“La vita è uguale a una scatola di cioccolatini…

…non sai quello che ti capita”

ragiuni avi Forrest Gump, ma su questi quassotto perone, posso dirti tutto, se vuoi.

La ricetta l’ho vista qui; l’ho adattata apportando la conversione delle misure e aggiunto ‘n’anticchiedda di panna, o latte se preferisci; ammia il biscotto mi parsi duro, per i miei gusti, tu fai come ti pare, ‘o solito.

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Chi siamo noi per dire se martedì è grasso o magro? Si putissi offinniri, non è una cosa bella eh?

Di certo con un solo quadrozzo di questi cioccolatini  grasso ci diventa, cu ciù dici? Io no! Addio.

per una teglia da 20*25
30 pezzi
per il biscotto:
150 g di farina
1/2 cucchiaino di lievito
1/4 di cucchiaino di bicarbonato
1/4 di cucchiaino di sale
80 g di burro fuso
150 g di zucchero di canna
un uovo grande
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
80 g di burro di arachidi
20 ml di panna o latte se preferisci, equivalgono a 2 cucchiai
per la copertura:
200 g di burro di arachidi
130 g di cioccolato fondente
per la finitura:
zuccherini colorati o codette

riscalda il forno a 180°C e imburra una teglia, cospargi di farina ed elimina quella in eccesso. Mescola gli ingredienti secchi in una ciotola, vale a dire la farina, il lievito, il bicarbonato e il sale. In un’altra sbatti il burro con lo zucchero, l’uovo e la vaniglia. Aggiungi gli ingredienti secchi e fluidifica con la panna. Versa nella teglia e inforna per circa 15 minuti o fino a quando, inserendo uno stecchino all’interno dell’impasto, questo ne uscirà asciutto e pulito. Tira fuori la teglia dal forno, fai raffreddare qualche minuto, poi sforma il biscotto e fai raffreddare completamente su una gratella per dolci, a ‘sto punto prepara la copertura. Trita il cioccolato mettilo dentro un contenitore e scioglilo a bagnomaria insieme con il burro di arachidi. Fai intiepidire e poi versa sul biscotto. Cospargi, se vuoi con gli zuccherini colorati che fa tanto carnevale e fai indurire in frigo. Taglia a quadrozzi e servi.

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il colore delle cose

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Latte caldo e biscotti mentre fuori piove, soffia lo scirocco e il “grigio Armani” ammanta l’Isola.
Cose da pazzi. Il nord illuminato dal sole da più di un mese e qui viviamo di monocolore.
Ti dico cosa mi ci vorrebbe adesso; un fondale celeste “manto della Madonna” e commuovermi con buoni sentimenti, cose semplici e cuori grandi così. Abbracci in esclusiva e sguardi luminosi. Perdermi in qualcosa di prezioso, farmi travolgere dal ciavuru di zagara, quello delle erbe aromatiche e dal bianco accecante del sole. Alzarmi la mattina con gli occhi ancora sognanti e le labbra profumate di caffè, aggiustare il tiro e puntare al cambiamento.
Ecco, mentre provo a raggiungere i miei buoni propositi pigghia un pizzino e segnati ‘sta ricetta.

700 g di farina di tipo 2 e germe di grano
250 g di zucchero di canna
un cucchiaino di estratto di vaniglia
16 g lievito chimico
la scorza grattugiata di un’arancia
250 g di strutto
3 uova piccole o due grandi
80 ml di panna fresca
6 g di ammoniaca per dolci

Accendi il forno impostando la temperatura a 180°C. Mescola insieme la farina con il lievito, lo zucchero e l’ammoniaca. Aggiungi lo strutto a pezzetti insieme con la scorza d’arancia, l’estratto di vaniglia e le uova. Impasta e ammorbidisci il composto con la panna, aggiungendola poco alla volta. Se l’impasto dovesse risultare troppo morbido aggiungi ancora un po’ di farina fino a raggiungere la consistenza desiderata.
Stendi l’impasto sulla spianatoia infarinata con un matterello, raggiungendo lo spessore di circa 3-4 mm. Ritaglia i biscotti e ponili su una placca foderata con carta forno. Inforna per circa 13-15 minuti, verifica la cottura in base alla conoscenza del tuo elettrodomestico.
Poi mi cunti.

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l’ultima e tiriamo

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Si, ‘u sacciu, ancora cose duci e zuccherate?
Si, L’ultima e tiriamo avanti, l’ultima cosa duci chi fici ppì l’Epifania m’interessava cuntaritilla picchì potrebbe tornarti utile in qualche occasione, chissacciu, macari si, non è detto che sei tra quelli che “appena finite le feste a dieta”. Quindi eccomi qua.
Anche questa volta sto a cuntarti una ricetta di un maestro pasticcere. Faccio ‘na citazione come diciamo noi architetti quando scopiazziamo lo stile di un grande e famoso professionista. Attribuiamo al concetto di copia un valore alto chiamandolo citazione azzerando in automatico il plagio. Geni!
E va beh bisogna sapere copiare, l’ho detto sempre e non è detto che io lo sappia fare ma di sicuro m’ddivittia e il dolcino è buono veramente se ti piacciono le cose tremolanti.
cioccolato

La ricetta di cui ti vogghiu parrari è quella del creme caramel del maestro Montersino.
Una cosa non capisco dalla descrizione del maestro e ci chiederei: Luca, maestro mio, ma ‘sta glassa al caramello venne dura puru a ttia? Una pietra, scomoda da mangiare, secunnu mia eh?

Amunì, assittati e segnati ‘st’ingredienti.

per la pasta frolla:
92 g di farina 180 W
55 g di burro
37 g di zucchero a velo
15 g di tuorli (uno)
una bacca di vaniglia
la scorza di un limone, grattugiata
un pizzico di sale

per il creme caramel:
450 g di latte intero fresco
180 g di uova intere, circa 3 piccole
50 g di panna fresca
130 g di zucchero semolato
15 g di agar agar, oppure 4 fogli di colla di pesce
una bacca di vaniglia
una bacca di anice stellato
5 g di liquore all’anice, ho messi 2 gocce di zammù, anice unico, questione di gusti

per la glassa al caramello:
200 g di salsa al caramello
12 g di agar agar

per la salsa al caramello
100 g di zucchero semolato
100 g di acqua

per la finitura
200 g di pasta frolla
100 g di cioccolato fondente al 55% di cacao

pigghiati un pizzino per i passaggi, sunnu n’anticchia ‘ntipatici ma se segui passo passo t’arrinesciunu tutti cosi.

prepara la pasta frolla lavorando la farina con il burro tagliato a dadini. Aggiungi lo zucchero a velo, i tuorli e i semi della vaniglia, in ultimo il sale e la scorza del limone. Realizza una palla, avvolgila nella pellicola e mettina in frigo per almeno un’ora ma anche di più.

prepara il crème caramel mettendo 50 g di zucchero in un pentolino dal fondo spesso e fallo caramellare sul fuoco, non ti allontanare, rischi di bruciarlo e di buttare via tutto. Distribuiscilo sul fondo di uno stampo da plumcake, in maniera uniforme.
in una ciotola slega le uova sbattendole leggermente insieme ai semi di vaniglia, al liquore e alla bacca di anice stellato.  Fai bollire il latte con la panna per un minuto e aggiungi lo zucchero a pioggia miscelato con l’agar agar, dice il maestro. Se usi la colla di pesce mettila a mollo in acqua fredda per qualche minuto e poi aggiungila al composto di latte dopo aver sciolto lo zucchero. Versa il composto di latte e panna sulle uova, mescola bene tutto e versalo nello stampo da plumcake. Cuoci a bagnomaria a 140°C per 20 minuti. Tira fuori dal forno la crema e falla raffreddare, poi metti tutto nel bicchiere del frullatore e frulla tutto. Riempi degli stampi in silicone  di babà nichi, mignon e poi passali in freezer.

Nel frattempo prepara i biscotti: stendi l’impasto, ritaglialo con un coppapasta leggermente più grande della base degli stampi che hai scelto per i tuoi crème caramel e cuoci in forno caldo a 180°C per circa 15 minuti.
Trita al coltello il cioccolato e scioglilo a bagnomaria. quando è ancora tiepido immergi la parte superiore del biscotti e fai raffreddare.

Prepara la salsa al caramello facendo cuocere 70 g di acqua con lo zucchero fino a ottenere un caramello biondo poi ferma la cottura con 30 g di acqua calda. Occhio eh? fai attenzione picchì quando aggiungi quest’acqua il caramello comincia a schizzare. Prepara la glassa al caramello facendo bollire una parte della salsa precedentemente preparata con l’agar agar, aggiungi la parte rimasta di salsa al caramello e continua a mescolare.

Tira fuori dal freezer i crème caramel e realizza i canapè ponendo sul piatto a servire il biscotto con la glassatura al cioccolato, sforma un crème caramel e adagialo sul biscotto e poi versa un po’ di glassa al caramello calda. Poni in frigo e porta a temperatura.

 

 

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una crostata da sdillinio

Ora nnì finisce ‘u babbìu. Ammia ppì prima.
Arrivò ‘u friddu, quello vero dico, quello d’aggigghiari.
Che ti devo dire, qua le temperature scendono a gennaio e a febbraio e ora ora arrivò la prima sciabolata. Arrivò attipo tumpulata. Si me l’avevano detto ma io spero sempre che si sbaglino. Per una mano la maglietta di cotone con le maniche corte sempre me la metto, hai visto mai che acchiana la temperatura…
I miei sensori sono fortemente in allarme, suona tutto come quando scatta la sirena dell’antitaccheggio allora lo sai che faccio? l’unica cosa sensata; mi concentro su una cosa duci e non ci penso più.
Ora però ho n’autru poblema, come tu cuntu? Probabilmente mi sto impoverendo di parole, opere e omissioni. Ma mi pare sempre chiù difficile trovare le parole giuste ppì countariti megghiù ‘na cosa. Certo la foto purrìa essere bastevole, ma forse no. Amunì ci provo.
E’ una crostata che va bene su tutto, come il nero per i vestiti; si adatta a qualunque ricorrenza, festa o evento.
Io la fici per festeggiare il 26 dicembre, Santo Stefano tutti da me, una biddizza. Eramo 19 tra granni e picciriddi, tutti assittati. N’addivittemmu, ognuno portò ‘na cosa. Il porta party è condivisione allo stato solido cu le fimmine di casa che s’organizzano per dare a tutti un boccone di bellezza e bontà. Ah! ‘Ste fimmine, un brazzu di mari sunnu! Ma chista è n’autra storia che forse poi ti cuntu.
La torta Giulio  di Ernst Knam è un delirio di bontà, in primisi picchì è al cioccolato, in secundisi picchì i tre strati: frolla, mou salato e ganache di copertura sono commoventi al primo mozzicone.
Pigghiati un pizzino e signa ‘sta ricetta.

crostata-cioccolato-e-biscotti

Per la frolla al cacao
250 g d burro morbido
250 g di zucchero semolato
100 g di uova (circa 2)
4 g di sale
1 bacca di vaniglia
10 g di lievito in polvere
400 g di farina 00
80 g di cacao

Per la ganache al cioccolato 
300 g di cioccolato fondente al 60%
220 ml di panna fresca liquida

Per il mou salato

100 g di zucchero semolato
100 g di panna fresca liquida
90 g di burro morbido
2 g di fior di sale (sale di Maldon)

prepara la pasta frolla al cacao impastando il burro a temperatura ambiente con lo zucchero e i semi della bacca di vaniglia. Aggiungi le uova, il cacao, la farina, il lievito e il sale. Realizza un panetto, avvolgilo nella pellicola e metti in frigo per almeno tre ore
Prepara il mou salato versando lo zucchero in un pentolino dal fondo spesso e dai bordi alti, lascialo caramellare. quando diventa biondo aggiungi la panna bollente e cuoci per 5 minuti mescolando con una frusta. Togli il pentolino dal fuoco e aggiungi il burro morbido e il fior di sale. Imburra e infarina una teglia per crostata da 28 cm con il fondo amovibile e accendi il forno portandolo a una temperatura di 175°C. Manipola leggermente la frolla e stendila con un matterello, arrotolala e adagiala sulla teglia, modellala e rifila i bordi. Passa in frigo per mezz’ora e poi cuoci “in bianco” per 15- 20 minuti. Quando il guscio è cotto sfornalo e rifila i bordi con un coltello quando la torta è calda. Fai raffreddare e poi versa il caramello mou e metti in frigo per due o tre ore.
Prepara la ganache tritando a coltello il cioccolato e portando la panna a bollore. Versa la panna sul cioccolato posto dentro una boulle, mescola costantemente con una frusta a fili fino ad amalgamare gli ingredienti. Fai raggiungere la temperatura ambiente e poi versa sul caramello mou. Rimetti in frigo per un’ora ancora. Rimpasta la frolla avanzata e realizza dei biscotti che cuocerai per circa 10- 15 minuti. fai raffreddare e poi, come fici Rossella Neiadin di Dissapore  da cui ho desunto la ricetta, pennella con del colorante oro sciolto con un po’ di rum o alcool, poggiali sulla torta e servi.
Poi mi cunti.

 

 

 

 

che te lo dico a fare?

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Infatti è inutile, sprecare fiato, aprir bocca per fare uscire suoni sconsiderati; l’unica è approfittare delle mandibole spalancate per darici un muzzicuni a ‘sta torta. Il resto è aria fresca, inutili parole smozzicate per dire che cosa? CHE COSA?

Va beh, certo, una cosa la devo dire, la torta l’ho scopiazzata para_para da lei, Nigella, quello spettacolo di donna strepitosa che più mangia e più bedda diventa. Ci ho solo buttato una bella manciata di fragoline di bosco che danno per colpo di colore, spezzando il monocromatico e regalando un ciavuru impressionante oltre che una ventata di primavera. Amunì, pigghiate un pizzinu:

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Torta Oreo con crema al coccolato e fragoline di bosco

Per una tortiera dal fondo amovibile da 26 cm di diametro

Per la base
2 pacchi di Oreo, 28 biscotti, contateli perché se c’è qualcuno in giro che perde il controllo… ve li mangia e voi nemmeno ve ne addunate
50 g di cioccolato fondente
50 g di burro
1/2 cucchiaino di sale marino affumicato (uno spettacolo lu ciavuru)

Per il ripieno
100 g di cioccolato fondente
25 g di amido di mais
60 ml di latte
50 g di cacao setacciato
500 ml di panna
2 cucchiaini rasi di caffè solubile
75 g di zucchero di canna
un cucchiaino di estratto di vaniglia
2 cucchiaini di olio extra vergine d’oliva usò lei io invece usai olio di nocciole
3/4 di cucchiaino di sale affumicato

frulla, nel robot, i biscotti e aggiungi il sale. Sciogli a bagnomaria il burro con il cioccolato tagliato a scaglie, poi mescola con il mix di biscotti ridotti in polvere. Mescola dentro una ciotola e poi distribuisci dentro la teglia, spalmando bene sul fondo e sulle pareti con il dorso di un cucchiaio. Metti in frigo e fai raffreddare per almeno un’ora.
Prepara il ripieno tritando il cioccolato. Sciogli l’amido con il latte, sbattendo con una frusta a fili o con una forchetta. Metti la crema dentro una ciotola capiente e cuoci a bagnomaria (io ho fatto così) aggiungi il cioccolato, il cacao setacciato, il caffè, lo zucchero, la vaniglia, l’olio, la panna e il sale. Con una frusta a fili sbatti delicatamente fino a quando gli ingredienti si amalgamano bene.
Fuori dal fuoco aggiungi la miscela di latte e amido, mescola e trasferisci il miscuglio in un tegame dal fondo spesso, cuoci per circa 10 minuti senza portare a ebollizione e mescolando sempre. Versa la crema dentro una brocca, bagna un foglio di carta forno, strizzalo e ponilo sulla caraffa, metti in frigo per almeno 20 minuti.
Prendi il guscio della torta, versa la crema, livella e rimetti in frigo tutta la notte. Poco prima di servire distribuisci se vuoi 300 g di fragoline di bosco

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e ti ricordi?

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Mizzica, ci sono sapori e odori che restano piegati nei cassetti della memoria. Sono lì e te ne dimentichi di averli, esattamente come un qualunque oggetto ben riposto. Certe volte apri il cassetto e ti ritrovi una cosa tra le mani, spuntata così, come dal nulla.
Con i sapori e gli odori è la stessa cosa precisa ‘ntifica. A li voti dai un muzzicuni a ‘na cosa e quella niente fa? A timpulata ti riporta indietro di anni luce, e ti ritrovi picciriddu in una pellicola degli anni settanta con i colori ingialliti attipo Polaroid. Maria, maria, maria! E’ ‘na cosa che macari fa ‘mpressione.
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Accussì succidiu, l’autru jurnu, unni me matri
. Accattammu una guantiera di dolcetti, biscottini da the, cose accussì. Tra i tanti biscotticeddi c’erano chisti, gli occhi di bue
Ora, sentite ammia, pigghiate una penna e un pizzinu, che bonu faciti.

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Per l’impasto
500 g di
 farina
250 g di burro freddo tagliato a dadini
200 g di zucchero di canna a grana sottile
3 tuorli d’uovo
un uovo intero
Un cucchiaino di estratto di vaniglia
la scorza grattugiata di un grosso limone
un pizzico di sale
Per la farcitura e la finitura
confettura di albicocche
zucchero a velo

Mescolate tutti gli ingredienti per l’impasto, fatene una palla lavorando il meno possibile, avvolgete in un film di pellicola e ponete in frigo a rassodare almeno un’ora.
Accendete il forno a 170°C, almeno il mio, voi basatevi sulla conoscenza del vostro elettrodomestico; recuperate l’impasto, prelevate una porzione e il resto ponetelo di nuovo in frigo. Su una spianatoia leggermente infarinata stendete l’impasto a uno spessore di circa 4-5 mm. Con un taglia biscotti di e cm di diametro realizzate tanti dischi e poneteli su una placca foderata con carta forno. Sulla metà di questi dischi praticate un foro con un altro taglia biscotti di 2,5 cm di diametro. Cuocete in forno per circa 15 minuti. Controllate la cottura non devono scurirsi. procedente con questa operazione fino a esaurire la pasta frolla. Consiglio di rimettere in frigo i ritagli di pasta, rimpastarli e procedere come sopra. Quando i biscotti saranno freddi, cospargete con la confettura di albicocche quelli interi, coprite con gli anelli e poi spolverate con lo zucchero a velo.

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amiche annodate da un piccolo biscotto

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Alla fin fine una pretesto vale l’altro per incontrarsi no? Ebbene, venerdì scorso, noi cinque nnì truvammu unu, ci siamo fiondate da “Cocooking” a Palermo, un luogo adatto per fare queste belle cose con le amiche  e che spesso, per motivi di spazio, non si possono fare in casa. Noi nnì vittimu per realizzare i biscotti di San Martino, un dolcetto tipico palermitano del periodo novembrino e che, come sapete, ricorre l’undici, oggi. Nelle diapositiva qua sotto in senso orario a partire da sinistra appaiono: Fina, Alessandra, Cinzia, Stefania e Ornella. Sicuramente troveremo un altro licco pretesto, presto.

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Come al solito ci sono due versioni  per un biscotto, quella ricca e quella povera. Il biscotto in sé, si presenta come un nodino duro, da inzuppare nel moscato o nella malvasìa, tricottato, ci dicemu nuatri, in una forma dialettale, cioè cotto tre volte. Nella versione ricca, invece, si cuoce due volte, il biscotto rimane morbido e non si indurisce per potere, con agio, tagliarlo in due, bagnarlo con una bagna al rum e farcirlo con una crema licca, licchissima, di ricotta di pecora, o solito nostro và!

La ricetta che nnì cuntò Fina, prevede la farina 00 e lo zucchero semolato, noi foodblogger, che semu desiderose di sperimentare, usammu farine diverse, pure senza glutine. Ora vi cuntu come ficisti biscotticeddi, pigghiate un pizzino:

pezzature

per circa 15-16 biscotti piccoli
tempo di preparazione 30 minuti
tempo di cottura 30 minuti + un’ora

250 g di farina tipo 1
25 g di strutto (promemoria per me: anche un pochino di più, 35 g)
40 g di zucchero di canna Zefiro (cioè a grana sottile ma va bene anche uno zucchero di canna a grana più grossa. Promemoria per me: la prossima volta aumenterò la dose perché mi parseru poco dolci, ne metterò almeno 60 g)
10 g di lievito di birra
100 ml di acqua
Un pizzico di sale
q.b. semi di anice (a piacere)
q.b. cannella (a piacere)

In una terrina mescolate la farina, lo zucchero, il sale, la cannella, i semi di anice, lo strutto e il lievito sbriciolato. Aggiungete l’acqua poco alla volta fino a ottenere un bell’impasto morbido. Trasferite la palla sulla spianatoia e lavoratela energicamente fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Coprite l’impasto a campana, con una ciotola e fate riposare 20 minuti. Realizzate delle pezzature di 35 g, realizzate dei salsicciotti e arrotolateli su se stessi, poneteli dentro una teglia foderata con carta forno, in un posto al caldo e fate lievitare per circa due ore. Infornate a 200°C per 10 minuti, poi abbassate la temperatura a 160°C e proseguite la cottura per 20 minuti. A questo punto avrete cotto due volte, tirate fuori i biscotti se vorrete conzarli con la ricotta, se li volete duri da inzuppare nel liquore, abbassate la temperatura a 100°C spegnete il forno e lasciate dentro i biscotti per un’ora.


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Shortbread

Voglio concludere il tour attraverso l’esposizione di alcuni dei prodotti finum® con un oggetto particolare; Hot Glass System 130 ml.
Un bicchiere, direte voi, no! Non un semplice bicchiere ma un contenitore individuale con una doppia parete in vetro borosilicato che permette di mantenere calda o fredda la vostra bevanda senza bruciarvi o raffreddarvi le mani. La temperatura rimane all’interno della coppa lasciando le vostre mani alla vostra temperatura corporea, percepirete soltanto un leggerissima variazione.

La confezione contiene anche un filtro permanente dotato di una griglia in acciaio inossidabile, per porre in infusione tea a foglia larga. Il filtro è provvisto anche di un coperchio dalla duplice funzione:

1) mantiene all’interno il calore gli aromi e i profumi;

2) trascorso il tempo necessario all’infusione, si capovolge e si usa come gocciolatoio.

Ora vi devo cuntari la ricetta che ho letto dalla mia amica e cummari, Patrizia di Via delle Rose, la vera ricetta degli shortbread, ci stanno precisi ‘ntifici con il tè delle cinque, il vero problema è che, come dice lei creano dipendenza. Nella ricetta lei usa la farina 00, io ho usato la 0 e vinniro boni ‘u stissu.

225 g di farina 0
115 g di farina di riso
100 g di zucchero di canna chiaro
225 g di burro leggermente salato a temperatura ambiente
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
zucchero a velo aromatizzato alla vaniglia, fatto in casa.

Con le fruste elettriche, montate, il burro insieme con lo zucchero, fino a rendere il composto spumoso e gonfio. Se avete la planetaria montate il gancio K e aggiungete le farine precedentemente setacciate e la vaniglia. In alternativa all’impastatrice elettrica, ovviamente, potrete impastare a mano.
Accendete il forno a 180°C
Prendete un foglio di carta forno, ponetelo su una spianatoia, appoggiate l’impasto morbido, copritelo con un altro foglio di carta forno e stendetelo con un mattarello raggiungendo uno spessore di circa 2 cm. Trasferite l’impasto dentro una teglia dai bordi bassi del diametro di circa 32 cm di diametro, continuate a stendere l’impasto con le mani fino a raggiungere i bordi della teglia. Eliminate la carta forno superiore, effettuate dei tagli sulla superficie e bucherellatela con una forchetta. Infornate per circa 20- 25 minuti. La cottura dello shortbread non deve essere dorata ma chiara. Infatti consiglio, per la cottura, di basarvi sulla conoscenza del vostro forno.
Fate raffreddare e poi cospargete con lo zucchero a velo vanigliato. Tagliate i biscotti seguendo i tagli fatti prima d’infornare e conservate dentro una scatola di latta.

English version of Tiziana Sanzone

Shortbread and Hot Glass System 130 ml

I want to end this tour through the finum® products with a particular object; the Hot Glass System 130 ml. A glass, you say, no! It’s not just a simple glass but an individual container with a double wall that keeps your drink hot or cold for longer burning your hands or making them too cold. The temperature of your beverage remains inside the glass only, leaving your hands at body temperature; you’ll only notice a slight change.

The package also contains a permanent filter, equipped with a stainless-steel mesh, in which you can brew whole-leaf tea. The filter is also provided with a lid that has a double function:

• Retains heat and the aroma of tea or other beverage

• After tea brewing, you can use it as a drip-off tray.


The recipe I linked to this stylish and functional product is typically Scottish, a very crumbly butter cookie that has, in general, one part sugar, two parts butter and three parts flour. A very crumbly dough which is suitable for the most pleasant time of the day.
225 g of 0 type flour
115 g of rice flour
100g light brown sugar
225 g of lightly salted butter at room temperature
1 teaspoon vanilla extract
flavoured powdered sugar, homemade. 

With an electric mixer, beat the butter and sugar until the mixture is light and fluffy. If you have the ok understood., it should write: the complimentary attachment, the K hook and add the previously sifted flour and vanilla. As an alternative to the electric kneader, of course, you can knead it by hand. Preheat the oven to 180°C. Take a sheet of parchment paper, place it on a work surface, lay the soft dough, cover with another sheet of parchment paper and roll it out with a rolling pin, to a thickness of about 2 cm. Transfer the mixture into a baking dish with low boarders and a diameter of about 32 cm, continue to roll out the dough with your hands until it reaches the edges of the pan. Remove the top sheet of parchment paper, make cuts on the surface and punch with a fork. Bake for about 20 to 25 minutes. The shortbread’s colour should not be golden but very light. For the cooking time, I suggest that you base yourself on your knowledge of your oven. Let cool and then sprinkle with the vanilla flavoured powdered sugar. Cut the biscuits following the cuts made before baking and store in a tin box.

tradizioni

Ah, le zie, sono una fucina di idee e un crogiòlo di tradizioni. Sono la memoria della famiglia. 
Adoro stare a sentire le storie, i racconti di altri tempi, gli aneddoti dei grandi di oggi quanneranu picciriddi. Lei, la zia Anna, è la sorella di mio suocero, affettuosa, intelligente, arguta e anche musicista; un’artista a tutto tondo. Un giorno mi fece assaggiare le sue cassatelle e con grande generosità mi ha regalato la ricetta, semplice, antica.
Per il ripieno: (queste quantità sono da considerare per 500 g di impasto e ne avanzerà un po’ da mangiare a cucchiaiate :D)
500 g di ricotta freschissima
q.b. zucchero
q.b. gocce di cioccolato (mi scuddai)
Inizio dal ripieno picchì deve riposare almeno una o due notti, dipende da quanto sia fresca la ricotta. Ve ne accorgerete dal siero che rilascerà. Mettete a gocciolare la ricotta dentro un colino o nella stessa fascedda, coperta dalla pellicola alimentare per tutta la notte in frigo; eliminate il siero e passatela in un passapomodoro a maglie fitte. Pesatela e aggiungete la metà del suo peso di zucchero io ho usato zucchero di canna. Aggiungete lo zucchero e ripassate nel passapomodoro ancora due volte, mettete in un contenitore, aggiungete le gocce di cioccolato, coprite con la pellicola e mettete in frigo fino all’utilizzo.
Per l’impasto:

1kgdi farina 00
250 g di zucchero
300 g di sugna (strutto)
una bustina di lievito (16 g)
una bustina di vanillina
un pizzico di ammoniaca
2 uova
latte per impastare, quanto basta
questa la sua ricetta per l’impasto, per correttezza l’ho trascritta para para come me l’ha dettata lei, io con il senno di poi, della modernità, per intenderci e della consapevolezza ho modificato dimezzando le dosi e adeguando gli ingredienti senza stravolgere completamente il risultato finale.
500 g di farina 0
125 g di zucchero di canna
150 g di sugna (strutto)
8 g di lievito
una bacca di vaniglia
un’idea di ammoniaca (giusto l’odore)
un uovo
latte q.b.

impastate tutti gli ingredienti, realizzate una palla, avvolgetela dentro un foglio di pellicola e ponetela in frigo per almeno due ore. Trascorso il tempo di riposo maneggiate l’impasto su una spianatoia leggermente infarinata, stendete una parte con il mattarello a uno spessore di 2-3 mm e con un bicchiere messo al contrario e ben infarinato staccate dei cerchi dall’impasto. 

Con un cucchiaino distribuite, al centro del cerchio, una piccola porzione di ripieno, richiudete a mezzaluna, sigillate bene ma anche no, è bello che in cottura venga fuori un po’ di crema di ricotta.

Infornate a 180°C per circa 20 minuti, regolatevi seguendo la conoscenza del vostro forno e non sbaglierete, quando le cassatelle acquisteranno una bella doratura superficiale saranno pronte da sfornare. Fate raffreddare sulla teglia e spolverate di zucchero a velo o di cacao amaro.

dolcetti d’altri tempi

sunnu proprio antichi ‘sti biscotti, non so raccontarvi le origini ma quasi sicuramente saranno vicini all’anno mille, come la frutta Martorana. Dolcetti questi, che venivano preparati nei conventi. Ed è proprio in un convento di Trapani che ha imparato l’arte la signora Maria Grammatico, ancora picciuttedda aprì un negozio con soli tre chili di mandorle, ora ha ottenuto un successo planetario. 
Questa non è la ricetta della signora Grammatico ma è quella tipica che si tramanda per tradizione. Pochissimi siti vi diranno di fare riposare i dolcetti per almeno 12 ore prima di infornarli, men che mai i libri, almeno quelli che possiedo io, vi suggeriranno un così fondamentale “segretuccio”! Beh, ve lo dico io, che dopo aver infornato i primi biscotti ho scoperto l’amara verità, in cottura perdono la loro forma diventando delle panelle. Ebbene si, si doveva perdere il mio nome, li ho rifatti!

dolcetti di mandorla
500 g di mandorle pelate
500 g di zucchero
4 albumi
la scorza grattugiata di un limone
i semi di una bacca di vaniglia
una bustina di lievito (16 g)
per guarnire
zucchero a velo
granella di pistacchi
mandorle a scaglie
confetti di zucchero
pinoli
(anche, se volete, ciliegie candite e mandorle intere)

Preparate, sul piano di lavoro, delle ciotole con le guarnizioni di frutta secca separate tra loro. Su un tagliare invece disponete dello zucchero a velo setacciato.

Ponete le mandorle in un robot da cucina, tritate le mandorle con un paio di cucchiai di zucchero fino a ottenere un composto farinoso, unite la vaniglia, la scorza grattugiata del limone, il resto dello zucchero e il lievito, mescolate per amalgamare.

Trasferite il composto di mandorle nella planetaria e con il gancio K mescolate unendo gli albumi, poco per volta, continuate a impastare ancora qualche minuto a bassa velocità per amalgamare. Prelevate piccole quantità di impasto, realizzate delle palline e passatele nelle ciotole facendo aderire la frutta secca.

 Un’altra porzione più abbondante ponetela sul tagliare e rotolatela sullo zucchero a velo realizzando un salsicciotto, tagliate delle piccole porzioni di circa 6 cm di lunghezza e realizzate delle S leggermente sagomate con le mani.

Via via che realizzate i biscotti poneteli su delle teglie foderate con carta forno, fate riposare coperti da un velo, per un giorno, dalle 12 alle 20 ore, prima di infornare a 170°C per circa 10-15 minuti o fino a doratura. Tirate  le teglie fuori dal forno e fate raffreddare completamente prima di maneggiarli.