C come sCorza e d’aranCia

vi siete mai persi? UHHHH!  Io un sacco di volte, mi perdo e mi riperdo, ma mica per le strade, no! Ho un senso dell’orientamento talmente spiccato che, anche volendo, non mi posso perdere. Oggi c’è il navigatore ma prima dell’avvento, c’era chi mi chiamava per sapere che strade fare per raggiungere un luogo qualunque a Palermo…ed io sono di Messina.
Invece dentro di me, nella mia testa, mi perdo, anche perchè è piena di buchi, prese d’aria,  d’inverno quando non chiudo le porte e quindi mi perdo, sembra di stare al Colosseo e fa friddu. D’estate almeno c’è qualche passata di scirocco che mi salva e poi c’è il sole che, si sa, mi rigenera.
Dicevo, prima di divagare, che mi piddivi n’autra vota (mi sono persa ancora), poi mi ricordai che dovevo avere da qualche parte, un po’ di amore conservato in qualche cassetto poi invece l’ho trovato in frigo.

biscotti al succo d’arancia e olio extra vergine d’oliva
160 g di succo d’arancia
340 g di farina 00
120 g di farina di mandorle
80 g di farina di grano saraceno
la scorza di un’arancia grattugiata
un uovo intero
un tuorlo
170 g di zucchero semolato
30 g di olio extra vergine d’oliva
90 g di panettone o pandoro o panbrioches o pandispagna
1 bustina di lievito
per decorare:
un tuorlo
un cucchiaino di latte

Frullate il panettone nel mixer riducendolo in briciole, mettetelo nella planetaria con le farine, la scorza d’arancia con il lievito setacciato e lo zucchero; montate il gancio K e fate partire la macchina al minimo, aggiungete le uova, il succo e l’olio. Otterrete un impasto molto morbido che metterete in una ciotola aiutandovi con una spatola rigida per dolci. Coprite con la pellicola e fate riposare tutta la notte in frigo. Prelevate una piccola porzione d’impasto, il resto rimettetelo in frigo e accendete il forno a 160°C; distribuite della farina sul piano di lavoro, stendete la frolla con un matterello raggiungendo uno spessore di circa 4-5 mm, ritagliate con uno stampino i biscotti e metteteli su una placca foderata con carta forno. Considerando che la pasta è morbidissima vi consiglio di tenere a portata di mano un cumuletto di farina dove passerete la formina per evitare che si attacchi troppo all’impasto e soprattutto, se avete il forno sotto il piano cottura, non utilizzate le griglie come piano d’appoggio per la placca.
Sbattete il tuorlo con il latte e con un pennello spennellate la superficie dei biscotti, infornate per 7 minuti.

eppur si muove…

la protesta intendo, quella dei contadini, delle maestranze, degli operai e degli autotrasportatori. La Sicilia in ginocchio davanti ad un altare che non c’è. Non fa notizia il suicidio di un disoccupato, ex falegname e padre di famiglia, nella provincia di Palermo, nessuno ne parla; mi chiedo, quante di queste disgrazie sono accadute e non ne siamo a conoscenza? Spero nessuna!
Per fortuna esiste la rete, un intreccio fitto, fitto di persone che con un tam-tam hanno costretto radio e televisioni nazionali a parlare del problema che attanaglia l’Isola già da 8 giorni. Adesso la protesta si allarga a macchia d’olio e risale lo Stivale; è notizia di stamani, gli autotrasportatori incrociano le braccia, blocchi stradali fino a Roma. E le arance di cui parla Irene qua saranno acquistate dalla Spagna, il danno economico è pazzesco…
Nel frattempo abbiamo la benzina razionata, per chi ne ha ancora e per chi ha fatto le nottate in coda davanti ai distributori recuperando, per i più fortunati, venti euro di carburante.

Oggi, dunque, leggerete una ricetta duci* realizzate con delle, eccellenze siciliane: la gelatina di Nero d’Avola e i pistacchi di Bronte.
mezze lune ai pistacchi di bronte e gelatina di Nero d’Avola
250 g di farina 00
100 g di farina di castagne
2 uova e un tuorlo
5 g di lievito in polvere
1 g di chiodi di garofano pestati al mortaio
40 g di gelatina di Nero d’Avola
100 g di burro
80 g di pistacchi di Bronte non salati
un pizzico di sale
zucchero di canna 50 g più quello per la finitura
zucchero a velo per la guarnizione (facoltativo)

Setacciate le farine con il lievito e il sale. Sbattete con una frusta il burro morbido con lo zucchero di canna, aggiungete un uovo alla volta, i chiodi di garofano pestati e la gelatina di Nero d’Avola. Se avete la planetaria, smontate la frusta a fili e aggiungete la frusta K, in caso contrario lavorate con le mani o con una spatola. Aggiungete il miscuglio di farine e i pistacchi tritati a coltello grossolanamente. L’impasto sarà morbido, realizzate una o due palle e ponete in frigo a riposare per due ore. Trascorso questo tempo, prelevate delle palline di impasto grandi come noci, realizzate dei cilindretti che appiattirete alle estremità, rotolateli sullo zucchero di canna e infine piegatele realizzando delle mezzelune. Ponete i biscotti, distanziati l’uno dall’altro, su una placca foderata con carta forno e ponete in frigo ancora mezz’ora almeno.  Riscaldate il forno a 170°C infornate fino a doratura, circa 15 minuti; come sempre vi ricordo di basarvi, per la cottura, sulla conoscenza del vostro forno. Se volete dopo la cottura spolverateli con lo zucchero a velo.

*dolce

mamma mi fai i pancake?

Maròòòò con queste americanate!Mia figlia, puntualmente ogni fine settimana, mi pone la fatidica domanda. ‘Sti picciriddi d’oggi mangiano pane e America, il Mc di qua e il Mc di là e la Coca Cola e le patatine fritte a bastoncino dentro il cartoncino colorato a strisce…Io non ci sto! ‘A và manciati stu piatto di pasta come t’ha fà to matri e passa pà casa! Traduco per i non residenti sull’Isola: “mangia questo piatto di pasta come te lo prepara la mamma, e vai a casa.” Va beh, direte voi, i pancake sono un’altra cosa, sanno di casa, di calduccio, di domenica mattina, sanno quasi di famiglia felice raccolta attorno al tavolo la mattina a colazione, sanno proprio di buono. Sono d’accordo, allora faccio una deroga alla mia ignoranza, perchè di quello si tratta quando si chiudono le porte al nuovo che avanza, e mi lancio in questa preparazione che in verità preparo già da tanto con la ricettuzza di Enza, facile e veloce senza bisogno di aspettare la lievitazione. Oggi però ve ne propongo un’altra che arriva direttamente, UDITE UDITE, dagli Stati Uniti eh si! Mia è una lettrice del blog e ormai, dopo tanto scriverci, posso asserire che è una mia amica; la sua famiglia, manco a dirlo è di origine italiana, veneta per la precisione, lei mi ha regalato molti consigli e ricette una tra le quali questa, amunì pigghiatevi un pizzino. Ah!Sapete che, come altri amici, anche Mia si sta siculianizzando? alla fine della mail mi saluta chiamandomi bedda ahahahah
Questa è la ricetta originale che mi ha mandato Mia.

  • 1 bustina di lievito di birra (7g)
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 2 1/2 tazze  di latte tiepido
  • 2 uova
  • 1/2 tazza di burro fuso
  • 2 1/2 tazze di farina
  • 1 cucchiaio di sale
  • 1/2 tazza di avena (fiocchi)
  • 1 cucchiaio (piccolo) di cannella 

io ho convertito la ricetta in grammi, aggiunto e omesso qualcosa, quando l’ho comunicato a Mia mi ha detto:” Ti ho inviato qualche misure, ma in realta’ non ti preoccupare molto xche’ ogni ingrediente, ogni contenitore, sono sempre cose diverse in ogni casa. Forse la farina prende piu’ liquido, la tazza e’ un po’ piu’ grande, etc. quindi se le misure non sono perfette non importa molto; il piu’ importante e’ l’opinione della cuoca!  :D”
E’ adoraile non trovate anche voi? Scrive benissimo in italiano, ha fatto tanti progressi; lei fa pratica ed io rimango ignorante 🙂
Grazie MIA :*  
per una decina di pancake cotti in un padellino dai bordi molto bassi da 17 cm di diametro
50 g di zucchero ma aumenterei a 70 almeno poi dipende con cosa li accompagnate
592 g di latte tiepido
469 g di farina 0
2 uova
115 g di burro fuso (tiepido)
4 g di lievito di birra fresco
un pizzico di sale
La sera prima, sciogliete il lievito nel latte, aggiungete lo zucchero e fate riposare una decina di minuti. Aggiungete gli altri ingredienti delicatamente con una frusta a fili, coprite con la pellicola per alimenti e lasciate lievitare circa otto ore nel forno spento con la luce accesa. Trascorso il tempo necessario otterrete una pastella densa e alveolata, ungete un padellino per pancake con del burro, prelevate poco meno di un mestolo di composto, versatelo nel padellino e distribuitelo con una spatolina di metallo, cuocetelo da ambo i lati a fuoco lento. Mangiateli tiepidi con lo sciroppo d’acero classici all’americana o con la Nutella per fare una amichevole allenaza con l’Italia (ma anche con il miele, la cioccolata calda e tutto ciò che appaghi il vostro gusto).

l’Amore è una cosa meravigliosa


l’Amore con la A maiuscola, nell’accezione più ampia del termine abbraccia, accoglie, accomuna e appassiona. E qui vi devo chiedere una riflessione raccogliendovi tutti all’appello. Considerato che ci stiamo proiettando verso una giornata dove l’Amore viene osannato…il 14 febbraio (lo ricordo ai distratti), perché non partecipate al contest sull’Amore “Cucinando con il cuore”? La ricetta che ho pensato per questo evento la dedico con Amore alla mia Cummari, questa è la sua corona abbracciata,  io l’ho rifatta per legarmi  a lei con questo abbraccio che la rete ci permette di realizzare anche a infiniti chilometri di distanza. Anche questo è Amore.
Dai orsù, partecipare è facile, realizzate una ricetta romantica corredata da foto, andrà bene una qualsiasi portata, dall’antipasto al dolce purchè sia inedita e preparata appositamente per questo contest..
La giuria, capitanata da Riccardo, Valentina e Lory di Cucinando sarà composta da

Pippi di Io…Così come sono…
Sarah di Fragola e Limone
Sara & Paolo di Fico secco e Uva passa

Valentina di L’aroma del caf
ed io
La valutazione si baserà sull’appetibilità della ricetta, la presentazione e in ultimo, ma non per importanza, la fotografia del piatto.Quindi, figghioli miei, dateci dentro.
Questi saranno i premi della Emile Henry
Primo classificato: Set Tarte Tatin
.
Secondo classificato: Set Foie Gras
 
Terzo classificato: pirofila da forno 
Partecipare è facile, se avete un blog postate la ricetta, la foto del piatto e il banner del contest. Inserite il link a questo post oppure, se non avete un blog, inviate ricetta e foto all’indirizzo e-mail valentina.brida@gmail.com 
Potete partecipare a partire da oggi 16 gennaio fino alla mezzanotte del 19 febbraio 2012
La corona dell’amore vero che abbraccia senza confini
dedicato alla mia cummaredda che abita in Via delle Rose, Paris
500 g di farina manitoba
80 g di farina integrale
12 g di lievito fresco
200 g di latte condensato zuccherato
2 uova
1/2 cucchiaio di cardamomo in polvere
50 g di burro morbido
Per la farcia
100 g di burro molto morbido
100 g di zucchero di canna scuro (cassonade)
100 g di polvere di nocciole (nocciole tostate e mixate finemente)
1 cucchiaio di cannella in polvere
zucchero a velo
Sciogliete il lievito in una ciotola con 125 ml di acqua tiepida e lasciate riposare per qualche minuto. Nel frattempo sbattete le uova e mescolatele con il latte condensato in un altro recipiente.
Versate le due farine setacciate nella planetaria, aggiungete un pizzico di sale e il cardamomo; fate un buco al centro, versate il lievito sciolto nell’acqua, il latte con le uova e azionate la macchina al minimo, io ho usato il gancio. Mescolate per un paio di minuti poi aumentate di poco la velocità e aggiungete il burro morbido a pezzetti. Continuate a sbattere per 5/8 minuti finché l’impasto prende una forma liscia e omogenea. Se occorre aggiungete poca farina. Ungete una ciotola con dell’olio, ponete dentro l’impasto, coprite con la pellicola e fate lievitare dalle due alle tre ore. Trascorso questo tempo preparate la farcitura: mescolate il burro, lo zucchero, le nocciole ridotte in polvere (la cummari mette anche la cannella dentro questo composto). Riprendete la pasta, mettetela sul piano di lavoro e abbassatela con le mani. Con un matterello stendetela più finemente possibile formando un rettangolo. E’ importantissima questa fase. L’impasto gonfierà ancora quindi, per avere ottenere una bella corona, realizzate un rettangolo sottile. Con una spatola, cospargete la farcia sul rettangolo di pasta, arrotolatelo dal lato lungo e tagliatelo per tutta la sua lunghezza. Intrecciate insieme i due pezzi ottenuti e chiudete a ciambella.Ponete la corona su di una teglia foderata con carta forno, copritela a campana cioè coprite con una ciotola di plastica o di metallo io l’ho riscaldata precedentemente con dell’acqua bollente, asciugata e poi posizionata sul dolce, lasciatela riposare per 20 minuti circa o finchè non sia ben gonfia. Preriscaldate il forno a 180°C, infornate per 25/30 minuti circa. . Sfornatela e cospargetela con cannella e zucchero a velo, mangiatela tiepida. 

scorza d’arancia

mi ripeto, vero è! Ma che ci vuliti fari? Quando l’età avanza bisogna avere pacienza. Un anno nuovo,  per giunta friddu, invernale e mallìttu non può non avere un certo non so che di agrumato.  Il bello dell’inverno, per me,  sono le arance; le arance fanno Natale e capodanno e ancora per un po’ ne avremo da mangiare, dolci e sugose, alcune volte “asprignottele” o acidule ma sempre bone sunnu.
quella che vi faccio ciavurari è una totTa per l’inverno, tipica di questo periodo, perfetta per un pomeriggio di pioggia con il caminetto acceso e una bella tazza di tè. Considerando che la giornata di pioggia l’avevo (alla grande) il tè pure, mi mancava il camino…niente ci fa, la torta ci stava intonata alla perfezione.
la scorza grattugiata di 2 arance medie
il succo di un’arancia
180 g di farina 00
150 g di farina di mandorle
180 g di burro
130 g di zucchero semolato
250 g di yogurt alla vaniglia
4 uova
una bustina di lievito in polvere
30 g di zucchero di canna
un pizzico di sale
scorze d’arancia candite

lavorate con la frusta il burro morbido con lo zucchero semolato. Aggiungete le uova, uno alla volta, la farina setacciata con il lievito, il sale, lo yogurt la farina di mandorle; in ultimo aggiungete la scorza delle arance grattugiata. Mescolate bene per amalgamare tutti gli ingredienti. Versate l’impasto in uno stampo da 26 cm ben imburrato e infarinato e cospargete la superficie con lo zucchero di canna; cuocete in forno già caldo a 180°C per circa mezz’ora o comunque fino a quando la torta risulterà asciutta alla “prova stecchino”. Sfornate e fate raffreddare qualche minuto dentro la teglia e poi rovesciatela su una gratella per dolci. Spremete il succo di una delle due arance, ne otterrete circa 125 ml, mettetelo in un pentolino con 30 g di zucchero semolato, portate a ebollizione mescolando e spegnete. Bucherellate il fondo della torta con uno stecchino, con un pennello per dolci spennellate generosamente la superficie con lo sciroppo tiepido, imbibendo per bene. Girate la torta su un piatto da portata e pennellate anche l’altro lato della torta, cospargete con delle scorzette candite e prima di servire, se volete, spolverate con lo zucchero a velo, ma sappiate che il candido zucchero verrà assorbito totalmente dall’umidità della torta

quando l’emozione non mi fa ragionare più…

perdo il lume, mi faccio trascinare dalla commozione e qualche lacrimuzza scappa; il problema, poi è ricacciarla indietro, difficilissimo è. Non capita tutti i giorni di trovarsi di fronte una platea con tanti amici che condividono con te una grande emozione; erano moltissimi, ho nel cuore i loro visi, quelli che erano presenti e quelli che, da lontano, fremevano con me.

Ebbene il fatidico giorno è arrivato; le pagine del blog si sono materializzate in pagine fisicamente sfogliabili, ciavuruse e magiche per me che le ho realizzate. La presentazione è stata memorabile, ho fatto un bagno di amore allo stato puro, avevo davanti a me amici che ridevano e gioivano per il raggiungimento di questo traguardo. Avrei dovuto rammentarmi tutta la teoria studiata sui testi che insegnano come parlare in pubblico, psicologia delle conferenze e come modulare la propria voce per catturare l’attenzione dei partecipanti ma…niente c’è potuto, tutte cose mi scordai e pure le lacrime ho dovuto ricacciare indietro perchè la commozione mi ha incrinato la voce.

 Per non di meno a ciò vi presento il buffet che ho offerto agli intervenuti: nella foto qui sopra, la torta nera della Mercante di Spezie versione gluten free, i buccellati dentro la scatola di latta, i ciuriddi con caprino e tonno, biscotti salati al parmigiano, mandorle e rosmarino, casatiello napoletano,  bicchierini di broccoli arriminati e sfogline gluten free, bicchierini di cous cous di riso e mais alle verdure, focaccia di grano saraceno farcita con prosciutto crudo, pecorino, pere e confettura di melagrana, panini assortiti e…non è rimasta una briciola!

Esercizio per casa: trovare qualcosa di bello nell’autunno

miiii che esercizio difficile, uno più semplice non c’era? Per fare un esempio, un esercizio facile, per una come me,  potrebbe essere: scegliete un colore della primavera, realizzate della prospettiva condita con scoppiettante allegria e tepore mattutino al ciavuru di violette. Facile no? Una fissaria…

Certo si, lo so, mi ci devo abituare; probabilmente mi abituerò ma ci vorrà del tempo…magari trenta o quarant’anni…
😀
Nel frattempo i compiti per casa si devono fare, qualunque sia la stagione, il clima  mallitto e questi stramaledettissimi cambiamenti climatici. Dunque, guardate cosa ho trovato di bellonell’autunno…

torta di nocciole e sciroppo di zucchero di canna e mirtilli
360 g di farina con il lievito
140 g di burro morbido
200 g di zucchero
3 uova
250 ml di latte
200g di nocciole tritate
zucchero a velo
125 g di mirtilli freschi
30 g di zucchero di canna
200 ml di acqua
foglioline di menta fresca

montate il burro con lo zucchero, con le fruste elettriche, fino ad ottenere una crema omogenea. Setacciate la farina e incorporatela poco alla volta al burro alternandola ai tuorli; incorporate anche le nocciole, aggiungendo il latte per fluidificare l’impasto. In ultimo aggiungete, con un cucchiaio di legno, gli albumi montati a neve ferma. Imburrate e infarinate una teglia da 26 cm di diametro, versate l’impasto e cuocete in forno caldo a 160°C per circa40-45 minuti o fino a quando, controllando con uno stecchino la cottura, sarà pronta. Come sempre ricordo che, la temperatura del forno varia tra un elettrodomestico e un altro.
fate raffreddare qualche minuto nella teglia prima di sformare il dolce su una gratella.
Preparate lo sciroppo sciogliendo lo zucchero di canna nell’acqua su fuoco dolce, fate addensare e versatelo sui mirtilli. Fate insaporire per un ora almeno mescolando. Al momento di servire, spolverate la torta con lo zucchero a velo, distribuite un po’ di mirtilli al centro della torta con parte dello sciroppo e sul piatto del vostro commensale.

la torta del mago

quando nasce un bambino è una gran festa, vero? E’ una festa per i genitori, per i parenti, gli  amici ed anche i conoscenti. Dopo pochi giorni dalla nascita l’impalcatura delle persone che ha gioito all’evento si stacca lasciando lo spazio ai genitori che hanno il compito immenso di allevarlo, educarlo e spingerlo verso le sue attitudini, tutto questo senza un manuale in dotazione! 😀
Carlotta, nostra figlia, è una ragazzina molto sveglia, attivissima e sempre desiderosa di compagnia. Tra le sue passioni, quella in voga per il momento, è la prestidigitazione. Si è riscoperta abile e agile, con i movimenti delle mani, incantando un po’ tutti con le sue illusioni “magiche”infuse dal canale di Milleaccendini. In prossimità del suo compleanno mi ha chiesto una torta speciale. La premessa è stata: “mamma, tu fai sempre bellissime torte ma quest’anno deve essere spettacolare, vorrei la torta del mago…” … una gran bella responsabilità non trovate? 
Mi sono documentata certo, come dico sempre non sono un pasticcere, non uno chef e nemmeno un cake designer ma per fortuna esiste la rete che ti da una spintarella, svelando segreti e suggerendo idee creative. Navigando navigando mi sono arenata in questo sito e, insieme con Carlotta ci siamo innamorate di questa  torta  dopo di che è partito il nostro progetto.

La torta magica di Carlotta
se volete realizzare questa torta munitevi di due teglie con il cerchio apribile, una da 26 cm di diametro ed una da 15 cm.
La base, rivestita di pasta di zucchero bianca, è composta di tre strati al cacao farciti, uno con una crema ganache al cioccolato fondente e l’altro con panna e fragoline di bosco.
Il cappello invece è un pan di spagna suddiviso in tre strati, farcito con panna e fragoline. 
Per la base:
125 g di cacao,
500 ml di acqua bollente
385 g di farina autolievitante
2 cucchiaini rasi di bicarbonato di sodio
250 g di burro moBBido
4 uova grandi
360 g di zucchero semolato
1 fialetta aroma vaniglia
 In una terrina mescolate, il cacao setacciato con l’acqua bollente, sbattete delicatamente con una frusta a fili fino ad ottenere una crema liscia, fate raffreddare. Riscaldate il forno a160°C (regolate la temperatura in funzione della conoscenza del vostro forno) imburrate leggermente la teglia e foderatela con carta forno. Nella planetaria sbattete il burro morbido, unite lo zucchero, un uovo alla volta e l’essenza di vaniglia, aggiungete il composto al cacao e poco per volta, la farina con il bicarbonato, amalgamate senza lavorare troppo. Versate un terzo dell’impasto nella teglia, infornate per 15 minuti, fate la prova spiedino per verificare la cottura. Sfornate e fate raffreddare su una gratella per dolci. Cuocete allo stesso modo i 2/3 rimanenti.
per il ripieno: 
180 g di cioccolato amaro
125 g di panna fresca
crema al burro qb
parte del ripieno di panna e fragoline del cappello
Il giorno dopo realizzate la crema al burro che vi servirà anche per isolare la torta dalla pasta di zucchero. 
per la crema al burro:
750 g di zucchero a velo
375 g di burro morbido
1 fialetta e mezza di aroma alla vaniglia
Sbattete a crema il burro, aggiungete lo zucchero, poco alla volta e setacciato; dopo poco aumentare la velocità delle fruste e aggiungere la vaniglia. 
per la ganache al cioccolato:
portate a bollore la panna e aggiungetela alcioccolato ridotto a scaglie con un coltello, mescolate e fate intiepidire. Aggiungete due o tre cucchiai di crema al burro a seconda della consistenza desiderata, mescolate e amalgamate.
Montate la torta mettendo il primo disco al cacao sul piatto da portata, dentro un cerchio per torte. Con un sac a poche senza beccuccio distribuite la ganache sulla torta, ricoprite con il secondo disco e con un altro sac a poche con il ripieno di panna e fragoline distribuite la farcia in maniera uniforme. Chiudete con il terzo disco e mettete in frigo a rassodare.
per la copertura della torta vi serve mezzo chilo di pasta di zucchero bianca e circa mezo chilo per le decorazioni.
Per il cappello: 
2 uova grandi
2 cucchiai di acqua bollente
70 g di zucchero+ 40 per montare gli albumi
1/2 fialetta di aroma al limone
1/2 bustina di lievito
un pizzico di sale
50 g di frumina
75 g di farina
per il ripieno:
200 g di fragoline di bosco
un cucchiaio di zucchero a velo
500 ml di panna
50 g di zucchero a velo
per la bagna:
250 ml di acqua
1 cucchiaio colmo di confettura di fragole
3 cucchiaini di zucchero
Accendete il forno a 150°C, ungete e foderate di carta forno un o stampo per torta apribile da 15 cm di diametro. Sbattete i tuorli a schiuma con l’acqua bollente, aggiungete lo zucchero e montate fino ad ottenere una crema, aggiungete il sale e l’aroma. Montate a neve ferma gli albumi, unite lo zucchero rimasto e montate ancora; versateli nel contenitore con i tuorli e con una frusta a mano amalgamate i due composto con movimenti dal baso verso l’alto. Setacciate le farine con il lievito e uniteli, poco alla volta all’impasto sempre a mano. Versate un terzo del composto nella teglia, livellatelo e cuocete circa 15 minuti, provate con lo spiedino la cottura e sfornate. Fate lo stesso con gli ultimi due terzi di impasto.
Realizzate le basi il giorno prima e conservatele separate da un foglio di carta forno dentro un contenitore ermetico oppure all’interno di sacchetti per conservare gli alimenti. 
Il giorno dopo preparate la bagna scaldando l’acqua, la confettura e lo zucchero, sciogliete quest’ultimo mescolando. Filtrate con un colino a maglie strette e versate nella bottiglia per bagne utilissima per rendere uniforme l’umido sul pan di spagna. Montate la panna con lo zucchero a velo. In una ciotola mettete le fragoline  con un cucchiaio colmo di zucchero a velo, scuotete con dei movimenti di polso mescolando ‘al salto’ senza danneggiare la frutta. A questo punto mescolate panna montata e fragoline con molta delicatezza. Munitevi di una striscia di cartoncino robusto, come quello che usano in pasticceria per confezionare i dolci, realizzate un cerchio dello stesso diametro del pandispagna, fissatelo con una spillatrice e mettete dentro il primo disco. Bagnate uniformemente; Mettete la panna dentro un sac a poche senza beccuccio e realizzate dei cerchi concentrici sulla base. Ponete il secondo disco di pandispagna bagnatelo bene e procedete con la farcia come precedentemente. Poggiate il terzo disco senza bagnarlo, applicate una leggera pressione e mettete in frigo a rassodare.
Per la copertura e le decorazioni vi serve quasi un chilo di pasta di zucchero nera
e circa 300 g di quella rossa
prima di coprire le torte con la pasta di zucchero, spalmatele  con uno strato di crema al burro, riponetele in frigo a rassodare per una decina di minuti e poi procedete spianando la pasta di zucchero su un piano di lavoro.
Una settimana di lavoro simil_scultoreo finita in un nano secondo ahahahahah

Sarah Fel e i bicchierini ai fichi caramellati ciavurusi di basilico

conoscete la squadra? noooooo, niente calcio per carità, questa è una squadra “fortissimI”, una di quelle che va come il vento, coesa e vincente…
Cosa vince? Vince amicizia, affetto, sincerità, allegria e vicinanza nonostante la lontananza. Cresce, sperimenta e giudica pure ahahahah già perchè questa è la squadra di Cucinando quella che decreterà i vincitori dei tre premi messi in palio, vi ricordate? Non fate gli gnorri eh? come già detto mica siam qui a pettinar le bambole eh? Qui si vincono tre, diconsi tre terrecotte della Emile Henry

Venghino SIORI venghino, per il
Primo classificato: Tarte Tatin

Secondo classificato: set per crème brulée

Terzo classificato: teglia plum cake

amuniiiiiii chi aspettate? 

tutta ‘sta premessa per ricordarvi il contest che scade tra pochissimi giorni il_sette_settembre per l’appunto!

😀
Vi racconto cosa fa la squadra mentre aspetta le vostre ricettuzze? Occhei, ve lo racconto: a giramano ognuno di noi propone un tema cuciniero da sviluppare, con un tempo a disposizione di circa una settimana. Dopo averci pensato, ripensato e  strapensato (io sempre) e infine, finalmente prodotto, lo pubblichiamo e poi curiosiamo qua e la nelle nostre cucine. Non è divertente? 😀
cosa ha tirato fuori lei, tra una prova e l’altra dell’abito da sposa?
TAHDAH

Cucinando con i fichi
dolci o salati chissenefrega l’importante è che ci sguazziamo dentro ahahahah. 

Ora arriva il mio svolgimento…attentiaMMia! Questo è un esperimento che fino al momento dell’assaggio era un’incognita, posso asserire, dopo aver interrotto bruscamente la mia dieta, che l’esperimento è riuscitoooooo sbaciucchiamenti loVVosi piMMia :* standing ovation!
Sono partita mettendo zucchero e burro nella planetaria, e fin qui tutto a posto poi ho cominciato ad aggiungere un po’ di questo e un po’ di quello, dopo l’infornata ho detto “azz! che ciofeca” invece gira che ti rigira lo sformatino sono venuti fuori dei bicchieri troppo duci vero?

VERO????? AHAHAHAHAH!!!

 Bicchierini ai fichi caramellati, arance al ciavuru di basilico
per l’impasto
90 g di burro morbido
150 g di zucchero semolato
250 g di ricotta di pecora sgocciolata almeno 2 notti
100 g di farina 00
6 g di lievito
250 g di fichi freschi
2 arance piccole o una grande
75 ml di Grand Marnier
75 ml di panna fresca
se non volete sentile l’alcool utilizzate 150 ml di panna fresca
3 uova grandi
un pizzico di sale
Sbattete il burro con lo zucchero, unite la ricotta, la scorza delle arance grattugiata e i tuorli, sempre sbattendo con le fruste per amalgamare. Lavate e sbucciate i fichi, eliminate la buccia, tritateli grossolanamente e uniteli al composto con un pizzico di sale. Setacciate la farina con il lievito, aggiungeteli al composto a cucchiaiate. Montate gli albumi a neve e unite anche quelli con dei movimenti delicati per non smontarli. Per fluidificare ancora l’impasto mescolate il liquore e la panna, agendo sempre con gli stessi movimenti delicati. Versate il composto in 6 stampi da creme caramel alti 7 cm con diametro di 9 cm, ben imburrati e infarinati; infornate in forno già caldo a 160 °C per circa 35 minuti l’impasto sarà sempre umido all’interno. Sfornate e fate raffreddare.
preparate la guarnizione al caramello, sciogliendo 20 g di burro con 20 g di zucchero di canna e 100 ml di vino bianco fruttato, fate restringere la salsa. Aggiungete tre fichi affettati e tre foglie di basilico, fate cuocere a fuoco dolce per qualche minuto girandoli delicatamente. Servite sformando i bicchierini, che presenteranno un alloggiamento strategico, sui quali adagerete tre fette di fico, qualche fogliolina di basilico e un cucchiaio di salsa al vino.

…a gentile richiesta

La torta nera della Mercante di spezie alias la sister mia 😀 
Questa toTTa ha conquistato molte persone,  stregati dal suo profumo e dal suo sapore, hanno “mollato” la dieta…vero Piero? Ahahahahah!
La ricettuzza originale di questa toTTa è dell’ormai famosa zia Ginetta, la zia della mercante. Oramà però, è diventata la zia acquisita di molti, per i racconti, le emozioni e le ricette che la stessa mercante ci ha regalato.  Vi assicuro, si deve perdere il mio nnome, che questo è un dolce da sicuro svenimento, buono, moBBido e suadente. Fatelo e rifatelo mandando un bacio al cielo, dove la zia Ginetta sicuramente ci guarda e sorride e un bacio virtuale alla mercante che ha condiviso con questo mondo, la ricetta 😉 
grazie sister :*
Approfitto di questo dolce carico di ricordi e sentimenti per accalappiarvi! Avete già partecipato al contest “Cucinando dolcemente”? Dai, su, avete tempo fino al 7 settembre spicciatevi che c’è il conto alla rovescia 😉

La torta nera

60 g di farina di nocciole
60 g di farina di mandorle
60 g di fette biscottate
1 cucchiaino di lievito chimico
5 uova grandi
125 g di burro
160 g di zucchero
110 g di cioccolato nero (così la zia chiamava il cioccolato fondente)
1 pizzico di sale
Salsa nera
100 g di cioccolato nero
1 cucchiaio di burro

Montate il burro morbido con lo zucchero fino ad ottenere un spuma, aggiungete 2 uova intere, uno alla volta. Montate gli albumi a neve delle tre uova rimaste e metteteli da parte, i tuorli invece, li aggiungerete uno alla volta al composto di burro, mescolando. Sciogliete il cioccolato a bagnomaria facendo attenzione che il fondo del pentolino non tocchi l’acqua in ebollizione, fate intiepidire e poi aggiungetelo all’impasto, mescolate e amalgamate. Miscelate le farine con le fette biscottate ridotte in polvere con un mixer, aggiungete il lievito setacciato. Unite il miscuglio all’amalgama di cioccolato, mescolate e poi incorporate, con delicatezza, gli albumi montati a neve. Imburrate e infarinate uno stampo da budino di circa un litro e mezzo di capacità e cuocete in forno caldo a 160°C per 30 minuti. Come sempre specifico che, la cottura e la temperatura del forno sono indicativi, basatevi sulla conoscenza del vostro forno. Fate la prova “stecchino” per verificare la cottura interna della toTTa.
Sciogliete a bagnomaria il burro e il cioccolato per la copertura, versatelo sulla torta quando è ancora tiepido e fluido. Guarnite, se volete, con delle nocciole tritate a coltello.