cavuluciuri gratinato

 Mizzica chi friddu! Siamo nella fase più critica dell’inverno, ai più freddolosi consiglio vivamente di armarsi di buona volontà e tanta pazienza, più scuro di mezzanotte non può fare quindi scaldiamoci come possiamo; copritevi ben bene, riscaldamento a palla, scaldini, borse dell’acqua calda, copertine e gattini sulle gambe,  calzettoni e, come si dice per ora, comfort food che, in una parola [inglese],esprime tutta una serie di aggettivi piacevoli, insomma tutto fa brodo. Accollate anche questo cavolfiore gratinato, tutta salute in calorie 😀

per 4 cristiani
un piccolo cavolfiore
40 g di speck tagliato a dadini
100 g di formaggio spalmabile
3 uova
20 g di amido di mais
150 ml di panna fresca
150 ml di latte
una manciata di parmigiano grattugiato
olio extra vergine d’oliva
noce moscata
sale
pepe

lessate il cavolfiore ridotto in cimette in pochissima acqua, salate e pepate alla fine della cottura. Sbattete le uova con il formaggio spalmabile, aggiungete l’amido setacciato e sbattete ancora per amalgamare; incorporate il latte e la panna poco alla volta e mettete da parte. Scolate la verdura, mescolatela con lo speck e distribuite il composto sul fondo di una cocotte dopo averla sporcata di olio d’oliva, distribuite il composto di uova e infornata a bagnomaria per 40 minuti circa. servite subito.

Gibson ES 175

 
Vi starete chiedendo: “ma questa è impazzita? Posta una volta ogni morte di Papa e poi mette su una foto di una chitarra…” Ora i Papi si dimettono ma questa è un’altra storia.
Beh! A tutto c’è una spiegazione; intanto lasciatemi dire che questa è una Gibson ES 175, una chitarra favolosa solo a taliarla, poi gli esperti dicono che è anche favolosa da suonare e ci credo. Questo strumento è il sogno del mio sposo, considerando che ancora non posso regalarglielo ho pensato che per il suo compleanno potevo, almeno, realizzarlo da mangiare. Ovviamente doveva essere una sorpresa dunque potevo lavorare durante il giorno ma alla sera, quando tornava dal lavor, tutto doveva “sparire”  e Carlotta ed io dovevamo fare finta di nulla. Inutile dire che ci sono stati degli incidenti di percorso -e figurati- Il primo progetto vede un’altra chitarra, nella mia immensa ignoranza avevo disegnato la chitarra sbagliata, pensavo “va beh, una vale l’altra” e invece no! Sono immensamente diverse. 
Dopo aver modificato il progetto ho realizzato i pandispagna preparando 4 impasti, uno alla volta e infornando 4 teglie, tipo placche da forno, di 41×36 cm. La ricetta che ho usato è questa:
120 g di farina 00
150 g di zucchero semolato
4 uova
4 g di lievito
Preparate le teglie, almeno due, sporcandole con del burro e poi rivestitele con dei fogli di carta forno e accendete il forno a 150°C ( per la cottura fate affidamento alla conoscenza del vostro forno). Sbattete a neve ferma gli albumi, aggiungete lo zucchero e continuate a sbattere energicamente fino ad ottenere un composto bianco, vaporoso e lucido; incorporate i tuorli, poco alla volta e la farina setacciata con il lievito. Distribuite l’impasto dentro una teglia e infornate per poco meno di 20 minuti. 
sfornate la teglia e fate raffreddare  l’impasto qualche minuto poi rovesciatelo su una griglia rettangolare per  farlo raffreddare completamente. Preparate la dima della chitarra su un foglio di carta forno, ritagliatela e poi ricavate le forme che vi servono per comporre la torta. Come potete vedere dalle foto, la chitarra è a grandezza naturale e, sia la teglia, sia la carta forno, hanno una dimensione minore, niente paura realizzateli a pezzi e poi ricomponete il puzzle legando il tutto con la crema di riempimento e dopo con la crema al burro. Dimenticavo di dirvi che vi serviranno due vassoi rettangolari di 40×58 cm su cui adagiare le torte.
per la farcitura ho realizzato una crema chantilly con fragoline di bosco
per prima cosa ho preparato la crema pasticcera con queste dosi:
400 ml di latte 
100 ml di panna fresca
6 tuorli
125 g di zucchero
40 g di amido di mais
un cucchiaino di essenza di vaniglia
sbattete i tuorli con lo zucchero e l’amido setacciato fino a quando assumeranno un colore biancastro e saranno vaporosi. Portate a bollore il latte con la panna e aggiungeteli, poco alla volta e mescolando, al composto di uova; aggiungete la vaniglia e, dopo aver amalgamato, riponete sul fuoco cuocendo fino a bollore per uno o due minuti. Togliete dal fuoco, versate dentro una ciotola e coprite con la pellicola a contatto con la crema.
per la crema chantilly:
1 litro di panna fresca
500 g di crema pasticcera (praticamente tutta quella preparata)
20 g di gelatina in fogli
150 g di zucchero a velo
Fate ammollare la gelatina in acqua fredda per circa dieci minuti, scaldate un po’ di panna dentro un pentolino e poi sciogliete la gelatina strizzata. Spegnete il fuoco e fate intiepidire prima di versare sulla crema pasticcera, mescolando con una frusta a fili manuale. Montate la panna con lo zucchero a velo, incorporatela alla crema pasticcera con movimenti lenti dal basso verso l’alto.
Inumidite la torta con una bagna realizzata con 250 ml di maraschino 700 ml di acqua e zucchero a piacere.
Distribuite la crema con un sac-a-poche lasciando qualche millimetro dal bordo esterno della torta in modo poi da sigillare con la crema al burro. Distribuite le fragoline e coprite con lo strato superiore di pandispagna.
Sigillate con la crema al burro, io l’ho preparata seguendo la ricetta di Renato:
250 g di burro morbido
350 g di zucchero a velo
10 ml di latte caldo, praticamente una goccia
Sbattete il burro con lo zucchero fino ad ottenere una crema spumosa infine unite il latte caldo, continuate a sbattere per pochi istanti. Per coprire tutta la chitarra ho dovuto realizzare due dosi quindi moltiplicate per due.
Per le decorazioni in pasta di zucchero vi consiglio caldamente, di prepararle qualche giorno prima in modo da farle indurire per bene. Io sono stata aiutata da Carlotta e Riccardo, il lavoro c’è! Tasti, chiavi, manopole, ponte, battipenna, potenziometro, pikups del tipo humbucker e tailpiece. Per la copertura e le decorazioni vi serviranno circa 3 kg di pasta di zucchero, compratela pronta perché è molto malleabile e resta morbida a lungo. 
Il manico e il battipenna li ho realizzati con 300 g di cioccolato plastico, invece le buche a “effe” le ho dipinte dopo avere realizzato la finitura sunburst. Le decorazioni le ho dipinte con un argento perlato, con lo stesso colore ho scritto “Gibson” e realizzato le decorazioni sulla paletta.
L’ultima decorazione da realizzare sono le corde in pasta di zucchero; utilizzate una sugarcraft e verranno fuori delle corde tutte uguali, abbiate cura di ammorbidire molto bene il fondente prima di utilizzarlo. 

Ah, dimenticavo; l’espressione di sorpresa del mio sposo quando ha visto la torta è stata impagabile. E’ rimasto a bocca aperta, si è accontentato, per ora di mangiare la sua chitarra preferita, è pur sempre un inizio no?

Domenica a pranzo dalla mamà

Mizzica che meraviglia il pranzo dalla mammina, domenica di lusso per noi, di super lusso per me che non fici nenti, anzi fici la figghia di famigghia, coccolata come quann’era picciridda. La mamà ci ha preparato ‘a pasta cu zzucu, un ragù tipicamente domenicale, che a mmia non veni mai bonu quantu ci veni a idda.
per 4 cristiani
3 cipolle rosse
uno spicchio d’aglio
una bottiglia di polpa pronta da 750 ml
una lattina di polpa a pezzi da 400 g
300 g di tritato di vitello
500 g di salsiccia
300 g di spezzatino di maiale
300 g di spezzatino di vitello
1/2 petto di pollo tagliato a pezzetti
olio extra vergine d’oliva
mezzo bicchiere di vino bianco
400 g di pasta fresca
ricotta infornata
sale
pepe
olio extra vergine d’oliva

 tritate la cipolla e l’aglio, poneteli in un tegame di terracotta e appassite con quattro cucchiai d’olio. Alzate la fiamma e rosolate i pezzi di carne, tranne salsiccia e tritato, per sigillarli. Togliete la carne e ponete il tritato con un pezzo di polpa di salsiccia, rosolate e sfumate con il vino, fate evaporare. Aggiungete la salsa, i pezzettoni e un poco d’acqua, salate e pepate. Quando la salsa comincerà a sobbollire aggiungete i pezzi di carne, abbassate la fiamma e cuocete per almeno tre ore. Tagliate la salsiccia a tocchetti e unitela al ragù, quando la salsiccia è cotta cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela e mescolatela in una terrina con il sugo preparato e una grattugiata di ricotta infornata.

rimase una sola fettina

Troppo tardi, finiu (quasi) tutta in un colpo, poi se la preparo la sera quannu c’è solo ‘u lustro di luna salta la fase “fotografica”, dunque se avanza bene perché l’indomani con la luce del giorno scatto qualche foto, s’annunca nenti. Non la pubblico oppure la rifaccio.
Torta di mele alla noce moscata
300 g di farina 00
150 g di zucchero
4 uova
1 bustina di lievito
100 ml di panna
2 mele
85 g di burro fuso
mezza noce moscata
un cucchiaio di zucchero di canna
sbattete il burro con lo zucchero, unite un uovo alla volta, la panna e la farina setacciata con il lievito e la noce moscata grattugiata. Versate l’impasto in una tortiera da 26 cm di diametro precedentemente imburrata e infarinata, distribuite le mele a raggiera affondandole leggermente nell’impasto, dopo averle sbucciate e affettate finemente. spolverate con lo zucchero di canna e infornate a 160°C per 40 minuti.Come sempre vi consiglio per la cottura, di basarvi sulla conoscenza del vostro forno. Servitela tiepida.

deliziose clementine

La frutta di stagione non bisogna farsela sfuggire, le clementine non durano a lungo, meno delle arance; è un frutto dolcissimo dedicato ai picciriddi, picchì è senza noccioli, o come si dice impropriamente qui, senza ossa; facile da sbucciare e di un colore favoloso. Mia nipote Marta, che ormai tanto nica non è, in questo periodo sa di trovarle sempre qui da me, infatti ha ribattezzato la nostra casa come “la casa delle clementine”  😀

 Ho realizzato questo crostata  pensando ad una frolla ‘n’anticchia chiù grezzulidda, utilizzando anche la farina di grano saraceno, se vi ho convito scorrendo le foto, pigghiatevi un pizzinu e segnatevi ‘sta ricetta:

 Per la frolla:
200 g di farina 00
100 g di farina di grano saraceno
150 g di burro a temperatura ambiente
90 g di zucchero
1 uovo
un pizzico di sale
la scorza grattugiata di una clementina non trattata

per il ripieno:
200 ml di succo di clementine
50 ml di succo di limone
30 g di farina
250 ml di panna a lunga conservazione
4 uova
100 g di zucchero Zefiro
per la decorazione:
due clementine non trattate
50 g di zucchero
due cucchiai d’acqua
mezzo baccello di vaniglia 

 preparate la frolla impastando tutti gli ingredienti, stendetela su un piano infarinato e foderate una teglia di ceramica da 30 cm di diametro, precedentemente imburrata e infarinata, e ponetela in frigo per mezz’ora.

preparate il ripieno sbattendo con una frusta a fili e a bagnomaria, lo zucchero con le uova e la farina setacciata, unite i succhi filtrati dei due agrumi e la panna, cuocete per cinque minuti.Riscaldate il forno a 160°C, infornate la torta e cuocetela in bianco, coprendola con un foglio di carta forno e fagioli secchi, per circa 10 minuti. Eliminate i fagioli, la carta da forno, bucherellate con i rebbi di una forchetta il fondo e continuate la cottura fino a leggera doratura, circa 10 minuti. Abbassate la temperatura a 140°C, estraete la teglia, riempitela con la crema di uova e riponete in forno per 20 minuti o mezz’ora, o fino a quando la crema si rapprenderà.

Affettate sottilmente le clementine e mettetele da parte; in una padella sciogliete lo zucchero con l’acqua per su fuoco leggero,  appena vedrete delle bollicine aggiungete le fettine con la vaniglia dopo aver liberato i semi dal baccello, mescolate delicatamente con un leccapentola fino a quando noterete uno sciroppo, circa 5 minuti. Sformate la torta con delicatezza, con una pinza sistemate le fettine sulla crema e per finire versate lo sciroppo.

la cucina del cuore

ho copiato dal blog di Valentina l’incipit del suo post perché mi piace assai, spiega con pochissime parole tutto il discorso che vi farò adesso…

“La cucina del cuore. La ricetta del cuore.”
intanto vi dico che si tratta di un nuovo contest, uno cuoricioso,  organizzato dalla squadra di Cucinando. Comincia oggi, 17 gennaio 2013 e si conclude alla mezzanotte del 24 febbraio. Come? Si, si avete capito benissimo, stiamo pensando seriamente a San Valentino ma non solo, stiamo pensando alle ricette che realizziamo per le persone speciali, per un’occasione speciale o solo perché ci mettiamo tanto love mentre la prepariamo. Che dite partecipate? Vi cuntu quali sono le regolette da seguire, pigghiate un pizzinu:
la gara prevede una goliardica competizione culinarfotografica alla quale possono partecipare sia i possessori di un blog sia i lettori dunque TUTTI! La ricetta da realizzare è libera, ossia potete cucinare una qualunque portata, dall’antipasto al dolce a condizione che sia la vostra ricetta del cuore, dedicata a qualcuno che amate; mamma, papà, figli, fratelli, fidanzato/a, nonni o l’amico/a. Eddai che è facilissimo, siete maestri, aspettiamo le vostre ricette e le vostre foto per concorrere alla vincita di splendidi premi messi in palio da Lékué
le ricette saranno giudicate in base all’appetibilità, alla presentazione e alla foto. Usate molta cura nello scatto perché chiarisce meglio anche l’appetibilità 😉
Questi i premi per le prime tre classificate:
Primo premio:
Kit macaron
Secondo premio:
Kit roll cake
Terzo premio:
Kit cupcake
I giudici siamo i soliti noi:
Riccardo, Valentina e Lory  di Cucinando
Valentina di L’aroma del caffè
Sarah di Fragola e Limone
Sara & Paolo di Fico secco e uva passa
e io
Partecipare è facilissimo; se avete un blog postate la ricetta con la foto del piatto inserendo il il banner del contest 
con il link della ricetta con cui partecipate a questo post sul blog di Valentina. Se non avete un blog mandate una mail a questo indirizzo valentina.brida@gmail.com con le suddette richieste
Potrete partecipare con massimo due ricette postate dal 17 gennaio in poi.
io vi regalo la ricetta che ho realizzato per i miei cari a Natale, più amore di questo? *_*
per 16 cristiani:
500 g di lasagne all’uovo
900 g di carciofi già puliti
350 g di prosciutto cotto
burro
200 ml di vino bianco
olio extra vergine d’oliva
350 g di mascarpone
300 g di parmigiano grattugiato
200 g di svizzero originale grattugiato
un grosso spicchio d’aglio
un mazzetto di menta fresca
40 g di pistacchi
sale e pepe
affettate i carciofi e rosolateli con 50 g di burro e l’aglio tritato, sfumate con il vino bianco e dopo l’evaporazione aggiungete un paio di mestoli di brodo bollente e portate a cottura stufando. Frullate i carciofi con il mascarpone e qualche fogliolina di menta. Sporcate due teglie  con l’olio, spolverate con il pangrattato il fondo e i bordi, distribuite un po’ di crema sul fondo e poi disponete a strati le lasagne, il prosciutto a pezzetti e i formaggi. realizzate tre strati di pasta e finite con la crema. Prima di infornare distribuite i pistacchi tagliati grossolanamente. Cuocete in forno caldo a 190°C per circa 40 minuti. 

piante erbacee ruvide

un’erba ruvida, pelosa, pungente, in una parola, rozza ma di una bontà indescrivibile infatti dovete assaggiarla per capire, le parole non servono.

Risotto con borragine e radicchio
per una cristiana che fussi io
200 g di borragine pulita
100 g di radicchio
100 g di riso integrale
4 noci pecan
2 foglie di alloro
2 scalogni
un rametto di rosmarino
olio extra vergine d’oliva
circa un litro di brodo vegetale
una grattata di noce moscata
lavate accuratamente la borragine, eliminate i filamenti dalle foglie più grosse. Tritate lo scalogno, ponetelo in una risottiera con un paio di cucchiai d’olio, soffriggete leggermente e poi aggiungete la borragine e il radicchio tagliati a listarelle, mescolate e aggiungete un mestolo di brodo e fate stufare qualche minuto, aggiungete il riso e le erbe aromatiche; portate a cottura aggiungendo il brodo necessario poco per volta. A fine cottura mantecate con un giro d’olio e la noce moscata, lasciate riposare qualche minuto e servite. Se volete potete mantecare con burro e un po’ di parmigiano ma sappiate che è buonissimo e gustoso anche senza.

il tè della domenica

quando ho fame bevo, mi faccio una tisana oppure un tè, bevande calde che sciolgono i grassi…almeno mi consolo, devo dire che la fase critica dietetica passò, non ho più quella fame atavica che mi faceva nesciri l’occhi ‘i fora. in effetti fame non era, era voglia di spizzuliare, masticare costantemente tutto il giorno; un biscottino durante gli intervalli, un bel piatticeddu di pasta a pranzo, uno ma anche due (e tre) bicchieri di vino e soprattutto il pane, tanto pane, fresco, croccante, morbido com’è ghiè, basta che è pane da mangiare schitto o maritato, ma quant’è buono il panuzzo? ASSAI! Va beh, niente ci fa, io determinata sono, anche perché la tizia del post precedente (che fussi io) ogni mattina trasi cu mia in bagno e mi talìa i fianchi dallo specchio  😀
Il tè che mi riscalda anche l’anima è un regalo dei miei adorabili amichetti Fico secco & Uva passa, è buonissimo :*
per 35 biscotti:
350 g di farina 00
40 g di mirtilli rossi secchi
90 g di nocciole
100 ml di latte caldo
130 g di burro morbido
150 g di zucchero
120 g di cioccolato bianco
un uovo
un cucchiaino di lievito
per la finitura
100 g di cioccolato fondente
mettete i mirtilli a mollo nel latte; sbattete lo zucchero con il burro, fino a renderli bianchi e spumosi.  Aggiungete l’uovo e, poco alla volta, la farina setacciata, il lievito, le nocciole e il cioccolato tritati a coltello, in ultimo unite i mirtilli scolati. Realizzate delle palline d’impasto di circa 25-30 g di pezzatura, schiacciatele leggermente e ponetele su una teglia foderate con carta forno. Infornate in forno già caldo a 160°C per circa 10 minuti, sfornate e fate raffreddare sulla placca. Sciogliete il cioccolato a bagnomaria, intingete i biscotti tenendoli da un lato e poneteli ad asciugare su carta forno. 

accettai la sfida

…quella che il primo dell’anno una tizia mi lanciò schiaffeggiandomi, in modo figurato, nella quiete della mia stanza da bagno. Ero ddocu tranquilla per i fatti miei, immersa nei miei effluvi, quando lei mi taliò dallo specchio apostrofandomi con un epiteto irripetibile. Inutile negare che mi offese fino al midollo ma è altrettanto innegabile che ragione aveva. Si deve perdere il tuo nome, mi disse taliandomi ‘nta l’occhi, ma quanto ti stai facennu? Sembri un torta che lievita nel forno, come una delle tue, belle e buone da mangiare, ma quelle dolci sono, tu sì ‘na cristiana ed è evidente che stai esagerando; pari n’arancina chi pedi.
Va beh, l’ho detto, arancina chi pedi mi chiamò…
A quel punto non potevo sottrarmi, sentivo che dovevo raccogliere la sfida che per me è doppia; perdere 10 kg e cucinare sempre cose buone, pizze e paste sugose, biscotti e torte, carni e pesci a go_go. Quindi, cari i miei lettori vicini e lontani, io produco e gli altri mangiano; accollatevi questi biscotti, (ancora biscotti, si) che mandano in visibilio, mi hanno detto e io ci credo.
Per fugare ogni ragionevole dubbio, devo dire che la tipa allo specchio ero io, autocoscienza, semplice autocoscienza.
Biscotti morbidi al triplo cioccolato:
per 45 pezzi
145 g di cioccolato bianco
145 g di cioccolato fondente in gocce grandi
420 g di farina 00 setacciata
30 g di cacao amaro setacciato
70 g di burro ammorbidito
40 g di burro salato morbido
100 g di zucchero
un uovo
un cucchiaino di estratto di vaniglia
100 ml di latte aromatizzato ai mirtilli secchi
un cucchiaino di lievito in polvere
Scaldate il forno a 160°C. Tagliate a pezzi il cioccolato bianco e scioglietelo a bagnomaria con il latte. Nello sbattitore unite il burro con lo zucchero, sbattete per ottenere una crema, aggiungete l’uovo e continuate a sbattere per amalgamare. Incorporate il cioccolato bianco e dopo, poco alla volta, il cacao, la farina, il lievito e il cioccolato in gocce. Realizzate delle palline di circa 40 g, schiacciatele leggermente e ponetele su una placca foderata con carta forno ben distanziate tra loro. Infornate per circa 15 minuti, controllate la cottura. Sfornate e fate raffreddare sulla placca prima di riporli dentro una scatola di latta.

un muzzicuni

 …a una stellina glielo diamo? Per forza bisogna darglielo, picchì sannunca s’affinni. Potrebbe pensare che non vi piace, offendendosi a morte. Allora segnatevi ‘sta ricetta, fatele e mangiatele pensando ammia.
Stelline mandorle e vaniglia ripiene alle fragole
80 g di mandorle con la buccia
280 g di farina 00
120 di zucchero
150 g di burro morbido
un cucchiaino di essenza di vaniglia
un pizzico di sale
un uovo
confettura di fragole

Tritate le mandorle in un mixer e mettetele in una ciotola con tutti gli ingredienti, impastate, fate una palla, avvolgetela nella pellicola e poi ponetela in frigo per un’ora. Stendete la pasta ad uno spessore di 3 mm e con un coppapasta a forma di stella, ritagliate i biscotti e metteteli in una placca foderata con carta forno; praticate un foro al centro in metà delle stelline con un piccolo coppapasta rotondo. Cuocete in forno caldo a 160°C per 10 minuti, sfornateli e fateli raffreddare completamente. Con una spatola distribuite un po’ di confettura, coprite con il biscotto con il buco e poi spolverate con zucchero a velo.