girelle di mozzarella e fagiolini

Da un’idea vagamente modificata di Sale&Pepe, Siore e Siori, vi presento le girelle multicolori!

TAH-DAH!

Ennesimo antipasto della Santuzza ma giuro che è l’ultimo, e meno male mi vennero gl’incubi e sono sicura che vennero pure a voi, ma questo c’è e questo vi proprongo, se non vi piace cambiate canale…(miiiiiii che sono polemica stamani!)
Vi aggiorno su una buona notizia, ho trovato il sistema per non far copiare ai signori…ehm signori? va beh lasciamo perdere, dicevo per non far scopiazzare i post a quelle personcine a modo di quel fantomatico blog di cui sotto, adesso vi conto:
sono andata sulle impostrazioni di blogger, poi su Feed sito e su Consenti feed blog ho selezionato nessuno! e che cacchio!!! Quali saranno le conseguenze non chiedetemelo, non lo so, ma almeno non scopiazzano di default!

170 g di sfoglia di mozzarella ( una confezione)
2 fette di pane per tramezzini
150 g di prosciutto cotto
100 g di fagiolini cotti
una manciata di olive verdi
una manciata di foglie di lattuga
pesto genovese

Srotolate la mozzarella, tagliatela in due nel senso della lunghezza, e mettetela da parte ben stesa.
Su un foglio di carta alluminio, schiacciate il pane con un matterello, spalmatelo con un velo di pesto alla genovese, distribuite metà del prosciutto, adagiate la metà della mozzarella e infine ricoprite con i fagiolini. Schiacciate leggermente con il palmo della mano, arrotolate e compattate, aiutandovi con il foglio d’alluminio, dentro il quale chiuderete il rotolo. Fate lo stesso con gli altri ingredienti, mettete poi in frigo per almeno un’ora. Tagliate il rotolo a rondelle, spolverate con spezie a vostro piacimento (io ho usato la paprika che Enzuccia mi ha regalato), decorate con le olive e le foglie di lattuga.

fagottini di tonno e peperoni

secondo antipasto della Santuzza, come dite? già non ve l’ho detto. Questa cena, era organizzata per il 15 luglio; il 15 luglio a Palermo è festazza granni, ricorre l’anniversario del Miracolo; nel lontano 1624 Palermo era vittima della peste, proprio il 15 luglio, furono ritrovate le spoglie di Santa Rosalia apparsa ad un tale Bonello, saponaio di mestiere, con la promessa della liberazione dalla peste se le reliquie fossero state portate in processione…
quindi quel giorno, anzi dalla sera prima con la processione, si fa festa con il tradizionale cibo da strada. Noi volevamo ricordare l’anniversario con una cenetta, ma la febbre mallitta ci ha guastato la festa.


4 peperoni olandesi di colori diversi
150 g di tonno in scatola sgocciolato
200 g di tonno affumicato
3-4 acciughe sott’olio
un cucchiaino di capperi dissalati
un mazzetto di prezzemolo tritato
foglioline di timo
4 tuorli d’uova sode setacciati
1 cucchiaio di aceto balsamico
olio extra vergine d’oliva
pepe macinato fresco

Abbrustolite i peperoni sotto al grill, infilateli dentro dei saccheti di carta e fateli raffreddare; nel frattempo preparate una salsina: mettete nel bicchiere del mixer le acciughe, i capperi, l’aceto, e il tonno sgocciolato ma non troppo, Frullate e mettete da parte. In una terrina raccogliete i tuorli setacciati, unite 4-5 cucchiai d’olio a filo e sbattete con una frusta, amalgamando ben bene, poi unite il composto di uova a quello di tonno. Mescolate e aggiungete le erbette aromatiche. La salsa a questo punto sarà abbastanza densa, aggiungete l’acqua che rilasceranno i peperoni e fluidificate senza esagerare. La consistenza deve essere media nè troppo liquida nè troppo densa 😉
Dividete in falde i peperoni, eliminate i filamenti bianchi e i semi, disponeteli un un tagliere e copriteli con una fettina di tonno affumicato e mezzo cucchiaino di salsa, arrotolate e fermate il fagottino con uno stecchino. Servite a temperatra ambiente.

quadrozzi con bufala e crudo di Parma



cosa c’è di più spiacevole, quando aspetti ospiti per cena e all’ultimo momento ti dicono che a causa di uno contrattempo non potranno essere li da te?
🙁
Ignara di ciò che ti aspetta passi la giornata a pensare cosa offrire, fai la spesa, prepari, prepari, prepari e…
questo è uno degli antipasti che sono andati a come dire…a vuoto ahahahah


3 fette di pane per tramezzini
150 g di prosciutto crudo di Parma
5 bocconcini di mozzarella di bufala
olio extra vergine d’oliva

affettate ogni bocconcino in tre parti, disponete le fettine larghe su un colapasta e fate perdere l’acqua in eccesso. Tagliate le fette di pane, in due, nel senso della lunghezza e poi a quadrozzi: friggeteli in una padella media con 4-5 cucchiai di olio d’oliva ben caldo. fateli sgocciolare su carta assorbente. Ricavate delle striscioline di larghezza pari a quella dei bocconcini, arrotolate quindi ogni fettina di mozzarella, apparecchiatele su un piatto da portata mettendo il fagottino tra due fette di pane fritto.

…ma sta picciotta non manciau nenti?

NON HO PAROLE PER L’INDIGNAZIONE CHE MI ASSALE OGNI VOLTA CHE BLOG O PSEUDO TALI RUBANO FOTO E ARTICOLI DA ALTRI BLOG. E’ IL CASO DI MYBLOGJOURNAL
Era un post dedicato all’amicizia, carino, tenero, gioioso…e soprattutto personale, beh mi hanno rovinato la giornata!
Salsa di Sapa è già vittima di questo ladrocinio, si è accorta anche del mio post segnalandomelo immediatamente. Grazie Salsina ***
Chiedo a tutti i miei lettori, un immenso piacere mandate una mail tramite il feedback e chiedete l’eliminazione del MIO post su Enza dal loro immondo blog. NON HO DATO ALCUNA AUTORIZZAZIONE NE’ TANTOMENO MI SONO REGISTRATA A QUEL SITO. Cliccate qui e in basso a destra c’è in link che vi chiede di inviare un feedback. Fatelo grazie!

ahahahahahah, questa è la frase che ricorreva nei miei confronti, da parte di Enza e della sua adorabile mamma, Virginia, durante quella favolosa e indimenticabile giornata e dopo un pranzo luculliano, mi sono scofanata un mega piatto di spaghetti con le uova di tonno…favoloso! un numero imprecisato di viole fritte…una poesia! ho preso due volte due l’insalata di pomodori dell’orto dei genitori di Enzucciamia conditi con l’origano di montagna, per la cronaca ci ho pucciato il pane nell’olio…da svenimento! e per finire un cannolo megagalattico da far rinvenire chiunque, con il suo profumo, dopo uno svenimento ahahahaha come dire non ho mangiato niente ahahahahah

Martedì 14 è stata una giornata memorabile, per telefono Enza mi dà indicazioni per raggiungere la sua casa in provincia di Trapani, facilissimo! prima di incontrarci mi dice-“avrò un cappello dalle larghe tese” ahahahahahah lei è riconoscibilissima anche senza no? Bella come il sole di Sicilia
Arriva al luogo dell’incontro, a bordo della sua auto con tre splendide bambine 😉 Una visione! già mi pregustavo la giornata:D
Enza la conosiamo tutti, il suo modo di fare mi ha messa a mio agio e mi sono sentita come “a casa” abbiamo chiacchierato tutto il pomeriggio circondate dalla sensazione di essere amiche da sempre; è un personaggio incredibile, con il panzonello gestisce tre bambine con la forza di una leonessa, è tranquilla, pacinziusa, dolcissima. Le bimbe sono una più bella dell’altra, non ho avuto il piacere di conoscere il loro papà ma posso dire che somigliano in maniera esagerata alla mamma, sono stupende; tre peperini una di cinque, una di tre e un’altra di due anni, tutte simpatiche e diverse nel loro genere, ma tutte e tre adorabili…immagino come sarà la quarta 😀


Vi ricordate quando qua vi dicevo che speravo di poter andare in giro per comprare la couscussiera? ebbene lei me l’ha regalata insieme con la farina di semola per couscous, praticamente introvabile a Palermo, e una incredibile fornitura di spezie scelte per forma e colore ahahahahahah 🙂
poi sempre in preda ad una inesauribile energia mi ha spiegato praticamente, come si incoccia il cous cous e tutti i passaggi per realizzarne uno vero!






Ho avuto la sensazione che la giornata sia passata troppo presto, non ho parole per ringraziare Enza e la sua famiglia per l’ospitalità che mi hanno regalato 🙂

grazie :*

…quando a Messina si dice granita

Mancava solo il servizio al tavolo e il ragazzo che ci chiede: -” desiderate?”
-“due granite fragola, panna e due briosce :D”

certe cose te le porti nel cuore e nella memoria, certi gusti, certi sapori certi abbinamenti. Non foss’altro che l’avevamo mangiata, quella vera, lo scorso fine settimana al bar Di Perri a Rometta marea, quindi una memoria molto recente supportata da quella storica che ormai ha 40 anni 😉
La famosa granita fragola e panna con l’immancabile brioscia…
dopo aver fatto altri esperimenti per le brioches, mi sono affidata in toto nelle mani di Paoletta che, come tutti sappiamo, è una maestra :* La sua ricetta è molto semplice a parte il fatto che devi avere pazienza, ma si sa i lievitati vogliono “tutta la pazienza del caso” 😉 I suoi consigli e il procedimento spiegato passo passo sono come una mano che afferra la tua e ti guida in tutti i passaggi, peccato non avere mai sentito la sua voce, in tal caso l’avrei avuta nelle orecchie che mi spiegava per filo e per segno; quando sono arrivata al momento di formare le briosce leggo questo passaggio “La si comincia ad arrotolare partendo dall’alto verso il basso, operando una leggera pressione con i pollici per fissare l’impasto. Ne uscirà un “filoncino”.” leggendo mi chiedevo, e come faccio con i pollici? vero è! ti viene naturale 🙂 e quel ” naturale è spiegato in modo da non farti sbagliare.
Grazie Paoletta!!!

Per la granita di fragole e panna:
Panna fresca
zucchero a velo
600 g di fragole già pulite, senza il picciolo
1 limone
150 g di zucchero+4 cucchiai rasi di zucchero
300 ml di acqua
Mettete le fragole con i 4 cucchiai di zucchero in un boccale, frullatele e passatele in un colino a maglie fitte. Portate a bollore l’acqua con lo zucchero rimasto e fate bollire per 5 minuti, fate raffreddare; unite il succo del limone e il purea di fragole. Trasferite il composto in un contenitore basso e largo, ponete in freezer almeno per 8 ore rimestando di tanto in tanto. Montate la panna con lo zucchero a velo ( per due bicchieri ho montato 200 g di panna con un cucchiaio raso di zucchero a velo). Riempite i bicchieri con la granita un po’ più della metà, e poi ricoprite con uno strato di panna.

Per le briosce dalla ricetta di Paoletta

375 g di farina Manitoba Lo Conte (oppure W390/420)
125 g di farina 00
75 g di zucchero
100 g di burro di cui 30 fuso
5 g di sale
6,5 g di lievito di birra
200/220 ml di latt10 g di miele
2 uova grandi a pasta gialla (non le ho trovate)
1/2 baccello di vaniglia
la buccia grattugiata di 2 clementine (manco a dirlo che per ora clementine non se ne trovano ho usato, mio malgrado l’aroma all’arancia)
un tuorlo e un po’ di latte per spennellare
Al mattino:
Setacciate le due farine.
Poolish: Portate quasi a bollore 150 ml di latte insieme ai semi della bacca della vaniglia, lasciate raffreddare e sciogliete nel latte 4 g di lievito. Mescolate in una ciotola, il latte con il lievito e la vaniglia insieme a 75 g di farina presa dal totale setacciato, unite la buccia grattugiata della clementina precendtemente messa in freezer per mezz’ora (io ho messo tristemente la fialetta) Chiudere ermeticamente e porre in frigo a 5°C, non meno, fino alla sera.
Alla sera:
Versate nella ciotola della farina il poolish, gli ultimi 50 ml di latte tiepido in cui avrete sciolto gli ultimi 2,5 g di lievito e il miele, le due uova, uno alla volta, il sale e la scorza grattugiata dell’altra clementina. Mescolate bene e versate tutto nell’impastatrice, aggiungete 70 g di burro a pezzetti e 30 g di burro fuso ma freddo. Lasciate lavorare la macchina per 20/25 minuti o fino a completa incordatura. Coprite l’impasto con una pellicola e lasciatelo a temperatura ambiente per 40 minuti, poi mettete in frigo a 6/7°C per tutta la notte.
Al mattino:
Tirate fuori dal frigo l’impasto e tenetelo a temperatura ambiente per almeno un’ora, fate le pieghe tipo 2 e fate riposare per circa 20/30 minuti. Preparare delle pezzature da 75 g per le briosce e da 25 per il tuppo. Prendete la pallina da 75 g, sgonfiatela leggermente,dando una forma a rettangolo e posizionandola sul ripiano in verticale. Arrotolatela partendo dall’alto verso il basso, operando una leggera pressione con i pollici per fissare l’impasto. Otterrete un “filoncino” . Ruotate di 90 ° il filoncino e riportatelo in posizione verticale, ripetendo l’operazione dell’arrotolamento. Piegate su se stesso e verso il basso il filoncino, otterrete una pallina non perfetta. Tirate la superficie superiore da sopra a sotto formando la pallina. Allo stesso modo fate le palline più piccole. Con le dita fare un foro sulla superficie della pallina più grossa, formando un’apertura, nella qale andrete ad allocare la pallina chiù nica. Sistemate le briosce ottenute, in una placca rivestita da carta forno, ben distanziate tra di loro. Fate una miscela con un tuorlo e un po’ di latte, seguendo il consiglio di Paolè ho messo più latte che tuorlo. pennellate le brioscine e fatele raddoppiare di volume con questo caldo è bastata un’ora. Accendete il forno a 190°C, pennellate ancora una volta con la miscela di tuorlo e latte e infornate per circa 20 minuti o fino a completa doratura. Sfornatele e fate raffreddare sulla gratella.

cous cous tra il mare e la campagna

mi fici pigghiari da malatia, mi fissai! che va’ diri? ‘un ma fidu chiù! c’è picca ‘i fari!!!
ahahahahahah in altre parole mi sono fissata con il cous cous precotto, ma in questi giorni andrò a trovare la mia amica panzonella a Trapani e magari con lei, se il panzonello non si fici troppu pisanti, andiamo a cercare una couscoussiera per cuocere la semola sul serio e preparare il suddetto piatto veramente cioè incocciandolo 🙂

Nel frattempo però segnatevi questa ricettuzza perchè buonissima è!
le dosi sono con l’occhiometro ma per un piatto così vanno benissimo fidatevi 😉
per 4 persone:
250 g di cous cous precotto
un pugno di gamberetti da pulire
un piccolo moscardino
tre cucchiai di piselli cotti
una manciata di fagiolini cotti tagliati a tocchetti
una piccola melenzana fritta
15 pomodori Piccadilly
un ciuffo di basilico
un’idea di vodka
un pugno di pinoli
un pugno di uva passa
uno spicchio d’aglio
olio extravergine d’oliva
sale e pepe

Preparate un’insalata con i pomodorini, conditeli con olio, sale, pepe e il basilico. Pulite i gamberetti eliminando anche il filo nero sul dorso e metteteli da parte; pulite anche il moscardino ed eliminate la pelle del pescespada, tagliate questi due ultimi ingredienti a pezzetti. In una padella fate inbiondire lo spicchio d’aglio affettato finemente, versatevi il pescespada, dopo un minuto il moscardino e infine il gamberetto fate sfumare con un’ideuzza di vodka, aggiungete l’uva passa spegnete e fate raffreddare. Preparate il cous cous come indicato nella scatola, aggiungete la melenzana fritta e tamponata dall’olio in eccesso, i piselli, i fagiolini, i pinoli e infine i pomodori conditi. Per rendere più, come dire, all’onda il cous cous, utilizzate uno o due cucchiai di sughetto del pesce rimasto dopo la cottura.


un cuore di mozzarella in un’anima di peperoni

ma da quanto tempo la volevo fare sta ricettuzza? uh! una vita! almeno dall’agosto del 1999 al quale risale il Sale e Pepe in questione 😉 anche quest’anno mi sono messa di buzzo buono ed ho comprato sia i peperoni che la treccia di mozzarella, ma puntualmente come sempre, ho mangiato gli ingredienti separatamente…insomma sto matrimonio non sa da fa? Non sia mai che metto il dito tra moglie e marito anche se futuri sposi 🙂 Fidanzamento lungo fù ahahahahaha

ho dimezzato le dosi originali ed eliminato quaccheccosaquaelà, ma l’essenza della ricetta quella è 😀
3 peperoni giallo, rosso e verde
una treccia di mozzarella da 220 g
2 cucchiai di pangrattato
1 uovo grosso
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
uno spicchio d’aglio
una spruzzata di cognac (non è compreso nella ricetta originale ma bene ci sta)
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
Fate sgocciolare la mozzarella in un colino. Passate sotto il grill i peperoni, girandoli spesso in modo che si ammorbidisca la pelle, fateli raffreddare dentro un sacchetto di carta e dopo spellateli. Aprite i peperoni delicatamente, eliminate i semi e i filamenti bianchi, scegliete il peperone migliore per foderare uno stampo della capacità di 600 ml oppure se preferite i cm 10x5x17 insomma un piccolo stampo rettangolare ;), precedentemente rivestito di carta forno bagnata e strizzata. Intanto tagliate a pezzetti i peperononi rimasti e fateli saltare 10 minuti in padella con un filo d’olio e l’aglio, fate sfumare con una spruzzata di cognac, spegnete e fate raffreddare. Mettete in un recipiente l’uovo, il pangrattato,il parmigiano, i peperoni sale e pepe. Frullate con il frullatore ad immersione. Spolverate di pangrattato il peperone nello stampo, versate metà della cremina di peperoni, posizionate la treccia mozzarella e ricoprite con la cremina rimasta spolverate con dell’altro pangrattato ed infornate per mezz’ora a 180°C poi date qualche minuto di grill; sfornate e fate raffreddare. Sformate la terrina e servitela tagliata a fette.


un classico, fave e pecorino

io ho fatto come la formichina ho messo via un ingrediente prezioso per il periodo di magra, ho congelato un sacchetto di fave tenerissime e le ho tirate fuori a momento opportuno per coccolare i miei ospiti 😉
sono brava?
ahahahahahah
la reinterpretazione l’ho scopiazzata da un sale e pepe per la precisione del lontano giugno del 2001
ho usato
400 g di favette piccole e tenere
un pane da affettare per bruschetta
100 g di pecorino pepato
5 foglie di mentuccia
mezzo limone
olio extra vergine di oliva
sale e pepe

Affettate il panuzzo a fette spesse circa un centimentro e passatele pochi minuti sulla griglia rovente di un barbecue oppure sotto il grill del forno, doratele leggermente da ambedue i lati e metettele da parte. Scottate le fave in acqua bollente poco salata per 6-7 minuti. Scolatele e fatele raffreddare, mettetene da parte un cucchiaio abbondante o in numero doppio rispetto a quello delle fette tostate. Quelle rimaste frullatele nel mixer con un piccola presa di sale, una macinata di pepe, la menta, il succo del limone e 4 cucchiai d’olio. Spalmate la crema di fave sui crostini completate con il pecorino a fette e due piccole favette 😀
buoni sono

semifreddo de lavande parfumé au miel de pistaches de Bronte

immagine tratta da internet

un semifreddo talmente chic che solo in francese posso titolarlo 🙂
la mia cummari mi perdonerà se ho fatto degli errori…vero? In questo caso correggerò di gran carriera ahahahahah!
ah! la Francia, la Provenza, che posti fantastici, se dovessi lasciare la Sicilia è li che vorrei trasferirmi, e una cosa la farei…mi coricherei in mezzo a uno di questi campi di lavanda con le api che ronzzzzzzzano attorno e le farfalle che svolazzano di fiore in fiore 😉
che favola!

torniamo al dolcetto chic e quindi con i piedi per terra dalle mie parti 😀
prendete
130 g di miele millefiori
40 g di miele ai psitacchi di bronte
una decina di steli di lavanda fresca
4 tuorli
7 g di amido di mais
500 ml di latte
500 ml di panna fresca


Lavate delicatamente i fiori di lavanda sotto l’acqua corrente, tamponateli con un canovaccio pulito e staccateli dallo stelo.
Frullate il miele ai pistacchi con un po’ di latte, aggiungete i tuorli, l’amido setacciato, i fiori di lavanda e un altro po’ di latte. Sbattete con una frusta a mano. In una casseruola, portate al limite del bollore il latte rimasto. Aggiungetelo a filo al composto di uova mescolando bene per amalgamare. Riponete il tutto sul fuoco per fare addensare, prima del bollore, versatela in una ciotola e fatela raffreddare prima a temperatura ambiente, poi in frigo per tre ore. Montate a neve ferma la panna e unitela alla crema fredda. Dividete poi in stampini monoporzione e metteteli in freezer. Levate i semifreddi dal freezer mezz’ora prima di servire e fateli ammorbidire in frigo. Decorate, se volete, con fiori di lavanda.

adesso vi dovete sorbire tutte le prove di scatti fatti con e senza cavalletto
😀
promemoria per me: seguire un (due, tre, quattro, cinque, enne…) corso di cucina e uno (due, tre, quattro, cinque, enne…) di fotografia applicata alla cucina 😀