banana bread

banana bread
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Piove talmente tanto che ‘u Signuruzzu su scuiddò, io, invece mi scordai un casco di banane sulla madia in cucina e per fortuna che in soccorso arriva sempre Simona Mirto e le sue ricette pazzesche sul suo blog Tavolartegusto. La ricetta del suo banana bread è facilissima e, come sempre, molto dettagliata. Io mi sono limitata a togliere un po’ di frutta secca ma solo perché non l’avevo in casa, per il resto ho copiato [quasi] pedissequamente per evitare spiacevoli sorprese.

3 banane mature (più una per la decorazione superficiale)
240 gr di farina 0
130 gr di zucchero di canna a grana sottile
100 gr di burro a temperatura ambiente
2 uova
un cucchiaio di estratto di vaniglia
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
buccia grattugiata di 1 limone
1 bustina di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale
100 gr di cioccolato fondente tritato
100 gr di mandorle tritate
Schiaccia tre banane con una forchetta per ottenere una purea e metti da parte.
Accendi il forno e imposta la temperatura a 190°C nel frattempo sbatti il burro morbido con lo zucchero, la vaniglia, la cannella, la scorza del limone e il sale fino ad ottenere una crema liscia. Sempre lavorando a media velocità, incorpora un uovo alla volta. Aggiungi le banane schiacciate e mescola con una spatola per amalgamare il tutto. Infine aggiungi la farina setacciata con il lievito e il bicarbonato sempre mescolando con una spatola. A questo punto aggiungi metà del cioccolato e metà delle mandorle mescolando dal basso verso l’alto, versa nello stampo imburrato e infarinato; completa con due fette di banana tagliate longitudinalmente e quello che resta del cioccolato e delle mandorle.
Cuoci  per 10-15 minuti a 190°C poi abbassa la temperatura a 180 per ancora 20-25 minuti o qualcosa in più se utilizzi uno strumento di cottura in ceramica, come ho fatto io.  Vale sempre la prova stecchino per verificare la cottura, deve uscire perfettamente asciutto.
Sforna e fai raffreddare completamente prima di servire.

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altro giro altra corsa

In effetti dovrei correre, mi farebbe bene, credo.
Vedo molta gente che si attrezza con scarpe strepitose, abbigliamento da urlo, occhialetti aggressivi e fiato da vendere, ah! come vi ammiro, seduta però; vi supero con l’auto e già sono stanca. Niè, troppo faticoso, non ho l’età, e nemmeno le scarpe da jogging, le mie sono tutte tacco 12-13 cm. Lascio a voi l’asfalto io mi tengo quei cinque chili di troppo, oramà mi ci sono affezionata. Anzi, mi sparo qualche altra cartuccia, tanto che può succede se appoggio un’altra maniglia dell’amore sui fianchi? Ve lo dico io che lo so, niente ci fa, poi oggi è sabato ed è risaputo che il sabato, in tutte le mie diete, è libero, esattamente come gli altri giorni. Sacrifici sono!

Morbida tortina alla frutta 
per otto cristiani:
2 uova
3 albumi
un cucchiaino di estratto di vaniglia
70 g di zucchero di canna
80 g di farina
mezza bustina di lievito (8 g)
montate a neve tre albumi, aggiungete 20 g di zucchero di canna e continuate a sbattere la meringa fino a quando sarà lucida e farà i picchi. In un pentolino sciogliete 30 g di burro, togliete dal fuoco e aggiungete un cucchiaino di estratto di vaniglia con 60 ml di latte e mescolate
in una ciotola montate due uova con 50 g di zucchero di canna e un pizzico di sale, lavorate per almeno 10 minuti, dovranno diventare di un giallo chiaro e molto spumosi; unite gli albumi montati a neve con dei movimenti delicati, dal basso verso l’alto. Aggiungete anche la farina setacciata con il lievito e il mix di burro.
versate dentro una teglia di  20 cm di diametro, precedentemente imburrata e infarinata, infornate a 180°C per circa 30 minuti. Il mio forno strepitoso cuoce a 170°C in modalità ‘ventilato’ a freddo, questo per ribadire che per la cottura basatevi sulla conoscenza del vostro forno.
per il ripieno e la finitura
500 ml di panna fresca
50 g di zucchero a velo
frutta a piacere
io ho usato fettine sottili di mango
circa 200 g di mirtilli
una decina di more

il mango siculo

 mizzica acquazzone che fici ieri sira! Acqua, tuoni e fulmini che pariano giochi di focu, gli occhi mi facevano pupi pupi; il vento mi fici vulari le tende del terrazzo e, in un vidiri e svidiri,  dopo manco due ore tutto finì come cominciau. Oggi con il sole, le zanzare e il caldo tornarono alla carrica; manco ‘st’estate mi manciaru accussì. 
In quest’insalata ho previsto, per un per un cristiano, un mango siciliano; non conoscevo l’esistenza del frutto siculo, prima che il mio spacciatore di frutta e verdura me lo raccomandasse vivamente, e bonu fici. Una ducizza di polpa che manco vi posso raccontare quindi, accattatevillo. 

un mango
una mozzarella fiordilatte
un mucchio di lattuga mista
gocce di aceto balsamico
un cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva
coriandolo in polvere
foglioline di basilico
sale
pepe
sbucciate il mango, affettatelo eliminando il nocciolo. Affettate anche la mozzarella e poi disponete sul piatto da portata tutti gli ingredienti, alternando i colori. Condite con l’olio, l’aceto, il sale, le spezie e le foglioline di basilico.

oggi vieni tu da me…


così ti faccio vedere il mio plagio 😀
parlare ancora dei siciliani mi sembra superfluo, perchè hai detto e sintetizzato tutto tu
poche parole ma buone (secondo me eh? ovvio!), in definitiva è un classico no?
Leggendo il post ho sentito un richiamo, mi sembrava pressocchè scontato riprodurre questa composta, dal nome ancora indefinito che tanto mi ha affascinato. M’acchiappò per il fatto ca’ facisti tu, m’acchiappò picchì c’erano li ficurinia, m’acchiappò picchì sicula sugnu…e mi riliggià nelle parole tò :), m’acchiappò perchè di passione si parra.
Ti racconto cosa ho combinato dopo essermi spinata ben bene:
accattai circa 700 g di ficurinia, li ho sbucciati e ne ho ricavato i 500 g che dicivi tu
li ho messi a pezzi in un tegame con
200 g di zucchero di canna
1 cucchiaino scarso di chiodi di garofano
1 cucchiaino scarso di curry
un cucchiaino scarso di peperoncino piccante sfuso
3 ma anche 4 cm di cannella
2 ma anche 3 cm di zenzero sbucciato e grattugiato

100 g di cipolle rosse di tropea
1 spicchio d’aglio sbucciato
1 mela a pezzi senza buccia ma con torsole e semi, come vossia comanda!
50 ml di aceto bianco…avevo finito quello di mele puttroppo
ma ho aggiunto 50 ml di calvados
1 pizzico di sale

bedda, non t’incazzare ora, perchè dopo aver fatto sobollire come dicisti per 30 minuti, ho passato la composta nel passapomodoro e poi per mettermi la coscienza a posto a lassai dà per tutta la notte ahahahahahah
l’indomani l’ho rimessa sul fuoco per circa un’ora a fuoco leggìo, ho sterilizzato per menz’ora a 120°C il vasetto nico e poi l’ho riempito 😀
il suo sapore? appassionante!
il suo colore? no giallo ma russu perchè i miei ficurinia erano russi dintra
🙂
amica mia bedda che t’ha diri?
proprio vastasa!
ahahahahah
bravaissima!



Una poesia al pistacchio e ciliegie

Amici miei, questa ve la dovete segnare, è una ricetta strepitosa, ovviamente per chi gradisce questi ingredienti speciali; che bei colori, che bei sapori, che associazioni devo complimentarmi ancora una volta con quella magica rivista che è Sale&Pepe, inimitabile, superlativa, unica. Ho imparato a cucinare praticamente mano manuzza con quelle pagine saporite.
questo numero risale al giugno del 2000.
Le foto non rendono giustizia ma il gusto era super!!!
400 g di ciliegie
mezzo bicchiere di maraschino
100 g di pistacchi
200 g di burro
120 g di farina
210 g di zucchero a velo
4 uova
una bustina di vanillina
per la crema:
2 tuorli
50 ml di latte ( si lo so è pochissimo ma basta fidatevi su su)
1 cucchiaio raso di fecola di patate (la ricetta ne prevede 2 cucchiai, ma sono troppi)
il succo di un’arancia
2 cucchiai di di maraschino

Portate a ebollizione in un pentolino 2 bicchieri d’acqua e versatevi i pistacchi; toglieteli dal fuoco, lasciateli a bagno per 5 minuti, scolateli e privateli della pellicina. Asciugateli poneteli nel mixer e tritateli con 100 g di zucchero a velofino ad ottenere un composto granuloso. Lavorate il burro ammorbidito con lo zucchero rimasto (tenendone da parte un cucchiaio per spolverare in ultimo) finchè sarà spumoso, poi aggiungete le uova intere, la farina setacciata, la vanillina e alla fine la mistura di pistacchi. Lavorate il composto energicamente per amalgamare bene tutti gli ingredienti. Versate in uno stampo di 20 cm imburato e foderato di carta forno (io ho imburrato e infarinato) infornate e cuocete a 170-180° per circa 40 minuti. Sfornate e fate raffreddare su una gratella. Intanto lavate le ciliegie mettetele in una padella con il maraschino, fatele cucocere per pochi secondi e a fuoco vivo e lasciatele raffreddare. Preparate la crema; sbattete i tuorli con lo zucchero e la fecola amalgamando bene gli ingredienti, unitevi il succo d’arancia, io avevo un’arancia sanguinella ecco il perchè di questo colore rossiccio :), versate il latte bollente e, sbattendo rapidamente ponetela sul fuoco per farla addensare senza farla bollire. Lasciate raffreddare mescolando di tanto intanto; stendetela sulla torta, decoratela con le ciliegie e spolverizzate con lo zucchero a velo.
adesso datemi tregua che mi devo mettere a stecchetto
🙂
notte notte
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