un maiale ubriaco e speziato ovvero, l’arista che non s’ha da fa

oggi ti cuntu di quella volta che decisi di preparare un’arista di maiale.

L’accattai già conzata per la cottura, legata e con “gli aromi”; un rametto spelacchiato di rosmarino che mi facìa tenerezza, mischino, l’ho levato, trasferendolo nell’archivio centrale: l’umido.
Credevo di avere avuto una bella idea a meno che non c’era chi doveva mangiarla. Di tre abitanti della casa, ci fu chi non aveva l’ummira della fame e chi invece aveva altri programmi per la serata; e poi c’ero io. Mi nnì pintivi in meno di un secondo.
Ho impacchettato il tocco di carne e l’ho congelato per direttissima.
Qualche giorno dopo, tastando il polso della famigghia, pensai che forse era arrivato il momento fatidico per la cottura. Tirai fuori l’arista dal congelatore il giorno prima e la fici scongelare dolcemente in frigo, col suo tempo, piano piano. Il giorno dopo raccolgo ‘na poco di erbette aromatiche in giardino e di buzzo buono, porto a compimento il mio desiderio, mettendoci tanto amore.

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Sul bancone, in cucina c’erano un’arista di maiale da 800 g
2 rametti di rosmarino del tipo prostrato
una ventina di foglie di salvia variegata
un cucchiaio di fior di sale alla vaniglia
5 bacche di ginepro
15 bacche di pepe lungo
2 spicchi d’aglio nuovo
olio extra vergine d’oliva
100 ml di gin
6 patate medie
per la riduzione al gin
80 ml di gin
120 ml di acqua
un cucchiaino di zucchero di canna
un cucchiaino di miele

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poi è stato facile fare delle incisioni nella carne, tenerissima e lardellarla con 10 bacche di  pepe lungo rotte a metà. Nel mortaio ho macinato il fior di sale alla vaniglia con le spezie rimaste e, dopo avere alternato i rametti di rosmarino con la salvia fissandoli alla legatura della carne, il passo successivo fu quello di massaggiare l’arista con il mix di sale e aromi.

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Dopo aver acceso il forno e portato a una temperatura di 200°C, ho messo un giro d’olio sul fondo di una teglia munita di coperchio, ci ho versato le patate pelate e tagliate a cubetti e gli spicchi d’aglio pelati, ho mescolate con il mix di sale e aromi e ho infornato per mezz’ora.

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In un tegame ho messo tre cucchiai d’olio, ho fatto scaldare e poi ci ho rosolato l’arista per sigillare da tutti i lati, ho sfumato con il gin facendo evaporare, girando la carne. Ho tirato fuori le patate dal forno e ho fatto spazio alla carne, dopo averla adagiata, ho irrorato con il sughetto rimasto nel tegame e 100  ml di acqua. Chiuso il coperchio, ho rimesso in forno per un’ora circa.

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Nel frattempo ho preparato la riduzione al gin: in un pentolino ho messo il gin con l’acqua, lo zucchero e il miele, ho portato a bollore e fatto evaporare più di metà. Ho trasferito la riduzione in un contenitore e nello stesso pentolino, usato per la riduzione ho scaldato un cucchiaio d’olio con un cucchiaio scarso di farina, sciogliendo delicatamente per non fare grumi, con la riduzione al gin realizzando una salsa. Appena ha raggiunto il bollore ho spento e messo da parte.
Trascorsa l’ora della cottura della carne ho controllato, con un termometro, che la cottura interna fosse tra i 60-65°C. Poi dipende da quanto la desideri cotta. A me piace rosa, internamente.
Il più è fatto, pinsai e invece no; il più doveva ancora venire. Nessuno e dico nessuno mangiò quell’arista se non io. Tutto l’amore che c’era dentro è tornato indietro, a me, il legittimo proprietario.
Chi di amore ferisce, di amore perisce, o qualcosa del genere.
Per cuntariti come ho mangiato quelle belle fette di arista, ti pozzu diri che, dopo avere eliminato il legaccio, ho tagliato la carne a fette, adagiato nel piatto con una cucchiaiata abbondante di patate e una generosa irrorata di salsa al gin. Il giorno dopo ci fici un’insalata di riso, tagliando a dadini 3-4 fette e condendo con qualche funghetto fresco tagliato a fettine sottili, pezzetti di parmigiano, olio e basilico.
Ora, dell’arista, non voglio più nemmeno sentire l’odore.

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pollo arrustutu con mele, patate, miele e fiori di cannella

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L’altra sera ero in un negozio ambasciatore Emile Henry, a Favara in provincia di Agrigento, stavo facendo una dimostrazione degli strumenti da cottura in ceramica della Borgogna Emile Henry, la mia passione. Ho cotto un polletto da un chilo, arrosto. Non ho avuto il bene di assaggiarlo picchì le clienti s’entusiasmarono e i picciriddi presenti fecero man bassa; ‘nzumma, finiu e mi rimase lo spinno. Allora nenti fici? Il giorno dopo m’accattai un bellissimo pollo ruspante di più di due chili e me lo sono cunzato con quello che avìa dintra. M’ascialai!
Amunì, se ti piace il pollo arrustutu, pigghia un pizzino che ti cuntu ‘sta ricetta.

un pollo ruspante di circa 2 kg, pronto per la cottura
2 mele
5-6 patate
un cucchiaio di miele
rosmarino
salvia
alloro
sale
6 fiori secchi di cannella
olio extra vergine d’oliva
Massaggia il pollo con un po’ di sale e olio, dentro la cavità toracica e fuori; sbuccia una mela, togli il torsolo e tagliala a fettine, mettila dentro una ciotola con gli aromi, cospargi con un po’ di sale un cucchiaino d’olio e metà dei fiori secchi precedentemente macinati. Mescola e inserisci il preparato dentro la cavità del pollo. Se è necessario, lega il pollo in modo da mantenere le cosce raccolte. Metti un filo d’olio sul fondo del cuocipollo e sistema il pollo al centro. Pela le patate, lavale, asciugale, tagliale a spicchi e mettile dentro la ciotola insieme con la mela rimasta, pelata e tagliata a dadini con qualche foglia del mix aromatico, condisci con un cucchiaio d’olio, il sale e i fiori secchi rimasti, mescola e distribuisci tutto intorno al pollo. Dosa il cucchiaio di miele facendolo colare a filo su tutto il contenuto del cuocipollo, chiudi il coperchio e inforna in forno caldo a 220°C per circa due ore. Negli ultimi 5 minuti di cottura puoi levare il coperchio, se volessi dorare la pelle ancora di più, senza avere il pensiero di sporcare il forno perché il processo di cottura è terminato.
Ti do un dato per la cottura del pollo in questo strumento di cottura in ceramica: per avere una cottura ottimale devi considerare la permanenza in forno mezz’ora per ogni mezzo chilo di pollo. Quindi se  hai un pollo di circa un chilo un’ora di cottura andrà bene.

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sgombro o maccarello sempre pisci azzurro è

Ancora pesce?
Embè? Il pesce fa bene ed è pure buono!
Questo è ancora più facile da fare, penso a tutte le persone che conosco che mi chiedono consigli su come cucinare il pesce: e tu come lo fai? Niente di complicato, il pesce è cosa preziosa, va cotto poco e in modo semplice, almeno io la penso accussì. Io lo faccio facile facile come m’inzignò me matri.
Chistu è un modo esageratamente semplice per cuocerlo; in 10 minuti netti è pronto, anche meno se il pesce non è grosso. Io ci metto due o più rotelle di limone anche se qualcuno ne sconsiglia l’uso perché l’agrume trasferisce un non so ché di amaro al pesce… mi chiedo, ma che limoni tastate? E va beh! Faciti come vuliti, io ve lo dissi.
Oh! tornando a noi, in questo modo faccio tutto il pesce intero che trovo, in effetti non è una ricetta vera e propria, prendetelo come un consiglio, un suggerimento per chi, come me, si vuole togliere lo sfizio di manciarisi un pesciolino buono buono.
‘Sta vota accattai lo sgombro. Pesce azzurro favoloso, beddu puru da vedere, striato di blu e nero, praticamente senza squame, ricco di omega 3 etc etc, è buonissimo ma per carità, non fatelo lesso diventa stopposo e si trasforma in un piatto tristissimo e noi siamo gente allegra, giusto?
Ordunque, accattati un pisciceddu a testa, macari ve lo fate eviscerare dal pescivendolo, se siete deboli di stomaco, lavatelo  velocemente sotto l’acqua corrente e, se volete, tagliate le pinne. Asciugatelo con della carta assorbente, ponetelo in un tegame ovale, munito di coperchio, e cuocetelo con quello che avete dintra. Io, per un pesce, ci misi 100 g di zucca tagliata a dadini (è autunno, quindi ci sta come il cacio sui maccheroni), 4 pomodorini tipo Piccadilly (residui dell’estate), tagliati a rondelle, due cucchiai di ceci cotti in precedenza, un cucchiaio d’olio, due rondelle di limone, sale, pepe, prezzemolo intero e un paio di cucchiai d’acqua. Ho chiuso il coperchio e ho fatto cuocere dieci minuti, ci vitti l’occhio che era a pampinedda, ho spento e ho verificato la cottura interna, perfetta! Morbido e di una bontà disarmante e un suchetto per bagnarisi ‘u panuzzu.
E’ più dirlo che farlo.

 

 

la dieta e io

Credo che questa che sto seguendo, sia la dieta più bella che una disgraziata, che deve perdere peso, possa seguire. Si mangia a tinchité, più devi perdere peso e più mangi; ‘nsumma, qua dobbiamo darci di “tu” con il metabolismo, picchì nnì desimo sempre del “voi”. Non può essere chiù!
Ora, ‘nta sta dieta, è previsto lo scialapopolo nel uicchend che accumincia il venerdì. Il pollo al curry è una delle pietanze che si ponnu manciari, io non lu fici mai e, Alessio, grande sostenitore di diete sane, spezie, aromi e buona cucina  mi regalò la sua versione che vi vogghiu cuntari. Assittatevi e pigghiate un pizzino, io vaju a ringraziare Alessio!

Difficoltà: facile
Tempo di preparazione: 15 minuti più il riposo della carne
tempo di cottura: 15 minuti
Per 4 cristiani:
600 g di petto di pollo intero
un cucchiaino da the colmo (assai) di curry
un cucchiaino da the colmo (assai) di curcuma
peperoncino in polvere a vostro gusto
olio extra vergine d’oliva
tre cm di zenzero da grattugiare o in alternativa in polvere
200 g di cipolle
400 g di carote
200 ml di latte di cocco
200 g di riso basmati
abbondante lattuga romana o cristallina tagliata a filetti e salata.
sale
Mescolate insieme il curry, la curcuma, il sale, il peperoncino e olio quanto basta per amalgamare e fluidificare il composto. Tagliate il pollo a cubetti, indossate dei guanti se non volete diventare cristiani dalle mani gialle, e massaggiate la carne per fare aderire la marinata. Coprite con la pellicola e fate riposare in frigo dalle 3 alle 4 ore; più riposa e meglio è, che ve lo dico a fare?
Trascorso il tempo di riposo affettate le cipolle nel senso della lunghezza e le carote a fiammifero, ponetele dentro un wok con due cucchiai d’olio, fate appassire con mezzo bicchiere d’acqua, quando questa è evaporata unite il pollo con la marinata. Mescolate per dividere i tocchetti di carne, grattugiate lo zenzero, aggiungete il latte di cocco e cuocete fino a doratura. Spegneete il fuoco e fate riposare qualche istante. Preparate il riso basmati lessandolo in acqua salata; scolatelo e ponetelo sul piatto a servire, a fianco aggiungete una quarta parte della lattuga e infine il pollo con la sua crema. Ogni commensale deciderà se mescolare tutto o mangiare separatamente. Io arrimino tutte cose, vui, chi faciti?

 

di che stiamo parrannu?

 Del tempo! Mizzica chi malu tempuuuuuuu, un vento che porta via, di scirocco, dice, in effetti non c’è freddo ma mancu cavuru. Per non di meno a ciò, con questa gran camurria e schifiu di tempu io mi ‘nserru dintra e m’appunto su un pizzinu ‘sta ricetta picchì nnì piaciu a mmia e a mme figghia!
Versione italiana:
Oh, che brutto tempo, c’è un vento, talmente forte che porta via, di scirocco, dicono, in effetti non c’è freddo ma nemmeno caldo. Comunque con questa grande seccatura e schifo di tempo io mi chiudo dentro casa e mi segno, su un pezzo di carta, questa ricetta perché è piaciuta a mia figlia e a me.

Per 4 cristiani, quattru, four
4 cosce di pollo circa 2kg e menzu (2 Kg e 500 g)
4 mele annurche
una manciata di anice stellato, stiddratu
4 grossi spicchi d’aglio
130 ml di Marsala secco 
un litro di brodo vegetale realizzato con una carota, una cipolla e un gambi di sedano
q.b. olio extra vergine d’oliva
due cucchiai di farina
sale
pepe
rosmarino fresco
procuratevi un tegame grande, granniissimu, capace di contenere il pollo in un unico strato senza sovrapposizioni. versate un fondo di olio, aggiungete gli spicchi d”aglio sbucciati, tagliati a metà e privati del germe interno. Accendete il fuoco e soffriggete leggermente facendo scaldare il tegame. scottate le cosce di pollo da ambo i lati, facendole rosolare. Unite il Marsala, alzate la fiamma e fate sfumare, Tagliate le mele a spicchi eliminando il torsolo e aggiungetele al pollo insieme con l’anice stellato, versate il brodo, il rosmarino, salate, pepate e coprite con il coperchio, abbassate la fiamma al minimo e cuocete per due ore o fino a quando la carne si staccherà dall’osso. Togliete il pollo dalla casseruola e mettetelo da parte al caldo. Alzate la fiamma e fate ridurre il sugo; setacciate la farina e cuocete qualche minuto fino a fare addensare la ‘salsina’. Rimettete il pollo nella casseruola irrorandolo con l’intingolo. mantenelo al caldo fino al momento di servire.

aggrassatu, aggrassato o agglassato

Chiamalo come vuoi, appena pronunci ‘sta palora, in Sicilia, si aprono i cuori, si commuovono le anime, s’accappona la pelle per l’emozione di un sapore di altri tempi. Poi se chiedi la ricetta scopri che esiste una serie interminabile di varianti con la l’assicurazione da parte di ogni famiglia, della vera paternità, autorevolezza e originalità della preparazione. Di spezzatino si tratta ma la bontà all’assaggio è commovente. Giuro!
Ecco, quando si dice che le ricette devono essere tramandate di madre in figlia è la pura e sacrosanta verità; s’annunca si perdono le tradizioni familiari e non è bello. Questa variante me l’ha raccontata la zia Mariella, è la ricetta di sua mamma e io la trascrivo qui con le sue precise ‘ntifiche indicazioni per i posteri e per me figghia, sempre che gliene freghi una beneamata.

 La zia Mariella dice che sua mamma, la nonna Venera, non usava sfumare la carne col vino, “nella maniera più assoluta”, niente patate e qualche coccitello di pomodoro.
Una cosa è certa, le cipolle devono essere assai picchì devono caramellare durante la lunghissima fase di cottura e si riducono di molto; anche la carne del resto, lo spezzatino, sia in bianco che al sugo ha un epiteto,‘svergogna famigghie’ proprio perché compri tre chili di carne e si riduce a un mossiceddu.
Non vi pozzu cuntari come viene la pasta condita con il sugo della carne e una spolverata di ricotta infornata, lassamu peddiri va!
per 4 cristiani
500 g di spezzatino di vitello
700 g di spezzatino di maiale (punta di petto)
1,500 g di cipolle rosse
5 pomodori datterino grossi
q.b. brodo vegetale
4-5 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
soffriggete, in un tegame capiente, la carne nell’olio caldo a fuoco vivace fino a quando la carne si colora ben bene. Aggiungete le cipolle affettate finemente con una mandolina. Fate insaporire mescolando aggiungete i pomodori, il brodo vegetale, un po’ sotto il livello della carne. Coprite e cuocete a fuoco lento per un paio d’ore, mescolando ogni tanto. Quando la carne sarà cotta, ponetela in una ciotola e continuate a cuocere fino a ottenere una crema di cipolle.

una Corona per un pollo, anzi per due

ci sunnu picciriddi che pensano che i polli abbiano 4 zampe. Io per esempio, quann’eru nica, ne ero convinta. Mah! Quindi per fare ‘sta pietanza vi servono le cosce di 2 polli.
La ricetta l’ho vista su questo sito, manco a dirlo, anzi lo dico , la ricetta originale l’ho variata quel poco che mi serviva per azzizzare il gusto finale ai palati di famiglia. La birra scura, per intenderci l’ho messa bionda e una sola, due mi parsiru assai. Vi cunto chi fici:

Pollo alla birra chiara
4 grosse cosce di pollo con la pelle
due cucchiai di olio extra vergine d’oliva
in una larga padella o meglio in un capiente wok di terracotta, scaldate l’olio, rosolate le cosce da ambo i lati e mettetele da parte in una terrina, pelate
2 patate grosse o 4 piccole
e 2 carote grosse e tagliate a pezzetti, lavate
un cuore di sedano e tagliatelo a rondelle.
Tritate un cipollotto, ponetelo nel wok con l’olio e fatelo imbiondire; unite le verdure,
un cucchiaio di senape di Digione,
un cucchiaio di estratto di pomodoro
una bottiglia di birra Corona
e 500 ml di brodo di pollo, unite le cosce di pollo e portate a bollore; proseguite la cottura abbassando la fiamma al minimo per circa mezz’ora con un coperchio.
Sciogliete 75 g di burro a temperatura ambiente con qualche mestolo di liquido di cottura,
setacciate 60 g di farina e aggiungetela poco alla volta al composto di burro e sugo di pollo, mescolate per evitare grumi. Passate con un setaccio la crema e ponetela nel wok, cuocete ancora dieci minuti e spegnete.
Finite il piatto con alcuni pistilli di zafferano.
Coprite e fate raffreddare. prima di servire sfilacciate la carne eliminando le ossa, sarà più agevole consumare il pasto.

un’idea ce l’hai?



Attia dico, quannu vai al supermarket devi avere le idee chiare, non puoi riempire il carrello a tinchitè, senza un’idea precisa, un progetto chiaro, un accostamento di sapori, colori e una prospettiva, anche vaga, di ciavuru. Devi farti due conti in testa prima di accattiri l’accattabile e chiederti: che cabasiso faccio cu ‘stu pollo? Ma prima d’accattallu però!
ovviamente parru con me stessa medesima, eh?


per due cristiani
270 g di petto di pollo tagliato sottilissimo
un limone
un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
coriandolo in polvere
curry
paprica
zenzero in polvere
sale
pepe
un pizzico di zucchero di canna

preparate la marinata mettendo in una ciotola l’olio, la scorza di limone, il succo di mezzo limone, le spezie, lo zucchero, mescolate per emulsionare e mettete a bagno la carne per mezz’ora.

per il ripieno
4 pomodorini
40 g di pangrattato
1/4 di mela

sale
origano secco
pepe
un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
stendete le fettine di pollo, farcitele con il ripieno, arrotolate e fermate con uno spiedino.

per il condimento
10 pomodorini
2 spicchi d’aglio
origano
un cucchiaino di cimino (semi di sesamo)
un cucchiaio di capperi dissalati
pepe
bicarbonato

cuocete per pochi minuti, dentro una casseruola in pietra, i pomodorini tagliati a metà insieme con l’aglio sbucciato e schiacciato, l’origano, il sale, un pizzico di bicarbonato e il pepe.

 Unite il ripieno avanzato e il cimino, mescolate, aspettate due minuti e spegnete. Non è necessario aggiungere olio per la cottura, queste pentole cuociono senza attaccare gli alimenti.

Arroventate una piastra per arrosti in pietra, cuocete gli spiedi da ambo ii lati, fate intiepidire prima di sfilarli

dallo spiedino e metterli dentro la casseruola con il condimento.Su fuoco leggero, cuocete pochi minuti prima di servire con il condimento.

hamburger di casa mia

onnivora sono, mangio tutto con moderazione, la mia è una dieta varia; alterno pesce, pasta, carne, riso legumi, frutta e verdura di stagione e chi più ne ha più ne metta. Non disdegno nulla premesso che non sono allergica o intollerante, mangio qualunque cosa io abbia nel piatto, senza chiedere cosa c’è dentro soprattutto quando sono ospite. Però, c’è un però; quando voglio mangiare un prodotto che tipicamente trovo confezionato e non so cosa contiene il miscuglio non meglio identificato ( se ne sentono e leggono in giro sul web ), lo faccio io, non ci penso due volte. Il bello di realizzare questo tipo di preparazioni in casa è che ci putiti mettere chiddu che vuliti e sapiti esattamente che cabbasiso stati manciannu Questa volta vi cunto cosa ci misi dintra però.
Hamburger di pollo con filetti di verdure
per due cristiani:
300 g di petto di pollo
un cm di radice di zenzero
due fette di mango
un mazzetto di prezzemolo
un cipollotto
sale
pepe
nome moscata
60 g di carote
un uovo piccolo
circa 50 g di latte

riducete a pezzi il pollo, le carote, lo zenzero, il cipollotto e il mango sbucciati. Mettete tutto nel robot multifunzione usando la vasca grande con la lama in dotazione, insieme aggiungete il prezzemolo, il sale, il pepe, l’uovo e la noce moscata, frullate agendo sul pulsante” pulse” fate in modo da non macinare troppo gli ingredienti. 
Unite il latte quanto basta per avere un composto morbido, potrebbe anche non servirvi tutto.
ritagliate 4 rettangoli da un pezzo di carta forno, poggiatene uno su un tagliere e collocatevi sopra un coppapasta di circa 10 cm di diametro, mettete metà del composto e schiacciatelo con un batticarne. Se avete l’apposito attrezzo per realizzare gli hamburger usatelo pure, io faccio alla fimminina. Coprite con l’altro rettangolo e cuocete su fuoco moderato dentro una pentola di pietra precedentemente arroventata dopo circa cinque minuti girate l’hamburger aiutandovi con una paletta e i rettangoli di carta forno, faciti attenzione a non scafazzare la forma 😀
Fate la stessa cosa con l’altro hamburger.

 Preparate l’insalata tagliando a filetti 6 carote baby e una zucchina genovese; mettete le verdure in senso orizzontale nella tramoggia del robot multifunzione montate il disco grattugia 2 mm,

disponete sul piatto da portata un ring leggermente più grande di quello usato per gli hamburger, disponete dentro metà delle verdure crude leggermente condite con olio,sale e crema di aceto balsamico; adagiate sopra l’hamburger cotto, decorate con foglioline di valeriana e servite. 

il solito polpettone

capita spesso, quannnu ci sunnu picciriddi a tavola, che mi devo sfirniciari ppì farili manciari picchì non mangiano questo o quello, sunnu ‘ntipatici ppì manciari. Mi siddìa preparare due o tre piatti quindi opto per una pietanza che possa piacere a tutti, ecco tipicamente le polpette le mangiano granni e picciriddi accompagnate dal pane poi meglio ancora, secondo me. La ricetta originale è desunta da un vecchio numero di Sale& Pepe, riproposta in mille versioni picchì è un classico rivisitato, ebbene questa è la mia.

 per due polpettoni
1200 g di carne macinata mista (manzo, vitello, salsiccia sbriciolata)
300 g pancetta a fette sottili
2 uova
200 ml di latte
60 g di parmigiano grattugiato
100 g di chevre
farina
sale
pepe
prezzemolo
noce moscata
per la crosta di pane
300 g di semola di rimacinato
200 g di farina integrale ai 5 cereali
300 ml circa di acqua tiepida
un cucchiaino di zucchero
10 g di lievito di birra
10 g di sale
30 g di olio extra vergine d’oliva
cominciate la sera prima impastando il pane; mescolate le due farine, sbriciolate il lievito, aggiungete lo zucchero e cominciate a impastare aggiungendo poca acqua tiepida, unite l’olio e il sale, realizzate una palla, ponetela a lievitare dentro una ciotola, coprite con un canovaccio e posizionatela in frigo per tutta la notte. Il giorno dopo, tiratela fuori e portatela a temperatura ambiente prima di utilizzarla.
preparate il polpettone, impastando la carne con le mani, eliminate il budello dalla salsiccia, unite le uova, il parmigiano, la noce moscata, lo chevre a pezzetti, il prezzemolo tritato, il sale e il pepe. Amalgamate e dividete in due parti allungatene uno alla volta, formando un polpettone, cospargete con la farina e avvolgete ogni polpettone dentro un foglio di carta forno, legatene le estremità e cuocete in forno caldo a 180°C per 45-50 minuti. Tirate fuori la carne con delicatezza, eliminate la carta forno e l’acqua che si sarà formata durante la cottura, fate intiepidire.Su un piano infarinato, dividete in due l’impasto di pane, con un mattarello stendetene una parte cercando di realizzare un rettangolo di spessore 4 mm avvolgete la carne nella pancetta e poi nella pasta di pane, sigillate con dell’acqua i bordi e infornate a 200°C per circa 20 minuti. Sformate e tagliate a fette appena tiepido.