la matta

Come lo metti, metti  ‘stu piatticeddu è sempre gradito; un piacevole ingresso, servito come antipasto insieme a del salato, oppure un intermezzo, come contorno o, infine, da servire come fine pasto; frutta che si presta come un jolly durante tutto il pranzo. Ma chi vuliti di chiù?
insalata di melone giallo speziata
per 4 cristiani
un melone giallo
un limone, succo e scorza
una bacca di cardamomo
un chiodo di garofano
pepe
semi di papavero, la punta di un cucchiaino
foglioline di menta

lavate il melone, tagliatelo in due, eliminate i semi e prelevate la polpa del melone con uno scavino, oppure tagliatelo a fette, eliminate la buccia e poi tagliatelo ancora a pezzi. Ponetelo in una ciotola, condite con la scorza grattugiata del limone, una macinata di pepe, i semi di cardamomo pestati con il chiodo di garofano, il succo del limone e le foglioline di menta, mescolate e ponete in frigo fino al momento di servire.

il fiò fiore alle mele

o ciuriddo alle mele, appillatelu come vuliti, una torta di mele è, anche se non è periodo: flagellatemi! Con tanta frutta, direste voi, che avemu ‘n’ta la ‘stati…e va beh, facitimila passari, sono talmente innamorata delle torte di mele che non ho resistito dal pubblicarla in un giorno d’estate.
ingredienti per una teglia apribile da 24 cm di diametro:
200 g di farina
50 g di farina di riso
150 g di zucchero più un paio di manciate 
150 g di burro 
100 ml di yogurt greco al limone
4 uova
un cucchiaino raso di cannella
una bustina da 16 g di lievito
3 mele golden

 Preparate tutto il necessario prima di cominciare a impastare; foderate il fondo di una teglia apribile, da 24 cm di diametro, con un foglio di carta forno, imburrate sia il bordo che il fondo e spolveate con la farina, eliminando quella in eccesso. Accendete il forno e portatelo a una temperatura di circa 170°C.
Setacciate le farine con il lievito, la cannella e mettete da parte. Sciogliete il burro e fatelo raffreddare.
montate i tuorli con 150 g di zucchero, fino a farli diventare gonfi e chiari, aggiungete il burro fuso poco per volta e il mix di farine alternando allo yogurt. Montate a neve ferma gli albumi e incorporateli al composto con molta delicatezza, con una spatola e con movimenti dal basso verso l’alto per non smontarli. Eliminate il torsolo da una mela e affettatela intera a 2 mm di spessore; il taglio è fondamentale, deve essere netto, preciso e uniforme. Il mio robot multifunzione ha lame in acciaio di alta precisione.

disponete le fette lungo il bordo e sul fondo, spargete una manciata di zucchero e versate l’impasto appena preparato.
 Tagliate in quarti le mele rimaste, affettatele nel senso della lunghezza e affondatele nell’impasto a raggiera, spolverate con una manciata di zucchero.
Cuocete per circa 45-50 minuti o fino a quando, facendo una prova con uno stecchino affondato nell’impasto, questo ne esca pulito e asciutto. 

  Fate raffreddare per mezz’ora dentro la teglia prima di sformare delicatamente e con l’ausilio di una spatola per dolci. Fate raffreddare completamente prima di servire. Se volete spolverate con dello zucchero a velo e servite con una pallina di gelato alla vaniglia opuru ‘nzuppatela nel latte domani, con la matinata.

Stanno diventando un classico del cibo da strada

A Palermo è tipico trovare il fruttivendolo che vende la verdura cotta, praticamente il contorno pronto a scelta, per un’insalata veloce; fagiolina e patate vugghiute, peperoni, cipudde bianche, finocchi e mulinciane arrrustute, pullanche vugghiute, ‘nsumma la cena è pressoché pronta preparata da loro. E che pinseri avemu ‘n Paliemmu? ‘Ncà!
Non abbiamo dunque solo pane e panelle, arancini e stigghiole, ravazzate e cazzilli, il cibo da strada si apre a nuove esperienze, il concetto è sempre quello mangiare in piedi, strata strata, qualunque cosa sia anche un pezzu ‘i sasizza arrustutu manciatu cchi manu.
Mizzica ma ora pure alcuni pescivendoli si sono attrezzati per la vendita da asporto, le polpette di sarde al sugo le vendono anche in mezzo alla strada. Se passate di ccà io, ve le regalo.

Polpette di sarde al sugo
per 4 cristiani
700 g di sarde
100 g di pan grattato
15 g di pinoli
10 g di uvetta
un uovo piccolo
un ciuffo di prezzemolo
un ciuffo di menta
1,200 k g di pomodorini datterino
uno spicchio d’aglio
una foglia di alloro
vino bianco secco
olio extra vergine d’oliva
farina di rimacinato
sale e pepe
lavate i pomodorini, metteteli dentro la centrifuga con lo smoothieMix  e azionate la macchina, otterrete una passata cremosa che cuocerete su fuoco dolce, con uno spicchio d’aglio schiacciato e un cucchiaio d’olio, fino a restringerla della metà.

Pulite le sarde, eliminate la testa, le interiora e la lisca mettetele dentro il bicchiere del robot con la lama di metallo, aggiungete l’uvetta, i pinoli, il pangrattato, la menta, il prezzemolo e l’uovo, con il tasto pulse riducete in poltiglia il composto rendendolo omogeneo.

 Preparate delle polpettine che passerete nella farina e poi friggerete in olio caldo. Sfumate con il vino e fate evaporare; aggiungete le polpette al sugo con una foglia d’alloro e cuocete ancora 30-40 minuti. Servite tiepide.

hamburger di casa mia

onnivora sono, mangio tutto con moderazione, la mia è una dieta varia; alterno pesce, pasta, carne, riso legumi, frutta e verdura di stagione e chi più ne ha più ne metta. Non disdegno nulla premesso che non sono allergica o intollerante, mangio qualunque cosa io abbia nel piatto, senza chiedere cosa c’è dentro soprattutto quando sono ospite. Però, c’è un però; quando voglio mangiare un prodotto che tipicamente trovo confezionato e non so cosa contiene il miscuglio non meglio identificato ( se ne sentono e leggono in giro sul web ), lo faccio io, non ci penso due volte. Il bello di realizzare questo tipo di preparazioni in casa è che ci putiti mettere chiddu che vuliti e sapiti esattamente che cabbasiso stati manciannu Questa volta vi cunto cosa ci misi dintra però.
Hamburger di pollo con filetti di verdure
per due cristiani:
300 g di petto di pollo
un cm di radice di zenzero
due fette di mango
un mazzetto di prezzemolo
un cipollotto
sale
pepe
nome moscata
60 g di carote
un uovo piccolo
circa 50 g di latte

riducete a pezzi il pollo, le carote, lo zenzero, il cipollotto e il mango sbucciati. Mettete tutto nel robot multifunzione usando la vasca grande con la lama in dotazione, insieme aggiungete il prezzemolo, il sale, il pepe, l’uovo e la noce moscata, frullate agendo sul pulsante” pulse” fate in modo da non macinare troppo gli ingredienti. 
Unite il latte quanto basta per avere un composto morbido, potrebbe anche non servirvi tutto.
ritagliate 4 rettangoli da un pezzo di carta forno, poggiatene uno su un tagliere e collocatevi sopra un coppapasta di circa 10 cm di diametro, mettete metà del composto e schiacciatelo con un batticarne. Se avete l’apposito attrezzo per realizzare gli hamburger usatelo pure, io faccio alla fimminina. Coprite con l’altro rettangolo e cuocete su fuoco moderato dentro una pentola di pietra precedentemente arroventata dopo circa cinque minuti girate l’hamburger aiutandovi con una paletta e i rettangoli di carta forno, faciti attenzione a non scafazzare la forma 😀
Fate la stessa cosa con l’altro hamburger.

 Preparate l’insalata tagliando a filetti 6 carote baby e una zucchina genovese; mettete le verdure in senso orizzontale nella tramoggia del robot multifunzione montate il disco grattugia 2 mm,

disponete sul piatto da portata un ring leggermente più grande di quello usato per gli hamburger, disponete dentro metà delle verdure crude leggermente condite con olio,sale e crema di aceto balsamico; adagiate sopra l’hamburger cotto, decorate con foglioline di valeriana e servite. 

come dilatare il tempo in una soleggiata mattina di maggio

Difficile? Ma no!
Complicata? Ma no!
Camurriusa? N’anticchiedda devo dire, ma tanto che avevo da fare stamattina? Mi volevo dedicare anima e core al mio pranzo e lo volevo fare con tutti i santi sacramenti. Ho usato tutte le pentole che avevo a disposizione…impossibile, vero è; per usarle proprio tutte mi ci vorrebbe un giorno intero, ne ho un numero inenarrabile; sicuramente posso dire di avere usato una WMF, una Roccianera e una Emile Henry. Praticamente fici l’anplein; come dicevo l’altro giorno? Ah, si! I ferri fanno il mastro, eccome.

per 4 cristiani:
per i ceci
150 g di ceci secchi
800 ml di brodo vegetale
una carota
un mazzetto di prezzemolo
uno scalogno
olio extra vergine d’oliva
tritate finemente il prezzemolo, la carota e lo scalogno, soffriggete in un cucchiaio d’olio, dentro la pentola a pressione, unite i ceci secchi sciacquati (senza ammollo) coprite con il brodo, chiudete il coperchio della pentola a pressione WMF, aspettate che il  secondo anello arancione dell’indicatore di cottura sia completamente visibile e cuocete per 45 minuti. Sfiatate e scolate i ceci conservando il brodo.
per il tajine
olio extra vergine d’oliva
300 ml di brodo vegetale
un cucchiaino di estratto di pomodoro
2 scalogni
2 carote
100 g di patate
2 cm di zenzero fresco
curry
paprica dolce
16 gamberi
500 g di asparagi sottili
nella tajine Emile Henry mettete un cucchiaio d’olio, lo scalogno affettato, l’estratto di pomodoro, lo zenzero tritato e due cucchiai d’acqua, stufate leggermente e aggiungete le patate e le carote affettate a rondelle, unite il brodo, le spezie e gli asparagi  dopo aver eliminato la parte dura. Coprite con il coperchio e cuocete per 15 minuti, unite i gamberi e cuocete ancora 10 minuti.

per il cous cous alla vaniglia
200 g di cous cous precotto
1 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
350 ml di brodo di cottura dei ceci
una baca di vaniglia
in una casseruola in pietra Roccianera ponete l’olio e e il cous cous, portate a temperatura la pentola e tostate il cous cous con una spatola.

 Spegnete il fuoco e unite il brodo caldo, mescolate e coprite con un coperchio, lasciando riposare per 10 minuti mescolando ogni tanto.

  Sgranate con una forchetta e cospargete con i semi di vaniglia.

Servite nei piatti individuali con cous cous in forma e il tajine vicino oppure scolate il tajine sul cous cous e portate in tavola la pentola.

Et voilà

Ah, santa donna quella che s’inventò per sbaglio questa torta. Certo quella originale di mele era, però da quell’errore ottocentesco s’aprì un mondo di variazioni sul tema, quindi grazie assai a una delle due sorelle Tatin, quella che stava in cucina, Stephanie s’intende, idda và! Quella che, per i pensieri che le frullavano in testa, infornò la crostata con solo la frutta caramellata senza la brisée sotto, si vutò e s’accorse che sul piano di lavoro c’era l’impasto ancora da stendere. “Uddiu, e ora che faccio?”, avrà pensato tra sé e sé. Me l’immmagino mischinedda mentre Carolina era in sala a rabbonire i cacciatori che s’aspettavano il dolce. Idda nenti fici? Tirò fuori la teglia e ci stese l’impasto sulla frutta e poi, dopo la cottura, girò il dolce sottosopra…se ne accorse qualcuno che fu un errore secondo voi? Io credo di no, avranno detto: cara Stephanie, sei un genio! 
Questa variazione sul tema Tatin, avrei dovuto prepararla in negozio da Stahlhouse a Reggio Calabria sabato scorso, ma non ci fu il tempo, lascio la ricetta per tutti gli amici che vorranno prepararla e che si sono entusiasmati con la classica Tatin di mele.
Tarte Tatin di mango e croccante pasta sfoglia
2 mango grossi, maturi ma sodi
100 g di zucchero semolato
30 g di burro
un rotolo di pasta sfoglia rotondo
nella pentola per la Tatin caramellate lo zucchero con un paio di cucchiai d’acqua, roteando la pentola sul fuoco; usate tranquillamente i manici senza paura di scottarvi perché sono atermici, almeno sulla fiamma del fornello, usate dei guanti quando la tirate fuori dal forno 😉
fuori dal fuoco aggiungete il burro e mescolate per amalgamare. Disponete le fette di mango precedentemente sbucciato e affettato, possibilmente a raggiara, coprite con il disco di sfoglia e infornate in forno caldo a 180°C per circa mezz’ora o fino a quando la sfoglia sarà dorata. Tirate fuori dal forno e attendete 5 minuti, affinché si raffreddi leggermente. Coprite con il piatto da portata, a corredo della pentola, e rovesciate la torta con un colpo secco e deciso, et voilà!

dai oggi e dai domani

Facitilu un paniceddu accussì, anche uno al giorno. Se non avete ospiti e non siete divoratori accaniti di pane, una pagnotta, si mantiene morbida per giorni. Questo pane l’ho realizzato seguendo il procedimento della lunga lievitazione, ‘n’anticchia di tempo in più per un risultato strepitoso. La crosticina croccante è un piacevole scrigno, dintra la mollica è talmente morbida e buona che te la mangi anche schitta, accussì senza companatico. 
500 g di semola di rimacinato
300 g di acqua tiepida
10 g di sale
10 g di lievito di birra
10 g di zucchero
un cucchiaio di oli extra vergine d’oliva
una manciata di semi di zucca
una manciata di semi di sesamo
latte per spennellare
farina per spolverare
mescolate la farina con lo zucchero e il lievito sbriciolato, impastate aggiungendo l’acqua poco per volta, unite anche il sale e l’olio. realizzate una palla e ponetela dentro un contenitore coperto da un canovaccio dentro il forno spento con la luce accesa per un’ora e mezza.
Trascorso il tempo necessario, riprendete l’impasto e lavoratelo sulla spianatoia, effettuate qualche piega, rifate la palla e ponete nella stessa ciotola,  coprite con un foglio di pellicola e ponete in frigo a lievitare 10-12 ore. Il giorno dopo riprendete l’impasto e riportatelo a temperatura ambiente, lavoratelo per sgonfiarlo piegandolo più volte. Infarinate molto la base della cucipane, realizzate una palla con l’impasto, ponetela sulla base infarinata, incidete con dei tagli inclinati e paralleli, chiudete con la cloche e fate lievitare per un’ora e mezza a temperatura ambiente. Togliete il coperchio, spennellate con il latte, cospargete con i semi e con la farina, coprite e infornate per 40 minuti a 230 °C.

il pasto del venerdì senza carne

alla fine  la pasta con le sarde la fici il venerdì Santo che, dice, non si mangia carne, poi in un vidiri e svidiri ti poi manciari tutta la carne che vuoi, a meno dei commenti dei vegetariani e degli amici vegani, ma chiddu è n’autru paru di maniche, come si dice ccàdiscorsi ‘i cafè. Torniamo a mmia e a ‘sti tortini. Venerdì matina accattai le sarde e n’accattai assai, esagerata fui, allora dopo un bellu piatto di bucatini con le sarduzze ho composto questi canapè per tutti chiddi che non vulìanu la pasta
per ogni tortino
12 sarde diliscate e aperte a libro 
18 pomodorini 
un mazzetto di finocchietto cotto e sminuzzato a coltello
una manciata mollica atturrata (pangrattato tostato)
in una padella di pietra componete i tortini ponendo dentro un coppapasta uno strato di sarde, uno di finocchietto, uno di pomodorini e uno di mollica atturrata, versate in giro d’olio (poco), salate lo strato dei pomodorini e continuate per altri tre strati, accendete il fuoco e coprite con il coperchio. cuocete per circa 20 minuti a fuoco leggio. Con una paletta, prelevate il tortino, ponetelo sul piatto e sfilate il coppapasta facendo attenzione a non scottarvi. Servite caldo.

I ferri fanno il mastro

e su questo non si discute, puoi essere un meccanico bravissimo ma senza le chiavi a snodo, le chiavi a stella, i giravite e un mucchio di altre cose non hai dove andare, non è strada che spunta, meglio livarici manu. Ecco, non so per uno chef, non me ne intendo, parru ppì mia se mi levano delle buone pentole, attrezzi magici e l’attrezzatura bionica in cucina mi vedo persa, certo mi ci vorrebbero qualcosina in più dei 60 cm risicati che ho come piano di lavoro, ma non si può avere tutto dalla vita…no direi proprio di no

vi cuntu chi fici con la mia attrezzatura magica:
per due cristiani, me figghia e iu, pigghiai 600 g di patate a buccia rossa, le ho pelate e messe dentro la tramoggia della centrifuga, Il succo che ho ottenuto l’ho usato per addensare una salsa, la polpa di patata l’ho messa in una ciotola; l’ho condita con un uovo medio, 30 g di Montasio grattugiato, tre rametti di maggiorana tritati, 30 g di pangrattato, un gocciolino d’olio extra vergine d’oliva, un po’ di latte per ammorbidire l’impasto, nu sacciu quantio ci nnì misi mettetelo poco per volta, l’impasto deve essere morbido. Ho finito con sale e pepe.

Confezionai due tortine con l’aiuto di un coppapasta (ma quanti aiuti ho?) e li misi ‘natticchiedda di lato. Poi pigghiai una zucchinetta genovese bella pulita e spuntata, l’ho messa, insieme con ‘na manciata di ravanelli (6) puliti e spuntati anche quelli, nella tramoggia del robot multifunzione e, con un disco per grattugia picciriddu ottenni una filinia di verdure, talìate che bedde!
le verdurine poi, le ho fatte saltare, per eliminare l’acqua di vegetazione, dentro una padella in pietra, senza grassi e messe da parte al caldo.
 Ho pulito la padella con un foglio di carta da cucina, l’ho rimessa sul fuoco per farla arroventare un’altra volta e ho cotto i tortini di patate, a fuoco leggìo, li ho girati di tanto in tanto e con il coperchio ho ottenuto un effetto forno.

ho impiattato decorando con le verdure cotte, una manciata di pomodorini piccadilly tagliati a rondelle, sale, pepe, un giro d’olio e la crema di aceto balsamico.
La cosa bella fu la frase di me figghia: mamma me li rifai?

scopiazzando da Sale&Pepe

 Marzo è, marzo 2014, il numero passato, pagina 41. Se lo trovate ancora in edicola ma mi pare difficile, compratelo, ‘sta pasticedda è favolosa, credetemi sulla parola e facitivvila puru vui picchì merita un plauso, una stenninovescion, un encomio, un bacio in bocca.

 facilissima, veloce e buona,ma chi vuliti di cchiù? Il titolo recita: mezzi pennoni con salsa di asparagi, bacon e provola.
Andiamoci da qui; di meNzo avevo le maniche e chidde ci misi.Il bacon finiu e ci misi la pancetta affumicata, la provola mi facìa ntipatia quindi usai il Montasio. Ordunque il titolo addiventa: mezze pennoni maniche rigate con salsa di asparagi,bacon pancetta affumicata e provola Montasio. In buona sostanza un quasi copiato che merita di essere menzionato.
per 4 cristiani:
400 g di mezze maniche rigate (anche un po’ in più)
400 g di asparagi già mondati
60 g di pancetta affumicata tagliata sottilissima
120 g di Montasio
30 g di farina setacciata
40 g di burro
150 ml di latte caldo
noce moscata
sale
pepe
cuocete gli asparagi al vapore per 15 minuti,conservate qualche punta cotta, il resto frullatelo nel mixer e mettetelo da parte. In una casseruola di pietra ben arroventata, scottate la pancetta per pochi istanti da ambo i lati e ponetela in un piatto. Usate la stessa casseruola per sciogliere il burro, aggiungete la purea di asparagi e mescolate con una frusta a fili. Unite la farina e, poco dopo, il latte caldo, mescolate per amalgamare. Cuocete per pochi minuti fino a quando  la salsa si sarà rappresa. Spegnete il fuoco, unite 40 g Montasio grattugiato, salate, pepate e grattugiate abbondante noce moscata o secondo i vostri gusti.

Cuocete la pasta in abbondante salata, scolatela e versatela in una terrina (conservate un po’ di acqua di cottura), condite con la salsa di asparagi, mescolate e fluidificate con dell’acqua di cottura della pasta, la giusta quantità per amalgamare bene pasta e condimento. Impiattate decorando con un quarto degli asparagi e un quarto della pancetta. servite in tavola con il rimanente Montasio grattugiato e poi mi diciti, ah!