Meravigliosi cruffin

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Ah… i cruffin! sono una meravigliosa delizia lievitata. Un mix perfetto tra croissant e muffin.
L’immagine dei cruffin l’ho vista su Instagram da Ackyart, pseudonimo di Angela De Santis, ho letto la ricetta e me ne sono innamorata all’istante (in realtà non solo di questa).
Vedrai che è un procedimento semplice da fare,  basta solo non avere fretta e, appena li sforni, te li sbafi in un nanosecondo.

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Per l’impasto
500 g di farina di forza tipo 1
80 g di zucchero
250 g di acqua ( a me ne è servita circa 350 g. La quantità d’acqua dipende da diversi fattori -umidità, temperatura ambiente-quindi non è strano che ce ne voglia un po’ in più o in meno)
15 g di lievito di birra fresco
70 g di burro morbido
un cucchiaino raso di sale

Per laminare
100 g di burro pomata (burro tenuto a temperatura ambiente, molto morbido, come una pomata)

Per la glassa lucida (quantità esagerata, direi di dimezzare a meno di utilizzarla su qualche altro dolcetto)
250 g di acqua
250 g di zucchero
200 g di sciroppo di glucosio
Decorazione alternativa
zucchero a velo

In una planetaria poni sul fondo il lievito sbriciolato, aggiungi la farina e l’acqua, poco per volta, azionando la macchina, con il gancio da impasti, a media velocità. Quando l’impasto s’incorda attorno al gancio (liscio ed elastico) aggiungi lo zucchero e lascia impastare ancora fino a completarne l’incorporazione. Aggiungi il burro morbido in due o tre volte; aggiungendo la parte successiva solo dopo che la prima sarà incorporata totalmente. Termina con il sale mantenendo la macchina sempre accesa.
metti l’impasto sul piano di lavoro e pirlalo, dopo potrai metterlo a lievitare in una ciotola  che coprirai con la pellicola.
Ti consiglio di porre la ciotola dentro il forno spento con la luce accesa per un paio d’ore o fino a quando raddoppierà di volume.
Nel frattempo prepara la glassa mescolando tutti gli ingredienti in un pentolino portando a bollore e mantenendolo per dieci minuti. Metti da parte.
Trascorso il tempo di lievitazione poni l’impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato, dividi l’impasto in otto parti uguali.
prendi il primo pezzo, stendilo sottilmente con un matterello e forma un rettangolo di circa 30×20 cm. Con una morbida spatola in silicone cospargi un ottavo del burro pomata, arrotolalo fino a formare un cilindro lungo e stretto, disponilo su una teglia foderata con carta forno e ripeti il procedimento con tutti i pezzi. Una volta terminato il procedimento con tutti i pezzi poni la teglia nel congelatore per 10 minuti. Trascorso il tempo di riposo recupera la teglia dal congelatore. Con l’aiuto di un coltellino a lama liscia, affilato, dicidi in due tutti i cilindri nel senso della lunghezza; forma, con ogni mezzo cilindro, una chiocchiola e ponila dentro una teglia per muffin leggermente imburrata. Copri la teglia con un telo e fai lievitare ancora per un’ora circa. Preriscalda il forno e portalo a 170°C e cuoci i cruffin per circa 20 minuti, fino a doratura. Quando saranno cotti, sfornali toglili dallo stampo e decorali con zucchero a velo o con la glassa lucida.
Se dovessero avanzare, riscaldali prima di consumarli.

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un vortice vorticoso

 

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quanto tempo?
Mizzica! una quantità di tempo esagerata.
Mai mi capitò di stare lontana accussì tanto.

Ti sarai chiesto: ma chi ci succiriu?
Io qua sono e ti cuntu che m’avviluppai, mani e piedi, in un vortice vorticosissimo che mi tenne lontanissima da qui. Fici un mare di cose ma anelavo a ritagliare un po’ di quel tempo che serve a cucinare con calma, scegliere stoffe, posate, fiori, luci e stoviglie per azzizzare il set fotografico mentre il ciavuru di una torta ri_veste l’aria di casa…
Ah, che meraviglia; chiudere gli occhi e respirare con la testa, la pancia, il cuore, l’anima e i polmoni mentre una musica, magari jazz, ricama il silenzio che spiffera tra le tende delle finestre ancora aperte in questi primi giorni di  un novembre siciliano.

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questa torta l’ho fatta due volte. È stata una sperimentazione quindi non ero certa del risultato.
Tanto per principiare la prima volta si rumpìu, mentre la stavo sformando. E va beh, il gusto era ottimo quindi ci riprovai.
Pigghia un pizzino e segnati ‘sta ricetta.
Ciambella allo yogurt e nocciole.
250 g di farina di tipo 0
100 g di farina di nocciole più un po’ per infarinare lo stampo
16 g di lievito (una bustina)
250 g di yogurt alla vaniglia (puoi usare lo yogurt che vuoi, ma sappi che scegli quello denso avrai bisogno di almeno 50 ml di latte per fluidificare l’impasto che dovrà, sempre e comunque, scivolare a nastro. Io ho trovato molto buono quello Alpro alla vaniglia)
130 g di zucchero
3 uova
100 g di burro fuso
un pizzico di sale
50 g di nocciole intere
burro per lo stampo
farina per le nocciole

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Accendi il forno e portalo ad una temperatura di 180°C. Metti il burro fuso ma tiepido, dentro una ciotola con lo zucchero e sbatti con le fruste elettriche per qualche minuto; aggiungi un uovo alla volta mescolando dopo ogni aggiunta, unisci lo yogurt e continua a sbattere per ottenere un composto liscio. Abbassa la velocità delle fruste e aggiungi il mix di farine e lievito (precedentemente setacciato insieme), a cucchiaiate e poco per volta. In ultimo ingloba il sale e le nocciole (spolverate con della farina per evitare che vadano al fondo durante la cottura). Imburra uno stampo a ciambella di 22 cm di diametro e spolvera con la farina di nocciole. Versa il composto nella tortiera, livella e inforna per circa 40-45 minuti. Prima di sfornare, verifica la cottura del dolce con uno spiedino. La torta è pronta quando lo spiedino, tirandolo fuori dall’impasto, sarà asciutto e pulito.
Fai raffreddare qualche minuto su un piano di marmo prima di sformare la torta su una gratella per dolci; trasferiscila, quando sarà fredda, su un piatto da portata e guarnisci, se ti piace, con dello zucchero a velo oppure della glassa alle nocciole.

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Ci sono storie che si raccontano con le immagini, oramà è accussì. Non è che ai miei tempi non si facesse eh? Era una cosa cognita ma per pochi. Le storie si raccontavano al cinematografo o in TV. Oggi le stories sono all’ordine di ogni istante, oggi si racconta di tutto e non mi addentro; ti basterà avere un account su uno dei social più in voga per guardare ed entrare a piè pari dentro la vita di ogni singola persona.
Poi ci sono storie legate dal filo rosso dei sentimenti che, a prescindere dalle distanze o dalle frivolezze, restano indissolubili e stringono come cappi riportando alla memoria istanti carichi di affetto.
Una storia così mi lega a Sarah Fel; FEL sta per Fragola e limone, un blog bellissimo, pieno zeppo di cose bellissime e buonissime, raccontate con precisione e tanta cura da lei. Appena trasi in questo posto resti alluccuto e ti viene lo spinno di allungare la mano e assaggiare qualcosa. Ecco, io accussì fici con questi kranz, treccine di sfoglia e brioche che sono uno spettacolo. I kranz sono farciti con uvetta e confettura di albicocche ma già Sarah ha omesso l’uvetta perché non è particolarmente gradita a casa sua, io, invece, ho cambiato totalmente farcitura, ho usato la marmellata di mandarini fatta dalle manine sante di me matri.

Tu fai chiddu chi voi. Nun sì tu? Fa tu!

per circa 11 briochine
200 g di farina di tipo 0
135 g di farina di tipo 2
80-90 g di latte intero
120 g di uova (circa due, ma dipende dalle dimensioni dell’uovo)
50 g di zucchero semolato
120 g di burro pomata ( a temperatura ambiente, io l’ho lasciato ammorbidire, fuori dal frigo pe
r due ore)
10 g di lievito di birra fresco
Aromi
10 g di miele
5 g di rhum
i semi di mezza bacca di vaniglia
5 g di sale
un rotolo di sfoglia rettangolare
5 cucchiai di marmellata di mandarini o confettura di albicocche
Per la finitura
1 tuorlo
2 cucchiai di latte
gelatina neutra
granella di zucchero o zucchero a velo

Prima di ogni cosa prepara gli aromi; mescola, in una ciotolina, il miele, il rhum e la vaniglia, poni da parte. A questo punto impasta le farine con il lievito sbriciolato e lo zucchero. Con il gancio impastatore mescola per amalgamare. Aggiungi il latte e comincia l’impasto, poco per volta unisci le uova continuando a impastare. Dovrai ottenere un impasto umido ma non troppo, se dovesse essere asciutto, aggiungi ancora un po’ di latte, poco eh?
Aggiungi il burro, poco alla volta e in ultimo il sale e gli aromi. Lascia lavorare la macchina fino a quando l’impasto sarà nuovamente compatto e incordato.
Prelevalo dalla planetaria e lavoralo per farlo diventare una palla, ponilo in una ciotola e fallo lievitare dentro il forno spento con la luce accesa per un paio d’ore o fino al raddoppio.
Quando l’impasto è lievitato recupera la sfoglia dal frigo e stendila ulteriormente; recupera l’impasto lievitato e stendilo  su un piano leggermente infarinato, realizza un rettangolo delle stesse dimensioni della sfoglia con uno spessore di circa 3-4 mm.

Spalma la marmellata sulla pasta brioche e poi sovrapponi la sfoglia facendo combaciare gli impasti, premi leggermente e poi taglia a metà sul lato lungo. Spennella ancora con la marmellata e sovrapponi ancora i due rettangoli in modo da avere un palinsensto alternato brioche/sfoglia/brioche/sfoglia.
Premi per fare aderire gli strati e poni in frigo pre circa un’ora o tutta la notte, coperto. Tira fuori dal frigo e ritaglia delle strisce larghe circa tre cm, attorcigliale e disponile su una placca foderata con carta forno e fai lievitare una seconda volta.
Scalda il forno e portalo a una temperatura di 180°C, sbatti il tuorlo con il latte e spennella le treccine lievitate e inforna per circa 20 minuti o fino a quando saranno dorate. Spennellale, ancora calde, con della gelatina neutra e premile su un piatto colmo di granella di zucchero o, se preferisci, spolvera con dello zucchero a velo. Lascia intiepidire, almeno un poco, prima di addentarle!

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un quasi total white

Quando ho iniziato il percorso di scrittura su queste pagine, quasi 12 anni fa, credevo che mi avrebbe coinvolto parecchio sul piano dell’impegno e della precisione delle ricette, per renderle riproducibili; non ti nascondo che avevo paura.
In effetti, impegno e cura sono stati elementi invariati durante questi anni e, considerando la voglia di riempirmi di bellezza, ho inseguito il desiderio di farti venire fame guardando una immagine scattata da me.
Sto ancora studiando e si vede. La mia maestra di fotografia, Monique, si è avventurata nell’impresa infondendo le basi della fotografia digitale, apertura del diaframma, velocità di otturazione, bilanciamento del bianco persino entrata e uscita di una fetta di torta. Una carrettata di nozioni che ancora mi ballano in testa ma non mollo.

Ciambelline glassate
per circa 12 ciambelline
3 uova
3 tuorli
un cucchiaino di zibibbo
un cucchiaino di estratto di vaniglia
225 g di zucchero
225 g di burro a temperatura ambiente
225 di farina di tipo 1
1/2 cucchiaino di lievito
in una ciotola sbatti gli le uova con i tuorli lo zibibbo e l’estratto di vaniglia, nel mixer sbatti il burro poi aggiungi, gradualmente lo zucchero continuando a mescolare con le fruste fino a quando il composto diventa spumoso e bianco. Aggiungi il mix di uova gradatamente, diminuendo la velocità delle fruste. Prendi il tempo necessario, cinque minuti buoni, non avere fretta. Accendi il forno e portalo a una temperatura di 180°C e continua il procedimento: mescola la farina con il lievito e aggiungi al composto mescolando delicatamente per ottenere un impasto omogeneo. Trasferisci l’impasto in una sacca da pasticcere e riempi gli stampi da ciambelline precedentemente ingrassati e spolverati con della farina. Non riempirli troppo perché in forno gonfiano, durante la cottura.
Prepara la glassa, ho usato la ricetta di Simona Mirto che trovi sul suo blog Tavolartegusto, ti serviranno:
90 g di zucchero a velo
un cucchiaino di succo di limone
30 g di albume
pesa l’albume nella ciotola dove lavorerai la ghiaccia, aggiungi il succo del limone e schiuma il composto con una frusta elettrica, per amalgamare gli ingredienti; aggiungi lo zucchero e monta con le fruste qualche secondo per ottenere la consistenza desiderata. Appena hai realizzato la ghiaccia, coprila con la pellicola a contatto con la superficie per evitare che si indurisca.
Quando le ciambelline saranno cotte trasferiscile su una gratella per dolci e fai raffreddare prima di intingerle nella glassa.

cheesecake ai frutti di bosco in barattolo

cheesecake in barattolo

La mia proverbiale capacità di adattamento mi lascia scivolare con facilità, verso  tutto ciò che è nuovo; un nuovo posto di lavoro, un nuovo luogo in cui vivere o, senza cadere nella drasticità delle occasioni, solo preparare un nuovo piatto che non appartiene alla mia tradizione.
Ma poi di che tradizione stiamo parlando? Ho, di recente, letto un libro che racconta di ricette americane, di contaminazioni, di musica, di storia, di antropologia, di fusione, di confort food, di arance della Florida e degli aceri del Vermont che colorano le proprie foglie di giallo e rosso. Il Nuovo Mondo l’ho rivisto attraverso un viaggio coast to coast, sulle pagine di un vecchio atlante, recuperato per seguire, col dito puntato, le vicende dei coloni americani arrivati lì da tutto il mondo. Le tradizioni, dunque, si sono fuse, mescolate, adattate, integrate in un grogiolo, in una confluenza culinaria strepitosa. Potrei dire senza esagerare che ci fu in quei luoghi, dal periodo coloniale, un “gioco di fuoco” memorabile. Tornado alla tradizione, ti pozzu diri che, leggendo questo libro, ho trovato tantissime ricette che hanno i sapori della mia terra.
Per come la penso io, la mediazione ai fornelli ristabilisce i confini, li amplia e, molto spesso, ridisegna cose dell’altro mondo. È il caso di questa cheesecake che a differenza di quella newyorkese non è cotta, ma è la versione fredda in barattolo.

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Per 12 barattoli piccoli (200 ml) o 6 grandi (350 ml)
Per la base:

150 g di biscotti Digestive
150 g di biscotti al burro tipo Palets breton
la scorza grattugiata di un limone
per la crema:
500 g di formaggio spalmabile
350 g di panna fresca da montare
125 g di zucchero a velo
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
per la coulis di frutti di bosco:
360 g di frutti di bosco congelati
70 g di zucchero
il succo di un limone
per la decorazione:
130 di frutti di bosco
foglioline di timo limone
Comincia col prelevare la scorza del limone, mettila da parte, ti servirà dopo, quando preparerai la base di biscotti. Dedicati, adesso, a preparare la coulis: metti i frutti di bosco  ancora congelati dentro una casseruola con lo zucchero e il succo di limone, cuoci a fiamma moderata, mescolando, per circa 20 minuti; spegni, passala salsa attraverso un colino a maglie fitte e fai raffreddare.
In un mixer o con un matterello sminuzza i biscotti, mescolali con la scorza di limone grattugiata che avevi preparato all’inizio e ponili, senza pressare, dentro i bicchieri o i barattoli che hai scelto per la cheesecacke. Dai qualche colpettino, con la mano aperta alla base del barattolo, per fare assestare i biscotti.
Con le fruste elettrice, ben fredde, monta la panna con 25 g di zucchero a velo e metti in frigo. In un’altra ciotola e con le stesse fruste, mescola il formaggio spalmabile con 100 g di zucchero a velo rimasto. Aggiungi la panna, poca per volta, mescolando dall’alto verso il basso senza smontare il composto, infine aggiungi l’estratto di vaniglia. Metti la crema preparata dentro un sac-a-poche senza bocchetta e riempi i barattoli con uno strato generoso. Batti il fondo del barattolo ancora una volta. Distribuisci la salsa ai frutti di bosco, copri con la pellicola o con i coperchi dei barattoli e metti in frigo a raffreddare per tutta la notte o per almeno 4 ore. Al momento di servire, decora la superficie con i frutti di bosco e qualche fogliolina di timo limone.

ce l’ho qui la brioche

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Adoro questo stampo di Emile Henry, mi piace portarlo in tavola appena tiepido (mi piace con tutti gli strumenti di cotture Emile Henry, in effetti) colmo della brioche di turno.

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Oggi la ricetta è scopiazzata da quel magnifico libro di Sabrine d’Aubergine, “Fragole a merenda” di Guido Tommasi Editore. Spero che Sabrine non me ne vorrà, ho leggermente manipolato la ricetta, solo un pochino però, per adattarla alle mie esigenze. Ma lei, che la conosce bene, vedrà che si discosta davvero poco; forse la cosa più evidente è che ho usato uno stampo singolo, mentre lei usa quelli nichi, realizzando tante briochine e in ultimo, ma non per importanza, io ho preferito diminuire il lievito e aumentare il tempo di lievitazione. La cosa che mi ha stuzzicato di più è l’impasto, particolare.

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Ad ogni modo, ecco i processi da seguire per realizzare questa ciavurusa meraviglia.

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Brioche alla vaniglia e zafferano.

Ingredienti per iniziare:
( le parti cancellate sono quelle che ho variato, attribuendo le mie modifiche)
1 bustina di zafferano
50 ml di acqua bollente
1 baccello di vaniglia
100 ml di latte panna
20 g di zucchero semolato di canna chiaro
un cucchiaio abbondante di yogurt 50 g di yogurt greco
25 10 g di lievito di birra fresco
comincia sciogliendo lo zafferano nell’acqua bollente, copri con un piattino e metti da parte. Metti sul fuoco, dentro un pentolino, la panna con i semi di vaniglia liberati dal baccello e il baccello stesso, in infusione. Porta a bollore e spegni per fare raffreddare, dopo elimina il baccello. Aggiungi lo zucchero, lo yogurt e il lievito sbriciolato. mescola con le dita finché senti che il lievito è totalmente sciolto nel miscuglio. Copri con la pellicola e fai riposare fino a quando sarà raddoppiato di volume.

 

ingredienti della seconda fase:
400 g di farina Manitoba
100 g di farina di tipo 00 tipo 2 con germe di grano
60 g di zucchero semolato di canna chiaro
2 uova
50 g di burro più quello per ungere la ciotola per la lievitazione e lo stampo per la cottura
per la finitura, due cucchiai di yogurt e un cucchiaio di zucchero semolato un cucchiaio di yogurt greco emulsionato con un cucchiaino di sciroppo d’acero e una manciata di zucchero di canna.
Mescola le farine con lo zucchero dentro la planetaria (Sabrine impasta a mano, da qui in poi accattati il libro perché per il procedimento io ho fatto lavorare la macchina, al mio posto, chiedo venia), fai un buco nel centro e versa la mistura di lievito facendo attenzione che non fuoriesca dal buco. Con un cucchiaio, dolcemente, copri il lievito con poca farina, senza mescolare, lascia lievitare al riparo da correnti ma senza coprirlo, anzi, come suggerisce Sabrine, guarda come si innalza, lievitando, portando in alto il mix di farina formando delle crepe. Uno spettacolo davvero.
Fondi il burro a fuoco dolce, lascialo intiepidire, mescolalo alle uova, all’acqua con lo zafferano sbattendo con una forchetta o una frusta a fili; rovescialo dentro la planetaria e, con il gancio, comincia a impastare a bassa velocità fino a quando gli ingredienti saranno ben amalgamati. Aumenta di poco la velocità della macchina, per arrivare all’incordatura dell’impasto al gancio. Imburra una ciotola pulita, realizza una palla con l’impasto e mettilo a lievitare dentro la ciotola coprendo con la pellicola. Poni in un luogo, al riparo dalle correnti per tutta la notte. la mattina dopo accendi il forno a 180°C, recupera l’impasto, lavoralo sgonfiandolo delicatamente, ricomponi la palla e adagialo dentro lo stampo precedentemente imburrato e infarinato, copri con un telo pulito e fai raddoppiare di volume in un luogo riparato da correnti d’aria fredda. Il tempo di cui avrai bisogno sarà determinato dalla temperatura ambiente.

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Spennella la brioche con la mistura di yogurt e sciroppo d’acero, cospargi la superficie con una manciata di zucchero di canna e inforna per circa 20 minuti, copri con un foglio d’alluminio e prosegui la cottura per ancora 20 minuti circa. Fai la prova stecchino per saggiare la cottura interna. Sforna e fai raffreddare prima di sformare il dolce.

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Brownies bon bon

brownies bon bon_00002Mizzica, passò più di un mese dall’ultima pubblicazione. Ti sono mancata? Beh tu si, assai; mai come questa volta posso dirti che il tempo vola, mi si squagghiò ne’ manu attipo la neve al sole di questi primi giorni di gennaio. Impressionante come passarono i giorni. Un acchiana e scinni metaforico e mi ritrovo catapultata nel duemiladiciannove come se niente fussi! AH! A proposito, auguri, di cuore, di sole cose bellissime.
Non sono stata con le mani in mano però eh? Ho cucinato sempre-sempre e fotografato anche per il solo gusto di fermare il tempo, se mi segui sulla pagina facebook di scorza d’arancia oppure sul mio account istagram, lo sai.
Anche se fuori tempo pubblicherò i pandorini e la torta che ho preparato per natale e capodanno, ma adesso ti lascio la ricettuzza di questi dolcetti che partono da un impasto base brownie, rubacchiati a Donna Hay e trasformati in piccoli bocconcini dal gusto strong, regalato del cioccolato e con il cuore di lamponi acidulo in netto contrasto. L’impasto è molto sodo, rispetto ai brownies che sono abituata a realizzare, ma si rivelarono buonissimi.
Per 24 piccoli dessert ti servirà una teglia da mini muffin con 24 alloggiamenti.

150 g di farina di tipo 0
75 g di cacao amaro
300 g di zucchero di canna
175 g di burro fuso e raffreddato
un cucchiaino di estratto di vaniglia
3 uova
125 g di cioccolato fondente tritato o in piccole gocce
24 lamponi

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mescola la farina con il cacao, lo zucchero, il burro e la vaniglia, per amalgamare, aggiungi le uova leggermente sbattute e assemblale. Infine aggiungi il cioccolato tritato o le goccine.
Riscalda il forno e portalo a 160°C. Imburra gli alloggiamenti della teglia e spolvera con della farina eliminando quella in eccesso. Distribuisci una piccola quantità di impasto, aggiungi un lampone e copri con un piccolo cappelleto di impasto; con le mani leggermente bagnate, sigilla i lati in modo da ottenere un piccolo scrigno.  Realizza così tutti i dolcetti. Inforna per circa 35 minuti e prova la cottura con uno stecchino infilzato in un dolcetto se viene fuori asciutto, sforna e fai intiepidire, spolvera con zuccheroa velo e servi tiepidi.

cedevole torta di mele

 

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Quante ricette esistono al mondo di torte di mele? Un delirio, davvero! e mi fermo alla parte dolce picchì se sbordiamo nel salato non ce ne usciamo più, potremmo scrivere un trattato. E non mi pare il caso.
La cosa bella è che è sempre la stagione giusta per sfruttare le mele in cucina per questo mi piace approfittarne sempre e poi, basta davvero poco per dare voce e corpo a una torta, per intrattenere i picciriddi in un pomeriggio uggioso o anche solo per ciavuriare la casa  di un profumo che sa di ricordi e di buono.
In questa ricetta ho previsto nell’impasto, una composta di mele senza zuccheri aggiunti che ho preparato per le mie colazioni leggere; il concetto è che mi piace assai il sapore della mela ma molto spesso, se le mele sono tagliate a cubetti troppo grossi, non impazzisco per la consistenza che assumono in cottura; la decorazione delle fettine tagliate sottili invece la gradisco eccome! La mela già cotta, all’interno, regala alla torta una tonnellata di morbidezza, sofficissima al tatto e alla mozzicata; la cannella poi finisce l’opera. Provala e poi mi cunti.

Torta di mele morbida morbida
3 uova
320 g di farina di tipo 1
160 g di zucchero di canna
375 g di composta di mele senza zucchero (*)
160 g di burro morbido
una bustina di lievito per dolci
un pizzico di sale
un cucchiaino cannella macinata
una grattugiata di noce moscata
per la finitura:
2 mele
burro a fiocchetti
due cucchiaini di zucchero di canna
zucchero a velo

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Riscalda il forno a 175°C.
Imburra una teglia da 26 cm di diametro, spolvera con della farina eliminando quella in eccesso. Sbatti le uova con lo zucchero, aggiungi il burro morbido, aggiungi la composta di mele continuando a sbattere per amalgamare. Aggiungi la farina a pioggia miscelata con il lievito, la cannella e la noce moscata. In ultimo aggiungi il sale, versa nella tortiera e inserisci le mele tagliate a quarti e detorsolate, distribuisci qualche fiocchetto di burro e lo zucchero per la finitura. Inforna per circa 45 minuti, controlla il grado di cottura inserendo uno stecchino dell’impasto, questo dovrà essere asciutto e pulito. Sforna e fai raffreddare qualche minuto prima di sformare. Se ti piace spolvera dello zucchero a velo sulla superficie della torta.

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(*) per la composta di mele senza zuccheri aggiunti, hai bisogno di:
1 kg di mele
un limone
150 ml di acqua
3 cucchiaini di cannella macinata
lava, sbuccia e detorsola le mele, tagliale a cubetti e ponile nel Cook Expert, aggiungi la scorza del limone con il suo succo e la cannella. Fai partire il programma esperto, velocità 1A, temperatura 100°C per 45 minuti. Quando la composta sarà pronta mettila dentro dei vasetti sterilizzati, chiudili con il coperchio e fai raffreddare capovolti. Consuma la composta nel giro di tre mesi.
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Il pan coll’uva di Giulietta

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Ti cuntai che stesi in Toscana cinc’anni?
Eh, lo so, un mare di volte te lo cuntai. Va beh, porta ‘n’anticchiedda di pacienza, stolita sono!

Comunque avi ca sugnu in Sicilia da un pezzo oramà e me ne stavo tranquilla tranquilla fino a quando lei, Giulietta, s’arricampò qui. Una ventata pratese di praO, con la sua risatedda trascinante e la sua voglia di fare “cose” che viaggia a tremila giri.
– Eh, nini, se tu vo fare il pan colluva, bisogna che te tu compri l’uva canaiola! Ma ‘ndo la trovi l’uva canaiola in Sicilia?”
– Eh, non la trovo. ci dissi – Va beh, proverò lo stesso, cercherò una uva nicaredda e speriamo bene, ovvìa!
– Bada, nini, che a metà cottura, la mistura di uva e zucchero, ti farà il “richiccolo”. Te raccoglilo con il cucchiaio e ributtalo sul pane in cottura”.
– […]
A me il “richiccolo” non lo fece mai. Due nni fici di pan coll’uva, bono l’è bono ma senza il “richiccolo” non mi può paciri.

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per una teglia di 28 cm

500 g di farina
260 ml di acqua
12 g di lievito
50 g di zucchero
2 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva

un kg di uva canaiola, lavata e asciugata
zucchero per spolverare e olio extra vergine d’oliva, quanto basta

mescola la farina con il lievito sbriciolato e lo zucchero, impasta con l’acqua, aggiungi l’olio. Realizza una palla e poni a lievitare in una ciotola, leggermente sporca di farina; copri con un canovaccio pulito e riponi la ciotola dentro il forno spento con la luce accesa, fai lievitare fino al raddoppio, circa un paio d’ore.
Dopo la lievitazione, rimpasta e aggiungi 50 g di zucchero e due cucchiai d’olio. Dividi in due l’impasto, ungi la teglia e adagia il primo impasto ben steso, distribuisci circa 700 g di uva canaiola, una manciata di zucchero e un filo d’olio, copri con l’altra metà di pasta distribuisci l’uva rimasta, ancora una manciata di zucchero e un filo d’olio.  porta il forno a 180/200°C ,inforna per circa mezz’ora, a metà cottura si formerà il “richiccolo”, il sughetto generato dallo zucchero e l’uva caldi, raccoglilo con un cucchiaio e distribuiscilo sulla focaccia.

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soufflé ghiacciato al cioccolato bianco e lamponi

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Ancora un dolcino, pari chi non manciai autru ‘st’estate! E invece no, un sacco di cose salate manciai, ma questi dessert sono da menzionare per tutta una serie di motivi che fanno la differenza.
Tanto per principiare, li prepari in un battibaleno; in mezz’ora hai il dolcetto pronto, lo metti in frezeer e puoi pensare alla cena.
Secondo di poi, smaltisci gli albumi accumulati; madò, ogni volta è un delirio consumare gli albumi avanzati dalle preparazioni ove ci vuole solo il tuorlo.
In ultimo, ma non per importanza, sono facili da preparare, non ci vuole chissà quale giramento di cabasisi né sbattimenti vari.
Ah, mi stavo scordando di diriti, ‘na cosa; la ricetta è liberamente tratta da un “A Tavola” dell’agosto del 2010.

per 6 soufflé
400 ml di panna fresca
120 g di zucchero a velo
3 albumi a temperatura ambiente
120 g di lamponi
80 g di cioccolato bianco
per guarnire:
confettura di lamponi
lamponi
trita molto finemente il cioccolato oppure grattugialo dopo averlo messo in frezeer per qualche minuto. Monta a neve ferma gli albumi e metti da parte. Monta la panna ben fredda con lo zucchero a velo, aggiungi il cioccolato, i lamponi e gli albumi, con movimenti delicati dal basso verso l’alto, per non smontare il composto. Riempi uno stampo da crème caramel e, aiutandoti con un ring dello stesso diametro degli stampi, riempilo altri 2 cm, sfila il ring e procedi con gli altri contenitori. Otterrai “l’effetto soufflé”. Poni in frezeer per un paio d’ore.
Al momento di servire, ammorbidisci a bagnomaria qualche cucchiaio di confettura di lamponi, fai intiepidire e versane un po’ su ogni soufflé, decora con qualche lampone e servi.
A me piaciu il croccantino del cioccolato sotto i denti e la spumosità del soufflé, ti consiglio dunque di aspettare qualche minuto prima di servire, in modo da dare al dolcetto il tempo per ritornare a temperatura.

soufflè ghiacciati_00000