eravamo in 13 a tavola 🙂 ahahahahah, non sono supestiziosa! La cosa bella? che è stata un’altra domenica soleggiata ed abbiamo pranzato sul terrazzo. Queste spaccatelle sono da rifare, buonissime sono! Per 13 persone 1 kg di spaccatelle 100 g di funghi porcini secchi 15 pomodori secchi sott’olio 500 g di salsiccia un bicchiere scarso di vino bianco 5 o 6 rametti di timo 2 cucchiai di concentrato di pomodoro 2 spicchi d’aglio ricotta infornata olio extra vergine d’oliva sale pepe
Fate ammollare in acqua tiepida i funghi secchi per una ventina di minuti. Scolate i pomodori dall’olio di conservazione, tagliateli a pezzetti piccoli e aggiungeteli all’aglio tritato finemente, poneteli in una larga padella con 4 cuccchiai d’olio e fate soffriggere leggermente, solo qualche secondo attenzione a non bruciare l’aglio 😉 aggiungete la salsiccia precedentemente spellata e sbriciolata rosolatela per 5 minuti e poi aggiungete il vino, fate sfumare su fuoco allegro, aggiungete il concentrato di pomodoro e scioglietelo con un cucchiaio di legno. Scolate i funghi e aggiungeteli al sugo, unite il timo e proseguite la cottura a fuoco dolce con un coperchio, per circa 10 minuti. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata e scolatela al dente nella padella con il sugo, saltatela e servite con un’abbondante macinata di pepe ed una grattugiata di ricotta infornata. Se volete la ricetta originale andate a vedere il sale e pepe di ottobre 2008 a pagina 46 😉
Se i gatti sanno leggere, allora Pepe ha letto il post e se n’è andato, avrà pensato che siamo senza cuore e ci ha mandato a quel paese, avrà pensato: “ma come con tutte le fusa che gli ho fatto mi mandano via?” Pepe, dal giorno in cui ho pubblicato il post non c’è più. Forse ha iniziato con gli sfrugulamenti del calore…non lo so! Quel che sò è che oramai son passati 5 giorni! Quanto dura il calore nei gatti?
Temo che si sia fatto scafazzare da qualche auto sulla strada 🙁
ve lo ricordate? certo è cresciuto un po’ ma è sempre un adorabile micetto! adesso però sono sopraggiunti dei problemi logistici e non può più stare a casa nostra, quindi cerco qualcuno che ama i gatti e che possa prendersi cura di lui. E’ in buona salute ed anche vaccinato, è un coccolone, d’altronde sempre un cucciolo è! ha 7 mesi 🙂
Altro che halloween, qua non si ha paura dei i morti ma dei i vivi ahahahah!
Qua si commemorano si, ma con delle tradizioni speciali. Quand’eravamo piccoli, i nostri genitori la sera dell’uno novembre, coinvolgevano me e mio fratello nella preparazione della tavola. Predisponevamo un piatto per uno, con i nostri nomi e la letterina con ciò che desideravamo, indirizzata ai morticini, un vezzeggiativo amorevole per ricordare chi non c’è più fisicamente tra noi. Si chiudevano le porte di accesso al salone e si andava a dormire. La mattina dopo, secondo antica tradizione del nonno Peppino (mio bisnonno), la mamma bussava alla porta chiedendo permesso alle anime che fossero in ritardo…noi eravamo elettrizzati ma non volevamo disturbare le povere anime 😉
poi era una festa! I piatti erano puntualmente pieni zeppi di frutta martorana, morticini (altri dolci tipici della festa) e regali per noi. Era bello davvero, la domanda di rito era:”che ti hanno portato i morti?”
🙂
La frutta martorana o pasta reale è un dolce dolcissimo, tipico della tradizione siciliana, si narra che […]la frutta di Martorana sia nata perché le suore del convento della Martorana a Palermo, per sostituire i frutti raccolti dal loro giardino ne crearono di nuovi con mandorla e zucchero, per abbellire il convento per la visita del papa dell’epoca.[…]da Wikipedia
A Palermo si prepara in casa anche per coinvolgere i bambini, è davvero divertente!
questa è la ricetta a freddo, più facile e più veloce:
ingredienti
500 g di mandorle
500 g di zucchero a velo
1 cucchiaio di glucosio
1 fialetta di aroma alla mandorla
1 fialetta di aroma alla vaniglia
1 tazzina e mezza di acqua
formine di gesso per i fruttini
coloranti alimentari in polvere
acqua o alcool per diluire i colori
Macinate le mandorle pelate e poi amalgamate la farina ottenuta con lo zucchero a velo, fate un foro al centro, aggiungete il glucosio e poco alla volta l’acqua. Impastate con un cucchiaio di legno per amalgamare ben bene e poi finite sulla spianatoia con una spolverata di farina di mandorle. Realizzate una palla velocemente perchè il calore delle mani scioglie l’olio contenuto nelle mandorle, fatela riposare mezz’ora in frigo. Foderate le formine con della pellicola, prelevate una porzione di impasto e fatela aderire nella formina con una spatola, estraetela e diponetela su una gratella per dolci, realizzate la frutta fino ad esaurimento dell’impasto e fate indurire per un giorno o due. Con dei pennelli per alimenti, sciogliete i colori che vi servono in base ai frutti scelti e rifinite la vostra pasta reale. I maestri pasticceri lucidano la frutta con la gomma arabica, sembra vera!
Ricetta a caldo:
Macinate le mandorle pelate fino a ridurle a farina. Sciogliete lo zucchero, in un tegame abbastanza grande da contenere la farina, insieme con l’acqua fredda e portate a bollore. Fuori dal fuoco aggiunte l’essenza di vaniglia e la farina di mandorle. Amalgamate bene fino a che il composto non avrà assunto una consistenza compatta, liscia e morbida che si staccherà dalle pareti del tegame.
Bagnate un piano di marmo con dell’acqua e adagiate la massa di mandorle ottenuta. Fate raffreddare leggermente e poi lavorate ancora un po’ per renderla ancora più liscia. Recuperate gli stampini in gesso; porzionate un salsicciotto sporcandovi le mani con dello zucchero a velo, realizzate una palla con la porzione dell’impasto e adagiatela dentro lo stampino, premendo bene, poi , delicatamente estraete la forma ottenuta ponetela a riposare per 24 ore prima di dipingerla, lucidarla e adornarla con piccioli e foglie decorative.
ti abbraccio, da lontano; lo faccio con una tua ricetta in cui ci ho messo un po’ di mio perchè se no che abbarccio è? E’ un abbraccio da lontano, ma non a caso è il caldo abbraccio del tuo gateau di patate che ci unisce attorno a tavole distanti ma vicine :* ti voglio bene anch’io ***
850 g di patate 2 piccole uova 30 g di parmigiano grattugiato 40 g di burro 125 ml di latte 140 g di prosciutto a fette 70 g di caciocavallo semistagionato 1 mozzarella 70 g di scamorza una grattata di noce moscata sale e pepe pangrattato
Cuocete le patate in abbondante acqua fredda con la buccia. Sbucciatele appena cotte e schiacciatele con lo schiacciapatate, lavorate il purea con le uova leggermente sbattute, il pepe il burro a pezzetti, il parmigiano, il sale poco(!), la noce moscata, il latte metà prosciutto tagliato a pezzetti e il caciocavallo tagliato a cubetti. Amalgamate ben bene. Ungete una teglia da circa 22 cm, cospargetela di pangrattato e versate metà del composto di patate, distribuite la mozzarella e la scamorza tagliate a fettine e il restante prosciutto affettato, coprite con il restante composto, livellate e cospargete ancora con il pangrattato, un filo d’olio e via in forno già caldo a 190°C per circa 30-40 minuti, una leggera doratura con il grill e l’abbraccio è pronto!
:*
p.s. mia cara, chi deve provare smarrimento non sei tu ***
che iornu è oggi? martedì…28 ottobre azz…ma l’autunno non avia ‘a trasiri u 23?… ma di settembre però!!!! Domenica era previsto un temporale pazzesco, le previsioni propronevano l’immagine di un’Italia sgombra da nuvole, sole su tutta la penisola, tranne… si si signori mie tranne la Sicilia ben nascosta sotto un nuvolone che non lasciava intravedere nemmeno un piccolo spiraglio…e invece chiuviu n’anticchia a matina e poi un cauru di moriri… Per grande fortuna noi invece avevamo previsto una bella tavolata fuori sotto la nuova copertura la giornata è stata molto più che clemente 😉 manciammu fora!!!
non c’è più la mezza stagione cari miei, si stava meglio quando si stava peggio ehgià! ma una bella minestra non brodosa però ce la facciamo stare bene…anche se fa caldo 🙂
per 12 persone 450 g di maltagliati secchi 400 g di fagioli freschi 200 g di fagioli neri secchi 600 g di fagioli rossi secchi 400 g di pomodori rossi a grappolo 200 g pancetta tagliata in una sola fetta 100 ml di vino rosso gli aghi di un rametto di rosmarino il cuore di un sedano 2 spicchi d’aglio una cipolla media 2 cucchiai di farina una decina di chiodi di garofano pestati nel mortaio mezzo cucchiaino di cannella in polvere mezza noce moscata grattugiata olio extravergine d’oliva brodo vegetale sale pepe burro
Mettete a bagno per una notte i fagioli secchi. In una pentola di coccio soffriggete un battuto con l’aglio, la cipolla gli aghi di rosmarino e il sedano tritati finemente, con 3 cucchiai d’olio e una noce di burro fate stufare con il coperchio; Unite il vino e poi dopo poco, aggiungete la farina, amalgamate evitando la formazione di grumi. Nel frattempo portate a bollore almeno 1,5 litri di brodo vegetale. Tagliate a dadini la pancetta, ed aggiungetela insieme ai pomodori pelati ridotti a dadini nella pentola con il battuto, unite i fagioli e cominciate la cottura a fuoco lento aggiungendo poco per volta il brodo e mescolando.Unite le spezie in polvere e continuate questo splendido processo (per me)che è la cottura lenta. Quando i fagioli sono cotti, estraete metà della minestra e frullatela; rimettete nuovamente nella pentola ed aggiungete brodo bollente per la cottura della pasta, in casa nostra le minestre non le amiamo liquide, ma abbastanza “solide” quindi dipende dal vostro gusto la quantità di brodo da aggiungere sempre via via che la minestra cuoce. Quando la pasta è cotta, spolverate con del pepe macinato al momento e irorate con un filo d’olio.
Un piccolo cavolfiore bianco, ridotto in piccole cime e semplicemente lessato in pochissima acqua con 2 coste di sedano, si traveste (nemmeno fosse carnevale) da cavolo in verde, con una spruzzata di arancione ed anche un tantinello di nero…
banalmente ripassato in padella con un filo d’olio e uno scalogno tritatissimo, con 30 g di pistacchi tritati grossolanamente, 1 fetta di melenzana tagliata a dadini e fritta, 5 olive nere tritate, la scorza di mezz’arancia prelevata con un rigalimoni, il suo succo, qualche fogliolina di timo e una manciata di pangrattato per amalgamare ben bene
circola in giro una voce che dice che tra poco è halloween (…)
certo è che un piatto a base di patate ti risolve spesso una cenaconquelchec’è, certo è che che per un piatto a base di patate prima ci devi pensare, e non certo all’ultimo minuto 😉 certo è che ogni volta che penso “patate” mi si accende un link in testa ahahahahah
per una tortiera da 25 cm oppure per 6 tartellette: una confezione già pronta di pasta brisée oppure preparatela voi che è meglio se avete tempo con 200 g di farina 00 100 g di burro a temperatura ambiente 2-3 cucchiai di acqua fredda un tuorlo d’uovo una presa di sale
Sciogliete il sale nell’acqua. Mettete la farina a fontana sul piano di lavoro, al centro unite il burro e pezzetti, lavorate formando grosse briciole. Unite l’acqua, l’uovo e impastate gli ingredienti. Formate un panetto, avvolgetelo in un foglio d’alluminio e ponetelo in frigo per almeno 30 minuti. Scaldate il forno a 180°C. Tirate la pasta in una sfoglia e rivestite la teglia precedentemente foderata da carta forno. Passate il matterello sulla teglia per ritagliarne i bordi. Bucherellate la pasta con i rebbi di una forchetta e rimettette la teglia in frigo
per il ripieno: 500 g di patate a pasta gialla 100 g di prosciutto cotto 200 ml di latte 40 g di parmigiano grattugiato foglioline di timo fresco una spolverata di noce moscata pan grattato burro sale pepe
Tritate grossolanamente il prosciutto, in una ciotola amalgamate al parmigiano il latte in ultimo aggiungete le foglioline di timo , il pepe e la noce moscata. Lavate le patate, sbucciatele e affettatele con una mandolina circa 2-3 mm di spessore. Tirate fuori la teglia dal frigo, cospargete di pan grattato e qualche fiocchetto di burro, distribuite uno strato di patate, una leggerissima velatura di sale ma oserei dire che potreste ommetterlo, versate un po’ di latte al parmigiano, distribuite un po’ di prosciutto, procedete con la sequenza fino ad esaurire gli ingredienti. Aggiungete ad ogni strato una velatura di pangrattato (grazie Sara ;)). Terminate con uno strato di patate e ancora un po di latte al parmigiano. Distribuite ancora qualche fiocchetto di burro e infornate a 200°C per circa 45-60 minuti. Fate raffreddare la torta prima di servirla, sia per non ustionarvi 😉 sia per dar modo alla preparazione liquida di rassodarsi.
Eccomi, anch’io a partecipare a quest’evento stupendo, la mia planetaria desiderava impastare ed io non potevo certo mancarle di rispetto 🙂 in questo giorno poi… Ho realizzato le mantovane di Cameron con qualche variante, quindi per la ricetta originale correte da lei;) è bravisssima!
ingredienti per circa 8 mantovane [io ne ho tirate fuori 11 perchè mi sono divertita a fare delle prove ;)] 370 g di farina di kamut 130 g di farina manitoba 15 g di lievito di birra 220 ml di acqua tiepida 60 g di strutto 6-7 g di sale 40 g di miele un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
sciogliete nell’acqua tiepida il miele ed il lievito di birra, avviate l’impastatrice e cominciate ad aggiungere le 2 farine setacciate, fino ad ottenere un impasto molle. Nella farina setacciata rimasta, lavorate con le mani lo strutto per uniformarlo alla farina, otterrete un impasto inconsistente, sbriciolato. Unite anche il sale ed incorporate il tutto al primo impasto, fate lavorare al minimo per circa 10 minuti, in ultimo aggiungete l’olio e lavorate ancora 5 minuti. Ponete l’impasto leggermente infarinato a lievitare per circa un’ora. Poi dividetelo in 8 pezzi e tirateli con la macchina per la pasta: con lo spessore a 1 tirate la pasta due volte, infarinando sempre leggermente; piegate la pasta in tre e con lo spessore a 2 tirate ancora; poi tirate ancora una volta con lo spessore a 3 e una volta con lo spessore a 4. Otterrete delle strisce più o meno lunghe, potete decidere di tagliale in due oppure di piegarle in due, divertitevi a fare le prove, quindi arrotolatele tirando leggermente dai lati. Infarinate leggermente e fate lievitare in un luogo tiepido coperte da un canovaccio per circa mezz’ora. Accendete il forno a 240°C e scaldate anche la teglia dove cuocerete i panini. Prima di infornare fate un taglietto lungo tutto il panetto non troppo profondo, infornate per circa 15-20 minuti o fino a doratura. sono morbidissimi!
avrei potuto partecipare al meme/concorso del cavolo…emh volevo dire del cavoletto ahahahaha invece no troppo tardi! va beh pazienza! però una cosa ve la voglio raccontare, e sono pressochè sicura che moltissimi di voi hanno un ricordo simile. L’occasione me l’ha data una mia amica (ciao Stefaniaaaaaa) che legge, legge, legge le pagine di questo blog ma non scrive mai, Sabato è venuta a cena da noi e mi ha detto “so tutto di teeeeeee” ahahahaha e poi mi ha regalato quest’oggetto troppo sfizioso, un portauovo che si chiama PIO PIO ahahahaha, ma non è meraviglioso?
Beh a questo punto un ovetto, che mi riporta indietro nel tempo e che mi ricorda la mia infanzia, non me lo dovevo fare? e mu fici ! ricordo il mio portauovo rosa, che dovrei avere tra l’altro da qualche parte…MAMMAAAAAAA, CHE FINE HA FATTO IL MIO PORTAUOVOROSAAAAAAAA… ma mi sa che me l’ha dato…va cerca e va trova aunnè… 🙂 Comunque il mio ricordo è legato al nonno, quello materno, non chiedetemi perchè, considerando che anche altri facevano quest’operazione, ma io di mio nonno mi ricordo! Per la pazienza e la precisione con cui mi tagliava il pane a bastoncini sottili sottili per poterli intingere nell’uovo alla coque, mi ricordo che ci perdeva un mare di tempo perchè lui era un tipo preciso, non sgarrava nemmeno di un millimetro…capostazione era se non era uno preciso lui ahahahah! E poi il gran finale, mangiavo tutto l’uovo, lo ripulivo ben bene dentro con il cucchiaino e facevo lo scherzo al parente di turno, dai è un classico, l’avrete fatto tutti almeno una volta su su ditemelo 😀 fase 1) girare il guscio ottenendo un uovo apparentemente integro fase 2) lagnarsi e dire …”non lo voglio l’uovooooo!” fase 3) obbligatoria) il parente di turno doveva simulare un teatro dicendo “ma come dai Claudia mangia l’uovo su!” fase 4) rompere il guscio con il cucchiaino svelando lo scherzo…mi faceva sballare questo gioco 🙂
posso dire che mi diverto con poco ahahahahah
grazie Stefania mi hai fatto un bellissimo regalo :*