#funkyprofessor_stagioni

Non credo di avere mai celebrato, in maniera così chiara, la stagione dell’autunno. Mi fissai cu tuttu ‘st’arancione, i virdi, i gialli e i russi. Bello no? L’arancione è gioioso, chiassoso supportato dal giallo con le sue tonalità fino al rosso con macchie di verde qua e la. Il verde è vita; il verde c’è sempre, è rassicurante. E’ un colore vigile, sempre cu l’occhi sgriddati, aperti tipo “Arancia meccanica”, pifforza l’avi a teniri aperti l’occhi…è verde! E’ il colore di alcuni, quelli che non vanno a riposare quando altri non possono rinunciare al letargo. E’ la base, il sostegno, il leitmotiv, lo sfondo. Questa ricetta la dedico a Marco Zamperini, sposo di Ci_polla, alias Paola Sucato, che di verde si deve colorare. Una ricetta non cambia lo stato delle cose, come dice Irene, ma cucinare per qualcuno alleggerisce l’animo e avvicina con lo spirito e il cuore. Ciao Marco, mi spiace assai non averti conosciuto #funkyprofessor

teglia di verdure autunnali con crumble alle noci
difficoltà: facile
preparazione: un’ora
cottura: 40 minuti
calorie 416 kcal a porzione
per 6 cristiani
350 g di polpa di zucca
450 g di sedano rapa mondato (uno)
250 g di radicchio trevigiano (un cespo)
250 g di barbabietole rosse precotte
3 cipollotti
3 cm di zenzero fresco
6 g di semi di papavero
olio extra vergine d’oliva
per il crumble:
100 g di semola di rimacinato
100 g di farina di grano saraceno
120 g di burro freddo tagliato a dadini
30 g di noci (6)
30 g di parmigiano grattugiato
sale
pepe
coriandolo in polvere
foglioline di maggiorana
tagliate a dadini la polpa di zucca, il sedano rapa e le barbabietole, affettate i cipolloti e mettete tutto in una teglia di terracotta capiente, unta con due cucchiai d’olio (16 g), tagliate a listarelle il radicchio e unitelo alla dadolata, irrorate con altri due cucchiai d’olio (16 g) e il succo delle rape, grattugiate lo zenzero, unite i semi di papavero, salate, pepate, mescolate e mettete da parte.
Accendete il forno a 180°C; frullate le farine con il burro, il parmigiano, le noci spezzettate grossolanamente, il coriandolo e la maggiorana. Distribuite sulle verdure e infornate per 40 minuti.

Cucinando tra cielo e terra: profumi e sapori d’autunno

Cucinando è una parolina magica per me;  stai pensando “è che sarà mai? Il gerundio presente del verbo cucinare, nell’accezione di preparare e cuocere una ricetta”
‘Ntzù, nonsìCucinando, oltre a essere IL negozio vero e virtuale più strepitoso che c’è, è un gruppo, il nostro gruppo:

Valentina e Riccardo di CUCINANDO
Valentina di L’aroma del Caffè
Morena di Menta e Cioccolato
Sarah di Fragola e Limone
Sara e Paolo di Fico secco e Uva Passa
e io, Claudia di Scorza d’Arancia
spesso, in occasione di momenti particolari dell’anno, ci inventiamo un contest da proporre a te che leggi. Puoi partecipare anche se non hai un blog ma dovrai fare attenzione alle regole da seguire, sono semplicissime.
Tutto ‘sto panegirico per un motivo, lanciare il contest dell’autunno ideato e organizzato da Morena con il supporto di Cucinando 
In palio, premi della Kaiser:
PRIMO premio: 
1 mixing bowl art 9342 
1 coltello taglia torte 9790 
1 spargi farina art 9677
1 pennello art 6028 
1 tortiera doppia 26 art 7068 
1 raschietto art 6011 
1 separa fette art 9196
SECONDO premio 
1 bilancia art 9820 
1 teglia mini muffin art 6220 
1 spargi cacao art 9547
1 150 pirottini art 6275 
1 150 mini pirottini 6312 
1 siringa+7 beccucci art 9066 
1 teglia muffin art 6206
TERZO premio 
1 spargifarina art 9677
1 mattarello art 9721 
1 stampo quiche cm 28 art 2040
  1)Chiunque può partecipare con una sola ricetta dolce o salata che abbia come   ingrediente principale un prodotto della terra autunnale. (fichi, cachi, uva, cavolfiori, ecc..) vanno bene anche le confetture, composte o mostardine sempre che siano fatte con questi prodotti. Quindi non vale una confettura di fragole o pesche perché c’è tutto l’anno.
   2)La ricetta deve essere corredata di foto e testo per la sua preparazione, un testo di introduzione e pubblicata nel proprio blog in data dal 1° Ottobre (oggi) alla mezzanotte del 1° Dicembre 2013. Quindi non valgono ricette già pubblicate.
   3)Scrivere un commento a questo post  sul blog di Morena, con il link della ricetta
   4)Apporre al vostro blog il banner del contest.
   5)Chi non ha un blog può spedire foto e testo all’indirizzo mail: mentaecioccolato08@gmail.com
La giuria che giudicherà le foto, il testo, la presentazione e l’originalità della ricetta è composta dal gruppo menzionato sopra più  la special guest, Lory.
Divertiti ma ricorda, dopo la mezzanotte del primo dicembre, tornerai a essere Cenerentola, la carrozza tornerà a essere una zucca e non accetteremo più ricette, dando il via alla votazione per proclamare i vincitori nel più breve tempo possibile.
Volendo preparare una ricetta che lanciasse il contest, ho pensato che desideravo “spiegare” il titolo in un colpo solo e rendere l’idea con una foto; che dici, ci sono riuscita?

 un’insalata con i prodotti di stagione della terra e del cielo e per cielo intendo tutto ciò che cresce sugli alberi: mela, radicchio rosso, finocchio, uva, funghi e noci per non farci mancare anche gli omega 3

 per due cristiani:
200 g di ovuli buoni (tre)
150 g di finocchio (uno)
150 g di uva rosè
100 g di radicchio rosso
50 g di mela Granny Smith (mezza)
15 g di noci (tre)
10 g di olio extra vergine d’oliva
10 g di crema di aceto balsamico
sale e pepe.

 pulite i funghi.con un panno umido,  raschiate con un coltellino la parte terrosa e affettateli, ove possibile, con un pela carote. Con una mandolina, invece, affettate sottili i finocchi; lavate l’uva, tagliatela a metà ed eliminate i semi. Affettate il radicchio e scottatelo in una padella antiaderente, solo per qualche minuto, mescolando con una pinza. Mettete tutti gli ingredienti preparati dentro una ciotola capiente, unite le noci e la mela sbucciata e tagliata a dadini. condite con il sale, la crema di aceto balsamico e l’olio. mescolate e servite

con l’aiuto di una tabella che calcola le calorie degli alimenti, ho fatto una stima; questa insalata contiene circa 230 kcal a persona.

m’aviti a crìdiri, troppo buona è!

si si, lo so che il fritto è più buono, che la caponata di melanzane, fritta av’agghiessiri e che non dovrei chiamarla caponata picchì mancu l’agrodolce ci fici ma, figghioli miei io ho una dieta da mantenere e idda, la dieta, voli esseri pigghiata per i fondelli, lassatemi fari.

caponata di melanzane e capone al forno
per 4 cristiani
difficoltà: facile
preparazione: 30 minuti più un’ora di riposo delle melanzane
cottura: un’ora e 15 minuti
2 grosse melanzane circa 1,200 g
un cuore di sedano
un pesce capone
30 g di mandorle
40 g di pinoli
300 g di salsa di pomodoro
100 g di olive verdi snocciolate
 50 ml di vino bianco
40 g di cucunci
olio extra vergine d’oliva
sale grosso
basilico
una cipolla

lavate, asciugate le melanzane e tagliatele a cubetti, mettetele in un colapasta, distribuite del sale grosso e fate riposare per un’ora. Nel frattempo affettate la cipolla, le olive e il sedano, ponete dentro un tegame con due cucchiai d’olio, fate cuocere con un dito d’acqua, appena questa si è asciugata aggiungete i cucunci sciacquati, sfumate con il vino alzando la fiamma. Unite la salsa, il basilico e cuocete per cinque minuti. Sciacquate le melanzane, strizzatele e mettetele dentro una teglia da forno con 4 cucchiai d’olio e il condimento preparato, mescolate e infornate a 180°C per un’ora circa. Pulite il capone, tagliatelo a tranci togliete la pelle, la lisca interna e tagliatelo cubetti, unitelo alla caponata, distribuite la frutta secca tritata grossolanamente e cuocete in forno ancora 5 minuti. Fate raffreddare prima di servire decorando con foglie di basilico.

sempre a dieta sono

e per fortuna, mangiare in questa stagione, rende piacevole anche un’insalata. Ho realizzato anche una cosa, il mio cervello, per rimanere connesso alla dieta, deve considerare un certo tipo di lavoro per arrivare all’obiettivo. Se la mattina ho parecchie cosa da fare, la mia testa non pensa a mangiare. Al contrario ‘u ciriveddu macìna sempre una parola “manciari” e non si può. Allora, siccome sugnu giniusa, ingegnosa, il lavoro di preparazione deve essere lungo, assaporo il risultato finale senza sgarrare.Che fatica prendersi in giro ahahahah.
Insalata di asparagi e fave
per due cristiani
preparazione 40 minuti 
cottura: 25 minuti
500 g di asparagi 
800 g di fave da sgranare
mezzo radicchio
un piccolo scalogno
un cucchiaino d’olio extra vergine d’oliva
basilico
per l’emulsione
un cucchiaio di crema di aceto di mele
due cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
la scorza di mezzo limone gratugiata
sale
pepe

 sgranate le fave, eliminate la cuticola che le ricopre e stufatele in padella con un cucchiaino d’olio e un bicchiere e mezzo d’acqua. Appena saranno tenere spegnete e lasciate raffreddare. Pulite i gambi degli asparagi, lavateli e eliminate la parte più dura; cuoceteli in acqua bollente salata per dieci minuti, dentro la pentola alta. Scolateli e tagliateli a pezzi dopo averli fatti raffreddare. In  una ciotola mescolate gli ingredienti cotti, il radicchio affettato finemente, lo scalogno tagliato a rondelle e il basilico. Preparate l’emulsione mescolando gli ingredienti sbattendoli con una forchetta, versate sull’insalata, mescolate e servite.

Ciotole di Andrea Branciforti, Caltagirone

il dopo festa

 Quanti di voi hanno detto ieri sera: “da domani a dieta”. Il nostro cibo quotidiano è tipicamente leggero almeno dal punto di vista delle portate, quando però arriva il pranzo di Pasqua con annessa Pasquetta del giorno dopo ci si abbuffa in maniera esagerata, vuoi per il convivio, vuoi per il piacere di stare a tavola ‘nsemmola con amici e parenti, il numero delle portate è esagerato, si arriva alla fine del tour de force con il segnale del troppo pieno acceso e la campanella che suona l’allarme. A quel punto ogni bocca famelica ha detto basta da domani…
Il problema del giorno dopo si presenta puntuale, stomaco dilatato e bisogno di qualcosa di buono; il concetto del troppo pieno, dopo una notte di sonno, è bello che dimenticato.

se siete ligi ai buoni propositi segnatevi questa ricetta per un’occasione futura, prima che finiscano i carciofi però.

Carciofi ripieni con pomodori secchi e mentuccia
per 10 carciofi
150 g di pane grattugiato
60 g di pomodori secchi sott’olio
30 g di pecorino grattugiato
un mazzetto di prezzemolo
un mazzetto di menta
uno spicchio d’aglio
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
un limone
Spuntate i carciofi, eliminate qualche foglia esterna e sbatteteli su un piano per allargare le foglie, metteteli via via dentro un contenitore con acqua acidulata con il succo del limone. In una terrina mescolate la mollica di pane, il pecorino, il pomodoro secco tagliato a pezzetti, l’aglio e le erbe aromatiche tritati insieme, Pepatee unite due cucchiai d’olio. Sgoggliolate i carciofi, salateli internamente e riempiteli con il composto preparato. Disponeteli dentro una tajine, in piedi, uno accanto all’altro; versate tanta acqua fino ad arrivare a metà dell’altezza dei carciofi, unite un cucchiaio d’olio, coprite con il coperchio e cuocete per circa 45-50 minuti. I carciofi saranno pronti quando, tirando una foglia esterna, questa si staccherà facilmente.

còcila come voi…sempre cucùzza è!

‘U Signuruzzo si scurdò che semu in estate e svacantò secchiate d’acqua a tinchitè per giorni e giorni; aieri c’era talmente tanto scuro che di matina accinnìvi n’anticchia di cannili, non si vidiva nenti di nenti.  Ma ccà semu, fortuna che oggi se n’addunò e spuntò un suli che sbrilluccica puru l’anima. Menu mali va, picchì già ‘un ma fidava cchiù. 
Premessa tutta sicula, scusate ma l’umore mio va in blocco da malutempu, e per quanto la pioggia serva come rimedio alla siccità, io me ne vado di testa. Poi mittici tutta una serie di cose che ammattono e ficimu ‘nzizola; niscìa al naturale 🙂 
Oggi di zucchine voglio parlare, ce ne sono di moltissime varietà; quella che ho utilizzato per questa torta è quella che a Palermo chiamano ppì friiri, cioè da friggere, l’ho usata anche qui per condire questa pasticedda di tradizione. 
per 4 cristiani:
1200 g di zucchina da friggere
50 g di parmigiano grattugiato
30 g di cacio cavallo Ragusano DOP semi stagionato grattugiato
3 uova
400 g di mozzarella tagliata a fettine e fatta sgocciolare in un colapasta
200 ml di panna densa
un mazzetto di prezzemolo
un mazzetto di menta uno spicchio d’aglio
pepe
in una ciotola mescolate 
70 g di pangrattato
30 g di parmigiano grattugiato
30 g di cacio cavallo Ragusano DOP semi stagionato grattugiato

Lavate e asciugate le zucchine, spuntatele e affettatele nel senso della lunghezza utilizzando una mandolina per ottenere uno spessore di circa 3 mm. Friggetele in olio caldo e poi fatele sgocciolare su carta assorbente. In una ciotola sbattete le uova con i formaggi, il pepe, la panna e le erbe aromatiche tritate finemente con lo spicchio d’aglio 

Ungete una teglia di ceramica e disponete uno strato di zucchine, coprite con metà della mozzarella affettata, metà del pangrattato condito con i formaggi (lasciatene una manciata per la finitura) e un terzo del composto di uova. Proseguite con un altro strato di zucchine, la mozzarella, il pangrattato condito e un altro terzo delle uova. Finite con un altro strato di zucchine, le uova e una manciata di pangrattato. Infornate in forno caldo a 180°C per circa 20 minti, giusto il tempo di fare amalgamare i sapori.

 Il titolo del post è un detto siculo, ma immagino che si dica un po’ ovunque: cuocila come vuoi sempre zucca (o zucchina) rimane. Come dire che sempre senza sapore resta. Invece posso asserire che, questa varietà di zucchina, è molto dolce.Queste poi, che sono finite dentro il forno, hanno un sapore speciale perché mi sono state regalate, coltivate e raccolte in un orto privato.  

con “Salutiamoci” arrivo a 700!

Credo che un traguardo, qualunque esso sia, vada enfatizzato, festeggiato, illuminato in qualche modo e sono orgogliosa di pubblicare il mio settecentesimo post legandolo a Salutiamoci il progetto legato alla nostra salute, al nostro modo di volerci bene a tavola; curato, sostenuto e architettato da loro quattro, favolose donne del webbe. Bri, Lorenza, Stella e Roberta che in questo mese ospita il progetto con le zucchine.

Vi spìo come funziona Salutiamoci: doviti cociri ‘na cosa bona e bedda ma soprattutta sana, sanissima nel rispetto della stagionalità evitannu cibi industriali e seguendo questa tabella. Dovìti cociri cosi che fannu bono al vostro corpo, alla vostra salute. Tutti possono partecipare, se avete un blog mettete il logo con la melina e il link al post di Cobrizo, poi lasciate la vostra ricetta nei commenti. Amunì salutatevi puru vui

potete partecipare con ricette nuove o con quelle vecchie purché facciate un nuovo post con il logo dell’iniziativa…eddai non fatevi pregare!

Zucchine ripiene

per 2 cristiani:
4 zucchine piccole genovesi
una cipolla rossa di Tropea
10 g di passolina (uva passa) 
20 g di pinoli
20 g di pomodoro secco
60 g di pangrattato
un’ acciuga sotto sale
un ciuffo abbondante di origano fresco
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
Lavate le zucchine, spuntatele e scottatele in acqua bollente, salata, per 10 minuti. Scolatele e lasciatele intiepidire. Ammollate l’uva passa in acqua tiepida per 10 minuti. Nel frattempo pelate la cipolla e affettatela sottilissima con l’aiuto di una mandolina. Tagliate a metà le zucchine nel senso della lunghezza e, con molta delicatezza, asportate la polpa. Soffriggete la cipolla in 3 cucchiai d’olio, aggiungete l’acciuga, dissalata sotto l’acqua corrente, i pomodori secchi precedentemente ammollati in acqua calda per dieci minuti, risciacquati e tritati finemente, infine la polpa della zucchina tritata; cuocete per cinque minuti. A parte tostate leggermente i pinoli e poi il pangrattato. Mettete in una ciotola tutti gli ingredienti preparati, una macinata di pepe e le foglioline di origano, mescolate per amalgamare e farcite le zucchine. Disponetele in una teglia foderata con carta forno e infornate in forno caldo a 160°C per 20 minuti circa.
 salut

Rosaliaaaaa. Componiti. Svergognata!

sono immersa nei miei pensieri, i più diversi e affastellati gli uni agli altri, mentre sono in cucina e lavo le milincianedde, quando ad un tratto, uno in particolare, mi stampa un sorriso sulle faccia, facendomi scoprire i denti. I milinciani ammuttunati mi fanno venire in mente una battuta di un film con Tiberio Murgia, che pur essendo sardo_sardo, è la caricatura del classico siculo. Ammuttunata ha molti significati, abbottonata, lardellata, chiusa, ripiena.  Il mio pensiero lo associo a una tipica donna sicula, di una bellezza travolgente, colori scuri, un seno pieno, molto provocante, di una billizza che emana cuntitizza, magari vistuta di nivuru, e la cammisedda non troppo ammuttunata…”Rosalia, componiti, svergognata! E sorrido.
Mah! quannu sunnu sula ‘u ciriveddu  va a vacante, senza rete, vuota e con pensieri anche scomposti, però, la mia solitudine, mi fa compagnia e mi fa anche ridere.

per quattro cristiani:
un chilo di melanzane niche, piccole
un chilo e mezzo di pomodoro maturo
un ciuffo di basilico
una cipolla rossa
50 g di caciocavallo Ragusano D.O.P
20 g di pomodori secchi
4 spicchi d’aglio
un ciuffo di menta
sale
zucchero
sale grosso
pepe
olio extra vergine d’oliva

Lavate le melanzane; togliete il picciolo e praticate dei tagli non troppo profondi su quattro lati lasciano intatti la base e la corona in alto, devono essere delle incisioni, delle tasche verticali. Ponete le melanzane dentro un colapasta e cospargete con il sale grosso, fate perdere l’acqua di vegetazione per circa un’ora. Nel frattempo  affettate finemente la cipolla, mettetela in un tegame e fate soffriggere, in 3 cucchiai d’olio e poi aggiungete un goccio d’acqua, fino a stufarla; lavate il pomodoro, tagliatelo a pezzi grossolani e aggiungetelo al soffritto, aggiungete il basilico spezzettato e fate cuocere per circa 20-30 minuti. Passate tutto con il passa pomodoro, rimettete dentro il tegame e fate stringere ancora un quarto d’ora, salate, pepate e spegnete il fuoco. Tritate l’aglio con la menta, affettate finemente i pomodori secchi, dopo averli fatti rinvenire in acqua calda e asciugati, unite il caciocavallo grattugiato e mescolate. Sciacquate le melanzane, asciugatele e riempite le tacche con il ripieno preparato, con delicatezza, aiutandovi con la lama di un coltello.

 Friggete le melanzane nell’olio bollente, rosolate da tutte le parti fino a colorirle. Passatele nel sugo e cuocete ancora un quarto d’ora. servite come contorno o come antipasto.

un quasi mescomè

a meno delle melanzane, e si perché il mescomè è una miscellanea di patate fritte, peperoni fritti e melenzane fritte…quindi questo piatto potremmo chiamarlo semplicemente peperonata con le patate 😀
In estate, perchè siamo in E_STA_TE, adoro preparare le ricettuzze della mamma. Questa è una ricetta tipicamente sicula: attenti a mia.
per due cristiani, pigghiate 500 g di peperoni, una cipolla di Tropea, olio extra vergine d’oliva, 500 g di patate rosse, 300 g di pomodori maturi per salsa e basilico fresco

affettate sottile la cipolla, mettetela in un tegame con 6 cucchiai di olio e 50 ml di acqua, fatela stufare e aggiungete i peperoni, lavati,privati dei semi ed eventuali filamenti. Tagliateli a filetti e poi a metà, uniteli alla cipolla e cuoceteli aggiungendo n’anticchia di acqua calda se il sugo dovesse restringere troppo. A metà cottura aggiungete i pomodori, pelati, privati dei semi e ridotti a pezzetti. Lavate le patate, sbucciatele, tagliatele a tocchetti e friggetele in olio extra vergine d’oliva ben caldo. Quando anche le patate sono cotte unitele ai peperoni, cuocete ancora cinque minuti e spegnete il fuoco; salate, pepate, cospargete con il basilico sminuzzato con le mani.

la bellezza

…delle cose.
Mi faccio ammaliare dalle cose belle, che ci posso fare? La forma mi affascina, saranno i retaggi “di Architettura?” Non so, ma niente ci fa! Sempre però, dopo che il bello mi affascina, devo verificare se segue uno dei criteri del Movimento Moderno: la forma segue la funzione. Questo diceva il Maestro Louis Kahn.Ora questo principio lo trasferisco al cibo, sperano che il suddetto Maestro non si rivolti nella tomba.
Conoscete tutti Martha Stewart? Almeno quelli che bazzicano la rete la conoscono per forza di cose. Ebbene,lei ha realizzato una ricetta di patate al forno troppo bella da vedere. e secondo voi, io non mi sono innamorata all’istante? Manco a dirlo, un nano secondo mi è bastato, l’ho rifatta a modo mio seguendo la sua forma per raccontarvi che ‘ste patate non solo sono favolose da vedere ma pure troppo buone da mangiare.
Vi cuntu come la fici:
per una cocotte di 14 cm di diametro (potrebbe essere un contorno per due oppure un pasto unico solo per me ;))
2 patate medie rosse
uno spicchio d’aglio degerminato
due rametti di rosmarino fresco
50 g di speck tagliato sottilissimo

burro
olio extra vergine d’oliva
sale
pepe

lavate con cura le patate, asciugatele e, senza sbucciarle, affettatele con una mandolina, realizzando delle fette di 2,5 mm di spessore. Ungete con un filo d’olio la cocotte e disponete qualche ricciolo di burro sul fondo. Disponete poi le fette di patata in verticale non troppo strette tra loro. Tritate a coltello l’aglio finissimo con il rosmarino, distribuite il trito tra le fette, grossolanamente, salate, pepate, date un altro giro d’olio e finite con 4 riccioli di burro. Chiudete con il coperchio e infornate a 180°C per mezz’ora; tagliate le fette di speck a  pezzetti, tirate fuori la cocotte dal forno, togliete il coperchio e, facendo attenzione a non bruciarvi aiutatevi con la lama di un coltello per inserite lo speck qua e la, tra alcune fette di patata. Infornate ancora per mezz’ora senza coperchio. Gustatele tiepide, ma vi confesso che anche fredde sono fantastiche.