoni, piegate i bordi verso l’interno e continuate la cottura con il coperchio sempre a fuoco basso. Trasferite l’omelette in un piatto, teneteli in caldo, mentre preparate le altre 3

“Ma tu li sai fare i peperoni con le uova?”

o_O

“dico…no dico…
ma sono domande da fare queste?
che sarà mai…una frittata!”
“nooooo” dice lui
“i peperoni con le uova come li faceva mia mamma…la chiamiamo o ti offendi?”

Cibulaaaaaaa aiutoooooooooo

il nostro destino è segnato mia cara…;)
per farla breve…telefonatina alla suocerina, dettatura della ricettina e peperoni con le uova furono!
ahahahahah
comunque buoni erano!
eBBrava la mia suocerina ***


Ingredienti per noi 3:
1 peperone e mezzo colori a vostro piacimento meglio rosso e verde per la avere una tavolozza cromatica gradevole col giallo dell’uovo…(mah! che scrivo manco io lo so, sono impazzita colori e sapori!)
5 uova anche 6 se sono piccole
2, 3 cucchiai abbondanti di parmigiano grattugiato, a piacere
una cipolla, io l’avevo rossa, ma direi che i cipolloti meglio ci stavano
qualche foglia di basilico
olio extra vergine d’oliva
sale
pepe

come vedete è una ricettina casalinga, ma veloce perchè non si pelano i peperoni ed è buonissima.
Lavate i peperoni, levate i semi ed i filamenti bianchi, affettateli nel senso della lunghezza, e poi tagliateli a dadini. In una padella soffriggete la cipolla leggermente, poco dopo aggiungete i peperoni e coprite con un coperchio, fate cuocere a fuoco basso per circa 20 minuti o fino a quando l’acqua di vegetazione si è asciugata ed i peperoni sono cotti. Se fosse necessario unite qualche cucchiaio di acqua calda. Quando i peperoni sono cotti ed asciutti, salateli. Sbattete le uova con il parmigiano e il basilico spezzettato, salate e pepate e versate in padella, con un mestolo strapazzate le uova mescolando e proseguendo su fuoco moderato cucinate totalmente l’uovo.

Frittata di zucchine profumate alla menta

Avete idea che cosa significhi frequentare la terza elementare?
io penso che in pochi ricordano quegli anni ormai abbondantemente (per alcuni) andati…
io mu scurdai!
Mia figlia frequenta la terza elementare e devo dirvi che è dura! è una classe micidiale, difficilissima perchè è il passaggio dal dolce far niente (ovviamente si fa per dire perchè imparare a leggere e a scrivere non è propriamente una passeggiata) allo studio massivo…dopo una giornata passata 5 ore a scuola, pranzo velocissimo e poi a danza classica lezione mirata al saggio che si svolgerà a breve, a seguire riunione dei genitori per discutere sull’andamento degli alunni e poi di nuovo a casa per fare i compiti del giorno dopo. Abbiamo finito di ripetere geografia tra lacrimoni di stanchezza e singhiozzi accalorati alle 20,00
tutto ‘sto racconto per dirvi che non c’era tempo per preparare la frittata di patate che voleva il mio sposo.
😀
ma nemmeno questa scherzava però in fatto di bontà, nonostante fuori inperversa un tempo di BIIIPPPPP sembrava di addentare un pezzetto d’estate, e per di più è velocissima da preparare.
la ricetta è di Sale&Pepe

Ingredienti per noi 3
150 g di mozzarella
200 g di zucchine genovesi, sono 2 medie
4 uova
un mazzetto di basilico
un mazzetto di menta
25 g di burro
sale e pepe
tagliate la mozzarella a fettine, mettetela in un colino per farla sgocciolare. Lavate e mondate le zucchine, affettatele finemente con una mandolina e fatele dorare in una padella con il burro fuso. Sbattete le uova in una terrina con sale e pepe; aggiungete il basilico e la menta precedentemente lavati e asciugati e spezzettati grossolanamente con le mani. Unite la mozzarella tagliata a dadini e mescolate delicatamente per amalgamare gli ingredienti. Quando le zucchine saranno dorate, versate il composto di uova . Cuocete a fiamma bassa e coprite verso la fine della cottura per far rapprendere anche in suerficie. Servite subito ben calda.

Forma e funzione

Signore e signori…

Louis Kahn


Un’opera d’arte non è un essere vivente che cammina o corre, è la creazione di una vita che fa scaturire una reazione.
Per alcuni è un miracolo della mano dell’uomo.
Per alcuni è un miracolo della mente.
Per alcuni è un miracolo della tecnica.
Per qualcuno conta quanto sia reale.
Per qualcuno conta quanto sia trascendentale.
È come la Quinta Sinfonia: suggerisce un sentimento che riconosce solo chi l’ha provato almeno una volta e lo sta ricercando. Lo conosci, ma vuoi risentirlo. Lo conosci, ma vuoi rivederlo.
Un’opera d’arte rivela che la Natura non può fare ciò che fa l’uomo

Desunto da Wikipedia – “Kahn configura, secondo una consuetudine comunemente accettata, il primo superamento delle teorie del Movimento Moderno; ciò, sia chiaro, sebbene egli sia un architetto che opera nel solco del movimento stesso, quindi lontano dall’approccio storicista, antimoderno. Il principio fondamentale del Movimento Moderno, espresso dal noto slogan la forma segue la funzione, viene rovesciato: in Kahn è la funzione che prende corpo all’interno di una forma, che è in primo luogo lo specchio dell’ordine. In altre parole Kahn sembra postulare una forma generale, che si concretizza con un schema planimetrico razionale, e utilizzarla per soddisfare una necessità d’uso.”

Beh direte voi ma che ce frega di tutta ‘sta dissertazione sui concetti di forma e di funzione, che palle!!!!
no c’è un motivo, c’è!
assittatevi che ve lo conto…
questa sera la mia dieta prevedeva un uovo al tegamino rigorosamente antiaderente, con contorno di broccoletti lessati,una cosina semplice semplice, leggera e buona (per me)
seguendo il concetto di forma, di bellezza, di “anche l’occhio vuole la sua parte”, ho cotto l’uovo dentro la formina a fiore…ah! mia figlia che praticamente mangia 4 cose 4, impazzì vedendo il mio ovetto mi ha detto “…ehm mamma, che bello, me lo fai anche a me?”

😀

😉

obbiettivo raggiunto!!!!


A questo punto il Grande Maestro Louis Kahn si sta girando nella tomba, dopo che ho paragonato la sua teoria ad un uovo al tegamino.

ahahahah


Frittata al forno con quello che c’è

“Ma stasera che si mangia?”
classica domanda, fatta da mio marito quando vede me e i fornelli in ozio 😉 allora io:
“Ma se dopo pranzo hai detto:-Stasera non mangiamo!- Seeee! lo dici sempre a panza piena” 🙂
per la cronaca stasera abbiamo mangiato una frittata con quello che c’era nel frigo e fuori. Una frittata da riciclo. E’ il bello delle frittate!!!
Ingredienti per 4 persone
5 patate medie
3 uova
150 ml di panna
150 g di formaggio tipo galbanino
2 fette di prosciutto cotto
il condimento per una persona di pesto alla trapanese
sale
pepe
noce moscata
olio per friggere
pan grattato
burro per ungere la teglia

Pelate le patate, tagliate a cubetti e friggetele in abbondante olio caldo. Salatele e mescolate spesso. In una terrina sbattete le uova, aggiungete la panna e emulsionate ancora. Salate, pepate e grattugiate un po di noce moscata. Aggiungete il condimento del pesto alla trapanese, sbattete e unite il formaggio tagliato a cubetti. Imburrate una teglia, cospargete di pan grattato e versate le patate cotte. Aggiungete il prosciutto a pezzetti e la salsa di uova. Cospargete con una spolverata di pan grattato ed infornate per 25 minuti a 190°C