l’ultima e tiriamo

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Si, ‘u sacciu, ancora cose duci e zuccherate?
Si, L’ultima e tiriamo avanti, l’ultima cosa duci chi fici ppì l’Epifania m’interessava cuntaritilla picchì potrebbe tornarti utile in qualche occasione, chissacciu, macari si, non è detto che sei tra quelli che “appena finite le feste a dieta”. Quindi eccomi qua.
Anche questa volta sto a cuntarti una ricetta di un maestro pasticcere. Faccio ‘na citazione come diciamo noi architetti quando scopiazziamo lo stile di un grande e famoso professionista. Attribuiamo al concetto di copia un valore alto chiamandolo citazione azzerando in automatico il plagio. Geni!
E va beh bisogna sapere copiare, l’ho detto sempre e non è detto che io lo sappia fare ma di sicuro m’ddivittia e il dolcino è buono veramente se ti piacciono le cose tremolanti.
cioccolato

La ricetta di cui ti vogghiu parrari è quella del creme caramel del maestro Montersino.
Una cosa non capisco dalla descrizione del maestro e ci chiederei: Luca, maestro mio, ma ‘sta glassa al caramello venne dura puru a ttia? Una pietra, scomoda da mangiare, secunnu mia eh?

Amunì, assittati e segnati ‘st’ingredienti.

per la pasta frolla:
92 g di farina 180 W
55 g di burro
37 g di zucchero a velo
15 g di tuorli (uno)
una bacca di vaniglia
la scorza di un limone, grattugiata
un pizzico di sale

per il creme caramel:
450 g di latte intero fresco
180 g di uova intere, circa 3 piccole
50 g di panna fresca
130 g di zucchero semolato
15 g di agar agar, oppure 4 fogli di colla di pesce
una bacca di vaniglia
una bacca di anice stellato
5 g di liquore all’anice, ho messi 2 gocce di zammù, anice unico, questione di gusti

per la glassa al caramello:
200 g di salsa al caramello
12 g di agar agar

per la salsa al caramello
100 g di zucchero semolato
100 g di acqua

per la finitura
200 g di pasta frolla
100 g di cioccolato fondente al 55% di cacao

pigghiati un pizzino per i passaggi, sunnu n’anticchia ‘ntipatici ma se segui passo passo t’arrinesciunu tutti cosi.

prepara la pasta frolla lavorando la farina con il burro tagliato a dadini. Aggiungi lo zucchero a velo, i tuorli e i semi della vaniglia, in ultimo il sale e la scorza del limone. Realizza una palla, avvolgila nella pellicola e mettina in frigo per almeno un’ora ma anche di più.

prepara il crème caramel mettendo 50 g di zucchero in un pentolino dal fondo spesso e fallo caramellare sul fuoco, non ti allontanare, rischi di bruciarlo e di buttare via tutto. Distribuiscilo sul fondo di uno stampo da plumcake, in maniera uniforme.
in una ciotola slega le uova sbattendole leggermente insieme ai semi di vaniglia, al liquore e alla bacca di anice stellato.  Fai bollire il latte con la panna per un minuto e aggiungi lo zucchero a pioggia miscelato con l’agar agar, dice il maestro. Se usi la colla di pesce mettila a mollo in acqua fredda per qualche minuto e poi aggiungila al composto di latte dopo aver sciolto lo zucchero. Versa il composto di latte e panna sulle uova, mescola bene tutto e versalo nello stampo da plumcake. Cuoci a bagnomaria a 140°C per 20 minuti. Tira fuori dal forno la crema e falla raffreddare, poi metti tutto nel bicchiere del frullatore e frulla tutto. Riempi degli stampi in silicone  di babà nichi, mignon e poi passali in freezer.

Nel frattempo prepara i biscotti: stendi l’impasto, ritaglialo con un coppapasta leggermente più grande della base degli stampi che hai scelto per i tuoi crème caramel e cuoci in forno caldo a 180°C per circa 15 minuti.
Trita al coltello il cioccolato e scioglilo a bagnomaria. quando è ancora tiepido immergi la parte superiore del biscotti e fai raffreddare.

Prepara la salsa al caramello facendo cuocere 70 g di acqua con lo zucchero fino a ottenere un caramello biondo poi ferma la cottura con 30 g di acqua calda. Occhio eh? fai attenzione picchì quando aggiungi quest’acqua il caramello comincia a schizzare. Prepara la glassa al caramello facendo bollire una parte della salsa precedentemente preparata con l’agar agar, aggiungi la parte rimasta di salsa al caramello e continua a mescolare.

Tira fuori dal freezer i crème caramel e realizza i canapè ponendo sul piatto a servire il biscotto con la glassatura al cioccolato, sforma un crème caramel e adagialo sul biscotto e poi versa un po’ di glassa al caramello calda. Poni in frigo e porta a temperatura.

 

 

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una crostata da sdillinio

Ora nnì finisce ‘u babbìu. Ammia ppì prima.
Arrivò ‘u friddu, quello vero dico, quello d’aggigghiari.
Che ti devo dire, qua le temperature scendono a gennaio e a febbraio e ora ora arrivò la prima sciabolata. Arrivò attipo tumpulata. Si me l’avevano detto ma io spero sempre che si sbaglino. Per una mano la maglietta di cotone con le maniche corte sempre me la metto, hai visto mai che acchiana la temperatura…
I miei sensori sono fortemente in allarme, suona tutto come quando scatta la sirena dell’antitaccheggio allora lo sai che faccio? l’unica cosa sensata; mi concentro su una cosa duci e non ci penso più.
Ora però ho n’autru poblema, come tu cuntu? Probabilmente mi sto impoverendo di parole, opere e omissioni. Ma mi pare sempre chiù difficile trovare le parole giuste ppì countariti megghiù ‘na cosa. Certo la foto purrìa essere bastevole, ma forse no. Amunì ci provo.
E’ una crostata che va bene su tutto, come il nero per i vestiti; si adatta a qualunque ricorrenza, festa o evento.
Io la fici per festeggiare il 26 dicembre, Santo Stefano tutti da me, una biddizza. Eramo 19 tra granni e picciriddi, tutti assittati. N’addivittemmu, ognuno portò ‘na cosa. Il porta party è condivisione allo stato solido cu le fimmine di casa che s’organizzano per dare a tutti un boccone di bellezza e bontà. Ah! ‘Ste fimmine, un brazzu di mari sunnu! Ma chista è n’autra storia che forse poi ti cuntu.
La torta Giulio  di Ernst Knam è un delirio di bontà, in primisi picchì è al cioccolato, in secundisi picchì i tre strati: frolla, mou salato e ganache di copertura sono commoventi al primo mozzicone.
Pigghiati un pizzino e signa ‘sta ricetta.

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Per la frolla al cacao
250 g d burro morbido
250 g di zucchero semolato
100 g di uova (circa 2)
4 g di sale
1 bacca di vaniglia
10 g di lievito in polvere
400 g di farina 00
80 g di cacao

Per la ganache al cioccolato 
300 g di cioccolato fondente al 60%
220 ml di panna fresca liquida

Per il mou salato

100 g di zucchero semolato
100 g di panna fresca liquida
90 g di burro morbido
2 g di fior di sale (sale di Maldon)

prepara la pasta frolla al cacao impastando il burro a temperatura ambiente con lo zucchero e i semi della bacca di vaniglia. Aggiungi le uova, il cacao, la farina, il lievito e il sale. Realizza un panetto, avvolgilo nella pellicola e metti in frigo per almeno tre ore
Prepara il mou salato versando lo zucchero in un pentolino dal fondo spesso e dai bordi alti, lascialo caramellare. quando diventa biondo aggiungi la panna bollente e cuoci per 5 minuti mescolando con una frusta. Togli il pentolino dal fuoco e aggiungi il burro morbido e il fior di sale. Imburra e infarina una teglia per crostata da 28 cm con il fondo amovibile e accendi il forno portandolo a una temperatura di 175°C. Manipola leggermente la frolla e stendila con un matterello, arrotolala e adagiala sulla teglia, modellala e rifila i bordi. Passa in frigo per mezz’ora e poi cuoci “in bianco” per 15- 20 minuti. Quando il guscio è cotto sfornalo e rifila i bordi con un coltello quando la torta è calda. Fai raffreddare e poi versa il caramello mou e metti in frigo per due o tre ore.
Prepara la ganache tritando a coltello il cioccolato e portando la panna a bollore. Versa la panna sul cioccolato posto dentro una boulle, mescola costantemente con una frusta a fili fino ad amalgamare gli ingredienti. Fai raggiungere la temperatura ambiente e poi versa sul caramello mou. Rimetti in frigo per un’ora ancora. Rimpasta la frolla avanzata e realizza dei biscotti che cuocerai per circa 10- 15 minuti. fai raffreddare e poi, come fici Rossella Neiadin di Dissapore  da cui ho desunto la ricetta, pennella con del colorante oro sciolto con un po’ di rum o alcool, poggiali sulla torta e servi.
Poi mi cunti.

 

 

 

 

una mousse per un buon Natale

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Buon Natale
ti regalo un bicchiere con una mousse al cioccolato e cialde croccanti al cacao, una cosa da fine pasto dopo una cena luculliana, di quelle che non finiscono mai, che ti lasciano senza fiato. Ecco, con un bicchiere così finisci in bellezza con quel dolce e amaro che non guasta e che ti mette in pace con tutti anche con quelli che ti stanno ‘ntipatici. Provali, li prepari in anticipo e li metti in frigo coperti dalla pellicola, poco prima di servire, attipo quando hai finito con il secondo, li tiri fuori così arrivano a tavola a temperatura ambiente. Decorali con le cialde e poi mi cunti.
Ciao mousse-odueo2

Bicchierini con mousse al cioccolato e cialde golose Athena

Per 4 bicchieri

100 g di cioccolato fondente
100 g di cioccolato fondente all’arancia
100 ml di panna da montare
50 g di burro
25 g di zucchero
2 uova
una manciata d nocciole tostate
4-5 cialde alla nocciola e al cacao Athena per bicchiere

spezzetta il cioccolato ponilo in un tegame a bagnomaria e fondilo a fuoco dolce, aggiungi prima il burro e poi i tuorli, mescola per ottenere un composto liscio. Sbatti gli albumi a neve con lo zucchero e uniscili al cioccolato, sbatti ancora con le fruste elettriche. Monta la panna e aggiungila delicatamente con una spatola. Metti in frigo per almeno 40 minuti. Trascorso questo tempo sbatti con le fruste elettriche e poni la mousse dentro un sac-a-poche munita di bocchetta a stella e componi i bicchierini mettendo ¼ di crema dentro un bicchiere  e le cialde in piedi e qualche nocciola tostata sopra.

io voglio il sole dentro di me

-Ma ‘sta pasta tende all’estate evè?
-‘Ncà!
Si capisce che mi iccassi a mari? Che mi mi mittissi a curriri a piedi nudi sulla sabbia caldissima? Che vado cescando l’estate nel piatto?
T’affinni se non ti metto una ricetta strettamente gingolbell? spero di no. M’abbisogna smenzare la mia personalissima corsa dalla fine dell’estate alla primavera con qualcosa che m’affata, qualcosa  che mi cala, attipo bustina di the dentro la tazza d’acqua calda, verso un’idea, una suggestione, una ispirazione.
Questo è, se ti piace bene e se no niente.

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Calamarata con pesto di pomodorini secchi e pesce spada su un bel suolo di crema di ricotta
per 2 cristiani:

200 g di calamarata
100 g di pesce spada
15 g di pinoli tostati
30 g di pomodorini secchi
un ciuffo di prezzemolo
10 g di ricotta infornata grattugiata
45 g di olio extra vergine d’oliva
120 g di ricotta fresca
2 cucchiai di panna a lunga conservazione
mezzo spicchio d’aglio degerminato

Lava i pomodorini, tamponali con della carta assorbente e ponili dentro il frullatore, aggiungi i pinoli, il prezzemolo, l’aglio se ti piace, 20 g di ricotta fresca, e l’olio. Frulla tutto e riduci in crema. Scotta il pesce spada pochi istanti per lato e taglialo a cubetti. Cuoci la pasta in abbondante acqua salata ma non troppo, la sapidità del risultato finale dipende moltissimo dalla ricotta infornata e dai pomodorini secchi. Ti consiglio quindi di assaggiare il pesto e la ricotta, poi agisci di conseguenza.
Prepara la crema di ricotta: metti in un padellino antiaderente la ricotta fresca, appena raggiunge il bollore spegni e aggiungi la ricotta infornata grattugiata e la panna, mescola, poi passa nel mixer per renderla liscia. Mentre la pasta cuoce aggiungi uno o due cucchiai di acqua di cottura nel pesto per fluidificarlo. Scola la pasta con una schiumarola e ponila dentro una ciotola con il pesto e il pesce, mescola e lascia riposare un istante, giusto il tempo di disporre metà della crema su ogni piatto. Adagia la pasta con il condimento e servi subito.

che te lo dico a fare?


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dice…”ma la zuppa ai frutti di mare la mangi anche d’inverno? Non è un piatto estivo?”
“Eh, cosa che cosa?” dico
La Zuppa ai frutti di mare è un piatto tipico delle zone di mare, punto e basta.
Quindi, che te lo dico a fare? Io di fronte a un piatto così, semplice e gustoso mi emoziono, sempre


Zuppa di frutti di mare, cavoletti di Bruxelles e crostini di pane di segale Huber

Per 4 cristiani
600 g di sedano rapa
un kg di cozze pulite
800 g di vongole spurgate
350 g di cavoletti di Bruxelles
un mazzetto di prezzemolo
uno spicchio d’aglio
un pezzetto di peperoncino
100 ml di vino bianco secco

cuoci al vapore i cavoletti tagliati a metà con il sedano rapa pelato e tagliato a dadini. Sala e metti qualche foglia di prezzemolo nell’acqua che servirà per la cottura al vapore.
Taglia il pane a quadrucci e abbrustoliscilo su una piastra rovente pochi minuti per lato, colloca da parte.
Metti in un tegame l’aglio e un mazzetto di prezzemolo tritati, un pezzetto di peperoncino e un giro d’olio. Aggiungi i frutti di mare e chiudi con un coperchio, poni sul fuoco vivo per farli aprire. Raccogli i molluschi e metti il liquido di cottura filtrato dentro un pentolino con 100 ml di vino su fuoco vivace per fare evaporare e stringere il sugo. Mescola i molluschi dentro il tegame con le verdure cotte al vapore e la salsa preparata. Servi in delle fondine con i quadrucci di pane di segale abbrustoliti.

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croccanti patate

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Qualche giorno fa cuntavo a me figghia come si fa un piatticeddu di pasta di pasta. ‘Sti figghioli, oggi, non ne hanno idea di come si conduce una casa, non sanno parrari di economia domestica, non sannu discurriri di stirare una camicia. Che è colpa d’iddi? No, penso proprio di no.

Mi assumo la responsabilità per quanto riguarda me figghia. Il fatto è che mi parse che crisciu tutta ‘ntà ‘na vota… buh! Com’è che fino a ieri era nicaredda e ora è donna fatta? Non mi faccio persuasa. Comunque è arrivata l’ora di spiegarici qualche cosa, cominciando dai fondamentali.

Patate arrosto con panure di fette biscottate olandesi multicereali Huber e timo

Per 4 cristiani
Un kg di patate per cottura in forno
4 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
2 cm di zenzero fresco pelato
uno spicchio d’aglio
4 rametti di timo fresco
un baccello di vaniglia
40 g di fette biscottate multicereali Huber
sale

lava e pela le patate, tagliale a quarti e mettile in una patatiera oppure in una teglia dotata di coperchio. Frulla nel mixer l’aglio con lo zenzero, le fette biscottate, il timo e i semi di vaniglia. Aggiungi questo mix alle patate con l’olio e mescola bene. Chiudi il coperchio e cuoci in forno caldo a 200°C per almeno un’ora.

il potere calorifico dentro una torta

 

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E’ arrivato anche qui, il freddo.
E lo so c’è chi al nord racconta di freddo polare, freddo d’aggigghiari, con stalattiti e stalagmiti, freddo che noialtri qui al sud nemmeno ce lo immaginiamo, ma, ti assicuro, che noi non siamo mai preparati ai primi undici dodici gradi d’inizio inverno, sul livello del mare.
Io almeno no. Non mi abituerò mai; adesso ti scrivo infagottata dentro un maglione di lana con il collo ad anello, morbido e caldo che non riesce a scaldarmi come vorrei. Allora devo decidere se indossare un cardigan o farmi un the bollente.
Perché scegliere? Colazione con torta calorica quel giusto che serve per affrontare la giornata, un the bollente,  un cardigan per smorzare l’umido della campagna siciliana a dicembre e un paio di cialde golose da sgranocchiare durante le pause. E si va ingranando, un piede leva e uno metti.
Torta ai frutti di bosco e Cialde Golose Athena

180 g di burro morbido
150 g di zucchero di canna
3 uova
100 g di farina di pistacchi
160 g di farina
una bustina di lievito
200 g di frutti di lamponi freschi o surgelati
farina di appoggio per i lamponi
150 ml di panna
50 ml di latte
70 g di cialde golose Athena alla vaniglia

sbatti il burro con lo zucchero, aggiungi un uovo alla volta e 80 g di farina di pistacchi. Poco per volta unisci la farina setacciata con il lievito intervallando con i liquidi disponibili, il latte e la panna; in ultimo aggiungi 150 g di lamponi tuffati precedentemente nella farina di appoggio e poi spolverati da quella in eccesso (questa operazione eviterà che il frutto vada a fondo durante la cottura), mescola con una spatola, versa in una teglia  dai bordi alti di 20/22 cm di diametro imburrata e infarinata con 20 g di farina di pistacchio rimasta, distribuisci le cialde sbriciolate grossolanamente, i lamponi rimasti e inforna in forno caldo a 170°C per circa 60 minuti. Per la cottura affidati alla conoscenza del tuo forno e sappi che se usi frutta congelata servirà più tempo per la cottura. Sforma il dolce e fai raffreddare su una gratella. Servi con un paio di cialde golose appoggiate alla fetta.

 

il grano antico che fa la differenza

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Piccamora, quando vai in alcune pizzerie attente al cliente, alle intolleranze, alle mode, trovi anche la pizza senza glutine e quella realizzata con farine diverse, farine di grano duro di grani antichi. Questa è una gran bella moda evè? Quella del revival mi piace assai, ma tanto tanto.
La farina di grano tenero, quella bianca per intenderci, è ricavata da un grano prodotto in maniera massiva e modificato per renderlo immune alle avversità naturali. E’ poverissimo dal punto di vista nutrizionale mentre invece il grano duro contiene pure più proteine e il fatto che in Sicilia ci sono ben 52 varietà di grani antichi autoctoni mi rende orgogliosa, una volta di più.
per due pizze
100 g di farina di grano duro antico, siciliano Russello semi integrale
200 g di semola di rimacinato
200 ml circa di acqua
4 g di lievito di birra
un cucchiaino di zucchero
un cucchiaio d’olio
6 g di sale

per farcire
quello che vuoi tu, io ho usato:
qualche cucchiaio di salsa di pomodoro
100 g di scamorza
rucola
scaglie di parmigiano
pesto di pistacchio
100 g di formaggio svizzero originale
mortadella o prosciutto cotto
Impasta la sera prima se puoi e metti l’impasto ottenuto, con il procedimento  che ti racconterò, nella parte bassa del frigo.
Nell’impastatrice metti le farine, il lievito sbriciolato, lo zucchero e l’olio. Fai partire la macchina oppure mescola a mano e poi cominci ad aggiungere l’acqua, poca alla volta impastando. Verso la fine aggiungi il sale e completa l’impasto. Verifica l’assorbimento dell’acqua da parte della farina, te ne potrebbe servire di più o di meno, comunque l’impasto deve essere molto idratato, appiccicoso al tatto. Fai lievitare tutta la notte in frigo; tira fuori dal frigo la ciotola un paio d’ore prima di stendere l’impasto, mettilo sulla spianatoia, manipolalo su una spolverata di farina d’appoggio e poi dividilo in due.
Nel frattempo accendi il forno a 230-250°C se hai il Pizza Stone mettilo nella parte bassa del forno leggermente infarinato. In caso contrario usa una teglia comune leggermente oleata sulla quale adagerai la pizza e la cuocerai nel modo classico.
Fai riposare mezz’ora l’impasto diviso in due e poi stendi un panetto per ricavare una pizza rotonda, allargala bene e condiscila con quello che hai scelto. Io ho messo la salsa di pomodoro, ho infarinato una pala di alluminio, con un movimento deciso l’ho inserita sotto la pizza per trasferirla nel pizza stone posto dentro il forno caldo. In pochi minuti l’impasto comincia a gonfiare sui bordi come in pizzeria, uguale uguale. Merito della botta di calore che riceve la pasta a contatto con la pietra bollente nel forno. Una magia meravigliosa!
Quando il fondo della pizza è dorato, distribuisci la scamorza tagliata a pezzetti e falla sciogliere per qualche minuto. Tira fuori la pizza distribuisci la rucola, un giro d’olio crudo e le scaglie di parmigiano.
Nell’altra pizza ho messo il pesto di pistacchio, infornato e poi aggiunto lo svizzero e il prosciutto. Se hai la mortadella mettila dopo la cottura, è più buona e non si sciupa.
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l’ipnosi della sfogliatura

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Per realizzare certe prelibatezze ci vuole farina, burro, zucchero e olio di gomito, ho detto a Carlotta ieri l’altro. Lei, distrattamente, tira su gli occhi dal libro sul quale stava studiando la lezione per il giorno dopo, mi guarda e mi chiede con assoluta naturalezza: “dove lo trovi l’olio di gomito, mamma?”
Non ti nascondo che un po’ mi veniva da ridere, sembra quasi un nuovo olio, tipo quello di palma, da bandire o esaltare a seconda della moda del momento.

Realizzare i croissant sfogliati al burro è sempre stato un mio desiderio, sono stata a Parigi una volta e non ti nascondo che ci lassai ‘u cori. Una siciliana a Parigi s’innamora c’è picca i fari.

parigi
La magia è veramente palpabile, si tocca, si ciavura nell’aria, si calpesta con gentilezza sul ciglio della strada, nella metropolitana, nelle pozzanghere che riflettono la bellezza pure ‘nterra. Per non parlare dei tetti. Acchiani su una qualunque terrazza e vedi uno spettacolo inenarrabile, come lo racconti? Quell’aria rarefatta di gennaio, mese freddissimo d’aggigghiari, un colore del cielo misto, dal giallo cangiante all’azzurro passando dalle sfumature intermedie, l’imponenza della torre Eiffel in lontananza e  i tetti romantici, mansarde bombate, finestrate o spioventi con piccole aperture tonde, e camini, tanti camini fumanti che si stagliano sul cielo della Ville Lumiere.
Parigi è Parigi, ci devi andare per comprendere pienamente.

Va beh provo a tornare con i piedi per terra per raccontarti questa esperienza della sfogliatura, la ricetta che ho scelto è di Gabila Gerardi, desunta dal suo bel blog “Pane dolce al cioccolato” una sicurezza assoluta, anzi vai da lei per la ricetta completa, io ho apportato qualche modifica.
Ti dicevo dell’ipnosi nel titolo, olio di gomito a parte, che trovi nel cassetto della forza di volontà per lavorare l’impasto, si innesca una sorta di trance nella quale i movimenti ripetitivi, lenti e precisi convogliano la totale concentrazione in quei tre giri di pieghe favorendo la coscienza di te stesso e una suggestione, intesa come fascino e seduzione, che ti spinge a uno stato che rasenta la maieutica. Funziona di sicuro se sei un tipo ricettivo e possiedi un pensiero creativo ben disposto all’incanto e alla bellezza, provaci.

Croissant sfogliati con farina integrale e miele.

Per l’impasto
prima fase
725 g di farina di forza 300/350 W
400 g di farina integrale
25 g di lievito di birra fresco
155 g di zucchero di canna zefiro
5 g di malto diastassico
10 g di sale
225 g di latte
seconda fase
10 g di sale
325 g di acqua
75 g di burro
Per le pieghe
500 g di burro
Per la finitura
miele o zucchero a velo
1 uovo
comincia 12 ore prima, io ho cominciato la mattina. Mescola gli ingredienti della prima fase. Se usi il Cook Expert ti consiglio di fare metà dose per evitare di sforzare il motore. Aziona la macchina modalità esperto velocità 6, per mescolare e poi aggiungi poco alla volta l’acqua. A questo punto unisci il burro morbido e fai assorbire completamente. Infine aggiungi il sale. Fare lavorare ancora, fino a quando l’impasto lucido si è amalgamato. Se usi una planetaria lavora l’impasto nella stessa modalità aspettando che si incordi attorno al gancio a uncino. Trasferisci su una spianatoia, amalgama l’impasto e ponilo a lievitare dentro una ciotola pulita, copri con la pellicola e metti nella parte bassa del frigorifero a 4°C per almeno 12 ore.prepara il burro per la sfogliatura, tiralo fuori dal frigo e, munisciti di un termometro per alimenti. E’ fondamentale che la temperatura del burro sia, indicativamente, di 15°C, è importante che non scenda mai al di sotto di questa. Prendi un foglio di carta forno, poggia il panetto di burro e copri con un altro foglio di carta forno, con l’aiuto di un matterello stendi il burro formando un rettangolo abbastanza regolare; lo spessore del burro dovrà essere abbastanza simile a quello dell’impasto circa un cm. Piega i bordi della carta da forno per realizzare un pacchetto e rimetti in frigo  quel tanto che ti servirà per stendere l’impasto e ripristinare la temperatura interna di 15°C. Trascorse le 12 ore recupera l’impasto, infarina leggermente la spianatoia e e stendilo formando un rettangolo alto e spesso quanto il pacchetto di burro che hai già steso in precedenza con una larghezza pari al doppio del panetto. Elimina la carta forno, adagia il panetto al centro dell’impasto lasciando 1/3 di impasto libero a destra e 1/3 a sinistra. Sigilla il panetto di burro chiudendolo all’interno dello scrigno di impasto. Fai attenzione che la pasta si congiunga a filo e non si accavalli. A questo punto il pastello sarà pronto per essere sfogliato.Adesso è il momento delle girate, tre serie di pieghe che hanno lo scopo di uniformare l’impasto, di fonderlo insieme sovrapponendo impasto e burro in vari strati.

  • Prima piega: infarina di nuovo la spianatoia  e stendi l’impasto  nel senso della lunghezza fino a raggiungere lo spessore  di circa 2 cm. A questo punto Gabila fa una notazione dicendo che ” se la temperatura del burro sarà di 15°C e quella dell’impasto di 4°C la sfogliatura sarà perfetta, diversamente il burro si spezzerà  e in fase di cottura verrà fuori dal cornetto”, quindi occhio alle temperature dei due prodotti.
    Piega un lembo dell’impasto verso la mezzeria del rettangolo. prendi l’altro lembo e ripiegalo sugli altri due. Ruota la pasta di un 90° in modo da avere il lato corto verso di te e con il dorso delle pieghe verso sinistra.
  • Seconda piega: procedi come per la prima piega copri con la pellicola il panetto e metti in frigo per mezz’ora.
  • Terza piega: tira fuori il panetto dal frigo procedi come sopra, copri con la pellicola e rimetti l’impasto in frigo per un’ora ancora.A questo punto il panetto è pronto per essere steso, per formare le pezzature e la lievitazione finale. Ti servirà una spianatoia grande, spolvera con un po’ di farina e stendi l’impasto nel senso della lunghezza  fino a ottenere un rettangolo di circa 55×25 cm dello spessore di 3 mm circa. Incidi la pasta formando dei triangoli isosceli con una base che misuri 8 cm che taglierai al centro per un cm. Arrotola i cornetti dalla base verso la punta allungando l’impasto. La punta dovrà rimanere sotto il cornetto per mantenere la forma sia durante la lievitazione che nella fase di cottura. Otterrai 16 cornetti.A questo punto puoi decidere di surgelare i cornetti mettendoli su un vassoio rivestito di carta forno, coperti da una pellicola, al momento dell’ultilizzo li tiri fuori e li fai scongelare in frigo e poi li fai lievitare a temperatura ambiente. Nel caso tu voglia cuocerli subito, poni i cornetti formati su una placca foderata con carta forno ben distanziati tra loro, copri con un foglio di pellicola e fai lievitare per un paio d’ore in un luogo al riparo da correnti di aria fredda. Dovranno raddoppiare il loro volume iniziale. Prima della cottura sbatti l’uovo con qualche goccia di latte e spennella sulla superficie dei croissant, inforna a 220°C per 5-6 minuti poi abbassa la temperatura a 190°C e prosegui la cottura per 10 minuti ancora. Per la cottura, come sempre ti ricordo che dovrai basarti sulla conoscenza del tuo elettrodomestico.  Comunque i cornetti saranno cotti quando avranno assunto una colorazione dorata. Servi il croissant tiepido con una velatura di miele oppure spolverato con lo zucchero a velo.
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quando un ingrediente fa la differenza

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– Ciao mamma, che si mangia oggi?
– Ciao curò, insalata e mozzarella
– AH!

Un monosillabo che non lascia fraintendimenti, che include una profonda delusione. Non ci crede ancora, mi talìa e ciavurìa l’aria…
– e… questo profumo che c’è nell’aria che è?
Non si può nascondere niente, il profumo del fritto che aleggia in tutta la casa scopre gli altarini e lei, senza alcun indugio, si precipita in cucina e mi talìa con un sorriso sardonico che la dice lunga sull’appagamento delle sue aspettative.
In effetti basta poco, una panatura particolare realizzata con il pane di segale Huber e la classica insalata di veste a festa

Insalata di bufala e panatura di pane di segale Huber e salsa alle acciughe

Per 4 cristiani
Per la salsa alle acciughe
35 g di acciughe sott’olio
10 g di pinoli
un cucchiaio di succo di limone
uno spicchio d’aglio
2 cucchiai di olio di oliva
pepe garofanato

pane-di-segale_1

per l’insalata
una pera
due carote
200 g di songino
400 g di bocconcini di mozarella di bufala
240 g di pane integrale di segale Huber
2 pomodori rossi grossi
timo
2 cm di zenzero grattugiato
un uovo leggermente sbattuto
farina di semola rimacinato
sale
pepe garofanato
olio extra vergine d’oliva
prepara la salsa frullando le acciughe con il limone, l’aglio e i pinoli; aggiungi l’olio poco alla volta e amalgama. Macina il pepe garofanato e mescola.

Nel mixer metti il pane di segale a pezzetti con il timo lo zenzero grattugiato, il sale e il pepe. Frulla tutto e metti in una ciotola con il pomodoro privato della pelle e dei semi e ridotto a piccolissimi pezzetti a coltello.

Passa i bocconcini di mozzarella nella farina, poi nell’uovo e poi nel mix di pangrattato di segale Huber, ponili in una teglia e poi in frigo. Ti consiglio di lavarti spesso le mani perché durante quest’operazione rischi di rovinare il lavoro di panatura che è fondamentale. Prepara l’insalata mettendo in una ciotola la carota pelata e affettata sottilmente, la pera affetta anch’essa sottile ma con la buccia e il songino, condisci con olio sale e pepe, mescola e metti nei piatti. Tira fuori le mozzarelline dal frigo e friggile in olio bollente, dentro un pentolino piccolo dai bordi alti. È preferibile friggere i bocconcini pochi per volta. Poni su carta assorbente per eliminare l’unto in eccesso e servi sul piatto con l’insalata e la salsa alle acciughe.