Mese: Ottobre 2011
pisci d’ummira
Il nastro rosa me lo sono legato tra i riccioli che avevo quannu ero ‘na figghiuledda, poi ho cominciato a stirarli; il nastro è rimasto, i riccioli li ho persi definitivamente 🙂 avevo proprio dei bei capelli, lunghi e mossi.
Molte cose cambiano durate l’arco di una vita, alcune cambiano con consapevolezza, altre accadono senza che te ne renda conto. Dunque i ricci li ho persi sapendo che li avrei persi, avevo 20 anni. Oggi ne ho 42, ho avuto disturbi del comportamento alimentare e per mia volontà ne sono uscita con l’aiuto di una psicologa. Non posso nascondere che ne risenta ancora oggi. Gli effetti a lungo termine si vedono. Il primo passo da compiere è volersi bene;di un amore vero, sviscerato, senza rete. La mattina dico sempre a me stessa: “perchè io valgo!” mai pubblicità fu più azzeccata ahahahahah bisogna ricordarselo ogni momento, soprattutto quando fattori esterni ti colpiscono incrinando il tuo stato, poi è tutta discesa.
In definitiva per stare bene devo convincermi che sono una persona favolosa, devo mangiare bene e fare attività fisica. Le prime due le effettuo giornalmente, la terza la distribuisco tre volte a settimana; faccio una lunga passeggiata a passo sostenuto. Indosso un paio di scarpe comode adatte allo scopo e un abbigliamento adeguato; lascio mia figlia a scuola alle otto e, con una mia amica, ci incamminiamo fino al lungomare di Isola delle Femmine, circa 8 km di aria buona, paesaggio fantastico e moto allegro. Quando torno a casa non posso fare altro che mantenere il mio status coccolandomi con un piatticeddu che adoro.
Il pesce d’ombra o pesce pilota è un pesce pescato nel mediterraneo, abbastanza comune dalle nostre parti. ha una carne soda e, tutto sommato poche spine, per me è un piacere mangiarlo…mi scialài
Pisci d’ummira al forno con verdure croccanti.
per due cristiani:
2 pesci d’ummira eviscerati, di circa 600 g complessivi
un mazzetto di erbe aromatiche io ho usato quelle che ho nell’orticello
2 foglie di alloro fresco
5 rametti di timo
qualche ciuffo di maggiorana
pepe rosa
sale
una carota
una patata
una zucchina
un limone
olio extra vergine d’oliva
Tu la conosci Nina?
Non la conosci? Naaaaaa, non è possibile!
Nina è un personaggio fantastico, una persona di cui ti puoi fidare, sempre cortese e con il sorriso che le aleggia sulle labbra.
E Francesca? Non dirmelo…
Francesca è timida ma non troppo, riservata, bella come il sole e sempre con una parola dolcemente in rima che le compare sulla bocca. Francesca è Nina!
Loro sono indissolubili, ineguagliabili, favolose, limpide e trasparenti come un acquerello. Insieme sono una sinfonia. E una sinfonia di colori, sapori ed emozioni è il contest di Io e Nina.
Il Ninestrone nasce per celebrare le prossime feste, il calendario Ninestrone 2012 è raccontato da “12 buffi personaggi stagionali, vivi fiabeschi, d’acqua e acquerello ninesco” Per vincere un Ninenstrone partecipa al contest di fine anno che scade il 20 novembre. Racconta, inventa, disegna, fotografa, cucina o silenziosamente mostra la tua sinfonia-minestrone. Per chi desidera acquistarlo scriva una mail a Nina entro il 25 novembre per prenotarlo.
Il mio Ninestrone agrodolce di frutta e verdura
per 2cristiani:
1/2 cavolo rosso
1 cipolla di tropea
1 mela
4 prugne secche
50 ml di aceto di mele
100 ml di Calvados
300 ml di acqua
2 cm di zenzero grattugiato
4 rametti di timo
olio extravergine d’oliva
sale e pepe
100 g di riso Jasmine o Basmati
affettate finemente il cavolo e mettetelo a marinare dentro una ciotola con l’aceto per una decina di minuti
Tritate a coltello la cipolla, ponetela in un tegame con un cucchiaio d’olio e doratela su fuoco moderato. Bagnante con il Calvados e portate a ebollizione facendo evaporare l’alcool. Unite il cavolo sgocciolato, la mela sbucciata e tagliata a cubetti; aggiungete l’acqua, lo zenzero grattugiato, le foglioline di timo, le prugne snocciolate e tagliate grossolanamente, coprite con il coperchio e cuocete su fiamma leggera per circa mezz’ora. Frullate poco più della metà del composto e preparate il riso cuocendolo al dente. Impiattate ponendo un fondo di cavolo affettato, tre quenelle di composto e il riso. L’ho mangiato anche sostituendo il riso con la ricotta fresca.
allacciate da un lunghissimo nastro rosa
la prevenzione è legata all’alimentazione, c’è picca ‘i fari…
Certo, ci sono tumori che acchiappano degli organi a causa di altri agenti esterni quali il fumo; come è accaduto, presumibilmente, a mia madre. Oppure, il tumore può aggredire un organo a causa di una trasfusione contaminata che trasmette l’epatite C che poi diventa un tumore al fegato, come è capitato a mio padre. Ma quando si dice, siamo quello che mangiamo, asseriamo un’altra verità. Allora leviamoci il prosciutto dagli occhi e orientiamoci a comprare ingredienti che ci aiutano a preservare la nostra salute. Insegniamo ai nostri figli che esistono alimenti che ci proteggono dalla possibilità di ammalarsi.
Stella di sale in questo post è molto chiara, non che non lo sia stata tutte le altre volte eh? Ma questa volta, più delle altre mi ha dato uno schiaffone virtuale, mi rendo conto che, molto di quello che giace al supermercato, in attesa del nostro acquisto, non è sano.
zuppa di grano saraceno e forse funghi porcini
adoro i funghi, vuoi perchè mia madre è una micologa e di funghi me ne ha fatti mangiare, vuoi picchì il ciavuru mi fa impazzire, vuoi picchì sunnu boni, ne vado matta. L’altro giorno ho comprato questi funghi ad un prezzo considerevole, il tipico prezzo dei funghi porcini, 39 euro al kg…ne ho comprati solo due per togliermi lo sfizio circa 200 g … oh! Mi state facendo i conti in tasca? ahahahah.
comunque segnatevi ‘sta ricettuzza
sulu pì mia, un cristiano.
200 g di funghi possibilmente porcini 😉
50 g di grano saracenomezzo peperoncino
un cucchiaino di zenzero in polvere ma se avete quello fresco meglio è, grattugiatene 2 cm
mezzo peperoncino piccante
uno spicchio d’Aglio Rosso di Nubia
3 foglie di salvia
2 rametti di timo, solo le foglioline
zafferano in stimmi
600 ml di acqua
olio extra vergine di oliva
sale rosa se l’avete se no un sale comune andrà bene se ne utilizzate poco 😉
Pulite i funghi con uno straccio umido, affettateli e metteteli in un tegame di coccio insieme con l’aglio tritato finemente, il peperoncino a rondelle, gli aromi e un paio di cucchiai d’olio extra vergine d’oliva. Fate insaporire e poi aggiungete poca acqua calda. Quasi a fine cottura, frullate parte dei funghi per realizzare una crema, aggiungete il grano e gli stimmi di zafferano, portate a cottura unendo l’acqua, poca alla volta quella che serve e sempre bollente. Salate e fate riposare a fuoco spento qualche minuto. Aggiungete un filo d’olio crudo e servite.
il giorno in cui il mondo fa il pane
E’ arrivato finalmente! Questo è un bel giorno, il world bread day. Oggi dobbiamo cuocere il pane per la giornata mondiale del pane. Impastate il vostro pane e condividetelo con amici e parenti. Il profumo che si sprigiona in casa è fantastico.
spighe di grano saraceno
per 4 spighe da circa 200 g
il giorno prima o la mattina per la sera preparate la poolish
150 ml di acqua tiepida
150 g di farina 00
1 g di lievito di birra fresco
Sciogliete il lievito nell’acqua tiepida; aggiungete la farina e amalgamate, otterrete un impasto molto liquido. Coprite con una pellicola e fate lievitare in un luogo riparato dalle correnti per 8 ore.
Il giorno dopo o la sera, mettete la poolish nell’impastatrice (o impastate a mano) insieme con
210 ml di acqua tiepida (in cui scioglierete il lievito)
330 g di farina 00
100 g di farina di grano saraceno macinata a pietra
17 g di lievito di birra fresco
10 g di sale
un cucchiaino di succo di limone
se l’impasto dovesse essere troppo umido aggiungete poca farina viceversa un goccio d’acqua. Dividete l’impasto in 4 pezzi. Prendete il primo pezzo e stendetelo con un matterello su un piano leggermente infarinato, formate un rettangolo con il lato lungo verso di voi. Ripiegate la pasta sempre verso di voi e stendetela con il matterello, fatelo ancora una volta. A questo punto l’impasto sarà lungo e stretto piegate una punta sull’altra, stendete ancora la pasta e arrotolate il filoncino. Fate questa operazione con gli altri pezzi d’impasto. Metteteli poi a lievitare per circa 45-60 minuti su una teglia foderata con carta forno dentro il forno spento con la luce accesa. Foderate un’altra teglia con la carta forno, disponete due filoncini e con una paio di forbici modellate le spighe facendo dei tagli sulla superficie e poi sui laterali del pane, alternandoli prima a destra e poi a sinistra. Accendete il forno e portatelo alla temperatura di 220°C, mettete una piccola teglia con acqua bollente sul fondo del forno, chiudete e fate sprigionare il vapore poi infornate due spighe alla volta per 20-25 minuti. Controllate la cottura del pane battendo il fondo delle spighe se suona “vuoto” è cotto. Per colorire il pane accendete il grill per qualche minuto.
quando scopiazzare diventa un’arte
un giorno, non molto lontano, ero da Babs a commentare questi deliziosi finger food. Molto dopo non riuscivo a togliermeli dalla testa, tipo chiodo fisso, continuavo a pensare a QuestiNonSiSaComeChiamarli. Allora, perfettamente allineata al mio non_stile, le ho rubato l’idea e li ho fatti anch’io. Complice un impasto polpettizzato, ospiti in arrivo e assenza di cose di capriccio (leggasi antipasto).
Pacchetti di pasta phillo con ripieno a sentimento
300 g di tritato misto tra maiale e manzo
1 uovo
100 ml di panna
150 g mix di pangrattato, parmigiano, pepe e prezzemolo
olio extra vergine d’oliva
pesto alla genovese qb
6 fogli di pasta phillo 36*39 cm
burro qb
preparate le polpette come fate di solito, io ho mischiato maiale e manzo tritati, un bel mazzetto di prezzemolo tritato, pan grattato, parmigiano, sale, pepe, l’uovo e la panna. Voi, leggendo il titolo della ricetta, potreste riempirli come più vi piace, a sentimento dunque, anche mischiando delle verdurine croccanti precedentemente scottate tipo carote e zucchine.
Impastate con le mani amalgamando per bene gli ingredienti. Prelevate una parte di impasto e fate dei salsicciotti, friggeteli nell’olio caldo e poi fategli perdere l’unto in eccesso su un foglio di carta assorbente.
Tagliate i fogli di pasta phillo in 2 nel senso longitudinale e in 3 in quello trasversale, spennellate ogni porzione con il burro fuso e sovrapponete i foglietti ricavati a due a due. Collocate alla base di ogni foglietto un salsicciotto, pennellatelo con un’idea di pesto alla genovese, arrotolate chiudendo le parti laterali e spennellate con il burro. Ponete i pacchetti su una teglia foderata di carta forno e infornate a 200°C per 10-15 minuti o fino a quando la pasta assume un colore dorato. Servite tiepidi.
il francese è, per me, una lingua raffinata!
Voi cosa ne pensate? Per quanto mi riguarda c’è poco da discutere, la trovo musicale, sensuale, piacevole da ascoltare anche se non la comprendo bene bene.
E’ delizioso ascoltare la parola “coq au vin”. Ancor di più però, è assaggiarlo questo pollo al vino, una poesia che t’acchiappa in un vidiri e svidiri e resti alluccutu. La carne si stacca dall’osso e rimane morbidissima.
Bisognerebbe però, ad onor di cronaca, fare un salto nel passato per stabilire la paternità di questa ricetta. Wikipedia scrive: […]Una leggenda riconduce la ricetta alla conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare. Un capotribù degli Arverni, assediato dai Romani, avrebbe fatto pervenire all’imperatore un galletto come simbolo del valore dei Galli. Cesare ricambiò la cortesia e i due sedettero insieme ad una cena dove fu servito il coq au vin.[2] […]
Quindi che sia francese o italiana non c’è dato saperlo, questa che vi propongo è una variante della ricetta originale. Pigghiatela per buona e fidatevi di mia!
Fusi di pollo al vino rosso
per 4 cristiani
per la marinata:
750 ml di Chianti Classico in fiasco
4 grossi spicchi d’aglio sbucciati
4 rametti di timo, solo le foglioline
2 foglie di alloro
4 rametti di prezzemolo
1 carota sbucciata e tagliata a pezzetti
1 cucchiaino di pepe rosa
10 bacche di ginepro
8 fusi di pollo
50 g di prosciutto crudo dolce a fette
250 g di funghi galletti puliti (Cantharellus cibarius)
500 ml di brodo di pollo
50 ml di Calvados
1 mela
25 g di burro
25 g di farina
olio extra vergine d’oliva
sale
Filtrate il vino della marinata e fatelo bollire per cinque minuti. In un tegame di ghisa o se preferite uno di coccio, mettete 2 cucchiai abbondanti d’olio, portatelo a temperatura e aggiungete il prosciutto spezzettato grossolanamente con le mani. Fatelo accartocciare qualche minuto e mettetelo da parte. Rosolate anche i funghi mescolando e mettete anch’essi da parte. Disponete i fusi, fateli insaporire da tutti i lati, versate il Calvados e fiammeggiate…state attenti però, se il tegame ha i bordi alti come l’aveva il mio, rischiate di fiammeggiarvi anche la mano, esattamente come è successo a me 🙂
Aggiungete la mela sbucciata, privata del torsolo e tagliata a pezzi grossolani, i funghi, il prosciutto, la marinata e il brodo di pollo bollente, coprite e lasciate cuocere a fuoco lento per circa un’ora e mezza.
Ponete al caldo il pollo con i condimenti e prelevate tutto l’intingolo. In un tegamino, stemperate la farina con il burro sciolto, unite poco alla volta il sughetto della cottura ben caldo, amalgamate la salsa sul fuoco per fare addensare. Rimettete tutto nella casseruola a fuoco spento mescolate pollo, condimento e salsa, servite subito.
AVVINANDO Wine Fest
“Avvinare [significa] versare una piccola quantità di vino nel calice facendolo scorrere lungo le pareti con un movimento circolare del polso, al fine di eliminare eventuali sapori e odori e preparare il calice stesso alla degustazione, coinvolgendo vista, olfatto, gusto. Avvinando Wine Fest coinvolge i cinque sensi. Vino da osservare, da annusare da assaporare.” cit. Avvinando wine fest
Oggi ho partecipato, con immenso piacere e onore, alla conferenza stampa tenuta a Palermo presso Villa Igiea Hilton, di Avvinando Wine Fest. Desidero porre l’attenzione su una manifestazione, giunta alla sua quinta edizione, che coinvolge aziende vinicole di alto pregio. Il vino d’eccellenza verrà assaporato e degustato il 14 e il 15 ottobre a Palermo, nell’incantevole e seducente cornice di Villa Boscogrande. Due giorni dedicati al vino di alta qualità e al buon cibo, arricchiti da un programma di eventi culturali e musicali.
Durante tre giornate precedenti all’evento, il 9,10 e 11 ottobre a Villa Igiea Hilton a Palermo, si svolgeranno le sedute di degustazione della prima edizione del Premio Avvinando Wine fest e del Premio Giancarlo Lo Sicco, noto critico e giornalista enogastronomico, fondatore, insieme con Nino Aiello, della cultura del mangiare e bere bene nella nostra isola, coordinatore generale e fiduciario Slow Food, scomparso prematuramente l’anno scorso.
Oggi credevo di presenziare come spettatrice e invece mi sono ritrovata attorno ad un tavolo immenso, con molte personalità, imprenditori, chef, attori, giornalisti, televisione e un microfono in mano.
Andate a visitare il sito e se siete nelle vicinanze vediamoci li!
le foto e il logo sono di proprietà di Avvinando.it
tutti in forma…per la prova costume ahahahahah
Qualche giorno fa, Valentina & Riccardo di Cucinando mi hanno chiesto la ricetta di un piatticeddu, uno sano, non che gli altri non lo siano, ma uno di quelli che ti aiutano a stare in forma, niente cose tristi però; uno che segua i canoni dello stare leggeri seguendo una dieta equilibrata. Perché? Come perché…il due d’ottobre a Massa si è svolta una manifestazione “Massa in forma, tutto ciò che fa bene al corpo e alla mente” è stata una domenica all’insegna dello sport e del vivere meglio la città. Proprio una bella idea!
tagliate a dadini la zucca, affettate la cipolla e l’aglio, mettete tutto in una casseruola, senza fare il soffritto; aggiungetela paprika, il curry il peperoncino a pezzetti, l’olio e il brodo vegetale. Fate cuocere fino a quando la zucca si ammorbidisce, circa mezz’ora o poco meno. Frullate il composto e mettete da parte. Cuocete il grano saraceno in acqua salata bollente, scolatelo e preparate i piatti. Mettete uno specchio di vellutata, un quarto di grano saraceno, una piccola quenelle di formaggio e una spolverata di nocciole. Servite subito.
dued’ottobre
due d’ottobre, due d’ottobre, due d’ottobre, ma quando arriva l’estate? Comincio con il tormentone dell’autunno per poi proseguire per tutto l’inverno fino al_l’e_sta_te. Se vi scoccia sentire la solita tiritera dopo quattr’anni, canciati canale; con le giornate che si accorciano m’innervosisco, quindi OCCHIO!
Arrassatevi, allontanatevi dunque che mordo ahahahahah! Dai che sGherzo magari addento un pezzo di toTTa buona buona che d’autunno ha i colori. Qualcosa di buono c’è!
Chi la chiama tarte Tatin, generalizza; la tarte Tatin è una nota torta di mele rovesciata con pasta brisée realizzata (per errore) dalle sorelle Tatin alla fine del XIX secolo in Francia. Questa è una torta rovesciata ai mirtilli, farina di grano saraceno e granella di pistacchi.