una tira l’altra

non c’è nenti ‘i fari le ciliegie sono micidiali, dici basta ma se non vedi il fondo…niè, che ve lo dico a fare? Lo sanno tutti, ranni e picciriddi. ‘Na vota, quannu me patri era picciriddu, spiriu. I miei nonni lo cercavano ma niente, era sparito dalla circolazione: “Ninuzzo, Ninuzzo dove sei?” e lui, muto, rimaneva ammucciato sotto al letto grande. Mia nonna era seriamente preoccupata, picchì me patri discolo era. Poi l’hanno ritrovato sotto al letto che dormiva accanto al cesto delle ciliegie…svacantato, vuoto.
Ovviamente, questa mia, non è per nulla un’invenzione, una semplicissima panna cotta aromatizzata, fresca e piacevole a fine pasto.
per 8 bicchierini da 100 ml di capacità
500 ml di panna fresca
150 ml di latte
130 g di zucchero + 15 g
una baccello di vaniglia
4 bacche di pimento
500 g di ciliegie
10 g di colla di pesce
mettete la colla di pesce a bagno in un po’ di acqua fredda. Lavate le ciliegie e mettetene da parte 8 o se sono a coppia legate dal picciolo, 16. Snocciolate le altre, tagliandole a metà. Pestate il pimento in un mortaio e aggiungete la polvere alle ciliegie tagliate in due, mescolate insaporendo con 15 g di zucchero; fate macerare giusto il tempo di preparare la panna cotta. Mettete in un pentolino il latte, la panna, lo zucchero e la vaniglia incisa lungo la lunghezza e i suoi semi, portate quasi a bollore, spegnete e, fuori dal fuoco, aggiungete la colla di pesce. Mescolate e fate intiepidire qualche minuto; distribuite le ciliegie nei bicchierini e poi versate la panna cotta. Fate raffreddare ancora un po’ ma non completamente prima di guarnire con le ciliegie messe da parte. Ponete in frigo per almeno 4 ore

il rosa non mi piace

però dona alle bambine, ed io picciridda sugnu, perciò me lo faccio piacere questo colorino tenero, almeno per il mio quarantatreesimo compleanno…e che sono 43 anni di fronte all’eternità? Ve lo dicevo io che sugnu picciridda 😀
torta Ciocco&Burro
250 g di farina 00
170 g di burro di arachidi
100 g di burro morbido
180 g di zucchero
4 uova
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
un pizzico di sale
100 g di gocce di cioccolato
1 bustina di lievito
25-30 ml di latte
per la copertura:
80 g di cioccolato fondente 
50 g di burro
un cucchiaino di estratto di vaniglia

riscaldate il forno a 170°C, imburrate e infarinate una teglia dalla capacità di un litro e mezzo circa. Sbattete il burro di arachidi con il burro e lo zucchero, unite un uovo alla volta, la vaniglia e gli ingredienti secchi setacciati, il latte per ammorbidire il composto e in ultimo le gocce di cioccolato; versate nella teglia e infornate per circa 40 minuti o fino a quando, infilzando uno stecchino, questo ne esce pulito e asciutto.
Fate raffreddare dentro la teglia per una decina di minuti e poi sformate la torta su una gratella per dolci. Preparate la copertura sciogliendo a bagnomaria il cioccolato tagliato a scaglie con il burro, aggiungete la vaniglia e distribuite sulla torta.

un morbido biscotto o quasi una tortina?

smazzatevela voi, faciti ‘sta ricetta e poi mi cuntate. Io un esperimento fici, e chiddu ca nisciu fora chistu è! Cosa sono me lo direte voi dopo averli provati, sempre che lo vogliate 😀
se non vi va di accendere il forno è un problema vostro 😀 non sapete cosa vi perdete però…

250 g di mirtilli
2 uova
280 g di farina 00
90 g di farina di mais tipo “fioretto”
230 g di burro morbido
180 g di zucchero di canna
un cucchiaino di estratto di vaniglia
6 g di lievito per dolci
un pizzico di sale
farina di mais per la finitura

La sera prima mettete i mirtilli in freezer. Il giorno dopo sbattete con la frusta elettrica il burro con lo zucchero, aggiungete un uovo alla volta e amalgamate bene dopo ogni ogni aggiunta. Unite la vaniglia e gli ingredienti secchi setacciati. Con un cucchiaio di legno aggiungete i mirtilli congelati facendo attenzione a non scafazzarli. Prelevate una parte di impasto grosso quanto una noce, passatelo sulla farina di mais e realizzate una palla. Ponete ogni palla su una teglia foderata con carta forno, infornate a 160°C per circa 15 minuti o fino a doratura. Tirate fuori la teglia dal forno, fate raffreddare una decina di minuti prima di passare i biscotti su una griglia per dolci. 

metti due amiche che mi vogliono bene

metti che, raccogliendo le amarene con le loro manine sante, pensano ammia; metti che mi telefonano subitanemente e io sugnu a 230 km di distanza…idde chi fannu? Mi conservano le amarene picchì pensano che qualche cosa l’haiu a fari! Pare una ricetta vero? Infatti lo è; è la ricetta dell’amore vero. Una ricetta che contiene ingredienti ammucciati di dintra. Dintra lu cori!
Confettura di amarene e cardamomo
1700 g di amarene private di piccioli e noccioli
1 kg di zucchero
11 bacche di cardamomo.

Mettete le amarene dentro un contenitore capiente, cospargete  con lo zucchero; pestate i semini contenuti dentro le bacche di cardamomo e aggiungetele al composto di frutta. Mescolate, coprite con la pellicola e ponete in frigo per una notte intera. La mattina dopo cuocete il composto in un tegame antiaderente, non essendoci addensante ci vorrà parecchio tempo affinché si ottenga la consistenza voluta, circa 3 ore. Avrete sempre l’impressione che il sugo resti liquido, non disperate, dopo l’apertura del barattolo avrete la densità giusta. Versate nei barattoli sterilizzati, chiudeteli, capovolgeteli e copriteli con un canovaccio facendo raffreddare completamente.

Messina, tanto love

Messinesi, porto carrico; un pacco di biscotticeddi cuoricini cuoricini. Aspettatemi picchì staju arrivannu. Vi l’ha diri, emozionata sono! Figghioli, nni videmu, venerdì otto giugno, al Circolo Canottieri Thalatta alle ore 20,00, ci sarà la presentazione del libro “Scorza d’arancia” e a seguire, per chi avesse prenotato alla libreria Bonazinga, la cena. Bedda matri chi sugnu cuntenta
Biscotti di grano saraceno e frutti di bosco
300 g di farina 00
100 g di farina di grano saraceno
200 g di burro morbido tagliato a cubetti
180 g di zucchero
100 g di concentrato ai frutti di bosco ( lo trovate nei negozi per pasticceri, si usa tipicamente per fare il gelato)
un uovo intero
un tuorlo
un pizzico di sale
qualche goccia d’acqua fredda
zucchero a velo per guarnire

 Impastate tutti gli ingredienti, se l’impasto fosse troppo granuloso aggiungete qualche goccia d’acqua per addensarlo, realizzate una palla e ponetela in frigo per almeno due ore. Riscaldate il forno a 170°C; riprendete l’impasto, prelevatene un terzo e il resto rimettetelo in frigo, manipolatelo leggermente e stendetelo con un matterello, ricavate dei biscotti con un coppa pasta e poggiateli  su una teglia foderata con carta forno. Infornate per circa7-8 minuti. Tirate fuori la teglia dal forno e fate intiepidire i biscotti, poi trasferiteli su una griglia per farli raffreddare completamente. Spolverate con lo zucchero a velo. Procedete allo stesso modo con l’impasto rimasto in frigo.

cca semu

Non c’è nenti ‘i fari, ‘u Signuruzzu, s’incaponì; nì voli fari moriri? ‘Sti terremoti fannu ballari un ballo che genera morte, terrore e distruzione. Non vi nego la mia paura, mi scanto assai. Ma non si vive con la paura; cca semu, tutti suttu ‘stu cielu. 

Crostata di farro con crema frangipane e frutta fresca

per la frolla:
300 g di farina di farro
150 g di burro
150 g zucchero di canna
1 uovo
un baccello di vaniglia
un pizzico di sale
qualche goccia di acqua fredda
impastate gli ingredienti a mano o nella planetaria, ponete in frigo a rassodare per almeno un paio d’ore.
Per il ripieno:
2 mele pink lady
20 g di zucchero
20 g di burro
15 g di brandy
sbucciate le mele e riducetele a cubetti, mettetele in una padella antiaderente con lo zucchero e il burro, cuocete per pochi minuti e sfumate con il brandy fino a quando saranno morbide. Schiacciatele con una forchetta o con un batticarne e fate raffreddare completamente. Nel frattempo preparate la crema.

Per la crema frangipane:

200 g di burro
200 g di zucchero a velo
200 g di farina di mandorle
2 uova
sbattete il burro a temperatura ambiente con lo zucchero, unite un uovo alla volta e infine la farina di mandorle. Stendete la frolla con un matterello e rivestite una teglia da 26 cm, imburrata e infarinata, bucherellate il fondo e distribuite le mele cotte. Mettete la crema dentro un sac-a-poche senza bocchetta e distribuitela dentro la tortiera. Infornate in forno caldo a 160°C per circa 20 minuti. Per la cottura basatevi sulla conoscenza del vostro forno. Quando è cotta sfornate e fate raffreddare completamente.

Per la decorazione:
frutta fresca a piacere, io ho usato 1 banana, 400 g di ciliegie e 3 kiwi
mezza bustina di gelatina in gel
Quando la torta è fredda lavate e asciugando le ciliegie, sbucciate e affettate la banana e i kiwi; disponete la frutta secondo il vostro gusto. Preparate la gelatina seguendo le istruzioni nella confezione e spennellatela sulla frutta; passate in frigo fino al momento di servire

non ammuttate, ce n’è per tutti

Non vorrei sbilanciarmi dicendo che, a fine maggio, sia arrivata l’estate, picchì manco la primavera si vitti ‘sta’annu. Quindi mi muovo con cautela tra le coperte che metto e tolgo dal letto e le giacchette che restano appizzate all’attaccapanni dell’ingresso…a fine maggio, mah!  Vorrei che ‘u Signuruzzu, stabilisse una tregua tra terremoti e malu tempu, che durasse magari un centinaro d’anni, così, per non sapere né leggere né scrivere nnì cummigghiamu li spaddi. Facennu finta che il sole arrivò caldo caldo, nnì pigghiamu un gelato che fa, non ci sta?

gelato al pistacchio
1l di latte parzialmente scremato
400 ml di panna fresca
300 g di zucchero
3 uova intere
150 g di pistacchi di Bronte privati della pellicola che li ricopre e frullati per ridurli in pasta  oppure 150 g di pasta di pistacchio
 Riscaldate 750 ml di latte fino quasi al bollore; nel frattempo, con una frusta, sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete la pasta di pistacchio e il latte rimanente miscelato con la panna. Mescolate per amalgamare e unite il latte caldo. Ponete sul fuoco fino quasi al bollore, togliete dal fuoco e fate raffreddare completamente prima di metterlo in frigo. Quando la miscela sarà ben fredda mettetela nella gelatiera e azionatela per il tempo necessario. Se avete la gelatiera del Kenwood, passate il gelato in freezer prima di consumarlo. Se non avete la gelatiera procuratevi un contenitore d’acciaio inox, versate la miscela fredda e mettete in freezer, mescolando ogni mezz’ora circa, fino a quando otterrete la consistenza desiderata. Se volete decorate con dei pistacchi interi o ridotti in granella.

amunì che non c’è niente, pigliamoci un caffè

Mizzica non me l’aspettavo, un titolo, apparentemente innocuo, quello del post precedente, ha scatenato un incrocio di  commenti e rassicurazioni sul fatto che qua sono e che non me ne vado. Manco mi passò per l’anticamera del cervello; già non faccio una beneamata dalla mattina alla sera, se chiudessi il blog potrei andare a ricoverami alla neuro, sempre che mi accettino…
amunì, era assai che non vi cuntavu na ricetta di biscotti, pigghiate un pizzinu
biscotti alla mandorla
per circa 120 biscotti
290 g di farina 00
150 g di farina di mandorle
160 g di zucchero
200 g di burro morbido
un cucchiaino di estratto di vaniglia
un pizzico di sale
50 ml di panna fredda
un albume leggermente sbattuto
80 g di mandorle a lamelle

Mettete nella planetaria lo zucchero e il burro a pezzetti, lavorate con il gancio K, aggiungete la vaniglia, il sale e le farine alternate alla panna. Otterrete un impasto morbidissimo, realizzate una palla, avvolgetela nella pellicola e fate riposare in frigo almeno un’ora. Accendete il forno a 180°C, infarinate abbondantemente il piano di lavoro, prelevate un quarto dell’impasto, il resto rimettetelo in frigo; stendete la frolla poco più di due  millimetri, con un coppapasta ricavate dei biscotti che porrete su una teglia foderata con carta forno. Spennellate con l’albume, distribuite le mandorle e infornate per circa 10 minuti. Fate attenzione alla cottura, essendo sottili, potrebbero bruciarsi.

signori, si chiude…

una stagione, quella delle arance.Vi scantastuvu? Certo, se al titolo del post vi siete fiondati qui, vuol dire che vi siete scantati che vi mannavo i miei saluti, chiudendo queste pagine; oppure, vi siete fiondati, per l’alligrizza per la medesima notizia, chi lo sa? Ma niente ci fa, chi non vuole leggere cambia canale, agli altri che restano cu mmia ci dugnu ‘nà vasata  e gli regalo questa torta di fine stagione :*

 Torta di mele e arance alla vaniglia
questa torta la dedico alla mia amica Mia, che si è trasferita da pochi mesi qui, in Italia. L’ho progettata pensando alla delicatezza del suo animo e alla leggerezza della sua emozione quando guarda un tramonto dalla sua finestra umbra; utilizzando due degli ingredienti speciali che mi ha portato dall’America.
100 g di cranberries secchi
100 ml di succo d’arancia (due arance piccole)
160 g di burro morbido
180 g di zucchero semolato
4 uova
290 g di farina
2 arance piccole (prelevate la scorza da una delle due)
una bacca di vaniglia del Madagascar
100 ml di latte scarsi
una bustina di lievito
un pizzico di sale
una mela pink lady
q.b. sciroppo d’acero
una manciata di zucchero di canna

 Scaldate il forno a 180°C, mettete dentro un pentolino i cranberries con il succo d’arancia, portate a ebollizione e cuocete fino a quando il succo viene assorbito dai frutti secchi. Affettate le mele con una mandolina, dopo aver eliminato il torsolo; sbucciate a vivo le arance piccole, tagliatele a metà e poi a fette sottili. Sbattete il burro morbido con lo zucchero, aggiungete un uovo alla volta amalgamandolo bene al composto. Unite a cucchiaiate la farina e il lievito setacciati, la scorza d’arancia grattugiata, i semi della bacca di vaniglia e il sale. In ultimo aggiungete i cranberries e il latte. Versate il composto in una teglia da 26 cm precedentemente imburrata e infarinata. Distibuite le mele e le arance alternate, spennellate con lo sciroppo d’acero, cospargete lo zucchero di canna e infornate per circa 45 minuti, a metà cottura abbassate la temperatura a 160°C, come al solito vi consiglio, per la cottura, di basarvi sulla conoscenza del vostro forno.

 

voglio ritornare bambina

ma non per una questione puramente velleitaria, l’età che ho va bene anche se ho superato gli anta, ma quando mi volto indietro, mi acchiappa una botta di malinconia; c’erano papà con i nonni, la mamma spadellava in cucina, mio fratello ed io eravamo picciriddi  😀
 E lo so, mai contenti siamo di quello che siamo, quann’eramu picciriddi vulìamu criscìri, ora che semu ranni...:Il bello dei ricordi è che ti ci puoi tuffare dentro, solo che ti resta appiccicata n’anticchia di malincunia. 
Credo banalmente, senza scendere troppo nei meandri della psicologia, che il mio desiderio raggiunga motivi nascosti tra le braccia della mia mamma, confortanti e certe.
Questo dolcino, che sa di antico, riporta indietro nel tempo quann’eramu picciriddi, come in una pellicola in bianco e nero. Lo dedico, con amore, a te mamma, per la tua festa, anzi per le tue due: quella di rito “della mamma”, che quest’anno è il 13 e quella per il tuo compleanno che curri appresso il 14; bello ‘sto mese di maggio in cui nascisti.

 

 Biancomangiare
permettetemi una divagazione prima della ricetta: ‘sto dolce al cucchiaio mi pare la versione “punto zero” della pannacotta, lo pensate anche voi?
Per otto cristiani:
un litro di latte
parzialmente scremato
100 g di amido di mais o di grano
200 g di zucchero
semolato
la scorza grattugiata di un limone non trattato,
qualche fogliolina
di timo limonato.

Mescolate,
dentro una pentola, l’amido setacciato, lo zucchero e la scorza del limone lavata
e finemente grattugiata; a freddo, sciogliete la miscela con il latte. Ponete
poi sul fuoco leggìo mescolando
spesso. Aggiungete le foglioline di timo limonato lavate e asciugate, portate a
ebollizione mantenendo il calore moderato ancora per cinque minuti. Versate il
composto in ciotole singole oppure in un unico stampo dai bordi bassi tutti precedentemente bagnati e capovolti; lasciate
che raggiunga la temperatura ambiente e poi trasferite in frigo per almeno un
paio d’ore. Al momento di servire, decorate il piatto da portata con foglie di
limone non trattate, capovolgete il dolce che si staccherà dalle pareti agevolmente e finite, se volete, con qualche fogliolina di timo.

-ah! Mamà, mi scordai l’ultima vota chi vinisti ccà, che t’avevo accattato un regalino…vale ppì quannu nnì videmu nautra vota 😀 conservato è! Intanto fatti un tuffo indietro magari tu :*