una ricetta scopiazzata dalla tradizione

questa ricetta l’ho vista su due, dico due pubblicazioni diverse…uguale testo, uguali foto, stesso editore 😉
ci metto il carrico da undici e la faccio pure io perchè, mi sono detta, tutto il mondo e provincia non avrà letto quelle due pubblicazioni…
😀
sono un tantino presuntuosa?
ahahahahah
vogliatemi bene :*

Ovviamente la mia versione è un tantino diversa quindi segnatevela 🙂
PRE SUN TUO SA
Involtini di pesce spada  melenzane
per 4 persone:
3 melenzane lunghe medie
500 g di pesce spada in una sola fetta
20 g di pinoli
20 g di passolina (uva passa)
60 g di pecorino grattugiato
70 g di pangrattato
mezzo bicchierino di brandy
pesto alla genovese fatto in casa

Mettete il trancio di spada nel freezer per circa 15-20 minuti. Nel frattempo, lavate le mulinciane, spuntatele e tagliatele a fette, nel senso della lunghezza, di circa mezzo cm di spessore; mettetele in uno scolapasta e, salatele e fate perdere l’aqua di vegetazione per circa un’ora. Prendete il pesce e affettatelo con un coltellaccio moooolto affilato a fettine moooolto sottili. Sciacquate e asciugate le melenzane. Scaldate una griglia arrostite le fette per un paio di minuti per lato e fate raffreddare. Ammollate la passolina in un bicchierino con il Brandy per una ventina di minuti e poi sgoggiolata. Preparate il pangrattato mescolando i pinoli, la passolina, il pecorino, un filo d’olio e una macinata di pepe. Stendete la melenzana, adagiatevi una o due fette di pescespada a seconda della loro dimensione rispetto alla fetta di melenzana, cospargete con il pangrattato insaporito, un filo d’olio e chiudete l’involtino. Oleate una teglia, disponete gli involtini ben compattati con le mani, cospargete con il restante pangrattato, un altro filo d’olio e infornate per 6-10 minuti a 190°C
suddividete gli involtini sul piattoservite con il pesto alla genovese.

cioccolato freddo?


una mousse al cioccolato dentro un guscio di frolla…comunico agli amanti del cioccolato, che al primo morso si ha una visione mistica fantozziana
ahahahahah

avevo già postato qualche foto qui ma non avevo mai messo la ricetta, ma tra na cosa e n’autra mu scurdai, l’ha rifici! 😉
se v’intriga, pigghiate un pizzinu:
per la frolla 300 g di farina
150 g di burro
150 g di zucchero tipo zefiro
un uovo
1 pizzico di sale

per il ripieno:
150/200 g di confettura di mirtilli
400 g di cioccolato fondente
5o g di cacao in polvere
5oo ml di panna fresca
2 tuorli
50 g di zucchero tipo zefiro
25 g di zucchero a velo
preparate la frolla come al solito, impastando tutti gli ingredienti velocemente, formate una palla e fatela raffreddare in frigo per un paio d’ore. Trascorso questo tempo, tiratela fuori dal frigo, stendetela con uno spessore che più vi aggrada, io adoro il biscotto bello consistente, quindi la lascio un po’ più spessa. Foderate uno stampo da 28 cm di diametro, precedentemente imburrato e infarinato, cuocete in bianco, in forno caldo a 180°C per circa 10 minuti, tirate fuori la teglia stendete la marmellata e continuate la cottura per altri 10 minuti o fino a quando prende colore. Per la cottura in bianco ci sono diverse correnti di pensiero, io mi sono stufata di mettere i fagioli secchi nel guscio quindi la cuocio senza, durante la cottura tiro fuori la teglia e bucherello l’impasto se questo tende a gonfiare.

Preparate la mousse:
in una casseruola a bagno mariascaldate 150 ml di panna con 200 g di cioccolato tagliato a pezzetti, amalgamate mescolando sempre. Versate la crema al cioccolato sulla marmellata e fate raffreddare. Spezzetate gli ultimi 200 g di cioccolato e fondeteli a bagnomaria; sbattete i tuorli con lo zucchero Zefiro, incorporate il cioccolato fuso. Montate la panna con lo zucchero a velo e incorporatela al composto di uova e cioccolato, delicatamente senza smontarla. Farcite il guscio con la mousse, spolverate con il cacao e fate rassodare in frigo per almeno due ore.


Scorza d’arancia oggi è su Repubblica…accattativillo


ma ve lo immaginate? La scorza con tanto di foto ma mica del piatticeddu no, a me’ foto ahahahah ma non ci posso credere…io su Repubblica
la giornalista e scrittrice Monja Caiolo, mi ha contattata tramite un’amica in comune, TIZIANAAAAAAAA! 🙂 che non finirò mai di ringraziare AHAHAHAH!
Monja dicevo, tra le altre cose, cura una rubrica sul quotidiano dedicata all’arte culinaria. In particolare, racconta le ricette estive, di tradizione familiare, inventate o classiche ma con rivisitazioni personali. Un bel giorno di luglio mi chiede se le do una ricettuzza delle mie…felice sono!
Ringrazio Monja per la pubblicazione e per la grande pazienza che l’ha contraddistinta :*
Ecco la ricetta della mia caponata di melanzane in forma:

per 10 sformatini
2 melanzane grosse tonde circa 1,600 g
1 cuore di sedano
100 g di olive verdi snocciolate, grosse e carnose e condite
1 cucchiaio di capperi dissalati circa 25 g
500 g di pomodori rossi a grappolo
200 ml di aceto di vino bianco
10 g di zucchero
4 cipolle rosse medie
30 g di pinoli
30 g di pistacchi
20 foglie di basilico
olio extra vergine d’oliva
sale
2 melanzane di tipo lungo
200 g di
caciocavallo DOP
10 contenitori in alluminio usa e getta per creme caramel
tempo di preparazione e cottura un’ora e mezza

Lavate, sbucciate, e tagliate le melanzane grosse, a cubetti di circa 2 cm di lato, ponetele in uno scolapasta spolverate di sale e fate perdere la loro acqua di vegetazione per circa un’ora. Nel frattempo affettate le cipolle con una mandolina, ponetele in un largo tegame con 6 cucchiai d’olio ed altettanti di acqua fate stufare senza friggere troppo, in questo caso aggiungete qualche cucchiaio d’acqua fino a completa cottura. Lavate i pomodori e tuffateli per 5 minuti in acqua bollente, spellateli, eliminate i semi, tagliateli a cubetti e poneteli nel tegame con la cipolla, aggiungete le foglie di basilico tagliuzzate al coltello e fate cuocere a fuoco lento. Sciacquate le melanzane dal sale, strizzatele e friggetele in olio abbondante, caldo, poi fate scolare l’olio in eccesso su di un foglio di carta assorbente. Snocciolate le olive, dissalate i capperi sotto l’acqua corrente, poneteli su un tagliere e tritate gli ingredienti con una mezzaluna, affettate sottilmente il sedano e mettete da parte. Portate a bollore un litro e mezzo di acqua con 100 ml di aceto, versate le verdure precedentemente tagliate e fate bollire per circa 5 minuti, quindi scolatele. Aggiungete, alla salsa di cipolle e pomodoro, lo zucchero e l’aceto rimanete, facendo attenzione che lo zucchero si sciolga completamente; unite le olive i capperi e il sedano proseguendo la cottura per altri 5 minuti, aggiungete le melanzane fritte , mescolate e spegnete il fuoco. Mentre la caponata si raffredda, lavate le melanzane lunghe, asciugatele e affettatele con una mandolina, nel senso della lunghezza, friggetele in olio caldo per pochi minuti non devono colorirsi perché poi diventano croccanti e non si possono modellare. Prendete i contenitori di alluminio, foderateli con le melanzane lunghe fritte, fate in modo che sporgano fuori dai contenitori, riempiteli con la caponata, richiudete i lembi e fateli riposare. Tostate in un padellino i pinoli e poi tritateli al coltello, tritate anche i pistacchi grossolanamente. Al momento di servire, sformate le piccole caponate sul piatto, distribuite il trito di pistacchi e pinoli, disponete delle fettine di Ragusano e servite a temperatura ambiente. Se volete guarnite con foglie di basilico fresco.



…non sono andata in vacanza

sempre qua sono! solo che la mia casa in questi giorni d’agosto, si sta trasformando in una sorta di B&B per amici e parenti che vengono a passare qualche giorno in nostra compagnia 🙂
dal 21 al 25 già prenotato è ahahahahah! Ve lo dico prima perchè le gemelline verranno a trovarci per un full immersion nelle bellezze dell’isola. Le porterò in giro, percorreremo vicoli e vicoletti della Palermo araba, visiteremo chiese, monumenti e piazze, le porterò a vedere anche un ristorante pizzeria, famoso in città, perchè la sua caratteristica non è solo il buon cibo, ma anche per il fatto che è situato in un luogo ormai in disuso, il teatro Bellini di Palermo, a due passi da piazza Pretoria, nel cuore della città.
Dopo anni ci siamo tornati, qualche sera fa, una sera caldissima, afosissima, appiccicatissima di luglio. Prima di ordinare la pizza, e verificare che, nonostante il tempo trascorso la pizza fosse sempre favolosa, abbiamo visto transitare un piatticeddu sfiziosissimo…con il mio sposo ci siamo scambiati un solo sguardo d’intesa 🙂
ve lo ripropongo scopiazzato con l’occhiometro 😉


per 6 persone
2 mele rosse dalla consistenza croccante e dolci tipo le Red Delicious
150 g di speck tagliato sottilissimo
150 g di fontina
2 tuorli
75 g di latte
30 g di burro
pepe

tagliate a fettine la fontina e mettetela in una terrina con il latte. Sbucciate le mele, affettatele in quarti e poi ancora a metà. Avvolgete ogni fettina di mela con una fetta di speck e mettetele da parte in un vassoio. Sgusciate le uova e raccogliete i tuorli in due diversi piattini. In una pentolina di coccio a bagnomaria fate fondere metà del burro, aggiungete la fontina con il latte e mescolate con una frusta a fili. Mantenete la fiamma molto bassa e mescolate sempre fino a quando si formano dei fili di formaggio, unite i tuorli uno alla volta facendoli scivolare dal piattino, mescolate fino ad amalgamare perfettamente. Continuate a lavorare facendo attenzione che non si alzi il bollore dell’acqua, la fonduta potrebbe impazzire. Quando la crema diventa densa e morbida, aggiungete l’altra metà del burro; togliete dal fuoco, pepate e distribuite in 6 piattini. Posizionate al centro dello specchio di fonduta le fettine di mela e speck e servite.


proporrei di fermare il tempo

massì perchè no? fermiamoci al 31 luglio 2009. L’estate è nel suo magico splendore e agosto diciamolo, è un mese triste perchè poi manco a dirlo ritorna l’autunno e l’inverno mallitto, il superenalotto direi che non lo debba vincere nessuno, proporrei di dividerlo tra i bambini bravi. in ultimo ma non per importanza anzi…i miei quarant’anni mi piacciono e li vorrei conservare tali e quali ahahahahah quindi conGELIAMO? ahahahahah

questo gelatino lo dedico a Stella che adesso si trova nel giardino dei ciliegi anzi da mo’ che è li 😉 lei ha preparato un gelato troooooopppoooooooobuono che meriterebbe un posto nella mia panza 😉

Gelato alle noci caramellate



6 tuorli
300 g di zucchero
6oo ml di latte
150 g di panna fresca
100 g di gerighi di noci sminuzzate
un cucchiaio di miele
olio extra vergine d’oliva
Sminuzzate i gherigli con un batticarne su un piano di marmo, coperte, con uno strofinaccio pulito. Preparate il caramello come siete soliti fare, oppure ifate così: in una casseruola a fondo spesso mettete 150 g di zucchero con un cucchiaio abbondante d’acqua. Fatelo caramellare su fuoco leggio, senza toccarlo fino a quando assumerà un colore biondo scuro. Quindi levatelo dal fuoco, unite i gherigli di noci sminuzzati e poi stendete il composto sul piano di marmo pulito e precedentemente oleato e lasciate che s’indurisca.
Preparate il gelato scaldando in una casseruola il latte, la panna e il miele. Sbattete i tuorli con lo zucchero rimasto, fino a quando saranno quasi bianchi, poi uniteli al latte caldo poco alla volta amalgamando bene ad ogni aggiunta. Mettete di nuovo il composto sul fuoco e sempre mescolando fate addensare la crema senza MAI MAI MAI portarla a bollore 😉
Togliete dal fuoco e fate raffreddare, mescolando ogni tanto. metette poi in frigo per tutta la notte. Trasferite il composto nella gelatiera e fate rassodare. quando il gelato è quasi pronto spezzettate le noci caramellate e uniteli al gelato ancora morbido, fino a completo rassodamento. Se volete preparate dell’altro caramello da distribuire sul gelato oppure utilizzate quello pronto per guarnizione.







un insieme azzardato…

…ma veramente sorprendente, quasi non ci credevo davanti al solito Sale& Pepe (agosto 2008), “naaaaaa” mi sono detta “non è possibile”…ma oramà lo sapete, io tutto mangio, quindi non potevo non assaggiare e così ho provato queste anomale bruschette con degli ospiti speciali…ed assolutamente a scatola chiusa!
Bone sunnu, fidatevi di mia!
la rivista consiglia la solita fetta di pane da abbrustolire io invece ho fatto delle schiacciatine che poi ho tagliato a metà e bagnato con il sughetto filtrato delle vongole…non ci pozzu pinzari quant’eranu bone!


per 6 persone
per le schiacciatine:
250 g di farina
125 g di acqua
10 g di lievito
25 g di olio extra vergine d’oliva
5 g di sale
impastate tutti gli ingredienti avendo cura di sciogliere il lievito nell’acqua tiepida con una puntina di zucchero. Fate lievitare fino al raddoppio. Dividete l’impasto in 6 panetti da circa 70 g ciascuno e fate lievitare ancora una volta. Accendete il forno a 220°C schiacciate i panetti, pennellateli con dell’olio e infornate per circa un quarto d’ora. Sfornate e fate raffreddare.
per il companatico:
500 g di vongole (io ho usato un sacchetto da un chilo)
1 melenzana da 300 g
2 pomodori rossi a grappolo
1 spicchio d’aglio
2 rameti di rosmarino
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe

fate spurgare le vongole per tre ore in acqua salata. Intanto infornate le melenzane a 240°C per circa mezz’ora, poi sbucciatela e tritatela grossolanamente. Tagliate i pomodori a dadini e mescolateli alla melenzana; salate pepate e condite con 3 cucchiai d’olio.
Sbucciate e tritate l’aglio con il rosmarino, fate insaporire in tre cucchiai d’olio in una padella e unite i molluschi coprite e cuocete a fuoco vivace fino a quando non si aprono. Togliete dal fuocoe filtate il liquido. Sgusciate le vongole tranne qualcuna per guarnire e unitele al composto di pomodoro e melenza.
Tagliate in due le schiacciatine, irroratele con il sughetto delle vongole filtrato, distribuite il ripieno, ripassate in forno caldo per qualche minuto e servite.

quando il piatto non serve

capita no? di non avere dei piatti…certo a casa mia difficilissimo è perchè di piatti ne ho assai, di ceramica, di porcellana…, no di plastica no non ne trovate mancoammazzati, però a volte, li potete scovare naturali come queste scodelline qui 🙂

per noi due:
2 melenzane medie tonde viola
150 g di fusillotti Rummo
25 g di capperi sottosale
60 g di pangrattato
30 g di pecorino pepato grattugiato
1 ciuffo di basilico
olio extra vergine d’oliva
1 spicchio d’aglio
1 grosso pomodoro a grappolo
4 sarduzze
vino bianco secco per sfumare

lavate le melenzane, asciugatele, tagliate le calotte e mettetele da parte, svuotate le melenzane con uno scavino, ma non troppo, salate la polpa ottenuta e mettetela a scolare per mezz’ora. I gusci di melenzana, dopo averli salati leggermente e oleati con le mani dentro e fuori, metteteli in una teglia foderata di carta forno e infornateli a 170°C per mezz’ora. Affettate l’aglio e soffriggetelo con in paio di cucchiai d’olio, fate saltare il ripieno delle melenzane, precedentemente sciacquato e strizzato, fino a quando prende colore. In una ciotola mescolate il pangrattato con il pecorino, i capperi dissalati e tagliuzzati, il basilico a pezzetti e il pomodoro tagliato a dadini, amalgamate con qualche cucchiaio d’olio, unite le melenzane tiepide e e mettete da parte.

Nella padella dove avete cotto le melenzane, con un filo d’olio mettetete a rosolare le sarde , fatele sfumare con un po’ di vino, sminuzzatele e appena il vino sarà evaporato aggiungete il condimento per insaporire.
in una pentola con abbondante acqua salata e due cucchiai d’olio, cuocete la pasta 2 minuti in meno riepetto al tempo di cottura indicato, scolatela nella padella con il condimento avendo cura di aggiungere qualche cucchiaio di acqua della cottura della pasta, amalgamando il tutto. riempite le scodelle, irroratele con un filo d’olio e passate in forno a 220°C per 10 minuti


a gentile richiesta le mie sarde a beccafico

sarde a beccafico

questa donnina di mare qui, un giorno mi chiese…
-“ma come le fai tu, le sarde a beccafico?”
ahahahahah abbiamo scoperto, il panzonello oramai quasi allo sbarco in questo mondo ed io, che usiamo più o meno la stessa ricettuzza a meno di alternanze di agrumi 😉
Vi trascrivo la mia con una variante al finocchietto di montagna 🙂

 

20 sarde
100 g di pangrattato
2 cucchiai scarsuliddi di pecorino grattugiato
2 acciughette sott’olio
1 cucchiaino raso di zucchero
mezza cipolla rossa
una manciata di foglie d’alloro
un’arancia
un limone (ma questa volta ho usato un lime)
20 g di passolina (uva passa)
20 g di pinoli
un piccolo mazzetto di finocchietto di montagna
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe


Ammolate la passolina in acqua tiepida, nel frattempo aprite le sarde a libro eliminando le interiora, la testa e la lisca, lasciatele unite solo per il dorso. Sciacquatele e mettetele a scolare dentro un colapasta. In una padella con un paio di cucchiai di olio, fate rosolare la cipolla tagliata finissima, fate sciogliere le acciughe e poi unite il pangrattato che farete tostare a fuoco leggio, rimestando sempre. Appena prende colore aggiungete la passolina strizzata, i pinoli e le scorze grattugiate degli agrumi, il pecorino ed il sale se serve, il pepe e lo zucchero. Togliete dal fuoco e incorporate dell’altro olio crudo per legare, uno o due cucchiai, e il finocchietto di montagna precedentemente lavato e asciugato. Fate raffreddare leggermente. Affettate sottilmente mezza arancia, tagliate a metà le fette e mettetele da parte, poi prendete una sarda alla volta, ponetela nel recipiente con il composto di pane e riempitela con il ripieno preparato, arrotolatela a mo’ di involtino, con la coda verso l’alto, sistematela in una teglia unta d’olio, alternandole con una foglia d’alloro e una mezza fettina di arancia, pressatele leggermente una all’altra per evitare che si aprano. Irrorate con il succo della mezz’arancia spremuta, un filo d’olio e una manciata di pangrattato. Informate per 10-15 minuti a 180°C

quante sono le gemelle?

2 sono!
e come sono?
dolcissime sono! esattamente come queste due ricette che propongo per la loro raccolta estivissimissima

Crostatine di panna cotta con composta di fichi e caramello

Bicchieri di panna cotta, composta di fichi e cardamomo

ingredienti per 8 tartellette da 10 cm di diametro

pasta sucrée alle mandorle
250 g di farina 00
5o g di farina di mandorle
100 g di burro a temperatura ambiente
80 g di zucchero a velo
1 pizzico di sale
2 uova piccole
Impastate gli ingredienti lavorando pochissimo con le punte delle dita oppure date l’incombenza alla planetaria che se la cava egregiamente 😉
avvolgete l’impasto nella pellicola e ponete in frigo per almeno 2 ore
panna cotta
500 ml di panna fresca
250 ml di latte
12 g di gelatina in fogli
100 g di zucchero
1 bacca di vaniglia
ammollate in acqua fredda la gelatina. In un pentolino portate a bollore la panna, il latte e lo zucchero con la bacca di vaniglia incisa e liberata dei suoi semi. Togliete dal fuoco e aggiungete la gelatina mescolando fino a completo scioglimento.
caramello
100 g di zucchero semolato
2 cucchiai di acqua
composta di fichi
8 fichi verdi + 4 fichi per decorare
70 g di burro
mezzo bicchierino di cognac
50 ml di acqua
2 cucchiaini rasi di zucchero
sbucciate e tagliate a quadrucci 8 fichi, poneteli in una padella sul fuoco con l’acqua, lo zucchero e il burro appena la frutta assumerà una consistenza piuttosto morbida sfumate con il cognac e alzate la fiamma per fare avaporare.

per 4 bicchieri
10 biscotti secchi al limone
4 bacche di cardamomo verde che mi ha regalato l’amica mia Enzuccia


Imburrate le tegliette ed infarinatele eliminando la farina in eccesso. Distribuite la pasta sucrée dopo averla stesa con il mattarello con uno spessore di 3-4 mm. Bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta e infornate le tartellette a 160 °C per 8-10 minuti poi tiratele fuori, rimodellatele con l’aiuto di un cucchiaino perchè l’impasto tenderà ad afflosciarsi ( se preferite utilizzate i pesi per la cottura in bianco…io li odio), reinfornatele per altri 10 minuti o fino a completa doratura. Tirate fuori le formine e fate raffreddare qualche minuto prima di sformarle. Pestate i biscotti nel mortaio e distribuite un piccolo strato su ogni tartelletta, un po’di più sulla base di ogni bicchiere, avendo cura di compattare la farina di biscotti sul fondo del bicchiere. Sistemate un cucchiaio di composta di fichi dentro le tartellette, mettete da parte il resto. Rimettete per comodità il dolcino nella teglietta, manterrà in forma il guscio di pasta; adesso versate un paio di cucchiai di panna cotta a copertura della composta di fichi arrivando al livello del margine della pasta sucrée, ponete in frigo almeno tre ore per far rassodare la panna. Prendete i bicchieri e dividete la panna cotta rimasta, ponete in frigo a rassodare.
Trascorso il tempo necessario, tirate fuori i bicchieri dal frigo, spartite la composta di fichi rimasta e un po’ di polvere di cardamomo di cui avrete precedentemente pestato i semini contenuti nelle bacche. Ponete in frigo fino al momento di servire.
Preparate il caramello mettendo sul fuoco, in una casseruola col fondo spesso, lasciate cuocere a fuoco basso senza mescolare, lo zucchero con l’acqua. Quando il caramello comincerà a bollire cambierà lentamente colore, fate molta attenzione a che non si bruci, i cristalli si scioglieranno ed è il momento di toglierlo dal fuoco. A questo punto dovrete essere molto veloci, su un tappetino di silicone della Silikomart realizzate dei ghirigori con i rebbi di una forchetta per fare i fili oppurem con un cucchiaino tracciate una “linea” di caramello, lasciate raffreddare un istante e arrotolate la “linea a spirale attorno al manico di un cucchiaio di legno, caramellate la frutta, intingendola dentro il caramello, in teoria la frutta non andrebbe affettata perchè l’umidità interna scioglie il caramello il quale non s’attacca ma i fichi troppo grandi erano 😉
Prima di servire, sformate ancora una volta i docetti, distribuite sulle tartellette la frutta caramellata e i ghirigori di caramello.



…un filo d’erba cipollina?

ahahahahah giusto un filo per aromatizzare il primo piatto previsto per la cena della Santuzza,

…e formaggio moBBido pure io come lei , e pasta pure io come lei ma oggi che cos’è? il giorno delle analogie e della telepatia? non era mai capitato con lei 0_O ahahahahah
ah! aggiungo che come lei, ho usato la ricotta ma non moBBida, dura da grattuggiare 😉

per 2 cristiani:
200 g di fusillotti Rummo
200 g di robiola
60 g di pomodori secchisott’olio+ 2 tagliuzzati per la decorazione
un mazzetto di rucola+ qualche foglia per la decorazione
qualche stelo di erba cipollina fresca
qualche stelo di timo fresco
un cucchiaino di capperi sotto sale
uno spicchio d’aglio
ricotta al forno grattugiata
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe

In una terrina lavorate la robiola con l’erba cipollina sforbiciata, le foglioline di timo e una macinata di pepe. Nel bicchiere del mixer frullate la rucola e i capperi dissalati bene sotto l’acqua corrente e i pomodori secchi con un po’ del loro olio, se il trito dovesse essere troppo denso unite altro olio extre vergine d’oliva. Unite questo composto a quello di robiola, amalgamando bene.
Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela ma non troppo perchè serve dell’acqua di cottura della pasta per fluidificare il condimento, poi mescolatela nella terrina con il il composto al formaggio, decorate con i pezzetti di pomodoro secco e la rucola messi da parte. Servite con un’abbondante grattuggiata di ricotta al forno.