facili bicchierini

I toni agrumati del pompelmo rosa smorzano, alleggeriscono, amalgamano e sgrassano il sapore dell’insieme… forse e se mai ce ne fosse bisogno. Mi do un tono perché le innumerevoli trasmissioni televisive che si susseguono senza tregua sul cibo mi insegnarono un sacco di cose ma di altre vado ancora alla fimminina picchì non sempre le capisco, e va beh, che sarà mai? Certo, parranu tra iddi e si capisciunu dando per scontato che tutti l’autri comprendano come loro. Io dove arrivo metto un punto esattamente come il punto fermo di questi bicchieri che aprirono una cenetta a lume di candele.

Bicchierini di tonno affumicato
Per 4 cristiani:
tempo di preparazione: 30 minuti
tempo di cottura: un’ora
difficoltà: facile
per la marinata:
1 spicchio d’aglio
Il succo di mezzo limone
2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
q.b. barbe di finocchio
Un cucchiaino di pepe rosa
2 cucchiai di Grand Marnier
Per i bicchierini:
300 g di patate rosse
1 cuore di sedano
100 g di tonno affumicato a fettine
1 pompelmo rosa
150 g di panna acida
Lessate le patate, scolatele, tagliatele a cubetti e mettete da parte in una ciotolina.
Pelate a vivo il pompelmo, raccogliete il succo che altrimenti si perderebbe e mettetelo da parte. Tagliate a dadini la polpa del pompelmo.
Preparate la marinata mettendo tutti gli ingredienti in una ciotola compreso il succo raccolto dalla pelatura a vivo del pompelmo, sbattete con una forchetta per emulsionare. Tagliate a pezzetti piccoli il tonno e ponetelo dentro la ciotola, mescolate, coprite con un foglio di pellicola e ponete in frigo per un’ora.
Tritate il sedano lasciando per la decorazione 4 foglie e mettete da parte.
Preparate i bicchierini suddividendo la panna acida sul fondo, le patate, il pompelmo, il sedano e il tonno con la marinata. Decorate, se volete, con le foglie di sedano e qualche barba di finocchio. 
Potete preparare questo antipasto anche un paio d’ore prima e tenerlo in frigo, abbiate l’accortezza di tirarlo fuori in tempo per servirlo non troppo freddo.

in un sol boccone

E che ci vuole? Sono abbastanza piccoli da entrare in bocca così come sono; le signore bene educate darebbero un morsetto con il timore che sbocconcellare potrebbe produrre mollichine sfuggenti e succhi inopportuni.  Io dico che questi sfizi calano soli soli, non dovrebbero finire mai perché uno tira l’altro e ci si abbuffa senza ritegno.

Tartellette di ceci e pomodori tiger confit
per 18 tartellette:
per il ripieno
100 g di ceci secchi (o 200 g di ceci già cotti)
battuto di carota sedano e cipolla
olio extra vergine d’oliva
timo
un cucchiaino di miele
9 pomodorini Tiger o quelli che volete ( in inverso metto dei filetti di pomodori secchi sott’olio)
sale
zucchero
pepe
olio extra vergine d’oliva
200 g di farina
100 g di burro freddo
un pizzico di sale
2 cucchiaini d’acqua fredda
la sera prima mettete a mollo i ceci in acqua per tutta la notte il giorno dopo cuoceteli con un battuto realizzato con mezza carota, mezza cipolla e un pezzetto di sedano e un filo d’olio, coprite con l’acqua e portate a cottura. Quando saranno cotti frullateli con qualche una manciata di foglioline di timo, il miele e olio quanto basta a rendere morbido il composto. Riempite un sac-a-poche usa e getta e ponete in frigo fino al momento dell’utilizzo.
Mescolate la farina con il burro a pezzetti, unite il sale e mescolate fino a ottenere delle briciole, unite l’acqua poco per volta fino a quando il composto si addensa. Avvolgete l’impasto dentro un foglio di pellicola e ponete n frigo a rassodare per circa mezz’ora.
Recuperate l’impasto dal frigo, lavoratelo per recuperare l’elasticità e stendetelo con un matterello a uno spessore di un paio di mm. Con un coppapasta di 7 cm di diametro ritagliate 18 dischi e posizionateli dentro degli alloggiamenti per mini muffin, Andranno bene sia una teglia che gli stampi singoli. Bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta e infornate in forno caldo a 180°C per circa 10-15 minuti; per la cottura affidatevi alla conoscenza del vostro forno.
Fate intiepidire nelle forme e poi sformate le tartellette per farle raffreddare completamente.
Lavate i pomodorini, tagliateli a metà e poneteli con la parte tagliata rivolta verso l’alto su una teglia foderata con carta forno, spolverate la superficie con un pizzico di zucchero, uno di sale e uno di pepe, irrorate con un filo d’olio e infornate a 150°C per mezz’ora; fate raffreddare. Recuperate il sac-a-poche dal frigo, tagliate la punta e riempite le tartellette con la crema di ceci, ponete mezzo pomodorino sulla sommità e servite.

 

delle due l’una

Niè, c’è picca ‘i fari, quando un cristiano non ha ricettu finisce con lo sfirniciarisi a destra e a manca. E va beh niente ci fa, sto usando farine alternative al solito grano, ho usato la farina di grano khorasan, denominato grano gigante o, più comunemente chiamato KAMUT® che è il marchio dell’azienda che lo produce.
Questo grano antico è un parente stretto del grano duro moderno, contiene
glutine ma non è stato biologicamente modificato ed è coltivato secondo i criteri dell’agricoltura biologica.
Ora, io dico ‘na cosa: è mai possibile che devo accattare un grano che viene da lontano quannu, in Sicilia,
coltiviamo dei grani antichi secondo questi stessi criteri? Picchì, tra gli scaffali
di qualunque supermercato io non trovo la tumminia e me la devo andare a cercare con il lumicino?
Così per dire…
Bruschetta di pizza o pizza bruschetta? Delle due l’una.
per 6 cristiani
difficoltà: facile
tempo di preparazione: 15 minuti più il riposo
tempo di cottura: 30 minuti circa
Per l’impasto:
320 g di farina Kamut
80 g di farina di grano duro
circa 300 ml d’acqua tiepida
5 g di lievito di birra fresco
10 g di sale
un cucchiaio d’olio extra vergine d’oliva
un cucchiaino di zucchero
farina di rimacinato per le pieghe
per il condimento:
10 pomodori grossi e sodi
due spicchi d’aglio
basilico
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe
impastate le due farine con con lo zucchero e il lievito sbriciolato, aggiungete poco per volta l’acqua necessaria e l’olio. Unire il sale e impastate fino a quando l’impasto avrà la giusta consistenza o fino a quando incorda attorno al gancio, se usate la planetaria. Realizzate qualche piega e poi ponetelo dentro una ciotola coperta da uno strofinaccio umido fino al raddoppio. Recuperate l’impasto, reimpastate qualche minuto e poi dividetelo in pezzatura di circa 60 g l’uno, realizzate delle palline e fate lievitare ancora fino al raddoppio coperte.
Preparate il condimento tuffando in acqua bollente per pochi istanti il pomodoro precedentemente lavato. Eliminate la buccia e i semi interni, realizzate una concassè, ponetelo dentro una ciotola e conditelo con gli spicchi d’aglio tagliati a metà, l’olio, il sale, il pepe e abbondante basilico, fate riposare coperto fino all’uso in frigo.
Riprendete l’impasto, usate della farina di rimacinato per spolverare la spianatoia e realizzate delle schiacciatine, praticate dei tagli sul bordo e all’interno per evitare che gonfino durante la cottura e infornate a 200°C per circa mezz’ora o fino a quando saranno dorate(*). Sfornate e condite le schiacciatine distribuendo il condimento e servite.
(*) per la cottura basatevi sulla conoscenza del vostro forno

 

Cosuzze niche

La ducizza di ‘sto pomodorino è inenarrabile, s’avi a tastari per capire di che cosa si tratta. Ho trovato questa ricetta su una raccolta di Sale & Pepe Collection dedicata al pomodoro risalente al 2010. Niè vi cuntu sulu che ho usato il pomodorino di Vittoria del consorzio agricolo Consagro,  ho aumentato le dosi, rimpicciolito i contenitori per realizzare dei piccoli antipasti e, infine, ho decorato il piatto con una striscia di curry. Niè che ve lo dico a fare, provateli!

Sformatini di ciliegino con timo e maggiorana
per 10 piccoli sformatini
600 g di pomodoro ciliegino di Vittoria Consagro
10 pomodorini col giummo per la decorazione
60 g di pomodoro secco sott’olio
3 scalogni
foglioline di timo e maggiorana
3 cucchiai di panna a lunga conservazione
3 uova
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
sale
pepe
burro per gli stampi
Curry
lavate i pomodorini, tagliateli a metà, metteteli dentro un tegame con l’olio, le erbe aromatiche, i pomodori secchi sgocciolati e tagliati a pezzetti, gli scalogni affettati. Poneteli sul fuoco e cuocete per 15 minuti mescolando ogni tanto. Frullate tutto dopo la cottura, aggiungete le uova, la panna e riavviate per qualche istante il frullatore, aggiustate di sale e pepate.
 La ricetta suggerisce di passare al setaccio, ho preferito lasciare il composto così granuloso. Imburrate degli stampini da creme caramel, Suddividete il composto e cuocete in forno caldo a 170°C per circa mezz’ora. Fate la prova stecchino deve venire fuori asciutto e pulito. Sfornate e fate raffreddare una decina di minuti prima di sformarli su un piatto precedentemente decorato con una striscia di polvere di curry.

non chiamatela chef ma Chez Munita

 Chez Munita è un luogo incantevole, carico di suggestioni, ricco di sorprese. Non è un ristorante, almeno non nel classico dei classici, di sicuro è un luogo dove si gustano piatti densi di creatività, affascinanti e colmi di bellezza.
L’ho detto che non è un ristorante? Si, vero è, l’ho detto.
 Chez Munita è a Palermo, accoglie un tavolo disposto parallelo a una libreria, carica di libri e di identità; le sedie attorno, sono tutte diverse a sottolineare il fatto, secondo me,  che i commensali sono, per lo più, sconosciuti tra loro. Quello è anche un tavolo sociale, un posto dove t’assetti con altre 11 persone mai viste; non sai cosa riserverà la serata, sarà sempre una sorpresa intrigante e reale.
 In ogni evento Chez Munita, il menù è studiato nei minimi dettagli, l’atmosfera è calda e supportata da uno special guest sempre diverso.

La cuoca, Valentina Chiaramonte, si definisce un’operaia della cucina, io non credo sia un’operaia. Lei, per me, è un’artista, dipinge la tela con il pennello e i piatti con accostamenti di una bellezza memorabile. E’ un’esperienza da provare, per prenotare o chiedere informazioni scrivete a chezmunita@gmail.com   oppure telefonate al numero 3921316276. Se avete un account facebook, andate qui, nella pagina di Chez Munita, liggiti e taliatevi fotografie e le locandine. 
Bello fa!

dalla pagina di Chez Munita
“Chez Munita non è solo un tavolo sociale per dieci persone, ma una luogo privato che apre le porte a tutte le forme d’arte e di conoscenza.
Attraverso il cibo si fa esperienza di convivialità, di incontri a sorpresa, di relazioni reali.
Da Chez Munita si può dialogare con musicisti, pittori e fotografi, con produttori, con autori e con le padrone di casa, attorno ad unico tavolo, dove la formalità cede il posto alla convivialità.
Chez Munita è luogo di sperimentazione tra chi arriva e chi accoglie.
Una porta aperta alle dinamiche tra la gente, inaspettate, sorprendenti e reali.
Non è un salotto borghese, ma uno spazio, un perimetro senza confini per presentare un movimento contemporaneo.
Chez Munita è un mood di riferimento in una città che sta cambiando, che si apre alla scoperta di nuove forme di incontro, di associazione, di dialogo, di cultura. In una Palermo non facile ma non più diffidente ai rinnovamenti, capace di accogliere il vento del nord e mischiarlo alle proprie radici arabe.
Non un ristorante ma una forma di energia e comunicazione.
Pertanto è possibile partecipare agli eventi anche da soli, con la consapevolezza di poter incontrare altri dieci sconosciuti, di poter scoprire nuovi interessi, nuovi amici, un nuovo modo di vivere il tempo.
Ma è allo stesso tempo possibile prenotare tutto il tavolo e trovarsi all’interno di uno spazio privato e cominciare a scrivere una nuova esperienza.”

antipasto, alici marinate con granita di ricotta

degustazione di olio extra vergine d’oliva dell’azienda Occhipinti 

 Il creativo e la scrittrice

triglie freschissime, su polenta, zenzero e taccola

la cuoca, Valentina Chiaramonte

erbette aromatiche

risotto al caprino con pomodorini affumicati, lime caramellato e the nero

Kiwi, mango, mela verde, sedano, pompelmo e menta

giardino di primavera
fondente al 72%, cardamomo, streusel, riduzione di carruba, arance sanguinelle, sale e fiori di borragine
spugna ghiacciata alla lavanda e maggiorana

ammazzacaffè
foto di angelo Bruno
Roberta, foto di Angelo Bruno
convivio, foto di Angelo Bruno

la matta

Come lo metti, metti  ‘stu piatticeddu è sempre gradito; un piacevole ingresso, servito come antipasto insieme a del salato, oppure un intermezzo, come contorno o, infine, da servire come fine pasto; frutta che si presta come un jolly durante tutto il pranzo. Ma chi vuliti di chiù?
insalata di melone giallo speziata
per 4 cristiani
un melone giallo
un limone, succo e scorza
una bacca di cardamomo
un chiodo di garofano
pepe
semi di papavero, la punta di un cucchiaino
foglioline di menta

lavate il melone, tagliatelo in due, eliminate i semi e prelevate la polpa del melone con uno scavino, oppure tagliatelo a fette, eliminate la buccia e poi tagliatelo ancora a pezzi. Ponetelo in una ciotola, condite con la scorza grattugiata del limone, una macinata di pepe, i semi di cardamomo pestati con il chiodo di garofano, il succo del limone e le foglioline di menta, mescolate e ponete in frigo fino al momento di servire.

una passione per il formaggio e per le storie cuntate

A Palermo l’artigianato e i mestieri erano rintracciabili, e in alcuni casi lo sono ancora,  nel centro storico identificando vie e piazze. Ci sono strade intitolate agli argentieri, ai credenzieri, ai crocifissari, ai cafisari, ai maestri d’acqua, ai candelai e così via discorrendo fino ai zimmelari, alle sedie volanti e molti altri ancora; un numero cospicuo di mestieri che avevano contraddistinto il tessuto storico della città. Esiste una leggenda (anche se secondo me, tanto leggenda non è) che racconta di una famiglia facoltosa di artigiani orafi che avevano casa e putìa in via degli Argentieri. La storia cunta che ‘sta famigghia cadìu in disgrazia per mali affari; per non dare sazio ai vicini, ‘a mugghiere dell’orafo, s’inventò ‘na ricetta ciavurusa utilizzando aromi e spezie che lasciava presagire la cottura di cunigghiu e invece era cacio cavallo cotto con olio, aglio e aceto.Il ciavuru veniva sapientemente sventolato fuori dalla finestra per fare arrivare il profumo in tutta la via  Alcuni, ancora, questo piatto lo chiamano coniglio all’argentiera ma di cacio si tratta.
per 4 cristiani pigghiate 500 g di cacio cavallo fresco, 3 cucchiai di aceto bianco, tre cucchiai di olio extra vergine d’oliva, 2 spicchi d’aglio, origano secco e pepe.
tagliate il formaggio a fette di 4-5 cm, in una padella capiente e antiaderente mettete l’olio e fate dorare l’aglio schiacciato, che dopo eliminerete. Unite le fette di formaggio in un solo strato e fate cuocere per qualche minuto da ambo i lati.  Appena noterete il formaggio diventare  morbido versate l’aceto, cospargete con il pepe e l’origano e servite immediatamente.
Per non farvi mancare niente vi propongo un altro antipasto da servire immediatamente, facilissimo da preparare tanto che non c’è una ricetta, dovete comprare del formaggio morbido che più vi piace; io ho usato dei tomini ricoperti con dello speck e della provola dolce tagliata a fette belle spesse. Mettete la piastra in ceramica in forno e fatela arroventare ben bene, aprite il forno e, aiutandovi con dei guantoni, tirate fuori il grill barbecue distribuite i formaggi e rimettete in forno per qualche minuto fino a quando i formaggi diventeranno morbidi e sciolti. Servite immediatamente portando in tavola la teglia e poggiandola su un tagliere di legno, tagliate i formaggi direttamente nella teglia con un taglia pizza. Un solo inconveniente con questi antipasti, facitini picca picchì s’annunca gli ospiti si appanzano di pane e formaggio e a prima fame si tolgono l’appettito.

la cucina del cuore

ho copiato dal blog di Valentina l’incipit del suo post perché mi piace assai, spiega con pochissime parole tutto il discorso che vi farò adesso…

“La cucina del cuore. La ricetta del cuore.”
intanto vi dico che si tratta di un nuovo contest, uno cuoricioso,  organizzato dalla squadra di Cucinando. Comincia oggi, 17 gennaio 2013 e si conclude alla mezzanotte del 24 febbraio. Come? Si, si avete capito benissimo, stiamo pensando seriamente a San Valentino ma non solo, stiamo pensando alle ricette che realizziamo per le persone speciali, per un’occasione speciale o solo perché ci mettiamo tanto love mentre la prepariamo. Che dite partecipate? Vi cuntu quali sono le regolette da seguire, pigghiate un pizzinu:
la gara prevede una goliardica competizione culinarfotografica alla quale possono partecipare sia i possessori di un blog sia i lettori dunque TUTTI! La ricetta da realizzare è libera, ossia potete cucinare una qualunque portata, dall’antipasto al dolce a condizione che sia la vostra ricetta del cuore, dedicata a qualcuno che amate; mamma, papà, figli, fratelli, fidanzato/a, nonni o l’amico/a. Eddai che è facilissimo, siete maestri, aspettiamo le vostre ricette e le vostre foto per concorrere alla vincita di splendidi premi messi in palio da Lékué
le ricette saranno giudicate in base all’appetibilità, alla presentazione e alla foto. Usate molta cura nello scatto perché chiarisce meglio anche l’appetibilità 😉
Questi i premi per le prime tre classificate:
Primo premio:
Kit macaron
Secondo premio:
Kit roll cake
Terzo premio:
Kit cupcake
I giudici siamo i soliti noi:
Riccardo, Valentina e Lory  di Cucinando
Valentina di L’aroma del caffè
Sarah di Fragola e Limone
Sara & Paolo di Fico secco e uva passa
e io
Partecipare è facilissimo; se avete un blog postate la ricetta con la foto del piatto inserendo il il banner del contest 
con il link della ricetta con cui partecipate a questo post sul blog di Valentina. Se non avete un blog mandate una mail a questo indirizzo valentina.brida@gmail.com con le suddette richieste
Potrete partecipare con massimo due ricette postate dal 17 gennaio in poi.
io vi regalo la ricetta che ho realizzato per i miei cari a Natale, più amore di questo? *_*
per 16 cristiani:
500 g di lasagne all’uovo
900 g di carciofi già puliti
350 g di prosciutto cotto
burro
200 ml di vino bianco
olio extra vergine d’oliva
350 g di mascarpone
300 g di parmigiano grattugiato
200 g di svizzero originale grattugiato
un grosso spicchio d’aglio
un mazzetto di menta fresca
40 g di pistacchi
sale e pepe
affettate i carciofi e rosolateli con 50 g di burro e l’aglio tritato, sfumate con il vino bianco e dopo l’evaporazione aggiungete un paio di mestoli di brodo bollente e portate a cottura stufando. Frullate i carciofi con il mascarpone e qualche fogliolina di menta. Sporcate due teglie  con l’olio, spolverate con il pangrattato il fondo e i bordi, distribuite un po’ di crema sul fondo e poi disponete a strati le lasagne, il prosciutto a pezzetti e i formaggi. realizzate tre strati di pasta e finite con la crema. Prima di infornare distribuite i pistacchi tagliati grossolanamente. Cuocete in forno caldo a 190°C per circa 40 minuti. 

Rosaliaaaaa. Componiti. Svergognata!

sono immersa nei miei pensieri, i più diversi e affastellati gli uni agli altri, mentre sono in cucina e lavo le milincianedde, quando ad un tratto, uno in particolare, mi stampa un sorriso sulle faccia, facendomi scoprire i denti. I milinciani ammuttunati mi fanno venire in mente una battuta di un film con Tiberio Murgia, che pur essendo sardo_sardo, è la caricatura del classico siculo. Ammuttunata ha molti significati, abbottonata, lardellata, chiusa, ripiena.  Il mio pensiero lo associo a una tipica donna sicula, di una bellezza travolgente, colori scuri, un seno pieno, molto provocante, di una billizza che emana cuntitizza, magari vistuta di nivuru, e la cammisedda non troppo ammuttunata…”Rosalia, componiti, svergognata! E sorrido.
Mah! quannu sunnu sula ‘u ciriveddu  va a vacante, senza rete, vuota e con pensieri anche scomposti, però, la mia solitudine, mi fa compagnia e mi fa anche ridere.

per quattro cristiani:
un chilo di melanzane niche, piccole
un chilo e mezzo di pomodoro maturo
un ciuffo di basilico
una cipolla rossa
50 g di caciocavallo Ragusano D.O.P
20 g di pomodori secchi
4 spicchi d’aglio
un ciuffo di menta
sale
zucchero
sale grosso
pepe
olio extra vergine d’oliva

Lavate le melanzane; togliete il picciolo e praticate dei tagli non troppo profondi su quattro lati lasciano intatti la base e la corona in alto, devono essere delle incisioni, delle tasche verticali. Ponete le melanzane dentro un colapasta e cospargete con il sale grosso, fate perdere l’acqua di vegetazione per circa un’ora. Nel frattempo  affettate finemente la cipolla, mettetela in un tegame e fate soffriggere, in 3 cucchiai d’olio e poi aggiungete un goccio d’acqua, fino a stufarla; lavate il pomodoro, tagliatelo a pezzi grossolani e aggiungetelo al soffritto, aggiungete il basilico spezzettato e fate cuocere per circa 20-30 minuti. Passate tutto con il passa pomodoro, rimettete dentro il tegame e fate stringere ancora un quarto d’ora, salate, pepate e spegnete il fuoco. Tritate l’aglio con la menta, affettate finemente i pomodori secchi, dopo averli fatti rinvenire in acqua calda e asciugati, unite il caciocavallo grattugiato e mescolate. Sciacquate le melanzane, asciugatele e riempite le tacche con il ripieno preparato, con delicatezza, aiutandovi con la lama di un coltello.

 Friggete le melanzane nell’olio bollente, rosolate da tutte le parti fino a colorirle. Passatele nel sugo e cuocete ancora un quarto d’ora. servite come contorno o come antipasto.

mare di Sicilia

Bastano i raggi di un sole caldo ma lèggio di maggio, per rasserenare il mio animo; chi mi conosce sa perfettamente che d’inverno il mio umore è parecchio mutevole, diventa scurusu se la giornata appare scurusa al mio risveglio. Anche nella bella stagione capita che all’orizzonte ci siano nuvole cariche di pioggia, come oggi. Ecco, oggi il mio umore annegherà assamarato d’acqua. Meteoropatica sugnu, accussì si dice in italiano. Aspetto che cominci, per me, il periodo più bello dell’anno, caldo estivo e passate di scirocco che tolgono il fiato. AH! Finalmente, caldo e mare a tinchitè. Ma il mare smorca il pititto e cosa c’è di meglio di una focaccia da portare in ripa di mari per fare un pic-nic e, perché no, festeggiare un compleanno speciale sulla spiaggia? Buon compleanno mamà! Com’è il tempo da te?
La ‘mapanata è una focaccia di derivazione spagnola, la empanada: un pasticcio di carne, pesce o formaggio avvolto in pasta di pane. In Sicilia sono presenti due tipologie di impasti per fare le ‘mapanate, uno di pane e l’altro più simile ad una frolla. Un modo opulento di servire una pietanza, uno scrigno che cela la meraviglia delle meraviglie 😀
Quella che vi propongo, può essere servita come antipasto ma anche come secondo, accompagnata da una insalata di pomodori freschi e aglio a pezzi grossi.

‘Mpanata di alici
per 4 cristiani
per l’impasto:
500 g di semola di rimacinato di grano duro
10 g di lievito di birra fresco
2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
350 ml di acqua tiepida
un cucchiaino di zucchero
11 g di sale
per il ripieno:

500 g di di alici fresche
uno spicchio d’aglio
5 rametti di timo
25 g di capperi sotto sale
80 g di pangrattato
2 pomodorori sodi
olio extra vergine d’oliva
sale aromatizzato alle erbe
pepe macinato al momento

Preparate la pasta mettendo nella planetaria la farina e il lievito sbriciolato; accendete la macchina al minimo, impastate aggiungendo l’acqua tiepida in cui avrete sciolto lo zucchero e infine unite il sale e l’olio. Otterrete un impasto molto idratato e appiccicoso, coprite con un canovaccio e fate riposare nel boccale della macchina per mezz’ora. Nel frattempo lavate e diliscate le alici sotto l’acqua corrente, tamponatele con della carta assorbente e mettetele da parte. Infarinate, con la semola, il piano di lavoro adagiate l’impasto e, con le mani infarinate, allargatelo e fate un giro di pieghe, mettetelo in una ciotola coperta con un canovaccio umido dentro il forno spento con la luce accesa; fate lievitare per due ore.  Preparate il ripieno mescolando in una ciotola il pangrattato con le foglioline di timo lavate e asciugate, i capperi e l’aglio tritati finemente.Spolverate il piano da lavoro con abbondante semola di rimacinato, stendete l’impasto lievitato con le dita, allargandolo, poi, con il mattarello, stendete una sfoglia rotonda sottile e adagiatela sul pizza stone (o dentro una teglia  antiaderente) precedentemente spolverato con semola di rimacinato; distribuite un filo d’olio su tutta la superficie aiutandovi con pennello oppure con le dita. Su metà del cerchio di pasta, sistemate a strati metà del pangrattato aromatizzato, le alici, i pomodori tagliati a fette e un filo d’olio, salate con il sale alle erbe, finite con il pangrattato e una spolverata di pepe nero. Sovrapponete l’altra metà della pasta e sigillate la parte inferiore  su quella superiore intrecciando i bordi.Infornate in forno caldo a 190°C per 35 minuti. Sfornate e servite tiepida