‘a biddizza

Che sia grande o piccola, la bellezza, secondo me, risiede nelle cose semplici. Vincere un oscar con questo titolo è vincere facile, già solo per questa bella idea vaserei tutti, dal produttore, al regista, agli attori e tutti chiddi che ci girano tornu tornu, senza mancu avere visto il film; ovviamente è da veder a fortiori, considerando i pareri contrastanti chi sintìa. Realizzare un film non sarà una cosa semplice, ma fare una bella forma di pane si. Anche se ci vuole tempo, quello che ci manca a noi che in questi anni definiti del progresso e della tecnologia annamu sempre currennu currennu, ma poi aunni curremu? Mah, e chi nnì sacciu. Sintiti ammia, fermatevi un istante prendete tutto il tempo che vi serve per fare una cosa semplice, una passeggiata, un giro in bici o una forma di pane e viditi che grandi biddizza.

 200 g di farina integrale ai 7 cereali (farina per pane nero)

300 g di semola di grano duro
10 g di lievito di birra fresco
300 g circa di acqua tiepida (la quantità dell’acqua varia a seconda della’umidità dell’aria)
Un cucchiaino di zucchero di canna chiaro
Un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
10 g di sale

 Mescolate le due farine, aggiungete il lievito sbriciolato e lo zucchero, impastate amalgamando con l’acqua tiepida, aggiungendola poco alla volta, unite il sale e l’olio. Realizzate un panetto e ponetelo a lievitare dentro una ciotola infarinata e coperta, in un luogo a riparo da correnti d’aria per circa un’ora e mezza. Sgonfiate l’impasto su un piano infarinato suddividetelo in tre salsicciotti lunghi circa 25-30 cm e intrecciateli, mettete il pane su una pentola per il pane in terracotta o, in alternativa, su una teglia foderata con carta forno. Ponete il pane nel forno spento con la luce accesa per ancora un’ora e mezza. Trascorso questo tempo, tirate fuori la pentola dal forno, accendetel il forno e portatelo alla temperatura  di 220°C, cuocete per 45 minuti. Se non usate la pentola di terracotta, cuocete il pane basandovi sulla conoscenza del vostro forno.

e brava Adelina

Montalbano sono!
Silenzio eh? Quannu il commissario di Vigata mancia, s’avi a stari muti, zitti. S’avi a scutari il palato e sèntiri chiddu chi dici assaggiannu un piatticeddu di triglie di scoglio all’agrodolce della cammarera. Adelina, per chi non la conoscesse, è la signora che si occupa di tenere pulita la casa del commissario Montalbano, ma non solo; fa la spesa e gli prepara manicaretti che puntualmente, Salvuccio, trova incoppulati nel frigo o nel forno, quando torna a casa la sera con una fame lupigna. Un bel bicchiere di vino bianco ghiazzatu accompagna una cena a base di pesce e un silenzio tombale, se è in compagnia, iddu lu dici subitaneamente, avverte con gentilezza che, quannu mancia, non deve volare una mosca. E’ in atto il rituale sacro del cibo. Il commissario non cucina, assapora le buone ricette della cammarera nella sua adorabile verandina o va a manciari fora macari da Enzo, a ripa di mari. Anche solo liggennu, veni ‘na fami impressionanti. Arancini a parte, nei romanzi di Camilleri dedicati alle indagine del commissario Montalbano, non sono trascritte le ricette dei piatti; a questa assenza ci ha pensato Trenta Editore con 
Nivuru di sìccia , da cui ho tratto questo piatto, tra le pagine troverete una gradevole interpretazione delle ricette mai scritte, dei piatti amati dall’inimitabile commissario Salvo Montalbano. 

Per correttezza vi confesso che ho usato della semola di rimacinato per panare le triglie al posto della farina 00 e ho aggiunto la maggiorana. Voi fate chiddu chi vuliti, io vu dissi.
per 2 cristiani
8 triglie piccole circa mezzo chilo di pesce
una cipolla
un’arancia
olio extra vergine d’oliva
1/2 bicchiere di vino bianco
il succo di 1/2 limone
un cucchiaio raso di zucchero
semola di rimacinato
sale
pepe
foglioline di maggiorana

Accendete il forno a 180°C. Pulite le triglie, evisceratele e squamatele, sciacquatele sotto l’acqua corrente e poi asciugatele con carta da cucina. Infarinatele e friggetele in un’idea di olio extra vergine d’oliva, salate e ponete in una teglia da forno, coperte con un foglio d’alluminio. Sbucciate l’arancia, pelatela a vivo, frullatela nel mixer. Nella padella dove avete cotto le triglie cuocete la cipolla tritata finemente, aggiungete lo zucchero, mescolate e sfumate con il vino.

 Unite il succo del limone e l’arancia, cuocete fino a ridurre di circa la metà. Irrorate le triglie con quest’intingolo, pepate e distribuite le foglioline di maggiorana. Infornate per 5-10 minuti e servite caldissime. 
Assaggiate ‘stu sfizio e dicitimi doppo, se non siete andati e tornati dal paradiso. E brava Adelina…

pizza cotta in padella

quando dico pizza devo valutare in che momento emotivo mi trovo, devo capire, insomma, se la voglio morbida e croccante o sottile e croccante; chi la vuole cotta e chi la vuole cruda, in buona sostanza. A ddu puntu arrivatu, amalgamo il mio impasto, scelgo il mio strumento di cottura e mi carico di parecchio entusiasmo per il fine ultimo, mangiarla. Decidere di cuocere nella padella di pietra equivale ad avere un impasto ciccioso ma croccante al tempo stesso, unico accorgimento fare ‘ntostare ben bene la pietra in forno.
per una pizza margherita e una pizza con salsiccia, funghi e catalogna
per l’impasto:
130 g di farina Manitoba
250 g di semola di rimacinato
20 g di farina integrale ai cinque cereali
9 g di lievito fresco
200 g di acqua tiepida
1 cucchiaino di zucchero
9 g di sale
un cucchiaio di olio
impestate le farine, sbriciolate il lievito, unite lo zucchero e cominciate a mescolare con l’acqua tiepida, aggiungete il sale, l’olio e realizzate una palla. Incidete l’impasto, copritelo con un canovaccio e ponetelo nel forno spento con la luce accesa. Fate lievitare fino al raddoppio, un’ora e più.
per il ripieno:
100 g di salsiccia
200 g di mozzarella di bufala
olio extra vergine d’oliva
salsa di pomodoro
100 g funghi champignon affettati
100 ml di vino bianco
preparate il ripieno tagliando a fette la salsiccia, ponetela in un tegame con un giro d’olio, fate scaldare e mettete la salsiccia, sfumate con il vino e aggiungete i funghi, cuocete una decina di minuti e spegnete. Affettate la mozzarella e mettetela a scolare in un colapasta. 
Accendete il forno a 220°C e infornate la padella Roccianera senza il manico leggermente infarinata, dividete in due l’impasto, stendetene una parte su un piano, allargatela bene, se avete una pala per pizza infarinatela e stendetela la pizza lì, conditela velocemente con la salsa di pomodoro, la salsiccia con i funghi e fatela scivolare dentro la padella caldissima, in caso contrario dopo aver steso l’impasto ponetelo dentro la padella calda, facendo molta attenzione a non bruciarvi, condite velocemente e richiudete il forno; cuocete 10 minuti poi aggiungete la mozzarella e cuocete ancora 10 minuti. La pizza con la salsiccia, dopo averla sfornata decorate con qualche apice di catalogna pulita.

e uova alla Benedict furono

non si può raccontare, ancora non inventarono le parole giuste, quelle adatte a chiarire, rappresentare la biddizza di questo piatto. Biddizza leggi bellezza, leggi anche bontà. Non per fari tiatru ma appena ci desi un muzzicuni a ‘ste uova minn’inchianai in paradiso e scinnìa n’autra vota ‘nterra, svolazzando. M’aviti a cridiri sulla parola. L’avìti assaggiari. Il piatto è uno zinzino complicato, non tanto eh? solo uno zinzino, ma se l’ho fatto io, che m’impazzì pure la salsa olandese, possono farlo tutti seguendo qualche indicazione utile all’effetto finale. Le uova alla Benedict acchiappano il nome dal suo fautore, un cristianeddo facoltoso, una mattina del 1884, ospite del Waldorf Hotel di New York tale Lemuel Benedict, ordina una colazione particolare; chiese del pane tostato, due uova in camicia, del bacon canadese e un bricco di salsa olandese. Appena arrivata la sua ordinazione provvide egli stesso a comporre il piatto. Il maitre di sala incuriosito, provò quel piatto inusuale e sostituì il pane tostato con l’english muffin e il bacon con il prosciutto al forno, ma la storia completa e ben raccontata la trovate qui, leggetela perché è davvero divertente e molto interessante.
Questa ricetta non si può di certo annoverare tra le ricette leggere e a basso contenuto di colesterolo, no no, ma  credo che una volta ogni tanto si possa mangiare no? Questa era la mia prima volta e vi cuntu chi fici:
intanto preparate gli english muffin, poi armatevi di santa pacienza e preparate la salsa olandese seguendo pochi ma utili consigli

per 4 cristiani:
2 english muffin
4 uova in camicia
8 fette di pancetta
una manciata di spinaci
250 ml di salsa olandese

per 250 ml di salsa olandese
3 tuorli
3 cucchiai d’acqua fredda
un cucchiaio di succo di limone
175 g burro chiarificato (*)
30 g di burro chiarificato freddo
sale
pepe
dopo aver cannato la prima esecuzione vi posso dire che bisogna lavorarla a con moltissima delicatezza, seguitemi passo passo e non avrete problemi, fidatevi, io mi sono fidata di loro. Sciogliete 175 g burro chiarificato su fuoco dolce e fatelo intiepidire. Sgusciate le uova, mettete i tuorli in una ciotola di alluminio, sbattetele con una frusta a fili fino ad amalgamarle per bene, basteranno un paio di minuti; aggiungete l’acqua e sbattete, il limone e il sale e continuate a sbattere per uno o due minuti. Aggiungete 15 g di burro freddo senza mescolare. Portate a bollore dell’acqua in un tegame dai bordi alti, ponete la ciotola sul tegame e sbattete le uova per farle addensare e fare sciogliere il burro. La crema sarà addensata quando, sbattendo, si formerà un velo di crema sulla frusta e la crema sarà liscia, togliete dal fuoco e aggiungete gli ultimi 15 g di burro freddo, sbattete per fermare la cottura delle uova. A questo punto aggiungete il burro fuso, goccia a goccia con un cucchiaio, Questa operazione è importante farla poco a poco per evitare che la salsa possa impazzire. Mescolando con la frusta la salsa prenderà consistenza e lucidità. Mettete da parte.
Uova in camicia
riempite d’acqua (circa 10 cm) un tegame dai bordi alti,  aggiungete tre cucchiai di aceto di vino bianco e portate a bollore, sgusciate un uovo in una ciotola e poi versatelo dentro il tegame in ebollizione, aspettate due minuti circa, poi raccoglietelo con un mestolo forato e ponetelo al caldo. Cuocete allo stesso modo le altre uova.
Scaldate una padella antiaderente, tagliate a metà gli english muffin, scaldateli da ambo i lati e poneteli sui piatti da portata, nella stessa padella abbrustolite la pancetta e ponetela sulle fette di pane; sempre nella stessa padella, sporca di burro, fate appassire una manciata di spinaci per un paio di minuti, salate e pepate. Composizione del piatto
Mettete qualche foglia di spinacio sopra la pancetta croccante, adagiate con delicatezza, l’uovo e ancora qualche foglia di spinacio, scaldate leggermente la salsa olandese a bagnomaria  perché, nel frattempo, si sarà indurita e poi versatela sull’uovo servite subito.
(*) il burro chiarificato si ottiene schiumando il burro fuso, separando cioè le proteine solide del latte, potete farlo in casa oppure comprarlo già pronto.

chi ciavuruuuuu

Niè, con questo aglio arrostito mi sto scialando; se vi scantate per l’alitazzo, state tranquilli, eliminate il germe interno e filate lisci come l’ogghiu cu l’agghia arrustutu. Va beh, non vi voglio impressionare con un linguaggio poco chiaro, ma lassatemi diri che la pasta e fagioli cambia assai con questo bel saporino.

Calamarata e cannellini al ciavuru di funghi
per 3 cristiani
preparazione 30 minuti
cottura 1 h 30′
150 g di fagioli cannellini
40 g di pancetta dolce tagliata a piccoli cubetti
15 g di funghi secchi
300 g di calamarata
un rametto di rosmarino
una foglia di alloro
4 foglie di salvia
3 spicchi d’aglio arrosto
pistilli di zafferano
Mettete a mollo in acqua fredda i fagioli la sera prima. Il giorno dopo mettete tre spicchi d’aglio arrosto sott’olio e due cucchiai dello stesso olio in un tegame di terracotta con l’alloro e il rosmarino, poco dopo aggiungete la pancetta e mescolate. Unite i fagioli scolati, mescolate e coprite con con del brodo caldo. A parte fate rinvenire i funghi secchi in acqua calda per circa dieci minuti, aggiungeteli poi ai fagioli, coprite e cuocete per circa un’ora e mezza. Prelevate i funghi e poco meno di metà dei fagioli e passateli con il frullatore a immersione, rimettete dentro il tegame e versate la pasta. Portate a cottura aggiungendo brodo bollente risottando. Servite caldissima con un giro d’olio crudo e qualche pistillo di zafferano.

un’insolita insalata di arance

Sono arrivate le arance da Ribera, coltivate amorevolmente e raccolte con tanta pacenzia dai Contadini per Passione, iddi ci mettono una cura che si sente tutta appena arriva la cascitta, un ciavuru che non si può capire fino a quando non ne sbucci almeno una… e lì scatta un valvolina che lega palato cuore e cervello.

Insalata di arance e cavoletti di Bruxelles
sulu ppì mia:
350 kcal
220 g di seppioline già pulite
200 g di cavoletti di Bruxelles
olio extra vergine d’oliva
mezza acciuga sott’olio
mezzo scalogno
un’arancia e mezza
un mazzetto di prezzemolo
aceto balsamico
sale
pepe
tagliate i cavoletti a fettine, poneteli in una padella in pietra, unite un giro d’olio, il succo di mezz’arancia. lo scalogno e l’acciuga, stufate per una decina di minuti mescolando. Quando il succo sarà assorbito, spegnete il fuoco, salate, pepate e tenete in caldo con un coperchio.

Sul Grillo ben arroventato, scottate le seppioline da tutti i lati e salatele.

 Riunitele dentro un’insalatiera i cavoletti le seppioline, l’arancia pelata e tagliata a fettine, aggiustate di sale, pepate irrorate con l’aceto e un cucchiaio d’olio, infine profumate con il prezzemolo spezzettandolo con le mani.

lustro e leggerezza

Io proseguo eh? Tanto lu sapiti che, ogni pizzuddicchiu, trasunu e nesciunu piatticeddi dietetici. Mi dispiace tanto per i più golosi che si aspettano sughi abbondanti, torte vastase con “scioglievolezze” di creme e cioccolata colante (bedda matri santissima). I periodi di magro ci vogliono per me, sono assolutamente obbligatori per non allargarmi come un pallone gonfiato e non passare più per i corridoi dei supermercati, il fine ultimo di un foodblog…ma che sto dicendo? Chi nnì sacciu qual’è il fine ultimo di un foodblogger, non devo e non voglio generalizzare, parlo ppì mmia che è megghiu: desidero assaggiare tutto, tanto e anche di più, voglio assaporare cibi mai assaggiati provare tutte, o quasi, le declinazioni delle cotture e non mi basterà una vita per questo, lo so, ma è assolutamente legittimo e ci provo non v’aviti ‘a siddiari. Allora, senza nesciri troppo ‘o largu e usando ingredienti semplici, provo a variare sul tema vellutata.

vellutata di fave spezzate zucca e aglio speziato arrosto
per due cristiani:
preparazione 1 ora e 30 minuti
cottura:30 minuti
per l’aglio arrosto:
una o più teste d’aglio (potete conservarlo in frigo e usarlo per altre preparazioni, oppure mettetelo sott’olio)
qualche chiodo di garofano
peperoncino secco sminuzzato
olio extra vergine d’oliva
per la vellutata
100 g di fave spezzate
400 g di zucca decorticata
una testa d’aglio arrosto
un porro
una carota
una costa di sedano
peperoncino secco q.b.
un rametto di rosmarino
una manciata di semi di zucca tostati e decorticati
olio extra vergine d’oliva
sale
preparate l’aglio arrosto tranciando di netto le cime di una testa d’aglio, sfogliatelo leggermente, mettetelo in una cocottina, infilzate con uno o più chiodi di garofano (a sentimento), cospargete con il peperoncino e un filo d’olio. Coprite le cocottine con un foglio di alluminio e infornate a 180°C per circa 30 minuti, togliete la copertura e cuocete ancora per altri 30-40 minuti dovrà scurirsi in superficie. E chista è una, annamu caminannu: tagliate a metà il porro e a spicchi la zucca, poneteli su una teglia, coprite con un foglio di alluminio e cuocete a 180°C per 15 minuti il porro e per circa mezz’ora la zucca. Tritate la carota e il sedano, ponetelo dentro una casseruola con due spicchi d’aglio arrosto e mezzo porro arrosto tritato, irrorate con un filo d’olio e 100 ml di acqua cuocete a fiamma dolce fino a quando le verdure crude saranno semicotte ma sempre croccanti, aggiungete le fave spezzate lavate e sgrondate, mescolate per fare insaporire e poi coprite con mezzo litro di brodo vegetale; cuocete per circa 30 minuti o fino a quando le fave saranno cotte. A metà cottura aggiungete la zucca tagliata a cubetti. Se l’acqua dovesse asciugarsi troppo aggiungete tanta acqua bollente, quanto basta per continuare la cottura. Prelevate poco più della metà delle fave, mettetele dentro un contenitore dai bordi alti e frullate. Impiattate con metà della parte frullata e metà di quella intera, decorate con fili di porro arrostito, metà dei semi di zucca e qualche foglia di salvia.

Avete spento le lucine?

Io si, proprio oggi, anche se per lagnusìa avìa pinsatu di lasciare tutto com’era, così ero già pronta per l’anno prossimo ma no, in un momento di follia pigghiai la scala e scippai tutte cose…ah! Quella sensazione di entropia ell’ennesima potenza è “magicamente” svanita, oddio non proprio magicamente picchì ad acchianare e scinniri dà scala fui jo, mica la bacchetta magica eh? Per non di meno a ciò ‘sta ricetta è di un vecchissimo numero di Sale & Pepe, modificata in corso d’opera per motivi logistici. Credevo di ottenere una crema, seguendo pedissequamente la ricetta, invece la crema di zucca era totalmente liquida, allora nenti fici? Considerai il piano B; ho “besciamillizzato” la pseudo crema di zucca e tutto si è risolto nel migliore dei modi. Anche se, devo dire, mi stava venendo un attacco nevrotico. ELLoso, per così poco direte voi, e va beh, aviti ragiuni ma tutto è bene quel che finisce bene.
Lasagne con besciamella di zucca e funghi
500 g di lasagne secche pronte per la cottura
1 kg di polpa di zucca
100 g di burro
100 g di semola di rimacinato
900 g di funghi misti surgelati
60 g di funghi porcini secchi
1 l di latte
1 stecca di cannella di circa 10 cm
1 foglia di allora
80 g di panna fresca
100 g di chevre
160 g di parmigiano grattugiato
mezzo bicchiere di vino bianco secco
un ciuffo di prezzemolo tritato
2 scalogni
un porro
olio extra vergine d’oliva
sale
pepe
riducete la polpa di zucca a dadini, cuocete con il latte, la foglia d’alloro, la cannella e 200 ml di acqua, fino a quando la polpa sarà morbida. Eliminate la foglia d’alloro e la cannella, frullate con 80 g di parmigiano e riducete in crema. In un tegame capiente sciogliete il burro, setacciate la di farina e mescolate, aggiungete poco per volta la crema di zucca. mescolate e portate a bollore. spegnete e mettete da parte. Ammollate i fughi secchi in acqua tiepida, sbucciate gli scalogni e riduceteli a fettine, affettate anche il porro, riunite la verdura in un wok, irrorate con 4 cucchiai d’olio e stufateli. aggiungete i funghi secchi strizzati e quelli surgelati, sfumateli con mezzo bicchiere di vino bianco, salate, pepate e spolverate con il prezzemolo tritato. Imburrate due teglie capienti (per la capienza fate la prova con le lasagne secche), distribuite un fondo di besciamella alla zucca, disponete a strati, le lasagne, i funghi, uno strato di besciamella di zucca. terminate con la besciamella, lo chevre tagliato a pezzetti, il parmigiano rimasto mescolato con la panna. Infornate a 200°C per circa 20 minuti. Servite tiepido.

ho finito il duemila13 e iniziato il duemila14 così

una dolce fine e un sprintoso inizio con un dolcino consigliato alla fine dell’anno scorso dalla mia adorabile amica Laura Adani, facilissimo, veloce e da leccarsi i baffi anche chi non ce li ha. Il bello di avere amiche brave che ti consentono di prolungare una magia a distanza :*
Ho aumentato le dosi per una teglia più grande e versato una glassa al cioccolato per fermare i lamponi dovendo viaggiare dalla mia casa a un’altra; questioni logistiche risolte a vantaggio delle maniglie dell’amore, non sia mai. Il consiglio che vi do, per evitare di cuocere due volte la base come ho fatto io, è molto semplice, non oltrepassate i minuti di cottura, 10-12 minuti al massimo. Il biscotto troppo cotto non si arrotola, si sgretola […] 
4 uova separate 
50 g di farina
70 g di maizena
un cucchiaino di estratto di vaniglia
150 g di zucchero
un pizzico di sale
230 g di confettura di lamponi
zucchero a velo
una dozzina di lamponi freschi
50 g di cioccolato fondente tritato
due cucchiai di panna
Imburrate una placca da forno di 40 x 28 cm, foderatela con la carta forno e mettetela da parte; in una ciotola sbattete i tuorli con lo zucchero finché assumeranno una consistenza chiara e spumosa, aggiungete la vaniglia e la farina setacciata con la maizena. Montate gli albumi a neve per circa 10 minuti con il sale e uniteli delicatamente, poco per volta al composto di farina. Quando il composto sarà ben amalgamato, versatelo nella teglia, livellatelo e infornate a 150°C per circa 10-12 minuti. Non mi stancherò mai di dirvi che la cottura dipende SOLO dalla conoscenza del vostro forno. Il mio è forte a 180°C brucerebbe l’impasto senza cuocerlo. Tirate fuori la teglia dal forno e aspettate qualche minuto, rovesciate il biscotto su un telo pulito cosparso di abbondante zucchero a velo, eliminate la carta forno e arrotolatelo aiutandovi con il telo e aspettate qualche minuto; srotolatelo, distribuite la confettura, arrotolatelo ben stretto e fate raffreddare completamente, dopo tagliate le due estremità per averle pulite. Sciogliete a bagnomaria il cioccolato con la panna, versatelo sul rotolo e decoratelo con i lamponi, spolverate con lo zucchero a velo e servite

Calorie a me!

E lo so, sono giorni micidiali questi; in un fiat ritrovi, grammo dopo grammo, i chili persi in mesi e mesi di dieta buuuuhhh! E’ triste pensare alla fatica fatta ma davanti a un dolcino così che faccio? MI ARRENDO! In effetti mi sento conciliante e ben disposta quindi vi propongo la ricetta con sommo gaudio, poi fate voi se continuare con i bagordi oppure no. Considerate però che siamo, ancora, al 27 dicembre e avi arrivari capudannu, faciti vuiautri! 
Cheesecake noci, panna e caramello
per una tortiera apribile da 24 cm di diametro
consiglio di preparare questo dolce il giorno prima
tempo di preparazione: 3 ore
tempo di cottura: 45-50 minuti
difficoltà: facile
per la base
150 g di biscotti digestive
40 g di zucchero di canna
75 g di burro 
50 g di noci
per il ripieno
160 g di formaggio Philadelphia
200 g di mascarpone
200 g di zucchero di canna
200 ml di panna acida
100 g di dulce de leche ( tipicamente lo trovate nei supermercati ben forniti, io l’ho fatto in casa con una lattina di latte condensato)
4 uova
un cucchiaino di estratto di vaniglia
per il caramello
150 g di zucchero semolato
50 g di burro
200 ml di panna
un pizzico di sale
per la guarnizione 
50 g di noci tritate grossolanamente
Portate a temperatura ambiente i formaggi. Scaldate il forno a 150°C. Rompete i biscotti e metteteli dentro il frullatore con le noci il burro a pezzetti e lo zucchero, frullate fino a ottenere un composto omogeneo. Distribuite la crosta di biscotti sul fondo della teglia unta di burro, livellate con il dorso di un cucchiaio e mettete in frigo. In una terrina il Philadelphia con il mascarpone e sbattete con una frusta elettrica per amalgamare, aggiungete lo zucchero e poi la panna acida. Infine dopo aver amalgamato unite il dulce de leche, aggiungete le uova uno alla volta. Versate la crema sopra i biscotti, infornate e cuocete per circa 45-50 minuti. Lasciate raffreddare nel forno spento con lo sportello aperto. Preparate il caramello mettendo lo zucchero dentro un pentolino, cuocete a fiamma dolce fino a quando il colore da bianco diventerà marrone, roteate il pentolino con un gioco di polso senza toccare lo zucchero. Non vi allontanate dal piano cottura, rischiate di buttare via tutto se si brucia lo zucchero. Versate l apanna poco per volta e lentamente, aggiungete il sale e mescolate. Il composto diventerà una mappazza, si solidificherà attorno alla vostra spatola ma non vi scantate la situazione si risolverà per il meglio; togliete il pentolino dal fuoco e unite il burro freddo tagliato a pezzetti, mescolate fino a quando la crema diventerà liscia e cremosa. Versate il caramello sulla torta e decorate con le noci. fate riposare il dolce tutta la notte in frigo e tiratelo fuori poco prima di servire.