…e se fermassi il tempo?
dico…e se fermassi il tempo sul bel tempo? io odio l’inverno, odio il freddo.
lo so cosa state pensando! si si lo so! qui il freddo non esiste, praticamente abbiamo si e no un mese e mezzo tra gennaio e febbraio di freschetto, tre-quattro gradi sopra lo zero e poi ricomincia la primavera ed io mi lamento… ho bisogno del sole che mi arrusica la pelle, adoro l’estate e non voglio lasciarla andare via! M’intristisco capperi!!!
allora la congelo…come come? congelare l’estate mi sembra un ossimoro o cosa? ahahahahah
va beh va dopo aver ridicolizzato la mia parte infantile vi racconto cos’è quella robina lì
signori e signore, vi presento niente dopodomanicchè, la parmigiana di melenzane! niente di più estivo e fresco e buono!!!!
non è un modo stupendo di celebrare l’estate?
😛
per noi 3 ho conzato una teglietta rigorosamente in pirex (…no, no mica per infornarla, per vedere quantu è bedda la mulincianedda arrusicata :)) di circa 20 cm per 10 cm
3 melenzane nere grosse
un bel bouquet di basilico ciavurusu
700 g di passata di pomodoro
1 cipolla rossa (orama che ve lo dico a fare?)
1 spicchio d’aglio
100 g di parmigiano grattugiato
olio extra vergine d’oliva
una manciata di pan grattato
sale
pepe
togliete il picciolo alle melenzane, lavatele, togliete parte della buccia e affetatele con uno spessore di mezzo cm o poco più, io ho usato la mandolina, così vado comu ‘u vientu. Friggetele in abbondante olio extra vergine d’oliva, scolatele via via su un foglio di carta assorbente e salatele. Preparate la salsa ponendo a soffriggere in una padella la cipolla e l’aglio affettati finemente aggiungete 3 cucchiai d’acqua e fate evaporare, unite la salsa, una decina di foglie di basilico e portate a cottura. Condite con un pizzico di zucchero e regolate di sale. Oleate la teglia, cospargetela di pan grattato, eliminate quello in eccesso e cominciate a realizzare gli strati di parmigiana cominciando con le melenzane, proseguite con la salsa e il basilico (assai) concludete con una spolverate generosa di parmigiano. gli strati si susseguono fino ad esurimento degli ingredienti.
io non aggiungo altro, non l’inforno perchè così m’insegnò memà