una marmellata tramandata per quattro generazioni

si vede bene? beh la foto ha “qualche” annetto ahahahah
io sono quella nica in braccio alla bisnonna Graziella, la nonna Elsa e la mia mammina che guarda l’obiettivo 😀
4 bedde fimminazze con le loro storie
4 generazioni di un ramo della famiglia
Graziella madre di Elsa
Elsa madre di Silvana
Silvana madre di scorzetta d’arancia nicaredda
…e una marmellata arancione che le lega
La ricetta che mi è stata regalata da mia mamma, è stata scritta dalla nonna Elsa sotto dettatura della bisnonna.
l’ha preparata la bisnonna
l’ha preparata la nonna
l’ha preparata la mamma
e adesso la preparo io 😀
Ho seguito la ricetta passo passo a meno dello zucchero perchè ho ridotto la quantità
per un kg di arance 800 g di zucchero (io ne ho usato 500 g)
tenere a bagno per tre giorni le arance cambiando l’acqua spesso (chi ciavuru ogni volta che cambiavo l’acqua :))
Tagliate in 2 le arance e speremete un po’ di sugo nel recipiente dove poi le cuocerete, per evitare di disperderlo mentre le arance vengono tagliate a fettine sottili (il più possibile). Mettete da parte i semi (le mie non avevavano semi). Cuocete le arance così tagliate per 3/4 d’ora, Aggiungete lo zucchero, unite anche i semi chiusi in un fazzoletto di stoffa perchè essi daranno la giusta densità e la gelatinosità alla marmellata. Fate cuocere ancora un’ora (ho fatto cuocere circa due ore non avevo i semi ;)) .
Versare la marmellata in barattoli sterilizzati con qualche goccia di alcool, chiudete e capovolgeteli, coprite con una coperta e fateli raffreddare lentamente, circa un giorno e mezzo.


bla bla bla bla…e poi ancora bla bla bla


quante chiacchiere scorza…
e quante maschere in giro per strada ieri 😀
giullari, finti sposi e finte donne, angeli e streghe, diavoli e coniglietti, odalische e principesse, tutti avvolti dalle note di musiche allegre in una festa popolare che ci ha reso “amici” senza effebi ahahahahah

600 g di farina 00
200 g di zucchero
4 uova
40 g di burro morbido
una grossa arancia non trattata
50 ml di marsala secco
un pizzico di bicarbonato
olio per friggere
zucchero a velo
un pizzico di sale

mescolate nella planetaria la farina con lo zucchero e il sale, aggiugete il burro a tocchetti e lavorate ancora qualche minuto, aggiungete unuovo alla volta, la scorza d’arancia grattugiata, il bicarbonato e in ultimo il marsala. Avvolgete l’impasto in una pellicola per alimenti e fatelo riposare per un’ora. Stendete una sfoglia molto sottile, e ritagliate con una rotella tagliapasta delle losanghe o rettangoli o strisce, realizzate un taglio all’interno di ogni forma. Friggete le chiacchiere in abbondante olio bollente per pochi secondi finchè saranno dorate, scolateli su carta assorbente e poi spolverate con zucchero a velo.

la mia maestra di Tango è diventata mamma *_*

e che mamma! adorabile ma che dico adorabile?

FA-VO-LO-SA!!!!!

la nica è una meraviglia delle meraviglia, è nata già con la caviglia “spezzata” uguale alla sua mamma ahahahah per il resto assomiglia alla zia vera ma anche un pochino alla zia acquisita…ma anche diciamoloooooo al suo papà (in verità è uguale precisa ‘ntifica a suo padre ihihih)
L’altra sera sono venuti a cena da noi, abbiamo festeggiato il primo complemese, OT aveva già una richiesta per il primo, per il secondo, avevo pensato ad una torta salata con i carciofi…La maestra allatta, e le credenze popolari dicono che i carciofi provocano aria nello stomaco alla picciridda… ho pensato non è vero ma ci credo e ho sostituito i carciofi con le zucchine 🙂

Per l’impasto:
450 g di farina manitoba
120 g di strutto
150 ml di aqua tiepida
8 g di sale
1 uovo
per il ripieno:
400 g di zucca rossa
300 g di zucchine genovesi
2 cucchiai d’olio
1 noce di burro
1/2 cipolla
2 spicchi d’aglio
250 di salsiccia
marsala secco
3 fette di pancarrè
40 g di mandorle
1 ciuffo di prezzemolo

Preparate l’impasto di farina mescolando nella planetaria (o a mano) tutti gli ingredienti, e fate raffreddare in frigo per un’ora almeno.
Tritate l’aglio e la cipolla, unite l’olio e il burro, fate rosolare, unite la zucca tagliata a dadini, coprite e fate stufare per 10 minuti, aggiungete la salsiccia sminuttata, senza budello e le zucchine tagliate a dadini, sfumate con 3 cucchiai di marsala e fate evaporare, cuocete fino a quando le verdere sono morbide circa 15 minuti, mettete da parte e fate raffreddare. Tritate nel mixer, le fette di pancarrè, poi le mandorle e dopo ancora il prezzemolo, mescolateli insieme con l’impasto di carne e verdure, avendo cura di lasciare tre o quatto pugni di pancarrè per coprire il fondo dell’impasto. Prendete l’impasto di farina dal frigo, dividetelo in due parti disuguali; stendete la parte più grande con un matterello su un piano leggermente infarinato, e mettetelo dentro una teglia rettangolare di 18×26 cm con i bordi alti, distribuite il pancarrè messo da parte, sul fondo della torta, versate il composto di carne e stendete la seconda parte di impasto di farina. con l’apposito attrezzo realizzate le losanghe (dovete applicare un po’ di forza) allargate la pasta e ponetela sulla torta sigillate i bordi con l’impasto sottostante, pennellate con dell’olio lka superficie e infornate per circa 20 minuti in forno caldo a 180°C o fino a che la pasta si sia dorata.

le torte di mele mi piacciono con poche mele

…e lo so,
lo sapete anche voi vero?
Tutto il mondo lo sa!
Tutto il mondo e provincia lo sa…
Lei è tornata dal suo favoloso viaggio a Paris
ed io che l’ho tallonata per giorni, scopiazzando le sue ricette voglio riabbracciarla con una sua ricetta coccolosa, questa torta qua per augurarle BENTORNATA! Mi rendo conto che non sono Hermè o Conticini e capisco (ah! se la capisco) che non ha avuto nostalgia di casa, ma considerando che c’è tornata ecco una tortina che di casa sa di sicuro ;), magari le addolcisco il rientro.
Ho evitato di realizzare un clone, ma è assolutamente e liberamente ispirata alla sua idea, una citazione, come si dice adesso 😀
piesse: tre l’altro lei nella sua ricetta ha messo meno mele 2 anzichè 3
io 1 anzichè 2…siamo allineate 😀

1 mela pink lady
100 g di mirtilli freschi
100 g di calvados
100 g di burro morbido+ dei fiocchetti per la tortiera
120 g di zucchero aromatizzato alla vaniglia
30 g di zucchero di canna
100 g di farina di mandorle
180 g di farina 00
1 uovo
1 tuorlo
1 bustina di lievito
200 ml di latte tiepido
qualche cucchiaiata di marmellata di mirtilli
1 stecca di vaniglia


Affettate la mela sottilmente con una mandolina, dopo averla sbucciata intera ed eliminato il torsolo con l’apposito attrezzo, lasciatela macerare nel calvados insieme con i mirtilli e un cucchiaio di zucchero alla vaniglia. Montate il burro con lo zucchero alla vaniglia, unite le uova, i semi della vaniglia, e il latte alternandolo alle due farine, aggiungete il lievito in ultimoe amalgamate bene. Foderate una teglia da 24 cm di diametro con della carta forno, cospargete lo zucchero di canna sul fondo, distribuite 5 fiocchetti di burro e adagiatevi le mele e i mirtilli sgocciolati, aggiungete qua e la un po’ di marmellata di mirtilli, coprite con l’impasto e infornate in forno caldo a 170°C ( gestite la temperatura e minuti in base alla conoscenza del vostro forno) per 35 minuti, rovesciate su un piatto da portata
…non è buona, è buonissima


“la differenza tra un buon architetto e un cattivo architetto…

…è questione di centimetri”
questo è ciò che asseriva il grande Maestro dell’Architettura Moderna Charles-Edouard Jeanneret-Gris al secolo Le Corbusier…mi sa che che aveva ragione 🙂
e che c’azzecca ‘sto titolo con l’immagine dei tortellini direte voi…perchè lo state dicendo vero?
ahahahahahah

beh, “tirare” la sfoglia di pasta fresca, si sa non è per niente facile, e qua bisogna assolutamente fare una standing ovation alle signore che ne sono capaci. Per quelle signore che, come me, non sanno farlo, viene in aiuto la tecnologia, la macchina tira pasta…l’Imperia per dirla in una sola parola.


Un discorso a parte devo farlo sui tortellini…se prima c’era la standing ovation adesso partono i giochi di fuoco perchè è veramente difficile realizzarli, ci vuole una pacienza di santi, realizzare tanti quadratini 4×4 cm UGUALI uno all’altro, poi con maestria piegarli una volta, poi piegarli ancora una seconda volta e poi girarli attorno al dito per chiuderli…
una follia per una come me che non è emiliana ahahahahahah.



io sono un povero architetto che non è nemmeno riusciuto a ritagliare perfettamente gli ormai famosi 4×4…che dite saranno 2 braccia tolte alla terra?
mah! ai posteri l’ardua sentenza…
aggiungo un’ultima cosa per tutti quelli che si cimenteranno a realizzare i tortellini, fateli mangiare ai vostri ospite m-o-l-t-o-l-e-n-t-a-m-e-n-t-e perchè ci vuole una vita per realizzarli e un istante per mangiarli 😉
ahahahahah
spero che gli emiliani mi vorranno sempre bene perchè non m’intendo di tortellini ed ho peccato di presunzione realizzandoli così…

ho realizzato circa 530 tortellini
per la pasta:
800 g di farina 00
8 uova
per il ripieno:
50 g di carne di maiale macinata
50 g di carne di vitello macinata
100 g di mortadella
15o0 g di prosciutto crudo
150 g di parmigiano grattugiato
1 uovo
20 g di burro
in un tegame fate sciogliere il burro, aggiungete la carne tritata e cuocete per 10 minuti circa. Passate nel tritacarne il prosciutto e la mortadella, unite il parmigiano, la carne cotta e l’uovo; amalgamate bene tutti gli ingredienti. Stendete la pasta, a 6 mm di spessore e realizzate i quadratini 4 cm di lato, adagiate un poco di ripieno, piegate a triangolo (se la pasta non s’attacca passate su due lati un dito bagnato d’acqua) premete per fare attaccare i lati, adesso piegate ancora una volta la base del triangolo verso l’alto. A questo punto girate attorno all’indice la pasta ottenuta con la punta del triangolo rivolta verso l’alto, unite le due estremità con una lieve pressione.

Aggiornamento sul brodo:
Ho dimenticato di dire che sono a conoscenza che il brodo in cui dovrebbero nuotare i tortellini di regola dovrebbe essere di carne MA, ho preferito farlo di verdure…perchè mi piace di più 😉
perdonata anche qui? ahahahahah

Il brodo l’ho realizzato di verdure fresche utilizzando circa 800 g di verdure miste ( cipolla zucca zucchina, carota e un mazzetto di odori, rosmarino e alloro) in 4 litri d’acqua. Ho ottenuto circa 3 litri di brodo, dopo un’ora di cottura.

unu ‘ncapu all’autru

canapè non si traduce accussì? ‘nca perforza 😀
questo piatticeddu (che se lo preparate il giorno prima e poi lo ripassate in forno accussì com’è chiù bonu è), è facile facile, ‘na cosuccia che acchiappa l’occhi e te li fa stiddiari, io bella figura feci 😀 poi t’acchiappa l’anima appena l’assaggi…mmmh mi sta affacciando alla mente 😀
va beh ve lo conto manco per fare scarmazzo…
alla fine ‘na citazione fici; la fettina di paniceddu l’ho cangiato con una panella, poi ci misi uno sformatino di carciofi, ‘na fettina di prosciutto crudo, carciofi a spicchi e parmigiano a scaglie

per 10 persone

per le panelle:
250 g di farina di ceci
750 ml d’acqua
un mazzetto di prezzemolo tritato
sale e pepe

per lo sformato di carciofi, io l’ho fatto così:
10 carciofi
300 ml di acqua bollente
la scorza grattugiata di un’arancia
un paio di cucchiai di panna densa
una cipolla
uno spicchio d’aglio
5 bacche di cardamomo
4 cucchiai colmi di parmigiano grattugiato
olio extra vergine d’oliva

10 fette di prosciutto crudo dolce
20 scaglie di parmigiano
olio per friggere

preparate le panelle mescolando fuori dal fuoco la farina di ceci con l’acqua, aggiunta poco per volta, amalgamate bene, ponete sul fuoco dolce sempre mescolando, aggiungete il prezzemolo tritato, il sale e il pepe, mescolando sempre fino a quando non si addensa, togliete dal fuoco e versate dentro una teglia a bordi bassi di 35 cm di diametro, livellate e fate raffreddare completamente.
Mondate i carciofi, eliminate le foglie esterne dure, le punte e infine tagliateli a spicchi ponendoli nella solita acqua acidulata con il limone o come dice Cinzietta in acqua e farina.
affettate finemente la cipolla e l’aglio, soffriggeteli in un paio di cucchiai d’olio extra vergine d’oliva, aggiungete la scorza grattugiata dell’arancia e le bacche di cardamomo pestate. aggiungete i carciofi sgocciolati e l’acqua bollente, coprite e fate cuocere con il coperchio fino a quando la verdura sarà tenera. Scegliete una ventina di fette di carciofi, metteteli da parte e frullate il resto con la panna, unite il parmigiano grattugiato, regolate di sale e fate raffreddare completamente. Con un coppapasta di 8 cm di diametro tagliate le panelle, friggetele in abbondante olio caldo e ponetele nei piatti da portata. Adagiate un altro coppapasta più piccolo, 6 cm di diametro, sulle panelle e riempitelo con una parte di sformato di carciofi, sfilatelo delicatamente e continuate realizzando le altre “torrette”. Sopra adagiate una fettina di prosciutto crudo, 2 fettine di carciofo e infine le scaglie di parmigiano.

…e vidi chi manci 😉
Palermo d’inverno 😀

pan d’arancia/o

Un dolcino che puoi trovare in tutti i panifici (almeno qui in Sicilia), segui la ricettuzza straprovata e te lo prepari con le tue manine sante. La ricetta me l’ha data, in un pizzinu, la proprietaria del negozio “Il dolce in casa” a Palermo, dove compro tutti i prodotti da pasticceria, forme e stampi compresi; ti confesso che è una poesia di moBBidezza, un canto al gusto, un componimento alla semplicità… non sono qui per venderti alcunché, ma lasciami declamare la bontà di questo dolcino, una delizia da gustare a colazione, a merenda e perché no, anche dopo cena…
ti ho convinto?
Per uno stampo da plumcake da 25 cm di lunghezza per 7 di altezza

100 g di burro morbido
200 g di zucchero di canna
40 g di farina di mandorle
250 g di farina di grano tenero di tipo 1
4 uova
1/2 bustina di lievito (8 g)
un’arancia non trattata di circa 280 g
80 g di zucchero a velo
60 g di sciroppo di glucosio
preleva la scorza d’arancia con un pela patate (circa 30 g), solo la parte arancione la parte bianca è amara. Ponila nel bicchiere del frullatore a immersione con la polpa dell’arancia (circa 175 g) frulla insieme con lo sciroppo di glucosio e lo zucchero a velo. aggiungi 100 g di questo composto all’impasto, nella fase finale. Quello che ti rimane conservalo in frigo per qualche giorno.

Accendi il forno a 180°C. Monta il burro molto morbido con lo zucchero, aggiungi le uova, uno alla volta, amalgama ben bene; aggiungi le farine mixate con il lievito alternando con la pasta d’arancia. Versa nello stampo imburrato ed infarinato e inforna per circa 50- 60 minuti. Come al solito, per la cottura, basati sulla tua esperienza, fai la verifica dello stecchino per sincerarti della cottura effettiva della torta.
e poi mi cunti comu vinni?

 

you bite and you escape

ahahahahahah che favola internet e tutte le sue innumerevoli possibilità di acquisire informazioni 😀
io sono una schiappa, l’inglese non lo conosco ma ho l’asso nella manica perchè esistono i traduttoriiiiii yeah 😉 tu digiti una cosa e quello te la traduce è o non è FAVOLOSO????
queste pallottoline qua sono delle palline mordi e fuggi o per usare un inglesismo un “you bite and you escape” buone una cifra, leggere perchè cotte in forno, e…buone 😉
le ciotoline monoporzioni sono uno degli innumerevoli regali che la mia sister :* mi fece quando venne a trovarmi 😉 belle vero?
pigghiate un pizzinu
per 8 persone:
400 g di pesce spada
2 patate medie
un mazzetto di prezzemolo
3 cm di zenzero sbucciato e grattugiato
2 uova piccole oppure uno grande
6 fette di pancarrè
pangrattato
insalata a piacere per accompagnare

Cuocete le patate in acqua fredda senza buccia. Nel mixer tritate il pesce spada privato della pelle, ponetelo in una ciotola; eliminate il bordo dal pan carrè e tritatelo nel mixer, ponetelo nella stessa ciotola del pesce, unite le uova, le patate sciacciate con uno schiacciapatate, il prezzemolo tritato e lo zenzero grattugiato, salate pepate, mescolate e formate delle piccole palline che passerete nel pan grattato. Accendete il forno a 180°C, foderate una teglia con carta forno sulla quale porrete le palline leggermente distanziate tra loro, 10 minuti o un quarto d’ora di cottura e via col mordi e fuggi 😉

Il giorno della memoria, per non dimenticare…

27 gennaio 1945 “Giorno della Memoria”.
Teniamo viva la memoria, ricordiamo ai nostri figli, quel terribile crimine che fu la Shoah; un giorno da ricordare per ridare dignità agli esserei umani, intesi come popolo unico, senza discriminazioni di sorta

65° anniversario dell’apertura dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz.

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« L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. »

Viva l’Italia!
Viva la Repubblica!

maaaaaaa, se nni manciamu ‘na fetta di torta Savoia s’affenne nuddu?



questa torta la trovate in tutte le pasticcerie di PaleMMo, ho visto che l’ha realizzata anche Moscerino qua. La ricetta che circola è quella che trovate su Gennarino
Ho realizzato questa torta per la prima volta un secolo orsono…nel lontano, ma che dico lontano, lontanissimo 2003, oggi col senno di poi mi sento di darvi alcuni consigli seguendo la mia esperienza.
La torta è facile da realizzare ma camurriusa, lunga nei passaggi ma il risultato vi ripagherà ampiamente. organizzatevi per tempo, non è un dolce da preparare all’ultimo minuto 😉

Se volete seguire la ricetta originale andate al link
io così feci:
per il pan di spagna:

6 uova medie a temperatura ambiente (la ricetta prevede un peso di 70 g per ogni uovo, le mie pesavano meno, per un totale di 400 g)
90 g di farina 00
60 g di maizena
180 g di zucchero Zefiro
un cucchiaino da the di miele
un pizzico di sale

per la farcia:
150 g di cioccolato al latte
200 g di cioccolato fondente al 70% di cacao
100 g di pasta di nocciole
20 g di zucchero a velo

per la bagna:
30 g di zucchero
60 g di acqua
30g di rum bianco

per la copertura:
200 g di cioccolato amaro di copertura

per la scritta:
70 g di cioccolato amaro di copertura

foderate con carta forno due o tre placche; su ogni foglio tracciate un cerchio di 22 cm di diametro, girate i fogli mettendo la parte disegnata a contatto con la placca. considerate che infornerete 5 volte quindi dovrete ripetere l’operazione tra una cottura e l’altra. Accendete il forno a 160 °C . Montate i tuorli con 150 g di zucchero, finchè non diventano bianchi, aggiungete il miele e poco alla volta le farine setacciate. Montate a neve ferma gli albumi con un pizzico di sale, aggiungete 30 g di zucchero Zefiro, montate ancora rendendoli lucidissimi. Incorporateli al composto di tuorli, una cucchiaiata dopo l’altra in modo da ammorbidire l’impasto e mescolando delicatamente dall’alto verso il basso. Con un mestolo da 200 ml di capacità versate un mestolo e mezzo di composto su una teglia, coprendo completamente il cerchio disegnato, infornate per circa 5-6 minuti, giusto il tempo per fare dorare il pan di spagna, cuocete 5 dischi di e fate raffreddare completamente.
Preparate la farcia, sciogliendo a bagno maria il cioccolato, quello al latte e quello fondente precedentemente ridotti a scaglie, fate in modo che il pentolino che contiene il cioccolato non tocchi l’acqua in ebollizione, unite la pasta di nocciole e lo zucchero a velo, mescolate amalgamando.

Adesso preparate la bagna, sciogliendo su fuoco medio lo zucchero con l’acqua e il rum.
A ‘sto punto arrivato, montate la toTTa: capovolgete il primo disco di pan di spagna su un piatto di cartone di diametro inferiore circa 20 cm, eliminate la carta forno, spalmate un quarto di farcia tiepida; utilizzate un pennello per alimenti intinto nel miscuglio di acqua e rum, bagnate il secondo disco di pan di spagna, capovolgetelo sul primo, eliminate la carta forno e distribuite un altro quarto di farcia, ripetete quest’operazione altre due volte esaurendo la farcia. Concludete con il quinto disco bagnato con la miscela di acqua e rum a copertura della torta. Con un coltellino affilato ritagliate la parte eccedente della torta utilizzando come dima un disco di cartone di 20 cm di diametro. Ponete in frigo a raffreddare. Preparate la copertura sciogliendo il cioccolato a bagno maria; fate in modo che il pentolino che contiene il cioccolato non tocchi l’acqua in ebollizione, stemperatelo, facendolo arrivare alla temperatura di utilizzo cioè 30-32°C, ponete la torta su un bicchiere e procedete alla copertura, facendo attenzione a coprire anche i bordi. Fate rapprendere per mezz’ora in frigo. Sciogliete con lo stesso procedimento il restante cioccolato, realizzate un cornetto con la carta forno e realizzate la scritta e i decori. Fate riposare la torta non meno di tre ore.