millefoglie di sarde e zucca

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una sera di qualche anno fa ho riso fino alle lacrime, durante uno spettacolo di Ernesto Maria Ponte, all’Agricantus a Palermo. Tutto lo spettacolo mi fece ridere talmente tanto che, appena finito lo spettacolo ho conservato, nei pochi cassetti della mia memoria, alcune battute da tirare fuori nei momenti di bisogno. Una di quelle battute raccontava della dieta di Ernesto, del suo dietologo e del fine che la dieta, faticosamente seguita, portava: fare una vita da malato per morire sano.
Ecco, la dieta la devi interpretare altrimenti l’epilogo è uguale a quello di Ernesto.

Per quattro cristiani
450 g di zucca decorticata
200 g di ceci lessati
una cipolla di Tropea
foglioline di menta
un rametto di rosmarino
una grattata generosa di noce moscata
una macinata di pimento
500 g di sarde eviscerate e aperte a libro
20 g pan grattato
una spolverata di zucchero di canna
15 g di passolina (uva passa)
aceto di mele o vino bianco
olio extra vergine d’oliva
sale

affetta la cipolla a rondelle, ponila in un tegame con un cucchiaio d’olio e mezzo bicchiere d’acqua, stufala fino a quando sarà appassita e l’acqua evaporata. Aggiungi la zucca taglia a fettine, i ceci, le erbette, 150 ml di acqua, le spezie, la passolina e il sale. Cuoci con il coperchio per circa 20 minuti o fino a quando la zucca sarà morbida. Spegni e fai riposare.

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Su una placca, foderata con carta forno, disponi le sarde con la pelle rivolta verso il basso e spennellate di olio, cospargi con il pan grattato, un’idea di zucchero e qualche goccia di aceto, sala e inforna a 170°C per circa 10-15 minuti.
Impiatta alternando sarde e condimento alla zucca. Servi subito.

3 Comments

  1. Carissima Claudia,
    che io ami la Sicilia da oltre quarant’anni è noto a molte persone e non ricordo se, con te, ne abbiamo mai parlato!!
    Ogni volta che giungo su questo tuo blog, osservando le tue meravigliose foto, leggendo le ricette delle tue preparazioni, non ti nascondo, provo un’acquolina davvero eccitante.
    Torno indietro negli anni ed anche la nostalgia della tua bellissima Trinacria contribuisce a farmi sentire nell’anima quei giorni magici della mia vacanza sull’Isola.
    Un periodo meraviglioso, tra visite ai monumenti palermitani, all’assaggio degli sfincioni e di tutte le dolci cassate e cannoli che rallegravano le lunghe passeggiate.
    Grazie per questo regalo gustosissimo e per i ricordi che, oggi, mi procurano tanta tenerezza.
    Ti invio un mio pensiero della notte che, forse non hai mai letto, pubblicato da me qualche anno fa, spero ti piaccia:
    Ti porterò sempre nel cuore, caro mio tesoro,
    da quando per la prima volta t’ho vista,
    da quando m’hai accolto tra le calde tue braccia,
    da quando hai ascoltato il mio triste canto,
    da quando hai concesso luce e sole agli occhi miei,
    da quando, sdraiato su te, ho amato gli intensi tuoi profumi,
    da quando hai fatto sì, che assaporassi il tuo gusto,
    da quando ho amato le tue convinzioni,
    ed anche le forti tue contraddizioni,
    da quando ho amato le tue punte spigolose.
    Nei miei dolci, affettuosi ricordi ci sarai sempre tu,
    farai sempre parte della vita breve che rimane,
    solo questo voglio dirti, mi hai preso l’anima…
    mia cara, stupenda Trinacria!!

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