meringhe alla francese ma glicine però…

con gli albumi (2) che mi sono avanzati dalla preparazione della crema pasticcera di cui sotto, ho provato a fare le meringhe seguendo il procedimento di Michel Roux desunto da un libro delle collezioni di Sale& Pepe
[…non facciamo che me ne perdo uno ahahahahah!]

Il procedimento è molto semplice, basta frustare la planetaria 😀 e farla lavorare secondo i vostri intendimenti 😉
vi indico le dosi di Michel io le ho dimezzate secondo la mia disponibilità di albumi 😉
4 albumi
125 g di zucchero
125 g di zucchero a velo setacciato
qualche goccia di aroma vaniglia
polvere colorante alimentare viola

In una ciotola, montate a neve gli albumi con una frusta grande. Continuando a sbattere, versate a pioggia lo zucchero, poco alla volta e continuate a sbattere per 10 minuti, finchè il composto diventa lucido e liscio, e rimane ben attaccato alla frusta quando la si solleva dal composto. Versate a pioggia lo zucchero a velo e incorporate anch’esso con lo sbattitore. Aromatizzate con l’aroma che preferite, coloratela se volete e mescolate con una spatola. Riempite una sacca a poche con bocchtta liscia ( diametro 1 cm) e una con bocchetta a stella, formate le piccole meringhe su una teglia foderata con un foglio di carta forno. Infornate in forno caldo a 110°C per 1 ora e 15 minuti…dice michel, io stavo bruciando le mie piccole dolcezze quindi ho messo al minimo e ho aperto leggermente lo sportello del forno, facendo trascorrere il tempo necessario.
Fate raffreddare molte ore

10

è andata anche questa festa! 😀 organizzata all’antica, con appuntamento alle cinque del pomeriggio… mi sono accorta che devo essere proprio antica, perchè molti compagni hanno organizzato le loro feste alle 19.30
o_O secunnu mia sunnu ancora picciriddi!!!! mah!
però lasciatemi dire una frase retorica…sembra ieri che la tenevo in braccio 😉

avete presente, e parlo principalmente con le donne, quei momenti NO? di quei momenti che ti gira un nervoso che vorresti stare su un’isola deserta? di quei momenti che ogni cosa va storto? ecco i giorni precedenti la festa quelli erano 😉 si comincia la sera prima con un pan di spagna, formato disco da frisbee, di cui non vi do la ricetta perchè non è corretto nei confronti di chi l’ha postata, infatti il problema non è la ricetta ma sempre lo stato d’animo della sottoscritta, quindi dopo la delusione del primo impasto decido di andare sul sicuro e fare la solita torta margherita, scopiazzata da una delle bustine del lievito paneangeli, che per divino miracolo e dopo aver fatto un certo numero di OM, OOMM, OOOMMMM, è venuto fuori passabile e leggermente sbruciacchiato …

La torta:
4 uova a temperatura ambiente
150 g di zucchero
un pizzico di sale
100 g di farina 00
una fialetta aroma vaniglia
100 g di frumina
1/2 bustina di lievito
4 cucchiai di olio di semi
sbattete a schiuma i tuorli con 4 cucchiai d’acqua bollente, aggiungete 100 g di zucchero, l’aroma e il sale. Sbattete fino ad ottenere una massa cremosa. Montate gli albumi a neve, aggiungete lo zucchero rimasto e sbattete fino ad ottenetre una spuma lucida. Unite poco alla volta gli albumi al composto di tuorli, e amalgamate mescolando dal basso verso l’alto. Aggiungete a cucchiaiate la farina setacciata con la frumina e il lievito, mescolate sempre a mano delicatamente. Aggiungete l’olio, poco alla volta e mescolate sempre delicatamente. imburrate e infarinate uno stampo da 24 cm di diametro, versatevi l’impasto e cuocete in forno caldo a 160°C per 20-25 minuti, prova stecchino, sfornate e fate raffreddare totalmente.

il giorno dopo, preparate una bagna io ho utilizzato una base di sciroppo con acqua e zucchero e qualche cucchiaio di crema di whisky, Baileys per l’esattezza.
per questa torta ho scaldato in un pentolino 120 g di acqua ho sciolto 120 di zucchero e poi ho miscelato 8 cucchiai di liquore.
Tagliate in tre il pan di spagna o torta margherita, e pennellate i dischi ottenuti con la bagna calda, esagerate! 🙂

crema pasticcera
250 g di latte
30 g di farina
2 tuorli
una bacca di vaniglia
scaldate il latte con la bacca tagliata e liberata dai suoi semi, in un’altra ciotola sbattete i tuorli con lo zucchero, fino a renderli cremosi, unite poco alla volta la farina ed amalgamate bene, aggiungete il latte caldo poco alla volta mescolando, ponete ancora una volta sul fuoco e fate addensare, fate sobollire e togliete dal fuoco lasciando in infusione la bacca.

montate 500 ml di panna con 50 g di zucchero a velo
aggiungete 4 cucchiaiate di panna montata, alla crema pasticcera ormai fredda, amalgamate e mettete da parte eliminando la bacca.

montate la torta aiutandovi con un cerchio da pasticceria. Sul piatto da portata mettete il primo disco di torta margherita ben imbibito, spalmate un velo di marmellata di mirtilli al cardamomo…la solita di Alex 😉 e poi tutta la crema pasticcera. Ponete il disco centrale anch’esso ben imbibito, velate con altra marmellata e ponete uno strato di panna, avendo cura di lasciarne un po’ per ricoprire i bordi e la parte superiore, mettete in frigo.

per la fascia al cioccolato che ricorderete (?) ho già utilizzato qui scopiazzando malamente da qui
Sciogliete a bagnomaria 200 g di cioccolato bianco, ritagliate un foglio di carta forno lungo quanto la circonferenza della torta e alto un paio di cm in più, un paio mi raccomando, ma anche uno e mezzo basta, io che come sempre esagero l’ho fatto 5 cm in più e il risultato lo vedete è orrendo, anche posizionarlo vi verrà molto più semplice e non direte parolacce come ho fatto io…se farete tesoro della mia recidiva esperienza, realizzerete una fascia superlativa. Disegnate il bordo superiore retto, girate il foglio e stendete il cioccolato con una spatola in uno strato non molto sottile e uniforme circa 2-3 mm; fate raffreddare a temperatura ambiente, in genere in 20 minuti è pronto per essere posizionato sulla torta invece, il caldo e l’umidità di sabato scorso, non hanno permesso questa tempistica e affinchè il cioccolato fosse pronto ci sono volute due ore…ero una bestia!!!! Per assicurarsi che la fascia sia pronta per essere adagiata sulla torta dovete toccare il cioccolato con un dito se non farà “fili” ma lascerete l’impronta digitale allora iddu è pronto! Tirate fuori la torta dal frigo, eliminate delicatamente il disco da pasticceria, Mettete l’ultimo disco imbibito anch’esso, ricoprite interamente il dolce con la panna rimasta e adagiate la fascia sul perimetro del dolce senza staccare la carta forno. Vedrete che aderirà alla torta, riponete la torta così “imbrcata” in frigo e fate raffreddare una ventina di minuti. Nel frattempo con una tasca da pasticceria dotata di un beccuccio con foro di un cm di diametro ho realizzato il numero con il cioccolato fuso rimasto, su un foglio di carta forno. Tirate fuori la torta dal frigo e staccate con delicatezza la carta forno. Applicate un nastro di organza intorno alla torta e realizzate un bel fiocco. La superfice della torta la potete decorare come più vi piace, io ho aggiunto i fiori freschi, una vaschetta di mirtilli e scaglie di cioccolato.

io c’ero

che cosa bedda, che cosa favolosa, che cosa di capriccio…troppo bello è!
ahahahah due parole introduttive (si fa per dire due) che esprimono felicità, gioia e commozione per essere stata a questo festival, super super multietnico; mariaquantagenteeeeeeeee! gente che mangiava, che comprava, che parlava, che rideva, che passeggiava…una giornata favolosa ci ha accompagnato per le vie di San Vito Lo Capo nel rash finale

CHE COSA FAVOLOSA!
l’ho già detto?
ahahahahah!

Amica mia, quanto t’ho pensato; prima, durante e dopo, il mio pensiero durante il rientro era a quella favolosa giornata passata con voi donne favolose…oh se tiravo dritto andavo a incocciare Virginia 😉
****

…mi sto preparando

per il compleanno di Carlotta…domani compie 10 anni azz lei cresce ed io? io noooo io ringiovanisco ahahahahah, e giù con diete e pennellature di biondo 😀
doman l’altro si festeggia chi vuol venire? Siete tutti invitati 😉

Ringrazio di cuore la mia amica Alex per le sue indicazioni, sempre precise e puntuali su come migliorare noi stessi e i nostri blog… ALEXXXXXXXXXX, hai visto il mio collage?
grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie all’infinito dolcezza mia *

siore e siori sul palco il cous cous fest

E’ partita la manifestazione, il festival internazionale dell’integrazione culturale, così viene definito quest’evento, che da 11 anni vede il fulcro nel ridente paesello marinaro di San Vito Lo Capo
dal 22 al 27 settembre il programma ricchissimo, prevede l’abbuffata mega di couscous si comincia a degustare a menzuiornu e si finisce a menzannotte, ci saranno le sfide gastronomiche con i più grandi chef come protagonisti, spettacoli di intrattenimento, il sole (si spera), il mare e…voi che fate?
n’incocciamu al cous cous fest?

nell’attesa di festeggiarlo in loco avete mai usato il cous cous per una croccante panatura?
(sembro uscita da una pubblicità della findus…ahahahahahah)
Pesce spada al cous cous
per 4 persone
4 fette di pesce spada
80 g di cous cous precotto
uno spicchio d’aglio
un limone
2 uova piccole
3 bacche di pimento
un cucchiaino raso di maggiorana secca
un cucchiaino raso di coriandolo in polvere
2 cm di zenzero fresco grattugiato
farina
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe

preparate il cous cous semplicemente ammollandolo in una ciotola con circa 2oo ml di acqua bollente leggermente salata, fatelo riposare coperto per 5 minuti e poi sgranatelo con una forchetta.Schiacciate le bacche di pimento, liberate i semini e pestateli nel mortaio. In un altro contenitore possibilmente basso e largo preparate la marinata con l’aglio tritato, la scorza e il succo del limone, le spezie compreso il pimento pestato, 3 cucchiai d’olio, sale e pepe. Fate insaporire nella marinata il pesce per circa mezz’ora . Infarinate le fette di spada, passateli nell’uovo sbattuto precedentemente con un pizzico di sale, e poi panatele nel cous cous, scuotetele per evitare che la panatura sia troppo spessa. Friggetele in olio ben caldo per un paio di minuti.

quando ti sforzi per una chiccheria e non ci può manco ‘u rasuolo


a gentile richiesta traduco qualcosa:
nel titolo un modo di dire siculo, non ci può manco il rasuolo, Il rasuolo è il rasoio, per dire che nemmeno con le cattive maniere ci riesci ad ottenere qualcosa …

quando ti fissi su una cosa, bella, la vedi e dici. -” ah questa cosa, prima o poi, la voglio fare pure io” ma la convinzione iniziale non prevede necessariamente la riuscita 😀 di che cosa sto farneticando vi starete chiedendo (ma anche no)
il delirio verte su quei piatti favolosi che vedi piroettare tra le mani dei camerieri appena usciti dalle cucine dei ristoranti, quelle cose artistiche che non ti frega un accidente che cosa c’è nel piatto ma com’è…bello! 🙂

…e finalmente arriva quel famoso prima o poi e hai l’occasione

Risotto al nivuru di siccia su letto di favette (surgelate)
nivuruu di siccia=nero di seppia

per 9 persone ho usato:
3 seppie 2 medie e una nicaredda (piccolina) circa 750g
570 g di riso per risotti
2 cipolle di tropea
2 spicchi d’aglio
un mazzetto di prezzemolo
3 cm di zenzero fresco
un bicchiere circa di vino bianco
fumetto di pesce o in alternativa brodo vegetale, circa un litro e mezzo
450 g di favette surgelate
olio
sale e pepe

Cuocete le favette seguendo le indicazione della produzione, scolatele e mettetele da parte. Se volete un letto liscio frullatele, se lo volete bitorzoluto lasciatele intere più figura ci fanno, sentite a mia 😉
Pulite le seppie, privandole dell’osso, degli occhi ( che occhi grandi che hai uhhhhh), delle interiora facendo attenzione ai sacchetti con il “nero” che preleverete e metterete da parte, infine togliete le bocche e lavatele sotto l’acqua corrente, eliminate la pellaccia e tagliatele a listarelle sottili. In un tegame, fate soffriggere l’aglio e la cipolla tritati con un fondo d’olio e un pezzetto piccolo però, di burro. Unite le seppie e cuocetele per pochi minuti, bagnate con il vino e fate evaporare, unite il “nero” . Aggiungete il riso e fatelo tostare,unite anche lo zenzero sbucciato e affettato finemente, cominciate la cottura aggiungendo poco alla volta il brodo. A fine cottura regolate di sale, spolverate di pepe e unite il prezzemolo tritato, una noce di burro e coprite con un coperchio per qualche minuto.
Impiattate preparando il letto con le favette e sopra distribuite una “palettata” ( una cucchiaiata) di risotto.
Concludendo, so esattamente che dal punto di vista formale potrei fare di più il tentativo è fallito miseramente, il piatto venne lariuliddu ( bruttarello)
accontentatevi di sapere che il punto di vista essenziale era strepitoso



oggi facciamo un bel copiato!

il periodo quello è! di inizio anno scolastico e avendo fatto il compito per casa perchè non lanciarmi ancora in un bel copiato?
in effetti non è proprio copiato paro paro perchè ho usato le cipolle rosse di tropea al posto degli scalogni, ma secondo me si può fare anche così
😉

la ricetta di Alex è facilissima e buonissima 😀 andate quindi là a vedere

per noi tre ho usato:
6 fusi di pollo
3 rametti di rosmarino
1 limone
tre stelle di anice stellato
un cucchiaio di miele
150 ml di vino bianco
150 ml di brodo vegetale
2 spicchi d’aglio
olio extra vergine d’oliva
2 cipolle di tropea (Alex ha ustao 4 scalogni)
sale e pepe

Il giorno prima mettete a acerare in una ciotola il pollo con la scorza grattugiata del limone, il rosmarino, l’aglio tagliato a metà, l’anice stellato e un goccio d’olio come dice Alex 🙂
Il giorno dopo, ponete in una casseruola un fondo d’olio, le cipolle affettate e il pollo con la marinata; fate rosolare ben bene e poi aggiungete il vino, il brodo e il succo del limone. Salate, pepate e aggiungete il miele. Cuocete a fuoco leggio per circa 40-50 minuti con un coperchio.
Per accompagnare ho cotto in forno delle patate aromatizzate al rosmarino.


…piove

Mi acqua…’u Siguri su scurdò, cu tutta st’acqua
e per non soccombere, la volete sapere la mia ricetta quando piove?
mettete della musica di sottofondo io ho messo del jazz, procuratevi delle candele, accendetele, se siete soli in casa vi faranno compagnia e se va via la corrente, siete avvantaggiati 😉 andate in cucina, indossate un bel grembiule pulito, recuperate un vecchio tegame, ma deve essere vecchissimo, preparate un battuto con aglio cipolla e sedano e realizzate una minestrina, (maestra, ‘u vidisti? mi-ne-stri-na ahahahahah) io l’ho fatta di lenticchie. Nel frattempo fuori piove…schifiu!



se vi sembro schiffarata…è perchè ho già fatto tutto 🙂

bella vero?

la voletete la ricetta?
beh …non ve la do per il vostro bene

tutti a fare focacce con l’uva…io che sono troppo forte che fo? ma faccio la torta di pane dolce all’uva…

ecco forse è meglio ritornare a zappare la terra 😉 sperando di non fare danno anche là ahahahah

ho fatto i compiti per casa

la Maestra mi ha detto: -“compra un kg di pomodori belli matuti che poi ti dico
io ho comprato il pomodoro che qui si usa per fare la salsa e che ha pochi semi, un kg di farina di semola di rimacinato, il lievito, il basilico, l’aglio…e questo è il risultato 😀
copio e incollo il nome della ricetta di Pinella

Costedda cun tamata de Villasimius


per cominciare devo dire che ho realizzato l’impasto di base utilizzando solo 700 g di farina perchè un kg era davvero tanto per noi. Il giorno prima ho preparato la biga utilizzando 150 g di farina circa 100 g di acqua tiepida e 3 g di lievito di birra. Ho messo in frigo.
il giorno dopo ho sciolto 7 g di lievito in poca acqua tiepida e l’ho fatto riposare mezz’ora come da ricetta, ho ammorbidito la biga anch’essa con poca acqua tiepida, poi l’ho messa nella planetaria, con il gancio, velocità minima. Ho unito la farina poca alla volta, il lievito rimanente, i pomodori a temperatura ambiente, tagliati precedentemente a pezzetti e poi frullati grossolanamente nel mixer. Appena l’impasto era amalgamato ho aggiunto 17 g di sale, circa 100 g di olio 2 spicchi d’aglio tritati finemente e il basilico a pezzetti. Ho unto una teglia da forno e versato l’impasto, quello rimanente l’ho messo in dei pirottini. Ho fatto lievitare fino al raddoppio in forno spento con la luce accesa e poi l’ho cotto in forno caldo a 200°C per circa 30 minuti.
FAVOLOSO!

MAESTRAAAAAAA!!!!
ho studiato 😀