Domenica a pranzo dalla mamà

Mizzica che meraviglia il pranzo dalla mammina, domenica di lusso per noi, di super lusso per me che non fici nenti, anzi fici la figghia di famigghia, coccolata come quann’era picciridda. La mamà ci ha preparato ‘a pasta cu zzucu, un ragù tipicamente domenicale, che a mmia non veni mai bonu quantu ci veni a idda.
per 4 cristiani
3 cipolle rosse
uno spicchio d’aglio
una bottiglia di polpa pronta da 750 ml
una lattina di polpa a pezzi da 400 g
300 g di tritato di vitello
500 g di salsiccia
300 g di spezzatino di maiale
300 g di spezzatino di vitello
1/2 petto di pollo tagliato a pezzetti
olio extra vergine d’oliva
mezzo bicchiere di vino bianco
400 g di pasta fresca
ricotta infornata
sale
pepe
olio extra vergine d’oliva

 tritate la cipolla e l’aglio, poneteli in un tegame di terracotta e appassite con quattro cucchiai d’olio. Alzate la fiamma e rosolate i pezzi di carne, tranne salsiccia e tritato, per sigillarli. Togliete la carne e ponete il tritato con un pezzo di polpa di salsiccia, rosolate e sfumate con il vino, fate evaporare. Aggiungete la salsa, i pezzettoni e un poco d’acqua, salate e pepate. Quando la salsa comincerà a sobbollire aggiungete i pezzi di carne, abbassate la fiamma e cuocete per almeno tre ore. Tagliate la salsiccia a tocchetti e unitela al ragù, quando la salsiccia è cotta cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela e mescolatela in una terrina con il sugo preparato e una grattugiata di ricotta infornata.

la cucina del cuore

ho copiato dal blog di Valentina l’incipit del suo post perché mi piace assai, spiega con pochissime parole tutto il discorso che vi farò adesso…

“La cucina del cuore. La ricetta del cuore.”
intanto vi dico che si tratta di un nuovo contest, uno cuoricioso,  organizzato dalla squadra di Cucinando. Comincia oggi, 17 gennaio 2013 e si conclude alla mezzanotte del 24 febbraio. Come? Si, si avete capito benissimo, stiamo pensando seriamente a San Valentino ma non solo, stiamo pensando alle ricette che realizziamo per le persone speciali, per un’occasione speciale o solo perché ci mettiamo tanto love mentre la prepariamo. Che dite partecipate? Vi cuntu quali sono le regolette da seguire, pigghiate un pizzinu:
la gara prevede una goliardica competizione culinarfotografica alla quale possono partecipare sia i possessori di un blog sia i lettori dunque TUTTI! La ricetta da realizzare è libera, ossia potete cucinare una qualunque portata, dall’antipasto al dolce a condizione che sia la vostra ricetta del cuore, dedicata a qualcuno che amate; mamma, papà, figli, fratelli, fidanzato/a, nonni o l’amico/a. Eddai che è facilissimo, siete maestri, aspettiamo le vostre ricette e le vostre foto per concorrere alla vincita di splendidi premi messi in palio da Lékué
le ricette saranno giudicate in base all’appetibilità, alla presentazione e alla foto. Usate molta cura nello scatto perché chiarisce meglio anche l’appetibilità 😉
Questi i premi per le prime tre classificate:
Primo premio:
Kit macaron
Secondo premio:
Kit roll cake
Terzo premio:
Kit cupcake
I giudici siamo i soliti noi:
Riccardo, Valentina e Lory  di Cucinando
Valentina di L’aroma del caffè
Sarah di Fragola e Limone
Sara & Paolo di Fico secco e uva passa
e io
Partecipare è facilissimo; se avete un blog postate la ricetta con la foto del piatto inserendo il il banner del contest 
con il link della ricetta con cui partecipate a questo post sul blog di Valentina. Se non avete un blog mandate una mail a questo indirizzo valentina.brida@gmail.com con le suddette richieste
Potrete partecipare con massimo due ricette postate dal 17 gennaio in poi.
io vi regalo la ricetta che ho realizzato per i miei cari a Natale, più amore di questo? *_*
per 16 cristiani:
500 g di lasagne all’uovo
900 g di carciofi già puliti
350 g di prosciutto cotto
burro
200 ml di vino bianco
olio extra vergine d’oliva
350 g di mascarpone
300 g di parmigiano grattugiato
200 g di svizzero originale grattugiato
un grosso spicchio d’aglio
un mazzetto di menta fresca
40 g di pistacchi
sale e pepe
affettate i carciofi e rosolateli con 50 g di burro e l’aglio tritato, sfumate con il vino bianco e dopo l’evaporazione aggiungete un paio di mestoli di brodo bollente e portate a cottura stufando. Frullate i carciofi con il mascarpone e qualche fogliolina di menta. Sporcate due teglie  con l’olio, spolverate con il pangrattato il fondo e i bordi, distribuite un po’ di crema sul fondo e poi disponete a strati le lasagne, il prosciutto a pezzetti e i formaggi. realizzate tre strati di pasta e finite con la crema. Prima di infornare distribuite i pistacchi tagliati grossolanamente. Cuocete in forno caldo a 190°C per circa 40 minuti. 

piante erbacee ruvide

un’erba ruvida, pelosa, pungente, in una parola, rozza ma di una bontà indescrivibile infatti dovete assaggiarla per capire, le parole non servono.

Risotto con borragine e radicchio
per una cristiana che fussi io
200 g di borragine pulita
100 g di radicchio
100 g di riso integrale
4 noci pecan
2 foglie di alloro
2 scalogni
un rametto di rosmarino
olio extra vergine d’oliva
circa un litro di brodo vegetale
una grattata di noce moscata
lavate accuratamente la borragine, eliminate i filamenti dalle foglie più grosse. Tritate lo scalogno, ponetelo in una risottiera con un paio di cucchiai d’olio, soffriggete leggermente e poi aggiungete la borragine e il radicchio tagliati a listarelle, mescolate e aggiungete un mestolo di brodo e fate stufare qualche minuto, aggiungete il riso e le erbe aromatiche; portate a cottura aggiungendo il brodo necessario poco per volta. A fine cottura mantecate con un giro d’olio e la noce moscata, lasciate riposare qualche minuto e servite. Se volete potete mantecare con burro e un po’ di parmigiano ma sappiate che è buonissimo e gustoso anche senza.

Uno

Uno gennaio duemilatredici, si ricomincia con il calendario, si ricomincia da uno_zero_uno. Eh? Lo so, non ricomincia niente, ovviamente, tutto continua, scorre secondo le stagioni cambiate, le cose già iniziate e qualche progetto da azzizzare. Detto ciò continuo, sulla scia degli ultimi cinque anni, trascrivendo una ricettuzza, a noi è piaciuta assai, spero che piaccia anche a voi. Buon anno.
Strozzapreti pesce spada, asparagi e gamberoni
per 4 cristiani:
per la pasta
300 g di farina
un cucchiaio di olio extra vergine d’oliva
200 ml circa di acqua tiepida
per il condimento
12 asparagi
300 g di pesce spada
300 g di gamberoni
una cipolla rossa
un bicchierino di vodka
100 ml di panna fresca
un mazzetto di prezzemolo tritato
un’arancia
pepe
sale

 Impastate la farina con l’olio e l’acqua, otterrete una palla liscia e morbida.Stendete la pasta con un matterello ad uno spessore di circa un paio di millimetri, tagliatela a strisce di 5 cm e poi a listarelle di 4 mm. Con santa pacienza, prendete ogni listarella e arrotolatela tra le mani fino a realizzare un coccitello di pasta. Infarinate una spianatoia di legno, ponete gli strozzapreti e spolverate ancora di farina. Fate riposare un’ora circa. Preparate il condimento soffriggendo la cipolla tritata, aggiungete gli asparagi tagliati a rondelle avendo cura di lasciare la punta lunga un paio di cm. Unite, poco alla volta, il brodo bollente, portando a cottura gli asparagi. Aggiungete il pesce spada  tagliato a dadini e i gamberi sgusciati, irrorate con la vodka e poi fiammeggiate. Finite con la panna e amalgamate bene mescolando. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata e poi fatela saltare con il condimento. Prima di servire, spolverate una macinata di pepe, la scorza dell’arancia grattugiata e il prezzemolo.

troppa carne al fuoco

Questi ultimi mesi stanno scorrendo tra le mani come acqua. Non mi rendo conto come il tempo voli, o forse si. Ho, come si dice da queste parti, molta carne al fuoco e non vorrei abbruciare nenti. Ci sono periodi invece, che mi alzo al mattino e le uniche cose da fare sono i subbizi, le faccende di casa; lava, stira, spolvera, metti in ordine…ma picchì? Sunnu tutte cose che s’hannu ‘a fari ma amminchiunano, rinbecilliscono. Nessuna creatività nel togliere la polvere che dopo due secondi torna nuova sul piano appena pulito, non c’è la più piccola soddisfazione secunnu mia. In cucina invece si che la sorispazione c’è, eccome se c’è! Mi pregio di consigliarvi, per queste festività incalzanti, una pasticedda di tutto rispetto; n’anticchia di mari e una di terra…amunì pigghiate un pizzinu.
per 6 cristiani:
530 g di fettuccine
500 g di cuori di carciofo già puliti 
1,800 g di cozze
1 kg di vongole
100 ml di prosecco
2 peperoncini secchi
5 bacche di pimento
timo
maggiorana
prezzemolo
olio extra vergine d’oliva
due spicchi d’aglio
Pulite molto bene le cozze, una alla volta con una retina dopo aver eliminato i filamenti che escono dal mollusco, lavate anche le vongole e poi mettete tutto insieme dentro un tegame capiente con uno spicchio d’aglio tagliato a metà e un peperoncino sbriciolato. Chiudete con il coperchio e fate aprire le conchiglie su una fiamma vivace. Spegnete, eliminate la maggior parte delle valve e mettete da parte. Filtrate il liquido di cottura. 
In un ampio wok di terracotta, soffriggete uno spicchio d’aglio con un peperoncino sminuzzato, aggiungete i carciofi tagliati a fettine sottili, mescolate per fare insaporire, sfumate con il vino a fiamma alta, portate a cottura e condite con le erbe aromatiche. In una ciotola stemperate un cucchiaio di farina con 5 cucchiai di liquido di cottura dei molluschi, aggiungetelo ai carciofi e mescolate. Aggiungete le cozze, le vongole e fate insaporire, condite con il pimento pestato.
Lessate la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e unitela al condimento, saltate su fuoco vivace e aggiungete dell’acqua di cottura dei molluschi se necessario, spegnete e condite con un giro d’olio crudo.

oggi, domenica.

 Oggi è domenica, raramente posto la domenica. Picchì? Picchì dedico chiù tempo a tutto quel che firrìa attorno alla casa e alla famigghia. Considerando che fici sta tegghia di pasta al forno cu chiddu che c’era e vinni bona, mi segno subito le dosi prima ca mi scordu.
per 4 cristiani calai 500 g di pasta formato ziti e finiu tutta!
500 g di polpa di zucca
300 g di funghi champignon
150 g di salsiccia già cotta
uno spicchio d’aglio
un dado per brodo alla carne senza glutammato
una generosa grattata di noce moscata
110 ml di vino bianco secco
60 g di parmigiano grattugiato
500 ml di panna fresca
pan grattato
olio extra vergine di oliva
sale
pepe
Oleate uniformemente una teglia di ceramica rettangolare di 25×30 cm e cospargetela di pangrattato. Tritate finemente l’aglio, i funghi, la salsiccia e la zucca separatamente. In un tegame riscaldate due cucchiai d’olio, aggiungete l’aglio e fate sfrigolare, unite i funghi e dopo una mescolata la salsiccia, sfumate con il vino e fate evaporare, versate anche il trito di zucca e cuocete con il coperchio per una decina di minuti, mettete il dado e mescolate fino a cottura, in tutto circa 15 minuti. Pepate e grattugiate la noce moscata. Lessate la pasta in abbondante acqua salata e cuocetela fino a tre minuti prima della fine della cottura al dente, scolatela dentro il tegame con il condimento aggiungete la panna e il parmigiano, mescolate e versate dentro la teglia preparata finite con una spolverata di pangrattato e una di parmigiano grattugiato. Infornate in forno già caldo a 180°C per 15 minuti e poi gratinate per due. Buona domenica

aiutatemi a dire: un classico!

 No! In effetti, nonostante sia il classico dei classici, non l’avevo mai postato; è uno dei risotti più classici (l’avevo già detto che è un classico?) del mondo ma, no! Non l’avevo mai pubblicato pur avendolo fatto, ri_fatto e stra_fatto un monte di volte. Quindi oggi, ve lo sorbite (se volete), anche solo come finger food picchì chistu ristau, dui chicchiceddi, giusto per fare una foto e farvi taliare, più o meno, comu vinni…oppure, taliate la pignata vacante! Fate voi; vi do ben due atrenative perché è finita l’era del “prima la foto e poi si mangia”. Adesso prima si mangia e, se resta qualcosa, si fa una foto…
AH! Ora ‘u capivi picchì non l’avia pubblicato mai, questo classico di un classico 😀

‘sta vota eràmo otto cristiani:
620 g di riso Carnaroli
5 zucchine genovesi niche, piccole
12 fiori di zucca
300 g di gamberetti già sgusciati
3 scalogni
brodo vegetale o di pesce
una bustina di zafferano o se l’avete in pistilli
un bicchiere di vino bianco secco
olio extra vergine di oliva
sale e pepe
un mazzetto aromatico, prezzemolo e menta
preparate il brodo, in cui scioglierete lo zafferano; tenetelo in caldo, pronto per la cottura del riso. Lavate le zucchine, spuntatele, asciugatele e tagliatele a cubetti nicareddi, piccolini. Affettate molto finemente lo scalogno, ungete con due cucchiai di olio la vostra risottiera e soffriggete dolcemente. Unite le zucchine, salate e coprite con il coperchio, facendo stufare qualche minuto e mescolando con un cucchiaio di legno. Aggiungete metà dei fiori di zucca lavati, asciugati, privati del pistillo e tagliati a filetti. Aggiungete il riso, fate tostare, bagnate con il vino, fate evaporate e poi portate quasi a cottura unendo il brodo caldo, poco alla volta. Quasi a fine cottura, unite i gamberetti, mescolate e infine aggiungete gli ultimi fiori di zucca e il mazzetto aromatico tritato finemente. Aggiustate di sale, pepate e mantecate con un giro d’olio. Coprite la risottiera con il coperchio e fate riposare qualche minuto prima di servire.

una spaghettata di fine estate

Eravmo 16 cristiani a cena venerdì e, manco a dirlo, con questa moltitudine di bocche da sfamare i gusti sono molteplici e i più diversi; c’è chi la vole cotta, chi la vole cruda, chi squarata ossia scondita, chi ha mangiato troppa carne, chi ha semplicemente mangiato troppo quest’estate e nonostante tutto paventa anche una mezza dieta, chi ” i picciriddi non manciano nenti“, chi ha intolleranze, ciò nondimeno c’è chi resta sempre una buona forchetta e chi, come me, ha voglia di cucinare una cosa che  leghi tutti attorno al tavolo.
ppì ‘sta vota mi nnì niscìa con un pesto di zucchine!  
per 16 cristiani ho lavato 1400 g di zucchine genovesi, le ho  spuntate e tagliate a pezzetti dentro un tegame, ho aggiunto poco più di 150 ml di olio extra vergine di oliva, salato, messo il coperchio e stufato con la sola acqua di vegetazione fino a quando la verdura è diventata morbida. Ho fatto raffreddare e poi ho messo dentro il bicchiere del frullatore, aggiunto 100 g di pinoli, due spicchi d’aglio di Nubia, un mazzetto di basilico, una manciata di parmigiano grattugiato e 150 g di pesto genovese. Dopo ho messo in funzione il frullatore riducendo in crema e condendo con dell’olio extra vergine d’oliva e una macinata di pepe. Ho messo sul fuoco un pentolone chinu, chinu d’acqua; quannu arrivau a bollìri ci calài la pasticedda; un chilo e quattrocento grammi di spaghetti ruvidi con una cottura al dente di 12-15 minuti. A dieci minuti l’ho scolata, conservando un bel po’ di acqua di cottura, l’ho rimessa dentro il pentolone e poi l’ho condita con il condimento di zucchine, ho aggiunto 40 g di pinoli, qualche foglia di basilico ed ho servito.

pomodori rossi; secchi e freschi ‘nsemmula

 Questo è il periodo della caccia ai pomodori belli, rossi e maturi, per le conserve invernali. Cascitti  e cascitti in vendita alla putìa, al giusto punto di maturazione, che durano pochissimo in mostra. Le massare mercanteggiano col putiaru per poi deliziare i figghioli che spettunu ‘a casa per cominciare, non senza “un’ombra” di fastidio, la preparazione della sarsa di pumaruoru. Tutta la famigghia viene coinvolta, nuddu escluso; granni e picciriddi alle prese con le detestate “buttigghie”. E chista è la prima fase, poi vene chidda dei pumoruori sicchi: lavali, tagghial,i mettili sulle canne al sole, girali, votali, mettili dintra e poi nescili ‘o suli…un lavoro immane per conservare un gioiello: il pomo d’oro per l’inverno. Ma noi ancora in estate siamo e ancora ci sono quelli freschi; pigghiatevi un pizzino e segnatevi ‘sta ricetta che parra della bella stagione, caldulidda certu, ma bedda.
per 8 cristiani:
700 g di fettuccine ruvide
200 g di pomodori secchi
1 grosso pomodoro fresco
100 ml di vino bianco
uno spicchio d’aglio piccolo
un ciuffo di basilico
qualche foglia di menta
olio extra vergine d’oliva
80 g di ricotta salata grattugiata
50 g di pistacchi non salati
pepe
ricotta salata per servire
Fate ammorbidire i pomodori secchi in acqua calda per circa mezz’ora, poi asciugateli e metteteli nel frullatore con le erbe aromatiche, il vino, l’aglio, la ricotta salata grattugiata, il pomodoro fresco privato dei semi, i pistacchi, una generosa macinata di pepe e un paio di cucchiai d’olio. Frullate e amalgamate aggiungendo dell’altro olio se serve e aggiustate di sale. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente, avendo cura di conservare un po’ di acqua di cottura; conditela in una terrina capiente con il sugo preparato, fluidificando con l’acqua conservata. Servite immediatamente cospargendo con la ricotta salata grattugiata al momento.

la Sicilia me la porto dentro

Che fine fate fare al pane duro? Se lo buttate, non voglio saperlo. Raccontatemi, piuttosto, come lo ri_utilizzate; potrebbe essere un’idea per un contest…eddai, scherzavo!
Vi cunto che facciamo, buona parte dei siciliani  ed io. Niè, lo grattugiamo. Lo faccio seccare nei sacchetti di carta, poi lo taglio a pizzuddicchi e lo metto nel frullatore riducendolo in pangrattato, che poi grattato non è, ma fa lo stesso. Dopo lo setaccio con un colapasta e ottengo due tipi di grana; grossa e fine. Quella fine la utilizzo per panare la carne, pesce o pollo o per le polpette. Quella a grana grossa la uso per fare i muddichi per condire la pasta al posto del formaggio (c’è la crisi).
Ppì sta pasticedda ho usato la muddica a grana grossa, quella che resta dentro il colapasta dopo averla setacciata. Ho pestato dentro il mortaio un ciuffetto di basilicò, uno di menta fresca con un pizzico di sale e ho messo da parte. Ma non mi facìti cunfunnìri e andiamo con ordine…
Fettuccine con tonno fresco e muddiche ciavuruse
per due cristiani:
160 g di fettuccine ruvide
160 g di tonno in una sola fetta
mezza cipolla rossa di tropea
una manciata di capperi sotto sale
olio extra vergine d’oliva
un mazzetto di basilico
un mazzetto di menta
30 g di mollica di pane secco a grana grossa
una manciata di pistacchi
sale e pepe
In un mortaio pestate il basilico e la menta con un pizzico di sale; tenete  il tonno a bagno in acqua e sale per circa mezz’ora, poi sciacquatelo, asciugatelo e tagliatelo a dadi. Affettate la cipolla con una mandolina, ponetela in un wok con due cucchiai d’olio e i capperi dissalati sotto l’acqua corrente. Fate appassire e poi aggiungete il tonno, fate rosolare a fiamma vivace per pochi minuti, aggiustate di sale se necessario e mettete da parte. Nello stesso wok  sporco d’olio rosolare la mollica di pane duro con i pistacchi, fate abbrustolire e poi unitela al pesto di erbette. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e conditela con il sugo di tonno scottato, mescolando per fare insaporire, impiattate distribuendo la mollica aromatica, una macinata di pepe e qualche foglia di menta.