banana bread

banana bread
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Piove talmente tanto che ‘u Signuruzzu su scuiddò, io, invece mi scordai un casco di banane sulla madia in cucina e per fortuna che in soccorso arriva sempre Simona Mirto e le sue ricette pazzesche sul suo blog Tavolartegusto. La ricetta del suo banana bread è facilissima e, come sempre, molto dettagliata. Io mi sono limitata a togliere un po’ di frutta secca ma solo perché non l’avevo in casa, per il resto ho copiato [quasi] pedissequamente per evitare spiacevoli sorprese.

3 banane mature (più una per la decorazione superficiale)
240 gr di farina 0
130 gr di zucchero di canna a grana sottile
100 gr di burro a temperatura ambiente
2 uova
un cucchiaio di estratto di vaniglia
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
buccia grattugiata di 1 limone
1 bustina di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1 pizzico di sale
100 gr di cioccolato fondente tritato
100 gr di mandorle tritate
Schiaccia tre banane con una forchetta per ottenere una purea e metti da parte.
Accendi il forno e imposta la temperatura a 190°C nel frattempo sbatti il burro morbido con lo zucchero, la vaniglia, la cannella, la scorza del limone e il sale fino ad ottenere una crema liscia. Sempre lavorando a media velocità, incorpora un uovo alla volta. Aggiungi le banane schiacciate e mescola con una spatola per amalgamare il tutto. Infine aggiungi la farina setacciata con il lievito e il bicarbonato sempre mescolando con una spatola. A questo punto aggiungi metà del cioccolato e metà delle mandorle mescolando dal basso verso l’alto, versa nello stampo imburrato e infarinato; completa con due fette di banana tagliate longitudinalmente e quello che resta del cioccolato e delle mandorle.
Cuoci  per 10-15 minuti a 190°C poi abbassa la temperatura a 180 per ancora 20-25 minuti o qualcosa in più se utilizzi uno strumento di cottura in ceramica, come ho fatto io.  Vale sempre la prova stecchino per verificare la cottura, deve uscire perfettamente asciutto.
Sforna e fai raffreddare completamente prima di servire.

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Brownies bon bon

brownies bon bon_00002Mizzica, passò più di un mese dall’ultima pubblicazione. Ti sono mancata? Beh tu si, assai; mai come questa volta posso dirti che il tempo vola, mi si squagghiò ne’ manu attipo la neve al sole di questi primi giorni di gennaio. Impressionante come passarono i giorni. Un acchiana e scinni metaforico e mi ritrovo catapultata nel duemiladiciannove come se niente fussi! AH! A proposito, auguri, di cuore, di sole cose bellissime.
Non sono stata con le mani in mano però eh? Ho cucinato sempre-sempre e fotografato anche per il solo gusto di fermare il tempo, se mi segui sulla pagina facebook di scorza d’arancia oppure sul mio account istagram, lo sai.
Anche se fuori tempo pubblicherò i pandorini e la torta che ho preparato per natale e capodanno, ma adesso ti lascio la ricettuzza di questi dolcetti che partono da un impasto base brownie, rubacchiati a Donna Hay e trasformati in piccoli bocconcini dal gusto strong, regalato del cioccolato e con il cuore di lamponi acidulo in netto contrasto. L’impasto è molto sodo, rispetto ai brownies che sono abituata a realizzare, ma si rivelarono buonissimi.
Per 24 piccoli dessert ti servirà una teglia da mini muffin con 24 alloggiamenti.

150 g di farina di tipo 0
75 g di cacao amaro
300 g di zucchero di canna
175 g di burro fuso e raffreddato
un cucchiaino di estratto di vaniglia
3 uova
125 g di cioccolato fondente tritato o in piccole gocce
24 lamponi

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mescola la farina con il cacao, lo zucchero, il burro e la vaniglia, per amalgamare, aggiungi le uova leggermente sbattute e assemblale. Infine aggiungi il cioccolato tritato o le goccine.
Riscalda il forno e portalo a 160°C. Imburra gli alloggiamenti della teglia e spolvera con della farina eliminando quella in eccesso. Distribuisci una piccola quantità di impasto, aggiungi un lampone e copri con un piccolo cappelleto di impasto; con le mani leggermente bagnate, sigilla i lati in modo da ottenere un piccolo scrigno.  Realizza così tutti i dolcetti. Inforna per circa 35 minuti e prova la cottura con uno stecchino infilzato in un dolcetto se viene fuori asciutto, sforna e fai intiepidire, spolvera con zuccheroa velo e servi tiepidi.

soufflé ghiacciato al cioccolato bianco e lamponi

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Ancora un dolcino, pari chi non manciai autru ‘st’estate! E invece no, un sacco di cose salate manciai, ma questi dessert sono da menzionare per tutta una serie di motivi che fanno la differenza.
Tanto per principiare, li prepari in un battibaleno; in mezz’ora hai il dolcetto pronto, lo metti in frezeer e puoi pensare alla cena.
Secondo di poi, smaltisci gli albumi accumulati; madò, ogni volta è un delirio consumare gli albumi avanzati dalle preparazioni ove ci vuole solo il tuorlo.
In ultimo, ma non per importanza, sono facili da preparare, non ci vuole chissà quale giramento di cabasisi né sbattimenti vari.
Ah, mi stavo scordando di diriti, ‘na cosa; la ricetta è liberamente tratta da un “A Tavola” dell’agosto del 2010.

per 6 soufflé
400 ml di panna fresca
120 g di zucchero a velo
3 albumi a temperatura ambiente
120 g di lamponi
80 g di cioccolato bianco
per guarnire:
confettura di lamponi
lamponi
trita molto finemente il cioccolato oppure grattugialo dopo averlo messo in frezeer per qualche minuto. Monta a neve ferma gli albumi e metti da parte. Monta la panna ben fredda con lo zucchero a velo, aggiungi il cioccolato, i lamponi e gli albumi, con movimenti delicati dal basso verso l’alto, per non smontare il composto. Riempi uno stampo da crème caramel e, aiutandoti con un ring dello stesso diametro degli stampi, riempilo altri 2 cm, sfila il ring e procedi con gli altri contenitori. Otterrai “l’effetto soufflé”. Poni in frezeer per un paio d’ore.
Al momento di servire, ammorbidisci a bagnomaria qualche cucchiaio di confettura di lamponi, fai intiepidire e versane un po’ su ogni soufflé, decora con qualche lampone e servi.
A me piaciu il croccantino del cioccolato sotto i denti e la spumosità del soufflé, ti consiglio dunque di aspettare qualche minuto prima di servire, in modo da dare al dolcetto il tempo per ritornare a temperatura.

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Creme tart

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se aspettavo ancora un po’, questo post diventava “fuori stagione” in effetti sono al limite. Le ciliegie oramà fineru; quelle che trovo hanno di nuovo i prezzi alle stelle. Vero è che questa torta scenografica si presta a mille “vestiti” quindi la decorazione è stagionale, la base resta strepitosa comunque e la cosa bella è proprio questa.
Mi piace assai, la sua bellezza è pari alla sua bontà, la volevo fare da una marea di tempo ma sul ueb ci sono millemila ricette, di quale fidarsi? Qualche mese fa, da Tony il mio parrucchiere, ho incontrato la mia amica Agnese, lei è maestra di torte, bravissima, non ci vedevamo da quasi “un secolo” e, indovina? mi cuntò che aveva realizzato la creme tart… mizzica, chi meglio di lei? Pigghiai un pizzino elettronico ( le note del cellulare ghghghghgh), mi scrissi la ricetta e ora te la cuntu.

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250 g di farina
125 g di burro morbido
100 g di zucchero a velo
un tuorlo
un uovo intero
5 g di lievito per dolci
un pizzico di sale
la scorza grattugiata di un limone
Con le fruste, monta lo zucchero con il burro e la scorza del limone, aggiungi le uova e poi la farina, il lievito e il sale, amalgamando con una spatola, delicatamente. Stendi un foglio di pellicola e avvolgi la frolla che sarà molto morbida, a fortiori con questo caldo. Ti consiglio, quindi, di lavorare con un leccapentola per raccogliere tutto il composto e compattarlo aiutandoti con la pellicola stessa. Poni in frigo, Agnese suggerisce almeno un paio d’ore, io la preparo la sera e la faccio riposare tutta la notte in frigo.

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Trascorso il tempo di riposo, recupera la frolla e dividi in due panetti, uno rimettilo in frigo, l’altro stendilo tra un foglio di carta forno e uno di pellicola, su un piano freddo, di marmo sarebbe l’ideale. Realizza la forma desiderata con una dima: io ho fatto una corona ma vanno di moda lettere e numeri per festeggiare compleanni o ricorrenze diverse; trasferisci la frolla su una base liscia, facendo scivolare la carta forno, bucherella con i rebbi di una forchetta e fai riposare in frigo per circa 15 minuti, nel frattempo realizza l’altra base e ponila in frigo. creme tarte secondo disco_00002_01

Accendi  il forno a 160°C e inforna la prima base per circa un quarto d’ora, comunque per la cottura basati sulla conoscenza del tuo forno e controlla il processo. Sforna e fai raffreddare completamente prima di maneggiarla. Cuoci anche la seconda base e fai raffreddare.
Agnese per il ripieno ha realizzato una sorta di crema diplomatica, ma non so in che proporzione, io invece ho riempito la mia sac-a-poche con una namelaka.

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340 g di cioccolato 
400 ml di panna fresca
200 ml di latte intero
10 g di sciroppo di glucosio
4 g agar agar o di gelatina in fogli 

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taglia a pezzetti il cioccolato bianco, ponilo dentro un pentolino e scioglilo a bagnomaria. Se usi la gelatina mettila ammollo in acqua fredda per una decina di minuti e poi l’aggiungi al latte caldo, strizzata; se invece usi l’agar agar porta a bollore il latte e aggiungi la polvere, mescola per scioglierla e poi aggiungi il glucosio.
Versa il cioccolato dentro un contenitore grande abbastanza per contenere tutta la crema, versa un terzo di latte caldo e con un cucchiaio mescola per farlo assorbire dal cioccolato. Procedi allo stesso modo per fare assorbire il latte rimasto e infine la panna. Mescola ancora per amalgamare. Immergi un frullatore a immersione e frulla per circa un minuto lasciandolo fermo sul fondo, copri con la pellicola e poni in frigo tutta la notte.

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Il giorno dopo metti la crema in una sac-a-poche, sporca un piatto da portata per fissare la prima base della torta, distribuisci tanti piccoli fiocchetti fino a ricoprire la superficie, adagia l’altra base e rifai il processo.

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Metti in frigo e fai rassodare, la torta è molto delicata, tema il caldo. Decora come più ti piace, con fiori edibili e frutta di stagione, io ho realizzato dei biscotti con la frolla avanzata e ho usato anche delle piccole sfoglie di cioccolato. Tu, fai tu.
Grazie Agnese!

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sensualissima mousse

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Il cioccolato, per me, non ha stagione. Non riesco a decretare la fine e l’inizio dell’uso di questo alimento, che regala felicità ad ogni muzzicuni.  C’è chi associa il cioccolato ai mesi invernali, per me è quasi un sacrilegio. Quando l’astinenza mi morde le viscere, iddu mi chiama: Cla, Cla, Cla… E che fa, non ci arrispunnu? Apro lo sportello della dispensa e astuto quella vocina dicendo: ah, qua sei?
Che poi, se non la stoppo, quella vocina non mi molla più. La conosco benissimo. S’insinua con sensualità fino all’anima, s’ammuccia dietro un velo di ipocrisia e vince.

per sei cristiani
250 g di cioccolato fondente
70 g di zucchero di canna scuro
20 g di burro
4 uova
250 ml di panna
250 g di fragole
foglioline di menta cioccolato (Mentha × piperita ‘Chocolate Mint’)

trita il cioccolato e ponilo dentro un pentolino che poi porrai su un altro con dell’acqua, sciogli a bagnomaria con il burro; mescola per amalgamare bene e fai intiepidire.
Separa i tuorli dagli albumi: sbatti i primi con lo zucchero fino ad ottenere una crema liscia, gonfia e chiara. Aggiungi il cioccolato tiepido, poco alla volta e mescolando con una spatola, dal basso verso l’alto senza smontare i tuorli. Monta separatamente gli albumi e la panna; ingloba prima gli albumi e poi la panna sempre con delicatezza. Versa il composto ottenuto in singole coppette e lasciale in frigo coperte da uno strato di pellicola per almeno un paio d’ore. Al momento di servire ponete qualche  fogliolina di menta e le fragole lavate, tagliate a fette o intere, con il picciolo ben in evidenza che servirà per la presa.

 

lèggere o leggère, pagine & pagine

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Sto leggendo un romanzo che non mi ha acchiappato come avrei voluto.
Scelgo i libri, per farmi accompagnare attraverso un incanto, dal titolo, dall’autore, dal genere, dalla copertina e, in ultimo ma non per importanza, dal numero di pagine. Più sono grossi, più le pagine hanno una bassa grammatura, più io sono felice di poterli acquistare e lasciarmi affogare in quel mare di fruscianti fogli, certa che finiranno tardi, tardissimo, nonostante la mia foga nel leggerli. M’assuglia la curiosità di sapere cosa avranno da celare tutte quelle parole affastellate una appiccicata all’altra.
Certo, se le premesse non coincidono con le aspettative è un disastro, perché il fatto, la storia, diventa un mattone; pesante di moriri. Accussì, il testo diventa lento, i mesi trascorrono e quel libro è sempre lì: grosso, sovrasta la torretta di quelli che aspettano pacinziusi di essere goduti. Altre grandi aspettative.
Lo mollo? no, difficile che lo molli, perché arrivata a pagina 348, mi chiedo che cosa può succedere lungo tutte le settecentosessanta pagine. Tra l’altro è un giallo e vugghiu sapiri cu fu che l’ammazzò a quella nicaredda. Quindi non se ne parla, lo finirò, lentamente, ma lo finirò. Mi affiderò a un pomeriggio di ozio con una fetta di torta, magari una mud cake come questa che posso mangiare schettamaritata con una “quenelle” di panna montata, frutti di bosco o del gelato alla vaniglia.
Esistono innumerevoli ricette della mud cake, la famosa torta fango a base di molto cioccolato. Ha una consistenza compatta ma morbidissima, io ho scelto di seguire la ricetta di Donna Hay apportando due sole modifiche; ho usato una teglia da 26 cm di diametro (lei usa una teglia da 22 cm) e aggiunto 8 g di lievito.
375 g di burro morbido
230 g di zucchero di canna
3 uova
300 g di farina setacciata
1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
8 g di lievito chimico
80 g di cacao in polvere amaro, setacciato
200 g di cioccolato fondente, fuso
180/200 ml di latte (decidi in base alla consistenza del composto)
cacao in polvere per guarnire

scalda il forno e portalo a 160°C, imburra una teglia da 26 cm di diametro, spolverala con un po’ di farina e metti da parte. Lavora il burro con lo zucchero per 8-10 minuti. Il composto diventerà molto chiaro e spumoso. Aggiungi un uovo alla volta, aspettando che venga assorbito dall’impasto prima di aggiungere il successivo. aggiungi la farina con il lievito e il bicarbonato, il cacao. Alterna con il latte e il cioccolato fuso.  Versa nello stampo, livella e inforna per circa un’ora e un quarto. Fai la prova stecchino prima di sfornare, fai raffreddare cinque, dieci minuti prima di sformare il dolce e farlo raffreddare su una gratella. Spolvera con del amaro e servi come ti piace di più.

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panna cotta al cioccolato e scorzadarancia

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A volte mi chiedo se la realtà esista davvero, se il mio occhio vede il mondo  in maniera obiettiva, se la concretezza delle cose  è vera opuru è solo apparenza. A volte mi chiedo cosa manca al mondo per essere quadro, cosa manca per fissarne bellezza e colori, cosa manca.
E se invece non mancasse niente? Probabilmente manca qualcosa a me.

Panna cotta cioccolato fondente e scorzadarancia, per colmare almeno un vuoto, alchimia e potenza seduttiva della cucina; per il resto mi attrezzerò.

200 g di cioccolato extra fondente all’arancia
1 l di panna fresca
4 g agar agar
50 g di zucchero di canna

trita il cioccolato e nel frattempo porta a bollore la panna con lo zucchero, mescola e aggiungi il cioccolato. Appena il composto è amalgamato aggiungi l’agar-agar e riporta a bollore. Filtra tutto attraverso un colino a maglie fitte e trasferisci dentro 8 bicchierini. Fai raffreddare e poi passa in frigo per un paio d’ore almeno. Prima di servire trita 50 g di cioccolato bianco e fondente, distribuisci sopra la superficie della panna cotta e porta in tavola.
Buonissima è!

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da un soffice alla vaniglia a un semifreddo il passo è breve

 

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Incontrare qualcuno che ti lascia un segno bellissimo nell’anima capita spesso, ad alcuni anche ogni giorno. Quel segno può rimanere vivido o può affievolirsi come un ricordo sbiadito di una polaroid scattata negli anni settana e rivista oggi.  Ad ogni modo, direi che sia impossibile rinunciare al piacere di accogliere nel proprio cuore qualcuno che restituisce gentilezza e amabilità, non ce ne sarebbe motivo, in effetti.
Lauretta è così. Una persona speciale, disponibile sempre; attenta a non lasciare nulla di incompiuto e sempre pronta a dare una risposta precisa e a lasciare un segno, anche più d’uno, carico di cose bellissime.
Quello che ho tra le mani è un segno tangibile, fatto di pagine spesse, carico di foto stupende e segreti svelati, legati a un magico ingrediente; il cioccolato.
Ricette dolci e salate organizzate seguendo il corso delle stagioni e ciavuruse di cioccolato. Ho scelto una ricetta e da essa mi sono fatta ammaliare e ispirare. Non te la propongo para para ma sappi che da pagina quarantasei mi lasciai affatare.

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da un “soffice alla vaniglia con ganache di cioccolato bianco ” di Laura Adani a un semifreddo al cioccolato fondente con ganache nera e frutti di bosco.
Liberamente tratto dal libro “Le stagioni del cioccolato, ricette dolci e salate per gustarlo tutto l’anno” edito da Trenta Editore.
ti serviranno degli stampi in silicone per dolcetti tipo ciambelline
Per 8 cristiani:
400 ml fi panna fresca
100 g di cioccolato fondente
una bacca di vaniglia
160 g di albumi
40 g di zucchero
per la ganache:
200 ml di panna
200 g di cioccolato fondente
Per decorare usa frutti di bosco, a piacere.
Trita il cioccolato e ponilo dentro una ciotola. Dentro una casseruola metti la panna con i semi della bacca di vaniglia e portali quasi a bollore, togli dal fuoco e fai intiepidire leggermente poi versa il composto dentro la ciotola con il cioccolato, mescola con una spatola e amalgama gli ingredienti. Dentro una terrina e con l’ausilio di una frusta a fili, mescola gli albumi con lo zucchero, senza montarli; aggiungili al mix di cioccolato filtrando attraverso un colino.
Colloca gli stampi in silicone dentro una teglia dai bordi alti, versa il composto a base di albumi dentro gli stampini facendolo passare attraverso il colino (quindi effettuerai due passaggi attraverso il filtro). Versa dell’acqua calda dentro la teglia arrivando ai due terzi degli stampini. Inforna a 120°C per un’ora in modalità forno statico cuocendo a bagnomaria.  Sforna gli stami, fai raffreddare, poni in frigo e poi freezer per almeno 4 ore.
Un’ora prima di servire prepara la ganache; trita il cioccolato e ponilo dentro una terrina. porta la panna quasi a bollore, mescola per intiepidire e poi versala sul cioccolato. Mescola per amalgamare e sciogliere il cioccolato, otterrai una crema liscia, fai raffreddare completamente.
Prepara i piatti a servire, versa uno specchio di ganache sul fondo di ogni piatto, sforma un semifreddo, adagialo al centro del piatto, versa ancora un po di ganache e decora con i frutti di bosco. Se vuoi, finisci il piatto con delle piccole scaglie di cioccolato.

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i colori del cioccolato

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di cioccolato mi vestirei, in tutte le tonalità del suo “choctone“; una camicia con la manica a trequarti cioccolato bianco, una gonna retta, che lasci leggermente scoperto il ginocchio, cioccolato al latte e un paio di décolleté Mary Jane tacco a spillo e cinturino alla caviglia cioccolato fondente extra dark, senza calze perché il cioccolato sa essere caldo d’inverno e freddo d’estate.
Di sicuro, dovrei girare con un borsone con almeno un cambio, come i nutrichi, picchì durante la giornata, mi mancirìa i vestiti, scarpe comprese.
Il cioccolato è sensuale, ma anche nostalgico; un muzzicuni a una tavoletta o una cucchiaiata di calda e “scioglievolissima” crema riuscirebbe a trascinarti indietro nel tempo ma anche molto avanti emozionando e ingolosendo.
Ho letto che il cioccolato può essere  considerato una droga, che detto così pare una cosa terribile, ma in realtà è una cosa meravigliosa.
Ecco, una ricetta in cui il cioccolato ha diverse sfaccettature è quella che segue. Se provi ad assaggiare una torta Caprese resti affascinato, t’innamori perdutamente e, nei cassetti della memoria, ti resta indelebile il sapore come del primo bacio. Fuori un guscio che resiste alla forchetta e dentro un cuore morbido. Prova!

Questa è una ricetta di torta Caprese, ovviamente non me ne vogliano i campani se non ho ricercato la vera ricetta ma quella che per me sembrava la più buona e che poi alla fin fine ho pure leggermente modificato, comunque la sostanza non cambia.
Di facilissima esecuzione, realizzala e poi mi cunti.

– 170 g di burro e un po ‘di più per ungere lo stampo.
– 200 g di cioccolato fondente di ottima qualità.
– 4 uova medie.
– 160 g di zucchero di canna
– 200 g di mandorle pelate, tritate finemente.
-zucchero a velo per la finitura

cioccolato

riscalda il forno e portalo a 180 gradi, imburra e infarina una teglia di 22 cm di diametro.
Trita il cioccolato a coltello, mettilo dentro  un contenitore resistente al calore e poi dentro un bagnomaria  insieme con il burro tagliato a pezzetti; lascia raffreddare.
Sbatti le uova con lo zucchero fino a quando il composto diventerà bianco e avrà raddoppiato il suo volume iniziale, dai dieci ai 15 minuti.
Aggiungi le mandorle tritate al miscuglio di burro e cioccolato e con delicatezza ingloba le uova sbattute, poco alla volta e con movimenti circolari dal basso verso l’alto. Riempi la teglia e inforna per circa 30 minuti. Come al solito verifica la cottura con uno spiedino, quando lo tiri fuori dal centro della torta NON deve essere asciutto e pulito ma deve avere la giusta umidità. Sforna il dolce e fallo raffreddare nella teglia, poi sformalo su una gratella per dolci e fallo raffreddare completamente. Trasferiscilo su un piatto da portata, così capovolto, e cospargi lo zucchero a velo.

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“La vita è uguale a una scatola di cioccolatini…

…non sai quello che ti capita”

ragiuni avi Forrest Gump, ma su questi quassotto perone, posso dirti tutto, se vuoi.

La ricetta l’ho vista qui; l’ho adattata apportando la conversione delle misure e aggiunto ‘n’anticchiedda di panna, o latte se preferisci; ammia il biscotto mi parsi duro, per i miei gusti, tu fai come ti pare, ‘o solito.

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Chi siamo noi per dire se martedì è grasso o magro? Si putissi offinniri, non è una cosa bella eh?

Di certo con un solo quadrozzo di questi cioccolatini  grasso ci diventa, cu ciù dici? Io no! Addio.

per una teglia da 20*25
30 pezzi
per il biscotto:
150 g di farina
1/2 cucchiaino di lievito
1/4 di cucchiaino di bicarbonato
1/4 di cucchiaino di sale
80 g di burro fuso
150 g di zucchero di canna
un uovo grande
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
80 g di burro di arachidi
20 ml di panna o latte se preferisci, equivalgono a 2 cucchiai
per la copertura:
200 g di burro di arachidi
130 g di cioccolato fondente
per la finitura:
zuccherini colorati o codette

riscalda il forno a 180°C e imburra una teglia, cospargi di farina ed elimina quella in eccesso. Mescola gli ingredienti secchi in una ciotola, vale a dire la farina, il lievito, il bicarbonato e il sale. In un’altra sbatti il burro con lo zucchero, l’uovo e la vaniglia. Aggiungi gli ingredienti secchi e fluidifica con la panna. Versa nella teglia e inforna per circa 15 minuti o fino a quando, inserendo uno stecchino all’interno dell’impasto, questo ne uscirà asciutto e pulito. Tira fuori la teglia dal forno, fai raffreddare qualche minuto, poi sforma il biscotto e fai raffreddare completamente su una gratella per dolci, a ‘sto punto prepara la copertura. Trita il cioccolato mettilo dentro un contenitore e scioglilo a bagnomaria insieme con il burro di arachidi. Fai intiepidire e poi versa sul biscotto. Cospargi, se vuoi con gli zuccherini colorati che fa tanto carnevale e fai indurire in frigo. Taglia a quadrozzi e servi.

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